Il 4 dicembre votiamo no alla riforma per restituire democrazia ai territori
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14
nov
2016
Il Comitato Opzione Zero aderisce all’appello dei comitati e dei movimenti ambientalisti e il 4 dicembre invita a votare NO
SUI NOSTRI TERRITORI DECIDIAMO NOI!
IL 4 DICEMBRE VOTIAMO NO ALLA RIFORMA
PER RESTITUIRE DEMOCRAZIA AI TERRITORI
Siamo quello che negli ultimi anni è stato definito il popolo del NO.
Migliaia e migliaia di persone, associazioni, comitati che si oppongono alle grandi opere imposte e impattanti, alla devastazione ambientale, alle discariche inquinanti, alle trivellazioni in mare e in terra, agli inceneritori, allo smaltimento illecito dei rifiuti, ad un modello di sviluppo che devasta i nostri territori, mette a rischio le nostre vite e contribuisce ad arricchire gruppi particolari a scapito della collettività.
La riforma Costituzionale formalizzata dal Governo Renzi, e sostenuta da Confindustria e dalle lobbies finanziarie ed economiche è un attacco diretto alla nostra possibilità di decidere sul futuro delle nostre vite e dei nostri territori. Un ulteriore e definitivo attacco da parte di quello stesso Governo che, in spregio ai valori della democrazia, ha sbeffeggiato con un #ciaone gli oltre 13 milioni di persone che il 17 Aprile scorso hanno votato per un modello energetico libero dal petrolio.
Con l’ennesima Riforma del Titolo V, gli Enti territoriali, che spesso si sono fatti carico delle istanze dei cittadini, contribuendo a migliorare la realizzazione di taluni progetti o evitando, quando ciò fosse manifesto, che il territorio venisse devastato, non avranno più voce in capitolo su materie o politiche cruciali per la sorte delle collettività locali: quali, ad esempio, l’energia, le infrastrutture, il governo del territorio, la valorizzazione dei beni culturali e, più in generale, ogni altra materia che il Governo dovesse ritenere – se entrerà in vigore la riforma – di lasciar disciplinare al solo Parlamento nazionale, in virtù della c.d. “clausola di supremazia”.
Chi come noi ha lottato per salvaguardare il proprio diritto alla vita e alla salute e perché si affermasse un modello sociale sostenibile sa bene cosa significano queste parole: commissariamenti, sospensioni democratiche, militarizzazione dei territori a tutela dell’interesse del potentato economico, lecito o no, di turno.
Questa volta con forza sentiamo quindi di definirci il Popolo del NO.
Un NO convinto e deciso alla Riforma costituzionale su cui saremo chiamati alle urne il 4 Dicembre.
Un NO al commissariamento del nostro diritto a decidere.
Un NO che non abbiano timore di dichiarare, forti del senso di giustizia insito nelle nostre proposte, orientate a un cambiamento radicale del sistema in chiave democratica e alla costruzione di un modello economico e sociale sostenibile, rispettoso dell’ambiente, dei territori e delle popolazioni che lo abitano.
Nelle mobilitazioni che abbiamo alimentato negli ultimi anni abbiamo imparato una lezione capitale: la democrazia nel nostro Paese va riformata, sì. Ma nel senso che va estesa e restituita alle collettività locali. Non possiamo accettare una costituzionalizzazione della sospensione democratica, da noi avversata con forza in questi ultimi anni, né accogliere la becera logica sottesa a provvedimenti dannosi come lo Sblocca Italia. In altre parole: non possiamo restare impassibili dinanzi all’idea che gli interessi economici e senza scrupolo dei potentati di turno, delle grandi lobbies finanziarie, energetiche e industriali diventino parte della nostra Costituzione.
In queste settimane costruiremo iniziative in tutto il Paese, rilanceremo le ragioni di chi quotidianamente lotta per il diritto all’autodeterminazione del proprio territorio, daremo vita ad una giornata di mobilitazione nazionale, indetta per il 27 novembre.
Il 4 dicembre riempiremo le urne di NO: un No pacifico che è un Sì per una diversa e nuova concezione democratica per il nostro Paese, per una autentica e più moderna riforma dello Stato, che redistribuisca i poteri, che metta al centro del sistema la persona umana e i suoi bisogni, le comunità locali e il loro diritto all’autodeterminazione.
TUTTE LE ADESIONI
Comitato 3 e 32 – L’Aquila, Act – Agire Costruire Trasformare, A Sud, Abruzzo Beni Comuni, Altromodo Flegreo, Altrementi – Sulmona, Amig@s MST – Italia, Anpi – Sezione Edmondo Riva, Arci – Crotone, Arsave – Laboratorio per la città che vogliamo, Assemblea Permanente Prima le Persone, Ass. Antimafie Rita Atria, Ass. Asolapo Italia, Associazione Crs -Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato, Ass. Culturale P.P.L.A.F., Ass. Culturale Punto Rosso Paderno Dugnano,vAss. Equomondo – Potenza, Ass. Energia Felice, Ass. Garibaldi 101, Ass. Intercomunale Lucana, Ass. Medici per l’Ambiente ISDE Italia, Ass. Michele Mancino, Ass. Nazionale Liberacittadinanza, Ass. Noi genitori di tutti – Terra dei Fuochi, Ass. Nuovo Senso Civico – Abruzzo, Ass. Orsa Pro Natura Peligna, Ass. p.s. RESET – Potenza, Ass. RCS – Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato, Ass. Rifiuti Zero – Piemonte, ATTAC-ROMA, Azione Civile Abruzzo, Bassano Bene Comune, Brindisi Bene Comune, Cambiamo Abbiategrasso, Cantieri Sociali Bene Comune, CAPSA – Comitato di Azione, Protezione e Sostenibilità, Ambientale – Nord Ovest Sardegna, Casa Internazionale delle Donne, CAST (Comitato Ambiente Salute e Territorio) Abruzzo, CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali, CEA Oasi Bosco Faggeto di Moliterno – Potenza, CEPES – Centro Studi di Politica Economica, Circolo di Legambiente – Chieti, Circolo Dossetti, Circolo Arci Carlo Cafiero – Barletta, Circolo Arci – Gela, Circolo Arci Sparwasser, Città Felice – Catania, Cleanap, Collettivo attack Irpinia, Collettivo Frastuono – Saviano, Comitato Acqua e Beni – Comuni Mentana e Monterotondo, Comitato Acqua e Territorio – Quarto Flegreo, Comitato Articolouno: la sovranità appartiene al popolo, Comitato “Bassano per il NO”, Comitato Bene Comune – Trani, Comitato Cittadini Attivi Loanesi di Loano (SV), Comitato Cittadini Calcinato, Comitato cuneese del CDC, Comitato Democrazia Costituzionale Comprensorio del Cuoio, Comitato Democrazia Costituzionale – Savona, Comitato Democrazia costituzionale – Voto NO, Comitato “NO al Referendum XIII Municipio”, Comitato No Centrale – Mercure, Comitato No Inceneritore – Greve, Comitato Non Bruciamoci il Futuro di Macomer (NU), Comitato per il NO – Afragola e Casoria, Comitato per il NO – Cinisello Balsamo, Comitato per il NO – Democrazia Costituzionale Genova, Comitato per il NO – Insieme per la Costituzione Palmi, Comitato per il NO – Monterotondo, Comitato per il NO – Nizza – Riviera Ionica, Comitato per il NO – Parma, Comitato per il NO – Roma, Comitato per il NO – Savona, Comitato Diritto alla Città – Rovigo, Comitato Donne 29 Agosto Acerra, Comitati di Base della Valle Bormida, Comitato di base No Muos/No Sigonella, Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise, Comitato iovotoNO-XII Municipio Roma, Comitato Mattonelle Rosse – Chieti, Comitato Malagrotta, Comitato Mamme No MUOS – Niscemi, Comitato per il NO al Referendum di Grosseto, Comitato No Chimica Verde Porto Torres – Sardegna, Comitato No Corridoio Roma – Latina, Comitato No Megacentrale Guspini – Sardegna, Comitato No Lotto Zero – Isernia, Comitato No Petrolio, Sì energie Rinnovabili – Puglia, Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta, Comitato No Triv Avella, Comitato No Triv Brindisi di Montagna, Comitato No Triv Monterotondo, Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro Storico di Brescia, Comitato Popolare Lasciateci Respirare – Monselice, Comitato Referendario Napoli No Triv, Comitato Sala Consilina, Comitato San Giovanni Rotondo, Comitato Taranto LIDER, Comitato Tecnico-Scientifico per l’Ambiente e la Salute – AsperilSUD, Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona Rete Adriatica, Cooperativa EVA, Coordinamento Cittadini Liberi – Lombardia, Coordinamento Comitati Ambientalisti – Lombardia, Coordinamento Genitori Democratici Co.Ge.De – Liguria, Coordinamento irpino no triv, Coordinamento Nazionale NO Triv, Coordinamento No Triv Basilicata, Coordinamento No Triv Terra di Bari, CRAP – Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Donne 29 agosto – Acerra, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Ex Opg – Je so’ pazzo, Fondazione Lelio e Lisli Basso ISSOCO, Forum Ambientalista, Forum siciliano dei movimenti per l’acqua ed i beni comuni, Forum per la tutela della legalità e del territorio “Stefano Gioia” – Basilicata e Calabria, Fuoritempo, Gruppo Alto Casertano per il NO alla Riforma Costituzionale, Gruppo Rottama Italia – Ravenna, Identità Insorgenti, Il Manifesto Sardo, Il Popolo dice NO – Basilicata, Il Salice Bianco – San Vitaliano, Laboratorio Aprile, Lab. Omar Moheissi, La Città Felice di Catania, La Città Futura – Giornale Online, Lasta – Laino, territorio salute acqu, Lanciano Decide, Libera – Monza e Brianza, LINK – Coordinamento Universitario, Mamme NO Inceneritore Mattonelle Rosse, Medicina Democratica Movimento per la Salute Onlus, Movimento C’at accis’ a salute, Movimento No Coke Alto Lazio, Movimento No TAV della Valle di Susa, No Dal Molin, No Elettrodotto Villanova- Gessi, No Eolico Selvaggio – Alta Irpinia, No Grandi Navi, No Ombrina, No Tav – Val Susa, No Tav- Terzo Valico, No Triv – Sannio – Non si trivella la Costituzione, No Triv – Terra di Bari, Officine Civiche, Ordine AgroForestali Prato, Osservatorio Migranti Basilicata, Pagina On Line, Presidio Piazzale Trento – Cagliari , Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela- rete RASPA, Rete Comitati Veneti “30 novembre”, Rete Commons Chiaiano, Rete della Conoscenza, Reti di pace, RETUVASA – Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Rize Up, Sa Nuxedda Free Vallermosa – Sardegna, Salviamo il paesaggio – Roma e Lazio, Solidarietà e partecipazione, Spezia Via dal Carbone – La Spezia, Stop Biocidio, Studenti per l’ambiente, Studenti per il NO – Messina, Taranto Ricerca Futuro, Transform!, Trivelle Zero – Marche, UGI – Unione Giovani Indipendenti – Colleferro, Uallò Uallà – Lanciano, UDS – Unione degli Studenti, Un Popolo in Cammino, Unione Mediterranea Lucania, VeneziAmbiente, Viva la Vida – Sibari, Zero Violenza, Zero Waste Lazio, Zero Waste Sardegna, Zero Waste Sicilia, Zona Ventidue – San Vito Chietino
C.S. Op.Zero 25-10-16 – Casello di Albarea: il Sindaco di Pianiga e’ un recidivo
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26
ott
2016
Comunicato Stampa Opzione Zero 25-10-2016
Casello di Albarea: il Sindaco di Pianiga è un recidivo
Il Sindaco di Pianiga Massimo Calzavara, al di là delle dichiarazioni buone per le campagne elettorali, continua nei fatti a promuovere le grandi opere. Ora ripropone il casello di Albarea come soluzione ai problemi di traffico della Riviera del Brenta. Per farlo cerca pure alleanze con le altre Amministrazioni: sembra infatti che proprio in questi giorni il primo cittadino di Pianiga abbia richiesto alla Conferenza dei Sindaci di scrivere una lettera unitaria al Presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, e alla società CAV SpA per riattivare le procedure di approvazione del progetto di nuovo casello autostradale in località Albarea.
Questa opera faceva il paio con quello a nord di Scorzè, ed era stata voluta dal Commissario straordinario Silvano Vernizzi come opera complementare del Passante nel 2009. Nel 2011 la Commissione V.I.A. con parere n. 724, aveva dato il suo benestare ma con numerose e tali prescrizioni da indurre di fatto una profonda revisione della proposta. Successivamente, mentre il casello di Scorzè-Martellago è stato portato a compimento, quello di Albarea si è arenato. E non per caso: perché infatti come denunciato fin dal 2008 dai comitati, il nuovo casello di Albarea, apparentemente opera secondaria rispetto alle altre infrastrutture e ai progetti di cementificazione pianificate in Riviera del Brenta dalle Giunte venete guidate da Galan, Chisso e Zaia, in realtà era stato pensato come vera e propria porta di accesso a ovest di Veneto City, e come alternativa al mancato arretramento della barriera a Roncoduro per lasciare spazio all’innesto dell’autostrada Orte-Mestre a Roncoduro.
Questo disegno perverso è stato poi bloccato dalla forte opposizione dei comitati rivieraschi, dalla crisi e dalle inchieste giudiziarie, e si è rivelato per quello che effettivamente era: un’altra grande occasione di ulteriore speculazione ai danni della collettività e delle casse pubbliche, sullo sfondo di un territorio già segnato dallo scandalo “MOSE”.
Opzione Zero attacca: “Tornare a chiedere la realizzazione del casello di Albarea non è altro che un modo obliquo e maldestro di rimettere in gioco Veneto City, progetto tenuto ancora in vita proprio dalla dalle inadempienze e dalla volontà politica delle amministrazioni pubbliche coinvolte, a cominciare dai Comuni di Dolo e Pianiga. Il Sindaco Massimo Calzavara evidentemente è un nostalgico recidivo: continua a riproporre le opere architettate dalla “cricca veneta” delle “grandi opere” come se nel frattempo non fosse successo niente. Troppo difficile fare i conti con le proprie responsabilità politiche, visto e considerato che alcuni dei suoi iniziali sostenitori come l’ex assessore Renato Chisso sono poi finiti in gattabuia.
“Ma – continua il comitato – se il punto vero della discussione è quello di alleggerire il traffico dalla Riviera del Brenta, allora è bene ricordare al primo cittadino di Pianiga e a tutti i suoi colleghi, a cominciare da quello di Dolo Alberto Polo, che la vera soluzione sta nella riapertura immediata del casello di Roncoduro, così come previsto dagli accordi del Passante. Il nuovo casello ad Albarea, non solo avrebbe impatti ambientali e paesaggistici distruttivi in un’area già pesantemente compromessa, ma costerebbe almeno 30 milioni di euro ai contribuenti. Per riaprire quello di Dolo bastano interventi di minima in tempi brevissimi, visto e considerato che sono state realizzate la maggior parte delle opere accessorie oltre che ben due bretelle. Ci appelliamo alla Conferenza dei Sindaci perché si attivi finalmente e seriamente in tal senso invece che guardare a un passato da incubo”.
C.S.Op.Zero 25/08/16 – Veneto City e la politica dell’interesse Zero.
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25
ago
2016
Il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara assieme all’ex assessore regionale Renato Chisso.
Comunicato Stampa Opzione Zero 25 agosto 2016
Veneto City e la politica dell’interesse Zero.
“Su Veneto City il processo è stato regolare e l’interesse Zero”. Così Massimo Calzavara, sindaco di Pianiga, ha risposto alla richiesta del Comitato Opzione Zero di mettere definitivamente la parola fine a una brutta pagina della politica rivierasca sulla travagliata questione del mega insediamento.
Non è sufficiente dichiarare di non avere interessi personali su questioni che hanno gravi ricadute sul territorio dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Esiste infatti la responsabilità politica che si assume nel voler continuare a tenere in vita un progetto anacronistico e dannoso per la Riviera e il Miranese.
Ai sindaci di Dolo e Pianiga il Comitato Opzione Zero infatti non chiede di annullare un accordo di programma solamente sulla base di voci o di intercettazioni ma su dati di fatto. La società Veneto City spa, infatti, è stata inadempiente e non ha rispettato alcuni obblighi previsti nell’accordo approvato a fine 2011. E’ inoltre assodato che Piergiorgio Baita, l’attore principale della “Cricca del Mose”, nel 2011 era entrato nei soci di Veneto City. Senza poi elencare le varie irregolarità esposte nel ricorso ora pendente al TAR, e proposto da Comitati, Associazioni e Categorie. Irregolarità delle quali il sindaco di Pianiga non tenne conto, rifugiandosi nel parere di parte dell’avvocatura regionale.
Le intercettazioni uscite nei giorni scorsi hanno solamente spiegato i dettagli delle azioni compiute dall’ex AD di Mantovani che riceve da Claudia Minutillo (assistente di Giancarlo Galan) la conferma che la Giunta regionale approva Veneto City.
Se l’interesse era Zero, perché Claudia Minutillo si preoccupava di avvisare Baita?
Inoltre il processo dell’approvazione di Veneto City non è stato per nulla regolare. Solo per citarne due: mancata esecuzione della VAS (valutazione ambientale strategica) e consiglio comunale di Dolo blindato con agenti in assetto antisommossa.
La pratica Veneto City sta inoltre bloccando la viabilità commerciale della Riviera del Brenta. Infatti l’ex casello di Dolo è ancora chiuso a causa di due progetti nati nell’era dell’ex assessore regionale Renato Chisso (anche per lui patteggiamento nel processo Mose): la Orte-Mestre che prevedeva il suo innesto proprio a Roncoduro e Veneto City che per la sua nascita necessita di un nuovo casello in località Albarea.
Dopo che la Orte-Mestre sembra ormai naufragata, sarebbe sufficiente una chiara scelta politica per chiudere la pratica Veneto City, poter riaprire finalmente l’ex casello di Dolo e investire sullo sviluppo socio-economico dei centri storici della Riviera e del Miranese.
C.S.Op.Zero 22/08/16 – “Veneto City: i Comuni abbiano il coraggio di annullare l’accordo di programma”
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22
ago
2016
Comunicato Stampa Opzione Zero 22 agosto 2016
“Veneto City: i Comuni abbiano il coraggio di annullare l’accordo di programma”
Dalle intercettazioni dell’inchiesta MOSE ancora conferme sul malaffare intorno al fantomatico polo del terziario avanzato.
Mentre i Comuni di Dolo e Pianiga si azzuffano sugli incassi dell’IMU, la società Veneto City spa continua a non rispettare gli impegni presi.
L’accordo di programma potrebbe essere annullato, basta volerlo.
Il processo MOSE è come un pozzo senza fondo dal quale escono continuamente nuove e incredibili nefandezze sul cosiddetto “sistema veneto delle grandi opere”. Di pochi giorni fa le notizie di stampa circa il forte interesse della “cricca”, e in particolare dell’ex AD della Mantovani Piergiorgio Baita, per l’affare Veneto City.
Niente di nuovo per Opzione Zero e per tutti i comitati che in questi anni hanno condotto una battaglia senza quartiere contro uno dei progetti più rovinosi per la Riviera del Brenta e per l’intero territorio regionale, e che fin da subito avevano denunciato con carte alla mano gli interessi speculativi e gli intrecci malavitosi che stavano e stanno tutt’ora alla base dell’operazione Veneto City.
Ma per Opzione Zero il fatto più inaccettabile su questa vicenda è l’inerzia o peggio la recidività delle amministrazioni pubbliche, in particolare dei Comuni coinvolti:
E’ vero che la crisi economica, le inchieste giudiziarie e i vari ricorsi pendenti al TAR hanno impedito fino ad ora al progetto di decollare, ma in teoria nulla vieta che da un momento all’altro tutto riparta visto che la variante urbanistica è ancora valida.
“Veneto City è come una pesante spada di Damocle sospesa sulla Riviera del Brenta – commentano da Opzione Zero – eppure le Amministrazioni di Dolo e Pianiga potrebbero in ogni momento mettere la parola fine a tutta la vicenda. La società Veneto City spa non ha infatti rispettato alcuni obblighi previsti nell’Accordo di Programma approvato a fine 2011 dai rispettivi Consigli Comunali e dal Presidente della Regione Luca Zaia. Se anche solo una delle parti è inadempiente, l’accordo può essere annullato basta volerlo.”
L’Accordo di Programma, all’Art. 5, prevedeva infatti che i Piani Urbanisti Attuativi relativi al primo e secondo stralcio della prima fase dovessero essere presentati dai proponenti entro e non oltre 18 mesi dalla pubblicazione nel BUR del decreto di esecutività. Questa documentazione fu effettivamente presentata nel luglio 2013 tra le proteste dei comitati, ma ciò che ci si dimentica di dire è che la documentazione depositata agli atti è tutt’ora largamente carente rispetto a quanto richiesto dalle norme urbanistiche.
“E’ incredibile – aggiunge il comitato – come di fronte a un quadro che svela in modo ormai inequivocabile i veri interessi che stanno alla base di Veneto City, i Sindaci di Dolo e Pianiga non trovino di meglio da fare che azzuffarsi sugli incassi dell’IMU e degli oneri di urbanizzazione. Peggio ancora, il Sindaco di Dolo Alberto Polo di recente è tornato a proporre la necessità del casello autostradale di Albarea, un’opera pensata esclusivamente in funzione di Veneto City. Perché mai le due amministrazioni non hanno invece pensato di fare qualcosa per inchiodare i proponenti alle loro responsabilità e per far saltare tutta l’operazione? Dobbiamo dedurre che nonostante tutto quello che è accaduto qualcuno intende perseverare sulla stessa strada facendo finta di niente? Forse è bene rammentare ai due Sindaci che il progetto è stato approvato senza la necessaria procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), il che significa che gli impatti sul territori e sulla salute dei loro cittadini sono ancora ignoti”.
Opzione Zero chiede ai consiglieri comunali che in campagna elettorale si sono schierati contro il progetto di fare la loro parte e di portare la questione all’ordine del giorno nei rispettivi Consigli Comunali; e intanto sono allo studio altri atti formali per ottenere l’annullamento del famigerato accordo di programma.
C.S. Op.Zero 14/07/16 – Orte-Mestre: progetto insostenibile anche dal punto di vista tecnico. I Sindaci rispettino il mandato.
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15
lug
2016
Comunicato Stampa Opzione Zero 14-07-2016
Orte-Mestre: progetto insostenibile anche dal punto di vista tecnico. I Sindaci rispettino il mandato.
Sembra assurdo dover tornare a parlare di autostrada Orte-Mestre, soprattutto dopo il grave disastro ferroviario di due giorni fa in Puglia. Un disastro che dimostra per l’ennesima volta come la politica delle “grandi opere”, spesso inutili e insensate, abbia disastrato il Paese assorbendo miliardi e miliardi di euro che invece dovevano essere spesi per interventi di manutenzione, riqualificazione e messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti. Se sulle ferrovie regionali si muore perché non si fanno investimenti sui dispositivi di sicurezza mentre si buttano 20 miliardi di euro per il tunnel di base della TAV in Val di Susa; qui da noi si continua a morire perché da decenni non si è voluti intervenire su una delle strade più pericolose d’Italia per giustificare la necessità dell’ennesima autostrada a debito.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici domani dovrà esprimere un parere decisivo per l’iter della Orte-Mestre: da quanto si apprende emerge in modo chiaro come anche i tecnici del Ministero si siano resi conto dell’insostenibilità di questo progetto. E non si tratta solo di insostenibilità ambientale ma anche tecnica ed economica; numerose infatti le osservazioni critiche presenti nel documento in discussione: dalla scarsità dei rilievi geologici e idrogeologici, alla mancanza di un’adeguata progettazione preliminare per tratti importanti come il tunnel sotto il Brenta, alla mancanza di uno studio di fattibilità, alle analisi dei flussi di traffico e di trasporto delle merci datati e inadeguati; anche la stima dei prezzi e la sostenibilità economica vengono messi in discussione.
Tutte questioni già sollevate in tante sedi da vari comitati e associazioni che come Opzione Zero aderiscono alla rete Nazionale Stop Orte-Mestre, ma rimaste troppo a lungo inascoltate.
Il fatto che questi rilievi ora emergano da documenti ufficiali del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici fa ben sperare, peccato però che non sia ancora stata scritta in modo chiaro quella che è la conclusione più logica, e cioè che questo progetto deve essere ritirato definitivamente.
In questo senso, il ruolo dei Sindaci alla riunione di domani è importantissimo, visto e considerato che oltre tutto il nuovo Codice degli Appalti, abolendo la Legge Obiettivo, torna a dare alle amministraioni locali un ruolo non secondario.
Ed è proprio ai Sindaci della Riviera del Brenta che si rivolge il Comitato Opzione Zero, rammentando loro come i Consigli Comunali di Mira, Dolo, Mirano, Camponogara e anche Pianiga abbiano approvato a stragrande maggioranza nel 2014 degli ordini del giorno con i quali si richiede al Governo la cancellazione della nuova autostrada e la messa in sicurezza immediata della Romea.
Un mandato espresso in modo forte e inequivocabile che non lascia spazio ad ambiguità e tentennamenti che in questo momento sarebbero deleteri e ingiustificabili; Opzione Zero è vigile e pronto a inchiodare alle proprie responsabilità i voltagabbana di turno.
C.S. Op.Zero 10/05/16 – “Terminal crociere a Dogaletto: una follia che respingeremo con ogni mezzo”
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10
mag
2016
Comunicato stampa Opzione Zero 10 maggio 2016
“Terminal crociere a Dogaletto: una follia che respingeremo con ogni mezzo”
“Se qualcuno pensa di approfittare del problema “grandi navi” per ridare la stura a vecchi progetti che sanno tanto di speculazione immobiliare come i poli logistico e crocieristico di Dogaletto, si sbaglia di grosso. Cementificare centinaia di ettari di suolo agricolo in riva alla Laguna per fare spazio ai mostri del mare è una follia che contrasteremo con ogni mezzo a disposizione. Che le si voglia piazzare a Venezia, a Marghera, a Dogaletto o da qualsiasi altra parte, le “grandi navi” rimangono sempre incompatibili e insostenibili. Come comitato siamo uniti e compatti con il Comitato No Grandi Navi e con le associazioni ambientaliste per bloccare la costruzione di nuovi canali o nuovi terminal. Le “grandi navi” devono stare fuori dalla Laguna punto e basta”.
E’ questa la pronta risposta di Opzione Zero alle dichiarazioni rilasciate oggi sulla stampa da parte del presidente della società Venezia Terminal Passeggeri (VTP) Sandro Trevisanato sulla possibilità di un terminal a Dogaletto.
In un articolo del Gazzettino, Trevisanato prende infatti spunto dalla proposta fatta da Venezia Investimenti di ricollocare le navi da crociera oltre le 96.000 ton a Marghera, per rilanciare l’idea di costruire un nuovo terminal crociere sfruttando le aree agricole che si affacciano sulla Laguna nei pressi della Cassa di Colmata A in Comune di Mira, o forse là dove era previsto il Polo Logistico.
“Si tratta di progetti estremamente impattanti contenuti nel PTRC partorito dall’ultima giunta Galan-Chisso e mai emendati dai successivi governi regionali guidati dalla Lega – prosegue Opzione Zero – Progetti che rientravano in pieno nella furia speculativa e cementificatrice che ha devastato il Veneto, e di cui il caso MOSE ha offerto uno spaccato inequivocabile”.
Per Opzione Zero è necessario stroncare immediatamente un disegno del genere, e per questo chiede al Comune di Mira di intervenire facendo pesare fino in fondo il proprio ruolo di comune lagunare presso la Regione, l’Autorità Portuale e presso il Comitatone.
Opzione Zero presenterà inoltre un proprio contributo in fase di osservazioni al nuovo Piano di Assetto del Territorio, con l’intento di introdurre vincoli più specifici e più stringenti per le aree potenzialmente interessate da questi progetti.
C.S.Op.Zero 16/01/16 – Romea: vietare subito il transito ai TIR
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16
gen
2016
Comunicato stampa Opzione Zero 16 gennaio 2016
Romea: vietare subito il transito ai TIR
Sulla sicurezza in Romea le promesse del Governo non bastano più, bisogna agire subito senza ambiguità, in gioco c’è la pubblica incolumità dei cittadini. Per ridurre drasticamente gli incidenti è necessario vietare il transito del traffico pesante di “attraversamento” con una ordinanza specifica delle Prefetture; un provvedimento facile, immediato e a costo zero che è già stato emanato in situazioni analoghe.
Come si sa uno dei problemi più grossi della Romea non è tanto il volume di traffico, ma la grande quantità di camion che la percorrono (almeno il 35% dei 18.000 veicoli medi giornalieri). La maggior parte dei TIR sono diretti o provengono dall’est europeo e usano la statale per non pagare i pedaggi autostradali.
Visto che l’elevata densità di traffico pesante è una delle maggiori cause di incidenti, Opzione Zero ribadisce la necessità di vietare il transito ai mezzi pesanti che usano la statale come alternativa all’autostrada. Si tratta di un provvedimento che le Prefetture competenti potrebbero emanare facilmente al fine di tutelare la pubblica incolumità, un modo concreto e tempestivo per dare finalmente una risposta all’annoso problema della sicurezza nella famigerata statale.
Opzione Zero torna a rilanciare con forza questa proposta soprattutto dopo la inconsistente risposta data dal Governo lo scorso 13 gennaio alla camera in occasione di una specifica interrogazione presentata dai Deputati veneti Crivellari e Mognato. Una risposta per nulla convincente secondo il comitato rivierasco, perché se da un lato viene confermato lo stanziamento di 1,6 miliardi di euro per la messa in sicurezza di E 45 e SS 309 nel periodo 2015-2019, nulla si dice su come questi fondi verranno ripartiti tra due tratte che necessitano di interventi ben differenti per complessità tecnica e per costi. Niente nemmeno sui tempi con i quali si intende avviare i cantieri, e intano già il primo dei 5 anni è stato perso inutilmente.
Nessuna risposta si trova poi sulla “Romea Commerciale”, tema ambiguamente inserito nella interrogazione dai due parlamentari del PD. Il silenzio del Governo sul futuro della nuova autostrada potrebbe essere letto positivamente, ma le preoccupazioni per i comitati rimangono tutte visto che il progetto non è ancora stato derubricato dalla Legge Obiettivo e potrebbe riprendere facilmente quota anche solo per la tratta Ravenna-Mestre.
Del resto solo pochi mesi fa era stato lo stesso assessore ai trasporti dell’Emilia Romagna a rilanciare l’idea di una nuova arteria (a due o quattro corsie) tra Ravenna e Mezzogoro attraverso le Valli del Mezzano sullo stesso tracciato della Orte-Mestre; una proposta questa che avrebbe senso solo in funzione di un completamento a nord fino al Passante di Mestre. L’idea dell’assessore Donini appare ulteriormente paradossale se si considera che proprio la Regione Emilia Romagna e ANAS sembrano finalmente interessati a completare la variante alla Statale Adriatica SS 16 che collega Ravenna all’autostrada A-13 nei pressi di Ferrara. Questa nuova superstrada, di cui si parla da almeno 35 anni, è già stata finanziata e realizzata per buona parte del suo tracciato; basterebbero solo 100 milioni di euro per realizzare i collegamenti Ravenna-Alfonsine e Alfonsine-Argenta, ultimando così un’opera fondamentale per poter dirottare facilmente il traffico pesante dalla Romea alla A-13 e consentire finalmente di trasformare la statale in strada turistica e di servizio alle comunità locali.
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L’A13 è l’alternativa alla romea per raggiungere Ravenna dall’innesto del Passante (Roncoduro, Dolo). Basterebbe completare la variante alla Statale Adriatica 16 (superstrada di cui si parla da almeno 35 anni). In rosso i tratti da realizzare (cliccare sull’immagine per ingrandirla).
RAI TGR – Passante di Mestre: gli utili della CAV
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27
dic
2015
TGR – Veneto sempre piu’ cementificato
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21
ott
2015
C.S.Op.Zero 10/09/15 – Riparte la Orte-Mestre: Comitati pronti a dare battaglia.
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10
set
2015
COMUNICATO STAMPA 10 SETTEMBRE 2015
Di ieri la notizia che il Governo ha intenzione di rimettere in pista la Orte-Mestre con la prossima Legge di Stabilità. Una notizia che non sorprende più di tanto i Comitati che da anni si battono contro il mostro.
“Il sospetto lo avevamo avuto già lo scorso aprile– dichiara Mattia Donadel di Opzione Zero – quando i parlamentari di PD, Lega e NCD si sono rifiutati di scrivere la parola fine a questa assurda vicenda. Avevamo avvertito che togliere l’opera dalla lista di quelle finanziabili per il 2015 era solo un modo del nuovo ministro Del Rio per prendere tempo dopo la buriana dello scandalo sistema.
D’altra parte 10 miliardi di euro sono un bottino troppo grosso che fa gola alle multinazionali del cemento, e non è un caso che subito dopo questa notizia i gruppi Astaldi e Salini abbiamo fatto un balzo in avanti in borsa (rispettivamente +5%, +2%).
Renzi e Zaia ora spieghino ai cittadini della Riviera del Brenta per quale motivo hanno deciso di “regalare” quasi 2 miliardi di euro di sconti fiscali ai costruttori di un’autostrada del tutto inutile oltre che devastante, mentre invece non si riescono a trovare 100 milioni di euro per risarcire le vittime del tornado, né tanto meno le risorse per scontare loro IMU e TASI. Questa decisione è vergognosa e inaccettabile, ma sappia il Governo che troverà pane per i suoi denti, siamo pronti a dare battaglia”.
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