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Nuova Venezia – Si guasta un semaforo, 10 treni in ritardo

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

14

apr

2015

In tilt la tratta Mestre-Treviso, avvocato vuole fare causa a Trenitalia: «Ho perso la coincidenza e nessun ha avvisato»

Un guasto al segnale di protezione della stazione di Mestre, una sorta di semaforo che regola l’ingresso e l’uscita dei treni in stazione, ha mandato in tilt la tratta Mestre-Treviso nel pomeriggio di ieri. Due i black out che si sono registrati, secondo quanto comunicato da Trenitalia, fra le 13.10 e le 13.55 e fra le 14.50 e le 16.10.

Un guasto che ha provocato ritardi a catena: dieci i treni regionali in viaggio sulla tratta fra Mestre e Treviso e viceversa che hanno fatto registrare ritardi. Quindici, ma anche trenta minuti. Tanto è bastato non solo a far arrabbiare per l’ennesima volta i pendolari, ma anche a far perdere le coincidenze.

Come è successo all’avvocato trevigiano Rossella Martin che nel pomeriggio di ieri era diretta a Roma per motivi di lavoro. E ora, arrabbiatissima, è decisa ad andare fino in fondo. «Voglio fare causa a Trenitalia, portandola davanti al giudice di pace. È una questione di principio», chiarisce l’avvocato che in poche ore ha già raccolto qualche adesione a questa sorta di “class action” tra i viaggiatori che come lei ieri hanno subìto l’ennesimo disservizio di Trenitalia. «Dovevo prendere il treno Italo da Mestre per Roma alle 16.07, per raggiungere Mestre da Treviso ho preso il regionale veloce delle 15.25.

Nessuno in stazione a Treviso ha avvisato che a Mestre si stavano già registrando ritardi e disagi», denuncia l’avvocato Martin. «Poi a Mogliano i primi problemi, con la segnalazione di un ritardo di 5 minuti, poi diventati 10 e cresciuti fino a 20. Siamo stati fermi in stazione a Mogliano, poi lungo la tratta nelle vicinanze di Mestre Ospedale».

Un “viaggio della speranza” che si è concluso, per l’avvocato e per i passeggeri scesi a Mestre, verso le 16.15. Il risultato? Coincidenza persa per Roma e biglietto da ripagare. Inutile tentare di parlare con il servizio clienti di Trenitalia, mentre la società che gestisce Italo si è chiamata fuori, non essendo imputabile a lei il ritardo e quindi la perdita del treno.

«Vicino a me avevo altre cinque persone che non hanno preso la coincidenza, ho parlato anche con alcune persone dirette a Salerno che si sono dovute fermare in albergo a Mestre poiché, a causa del ritardo, a Roma non avrebbero più trovato la coincidenza», prosegue. Di qui la decisione di fare causa a Trenitalia davanti al giudice di pace.

I disagi lungo la tratta Mestre-Treviso sono proseguiti fino alle 16.10. Spiegano da Trenitalia che il guasto al segnale di protezione della stazione equivale per il macchinista al segnale rosso. Si devono quindi adottare i protocolli di sicurezza manuali. In un primo tempo era stata istituita la circolazione su un unico binario, dopodiché si è optato per la movimentazione manuale. Con tutti i disagi e i malumori del caso.

Rubina Bon

 

I lavori per realizzare due ascensori finiranno a ottobre, disagi per i disabili: pronto un esposto

La Stazione è un cantiere a cielo aperto

Un tragitto ad ostacoli, lungo e scomodo per chi può camminare, figuriamoci per chi è costretto in sedia a rotelle. Gino Baoduzzi, responsabile dello sportello handicap di Rifondazione Comunista, rientra fra le persone che si spostano su una carrozzina ed è lui a denunciare, annunciando un esposto in Procura, il grande disagio che si vive da diversi mesi alla stazione di Mestre. Qui i cantieri sono ovunque e il principale problema è che gli ascensori fra il 2° e 3° binario e fra l’8° e il 9° non sono ancora entrati in funzione. Risultato? Chi, come Baoduzzi, non può scendere le scale del tunnel che porta ai binari, deve compiere un tour impegnativo superando alcune aree di cantiere, perché a lato della stazione si sta lavorando nella zona delle ex soste veloci. In più, pure all’interno della stazione regna il caos, dato che i nuovi negozi sono ancora al grezzo e l’apertura sembra lontana.

«La stazione di Mestre è da mesi un cantiere a cielo aperto», attacca Baoduzzi, «e i disagi non riguardano solo i disabili, ma anche i normodotati. In ogni caso una persona in sedia a rotelle deve fare centinaia di metri per raggiungere il binario 2. Per arrivare all’8 è necessario attraversare sempre i binari e poi dirigersi dall’altra parte della stazione, in direzione Venezia, rischiando di perdere la coincidenza o il treno stesso. Questa situazione si protrae da diversi mesi: cosa sta succedendo? A questo punto intendo presentare un esposto in Procura».

Per quanto riguarda i lavori sui binari, la responsabilità è di Rfi che, scusandosi per i disagi arrecati, spiega in una nota: «I lavori per la realizzazione degli ascensori di Mestre sono iniziati a marzo 2014. A giugno di quest’anno è previsto che entri in funzione quello a servizio del marciapiede fra il 2° e 3° binario, con il contestuale adeguamento dell’altezza del marciapiede a 55 cm per agevolare la salita dei viaggiatori sui treni. A ottobre 2015 è previsto il completamento dell’ascensore che servirà il marciapiede fra l’8° e il 9° binario e anche qui l’adeguamento dell’altezza del marciapiede».

Rfi specifica poi che «gli interventi sono eseguiti con l’impianto in esercizio. Si è preferito garantire la massima funzionalità della stazione, senza creare soggezioni alla clientela con riduzioni dell’offerta commerciale, anche a costo di un maggior impegno di tempo e risorse. Molte attività comunque avvengono durante le fasce orarie notturne e non sono rilevabili dai viaggiatori».

Per quanto riguarda invece i cantieri all’interno della stazione e nella parte esterna, sono gestiti da Grandi Stazioni. Qui il nodo principale resta quello dei negozi (una boutique, una libreria, un giornalaio, una tabaccheria) che dovrebbero essere ormai aperti da tempo.

«Lo scorso 1 aprile abbiamo “festeggiato” il terzo anno qui fuori», spiega Massimo Gazzetta, titolare dell’edicola che prima si trovava dentro la stazione ma che appunto tre anni fa è stata spostata fuori, davanti al primo binario, in attesa di ricavare il negozio interno. «Speriamo di non dover festeggiare anche il quadriennio».

Gianluca Codognato

 

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