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Firmato ieri al ministero dello Sviluppo Economico lo storico e nuovo Accordo di Programma

Finanziati 23 progetti di bonifica e sistemazione di strade, banchine, ferrovia, fogne e rete idraulica

Porto Marghera volta pagina e si prepara a un nuovo Rinascimento. Fanno ormai parte del passato gli irrealizzati Accordi di Programma firmati nel 1998 e reiterati nel 2006, con i quali si ostinavano nel tentativo di salvataggio di cicli produttivi ad alto impatto ambientale e ormai non più redditizi, leggi chimica di base e siderurgia, progressivamente chiusi con migliaia di posti di lavoro perduti.

Ieri al ministero dello Sviluppo Economico a Roma è stato firmato il nuovo e innovativo «Accordo di Programma per la riconversione e riqualificazione» del polo portuale e industriale di Venezia, il più grande e dotato di grandi infrastrutture del centro Europa.

Il nuovo accordo prevede 24 schede-progetto, cantierabili e da realizzare entro i prossimi 3 anni con la supervisione e il monitoraggio del ministero che ha previsto per questo un apposito fondo di oltre 500 mila euro.

L’Accordo di Programma è dotato di un fondo complessivo di 152.630.000 di euro: 102 messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo e stornati dai rimborsi della multinazionale Alcoa per gli illeciti sconti energetici, sanzionati dalla Commissione Europea; una ventina dalla Regione Veneto; 15 dall’Autoprità Portuale e 4 e mezzo dal Comune di Venezia. Una pioggia insperata di milioni che finalmente – se i progetti saranno davvero realizzati nei tempi previsti – potrà garantire in un’area complessiva di 2 mila ettari, il completamento delle bonifiche delle aree contaminate; il confinamento nel vallone Moranzani dei fanghi più inquinati scavati dal fondo dei canali; la messa in sicurezza idraulica di via dei Petroli e di tutta le aree a rischio allagamenti tra Marghera, Malcontenta e la Prima Zona industriale (dove hanno sede il nuovo Padiglione di Expo Venice e il Parco Vega); la realizzazione della banchina con il ponte stradale e ferroviario sul canale Brentella; una serie di opere stradali che permetteranno di rimettere in ordine via dell’Elettricità, la nuova rotonda con via Fratelli Bandiera e il tanto atteso raccordo tra via Torino e via Righi con una rotonda e un sottopasso.

Tutto ciò, come si precisa nell’Accordo siglato ieri mattina dal ministro Federica Guidi, dal governatore del Veneto, Luca Zaia, dal presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa e dal commissario del Comune, Vittorio Zappalorto, per garantire finalmente «il risanamento e la riqualificazione di Porto Marghera», leggi aprire la strada a nuovi insediamenti produttivi, logistici, commerciali e del terziario avanzato.

Paolo Costa. «È stato sancito in modo concreto il percorso per la creazione della Porto Marghera del domani, migliore», ha commentato dopo la firma dell’accordo il presidente del’Autorità Portuale. «Questo nuovo accordo esalta quell’unicum che, da sempre, ha fatto la fortuna di questa area: il porto per l’industria e l’industria per il porto. Siamo di fronte, per la prima volta, ad un impegno che non si limita a trattare di bonifiche e crisi aziendali, ma punta ad un insieme coordinato di interventi infrastrutturali capace di creare condizioni operative per il supporto e lo sviluppo di quelle già ci sono e per l’insediamento di nuove attivita industriali e logistiche».

Vittorio Zappalorto. Anche il commissario straordinario del Comune di Venezia ha sottolineato ieri che l’accordo appena firmato «realizza un sogno. Ora abbiamo sei mesi di tempo per sviluppare tutti i progetti per il rilancio di un’area come Porto Marghera che è sempre stata una priorità dell’amministrazione comunale proprio perché può tornare ad essere un polo di sviluppo e crescita per Venezia e l’Italia».

Luca Zaia. «Questo accordo è una grande operazione», ha detto a sua volta il governatore del Veneto, affiancato a Roma dall’assessore Massimo Giorgetti , «che dà una risposta concreta che diamo ai lavoratori che operano a Porto Marghera. Il che significa continuare nel progetto complessivo di rilancio poiché siamo convinti che il futuro di queste aree non sia quello di pensare ad un grande campo da golf o a un luna park, come qualcuno vorrebbe, bensì di valorizzarle pensando alla manifattura per uscire dalla situazione in cui versano queste aree inquinate e guardare ad un’economia che sia pulita e che ridia vivibilità a tutto il contesto di Porto Marghera, nel rispetto di tutti i lavoratori che ancora vi operano. Sul tavolo abbiamo anche la grande partita delle aree che abbiamo acquisito da Eni, vale a dire oltre 110 ettari che andiamo a bonificare. Ci sono imprese, per lo più italiane, pronte ad investire però è altrettanto vero che l’attrattività nei confronti dei capitali e degli investitori stranieri passa attraverso la sburocratizzazione, la semplificazione normativa e soprattutto la certezza del diritto».

Gianni Favarato

 

Sei mesi per definire tutti i progetti e trenta per la realizzazione delle opere

Tutti assicurano che questo nuovo Accordo di Programma per Porto Marghera non è come i precedenti, falliti sotto i colpi della raffica di chiusura di aziende e tagli di posti di lavoro dell’ultimo ventennio. La garanzia della sua possibile attuazione non sta solo nella piena disponibilità di oltre 152 milioni di euro, messi a disposizione dei 23 progetti già definiti in termini preliminari o già esecutivi, ma anche dalle tassative clausole di applicazione, allegate al testo dello stesso Accordo di Programma, per le quali si prevede che l’erogazione dei fondi stanziati è condizionata alla definizione dei progetti entro 6 mesi e alla realizzazione (dal progetto esecutivo alle autorizzazioni fino all’assegnazione dei lavori) degli stessi entro 30 mesi.

L’accordo appena firmato, su disposizione del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, prevede uno specifico finanziamento (poco più di mezzo milione di euro) per assicurare l’assistenza tecnica al ministero da parte della propria struttura “in house” (Invitalia spa) per le attività di segreteria tecnica al previsto «Comitato di Coordinamento» e di supporto per l’attività istruttoria dei progetti, nonché per la verifica dei dati del monitoraggio sull’attuazione dei progetti finanziati. L’intervento ha come obiettivo il supporto tecnico al ministero dello Sviluppo Economico e al Comitato di Coordinamento «per l’espletamento di tutte le attività tecniche amministrative necessarie all’attuazione dell’Accordo di Programma in tutte le sue parti». ll ministero ha anche messo a disposizione, per il 2015, un credito di imposta a favore delle imprese che vogliono realizzare progetti di reindustrializzazione e bonifica in aree industriali di interesse nazionale (Sin) come Porto Marghera.

 

Il ministro Guidi: «Non disperderemo le risorse». Baretta: «Facciamo come nella Ruhr»

«Agevolazioni alle aziende che investiranno»

Quello firmato ieri non è di certo il primo e non sarà neanche l’ultimo accordo di programma firmato al ministero dello Sviluppo Economico per rilanciare le aree di crisi complessa – come quella di Porto Marghera – sparse per l’Italia al fine di creare nuove attività e nuova occupazione.

Ma ieri il ministro Federica Guidi ha voluto sottolineare che l’accordo per Porto Marghera «è un ottimo esempio di come riqualificare dal punto di vista ambientale le aree di crisi e non disperdere le caratteristiche industriali. Le quali possono essere messe a disposizione di nuove iniziative produttive e di servizio mobilitando risorse che, d’intesa con Regioni, Enti locali, imprese e sindacati vengono finalizzate a interventi coordinati e di ampio respiro senza disperdersi in mille rivoli».

Il ministro ha anche fatto presente ieri che «le imprese che investiranno avranno diritto ad un credito di imposta per tutto il 2015, pari a complessivi 50 milioni di euro a favore delle società che vorranno realizzare progetti di reindustrializzazione e bonifica in aree industriali ricadenti nei siti di bonifica di interesse nazionale, come quello di Porto Marghera».

Dal canto suo, il sottosegretario all’Economia, il veneto Pierpaolo Baretta, ha dichiarato ieri che con il nuovo accordo per Porto Marghera «si creano le condizioni per i grandi investimenti attesi nel polo industriale e portuale veneziani che è collegato alla ferrovia e alla rete autostradale. Questi investimenti sono importanti per l’economia di Venezia e dell’Italia intera poichè, bisogna ricordare, Porto Marghera è stato il secondo polo industriale più grande d’Europa dopo la zona della Ruhr tedesca e come quest’ultima deve essere risanata per rimettere in moto anche qui lo sviluppo e la crescita economica».

 

Soddisfatti sia i sindacati dei lavoratori che le associazioni imprenditoriali

Resta la preoccupazione sui tempi necessari per le autorizzazioni e i cantieri

«Risorse trasparenti per evitare il malaffare»

Tutti positivi e pieni di speranza i commenti. Enrico Piron, segretario generale della Cgil metropolitana di Venezia, dice: «Si tratta di un importante passaggio per l’asfittica economia della nostra città. Finalmente si riconosce la specificità di Venezia e specialmente si porta avanti il processo di riconversione industriale di Porto Marghera, che può portare anche a un nuovo impulso sull’occupazione.

Da oggi, però, la Cgil resterà in guardia perché queste risorse siano effettivamente messe a disposizione per le finalità alle quali sono destinate, senza illegali distorsioni e tempi lunghi, perché questa è l’occasione per promuovere il lavoro buono. Già troppe volte abbiamo assistito alla firma di accordi che poi non sono stati onorati. Spero che questo sia il momento di svolta».

Gerardo Colamarco, segretario generale della Uil Veneto, ha sottolineato che «ogni investimento per lo sviluppo di Porto Marghera è benvenuto e l’accordo siglato a Roma rappresenta un passo importante in questo senso. Noi abbiamo celebrato il nostro ultimo congresso regionale proprio a Marghera, perché crediamo possa ancora rappresentare il volano per l’economia di tutta la regione, luogo ideale per un secondario moderno, in cui chimica verde, logistica, meccanica e attività indotte possono trovare spazio e sviluppo. Non possiamo snaturarne la vocazione e nel contempo dobbiamo approfittare della felicissima posizione per riportare Porto Marghera ad essere cuore pulsante dell’industria e soprattutto dell’occupazione».

«Ben vengano un nuovo Accordo di Programma per Porto Marghera e i finanziamenti», ha dichiarato il segretario generale della Cisl veneziana, Lino Gottardello, «ma dobbiamo verificare se il disegno generale sul futuro di Porto Marghera rimane quello condiviso da istituzioni e parti sociali che partecipano al tavolo permanente coordinato dalla Regione».

Sul fronte imprenditoriale, il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas, ribadisce che «per la prima volta, dopo anni di promesse, ci troviamo di fronte ad un accordo che mette concretamente a disposizione di Porto Marghera rilevanti risorse pubbliche, ancorché derivanti da una cospicua restituzione di fondi da parte di Alcoa, per realizzare in un tempo definito una serie di progetti in grado di migliorare e riqualificare a livello infrastrutturale buona parte dell’area. È importante sottolineare non solo la disponibilità concreta e reale di oltre 152 milioni di euro per investimenti, ma anche l’erogazione di questi condizionata alla definizione dei progetti entro sei mesi ed alla realizzazione degli stessi entro 30 mesi. Si tratta quindi di tempi e risorse certe, due requisiti certamente non consueti in questi ultimi anni, fermo restando che queste risorse dovranno essere gestite in piena trasparenza eliminando così ogni rischio che si ripetano episodi di corruzione e malaffare. Gli interventi previsti possono contribuire in maniera sensibile a ridisegnare l’area di Porto Marghera, rilanciandone la vocazione industriale e logistica e ponendo basi indispensabili affinché investitori interessati possano essere attratti».

Infine, Paolo Zabeo della Cgia di Mestre (Confartigianato) ha dichiarato: «Grazie a questi investimenti, nel giro di un triennio l’area industriale di Porto Marghera dovrà rifarsi il trucco. Una volta spesi i soldi e realizzate le opere, bisognerà attrarre le imprese. Sarà questa la vera sfida su cui si giocherà il futuro industriale dell’area. Tuttavia, se all’accordo sottoscritto a Roma sommiamo l’impegno preso nel novembre scorso da Eni per far decollare la chimica verde che prevede 200 milioni di investimenti, possiamo dire che l’area industriale di Marghera è destinata a cambiare volto. Ovviamente tutte queste opere andranno monitorate attentamente al fine di rispettare il cronoprogramma, la trasparenza e la legalità. Dopo quanto è successo con il Mose non possiamo più permetterci altri errori».

(g.fav.)

 

I dati dell’Osservatorio rivelano l’esistenza di una rete di mille imprese con 13.500 dipendenti

Ci sono già 2.400 nuovi posti di lavoro

Si è da poco conclusa l’indagine conoscitiva sulle attività economiche presenti nell’area industriale di Porto Marghera condotta congiuntamente da Comune di Venezia, Autorità Portuale di Venezia, Ente Zona Industriale di Porto Marghera e Regione Veneto. A differenza dei dati parziali pubblicati ieri, sono stati resi noti quelli relativi a tutto il 2014. Si tratta della terza edizione dell’indagine, finalizzata a misurare in modo preciso e dettagliato il profilo produttivo dell’area di Porto Marghera, rilevando le aziende insediate ed i relativi addetti.

L’indagine si compone di una parte quantitativa, che ha lo scopo di misurare i dati relativi al contesto produttivo di porto Marghera classificando le imprese sulla base di alcuni parametri, quali per esempio il settore di attività, la dimensione economica, il numero di addetti, e da una parte qualitativa, finalizzata a ottenere dalle aziende idee, commenti ed informazioni circa l’area di porto Marghera e le opportunità di sviluppo.

I dati raccolti nel 2014 hanno rivelato che il numero totale di aziende operanti è pari a 1.034, per un totale di 13.560 addetti. Rispetto ai risultati dell’indagine 2013 e al primo semestre del 2014, c’è un aumento di circa 2.440 addetti, a fronte di una sostanziale stabilità del numero di imprese. Una positiva differenza dovuta, oltre che ad una buona tenuta generale dell’intero sito portuale-industriale, alla ripresa delle produzioni nello stabilimento della Fincantieri, che nel corso del 2014 ha iniziato una serie di importanti commesse per nuove navi da crociera, e alle attività di indotto connesse alle produzioni industriali storiche di Porto Marghera.

 

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