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Nuova Venezia – Le grandi navi a Marghera

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

31

mar

2015

Da qualche tempo i giornali scrivono che il progetto della nuova Stazione Marittima a Porto Marghera è stato bocciato dalla commissione Via del ministero dell’Ambiente. La commissione Via, in realtà, non ha in questa fase (fase di “scoping”) la facoltà di approvare o di bocciare i progetti, ma solo la facoltà di indicare i punti critici, o le eventuali carenze, dei progetti che dovranno poi essere sottoposti alla vera e propria Valutazione di impatto ambientale.

Dunque, la commissione Via non ha approvato, né bocciato nessuno dei progetti finora presentati. In merito al progetto di Marghera, la Commissione, usando un linguaggio inusualmente assertivo, ha fatto una serie di rilievi che dovranno essere tenuti nel debito conto prima di sottoporre il progetto all’esame della Via.

Dopo avere affermato che «gli elaborati inerenti alla realizzazione delle strutture e gli adeguamenti strettamente localizzati nelle aree da cantierare del nuovo porto sono sufficientemente articolati», rileva che sono stati trascurati gli aspetti legati al percorso tra la bocca di Porto e Marghera. In particolare le raccomandazioni/obiezioni riguardano:

1) aspetti secondari (avifauna, rumori, fumi), che verranno chiariti in sede Via;

2) considerazioni sulla tempistica: troppi sei anni vista l’urgenza. Richiamo imprudente in questa fase storica in cui l’urgenza è stata utilizzata per forzare la legalità, allungare a dismisura i tempi e moltiplicare i costi. Singolare poi il richiamo all’urgenza, quando per un semplice “scoping” sono stati impiegati sei mesi. Il progetto Marghera si realizza per fasi: sei anni per la conclusione definitiva, ma già dopo sei mesi il 40% del traffico viene portato via dal canale della Giudecca;

3) considerazioni sulla mancanza di uno studio sul canale dei Petroli: non è stato (ancora) fatto perché il progetto prende atto del progetto dell’Autorità portuale, il Contorta, per quanto riguarda il tragitto lungo il canale dei Petroli e se ne distacca nella parte terminale, evitando così di scavare un nuovo canale in laguna. Dunque, la questione non è se fare o non fare passare le grandi navi, ma se chiudere o tenere aperto il canale dei Petroli (e Porto Marghera), facendo gli interventi che ne riducano gli effetti negativi;

4) raccomandazioni sulla sicurezza assolutamente legittime a cui il progetto definitivo dovrà e potrà dare adeguate risposte.

Ho fatto queste precisazioni per aiutare l’opinione pubblica a farsi un’idea più completa, senza entrare nel merito di come la soluzione proposta sia non solo l’unica perseguibile, ma quella che consentirebbe alla città di avere un rilancio economico e una riorganizzazione degli assetti urbani.

Roberto D’Agostino

 

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