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dalla regione

CAMPOLONGO – Idrovia Padova-Venezia, la Regione parte con l’iter per la realizzazione dell’opera lunga 27 chilometri, del costo di 400 milioni di euro. A darne notizia è il comitato “Brenta sicuro” che ha ricevuto contemporaneamente dall’assessore Regionale all’Ambiente Maurizio Conte la richiesta di fornire documentazione integrativa sulle questioni connesse all’infrastruttura. L’assessore si è detto possibilista sulla necessità di aumentare la portata del canale, fissata nel progetto a 350 metri cubi al secondo, fino a 450.

«L’azienda che si è aggiudicata la stesura del progetto preliminare», spiega per il comitato Marino Zamboni a nome anche di una ventina di associazioni, «è il raggruppamento di aziende Tecnithal spa con sede a Milano e Beta Group srl di Ponte San Nicolò a Padova. Il progetto preliminare sarà stilato da marzo in 210 giorni e costerà alle casse della Regione 700 mila euro. L’azienda se l’è aggiudicato con un ribasso d’asta del 30%. Per fine ottobre si dovrebbe passare al progetto definitivo».

Le caratteristiche del progetto preliminare non dispiacciono ai comitati. L’incarico parla della realizzazione di una idrovia di classe 5, cioè navigabile, fruibile da navi lunghe 120 metri ma con un pescaggio ridotto, cioè di 2,5 metri. Dagli anni Sessanta ne è stata realizzata circa il 40 %. L’intenzione è di non demolire i ponti già realizzati.

L’assessore regionale Conte ha poi confermato ai comitati che a marzo indirà una conferenza dei servizi a cui saranno invitati. Chiede di partecipare alla conferenza dei servizi anche il “Comitato Acque del Mirese”. «Non siamo contrari al completamento dell’idrovia», spiega per il comitato Omar Bison, «ma non vogliamo che il problema delle alluvioni venga scaricato da un posto ad un altro, ossia da Padova al territorio che è a valle, ovvero Mira. Le priorità del “Comitato Acque del Mirese” sono la realizzazione di interventi armonici e ragionati per il ripristino della sicurezza idraulica del territorio, la mitigazione del dissesto idrogeologico, la tutela degli ambienti idrici e delle morfologie naturali e il ripristino della funzionalità della rete idrografica».

(a.ab.)

 

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