Nuova Venezia – Venezia-Portogruaro, binari da incubo
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
11
dic
2014
Quarto. Dal rapporto di Legambiente risulta la quinta tra le peggiori tratte ferroviarie italiane
QUARTO – I pendolari se ne sono accorti sulla loro pelle. Ma adesso a certificarlo c’è anche la graduatoria di Legambiente: la Venezia-Portogruaro è tra le dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia. Nell’ambito della campagna “Pendolaria”, la prossima settimana Legambiente presenterà un rapporto nazionale sulla situazione del trasporto ferroviario. Ma già ieri ha reso nota la top ten delle peggiori tratte italiane, selezionate sulla base di situazioni oggettive e proteste dei pendolari. Una classifica tutt’altro che invidiabile dove, al quinto posto, fa la sua cattiva figura la Venezia-Portogruaro, segnalata da tantissimi pendolari «poiché ha visto un continuo e notevole calo dell’offerta del servizio». Basti pensare alla scomparsa dei treni serali e di quelli nei giorni festivi.
«Occorre urgentemente rilanciare una nuova stagione per il trasporto pubblico. Ve n’è assoluto bisogno dopo 14 anni di dominio di Chisso», attacca Andrea Ragona, responsabile mobilità di Legambiente Veneto.
«Abbiamo sempre denunciato come il lavoro di Chisso sia stato a favore delle strade, ora il neo assessore Donazzan ha il compito di recuperare i danni perpetrati. Si può fare solo investendo sul trasporto pubblico. I soldi ci sono, se c’è la volontà politica, lo hanno dimostrato regioni come la Lombardia. Fino a oggi è stato uno scandalo che il Veneto non abbia messo quasi nulla in più rispetto al Fondo nazionale trasporti che arriva da Roma. La Venezia-Portogruaro non è che un simbolo: se la classifica fosse più estesa, ci accorgeremmo di come il disservizio sia in verità molto più diffuso».
La prossima settimana Legambiente divulgherà un dossier con le peggiori linee del Veneto. «Dopo mesi di false promesse, l’unico salto in avanti che Zaia e la sua giunta sono riusciti a compiere, è aver lanciato nella top ten della vergogna nazionale la Venezia-Portogruaro», attacca il consigliere regionale Pd, Bruno Pigozzo. «È la punta dell’iceberg di una politica dei trasporti ferroviari che da parte della giunta Zaia è stata finora del tutto insufficiente».
Giovanni Monforte
RAPPORTO LEGAMBIENTE. E PIGOZZO (PD) ATTACCA LA REGIONE
«Portogruaro-Venezia, treno da incubo»
VENEZIA «Dopo mesi di false promesse, l’unico salto in avanti che Zaia e la sua giunta sono riusciti a compiere è aver lanciato nella top ten della vergogna nazionale la tratta ferroviaria Portogruaro-Venezia».
Questo il commento del consigliere regionale del Pd e vice presidente della commissione Trasporti, Bruno Pigozzo, alla luce del rapporto Pendolaria di Legambiente, che ha stilato le 10 peggiori linee ferroviarie d’Italia per il 2014. La Portogruaro-Venezia si colloca al quinto posto, dopo la Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano e la Siracusa-Ragusa-Gela.
«Purtroppo – ribadisce Pigozzo – piove sul bagnato, perchè questa classifica esce a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo orario, che nulla ha recepito delle richieste di modifica di pendolari e sindaci. A questo, inoltre, si aggiunge il fatto che l’assestamento di bilancio non prevede misure in grado di migliorare in generale i servizi. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un incontro urgente con l’assessore Donazzan e ribadiamo la necessità che il confronto avvenga prima della pausa natalizia. La Portogruaro-Venezia, tratta sulla quale denunciamo da lunghissimo tempo disagi e disservizi inaccettabili – sottolinea Pigozzo – è la punta dell’iceberg di una politica dei trasporti ferroviari che da parte della giunta Zaia è stata fino ad ora del tutto insufficiente. Questo perchè manca un nuovo Piano regionale dei Trasporti (l’ultimo è stato approvato nel 1995) e perchè da anni non viene investita alcuna risorsa di fonte regionale in questo settore. È evidente – conclude Pigozzo – che il bilancio 2015 rappresenta l’ultima chiamata: o vengono messe risorse cospicue per le linee locali oppure il Veneto è destinato a collezionare nuovi, desolanti record in negativo».