STOP INCENERITORE FUSINA – TUTTI IN CONSIGLIO COMUNALE A MIRA LUNEDI’ 10 FEBBRAIO
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, Rassegna stampa | 0 Comments
6
feb
2020
STOP INCENERITORE FUSINA
TUTTI IN CONSIGLIO COMUNALE A MIRA LUNEDI’ 10 FEBBRAIO
La mobilitazione contro l’inceneritore di Fusina continua: lunedì 10 febbraio alle ore 19.00 tutti in Consiglio Comunale a Mira per chiedere il ritiro di un progetto sbagliato, sovradimensionato e estremamente pericoloso per l’ambiente e per la nostra salute.
Quasi tutti i Sindaci del Bacino veneziano sono allineati sulla proposta di Veritas, peccato che su una questione così importante non abbiano nè informato, nè consultato i cittadini che vorrebbero rappresentare.
Il Consiglio è stato ottenuto solo grazie all’iniziativa di alcuni consiglieri di opposizione in particolare di Lavinia Vivian del gruppo Mira in Comune, con il sostegno dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle Elisa Benato, Sabrina Cervi, Michele Pieran, di Marta Marcato del gruppo Mira siamo Noi, di Stefano Deppieri rappresentante della Lega in dissenso con le scelte del suo partito; ma anche grazie al supporto di alcuni consiglieri di maggioranza: Albino Pesce e Luciana Bobbo di Articolo 1, e Francesco Volpato del PD.
Un segnale che conferma che l’interesse trasversale sul progetto non riguarda solo i proponenti ma anche il fronte di chi vuole mettere al primo posto la tutela della salute e dell’ambiente.
Possiamo fermare questo mostro, ma dobbiamo partecipare in tanti al Consiglio Comunale e alle prossime iniziative.
Partecipa anche tu, porta con te qualche persona e preparati un cartello!
Dolo – Venerdi’ 13 dicembre ore 20.45 | Inceneritore di Fusina
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Rassegna stampa | 0 Comments
10
dic
2019
L’Opzione di dicembre vale doppio!
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Opzione Zero, Rassegna stampa | 0 Comments
9
dic
2019
Chi ci segue sa che da quindici anni siamo impegnati come volontari e in completo autofinanziamento. Anzi, che spendiamo di tasca nostra, non solo in termini di tempo ma anche di denaro. Chi ci segue sa che non abbiamo mai fatto campagne per sollecitare donazioni, ciò che abbiamo sempre chiesto è la sola vostra presenza e partecipazione.
Ma quest’anno, grazie al progetto Piantiamola, si è aperta una bella opportunità. Patagonia, che da 40 anni aiuta piccole organizzazioni come la nostra nel loro impegno per l’ambiente, ci ha offerto il suo sostegno e per tutto dicembre raddoppierà ogni donazione che riceveremo. Attraverso la piattaforma Action Works (senza alcun impegno o costi aggiuntivi) per ogni importo che donerete, Patagonia ci metterà altrettanto: donando 10 euro ne riceveremo 20!
Si può donare come privati, come realtà organizzate, oppure come regalo da fare a qualcuno accedendo a questo link https://eu.patagonia.com/gb/en/actionworks/grantees/comitato-opzione-zero-aps/
Chi ci conosce sa che lavoriamo su problemi concreti e locali senza mai perdere di vista la dimensione globale. Ci mettiamo competenza, indipendenza e totale trasparenza, questo è il nostro DNA. Per il mese di dicembre si presenta l’occasione di ‘premiare’ il nostro impegno quotidiano e contribuire affinché questa piccola, ma solida e combattiva realtà si rafforzi nelle sue azioni di presidio e protezione del territorio. Contiamo su di voi perché è solo con l’aiuto di tanti che possiamo affrontare le prossime sfide, grandi o piccole che siano!
RINVIO INTERVENTO – PIANTIAMOLA – terzo intervento 2019
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, Rassegna stampa | 0 Comments
1
nov
2019
RINVIO INTERVENTO PIANTIAMOLA DEL 10 NOVEMBRE
L’intervento di riforestazione previsto per domenica 10 novembre 2019 a Rivale di Pianiga è stato spostato a data da definire.
La pioggia abbondante di questi giorni sta rendendo impraticabile il terreno, tanto da non permettere la messa a dimora delle piantine forestali.
E’ nostra intenzione realizzare questo impianto prima della fine dell’anno, ma ovviamente dobbiamo fare i conti con le condizioni meteo-climatiche.
Rimanete in contatto con noi sulla pagine Facebook di Piantiamola e sui canali di Opzione Zero per essere aggiornati sul prossimo appuntamento.
PIANTIAMOLA – terzo intervento 2019
Domenica 10 novembre terzo intervento di piantumazione del 2019
Appuntamento ore 9.00 in via Carlo Carraretto 20 a Rivale di Pianiga presso il terreno di Alessandro Tassetto. link
Realizzeremo un altro boschetto di 2500mq mettendo a dimora circa 300 piantine forestali.
Un azione concreta per riforestare un altro pezzo di territorio e contrastare i cambiamenti climatici.
Per facilitare l’organizzazione ti chiediamo di comunicare la tua partecipazione scrivendo una mail a info@opzionezero.org
ISTRUZIONI
Munirsi di abbigliamento adeguato, di vanghetto da giardinaggio e di guanti da lavoro. Le operazioni di messa a dimora delle piantine proseguiranno ad oltranza fino al termine dell’intervento. In caso di pioggia rimanderemo alla prima data utile.
————————————–
PIANTIAMOLA è un progetto permanente di riforestazione del nostro territorio, la Riviera del Brenta. Partito a fine 2017, oggi, grazie all’impegno di tanti sostenitori, volontari e attivisti e alla disponibilità di piccole aziende bio, abbiamo realizzato 5 interventi nei Comuni di Dolo, Vigonovo, Camponogara e Mira per un totale di 1665 piantine forestali messe a dimora, che andranno a ricostituire 12 fasce tampone e 4 macchie boscate
PIANTIAMOLA è un’iniziativa concreta, locale, efficace per mitigare i cambiamenti climatici causati dalle emissioni antropiche di CO2 e di altri gas serra. Ripristinare queste aree significa anche contrastare gli inquinanti atmosferici, contribuire all’abbassamento delle temperature al suolo, migliorare la tenuta idrogeologica del territorio, favorire la biodiversità, proteggere la salute.
Prendersi cura della ‘casa’ in cui abitiamo, la Terra, è un dovere che spetta a ciascuno di noi. Modificare i propri comportamenti e stili di vita per renderci più sostenibili è necessario ma è davvero importante partecipare alle iniziative collettive per riunirci e costruire insieme alternative e beni comuni. Lavorare assieme significa rinsaldare i legami di comunità e ricavare spazi benefici di convivialità… perché le azioni collettive sono anche un’occasione per divertirsi!
E se desiderate contribuire potete farlo così:
– con una donazione (anche piccola) con bonifico bancario all’IBAN IT64L0359901899050188525842 specificando la causale “Sostegno al progetto Piantiamola”
– mettendo a disposizione un terreno o segnalandone a info@opzionezero.org
30/10/19 – Montebelluna ore 19 – Patagonia Action Works
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Rassegna stampa | 0 Comments
29
ott
2019
Oltre all’appuntamento di domani delle ore 20.45 a Mira, sempre domani alle 19.00, vi aspettiamo anche a Montebelluna (TV) in Via Feltrina Nuova 43, 31044 assieme agli amici di “Io non ho paura del lupo” per conoscerci e presentare PIANTIAMOLA al lancio di #PatagoniaActionWorks, la nuova piattaforma che mette in contatto le persone con associazioni no-profit.
Mercoledì 30/10/19 ore 20.45 – MIRA, Villa dei leoni – I rifiuti non si bruciano, si riciclano!
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, News, Rassegna stampa | 1 Comment
21
ott
2019
27 settembre 2019 – sciopero generale contro i cambiamenti climatici
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Rassegna stampa | 0 Comments
26
set
2019
Il 27 settembre 2019 è indetto lo sciopero generale di 8 ore contro i cambiamenti climatici e per la tutela dell’ambiente e della salute. Tante le manifestazioni programmate in Italia, in Europa e nel mondo.
Opzione Zero aderisce e e partecipa alla manifestazione promossa dai giovani di Fridays For Future a Venezia. Appuntamento ore 08.30 presso la Stazione dei treni Santa Lucia
#globalclimatestrike #opzionezero #climatestrikevenice
27 settembre – global strike for climate 3 a Venezia
Venerdì 27 settembre il movimento dei giovani di Friday for Future ha indetto il terzo sciopero mondiale climatico. Nel nostro Paese le sigle sindacali USB, USI e Cobas hanno aderito alla giornata di mobilitazione proclamando lo sciopero generale di 8 ore (ad esclusione del settore trasporti), dunque anche per i lavoratori sarà possibile partecipare.
In piazza ci saranno anche i comitati e i tanti movimenti che si battono contro le grandi opere, la cementificazione, la devastazione il saccheggio dei territori perché tutte queste vertenze stanno esattamente dentro a una lotta più ampia e generale che vuole mettere in discussione il modello che è la causa dei riscaldamento globale.
Il riscaldamento globale non è una catastrofe del domani ma del presente; gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: eventi meteo sempre più estremi e frequenti, desertificazione, innalzamento del livello dei mari, scioglimento dei ghiacci sono solo un assaggio degli sconvolgimenti che potranno accadere nei prossimi decenni. Perché tutto quello che vediamo oggi è la conseguenza di un riscaldamento medio di “solo” 1,1 °C, ma se le cose non cambiano subito la prospettiva al 2100 è di +4-5°C!!
Siamo ancora in tempo per limitare i danni!
Abbiamo la possibilità di invertire la rotta subito prima che sia troppo tardi. Abbiamo le competenze, la tecnologia, le risorse economiche per farlo. Manca solo la volontà politica di cambiare un sistema economico e sociale predatorio ed estrattivista, che mette al primo posto il profitto, l’accumulazione di ricchezza nelle mani di pochissime persone, mentre il resto dell’umanità e il Pianeta intero pagano in termini di guerre, fame, esclusione, devastazioni ambientali, morte.
Mentre la Terra letteralmente brucia, come abbiamo visto in Amazzonia, in Siberia e in Africa, si susseguono i summit mondiali sul clima senza che nessuna vera decisione venga presa.
I Governi italiani, quelli nuovi e quelli vecchi, continuano a spendere belle parole ma in realtà con il Piano Energia e Clima vorrebbero farci credere che, per uscire dall’emergenza climatica, dobbiamo abbandonare il carbone per passare al metano, un gas più pulito certo, ma sempre fossile. Ne è la riprova l’avvio della procedura per convertire la Centrale Enel Palladio di Fusina a turbogas. Siamo nelle mani di folli ed incapaci.
Un cambiamento radicale e urgente può avvenire solo con una forte scossa dal basso.
I giovani di tutto il mondo e le lotte territoriali per la difesa dell’ambiente ci stanno dicendo questo.
Diamoci da fare adesso, mettiamoci in marcia tutti insieme!!
Sabato 7 settembre | Climate March al Lido di Venezia
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, Opzione Zero, Rassegna stampa | 0 Comments
11
ago
2019
Opzione Zero partecipa e invita a partecipare al Climate Camp organizzato da Comitato No Grandi Navi e da Friday for Future Venezia a Lido di Venezia dal 4 al 8 settembre che avrà come appuntamento più importante la Climate March in programma sabato 7 settembre in occasione della Mostra del Cinema di Venezia.
Qui il programma e tutte le info su climate camp e climate march: https://www.veniceclimatecamp.com/it/
Di seguito articolo su motivazioni della manifestazione.
Nel cuore della Mostra del Cinema, nel cuore del sistema: dichiariamo dal basso l’emergenza climatica.
Sabato 7 settembre la Climate March al Lido di Venezia.
7 / 8 / 2019
Avviato il countdown, mancano esattamente trenta giorni alla Climate March. Sabato 7 settembre entrerà nel cuore della Mostra del Cinema di Venezia quella rivendicazione che le nuove generazioni di tutto il mondo hanno riportato in primo piano oltre lo scetticismo, l’arrendevolezza, quanto non la vera e propria complicità di chi le ha precedute. Una marcia per la giustizia climatica.
Quando si parla di clima, c’è uno slogan a cui ci si è abituati: “non c’è più tempo”. Ma questa frase non significa “è troppo tardi” ma l’esatto contrario: “bisogna agire subito”.
Agire contro i negazionisti e gli sviluppisti. Contro Trump che ha sancito l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi (protocolli di per sé insufficienti, certo, ma la scelta politica del presidente a stelle e strisce non lascia adito nemmeno più al dubbio); contro Bolsonaro e le sue politiche di distruzione dell’Amazzonia, cui si aggiunge la licenza d’uccidere gli Indios che la abitano e la preservano; contro Putin che considera “antieconomico” spegnere gli incendi in Siberia, non intervenendo di fronte a una delle più grandi sciagure ambientali della storia; ma anche contro il governo giallo-verde che continua a puntare sui combustibili fossili (TAP e trivellazioni), sulle produzioni devastanti e inquinanti (ILVA), su grandi opere inutili e dannose (a Venezia, ad esempio, si persevera invocando più soldi per il MOSE, un’opera inutile che ha già drenato sei miliardi di euro, gran parte finiti in corruzione).
Le ultime scelte politiche sul TAV hanno dimostrato come sia il governo quanto l’opposizione siano concordi nel mantenere un certo modello di sviluppo. Una classe politica ostaggio dei loro rapporti con i gruppi finanziari che spingono per le grandi opere. Non ci può essere giustizia climatica se non bloccando tutte le grandi opere, soprattutto se superflue.
Quei fondi vanno invece destinati alla messa in sicurezza di un territorio, il nostro, che sta già affrontando i sintomi del cambiamento climatico che spesso si manifestano attraverso l’improvvisa potenza distruttrice del tornado, dell’uragano, della tempesta di grandine. Basta leggere le cronache degli ultimi anni.
I dati ufficiali sul climate change, le scadenze che ci impongono istituzioni altrimenti prudenti come l’ONU, dimostrano che non basterà trasformare i nostri stili di vita (anche se è necessario). Bisognerà soprattutto intraprendere una trasformazione culturale, sociale, economica e del modo di produzione. La versione green del capitalismo non è un’opzione, anche perché spesso sono le compagnie più compromesse con la tragedia climatica a presentarsi come le più avanzate sul versante della sostenibilità: vedi il caso ENI che costruisce bio-raffinerie in Italia, mentre devasta il Delta del Nigere vince, a suon di tangenti, ricchissimi appalti nel continente africano.
Si sa che l’estrattivismo è, dalle origini, uno dei segni sempre rinnovati nel susseguirsi delle accumulazioni capitalistiche e che, storicamente, il prelievo e l’uso dissennato di risorse hanno colpito seguendo divisione di classe, di genere, razza e specie. Anche al giorno d’oggi, i costi della crisi climatica sono scaricati secondo asimmetrie individuabili sugli stessi assi. A pagare sono, nel Sud globale, soprattutto le popolazioni indigene, e tutti i migranti climatici, costretti dall’avanzare delle desertificazioni a spostarsi verso nord. In Occidente sono prevalentemente le zone più povere, o magari quelle con maggiore densità di popolazione non bianca, a subire le scelte della collocazione di discariche, produzioni inquinanti, depositi di rifiuti tossici e così via. Non si comportano forse allo stesso modo le italiche grandi opere, di cui fanno le spese le comunità locali e chi non possiede le risorse per spostarsi altrove e mettersi al sicuro? Ovunque il capitale preda la “natura non umana” (per usare un’espressione di Jason Moore), trattandola come una risorsa a buon mercato, costringendo milioni di esseri viventi (gli animali non umani) a vite infernali, materia prima per un’industria responsabile di un impatto ambientale devastante.
Vanno prese delle contromisure urgenti.
Tra queste contromisure, la prima è dichiarazione d’emergenza climatica. Lo hanno già fatto diverse città in Europa e lo ha fatto il parlamento britannico. Ma cosa vuol dire dichiarare l’emergenza climatica? No, non significa l’applicazione di una legge marziale planetaria, ma vuol dire bloccare le produzioni climalteranti (da quelle collegate a petrolio e gas fino all’industria agricola ed alimentare) garantendo, però, un reddito per i lavoratori che verranno espulsi. Vuol dire indirizzare i finanziamenti pubblici verso la transizione, sottraendoli alle attività legate ai combustibili fossili; vuol dire impostare una decrescita non primitivista, ma favorita dalle tecnologie digitali e dalla potenza degli algoritmi, ora quasi totalmente appannaggio del capitale. Vuol dire per una volta, far pagare la transizione ai ricchi, alle imprese, a chi ha costruito imperi finanziari a spese del clima e della biosfera.
Tutto ciò sarà possibile solo se il grande movimento globale per la giustizia climatica sarà in grado di indicare le proprie priorità e di esprimerle con forza.
La climate march di Venezia, il prossimo 7 settembre, sarà un appuntamento importante in questo percorso globale. Dal Climate Camp, da tutti i territori, è fondamentale portare la richiesta di giustizia climatica fino nel cuore della Mostra del cinema.
Sabato 8 giugno ore 16 – Manifestazione no grandi navi a Venezia
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, Opzione Zero, Rassegna stampa | 0 Comments
6
giu
2019
Ora basta ! Manifestazione no grandi navi a Venezia.
Andiamoci tutti, andiamoci insieme!
Treno da Mira Mirano ore 15,30 – N treno 20853
Dopo il gravissimo incidente provocato dalla Costa crociere domenica scorsa, il Comitato No Grandi Navi ha indetto una grande e importante manifestazione a Venezia sabato 8 giugno alle ore 16 alle Zattere.
Opzione Zero sarà presente una volta di più e lancia un invito accorato a tutti gli abitanti della Riviera del Brenta a partecipare al corteo, perchè questa situazione non è più tollerabile.
Per anni il comitato No Grandi Navi ha denunciato non solo gli impatti provocati da questi mostri del mare su Venezia e sull’ambiente, ma anche i rischi legati al loro passaggio attraverso la storica Città. Eppure, nonostante il Decreto Clini vieti il loro transito nel Canale della Giudecca, nessuno ha avuto il coraggio di fermarli.
La soluzione da chi come Salvini, Zaia e Brugnaro vorrebbe scavare il canale dei petroli e il canale Vittorio Emanuele sarebbe disastrosa per l’equilibrio lagunare e per la stessa Città di Venezia, senza contare il problema dei fanghi tossici e dei rischi di incidente in zona industriale. Il problema riguarda anche la Riviera del Brenta e in particolare il Comune di Mira che ha più di un terzo del suo territorio costituito da laguna e barene.
Esiste già più di un progetto per spostare le navi alle bocche di porto, uno di questi ha già superato il vaglio della commissione nazionale di valutazione impatto ambientale.
Ma per chi blatera di scavo di nuovi canali il vero obiettivo è lasciare le cose come stanno a tutto vantaggio delle compagnie croceristiche che l’anno scorso hanno realizzato complessivamente ben 14 miliardi di utile.
È ora di dire basta con la speculazione delle compagnie croceristiche, con un turismo esasperato ed esasperante che sta letteralmente consumando una delle Città più belle del mondo.
Per smascherare e sconfiggere ipocrisia e interessi che gravitano intorno a questa partita è necessario e urgente ribadire con una grande mobilitazione popolare che le Grandi Navi devono rimanere fuori dalla Laguna.
Sabato andiamo in tanti a Venezia e andiamoci insieme con il treno delle 15.30 in partenza dalla stazione di Marano.
FUORI LE NAVI DALLA LAGUNA
Al via la prima causa contro lo Stato Italiano colpevole dei cambiamenti climatici
Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, News, Opzione Zero, Rassegna stampa | 0 Comments
5
giu
2019
Anche la società civile italiana verso il deposito di una causa climatica contro lo Stato
Prende il via oggi 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, la campagna “Giudizio Universale – Invertiamo il processo” che precede il deposito, previsto in autunno, della prima causa legale intentata in Italia contro lo Stato per l’inazione di fronte ai cambiamenti climatici.
Giudizio Universale è una campagna promossa da movimenti, associazioni e centinaia di singoli cittadini, nata per preparare il terreno ad un processo senza precedenti nel nostro paese, che ha l’obiettivo di chiedere ai giudici di condannare lo Stato per la violazione del diritto umano al clima.
Il livello della minaccia rappresentata dagli stravolgimenti climatici e la debolezza delle misure messe in atto dagli Stati destano una crescente preoccupazione nell’opinione pubblica, che si organizza attraverso mobilitazioni sempre più intense a livello internazionale. Il movimento per la giustizia climatica rappresenta oggi uno dei fenomeni più rilevanti sulla scena internazionale, denunciando senza sosta l’immobilismo dei poteri pubblici nella protezione dei diritti umani connessi al clima.
Da questo punto di vista, l’Italia non fa eccezione. Il nostro Paese ha obiettivi di riduzione delle emissioni scarsamente ambiziosi e non in linea con le raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica per centrare l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro la soglia prudenziale dei +1,5 °C.
Serve un deciso cambio di passo per invertire la rotta nei prossimi 11 anni, o gli scompensi climatici porteranno enormi aree del pianeta a subire l’impatto sempre più grave e frequente di fenomeni estremi come inondazioni, ondate di caldo, alluvioni e siccità. A soffrirne maggiormente saranno le comunità più deboli ed emarginate, ma anche il mondo occidentale è destinato a fare i conti con pesanti perdite economiche e con ricadute sociali, sanitarie e ambientali. Anche in Italia, infatti, si rischia un innalzamento eccezionale delle temperature (soprattutto in estate), l’aumento della frequenza degli eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità, episodi di precipitazioni intense) e una riduzione delle precipitazioni medie annue e dei flussi fluviali.
Di qui nasce il boom di contenziosi – ad oggi più di 1000 in tutto il mondo – che vedono la società civile in oltre 25 paesi portare alla sbarra lo Stato, le imprese o singoli progetti dal forte impatto sul clima. In Olanda, nel 2015, un migliaio di persone hanno fatto causa allo Stato per le scarse politiche climatiche, vincendo il ricorso in primo e in secondo grado con sentenze di condanna che impongono al governo di rivedere i suoi piani.
È giunto il momento di fare lo stesso in Italia.
In autunno, il deposito dell’atto di citazione sancirà l’avvio del primo climate case mai intentato nel nostro paese: la campagna Giudizio Universale è patrimonio di tutte le organizzazioni e i movimenti sociali impegnate in questi mesi contro i cambiamenti climatici, e vuole essere un ulteriore strumento di pressione per il nostro governo in vista della prossima Conferenza Mondiale sul Clima, in Cile, per fare in modo che la COP di Santiago non sia l’ennesima occasione sprecata.
Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero
Per leggere la Privacy policy cliccare qui