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CAMPOLONGO – Un museo della legalità a Campolongo Maggiore intitolato a Cristina Pavesi, la giovane morta il 13 dicembre del 1990 alle ore 18.15 a Barbariga di Vigonza, vittima della deflagrazione dell’esplosivo posto dalla banda Maniero su un treno portavalori per rubarne il contenuto.

A 24 anni esatti dalla sua scomparsa, sabato, è stato inaugurato presso la galleria del centro civico di Bojon un contenitore di opere e sculture realizzate dai ragazzi. Dopo la cerimonia di inaugurazione si è svolto un convegno per ragazzi dal titolo «Mafia e corruzione sono interconnesse?».

Come relatori c’erano Graziana Campanato, giudice d’appello nel processo a Felice Maniero e che ne confiscò i beni ora di proprietà del Comune. Con lei Roberto Tommasi, referente di Libera Veneto ed Enzo Guidotto presidente dell’osservatorio Veneto sull’antimafia.

Il sindaco, Alessandro Campalto, ha dichiarato: «A Campolongo siamo riusciti a rendere concreto questo museo grazie al grande lavoro delle associazioni Auser e Mondo insieme allo scultore Lucio Zatti».

Molto soddisfatti anche Bruino Miotto di Auser e Oriana Boldrin di Mondo di carta. Le opere esposte sono quelle dei ragazzi che hanno partecipato, con le loro opere, al concorso dedicato a Cristina Pavesi e giunto alla 7. edizione. All’inaugurazione erano presenti numerosi ragazzi di Campolongo, ma anche di scuole di Venezia.

Emanuele Compagno

 

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