Gazzettino – Grandi opere dimezzate
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
10
apr
2015
A NORDEST – Mose verso il traguardo, ok alla Pedemontana e stop alla Orte-Mestre
Quelle prioritarie calano da 51 a 25. Operazione trasparenza sui cantieri
DOPO LO SCANDALO – Delrio parla con Cantone: collaborazione anticorruzione
INFRASTRUTTURE – L’obiettivo è finire tutti i lavori nel 2021 senza incompiute
Cura dimagrante per le infrastrutture strategiche. Con una sforbiciata, o meglio una focalizzazione, che porta da 51 a 25 le opere prioritarie. Una selezione durissima, decisa ieri dal premier Matteo Renzi, per concentrare le risorse – molto scarse – su pochi obiettivi prioritari. Provando così a mettere fine alla lunghissima lista di opere annunciate ma incompiute (circa 700) dei passati governi. L’allegato “Infrastrutture” al Def, che fotografa lo stato dell’arte della legge obiettivo, è stato quindi dimezzato: solo 25 opere – strade, ferrovie, metropolitane e reti idriche – con costi e tempi di realizzazione. E con i soldi da stanziare e i fondi già disponibili.
Il governo, dopo la bufera giudiziaria sull’ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il supermanager Ercole Incalza, ha voluto dare una svolta rispetto al passato; il precedente piano comprendeva ben 400 interventi per 380 miliardi di spesa.
Ora, nelle intenzioni, l’obiettivo è di chiudere i cantieri nei tempi stabiliti. Con la massima trasparenza – ieri Delrio ha incontrato per più Raffaele Cantone, capo dell’Autorità nazionale anticorruzione, per avviare una stretta collaborazione – e col rigoroso rispetto del cronoprogramma. Questo non vuol dire che le altre opere già finanziate finiscano sul binario morto. Però è indicata per la prima volta una scala di priorità “forti” per il territorio. Spetterà al dicastero vigilare e mettere a fattor comune le risorse individuate e accendere i riflettori sui ritardi.
La scure ha dunque risparmiato l’Alta velocità Napoli-Bari (2,6 miliardi in tutto, di cui 1,6 disponibili), il Mose (5,4 miliardi) e la Metro C di Roma (2,6 miliardi).
Confermata la cancellazione della Orte-Mestre e di una serie di opere soprattutto al Nord.
Resta in pista la Pedemontana lombarda (4,1 mld) e quella veneta (2,5 mld), la tangenziale Est di Milano (1,6), l’A12 Roma-Latina (2,7) il completamento della ben nota Salerno-Reggio Calabria, la statale Jonica 106 (6,3) e il quadrilatero Marche- Umbria (2,1 mld).
Considerate strategiche, nella rete ferroviaria, l’alta velocità Napoli-Bari (2,6 mld secondo il progetto preliminare) e la Torino- Lione (2,6), il nuovo Brennero (4,4) e il Frejus.
Un capitolo a parte merita il Mose, il cui stato di avanzamento lavori è all’80% e che Delrio vuole ora terminare senza fallo. Nel documento è indicato un costo finale di 5,4 miliardi (5,2 disponibili) e la fine lavori nel 2017 con un fabbisogno triennale di 221 milioni, sempre per salvare dalle acque alte Venezia. Investimenti massicci anche ai porti: Civitavecchia (195 milioni), Taranto (219 mln), piattaforma logistica di Trieste (132), Ravenna (220) al costo globale di 820 milioni (disponibili 816). Per gli acquedotti (Sistema Menta, Caposele, Basento- Bradano) in ballo ci sono 438 milioni. Nel dettaglio, per la metro C di Roma il costo finale è valutato 2,6 miliardi (2,1 mld disponibili) con un fabbisogno triennale di circa 280 milioni.
L’obiettivo previsto dalla legge “Sblocca Italia” è chiudere tutte le opere nel 2021. Interventi anche per la metro di Napoli (2,4 mld di costo con 2,1 mld disponibili e fabbisogno triennale di 200 milioni). Infine l’edilizia scolastica: confermati stanziamenti per quasi 500 milioni di euro. Oggi, salvo sorprese, il varo a Palazzo Chigi col Documento di economia e finanza.
Umberto Mancini