Tribuna di Treviso – Revine Lago. Mezza montagna e’ dei cavatori.
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16
gen
2014
Gli amministratori: «Il Prac non consenta di usare le proprietà per siti estrattivi»
REVINE LAGO. Si immagini la basilica di San Pietro scavata nel cuore della montagna che sovrasta Revine. Questa era la volumetria che a metà degli Anni Duemila la ditta Fassa si proponeva di coltivare. Senza, magari, dare nell’occhio, salvo che per quel foro d’ingresso. Ma nessuno volle saperne; il progetto venne bloccato dalla mobilitazione popolare che convinse la Regione a non concedere autorizzazioni.
Oggi, in presenza del Prac, il piano regionale delle cave, ritorna quell’antica paura: che i cavatori con proprietà da queste parti possano avvalersi del loro diritto a coltivare la terra, pardon, i boschi. Oltre alla Fassa c’è l’impresa Segat, mentre sul Fadalto, altra montagna candidata alle estrazioni, ha operato a lungo la Grigolin.
«Noi sindaci della Vallata accenderemo l’opposizione, la più strenua, contro chiunque oserà fare scempio del nostro territorio», anticipa Renzo Tonin, primo cittadino di Follina, «ma è evidente che chi ha proprietà di terreni e di sottosuoli ha un vantaggio in più di ottenere licenza di scavo».
Battista Zardet, sindaco di Revine, è la prudenza fatta persona; l’amministratore rifugge il catastrofismo.
«Però», mette pure lui le mani avanti, «in zona è già operativa una piccola cava di pietra che sta dimostrando quanto insopportabile sia lo sfregio di attività come queste; non possiamo permetterci altri ‘sbreghi’. Immaginarsi», insiste il sindaco, «se non dobbiamo reagire anche al più impercettibile sospetto che possa capitarci fra capo e collo qualcosa di ancor più lacerante».
Ecco perché tra ieri ed oggi i cinque sindaci della Vallata (Revine, Tarzo, Cison, Follina e Miane) hanno sottoscritto le Osservazioni al Prac che devono essere depositate in Regione entro il 21 gennaio.
«Siamo sicuri che i Fassa, i Segat, con le proprietà che già vantano, ed altri cavatori non si facciano avanti? La crisi delle costruzioni li consiglierebbe di no. Ma, a scanso di sorprese, è meglio essere previdenti e richiedere alla Regione un altro, rotondo no».
Claudio Niero, consigliere regionale del Pd, ha seguito da Venezia tutta la partita e, a suo avviso, quello che si sta conducendo è un gioco strano.
«Strano perché la provincia di Treviso dà un contributo del 50% al Veneto in termini di ghiaia e sabbia. Il calcare doveva arrivare da Vicenza, Verona ed altre province. Il Prac, invece, candida anche la Pedemontana vittoriese. Perché? Ci sono interessi particolari?».
Francesco Dal Mas
Tribuna di Treviso – Vittorio Veneto. Pesticidi sui vigneti, il Consiglio vieta i farmaci irritanti.
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29
dic
2013
VITTORIO VENETO – Pesticidi irritanti vietati: è la stretta sui fitofarmaci del regolamento di polizia rurale, che passerà domani sera in consiglio comunale per un aggiornamento. I Comuni della Docg del Prosecco hanno deciso di introdurre delle restrizioni su pesticidi che pur si troverebbero in commercio. Determinante è stato il contributo vittoriese all’elaborazione del nuovo documento, che bloccherà i pesticidi classificati come irritanti o tossico-nocivi nel trattamento delle vigne e in generale per i trattamenti fitosanitari in agricoltura.
«È un anno che stiamo lavorando a questo aggiornamento del regolamento, seduti a un tavolo comune con tutti gli enti coinvolti. Se si approverà, si approverà tutti insieme. Nel testo c’è una sensibile restrizione dei prodotti che possono essere usati per i trattamenti», aveva spiegato nei giorni di stesura delle bozze l’assessore Antonio Miatto, che si sta occupando del regolamento per il Comune di Vittorio, «Hanno collaborato attivamente tutti i 15 Comuni coinvolti nel primo regolamento di polizia rurale, già in vigore, e anche l’Usl. Ora non resta che il testo venga approvato dai consigli comunali dei singoli Comuni».
Tra le molecole che saranno bloccate dalle nuove restrizioni ci sono anche i ditiocarbammati, sospettati da più parti di avere effetti nocivi sulla salute, anche cancerogeni. Si tratta di norme che i Comuni intendono autoimporsi: se alcuni prodotti possono in via teorica essere usati legalmente i Comuni invece ne introdurranno il divieto a maggior tutela della salute. È questo lo spirito della nuova bozza che sta arrivando sui tavoli delle giunte e delle commissioni comunali del territorio.
I Comuni coinvolti sono San Pietro di Feletto, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto. Hanno partecipato ai lavori la scuola per l’agricoltura di Conegliano, il centro ricerche Car, l’università di Padova, l’Arpav, la Regione e la Provincia.
Alberto Della Giustina
Gazzettino – Pieve di Soligo. Sindaci choc: basta pesticidi tossici
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20
lug
2013
PIEVE DI SOLIGO – Rivoluzione sulle colline del Prosecco: norme più restrittive della legge nazionale
Quindici Comuni hanno approvato la revisione del regolamento intercomunale di Polizia
Basta con i fitofarmaci molto tossici, tossici e nocivi sul territorio della Docg del Prosecco superiore. I 15 sindaci dell’area che va da Conegliano a Valdobbiadene hanno approvato la revisione del Regolamento intercomunale di Polizia Rurale sull’uso dei prodotti fitosanitari che dovrà ora essere ratificata dai singoli consigli comunali. Una decisione che rivoluzionerà quello che è il modo di fare agricoltura perchè “sfida” la legge nazionale introducendo limitazioni senza dubbio più restrittive. Con una sola eccezione: in caso di condizioni climatiche che possono pregiudicare la produzione una speciale commissione formata da esperti deciderà in tempo reale in quale area e con quali modalità concedere eccezioni.
«Il documento – evidenziano infatti i sindaci – contiene delle regole che non hanno precedenti nella regolamentazione a tutela della salute e del territorio».
Vengono vietati infatti i fitofarmaci molto tossici, tossici e nocivi dai territori della Docg del Prosecco Superiore; viene introdotto l’obbligo di segnalazione preventiva dell’inizio dei trattamenti a richiesta del vicino; vengono definite le distanze di sicurezza dai corsi d’acqua, abitazioni e aree sensibili.
«Lo abbiamo fatto per i cittadini ma anche per gli stessi agricoltori – affermano i sindaci -. In questo modo viene data una risposta forte e inequivocabile alla domanda di tutela della salute pubblica e viene straordinariamente qualificato un territorio ed un prodotto che reciprocamente si valorizzano e che oggi sono legati anche dalla qualità dell’ambiente già buono ma che i sindaci vogliono sempre più in costante progressivo miglioramento».
Ecco i 15 Comuni che hanno siglato l’accordo: Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.
La rivoluzione introdotta dal Regolamento a questo punto potrebbe anche far piacere ai grillini del Quartier del Piave che per oggi hanno indetto una manifestazione a Farra. «Sindaco: più salute e meno veleni»: questo è l’appello che verrà lanciato proprio contro l’uso dei pesticidi. L’appuntamento è alle 16 davanti al municipio. «Per spronare le amministrazioni – spiega il Movimento 5 stelle – a tutelare la salute pubblica».
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