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L’ESEMPIO DELLA RIVIERA DEL BRENTA

«Non potremmo erogare i servizi che eroghiamo se non ci fossimo messi insieme». Parola di Andrea Martellato, sindaco di Fiesso d’Artico, nel cuore della Riviera del Brenta e del distretto della scarpa. Da alcuni anni le piccole amministrazioni comunali di Fiesso, Dolo, Fossò e Campagna Lupia, che si sviluppano intorno al Naviglio del Brenta si sono messe insieme per dare vita all’Unione dei comuni della Riviera del Brenta.

«Solo così», prosegue Martellato, «riusciamo a tagliare l’erba delle aiuole, avere una polizia locale efficiente, e godere anche di alcune risorse per progetti turisti nella Riviera del Brenta. Mi trovi altri piccoli Comuni che riescono a investire in turismo: non ne troverà, noi invece ce la facciamo».

E dopo le elezioni di maggio (si voterà a Dolo) dovrebbero entrare nell’Unione dei Comuni anche Camponogara, Campolongo e Stra. Martellato, a capo di un’amministrazione di centrodestra, è anche membro della commissione Finanza locale dell’Anci Veneto.

«L’idea che ci siamo fatto, come sindaci, è che il legislatore voglia arrivare alla creazione di comuni di 35-40 mila abitanti. Così adesso le unioni, per sopravvivere, sono obbligatorie per i comuni di 3-5 mila abitanti, tra 2 o 3 anni lo saranno per i comuni intorno ai 10-15 mila abitanti, e tra 5 anni per i comuni con 20 mila residenti. È una strada segnata, anche se non facile da percorrere».

Ci sarà anche il sindaco di Fiesso d’Artico domani all’incontro dei vertici dell’Anci per preparare un documento da inviare a Roma e che segnerà una rottura con l’Anci nazionale: «Le modifiche previste a livello nazionale avvantaggiano le grandi città e penalizzano i comuni di piccole e medie dimensioni che non avranno più soldi per investire in opere pubbliche, per questo faremo sentire la nostra opposizione».

(f.fur.)

 

GIUSTIZIA – Sempre meno cancellieri per svolgere il lavoro che riguarda anche Mestre e Dolo

L’ufficio del giudice di pace è al collasso. Da circa un anno, dopo l’abolizione della sede staccata di Mestre e di quella di Dolo, accentrate nel nuovo palazzo di Riva di Biasio, a Venezia, i tempi deposito dei provvedimenti sono aumentati a dismisura in quanto non c’è sufficiente personale di cancelleria. I dipendenti a disposizione sono soltanto quelli che, prima dell’unificazione, operavano a Venezia e si occupavano di procedimenti civili e penali del centro storico.

Il personale un tempo in servizio a Mestre e Dolo ha chiesto il trasferimento in altre sedi e così, i cancellieri veneziani devono farsi carico, a parità di organico, almeno del triplo del lavoro.

La conseguenza è disastrosa: avvocati in coda per ore, ogni giorno, per effettuare un deposito atti, una richiesta di copie o un semplice ritiro, anche perché vi sono soltanto due funzionari autorizzati a ricevere gli atti, uno dei quali sta per andare in pensione; l’altro avrebbe già chiesto il trasferimento.

Ma non basta: un ricorso per decreto ingiuntivo mediamente viene emanato dopo oltre 120 giorni dal deposito (in Tribunale basta una settimana circa); per ottenerne le copie autentiche per la notifica è necessario attendere anche oltre un mese, con il rischio di non riuscire a notificarle entro i termini di legge; i fascicoli già in decisione sono moltissimi, anche da oltre un anno; le sentenze, una volta depositate in cancelleria dal giudice, restano in attesa di essere pubblicate per moltissimi mesi, anche un anno.

Una situazione simile si è verificata lo scorso anno a Roma, dove l’Ordine degli avvocati ha stipulato una convenzione con l’Ufficio giudiziario assumendo del personale a tempo determinato per procedere all’immediata pubblicazione delle sentenze in arretrato e, in pochi mesi, l’emergenza è stata risolta. Il nuovo presidente della Camera civile, l’avvocato Giorgio Battaglini, ha già preso contatti con il presidente del Tribunale, Arturo Toppan, per cercare una soluzione, mentre l’Aiga, l’associazione che riunisce i giovani avvocati, ha delegato la collega Carlotta Canal, la quale ha proposto ai colleghi di sottoscrivere un protocollo con cui impegnarsi a mettere in atto una serie di comportamenti per agevolare il lavoro delle cancellerie.

«È necessario studiare quanto prima un progetto di riorganizzazione delle risorse umane e materiali dell’Ufficio, in stretta collaborazione tra gli Uffici Giudiziari, gli Enti locali e le varie componenti rappresentanti dell’Avvocatura», dichiara l’avvocato Battaglini. Ma se il ministero non metterà a disposizione il nuovo personale richiesto dal presidente Toppan, molti servizi sono a rischio.

 

Gazzettino – Asl 13 “Hotel? Qui mancano i bagni”

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8

mar

2015

SANITÀ – La presidente del Tribunale del malato replica alle proposte di Gumirato

Boscolo: «Parlano di steward, ma nell’Asl 13 non ci sono nemmeno le carrozzine»

«Mancano le carrozzine nei reparti, nonostante le prescrizioni mediche, mancano i servizi igienici nelle stanze di degenza obbligando così i malati a penosi tragitti nei corridoi, per non parlare dei ritardi nella consegna degli ausili in fase di dimissione. Ci vuole ben altro degli steward e del wi-fi per far sentire i malati come in hotel».

Sandra Boscolo, presidente del Tribunale del Malato, replica così al direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato che nei giorni scorsi aveva sottolineato come «la buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, confort alberghiero e alta tecnologia».

Dati alla mano, o meglio forte delle segnalazioni dei pazienti al Tribunale del Malato per errori clinici, la Boscolo contesta le dichiarazioni di Gumirato.

«Ma quale confort alberghiero – afferma la Boscolo. – La presenza degli steward negli ospedali dell’Asl 13 è una disposizione regionale e al Tribunale del malato non viene segnalata l’assenza del wi-fi, ma l’assenza di carrozzine, indispensabili per la mobilizzazione prescritta dai medici; l’assenza dei servizi igienici nelle stanze; i gravosi ritardi nella consegna di ausili in fase di dimissione, indispensabili alla qualità di vita e parallelamente ritardi anche di tre anni per il ritiro degli stessi quando non servono più. Non parliamo delle attese per accedere alla terapia antalgica, con ritardi legati alla carenza di organico in Anestesia e Rianimazione nonostante l’accesso alla terapia del dolore sia sancito dalla legge».

In aumento anche le segnalazioni, al Tribunale del malato, di errori medici.

«Spesso – commenta la Boscolo – sono dovuti a carenze delle strutture sanitarie o di organico. Ben venga quindi l’impiego di risorse per la sostituzione di apparecchiature obsolete così come gli interventi per raggiungere standard di sicurezza adeguati».

La Boscolo si lascia andare anche ad una battuta: «Aspettiamo per collocare l’insegna “hotel” intanto si potrebbe collocare quella che indichi l’ubicazione delle associazioni di volontariato. La chiediamo da 14 anni».

 

Nuova Venezia – Asl 13 “Rifare le schede ospedaliere”

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7

mar

2015

Pettenò (Sinistra) contro Zaia e la Regione a difesa degli ospedali dell’Asl 13

DOLO – Proseguono le mobilitazioni per la difesa delle strutture dell’ospedale di Dolo e dell’Asl 13.

Il consigliere regionale Pierangelo Pettenò (Federazione della Sinistra) ha presentato ieri in Consiglio regionale un emendamento alla legge di stabilità regionale 2015 che prevede la sospensione delle schede ospedaliere dell’Asl 13.

Il tutto con un duro attacco ai due artefici delle schede: il presidente della giunta regionale Luca Zaia (Lega) e il suo compagno di partito e assessore alla Sanità, Luca Coletto.

«I cittadini, le associazioni, i comitati e i sindaci del Miranese e della Riviera», spiega Pettenò, «manifestano da mesi la necessità di rivedere le scelte fatte dalla Regione sulla riorganizzazione dell’azienda sanitaria, specie sulla decisione di caratterizzare Mirano quale ospedale ad area chirurgica e Dolo come ospedale ad area medica. Si tratta dell’unico esempio presente in Veneto, ma non rispondente alla necessità di contenere i costi e non funzionale ai bisogni della popolazione. Con l’approvazione di tale emendamento la giunta regionale sarà obbligata a nuove schede di dotazione ospedaliera, a seguito di una nuova valutazione tecnica sulla situazione di Riviera e Miranese. La giunta dovrà tuttavia tener conto dei pareri degli enti locali e delle associazioni di cittadini relativi alla domanda effettiva di prestazioni sanitarie e dei servizi già esistenti».

Sul tema della difesa dell’ospedale di Dolo interviene anche Emilio Zen, portavoce del coordinamento iniziative a tutela dell’ospedale di Dolo.

«Per quanto finora svolto», spiega, «ci sentiamo legittimati a chiedere alle realtà politiche della Riviera incontri bilaterali per capire le intenzioni di ciascuno sul futuro dell’ospedale di Dolo e sull’organizzazione complessiva del servizio socio-sanitario. Per troppo tempo, sul tema, la politica locale ha balbettato. È giunto il momento di venire allo scoperto».

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Dolo “Domenica doniamo il sangue”

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7

mar

2015

DOLO – In gioco l’apertura speciale del Centro trasfusionale

DOLO – «Lancio un appello a tutti i donatori del territorio perché si rechino a offrire il sangue domenica 8 marzo, dalle 7.30 alle 9.30, al Centro trasfusionale di Dolo, altrimenti il servizio domenicale potrebbe essere chiuso».

Giuseppe Polo, presidente dell’Avis Riviera del Brenta, si rivolge a tutti i soci rivieraschi, circa 1700, perché si rechino a donare il sangue perchè vi è necessità di rimpinguare le scorte di plasma. Proprio per consentire ai donatori di riuscire a farlo, limitando al minimo i problemi, in Riviera è attiva da anni l’apertura straordinaria del Centro trasfusionale dell’ospedale di Dolo: ma la conservazione di tale opportunità è legata anche al numero di donazioni.

«Assieme all’Asl 13 sono state concordate sei aperture straordinarie di domenica – precisa Polo – nella seconda domenica dei mesi dispari. L’accordo prevede che, se non si raggiungono almeno venti donazioni in ciascuna delle prime due domeniche di apertura, il servizio sarà rivisto. Sarà quindi fondamentale raggiungere e, magari, superare tale obiettivo. Si tratta di un servizio creato apposta per chi non può recarsi al Centro trasfusionale durante la settimana, in particolare per coloro che lavorano e non possono ottenere permessi. È un peccato non usufruire di un’opportunità del genere».

Il presidente si augura che l’appello venga ascoltato e confida nella sensibilità da parte di chi è abituato ad agire con altruismo. C’è da garantire la funzionalità di un servizio importante come l’apertura domenicale del Centro.

(L.Per)

 

Gazzettino – Asl 13. “All’ospedale come in hotel”

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4

mar

2015

ASL 13 – Il direttore Gumirato vuole investire anche sul fronte dell’ospitalità

Steward in Pronto soccorso e wi-fi «perché i malati si sentano a casa»

In ospedale come in albergo: all’Asl 13 l’obiettivo è rendere confortevole la permanenza del paziente. «La buona sanità – sostiene il direttore generale Gino Gumirato – è fatta da tre cose: validi professionisti, comfort e alta tecnologia». È infatti su questa linea che la direzione dell’Azienda sanitaria di Dolo e Mirano si sta orientando, partendo dall’introduzione degli steward nei Pronto soccorso di Dolo e Mirano fino al più recente sistema wi-fi nei reparti per permettere ai pazienti l’uso, dove possibile, di smartphone e tablet.

«Molte delle strutture ospedaliere di Dolo e Mirano sono vecchie e obsolete – spiega Gumirato – ci stiamo lavorando attraverso un corposo programma di investimenti da 28 milioni di euro che ha come punto fondante la sicurezza e l’efficienza delle strutture, ma si tratta di tempi più lunghi. Stiamo investendo nelle dotazioni tecnologiche e nella professionalità ma il nostro obiettivo è di garantire una sempre maggiore attenzione al pazienti. Il malato entra in ospedale in un particolare momento di fragilità – sottolinea il direttore generale – sradicato dagli affetti familiari ma anche da casa. Vorremmo che in ospedale potesse trovare un ambiente il più possibile confortevole, dove possa sentirsi, nonostante le condizioni, rassicurato da persone che si prendano cura di lui, non solo della sua malattia».

Da qui la presenza degli steward nei Pronto soccorso di Dolo e Mirano. Si tratta di personale adeguatamente formato per fornire tutta l’assistenza necessaria a un paziente o ai famigliari in attesa: informazioni sui tempi d’attesa, sui motivi dellas stessa attesa, sulle condizioni della persona che si trova in trattamento.

Il wi-fi è stato introdotto qualche mese fa sempre in Pronto soccorso ma anche nei reparti di degenza, dove è concesso l’uso del telefonino, per poter utilizzare smartphone, pc e tablet e «far sentire il malato il più possibile a suo agio».

Luisa Giantin

 

ASL 13 / GLI INTERVENTI

DOLO – L’Asl 13 punta sull’alta tecnologia e investe 1 milione e 800mila euro in nuove apparecchiature per gli ospedali di Dolo e Mirano a garanzia della sicurezza dei pazienti. Nuove ambulanze, ecografi e defibrillatori di ultima generazione sono alcune delle tecnologie sanitarie che sostituiranno i vecchi apparecchi.

«Stiamo lavorando per garantire la sicurezza dei cittadini – ha spiegato il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato – per questo è fondamentale stare al passo con i tempi nelle tecnologie e nelle apparecchiature che andremo ad acquistare».

L’acquisto più corposo, circa 415 mila euro, ha riguardato la sostituzione di quattro ambulanze (tra Dolo e Mirano ce ne sono quattordici): due sono state già acquistate nel 2014 e altre due sono previste per quest’anno. Oltre all’ambulanza in sé infatti l’acquisto è comprensivo dell’allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato dal luogo dell’evento all’Unità coronarica (dotazione presente nell’Ulss 13 dal 2010), consentendo così una migliore gestione del paziente critico.

L’aggiornamento tecnologico della Rianimazione di Mirano grazie alla sostituzione di dodici letti elettrici è costato circa 210mila euro mentre per le Ostetricie di Mirano e di Dolo sono stati acquistati due nuovi ecografi di alta tecnologia, per l’attività diagnostica e clinica, per 160mila euro.

Sarano destinati invece ai Pronto soccorso, alla Geriatria e alla Dialisi i sette nuovi sollevatori automatici (7 mila euro l’uno) per la movimentazione dei pazienti, in grado di sorreggere fino a 205 chili, mentre prossimamente ne arriveranno altri tre capaci di sollevare i 300 chili.

Nella lista delle nuove apparecchiature acquistate dall’Asl 13 quest’anno ci sono anche sette nuovi defibrillatori, del costo di 5 mila euro l’uno, un apparecchio portatile per Radioscopia da utilizzare in Chirurgia e Ortopedia per il blocco operatorio di Dolo, costato 110mila euro, e infine due nuove “stazioni” per Anestesia nei blocchi operatori di Mirano, per una spesa di circa 100mila euro.

(l.gia)

 

In arrivo quattro ambulanze tra Dolo e Mirano, e poi ecografi, sollevatori, letti hi-tech e defibrillatori

MIRANO – Un milione e 800 mila euro per gli ospedali di Mirano e Dolo. In attesa di capire se e quando arriveranno i finanziamenti “di peso” che consentiranno la ristrutturazione dei due nosocomi, l’Asl 13 investe in sicurezza e nuove tecnologie sanitarie.

Ieri il direttore generale Gino Gumirato ha annunciato il piano di investimenti che permetterà soprattutto di sostituire vecchie apparecchiature che necessitavano di aggiornamenti urgenti, in particolare legate alle prestazione d’urgenza e di monitoraggio.

Pronte quattro nuove ambulanze, divise tra i due pronto soccorso che portano a 14 il totale dei mezzi tra Dolo e Mirano: due sono state già acquistate nel 2014, altrettante sono previste per quest’anno, per un costo totale di 415 mila euro, comprensivi di allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato direttamente dal luogo dell’intervento all’Unità coronarica, consentendo così una migliore gestione del paziente critico.

Anche la Rianimazione di Mirano verrà aggiornata dal punto di vista tecnologico, grazie alla sostituzione di 12 letti elettrici (costo: 210 mila euro), cui seguirà un aggiornamento del sistema di monitoraggio e della cartella clinica. Due nuovi ecografi di alta tecnologia, a supporto delle attività di ostetricia, uno per ciascuno dei due presidi ospedalieri (costati 160 mila euro), permetteranno di migliorare l’attività clinica e diagnostica.

Acquistati anche nuovi sollevatori automatici per muovere i pazienti: ne arriveranno sette, capaci di sorreggere fino a 205 chili e altri tre per pesi fino a 300 chili. Saranno per i reparti con maggiore necessità: Pronto soccorso, Geriatria e Dialisi e costeranno circa 7 mila euro l’uno.

Acquistati anche nuovi defibrillatori, del costo di 5 mila euro ciascuno, e due nuove “stazioni” per anestesia nei blocchi operatori di Mirano, del costo di 100 mila euro.

Infine è in arrivo un apparecchio portatile per radioscopia per il blocco operatorio di Dolo, del costo di 110 mila euro, che sarà a supporto dell’interventistica chirurgica e di Ortopedia.

«Sono soprattutto interventi per la sicurezza dei cittadini», spiega Gumirato, «Riteniamo che sia fondamentale stare al passo con i tempi nelle tecnologie e nelle apparecchiature. La buona sanità è fatta di tre aspetti: validi professionisti, comfort alberghiero e alta tecnologia. Un grazie a tutti coloro che stanno aiutando e lavorando in questa direzione».

(f.d.g.)

 

NOALE – Nessun cambiamento per quanto riguardo il settore riabilitativo, del reparto di Medicina dello sport, degli ambulatori e dell’Utap (Unità territoriale di assistenza primaria) ospitati all’interno del monoblocco dell’ospedale di Noale. Tutto rimarrà al primo e secondo piano.

Questo l’esito di un incontro tra il Comune e il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato sui progetti da portare avanti.

Nessuna volontà di toccare l’esistente, dunque, e per l’Utap è stata riconosciuta la professionalità dei medici di base, tanto che la gestione dei costi del reparto è considerata positiva, con un risparmio sulle spese ospedaliere.

L’azienda sanitaria ha intenzione di partire con degli interventi per migliorare l’area d’ingresso dell’ospedale e riordinare gli spazi del giardino.

Capitolo uffici. Confermato per il 2016 l’arrivo del personale amministrativo dell’Asl 13; i 250 dipendenti delle attuali sedi di Mirano e Dolo finiranno al terzo e quarto piano, mentre per quegli edifici non più utilizzati dall’Asl e che dovranno essere ristrutturati, Gumirato si è detto disponibile a trattare con il Comune per trovare una soluzione in grado di andare bene a entrambi. Per questo sarà riattivata la commissione tecnica-urbanistica, ferma da febbraio 2012 e formata dai tecnici dell’Asl, del Comune e dallo stesso Gumirato stesso, che si riunirà ogni primo martedì del mese: il suo compito sarà portare avanti il progetto di rilancio dell’area e pensare a degli interventi mirati.

Nel recente incontro, poi, si è deciso di rinnovare il contratto scaduto a gennaio 2014 per l’uso del padiglione Ferrante, che da più di tre anni ospita gli uffici del terzo settore comunale, ovvero Cultura, Sociale, Sport e Pubblica istruzione.

Alessandro Ragazzo

 

DOLO – Si è sbloccata dopo una serrata trattativa durata ore la vertenza sulle mense ospedaliere di Dolo, Mirano e Noale. La Dussmann, azienda che le gestisce da dicembre, ha accettato la proposta dei sindacati di aumentare fino a tre ore a testa a lavoratore il monte ore complessivo attuale. Alla trattativa che si è tenuta a Mestre hanno partecipato i responsabili della Dussmann, i rappresentanti dell’Asl 13 che ha assegnato l’appalto, i segretari di Uil Tucs Luigino Boscaro e di Filcams Cgil Gianfranco Rizzetto e il direttore del Direzione provinciale del Lavoro Riccardo Germoglio.

«Finalmente», spiegano i sindacati, «abbiamo ottenuto una vera disponibilità alle richieste fatte dai lavoratori che in questa situazione non possono più andare avanti: la qualità del servizio è scaduta enormemente. Con la concessione di un aumento di 3 ore e la riorganizzazione dei turni di lavoro, diverse emergenze potranno trovare risposta».

Secondo i sindacati, la situazione è arrivata a questo punto anche perché la Dusmann ha tagliato in media il 40% delle ore. Ciò significa che molte donne (la maggioranza dei dipendenti) che avevano già un part-time lavorano solo 2 ore la settimana. Altre sono passate da 23 ore settimanali a 14. I pazienti negli ospedali di Dolo, Noale e Mirano sono circa 2.000. Per servire un pasto, i dipendenti hanno un minuto a paziente.

«L’accordo finale», concludono i sindacati, «sarà definito nei dettagli nella prima metà di marzo. Si tratta però d’ora in avanti solo di portare a compimento una soluzione che era attesa da tempo e che stava creando grossi problemi anche ai degenti della Riviera del Brenta e del Miranese».

Questione Reckitt. È stato sospeso temporaneamente lo sciopero alla Reckitt Benckiser di Mira, in programma ieri e oggi contro la decisione dell’azienda di istituire un turno da cinque notti consecutive. A spiegare la decisione è per Filctem Cgil Riccardo Colletti e per le Rsu Lorenzo Minto: «Proprio in questi giorni è arrivata una inattesa disponibilità al dialogo per rivedere i turni notturni. Già la prossima settimana ci si troverà ad un incontro per una riduzione del numero delle notti».

Alessandro Abbadir

 

DOLO – L’opposizione attacca il sindaco e chiede agli assessori di dimettersi

RIGETTO  “Colata di cemento senza alcuna visione strategica”

“DEVASTANTE” – Secondo la minoranza è un piano «privo d’identità e devastante per uno sviluppo sostenibile del paese. Ci sono soltanto migliaia di metri cubi di cemento»

«La Gottardo ha cancellato la democrazia nel nostro comune. Assessori e consiglieri di maggioranza, dimettetevi!».

È dura la reazione dei dieci consiglieri di opposizione Alberto Polo, Giorgio Gei, Mario Vescovi, Adriano Spolaore, Andrea Zingano, Gianluigi Naletto, Gianni Lazzari, Giovanni Fattoretto, Marco Cagnin, Vincenzo Crisafi che avevano chiesto al Tar di sospendere la nomina dei due commissari ad acta per l’approvazione del Pati invece approvato dagli stessi. «Con una laconica mail di sole due righe – accusa l’opposizione – il sindaco, Maddalena Gottardo, ha comunicato al Consiglio che commissari e dirigenti hanno approvato il Pati. La Gottardo ha cancellato, con l’arroganza che contraddistingue il suo mandato, la democrazia».

Ma perché le opposizioni sono contrarie al Pati proposto dalla maggioranza? «In quel documento non c’è alcuna visione strategica della città; non c’è alcuno spunto capace di rilanciare Dolo, Arino e Sambruson; non c’è alcuno spunto in grado di sollevare il nostro territorio dalla fase di crisi e stagnazione è precipitato. Ci sono soltanto metri cubi di cemento. Un piano urbanistico privo d’identità e devastante per uno sviluppo sostenibile del paese. Basti ricordare soltanto i 185.000 metri cubi di nuovo volume edificatorio, oltre ai 300.000 metri cubi già previsti dal vigente Piano regolatore generale e non ancora realizzati, o ancora la prevista colata di nuovo cemento su 220.000 metri quadrati di terreno agricolo di notevole interesse paesaggistico e di delicato equilibrio idraulico».

Per le opposizioni è l’ultimo atto di una gestione negativa. «Il mandato della Gottardo si è aperto con consigli comunali presidiati dalle forze di polizia in assetto antisommossa per approvare Veneto City, per il quale non vi era alcuna penale nel caso non fosse stato votato, e si chiude con due righe con il quale ci comunicano di aver deciso il futuro di noi e dei nostri figli».

Come intendete muovervi? «Il ricorso che abbiamo presentato come opposizione, a questo punto, acquisisce ulteriore giustificazione: andremo avanti fino in fondo».

Lino Perini

 

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