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Gazzettino – Vittorio Veneto. Treni sempre piu’ lumaca

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23

mag

2015

VITTORIO VENETO – L’odissea dei pendolari diretti a Venezia

A conti fatti, è come se fossero tornati a casa con un treno che viaggiava a meno di 30 chilometri all’ora. I pendolari vittoriesi, organizzati nel comitato «Il treno dei desideri», tornano a protestare per le inefficienze del trasporto locale su rotaia, che costringono molti di loro a dilatare i già notevoli tempi di percorrenza del tragitto casa – lavoro e viceversa in presenza di un minimo inconveniente.

È il caso di mercoledì pomeriggio, quando pendolari vittoriesi e bellunesi che lavorano a Venezia hanno raggiunto la stazione di Santa Lucia per salire sul regionale delle 17.31 per Udine. Un rapido sguardo al tabellone delle partenze ed ecco la sorpresa: il treno era cancellato.

«Ai nostri “colleghi” – riferisce la vittoriese Lidia Scarpa del comitato – non è rimasto altro da fare che prendere il treno per Conegliano delle 17.45. La corsa è partita con 7 minuti di ritardo e questo ha messo a rischio ancora più forte la già difficile coincidenza a Conegliano per Vittorio. Alcuni viaggiatori si sono rivolti al capotreno, il quale dopo avere contattato la sede di Mestre ha risposto che il treno per la montagna non li avrebbe aspettati e che comunque c’era quello delle 19.41», con arrivo a Vittorio alle 20.

Morale: il treno da Venezia è arrivato a Conegliano alle 18.52, a «Minuetto» per Belluno già partito da tempo, e quindi diversi viaggiatori hanno dovuto attendere più di tre quarti d’ora in stazione il collegamento successivo. Quello che, sulla carta e nella normalità, doveva essere un viaggio di un’ora e mezza scarsa, è diventata un’odissea di due ore e mezza.

«Ormai è la prassi – testimonia una pendolare -: se cancellano un treno o c’è un guasto servono due ore per tornare a casa, ma solo se trovi uno “strappo” da chi ha smesso da tempo di prendere il treno a Vittorio».

Non è la prima volta che i pendolari vittoriesi, alpagoti e bellunesi denunciano disagi simili.

 

Gazzettino – Treni, i pendolari contano le “Frecce”

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22

mag

2015

FERROVIE FVG – Dubbi dei Comitati sui soldi pubblici alle lunghe percorrenze. I Civity dal 15 giugno

La Regione paga 3 milioni all’anno per Milano e Roma: «Semmai cambieremo dopo la maxi-gara»

UDINE – I treni veloci Frecciargento e Frecciabianca che collegano Trieste e Udine a Roma e Milano finiscono nel mirino dei pendolari del trasporto pubblico locale, perché poco frequentati e, sulla tratta regionale e fino a Mestre, non così rapidi come si converrebbe all’alta velocità.

Da qui la domanda-provocazione: i numeri dei viaggiatori e i tempi di percorrenza sono sufficienti a giustificare i 3 milioni di euro l’anno (per ora fino al dicembre 2015) che la Regione mette a disposizione per garantire ai cittadini del Friuli Venezia Giulia il servizio di collegamento rapido con Roma, Milano e Torino, attraverso 4 Frecciargento (Trieste-Roma e Udine-Roma e ritorno) e 4 Frecciabianca (Trieste-Milano/Torino e ritorno)?

Il quesito, posto per avviare «una riflessione», scaturisce da un’analisi pubblicata in questi giorni (tra l’altro sul blog Comitato pendolari Alto Friuli) dal titolo «Frecce spuntate del Fvg», nella quale si elencano i tempi di percorrenza dei treni veloci e si dà qualche dato sul loro utilizzo.

Per la verità dati stringati, secondo i quali vi sarebbero «30-40 passeggeri al massimo sulla tratta Trieste-Mestre, mentre più utilizzate risultano le Frecce Udine-Roma grazie soprattutto alle fermate intermedie di Pordenone, Conegliano e Treviso».

Trenitalia non fornisce il tasso di occupazione perché considerato «sensibile» in regime di concorrenza, anche se il finanziamento regionale degli 8 Freccia da solo sta a dire che essi sono sensibilmente sotto la soglia della sostenibilità di mercato. Riescono a reggersi con le proprie forze, invece, gli altri 8 Freccia effettuati giornalmente da Trenitalia in regime di libero mercato.

Alta velocità. Sotto la lente dei pendolari non solo il numero dei passeggeri, ma anche l’alta velocità che tali mezzi dovrebbero assicurare. Dalle rilevazioni che hanno effettuato, la considerano «virtuale», poiché «i treni Frecciabianca e Frecciargento che collegano Torino-Milano e Roma a Trieste e Udine percorrono il Friuli Venezia Giulia con tempi che in alcuni casi sono superiori a quelli dei treni regionali».

Non da ultimo, sottolineano, il Friuli Venezia Giulia «è l’unica regione d’Italia che paga Trenitalia per garantirsi i collegamenti Freccia». Una verità confermata dall’Ufficio stampa di Trenitalia.

La replica. «Come avviene per il trasporto regionale, anche questi collegamenti non starebbero in piedi dal punto di vista economico e la scelta, al momento e prima della gara del trasporto ferroviario, è tra averli e non averli», replica l’assessore regionale ai Trasporti, Mariagrazia Santoro.

«Abbiamo convintamente optato per il mantenimento di questi importanti collegamenti – aggiunge -, i quali che consentono di confermare l’attrattività logistica anche per imprese che hanno la sede legale nella nostra regione e versano i contributi qui in misura nettamente superiore a quella che può essere la spesa del servizio, quindi a conti fatti conviene ai cittadini avere questi collegamenti e conviene alla Regione poter offrire al proprio tessuto economico-produttivo servizi di qualità».

Con il nuovo bando di gara, la Regione «potrà anche valutare altre possibilità di collegamento che devono però consentire una continuità nel nodo di Mestre». In generale, comunque, «il tema dei servizi in aree a bassa domanda, non si può analizzare con la sola con la logica del costo-utenti», conclude Santoro.

Nuovi convogli. Proprio ieri sera, intanto, Santoro ha confermato che il 15 giugno entreranno in esercizio i primi, sospirati nuovi treni Civity della spagnola Caf. Funzioneranno sulla Trieste-Tarvisio.

 

Gazzettino – Calalzo. Torna il treno diretto per Venezia.

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1

mag

2015

Una nuova corsa che collegherà la montagna alla laguna solo nei giorni festivi. Pendolari delusi

NUOVO SERVIZIO – Potrà trasportare 120 persone e 32 bici

Torna il treno diretto Venezia-Vittorio-Calalzo, ma purtroppo per i pendolari che lo vorrebbero ogni giorno sarà limitato alle domeniche e ai giorni festivi di agosto.

Regione, Trenitalia e Dolomitibus, in collaborazione con la Provincia di Belluno, hanno annunciato nei giorni scorsi l’avvio del progetto turistico «Trenobus delle Dolomiti». Esso prevede che nei giorni festivi dal 26 luglio al 6 settembre si effettui un treno da Venezia Santa Lucia a Calalzo via Conegliano-Vittorio con 120 posti a sedere e possibilità di trasportare fino a 32 biciclette alla volta. Il treno partirà dalla stazione lagunare alle 7.50 e fermerà a Mestre, Mogliano, Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto, Santa Croce del Lago, Stazione per l’Alpago, Ponte nelle Alpi e Longarone e arriverà a Calalzo alle 10.25. Qui ci sarà un mezzo della Dolomitibus per Cortina attrezzato per il trasporto delle due ruote. Da Calalzo il treno compirà il percorso inverso con partenza alle 17.15 negli stessi giorni e con fermate nelle stesse stazioni.

Da tempo i comitati dei pendolari, dopo il cambio di treno obbligatorio a Conegliano introdotto dall’orario cadenzato, chiedono almeno una corsa diretta montagna-laguna nei giorni lavorativi. Per ora è arrivata solo quella festiva ed estiva.

«Nulla osta all’istituzione del treno diretto da Venezia a Calalzo nei festivi d’estate. È una novità che può incentivare la mobilità turistica, in particolare da sud verso nord. Potrebbe essere ripetuta anche in inverno, non tanto per il trasporto delle bici quanto per raggiungere le località sciistiche» commenta il vittoriese Diego Tiozzo, portavoce del comitato “Il treno dei desideri”, che aggiunge: «Confermiamo, insieme ai pendolari del bellunese, la richiesta di una corsa diretta dalla montagna alla pianura almeno nell’ora di punta del mattino».

Tiozzo non rinuncia a una chiosa velenosa: «L’arrivo della corsa diretta domenicale dimostra che forse l’orario cadenzato non è così intoccabile come in altre occasioni si cerca di sostenere».

Il “Treno dei desideri” si dice deluso per quanto (non) fatto da Comune e Mom per potenziare i collegamenti serali tra Conegliano e Vittorio: «Ci aspettavamo davvero di più. La sospensione dei collegamenti serali in questa parte della provincia e nel bellunese hanno leso pesantemente il diritto alla mobilità dei cittadini».

Luca Anzanello

 

VITTORIO VENETO – Una mail all’assessore: «Quel treno ci aspetti»

Treno per andare al lavoro soppresso, treno per tornare a casa idem. E i pendolari spazientiti scrivono “in diretta” all’assessore regionale chiedendole (vanamente) di bloccare il treno. Giornata nera quella di mercoledì per chi ha dovuto utilizzare le ferrovie Udine-Venezia e Belluno-Conegliano. Sulla tratta principale un problema tecnico nel capoluogo friulano ha innescato una serie di ritardi tra i treni del primo mattino, che hanno toccato punte di un’ora come nel caso del regionale 2807, uno dei più utilizzati dai pendolari che già in precedenza avevano dovuto registrare la cancellazione (tra Conegliano e Treviso) del convoglio 2853, il primo utile per chi arriva dal bellunese e dal vittoriese ed è diretto a Treviso o Venezia.

Qualche problema ha riguardato anche la linea che unisce montagna e pianura: in tarda mattinata il 5635 Belluno-Treviso è rimasto fermo con il motore acceso per 20 minuti in stazione a Vittorio. A metà giornata i guai non erano ancora finiti: il treno delle 17.31 per Sacile è stato cancellato. Ai pendolari diretti a Vittorio e Belluno hanno dovuto prendere il convoglio successivo per Conegliano, in partenza da Venenzia alle 17.45, per l’occasione con un quarto d’ora di ritardo. Tra la cancellazione e la partenza posticipata del treno successivo i pendolari, alcuni dei quali aderenti al comitato “Il treno dei desideri”, erano certi – come poi è avvenuto – di perdere la coincidenza per Vittorio e di dovere attendere quasi un’ora a Conegliano. Durante il viaggio hanno scritto un’e-mail alla Regione e per conoscenza all’assessore ai trasporti Elena Donazzan: «Non ci viene garantito che il treno delle 18.41 Conegliano-Belluno ci aspetti e pertanto dovremo usufruire di quello successivo, alle 19.41! Le sembra accettabile che il convoglio più utilizzato da chi studia e lavora a Venezia non sia per nulla garantito? Le chiediamo di chiamare con urgenza Trenitalia chiedendo di fare aspettare il treno delle 18.41 per Belluno sul quale contavamo di salire per rincasare dopo una giornata di lavoro».

Che ha invece riservato una lunga attesa a Conegliano. E ieri Trenitalia si è scusata con l’assessore Donazzan e con gli utenti, spiegando che il disservizio è stato causato da un fattore molto umano, un’indisposizione del capotreno legata a una svista organizzativa. E precisa che non accadrà più: in futuro per analoghe situazioni verrà assicurato il servizio di bus sostitutivo.

Luca Anzanello

 

Nuova Venezia – Treni, sessanta gli interventi necessari

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18

gen

2015

Pigozzo (Pd): «La Regione però non dice quanto soldi può spendere». Donazzan: «Il mio non sarà un libro dei sogni»

VENEZIA – Bruno Pigozzo, esponente Pd e vicepresidente della commissione Infrastrutture e trasporti del Consiglio regionale, riconosce il lavoro fatto ma non ipotizza a breve grandi novità per i pendolari veneti, che spesso viaggiano stretti come acciughe o non trovano al binario il treno che dovrebbe riportarli a casa.

«L’assessore Elena Donazzan», annota Pigozzo dopo l’incontro di mercoledì, «ci ha presentato una tabella puntuale con sessanta interventi che la Regione Veneto intende richiedere a Trenitalia per migliorare i dissservizi segnalati finora dagli utenti. È un buon lavoro di ricognizione, ma rischia di essere un libro dei sogni se giunta e Trenitalia non indicano anche la fattibilità tecnica e gli importi necessari».

Nell’elenco figurano anticipi delle partenze; un aumento delle corse sulle tratte Venezia-Portogruaro, Conegliano-Venezia e Belluno-Conegliano; convogli più capienti sulle tratte Monselice-Mantova, Padova-Bologna, Schio-Vicenza e Sacile-Venezia; nuove fermate per i treni regionali veloci (ad esempio a Preganziol o a Santa Croce del Lago per la tratta Belluno-Calalzo), un maggior numero di treni festivi e prefestivi.

«Va bene il lavoro di sistematizzazione delle richieste, operato dagli uffici tecnici della giunta», aggiunge Pigozzo, «ma, se continuano a mancare gli elementi tecnici di fattibilità e di costo, rischiamo davvero di “perdere il treno” del bilancio 2015. Il che significa rinviare al 2016 e oltre ogni possibilità di migliorìa e di correzione dei servizi offerti ai pendolari veneti».

Se Luciano Ferro, pendolare di Quarto d’Altino, si limita a un perentorio «siamo in una valle di lacrime», Marco Natella, di Musile di Piave, utente della tratta San Donà di Piave-Venezia, sottolinea che «il Comitato pendolari del Veneto Orientale è ancora in attesa di essere ricevuto dal nuovo assessore Donazzan».

Nel 2014, dopo l’uscita di scena di Renato Chisso, non è stata nemmeno votata dalla giunta Zaia la delibera regionale sulle multe a Trenitalia.

«Io», osserva Natella, «rinuncerei volentieri allo sconto sull’abbonamento ferroviario se mi venissero garantite più corse il sabato e la domenica. Nei prefestivi e festivi devo infatti usare la mia auto per raggiungere il mio posto di lavoro a Venezia».

L’assessore Elena Donazzan (Pdl-Forza Italia per il Veneto), che il 28 ottobre 2014 ha ricevuto le deleghe alla Programmazione dei Trasporti e al Trasporto pubblico locale, respinge l’appunto al mittente.

«Spiace che il collega Pigozzo non abbia colto le differenze di calendario e di passo. Dopo solo due mesi dal mio insediamento sono andata a riferire in commissione consegnando una ricognizione puntuale, che delinea obiettivi e tempi di realizzazione. In particolare, per quanto riguarda il materiale rotabile, sono in arrivo nuove carrozze più confortevoli. Già grazie all’orario cadenzato sono stati superati disagi e criticità. Quello che ho illustrato non è un libro dei sogni, ma un programma che intendo realizzare puntualmente, impegnandomi su questo versante anche nella prossima legislatura. Ho poi incontrato a Roma Trenitalia e ho anche partecipato alla conferenza degli assessori regionali ai Trasporti, dove negli ultimi cinque anni non avevano mai incontrati il mio predecessore. Questa delega è davvero affascinante».

Claudio Baccarin

 

Portogruaro. L’ira dei pendolari per i treni soppressi. Comitati pronti a fare squadra con il Friuli

Cancellati altri cinque regionali

PORTOGRUARO «Solo negli ultimi due giorni sulla linea Venezia-Portogruaro-Trieste sono stati soppressi ben cinque treni regionali».

Tornano le proteste lungo i binari del Veneto Orientale, dove i viaggiatori sono stati costretti a fare i conti con una nuova ondata di convogli cancellati. A tenere la “contabilità” sono i Comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. Così, guardando i dati diffusi dai pendolari, si scopre che giovedì si sono verificate due soppressioni al mattino e la cancellazione di un regionale veloce per un guasto al pomeriggio. Mentre venerdì sono stati soppressi tre “regionali lenti” che coprono la tratta Portogruaro-Mestre e viceversa.

«Tra questi, il treno delle 13.06 da Portogruaro, che è molto usato dagli studenti, e il regionale delle 18.57 da Mestre verso Portogruaro, utilizzato dai lavoratori che rientrano a casa», spiegano i pendolari. I Comitati fanno sapere di voler fare rete anche con i “colleghi” pendolari del Friuli, per difendere la continuità del servizio tra le due regioni ed evitare il rischio che, con le nuove gare per l’affidamento della gestione, si verifichi una situazione simile a quella della Venezia-Milano, dove chi non viaggia con le Frecce è costretto a cambiare a Verona. I Comitati attendono la convocazione di un incontro in Regione.

«Nell’ultimo di fine ottobre», spiegano i pendolari, «i tecnici ci avevano detto che, terminata la raccolta delle istanze, la Regione avrebbe promosso prima di Natale un incontro, per comunicare su cosa si poteva intervenire o meno. Al momento non abbiamo avuto alcun riscontro».

Va all’attacco il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo: «Certo la Regione chiederà a Trenitalia il pagamento delle penalità previste dal contratto, ma ciò non servirà a evitare nuovi guasti: ennesima beffa per i pendolari. La verità è che quel contratto fa acqua da tutte le parti e va rivisto rapidamente. Ma la Regione, come già fanno altre, se ritiene prioritario questo servizio deve decidersi a mettere qualche risorsa in più, oltre al fondo nazionale. Zaia aveva anche annunciato lo scorso anno che avrebbe rifatto la gara per offrire ai veneti treni comodi e sicuri. A quanto pare, se tutto va bene, quella gara si chiuderà nel 2018. Il primo a essere in ritardo è proprio il governatore veneto.

Giovanni Monforte

 

TRASPORTI – I primi cittadini siglano il patto in treno. Chiesto l’impegno alle Ferrovie dello Stato

I sindaci Tonon e Zambon: «Servizio più veloce tra Conegliano e Vittorio già nel 2015»

I sindaci salgono sul treno diesel che collega le loro città ed esprimono un desiderio: «Un giorno viaggeremo su convogli elettrici». Mattinata di San Silvestro sulla linea Vittorio-Conegliano per i sindaci Roberto Tonon e Floriano Zambon, amici di vecchia data, che hanno viaggiato su due «Minuetti» in servizio sulla tratta Conegliano-Belluno andando dalla città del Cima a quella della Vittoria e viceversa.

Che i passeggeri sulla tratta siano in aumento non è un mistero: l’amministrazione vittoriese in particolare lo ha sottolineato a più riprese a fine anno, con dati eclatanti per la fermata di Soffratta: +50% nel 2014 rispetto all’anno precedente.

E proprio dai dati positivi sull’affluenza a bordo treno (ma il trend è positivo anche per il bus dei colli a conferma di quanto serva un efficiente trasporto pubblico tra le due città) Tonon e Zambon, che di potenziare la ferrovia avevano già discusso in estate, fanno partire il loro nuovo impegno: «Abbiamo verificato la fattibilità della proposta alle Ferrovie dello Stato per elettrificare la tratta, almeno tra le nostre città. Una novità che consentirebbe di avere benefìci in termini di salvaguardia della linea stessa e di intensificazione della frequenza dei treni: risparmi, maggiore velocità e vantaggi. Il progetto potrebbe prendere il via già nel 2015».

«Da un lato – proseguono i due sindaci, nati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro – abbiamo riscontrato come il servizio ferroviario presenti fasce orarie del tutto sguarnite, che grazie all’elettrificazione potrebbero essere coperte. Si pensi ad esempio alla fascia centrale mattutina. Dall’altro, grazie al potenziamento tecnologico, la linea troverebbe un rilancio in termini di efficienza e rapidità, con la conseguente salvaguardia di un servizio fondamentale per l’Alta Marca e la provincia montana».

Da anni anche i pendolari vittoriesi, organizzati in comitati, spingono per potenziare la tratta. In sintesi, l’obiettivo dei due sindaci è avere più treni, meno pendolarismo su gomma e quindi meno traffico. Per viaggiare in ferrovia, però, servono pure biglietterie efficienti. E anche a San Silvestro l’unica erogatrice automatica presente nella principale stazione vittoriese forniva informazioni ma non titoli di viaggio.

Luca Anzanello

 

LA SCHEDA – Si potrà viaggiare con meno costi e abbattimento della manutenzione

CONEGLIANO – Il sistema di alimentazione a 25kV è il più utilizzato in Europa per le linee veloci ad elevata capacità di traffico. Consente di disporre della potenza necessaria a far viaggiare convogli frequenti e veloci in modo economicamente più vantaggioso rispetto ai 3kV. E contemporaneamente evita l’impiego all’interno delle sottostazioni elettriche ferroviarie di apparecchiature di conversione da corrente alternata a continua e permette potenziamenti futuri.

 

La Soprintendenza ha bocciato il progetto sulla collina: «E’ incompatibile col sito paesaggistico»

La Soprintendenza ha espresso parere contrario al ristorante sulla collina del castello. L’ente ha respinto il progetto presentato dall’imprenditore Adriano Paccagnella di costruire un ristorante con parcheggio ai piedi del castello. Un’area collinare che seppur vincolata rischia la condanna alla cementificazione.

«La realizzazione di un fabbricato da adibire a ristorante bar con ampio parcheggio bene in vista – scrive la Soprintendenza – si configura come una alterazione di un sito di grande valore paesaggistico situato ai piedi del castello di Conegliano, uno dei posti più suggestivi di tutto il Veneto (meritevole di essere conservato nei suoi caratteri naturali) eliminando un’ampia area boscata facente parte del parco tematico della collina del castello».

Il progetto è frutto dell’accordo transattivo che il Comune ha siglato con Paccagnella in seguito alla decisione del Consiglio di Stato che ha condannato l’amministrazione a risarcire l’imprenditore.

Un parere che avvalora le ragioni del comitato per il parco del castello e di molti cittadini che hanno sottoscritto la petizione per fermare il progetto. Un vero “pasticcio” ora per il Comune. La Soprintendenza evidenzia come «dalla documentazione pervenuta è possibile evincere che l’intervento, qualora realizzato, provocherebbe una grave perdita di identità del sito, non solo per la presenza del fabbricato ma anche per lo spianamento del terreno collinare per il ricavo dei parcheggi (circa 530 mq.) e l’inserimento di varie scalette per l’accesso all’area, senza dimenticare l’alterazione della struttura costitutiva del versante collinare causata dal ricavo di un piano interrato».

E ancora sui può leggere: «Il nuovo fabbricato, con i suoi annessi e connessi, se costruito, stravolgerebbe un ambito naturale strettamente collegato al castello, diventando elemento detrattore delle valenze paesaggistiche attualmente percepibili da più punti».

Una bocciatura piena. «Un giudizio – afferma il comitato – che sconfessa anche la scelta dell’amministrazione comunale che non ha saputo cercare e trovare una soluzione alternativa all’inserimento, in una transazione urbanistica, di un’area di grande valore per l’intero ambiente della collina del castello».

Elisa Giraud

 

Mira e Spinea sorvegliate speciali

IL FENOMENO – Nascono su Facebook pagine per denunciare furti e degrado. Decine i Comuni che stanno aderendo all’iniziativa popolare

Sicurezza: boom di ronde online

“Sorvegliamo h 24″: si moltiplicano a Nordest i gruppi Facebook contro furti e degrado

Da Valdobbiadene a Conegliano, ma anche il Padovano e Jesolo si muovono

La prova generale è di qualche giorno fa: il mondo di Facebook in pochi minuti si è mobilitato per ritrovare Giulio, 2 mesi, sparito a Vedelago assieme all’auto della sua mamma rubata da un ladro. Online non si sono mosse solo indignazione e paura, ma un vero e proprio sistema di auto-aiuto. Una rete che negli ultimi tempi sta diventando “virale”.

L’iniziativa ultima nata è “Sorvegliamo H24″, con tanto di simbolino raffigurante un segnale di divieto e una mascherina da ladro e la dicitura “aiutiamoci tra concittadini”. Il via lo ha dato a Pieve di Soligo, nel Trevigiano, il consigliere comunale Alberto Villanova che ha lanciato l’iniziativa per aumentare la sicurezza: basta segnalare in bacheca le “coordinate” del furto subito, oppure indicare gli eventuali sospetti truffatori che si aggirano per le case, o ancora situazioni di pericolosità o degrado sociale.

In poche ore la Marca si è mobilitata e sono arrivati i “Sorvegliamo H24″ anche a Ponzano Veneto, Susegana, Conegliano, Valdobbiadene, Farra di Soligo sempre nel Trevigiano e Mira. Ma a Susegana, senza simbolo, c’è anche un altro profilo Facebook che invita a segnalare i misfatti, “Sorvegliamo Susegana” nato precedentemente. La gente segnala, ma non tutti i primi cittadini sono d’accordo. «Perchè mai chi ha subito un furto dovrebbe postarlo su Facebook – sottolinea Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo – Temo che queste iniziative indeboliscano le Forze dell’ordine». E un appello a telefonare agli uomini in divisa arriva anche Vincenzo Scarpa, sindaco di Susegana.

Ma i profili, se pur di recente pubblicazione, hanno già un pubblico di tutto rispetto: 778 seguono quello di Pieve, e a pochi minuti dalla nascita gli altri già vantavano una ventina di seguaci. Anche il Padovano non ne è indenne. Gli abitanti di Vigonza, comune dell’hinterland, all’ennesimo furto hanno scomodato “WhatsApp” (sistema di messaggistica gratuita via cellulare), per avvisare quando avviene qualche fatto delittuoso. “WhatsApp” lo usa anche l’assessore alla sicurezza del Comune di Padova Maurizio Saia. «É uno dei sistemi, non l’unico, per dialogare con la popolazione. Non solo, anche Facebook è diventato un modo avere un occhio sul territorio – spiega – É sorprendente vedere come ci segnalino di tutto, con meticolosa precisione. E questo ci permette di intervenire in modo mirato. Gli anziani chiedono invece l’ascolto diretto».

Apripista di questo filone era stato però il Veneziano. Dal “Comitato Sos Mestre” al gruppo “San Donà + sicura”, a “Jesolo + sicura”. «L’idea è nata ad alcuni ragazzi che girano per la città e segnalano all’amministrazione e Forze di polizia degrado e crimini e postano su Facebook – spiega il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia – Ci aiutano a conoscere il territorio in quelle pieghe dove non è facile arrivare».

L’iniziativa più sofisticata è stata battezzata “Ladro-map”: una vera e propria mappa (viene in mente Google map di cui ha “rubato” le modalità) che viaggia attraverso Facebook e che indica le aree di Mira, che è stata la prima del filone e Spinea dove i ladri hanno colpito più volte. Dettagliatissima: dal centro dei comuni alle frazioni più disperse. Il sistema attraverso il quale viaggia il passaparola è semplice: basta scrivere a sorveglia.spinea@gmail.com per fare le proprie segnalazioni (luogo, ora, cosa è accaduto). Nelle due pagine Facebook “Cosa succede a Spinea” o “Sei di Spinea se” si trovano i link. Le segnalazioni sono le più disparate: dal “giubbotto rubato in un’abitazione assieme a soldi e profumi”, all’auto lordata da scritte infamanti e compaiono quasi in tempo reale sulla mappa online del territorio sotto forma di bandierine.

Il sistema del resto ha dimostrato di dare i suoi frutti in altre città dove è stato sperimentato precedentemente (a Torino ad esempio una modalità analoga viene usata per trovare i ladri di biciclette). Questa estate ad esempio due giovani di Vedelago, in provincia di Treviso, hanno ritrovato i propri Iphone rubati in spiaggia a Jesolo solo perché il ladro maldestro li aveva postati su Facebook per cercare di venderli, rendendoli in questo modo visibili all’intero e attento mondo internauta.

Anche la provincia di Verona non è stata a guardare. Valeggio sul Mincio, comune sul lago di Garda ha aperto il sito “Furti e segnalazioni a Valeggio sul Mincio e frazioni”. A muoversi è stato un gruppo di cittadini che avevano subito furti o danneggiamenti.

Daniela Boresi

 

Gazzettino – Crescono i passeggeri “Ma mancano i treni”

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8

nov

2014

VITTORIO VENETO – Vertice a Venezia tra Regione, Trenitalia, amministratori e pendolari

DISAGI – La carenza di strutture penalizza gli utenti che utilizzano il treno

Gli utenti della ferrovia vittoriese crescono ma la stazione del centro, che serve 70mila residenti sparsi in 11 Comuni, non ha sottopassi né pensiline, è poco illuminata e l’unica biglietteria automatica a volte non basta. È la situazione che il vicesindaco Alessandro Turchetto ha illustrato, ieri, a Venezia nell’incontro tecnico svolto in Regione tra amministratori delle linee per Belluno e Sacile, dirigenti regionali e di Trenitalia e comitati dei pendolari. Turchetto ha ascoltato con piacere il dato che vede i viaggiatori della Conegliano – Belluno in aumento rispetto all’anno scorso, ma ha ricordato le carenze della linea sul piano gestionale e infrastrutturale. Il braccio destro del sindaco Tonon ha ribadito che «la nostra intenzione è andare verso la massima integrazione tra rotaia e gomma, un progetto che i dirigenti regionali hanno condiviso».

Il nervo scoperto, oltre alla fragilità della tratta in caso di eventi atmosferici importanti (i treni hanno ripreso a circolare ieri una volta rimossa la frana sui binari all’altezza di Negrisiola) è l’orario cadenzato avversato da molti pendolari, sul quale Turchetto ha precisato di «non avere preconcetti. Si avverte però la carenza di collegamenti diretti con Venezia e Treviso, in particolare al rientro in orario serale».

Al tavolo veneziano c’erano anche i pendolari. Il vittoriese Diego Tiozzo del comitato “Il treno dei desideri” definisce «cruciale» il percorso che dovrà portare «a una vera integrazione ferro – gomma evitando che ci siano bus che corrono parallelamente a un treno magari con gli stessi orari. Qualsiasi rimodulazione del servizio ferroviario non dovrà portare ulteriori riduzioni. Il livello attuale può essere solo potenziato e migliorato».

 

«Basta con il massacro dei pendolari, Zaia ci riceva». Hanno lasciato il segno, negli utenti delle linee ferroviarie che gravitano su Conegliano, i pesanti disagi di venerdì 3, lunedì 6 e anche lunedì 13 ottobre, con cancellazioni, ritardi e casi di sovraffollamento per motivi vari. Stanco dell’immobilismo sul tema dei trasporti, il tavolo di coordinamento dei pendolari veneti, di cui fa parte anche il gruppo vittoriese «Treno dei desideri», ha consegnato una richiesta di incontro urgente al governatore del Veneto Luca Zaia. Obiettivo dei pendolari: capire quali modifiche la Regione sia disposta a inserire nell’orario ferroviario 2015 che scatterà tra due mesi. «È passato quasi un anno dall’arrivo dell’orario cadenzato in Veneto – si legge nella missiva dei comitati – sia prima sia dopo, le associazioni degli utenti del treno hanno presentato alla Regione richieste di modifica o integrazione, come illustrato anche ai dirigenti regionali negli incontri estivi con gli amministratori locali del veneziano, trevigiano e bellunese. Tuttavia, i problemi che affliggono le linee venete permangono irrisolti. Queste mancanze creano disagio a migliaia di persone. Vorremmo evidenziare come le modifiche o integrazioni da noi proposte potrebbero risolvere almeno alcune delle macroscopiche disfunzionalità dell’attuale sistema di trasporto ferroviario regionale».
Per dimostrare che il problema è reale il comitato, con l’aiuto della comunità di Trenitardo, ha scoperto che dall’1 al 13 ottobre tra Venezia e Belluno sono stati cancellati almeno 5 treni; altri 15 hanno registrato ritardi tra i 10 e i 40 minuti mentre 32 hanno viaggiato con ritardi tra 6 e 9 minuti: pochi, ma in alcuni casi sufficienti a perdere la coincidenza. «Escludendo le cancellazioni – fa due conti il Treno dei desideri – si tratta di complessivi 508 minuti di soli ritardi (quasi 8 ore e mezza) su soli 12 giorni di rilevazioni, non tutti monitorati. Sono valori significativi e importanti che confermano il continuo peggioramento della qualità del servizio». Anche il gruppo Trenibelluno.it è da tempo impegnato nel monitoraggio della Conegliano – Vittorio – Belluno.

 

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