VVOX.IT – Infrastrutture venete, De Stavola superstar.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
18
dic
2015
L’ingegnere padovano di origini beriche è il crocevia di tante opere: dal Tav a Vicenza e Padova al delicato casello di Montecchio. Ma con il ministro Delrio la musica potrebbe cambiare
Un pezzo importante del risiko infrastrutturale del Veneto passerà ancora, come sembrava qualche mese fa, sulla scrivania di Gianmaria De Stavola? Il noto professionista di origini vicentine, di residenza veneziana ma con base nel Padovano, su quali sicurezze potrà contare dopo che in Regione sarà completato il valzer delle nomine in Venetro Strade? E soprattutto: dopo le dimissioni di Maurizio Lupi (Ncd) dal dicastero delle Infrastrutture, l’attuale ministro Graziano Delrio (Pd), avrà il medesimo feeling che i Lupi boys di origine ciellina e neo-dorotea avevano con l’ex ministro?
VARIATI SCARICA L’INGEGNERE
De Stavola fa la sua prima seria comparsata sui media regionali quando, da esponente del Pd di Pianiga nel Veneziano (proveniente dalla Margherita), si fa alfiere del mega-progetto di Veneto City. All’epoca, il 2009, deve affrontare la reprimenda degli oppositori di una iniziativa ancora oggi nel limbo. Ma l’ingegnere è tipo coriaceo. E grazie a Confindustria e al sindaco berico Achille Variati (Pd anche lui) entra dalla porta principale nella partita progettuale per la cosiddetta Tav di Vicenza. Il nuovo volto della città pensato dall’ingegnere con la stazione principale spostata in zona industriale e il ripensamento di quella attuale puntano ad una ricucitura urbana tra le parti smembrate dal passaggio della ferrovia e a suo dire nel delineare questo progetto pensa in grande immaginando Vicenza come un grande polo di attrazione. Durante gli ultimi mesi però la situazione è mutata. Variati non è più sicuro come un tempo della soluzione De Stavola (bollata dai detrattori come foriera di speculazioni urbanistiche). Apre ai comitati e di fatto mette in stand-by il disegno approvato dal consiglio comunale. A Palazzo Trissino si maligna che lo stop sia il frutto del cattivo rapporto, un tempo più idilliaco, tra il capo della giunta ed il premier del Pd Matteo Renzi, il quale vorrebbe fare piazza pulita, almeno in parte, degli eredi di Lupi. Uno scenario del genere lo tratteggia e lo conferma anche la professoressa Francesca Leder, uno dei volti più noti dell’osservatorio urbanistico vicentino Out, da sempre fortemente contraria alla opzione De Stavola: «Il quadro politico è cambiato profondamente con l’arrivo di Delrio in via Nomentana. Variati che è un animale politico dotato di buon fiuto lo ha capito. E che sulle infrastrutture non si possa più ragionare solo in termini di interventi pesanti cominciano a dirlo anche i soggetti portatori di forti interessi come i grandi costruttori ferroviari».
TAV PADOVA, SCHEMA VICENZA
A Padova lo schema sembra riproporsi. Il sindaco, l’iperleghista Massimo Bitonci – si dice anche lui dietro pressioni confindustriali, degli uffici e di una parte di Fi – si affida al metodo Vicenza: questa almeno è la voce che giunge costantemente da palazzo Moroni. Il capo dell’esecutivo infatti dà la sua benedizione all’incarico che vede De Stavola nuovamente protagonista: per lui c’è un cachet da 50 mila euro, «concordato con Regione, Camera di Commercio e Confindustria, per la redazione di uno studio di prefattibilità ferroviario e viabilistico della nuova stazione a San Lazzaro»: Così riferisce il Mattino del 30 maggio di quest’anno. Il tema non conquista la campagna elettorale delle ultime regionali, ma tra gli addetti ai lavori, specie in materia ambientale, è ben coperto.
ETERNA PRIMA REPUBBLICA
De Stavola però non è solo sinonimo di ferrovia. Andando a ritroso nel tempo a lui vanno ricondotto anche i tram di Venezia e Padova. Ancora: una delle società a lui riconducibili, la Proteco, è stata incaricata negli anni di una serie di studi collegati alla Pedemontana Veneta. E ancora De Stavola con la sua Idroesse è il progettista del nuovo casello di Montecchio-Alte. Croce e delizia, anzi solo croce, visti gli ingorghi perenni delle auto in uscita a causa di un raccordo con la viabilità locale massimamente inadeguato, che rimane tale da quando al comando della Brescia-Padova c’era l’ex presidente leghista della Provincia di Vicenza, Manuela Dal Lago. Ma anche in questo frangente emergono le liasons democristiane. Titolare della progettazione non è solo Idroesse, ma pure la Silec, una spa che fa riferimento alla galassia di Vito Bonsignore. Ras delle autostrade lombardo-piemontesi ben ammanigliato a destra come a sinistra, noto per i suoi trascorsi burrascosi con la giustizia, e arcinoto per essere stato durante la Prima Repubblica un visir prima dei doretei e poi degli andreottiani del Piemonte. Il gruppo Bonsignore, tra l’altro, è il promotore del maxi-progetto della Orte-Mestre. Una arteria da dieci miliardi che periodicamente entra ed esce dalla programmazione ministeriale a seconda degli equilibri politici in seno al governo, e da ultimo affondata. Tra il 2008 e il 2009 i siculo-piemontesi Bonsignore sono affiancati nel progetto della Ragusa-Catania dai vicentini della Maltauro. Ne parla anche il Corriere Economia ed Il Sole 24 Ore. Maltauro peraltro è una primaria impresa di costruzioni data per vicinissima a Variati.
MONTECCHIO, CASELLO DECISIVO
Ora De Stavola però deve affrontare una nuova sfida. Il completamento del casello di Montecchio nel Vicentino (il primo stralcio dell’opera che è in super ritardo e vale ben 125 milioni di euro), anche per l’effetto del cambiamento della disciplina in materia di appalti delle imprese private titolari di concessioni pubbliche, non potrà più avvenire in house, ma dovrà essere affidato ad una gara. Un cambiamento che ha generato un singolare fronte comune tra i concessionari, i loro dipendenti e i sindacati, i quali uniti vedono nella liberalizzazione lo spettro della riduzione dei profitti, di eventuali licenziamenti e pure di possibili ritardi nelle consegne (in foto uno striscione al casello di Montecchio). La protesta ha avuto la sua eco anche al cantiere di Montecchio. Ma poiché la liberalizzazione vale anche per la progettazione, Brescia-Padova proprio per l’autostazione di Alte – nodo importantissimo perchè vicino é prevista la immissione nella Spv – ha dovuto indire una gara pubblica. Ora, non è dato sapere se De Stavola parteciperà (interpellato in merito, non risponde) al bando da 800mila euro indetto dalla società capitanata dall’ex leghista Flavio Tosi (anche lui in ottimi rapporti conVariati). Quello che è certo è che la commissione chiamata a valutare le offerte inizierà a riunirsi il 16 dicembre 2015, quel giorno in seduta pubblica, a Verona in via Gioia 71, sede della spa autostradale.