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DOLO – Riaprono oggi alcune storiche ville private della Riviera. Gli amanti della cultura, dell’arte e delle tradizioni avranno la possibilità di scoprire le bellezze delle dimore del territorio. Nelle domeniche e giorni festivi di aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre sarà possibile visitare Villa Foscarini Rossi a Stra con il museo della calzatura e gli affreschi della foresteria, Villa Badoer Fattoretto a Dolo con il museo del Villano e preziosi documenti dal Seicento ad oggi, Villa Tito a Dolo e il suo oratorio e Villa Allegri von Ghega ad Oriago.

Le visite saranno a cadenza oraria e accompagnate da operatori di villa che spiegheranno architetture e contenuti delle ville.

Anche quest’anno ci sarà la possibilità di acquistare un biglietto cumulativo valido per tutta la stagione che darà la possibilità di visitare, oltre alle quattro ville, anche Villa Valmarana di Mira con i suoi affreschi di scuola “tiepolesca” e il giardino all’italiana.

Info: associazione “Nelle Ville del Brenta”: cell. 347-8243292, mail: villedelbrenta@libero.it.

È aperta da ieri anche Villa Widmann Rezzonico Foscari a Mira, da martedì a domenica con orario 10-13 e 13.30-16.30.

(g.pir.)

 

DOLO – Sorpresa e amarezza a Dolo dopo la scoperta della delibera della direzione generale dell’Asl 13 che prevede di chiudere gli ospedali aziendali per la festività di San Matteo, patrono di Mirano.

«A Dolo non resta neanche San Rocco», sentenzia Giorgio Gei, consigliere de “Il Ponte del Dolo”, «il direttore generale, nella sua smania “miranocentrica”, ha deciso che in tutta l’Asl si festeggerà il patrono di Mirano e la cosa potrebbe anche avere una sua logica, ma non può certo essere frutto di una delibera del direttore. Se la delibera non è il risultato di una trattativa sindacale che abbia portato ad una modifica del contratto, viene facile la battuta “Direttore generale, scherza con i fanti, ma lascia stare i santi».

Anche il coordinamento per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo ha discusso l’altra sera della delibera. «È l’ennesima dimostrazione di disattenzione nei confronti della realtà dolese anche a livello sociale», spiega Emilio Zen, «Inoltre questa soluzione di uniformare il santo patrono non è detto porti vantaggi. Ci sono molti modi di risolvere le situazioni senza svilire le tradizioni locali e il sentimento di appartenenza».

(g.pir.)

 

MIRANO – Bruno Pigozzo e Pietrangelo Pettenò tuonano contro la giunta Zaia, in Consiglio regionale il centrosinistra alza la voce e prende posizione sul futuro dell’Ulss 13.

Pigozzo (Pd) ha diffuso una nota molto piccata: «La maggioranza ha bocciato il mio emendamento che chiedeva di recuperare 10 milioni in tre anni per la messa a norma delle strutture ospedaliere dell’Ulss13. Tale bocciatura esprime tutto il disinteresse della giunta Zaia per il territorio della Riviera e del Miranese. È un’ingiustizia e non accetto che al Pd venga attribuita minima colpa di questa situazione».

Molto duro anche Pettenò (Federazione della Sinistra) che ha presentato un emendamento alla Legge di Stabilità regionale 2015 chiedendo la sospensione immediata delle schede ospedaliere con cui viene riorganizzata l’Ulss 13, emendamento che però ieri è stato bocciato a Palazzo Ferro Fini.

«Cittadini, associazioni, sindaci e comitati chiedono da mesi di rivedere la suddivisione tra Mirano polo chirurgico e Dolo polo medico. Nei giorni scorsi con una delibera la giunta regionale ha sospeso le schede ospedaliere dell’Ulss 10 del Veneto Orientale. Lo stesso sia fatto per l’Ulss 13».

(g.pip.)

 

Gazzettino – Asl 13, scoppia la guerra del patrono

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3

apr

2015

DOLO – La direzione unifica le festività, sparisce il riposo per S. Rocco: addetti in rivolta

Malumore e sconcerto fra i dipendenti dell’Asl 13 di Dolo per la decisione del direttore generale Gino Gumirato, resa esecutiva con la delibera 33 del 1. aprile (e non si tratta di uno scherzo), che sancisce come il giorno di riposo per il santo patrono da quest’anno non sia più il 16 agosto, ricorrenza storica di San Rocco, ma il lunedì di settembre già riconosciuto ai dipendenti di Mirano.

«È un’ulteriore dimostrazione che l’ospedale di Dolo non conta più nulla – sbottano i dipendenti – e che si sta incidendo anche sulle tradizioni del territorio».

Nella delibera il direttore generale così motiva la decisione: «L’organizzazione efficiente di un’azienda comporta, fra altro, che i casi di sospensione del servizio dovuti al festeggiamento del Santo Patrono di ciascuna sede siano ridotti quanto più possibile al fine di evitare che la mancata erogazione del servizio da parte di una sede possa ripercuotersi nei confronti delle altre. Nel passato è già stata effettuata una prima ’aggregazione’ dei patroni, portando il numero complessivo agli attuali tre; tuttavia l’evidenza ha dimostrato come si assista ad inefficienze dovute ancora una volta al fatto che le chiusure per tali festività di una delle sedi provoca impatti negativi sulle altre. Per tale motivo si ritiene opportuno unificare definitivamente per l’intera azienda il Santo Patrono individuando allo scopo la giornata del lunedì successivo al terzo sabato di settembre, Patrono corrispondente al Comune cui ha sede legale l’Azienda».

Ma i circa 1000 addetti della sede dolese si sentono defraudati di una tradizione che li lega a San Rocco e osservano: «Visto che i criteri addotti fanno riferimento all’efficienza, sicuramente chiudere il 16 di agosto, quando i servizi sono ridotti, è preferibile rispetto a un lunedì di settembre quando si è nella massima fase operativa. Questo anche a discapito della perdita delle festività, se il 16 agosto cade di domenica».

In una fase di criticità fra le due strutture, una decisione anche apparentemente banale sembra denotare la volontà di spostare verso Mirano la centralità dell’azienda e di sminuire ulteriormente l’importanza dell’unità dolese.

 

Gazzettino – Dolo “Ospedale-hotel? Siamo lontani”

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2

apr

2015

DOLO – Vincenzo D’Agostino interviene sui progetti dell’Asl 13

DOLO – «Ospedali come alberghi? Sarebbe bello, peccato che al momento vengano gestiti come caserme, con sveglia all’alba, rancio ad ore impossibili, limitazioni alle visite».

Vincenzo D’Agostino, già consigliere comunale a Dolo e prima ancora esponente dell’Associazione consumatori nonché amministratore dell’ex Uls 18, prima che diventasse Asl 13, interviene sulle dichiarazioni del direttore generale dell’azienda sanitaria.

Il dg Gino Gumirato ha infatti in più occasioni sottolineato come «la buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, comfort alberghiero e alta tecnologia», spiegando come steward in Pronto soccorso, wi-fi e nuovi investimenti in tecnologie vadano in questa direzione.

«Concordo con gli investimenti fatti dal direttore – afferma D’Agostino – come ritengo che comitati, comitatini e politici, responsabili dell’insensata divisione di compiti tra ospedale di Dolo e Mirano, prima hanno approvato e poi criticato per interessi di bottega».

Per D’Agostino la strada per un comfort alberghiero è lunga. «La rigida disciplina – spiega – che trasforma gli ospedali in caserme ubbidisce solo ai bisogni del personale, è basata su criteri a tutela di turni e week-end, ma non fa bene ai pazienti. È tempo ormai che il sistema venga ripensato, e che politici, dirigenti, medici e personale inizino a lavorare per umanizzare le cure. Se i pazienti mangiano e dormono decentemente ed hanno servizi igienici in stanza – conclude D’Agostino – i costi possono essere contenuti ugualmente. Ma la salute viene conquistata con un progetto compreso e condiviso».

(L.Gia)

 

Mirano. Accordo tra sindacato e Dusmann, i turni dei lavoratori vanno a 23 ore

Nuove lavastoviglie e carrelli elettronici contribuiranno a migliorare il servizio

MIRANO – Passerà da 14 a 23 il monte ore complessivo pro capite settimanale per i lavoratori delle mense ospedaliere di Dolo, Mirano e Noale. L’accordo messo a punto fra l’azienda Dussmann che gestisce il servizio e i sindacati prevede anche la completa riorganizzazione dei turni e del sistema di lavoro.

«L’azienda», spiega per Uil- Tucs Luigino Boscaro, «si è resa conto che così non poteva andare avanti. Continuavano a manifestarsi disagi provocati soprattutto dal taglio dell’orario ai dipendenti. Ora entreranno in servizio anche le nuove lavastoviglie e i nuovi carrelli elettronici che portano il cibo».

Il dato più importante riguarda il monte ore. «L’azienda», spiegano i sindacati e i lavoratori, «aveva portato con il nuovo appalto il monte ore a una media di 14 a settimana per gli oltre 60 dipendenti. Erano tempi impossibili per svolgere le mansioni richieste. Ora passeranno a 22-23 ore a testa».

Secondo i sindacati, la situazione era arrivata a questo punto anche perché la Dusmann aveva tagliato in media il 40% delle ore con l’assunzione a dicembre dell’incarico. Ciò significa che molte donne (la maggioranza dei dipendenti) che avevano già un part-time erano arrivate a lavorare solo 2 ore la settimana. I pazienti negli ospedali di Dolo, Noale e Mirano sono circa 2.000. Per servire un pasto, i dipendenti per qualche mese hanno avuto un minuto a paziente.

«L’accordo finale», spiega Boscaro, «ormai è definito e si sposa con una completa riorganizzazione del servizio, valorizzando le grandi professionalità che vi sono tra i lavoratori. Si tratta ora di portare a compimento nei dettagli una soluzione che era attesa da tempo, per una situazione che stava creando grossi problemi ai degenti della Riviera e del Miranese».

Ma la Uil-Tucs attacca l’Asl. «Questo è successo», spiega Boscaro, «perché l’azienda sanitaria e il suo direttore generale Gino Gumirato hanno incluso in un bando la necessità di acquistare nuovi carrelli trasportatori del cibo e la gestione del personale. Chi ha voluto l’appalto, ha dovuto fare i conti con la stessa cifra elargita, ma con l’obbligo di comprare anche i nuovi carrelli. Per far quadrare il tutto sono arrivati i tagli. Salvo poi fare marcia indietro di fronte a proteste e disservizi. Ora grazie al lavoro di riorganizzazione, i soldi che saranno risparmiati verranno destinati a ridurre il taglio».

Alessandro Abbadir

 

Gazzettino – Riviera. Biglietto unico per bus e vaporetto.

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1

apr

2015

MOBILITÀ – Actv lancia il ticket elettronico integrato per turisti e residenti

Valido 24 ore, sarà disponibile a Stra, Fiesso, Dolo e Mira al costo di 28 euro

FIESSO – Un biglietto elettronico unico dalla Riviera del Brenta per Venezia che comprende autobus e vaporetti e valido per 24 ore. Ieri a Fiesso d’Artico è stata presentata un’iniziativa che punta a favorire i turisti che soggiornano in Riviera ma che non vogliono perdere una visita a Venezia, ma aperta naturalmente anche i residenti.

Un pass, un biglietto integrato, della durata di 24 ore che consente di raggiungere Venezia con la linea di autobus n. 53, e di usufruire della rete di navigazione, con un unico biglietto elettronico precaricato. Insomma il biglietti integrato del costo di 28 euro, che comprende: un viaggio di andata e ritorno in autobus (tratta extraurbana 6 da/per Riviera del Brenta) sarà possibile partire da Stra, Fiesso d’Artico, Dolo e Mira e recarsi a Venezia con la possibilità di utilizzare illimitatamente per 24 ore tutte le linee di vaporetto, senza dover fare la coda alle varie biglietterie.

Le card saranno in vendita già da aprile in tutta la Riviera del Brenta e oltre ad essere acquistabili nelle biglietterie Vela o nella tabaccherie potranno essere disponibili anche per alberghi e ristoranti della zona che le offriranno ai proprio clienti.

Il progetto è stato sviluppato e illustrato ieri, dall’Unione dei Comuni Città della Riviera del Brenta attraverso il presidente Andrea Martellato, sindaco di Fiesso d’Artico, assieme ad Actv e Vela, le società del Gruppo Avm della mobilità veneziana. «Un servizio innovativo, fortemente voluto dall’Unione dei Comune – ha affermato il Presidente Martellato – che mette in rete tutte le realtà del territorio nell’ottica di una progettazione turistica programmata e condivisa».

A sostenere il progetto Luca Scalabrin presidente dell’Actv. «Le presenze turistiche lungo la Riviera sono cresciute e rappresentano una fetta di mercato interessante non solo per albergatori e operatori ma anche per l’intero gruppo della mobilità – ha spiegato Scalabrin. – Con Vela abbiamo ideato questo biglietto proprio per favorire quei visitatori che scelgono di alloggiare nelle strutture ricettive della Riviera. Speriamo ora che anche gli operatori turistici colgano questa opportunità».

Luisa Giantin

 

Gazzettino – Spinea, il casello apre ai Tir

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31

mar

2015

Lo ha annunciato la Cav con una lettera inviata ai sindaci del Miranese

Il sindaco Checchin: «Speriamo che l’aumento del traffico pesante sia limitato»

In concomitanza con l’apertura del nuovo casello Martellago-Scorzé, il casello di Spinea sarà aperto anche ai camion. L’ha comunicato la società autostradale Cav con una lettera inviata nei giorni scorsi ai sindaci del Miranese: «Contestualmente all’apertura al traffico della nuova stazione – si legge – al casello di Spinea si procederà alla rimozione del divieto di transito dei mezzi superiori alle 7.5 tonnellate».

Se fino ad oggi i camionisti sono costretti ad utilizzare il casello di Vetrego (uscita «Mirano-Dolo»), da domani potranno servirsi anche del casello di Crea (uscita «Spinea»).

Una buona notizia per chi è diretto a Spinea ma anche per chi raggiunge l’area industriale miranese di via Taglio, visto che potrà accorciare nettamente il proprio tragitto. Anche Confindustria nei mesi scorsi aveva invocato a gran voce questa soluzione.

Attualmente i tir utilizzano solo il casello di Mirano, ma anche qui i disagi per i camionisti non mancano: i tir che escono dall’autostrada non possono procedere dritti lungo via Porara, sono costretti a girare a sinistra verso la Riviera per poi reimmettersi nella camionabile viale Venezia. Un percorso allungato di una decina di chilometri che fa perdere tempo e sprecare benzina.

«Per togliere il divieto in via Porara andrebbe rifatto il fondo che in un tratto è distrutto e non può sopportare ulteriore traffico – ha però spiegato il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello -. L’intervento costa un milione di euro e deve essere a carico di Anas».

Con l’apertura ai tir del casello di Spinea, intanto, il traffico pesante sarà distribuito tra due caselli anziché intasarne solamente uno.

«In tutti questi anni il nostro casello è stato chiuso ai tir perché così prevedeva l’accordo con Veneto Strade – precisa il sindaco di Spinea, Silvano Checchin -. Aprirlo prima avrebbe significato impattare troppo sulla viabilità locale. Preoccupazione per l’aumento di traffico pesante? Speriamo che con l’apertura del nuovo casello il traffico si distribuisca equamente».

 

AGITAZIONE – Domani inaugurazione con sciopero per il casello di Martellago-Scorzè

MARTELLAGO – Inaugurazione con sciopero, domani, per il casello di Martellago-Scorzè, e intanto Cav dà qualche anticipazione sui pedaggi, che pubblicherà nel suo sito mercoledì: per un’auto andare da Martellago a Spinea costerà 1,30 euro; a Padova Est 2,70; a Preganziol 1,40; a San Donà 3,70.

Ma la Ugl Viabilità e Logistica ha proclamato 4 ore di sciopero alla fine di ogni turno (2-6, 10-14, 18-22) su tutta la rete Cav, proprio in occasione dell’apertura dell’ultima stazione che mancava del Passante e della nuova viabilità di adduzione.

Il maggior sindacato dell’esattoria è in stato di agitazione contro la società per il mancato rinnovo dell’integrativo e «perché vogliono togliere personale dai caselli.

Pure a Martellago la presenza di un esattore in ognuna delle due stazioni è assicurato solo per tre mesi, poi ne resterà solo uno per entrambe» spiega Stefano Gusson, della Ugl. Che sta valutando se attuare durante la cerimonia anche una manifestazione di protesta.

Cav, da parte sua, si dice stupita per l’originale scelta di scioperare non «il solito venerdì ma il giorno dell’inaugurazione di un’importante struttura di completamento di un’arteria che tanto ha significato per il territorio» e «tre giorni dopo la convocazione del tavolo con le organizzazioni sindacali per proseguire il negoziato».

Risultato, a Martellago domani il pedaggio si pagherà comunque, il casello è a elevata automazione, ma niente esattori a presidiarlo e a rispondere alle emergenze.

(N.Der.)

 

ASL 13 – Da mercoledì sufficiente un semplice foglio del medico: tutti i numeri della “rivoluzione”

Gumirato: «Pronti ad affrontare le novità»

Scompare da domani la ricetta rossa: per effettuare gli oltre 4 milioni di esami specialistici dell’Asl 13 all’anno sarà sufficiente un semplice foglio del medico e, in futuro, neppure quello. D’ora in poi con un semplice click al computer il medico curante prescriverà al paziente gli esami di laboratorio e le visite specialistiche sul Fascicolo Sanitario Elettronico regionale sarà tutto registrato e al paziente non resterà che rivolgersi al Cup per fissare l’appuntamento.

Una vera rivoluzione che si pensa che nell’Asl 13 di Dolo e Mirano con un bacino di utenti di circa 250 mila abitanti convengono prescritti ogni anno 4 milioni e 300mila esami specialistici, di cui 3 milioni e 100mila solo di laboratorio mentre ogni anno al Cup, il Centro unificato di prenotazione, vengono effettuate oltre 600mila appuntamenti per visite specialistiche e altro.

La rivoluzione non riguarda solo l’Asl 13 ma tutte le aziende sanitarie del Veneto che sostituiranno la tradizionale ricetta rossa, già superata per quanto riguarda i farmaci, con la digitalizzazione della prescrizione dei farmaci per esami e visite specialistiche.

In pratica da domani tutti i pazienti che necessitano di una prescrizione di visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio al posto della consueta ricetta rossa riceveranno dal proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta un promemoria stampato su carta bianca, e in futuro neppure quella.

«Il progetto – ha spiegato il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato – è stato possibile grazie al lavoro e all’impegno dei nostri operatori con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta del territorio. Siamo pronti ad affrontare anche i primi disagi che potrebbero sorgere finché il sistema non sarà perfettamente avviato, chiediamo intanto ai nostri utenti pazienza e collaborazione».

 

DOLO – La bufera scatenata da Giovanni Fattoretto, che si è dimesso dalla Lega Nord, non preoccupa il segretario della sezione dolese Mauro Spinello. «Prendo atto delle dimissioni, mi dispiace lo abbia fatto come segretario della Riviera perché la sezione di Dolo, e non solo, non la condivide nei modi e nei termini usati. Credo negli ideali della Lega da 18 anni e se qualcuno vuole fare delle critiche costruttive le fa nelle opportune sedi, con l’intento di migliorare e far crescere un movimento in cui crediamo, mai a nessuno gli è stata tappata la bocca».

Fattoretto precisa: «Non è vero che non fosse noto il mio malessere. Si sono tenute diverse riunioni di circoscrizione e di sezione nelle quali ho esternato chiaramente la mia insofferenza».

Ma a quelle di Fattoretto si sono aggiunte anche le dimissioni del neo-consigliere comunale Marco Cagnin. «Con le dimissioni dalla Lega Nord vi è la conseguente uscita dal gruppo consiliare che lo rappresenta».

Cagnin spiega i motivi: «Non ho condiviso il percorso che ha portato alla decadenza di Flavio Tosi e mi ha amareggiato la posizione assunta dalla sezione di Dolo. Mi ha amareggiato in questi anni il mancato appoggio che Dolo e la Riviera hanno avuto da parte del movimento in merito a argomenti connessi alle grandi opere e all’ospedale. Per le elezioni comunali credo che si debba cercare la formazione di una lista civica che abbia la voglia e la forza morale di rappresentare la aspirazioni degli abitanti di Dolo e delle sue frazioni».

Lino Perini

 

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