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Approvato il progetto, in via Sile sorgerà un complesso da 720 mila metri cubi. L’opposizione: «Decisione scellerata»

CASTELFRANCO – Maxi cartiera, il Comune dice sì tra le polemiche. Consiglio comunale infuocato venerdì sera per la discussione di due ordini del giorno riguardanti il progetto per la cartiera nell’area compresa tra via Sile e via Lovare. Entrambi i punti sono passati con voto favorevole della Lega Nord, del Pdl e del consigliere indipendente Ivano Battocchio. Contrario il voto del Pd e della lista Sartor.

Si è approvato innanzi tutto il cambio di destinazione d’uso dell’area interessata. Prima era prevista ad uso residenziale, direzionale, turistico e in parte produttivo. Con la modifica è diventata completamente industriale. Conseguentemente è aumentata la cubatura edificabile. Si passa da 120 mila metri cubi a 720 mila. Il secondo provvedimento invece consiste nell’inserimento dell’area tra quelle presenti nel piano vendite del Comune. Prezzo di base d’asta 5,3 milioni di euro, con la clausola di pagamento di 4 milioni entro il 30 novembre, mentre il resto quando le varianti urbanistiche saranno entrate in vigore.

La vendita permetterà al Comune di introitare i 3,5 milioni di euro necessari per rimanere dentro il patto di stabilità. Ma a che prezzo? Per Sebastiano Sartoretto, capogruppo del gruppo lista Sartor-Pd, si tratta di un vero scandalo.

«In previsione di dare il terreno a quest’azienda» ha detto Sartoretto «da 120mila metri cubi se ne sviluppano 720mila e la giustificazione è che servono tre milioni e mezzo per il patto di stabilità. È l’atto più grave che sia stato compiuto dal Comune di Castelfranco negli ultimi trent’anni. Incassate 4 milioni a fine novembre, il resto, dite all’azienda, ce lo dai quando è a posto la pratica. Ma la procedura urbanistica dipende da Regione e Provincia e da altri enti ancora che devono ancora esprimere dei pareri». Per il Pd inoltre manca la Vas (verifica ambientale strategica) e mancano anche assicurazioni che i 200 posti di lavoro previsti siano effettivamente reali.

Il sindaco Luciano Dussin difende l’operazione. «L’amministrazione ha necessità di introitare risorse per non chiudere i servizi ed è interessata a nuovi insediamenti produttivi con benefici anche per lo scalo merci che a sua volta creerà posti di lavoro. La lavorazione ipotizzata riguarderebbe solo la carta, non la produzione. Quindi niente consumi d’acqua e nessun inquinamento ambientale ed acustico».

Daniele Quarello

 

Gazzettino – Castelfranco, “È uno scempio ambientale”

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29

set

2012

I gruppi consiliari e provinciali bocciano il progetto: «Un’area tre volte più grande dei Giardini del Sole»

IL CASO ROTOCART – Il Pd fa squadra e spiega il “no” all’ipotetico insediamento

IL CAPOGRUPPO – Ogni anno utilizzerà acqua necessaria a 26mila abitanti

I duecento posti di lavoro non convincono: chi li garantisce?

«Uno scempio ambientale irreversibile e ingiustificato». Il Pd castellano boccia senza appello il progetto di una cartiera nell’area tra via Sile e via Lovara: ieri sera il partito ha organizzato anche un sit-in in occasione del consiglio comunale, con all’ordine del giorno l’inserimento nel piano delle alienazioni dei 120mila metri quadrati (di cui 90mila edificabili) interessati.
«Un’area grande tre volte e mezzo la superficie dell’ipermercato Giardini del sole – esclama Sebastiano Sartoretto, capogruppo Pd in consiglio -, a poca distanza dal centro abitato». I rischi sono notevoli, spiegano i Democratici: una simile industria, ad esempio, abbisognerebbe di una quantità d’acqua all’anno equivalente a quella per 26mila abitanti. Di contro, i vantaggi sarebbero incerti: «Dicono che porterebbe 200 posti di lavoro? – attacca Laura Viola, segretaria del Pd cittadino -. Ma non c’è alcuna garanzia in questo senso. Anzi, le cartiere di ultima generazione sono altamente automatizzate ed occupano pochissimo personale. Questa sarebbe la stessa struttura del mega complesso di Barcon, per la quale la Confartigianato stimava non più di venti addetti».
Così come non convincono le motivazioni economiche: l’amministrazione conta di ricavare dall’operazione 5 milioni e 300mila euro, necessari a rientrare nel patto di stabilità, sforato per 3 milioni e mezzo. «Dovrebbe essere versato un acconto da 4 milioni entro il 30 novembre, per rispettare gli equilibri di bilancio- spiegano i due, spalleggiati dai consiglieri provinciali Floriana Casellato e Franco Zanata -. Ma sono cifre solo virtuali: e se nel frattempo ci fosse un ricorso? Se Provincia e Regione si opponessero alle varianti?». Gli esponenti del centro sinistra non si dicono contrari a priori all’insediamento, ma non nel luogo scelto: «Perché cambiare la destinazione di quest’area, oggi ad uso terziario avanzato, quando il Comune dispone di 500mila metri quadri di aree industriali? Ci sono molti appezzamenti adatti lungo la Statale 53». Oltre che della Corte dei Conti, Sartoretto invoca l’intervento anche della Procura: «Un assessore ha dichiarato alla stampa, ancor prima del bando pubblico, che qui si insedierà la Rotocart. Questo, secondo me, ricade nell’articolo 353 bis del Codice penale sulla turbata libertà del processo di scelta del contraente».

 

Ieri sera il sit-in di protesta in municipio durante la seduta del Consiglio I democratici: la giunta ha già fatto il nome dell’acquirente, asta turbata

CASTELFRANCO – Il Pd chiede l’intervento della Procura in merito all’asta per la vendita del terreno comunale su cui la Rotocart vorrebbe realizzare la maxi cartiera tra via Sile e via Lovara, inizialmente prevista a Barcon di Vedelago. A detta dei democratici, ci sono gli estremi per ipotizzare il reato di turbativa d’asta in quanto è stato già reso noto il nome dell’acquirente andando a inficiare così la gara per l’aggiudicazione del terreno. «La Procura indaghi», suggerisce Sebastiano Sartoretto, capogruppo del Pd in consiglio comunale. E ieri sera si è tenuto in municipio il sit in di protesta organizzato dal Pd per dire no al progetto industriale della cartiera tra Salvarosa e Salvatronda. Almeno una cinquantina di persone ha accolto l’appello lanciato dal Pd.

«Abbiamo appreso lunedì sera in Commissione Bilancio e Patrimonio che si intendono mettere all’asta 120 mila metri quadrati di terreno per “ospitare” a Castelfranco una cartiera dalle dimensioni gigantesche, 120 mila metri quadri di terreno occupato dal cemento, 90 mila metri quadrati coperti», spiega la coordinatrice del Pd Laura Viola, «sono 2 anni che a Vedelago si discute senza ancora trovare la quadra perché osservatori molto autorevoli si sono decisamente opposti. Qui si vuole fare tutto in 2 giorni…».

La vendita del terreno all’angolo tra via Sile e via Lovara è stata portata in commissione lunedì sera e ieri sera è finita in consiglio per essere inserita tra i terreni che a breve andranno all’asta. Il sindaco Luciano Dussin, dal canto suo, ha sostenuto l’operazione ed ha ribadito che l’area in questione è già classificata nel Prg in essere come industriale. Secondo il primo cittadino l’insediamento della cartiera dunque porterà benefici in termini di posti di lavoro e anche perché dà la possibilità di rendere operativo lo scalo merci ferroviario presente in zona. La cartiera infatti lo andrebbe ad utilizzare (tramite una società di trasporti che andrebbe appunto ad operare sullo scalo merci).

Per il Pd si è voluto concludere la cosa troppo in fretta senza valutare attentamente le conseguenze di un progetto di grande impatto sull’urbanistica castellana. La cartiera doveva essere realizzata nell’ambito del mega progetto industriale di Barcon di Vedelago. La ditta Rotocart tuttavia ha deciso di «deviare» verso Castelfranco, viste le proteste della popolazione di Barcon protagonista di una mobilitazione senza precedenti contro il maxi progetto industriale.

 

Il Pd chiama a raccolta: tutti in aula, operazione frettolosa. Il sindaco difende il progetto: asta trasparente e anticrisi.

CASTELFRANCO. Cartiera in via Sile, scatta la mobilitazione. Questa sera il coordinamento del Partito Democratico ha promosso un sit-in di protesta contro il progetto in consiglio comunale. Il piano di realizzazione della maxi cartiera nell’area all’angolo tra via Sile e via Lovara sarà discusso nell’ambito del piano delle alienazioni immobiliari. L’area (120mila metri quadri, di cui 90mila previsti a coperto) è di proprietà comunale. Nell’arco di pochi giorni la maggioranza leghista ha prima portato la vendita dell’area in commissione urbanistica e stasera in consiglio. La vendita salverebbe le casse comunali dalla catastrofe dello sforamento del patto di stabilità. Ma la vendita «frettolosa» è una scelta criticata dal Pd che chiede un approfondimento sulle conseguenze urbanistiche che potrebbe avere il progetto. Per il sindaco Luciano Dussin si tratta di un progetto positivo per la città. «Da decenni si auspica di dare inizio al servizio di scalo merci cittadino», osserva il primo cittadino, «dopo il fallimento dello scalo merci pubblico, inaugurato e mai utilizzato, una ditta di trasporti ha recentemente investito in quell’area a ridosso della ferrovia, ma ha bisogno di aumentare il volume di merci per attivare il servizio. Un’azienda che lavora carta a uso domestico e ha bisogno di essere vicina a luoghi di spedizione, ha manifestato interesse per l’area. A Castelfranco servono nuovi insediamenti produttivi vista la crisi occupazionale esistente. Serve uno scalo merci che porterà altra occupazione. Oltre a questo in città servono risorse, visti i continui tagli di trasferimenti, da investire su asili, scuole e case popolari, il resto è già stato eliminato. L’area è già destinata, dal prg attuale, a utilizzo anche di attività produttive, ovviamente andrà all’asta pubblica nella massima trasparenza. Spero, visti i tempi di crisi che viviamo, che a Castelfranco Veneto possano concretizzarsi opportunità e una potrebbe essere questa». Per ora c’è un progetto di massima che prevede la realizzazione della cartiera che doveva essere realizzata a Barcon nell’ambito del maxi polo industriale osteggiato dall’intera frazione vedelaghese. La Rotocart ha deciso di spostarlo a Castelfranco con un investimento che potrebbe superare i 100 milioni di euro e garantire 200 posti di lavoro. Numeri indicativi che però danno ‘l’idea dell’imponenza del progetto.

Daniele Quarello

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IL CASO – La cartiera interessata all’area di via Lovara: il sindaco vede molti vantaggi dalla possibile vendita

LA PROTESTA – Il Pd non ci sta e questa sera manifesterà con un sit in

L’OBIETTIVO  «Potremmo sbloccare lo scalo merci dando lavoro»

Il sindaco getta acqua sul fuoco sul caso della cartiera Rotocart che potrebbe sorgere nell’area compresa tra via Sile e via Lovara, anche se difficilmente le sue dichiarazioni serviranno a sedare gli animi. Per questa sera, in Consiglio comunale, è previsto un sit-in di protesta promosso dal Pd. «Per chiarezza, senza commentare dichiarazioni di chi propone confusione per apparire -replica Luciano Dussin alle critiche sull’operazione- chiarisco il piano vendita che interessa l’area tra via Sile e via Lovara».
Secondo quanto previsto, l’area, 120mila metri quadrati di cui 90mila coperti, dovrebbe essere messa all’asta dal Comune con base d’asta di circa 5 milioni: stasera in consiglio comunale si approverà proprio l’integrazione al piano alienazioni. «Da decenni si auspica di dare inizio al servizio di scalo merci cittadino -dice Dussin- Dopo il fallimento dello scalo, inaugurato e mai utilizzato, una ditta di trasporti ha recentemente investito in quell’area a ridosso della ferrovia, ma ha bisogno di aumentare il volume di merci necessario ad attivare il servizio. A Castelfranco servono nuovi insediamenti produttivi vista la crisi occupazionale esistente, e serve uno scalo merci che porterà altra occupazione. Oltre a questo in città servono risorse, visti i continui tagli di trasferimenti. L’area è già destinata, dal Prg attuale, a utilizzo anche di attività produttive, ovviamente andrà all’asta pubblica nella massima trasparenza. Come al solito sono già uscite dichiarazioni fuorvianti, su possibili problemi derivanti da insediamenti di attività di siffatta specie, e non era il caso di farlo in mancanza di qualsiasi certezza. Spero, visti i tempi di crisi, che a Castelfranco possano concretizzarsi delle opportunità, una potrebbe essere questa». Di sicuro a chi questa sera protesterà in municipio non basteranno queste giustificazioni. Il Partito Democratico, tramite il segretario Laura Viola, lancia un appello ai cittadini: «Vi prego di aiutarci in maniera attiva in questa delicata questione che ci vede agire con le ore contate, un primo passo significativo sarebbe una massiccia presenza in Consiglio stasera, potrebbe essere fondamentale per come proseguirà questa faccenda».

Matteo Ceron

 

Tribuna di Treviso – Maxi cartiera, scatta la mobilitazione

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27

set

2012

Il Pd annuncia battaglia al progetto sostenuto dalla giunta leghista: «Territorio svenduto, fuori tutte le carte del piano»

CASTELFRANCO «Ancora una volta siamo di fronte a un’amministrazione comunale che continua a comportarsi come se Castelfranco fosse proprietà privata». Scoppia la polemica sul caso Rotocart. Dopo la notizia che l’azienda di Piombino Dese intende spostare a Castelfranco il progetto per la mega cartiera finora previsto a Barcon di Vedelago, è subito bagarre. Il Pd attacca la maggioranza leghista che in pochi giorni ha portato il piano di vendita dell’area interessata (all’angolo tra via Lovara e via Sile) in commissione e lo ha messo anche all’ordine del giorno del consiglio comunale di domani sera.

«A Vedelago sono due anni che si discute su questa operazione», osserva il segretario Pd Laura Viola, «la cartiera doveva sorgere, con il macello più grande d’Europa, in via Terza Armata a Barcon e ancora non si è trovata la quadra perché osservatori molto autorevoli si sono decisamente opposti a un progetto capace di sventrare il territorio. Tutti hanno dimostrato, numeri alla mano, che l’operazione è insostenibile. A Castelfranco, invece, dove siamo amministrati da “fenomeni” bastano due giorni… ».

La vendita del terreno (120 mila metri quadrati per ora di verde campagna) è stata discussa in commissione urbanistica lunedì sera. L’operazione è stata inserita di fretta e furia nel piano alienazioni immobiliari del Comune. L’asta dei terreni avverrà ad ottobre, anche se di vera asta non si può parlare dato che si tratta nella sostanza di una trattativa tra il Comune e un imprenditore. Per il Partito democratico, si è voluto correre troppo nel voler portare a compimento un’operazione di vendita che potrebbe significare il salvataggio dei bilanci comunali dallo sforamento del patto di stabilità, ma i cui risvolti urbanistici non sono stati valutati con attenzione.

«Questa operazione dovrà essere vagliata in ogni minimo particolare, acquisiremo tutti i documenti di Vedelago, coinvolgeremo la società civile, gli altri partiti, le associazioni ambientaliste», annuncia Viola, «non permetteremo che il Comune per risolvere il suo problema con il patto di stabilità sventri Castelfranco Veneto. Chi credeva di lasciar passare sotto traccia un’operazione del genere si sbagliava di grosso».

Il tema andrà in consiglio comunale domani sera. Stando ai dati emersi in commissione lunedì, l’area ha una superficie totale di 120 mila metri quadrati. L’area edificata coperta dovrebbe arrivare a 90 mila mq. L’investimento privato nell’operazione potrebbe sfiorare i 110 milioni. I posti di lavoro creati 200. L’area è resa appetibile in particolar modo dalla vicinanza allo scalo merci ferroviario, con cui potrebbe essere messa in collegamento. La vendita del terreno per il Comune potrebbe valere oltre 5 milioni di euro.

Daniele Quarello

 

Morao esulta: fine dell’operazione Barcon. A Castelfranco i posti scendono a 200

La notizia della decisione della Rotocart di spostare il progetto cartiera a Castelfranco mette fine al progetto di Barcon. Questo il giudizio di chi si opponeva la piano industriale nelle campagne a nord di via Terza Armata. Fiorenza Morao di Primavera Civica commenta così la notizia della decisione di spostare l’insediamento a Castelfranco.

«Balzano agli occhi le differenze in termini numerici», osserva, «L’area per la cartiera a Barcon era di 148 mila mq più altri 70 di scoperto. L’area di Castelfranco pare sia molto più piccola, 120 mila mq. E poi il numero posti di lavoro. Nella cartiera a Barcon dovevano essere 308, a Castelfranco scendono a 200. Mi domando allora se i dati relativi al progetto Barcon fossero “finti”. Abbiamo chiesto più volte in questi mesi il piano occupazionale previsto per la zona industriale di Barcon. Non ci è mai stato dato. Tutti dicevano che quei posti di lavoro non erano reali. Abbiamo chiesto che ci dimostrassero il contrario, ma non l’hanno mai fatto».

(d.q.)

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Si preannuncia rovente la seduta del consiglio comunale di domani sera. Si parlerà della vendita di un terreno del Comune tra via Sile e via Lovara, a nord degli stabili dell’ex scuola agraria: un’integrazione al piano delle alienazioni dovrebbe rendere possibile l’asta del terreno – 120mila metri quadrati di cui 90mila coperti – dove dovrebbe insediarsi la Rotocart di Piombino Dese. È la stessa ditta che avrebbe dovuto realizzare uno stabilimento nel contestato piano di Barcon, dove c’è in progetto anche il grande macello della Colomberotto. Ma la Rotocart, dopo le difficoltà incontrate a Vedelago, avrebbe pensato di dirottare la propria cartiera a Castelfranco. La giunta comunale avrebbe trattato con l’azienda preparando il campo per un’asta e vendere il terreno partendo da una base di circa 5 milioni. Voci parlano di un investimento da oltre 100 milioni di euro che potrebbe garantire 200 posti di lavoro. Ma l’opposizione è contraria ed è pronta a dare battaglia in Consiglio. Il Pd, da lunedì, quando in commissione urbanistica è stata presentata l’operazione, è in fibrillazione.

«Nella prima istanza presentata al Comune di Vedelago dalle due ditte proponenti il progetto si parlava di un migliaio di posti di lavoro, poi si è arrivati a definire che la cartiera potrebbe occupare circa venti addetti altamente specializzati -attacca Laura Viola, segretario del Pd- Poi l’enorme quantità di acqua indispensabile ad una cartiera impatterebbe in modo gigantesco sulle falde acquifere, le cartiere sono considerate industrie ad altissimo inquinamento, ma non solo, il sito scelto è a ridosso di aree residenziali e stiamo parlando di un edificio alto 40 metri; tutto questo palesato lunedì e messo al voto dopo 4 giorni». «È un’operazione -prosegue- che dovrà essere vagliata in ogni minimo particolare, acquisiremo tutti i documenti di Vedelago, coinvolgeremo la città, gli altri partiti, le associazioni ambientaliste e non permetteremo che il Comune per risolvere il suo problema con il patto di stabilità sventri Castelfranco».

 

Tribuna di Treviso – Operazione Barcon, Rotocart si sfila

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26

set

2012

La cartiera partner di Colomberotto tratta con la giunta di Castelfranco per l’area industriale tra le vie Sile e Lovara

CASTELFRANCO. Comincia a perdere pezzi il progetto della contestatissima mega-area industriale di Barcon. La Rotocart di Piombino Dese, la cartiera interessata ad affiancare Colomberotto nell’operazione Barcon, si sfila, cerca e parrebbe aver trovato un’alternativa. Rotocart, infatti, ha avviato contatti con l’amministrazione di Castelfranco che lunedì sera ha compiuto il primo atto formale per consentire alla Rotocart l’acquisto di 120 mila metri quadrati di terreno compresi tra via Lovara, via Sile e le due ferrovie. Si tratta dell’area a nord dello scalo merci e degli edifici dell’ex Istituto agrario, di cui costituivano la campagna. A confermarlo è lo stesso assessore al Patrimonio e all’Urbanistica Roberto Filippetto, leghista, che sgambetta così (involontariamente) il sindaco leghista di Vedelago che sull’operazione Barcon si è giocato faccia e carriera politica. In pratica Rotocart, viste le difficoltà a Barcon si è guardata intorno e ha manifestato interesse per Castelfranco, probabilmente proprio per l’area resa appetibile dalla presenza dello Scalo merci decisamente sottoutilizzato, come conferma Filippetto: «Hanno un traffico fra i 3 e i 400 carri all’anno, quando ne servirebbero 10 volte tanti per stare in piedi. Ovvio che con un’operazione del genere anche il raccordo ferroviario avrebbe una sua ragione di esistere. E poi», incalza l’assessore, «dopo 30 anni avremo finalmente un’azienda che torna a insediarsi da noi, tra tante che vanno via o chiudono».

L’assessore parla di un investimento di 110 milioni di euro, con 200 posti di lavoro e turni di 24 ore su 24. «Ci siamo informati ci mancherebbe», confessa candidamente.

Intanto lunedì sera in Commissione Bilancio e Patrimonio e successivamente in Commissione Urbanistica è stata portata la Variante al Piano Alienazioni, per mettere all’asta (sic!) il terreno su una base di 5 milioni e 300 mila euro. Stante il fatto che le recenti aste del Comune per lotti minori sia di importo che di estensione sono andate tutte deserte, non ci vuole molto a tirare le ovvie conclusioni: non saranno molti i concorrenti intenzionati a partecipare e a far salire il prezzo. Come faccia il Comune a essere così sicuro sulla buona riuscita dell’operazione non si sa, avrà avuto delle garanzie. Certo è che l’asta si farà ad ottobre e a gennaio le ruspe dovrebbero cominciare a spianare l’area. Ma è altrettanto certo che chi non starà zitta è l’opposizione che già in Commissione ha espresso la propria contrarietà a cominciare dal consigliere del Pd Sebastiano Sartoretto:

«Ma chi volete che concorra se non è già d’accordo?», chiede, «Io resto stupefatto dalla disinvoltura di questa amministrazione: ha le aste che vanno deserte, cambia in corsa il Piano Alienazioni per mettere all’asta un terreno che non era stato preso in considerazione per la vendita, cambia il Prg, il Pat, le destinazioni d’uso di un’area senza rendersi conto delle conseguenze giuridiche e senza valutare l’impatto di una scelta presa in corsa», dice come un fiume in piena, «intanto serve un mare d’acqua per lavorare la cellulosa, la pescheranno in falda, con quali conseguenza? E lo smaltimento dove e come avverrà? Dal punto di vista del traffico quale impatto ci sarà, senza contare che quello è uno dei pochi polmoni verdi rimasti fra Castelfranco, Salvarosa, Salvatronda e Campigo. Si parla di 80-90 mila metri quadri coperti, con i tantissimi capannoni vuoti che già ci sono a Castelfranco. Il tutto in poche ore, perché vogliono portare le variazioni ai piani nel consiglio comunale di venerdì».

«Ma soprattutto», conclude Sartoretto «non si possono fare operazioni con il trucco: è evidente che prima si è trovata l’azienda e poi si è fatta l’asta. Tanta fretta si spiega solo con la volontà di rientrare nel patto di stabilità e si deve fare entro il 31 dicembre. Ma dubito che stavolta vada tutto liscio».

Giorgio Sbrissa

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