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Gazzettino – Vitalizi, carte bollate contro i tagli

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

27

feb

2015

VENETO – Sessanta ex consiglieri su 226 che percepiscono l’assegno si sono affidati all’avvocato Paniz

Ricorso al Tar per bloccare le decurtazioni decise a Palazzo Ferro Fini

Tu Regione Veneto mi tagli il vitalizio e non mi dici neanche perché? Tra l’altro, non hai nessun bisogno di risparmiare visto che i risparmi li hai già fatti per conto tuo. E, comunque, quella “pensionistica” è materia di competenza dello Stato, non di Clodovaldo Ruffato o di Luca Zaia. Ergo, ecco le carte bollate.

Così sessanta ex consiglieri regionali del Veneto – alcuni anche ex parlamentari beneficiari anche di altro assegno – hanno fatto ricorso al Tar contestando il “taglio” del vitalizio disposto dall’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini. «Non è l’associazione degli ex consiglieri regionali che io presiedo – specifica Aldo Bottin – a fare il ricorso, ma sono stati i singoli colleghi». Tutti rappresentati dall’avvocato Maurizio Paniz, ex parlamentare di Forza Italia.

La contestazione riguarda la delibera dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto numero 6 dello scorso 27 gennaio in attuazione della legge regionale numero 43 del 23 dicembre 2014. La norma in questione dispone la riduzione – a partire dalla mensilità di gennaio 2015 – dell’importo lordo mensile del vitalizio degli ex consiglieri e degli ex consiglieri titolari di altri assegni con un reddito superiore a 29.500 euro annui lordi. Il “taglio” è temporaneo, sarà applicato per due anni, e varia a seconda del reddito. Chi ha un vitalizio fino a 2mila euro al mese dovrà rinunciare al 5% (in pratica 100 euro al mese). Chi prende da 4.000 a 6.000 euro al mese dovrà rinunciare a 260 euro più una quota pari al 10% sulla parte eccedente i 4.000 euro. Occhio: l’aliquota aumenta del 40% per chi ha il vitalizio della Regione e anche quello del Parlamento italiano e/o del Parlamento europeo.

Questo “contributo di solidarietà” – come è stato definito a Palazzo Ferro Fini per rispondere ai tempi di crisi e alla volontà di contenere i costi della politica – è stato da subito contestato dall’Associazione degli ex consiglieri presieduta da Aldo Bottin. E a nulla sono valse le spiegazioni del presidente del consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato che subito dopo l’approvazione della legge aveva quantificato il risparmio: «I calcoli che abbiamo realizzato ci permettono di affermare che in questo modo realizzeremo contenimento dei costi per 690mila euro all’anno. Ciò significa che nei prossimo triennio avremo risparmiato circa 2milioni di euro. Contiamo di chiedere all’assessore competente che questi soldi possano finire direttamente nel settore sociale: sarebbe il completamento di un’operazione che tutti i partiti regionali hanno condotto con grande coesione».

Ma gli ex consiglieri regionali non hanno accettato il taglio. E 60 di loro su 226 che percepiscono il vitalizio o l’assegno di reversibilità si sono affidati all’avvocato Paniz. Le contestazioni sono almeno tre. Primo: la legge sui tagli ai vitalizi non spiega perché si fanno questi tagli, il che, seguendo l’avvocato Paniz, comporta che il provvedimento è «arbitrario ed irragionevole». Ossia: mancando lo scopo del provvedimento non si possono imporre «pesanti sacrifici a carico di una sola determinata categoria». Qui si potrebbe obiettare: i consiglieri regionali in carica si sono autoridotti l’indennità, se i costi della politica vanno ridotti deve valere anche per chi grazie alla politica prende uno o più vitalizi, no? I sessanta dicono di no: il vitalizio non solo è un «diritto acquisito», ma deve anche intendersi come «contributo per il reinserimento sociale dopo la cessazione del mandato consiliare».

Secondo capitolo, i risparmi: il ricorso cita un articolo del Gazzettino in cui Ruffato dice che il bilancio del consiglio regionale del 2014 ha chiuso con oltre 2 milioni di risparmi. Quindi perché tagliare i vitalizi? – si chiedono i 60 ricorrenti. E per farne cosa, poi? Tra l’altro, aggiungono – ed è il terzo motivo del ricorso – la materia previdenziale non è di competenza della Regione ma dello Stato.

Vedremo cosa dirà il Tar, se annullerà la delibera o se trasmetterà gli atti alla Consulta.

 

Ecco chi ha fatto ricorso contro il taglio dei vitalizi: Danillo Sante Riello, Lucio Pasqualetto, Fabrizio De Checchi, Mario Riccamboni, Giulio Fausto Veronese, Laura Biasibetti, Francesco Adami, Luigi Covolo, Alberto Tomassini, Luigi Capuzzo, Mariella Andreatta. Roberto Da Dalt, Aldo Bottin, Domenico Costa, Lorenzo Vigna, Giancarlo Rampi, Alberto Tomiolo, Delfino Buson, Fortunato Porrazzo, Gaudo Pedalino, Renzo Marangon (peraltro rientrato in consiglio al posto di Isi Coppola), Giorgio Cerioni, Vittorio Tassinari, Antonino Parisi, Paolo Cadrobbi, Gianfranco Cremonese, Giancarlo Renato Brunetto, Nadia Qualarsa, Umberto Carraro, Mirco Marzaro, Michele Munaretto, Raffaele Bazzoni, Angelo Pietro Fiorin, Iles Braghetto, Giuliana Fontanella, Aldo Toffoli, Floriano Pra, Lucio Strumendo, Gian Pietro Favaro, Camillo Cimenti, Roberto Buttura, Luigi Basso, Giuseppe Pupillo, Mario Rossi, Giorgio Gabanizza, Luigi Marangoni. Inoltre gli ex consiglieri ed ex deputati beneficiari anche di altro vitalizio: Giorgio Carollo, Franco Frigo, Maurizio Creuso, Luciano Righi, Severino Galante, Marino Cortese, Benito Pavoni, Luigi D’Agrò, Amalia Sartori, Luciano Falcier, Sante Perticaro, Giovanni Crema, Fabio Gava. Inoltre la vedova di Luciano Gallinaro.

 

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