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MIRANO – Appello del sindaco per i fondi di compensazione del passante

MIRANO – «Tempi inaccettabilmente lunghi per ottenere i 19 milioni che aspettiamo dal 2010. Ad agosto ci è stato assicurato che almeno una prima tranche era in procinto di essere finalmente erogata: quei fondi vengano inseriti nel bilancio regionale 2015».

Maria Rosa Pavanello non molla, il sindaco di Mirano torna alla carica per ottenere le risorse pattuite nell’accordo legato al Passante di Mestre. Quei 19 milioni servirebbero al Comune per mettere in sicurezza diverse strade, ma finora non è arrivato nemmeno un centesimo. Quando i comitati protestano chiedendo al Comune di sistemare i marciapiedi, di fare una rotonda o di prevedere una pista ciclabile, la risposta è sempre la stessa: «Attendiamo i soldi dalla Regione».

Negli ultimi quattro anni decine di lettere e incontri non sono bastati, il sindaco ha incaricato pure il legale mestrino Alfiero Farinea di seguire la vicenda ma il Comune per ora non ha ottenuto alcun risultato. Lo scorso 6 agosto è stato indetto un collegio di vigilanza, ma da lì in poi nessun passo è stato fatto.

«Non abbiamo più ricevuto alcuna convocazione ma i miranesi non possono più aspettare – scrive il sindaco in una lettera diretta al Governatore Luca Zaia -. Chiedo che venga convocata con urgenza una nuova riunione e che il problema venga definitivamente risolto entro il 28 febbraio. In questi giorni trapela che nel bilancio di previsione regionale 2015 sia previsto uno stanziamento di 17 milioni totali per opere stradali e di mitigazione per tutta la Regione Veneto. Pertanto – si legge nella lettera inviata anche a Cav, Anas e Palazzo Chigi – chiedo di sapere se in questa cifra è compresa almeno la prima tranche di quei 19 milioni che il Comune di Mirano attende dal 2010».

Il Comune invoca almeno cinque milioni. Sarebbero utilizzati per interventi di miglioramento della viabilità nell’area del casello di Vetrego; si parla anche della rotatoria tra via Dante e via Villafranca mentre le frazioni (soprattutto Scaltenigo e Campocroce) spingono chiedendo piste ciclabili.

 

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