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In un week end gli eventi dell’assessore Manzato costano più delle risorse che in un anno Belluno può destinare alla cultura. In 5 tappe spesi 315 mila euro

TREVISO – Pesce, molluschi e crostacei. Assaggi e degustazioni del pescato del Veneto. L’ultimo week end di marzo gli stand affollavano Asolo, in piazza Brugnoli, sotto villa Pasini e la Rocca. Il prossimo fine settimana, dal 10 al 12 aprile, la tappa è a Piazzola su Brenta, in piazza Camerini.

«Dal mare alla piazza» è la festa del pesce promossa dall’assessorato alla pesca della Regione, guidato da Franco Manzato, che la definisce una «partecipata e appetitosa kermesse».

Già una decina le tappe, dal 2011 a oggi, in tutte le province del Veneto. E fra queste Lazise, Montagnana, Vittorio Veneto, Belluno… Un’iniziativa che la Regione ha assunto insieme a marinerie, organizzazioni di pescatori e produttori, con la sponsorizzazione di aziende agroalimentari.

Negli stand, pesce per tutti i gusti. Annaffiato da buon vino bianco, dicono, ma soprattutto dalle casse della Regione: 60-65 mila euro di contributo per ogni tappa. Come dire, 20 mila e passa euro al giorno. Cifre non usuali, per i contributi alle manifestazioni. Sarebbe sufficiente chiederlo a chi promuove rassegne culturali che trovano casse esangui, contributi minimi. No, la cassa non è uguale per tutti, in particolare quando c’è l’agroalimentare, settore chiave per il governatore Zaia (ricordate le griglie roventi?).

Fece scalpore, il giorno che Renzi debuttò a Treviso da premier, lo sfogo del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che chiese cosa poteva fare con 42mila euro all’anno per la cultura, in un comune pure capoluogo di provincia. O chiedetelo al promotore di un festival rock di grande rilevanza che per 10 giorni di rassegna, – e concerti dei big gratuiti – fra Comune e Provincia, in terra trevigiana non arriva ai 5 mila euro di contributi.

A beneficiare, ogni volta, dei 60 mila euro di contributo regionale, un’associazione locale, non espressamente vocata all’agroalimentare o al settore ittico. Ad Asolo, ad esempio, è stata l’associazione Il Pardo, nata da pochissimo tempo, altrove la pro Loco, o altre realtà del volontariato locale. Pienone, spesso, agli stand gastronomici con il pesce dell’Adriatico e della laguna, dove i piatti: sia chiaro, si pagano come in altre sagre o kermesse (prezzi «abbordabili», li ha definiti Manzato).

Sul Garda, ad esempio, si registrarono 20 mila presenze e 14 mila piatti distribuiti, al punto da far dire all’assessore Manzato che «il pesce del Veneto aveva sbancato anche sul Garda». E i comunicati stampa annunciarono che gli organizzatori avevano dovuto far arrivare pesce extra ogni giorno da Caorle e Chioggia per far fronte alle richieste. La manifestazione itinerante è nata nel 2011, «per far conoscere, diffondere e valorizzare il pescato delle marinerie venete», come spiegano delibere e assessore leghista. Con adeguato contorno di autorità: da Regione (Manzato e consiglieri regionali dei vari territori), Comuni, e persino l’Europarlamento, dove Sernagiotto (Forza Italia) siede nella commissione Pesca.

Chi si è messo a far due conti è il consigliere regionale di del gruppo Famiglia-Pensionati, Diego Bottacin, (ora anche verso… Tosi): «Solo per le ultime 5 tappe stiamo parlando di 315 mila euro, e questa sarebbe la campagna low cost di Zaia?», dichiara, «stiamo parlando di oltre 600 milioni di vecchie lire per cinque feste paesane, che promuovono la pesca costiera». Bottacin ripercorre gli stanziamenti della giunta Zaia – 65.000 euro a Longarone Fiere Srl; 65.000 euro al consorzio Lago di Garda; 65.000 euro all’associazione Altamarca e, ora, gli stanziamenti ad Asolo e Cittadella.

«Sono soldi di tasse dei veneti utilizzate esclusivamente per consenso politico», continua, «a fine 2013 riuscii a bloccare una delibera che autorizzava Veneto Agricoltura a organizzare ben 160 “seminari formativi” sul consumo consapevole del vino, cioè 160 festini a base di vini veneti e prodotti Dop e Igp, alla modica cifra di 220mila euro, ovvero sempre le tasse versate dai contribuenti».

Andrea Passerini

 

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