Nuova Venezia – Riviera. Emergenza idraulica, i sindaci fissano le priorita’.
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18
nov
2014
Campolongo. Incontro tra primi cittadini e dirigenti dei Consorzi di bonifica
«Usare l’idrovia come scolmatore, completare l’intervento sui Vasi di Bojon»
CAMPOLONGO – Emergenza idraulica: i sindaci della Riviera stilano l’elenco delle priorità e mettono dei paletti agli interventi chiesti a carico di Consorzi e Comuni, dopo gli allagamenti che hanno provocato danni e allarme negli ultimi giorni. Ieri pomeriggio assemblea della conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta convocata urgentemente dal presidente Alessandro Campalto in municipio a Campolongo e che ha visto la presenza di quasi tutti i primi cittadini della zona e dei responsabili dei consorzi di Bonifica “Acque Risorgive” e “Bacchiglione Brenta”.
«I lavori che sono in corso» spiega Campalto «per mettere in sicurezza idraulica il territorio dei 10 comuni della zona sono molti. Nell’area sud continua l’intervento di realizzazione della botte sifone a Corte di Piove di Sacco per convogliare più acqua sul canale Fiumazzo che va da Corte a Lova e da lì in laguna. Ciò potenzierà la capacità di scarico e la messa in sicurezza delle aree a monte. L’intervento sarà concluso a primavera del 2015 dal consorzio Bacchiglione Brenta e costerà due milioni di euro».
Sempre nella stessa area sarà completato l’intervento programmato dal Consorzio Acque Risorgive ai “Vasi di Bojon” un nodo idraulico importante per far confluire le acque dai comuni di Fossò, Camponogara, Vigonovo e Campagna Lupia. Sarà realizzato entro la prima metà del 2015. Per quanto riguarda il potenziamento dell’idrovora di Lova, bloccata recentemente dalla Commissione Salvaguardia di Venezia, la stessa ha chiesto al Consorzio Acque Risorgive che dovrà realizzare i lavori, di farsi carico della pulizia delle canalette demaniali (cioè dello Stato) in laguna sud necessario dopo lo sversamento di maggiori quantità di acqua.
«Questo è un compito» spiega Campalto «spetta allo Stato e non agli enti locali che hanno bilanci critici».
Per l’area nord e ovest della Riviera del Brenta e cioè i comuni di Mira, Dolo, Fiesso Stra e Pianiga il presidente del consorzio di bonifica “Bacchiglione – Brenta” l’ingegner Francesco Veronese, insieme ai tecnici di “Acque Risorgive” hanno osservato come sia opportuno e sufficiente per evitare gli allagamenti in questa zona utilizzare l’idrovia come scolmatore. Ma questo secondo i sindaci non basta. «È importante dare il via alla realizzazione di importanti aree golenali» conclude Campalto «a ridosso dei principali corsi d’acqua e canali consortili. L’acqua non deve arrivare in laguna o nei canali più grandi e nei fiumi a tutta velocità, ma scorrendo lentamente e allagando in modo guidato le campagne circostanti, in questo modo senza provocare grandi danni».
Alessandro Abbadir
Video, foto, articoli – Dolo. Manifestazione in difesa dell’Ospedale
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17
nov
2014
Servizio TG RAI
Video sul WEB
FOTO
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Articolo de “La Nuova di Venezia e Mestre”
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Articolo del “Gazzettino”
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MANIFESTAZIONE
Nuova Venezia – “Salviamo l’ospedale”. Mille in corteo a Dolo.
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17
nov
2014
Protesta massiccia a Dolo contro schede e riorganizzazione dei reparti
Mille in corteo per l’ospedale
Massiccia partecipazione alla manifestazione, assenti i sindaci del centrodestra
Chiesto lo stop alla riorganizzazione dei reparti e alle schede, Regione nel mirino
DOLO “La salute è un diritto di tutti. Salvare il nostro ospedale è un dovere”. Così recitava lo striscione che ha aperto la manifestazione di ieri mattina per la salvaguardia e il potenziamento dell’ospedale di Dolo. Al corteo hanno partecipato oltre mille persone: cittadini, rappresentanti politici, sindacali, di federazioni di categoria, comitati e associazioni. In testa, sindaci e amministratori dei Comuni della Riviera che però erano “solo” in sei (Dolo, Mira, Campolongo, Camponogara, Fossò e Stra), assenti Campagna Lupia, Fiesso, Pianiga e Vigonovo, amministrati dal centrodestra. Dal Foro Boario i manifestanti hanno percorso il centro intonando slogan in difesa dell’ospedale.
Lo Squero ha ospitato gli interventi. Walter Mescalchin del comitato “Bruno Marcato” ha criticato gli assenti. «Se qualche sindaco ha preferito non esserci, è lui che è di parte. Non siamo d’accordo con il sindaco Livieri perché le schede vanno modificate e non attuate, come pure va modificato l’atto aziendale. Non vogliamo la divisione netta tra area medica e area chirurgica, no a spostamenti di reparti a Mirano e no all’affidamento a privati dei posti letto delle strutture intermedie. Dolo e Mirano devono essere ospedali di rete per acuti».
Alessandro Campalto, presidente della conferenza dei sindaci della Riviera: «I sindaci non hanno mai condiviso il modello imposto dalla Regione per la nostra Asl. Un anno fa eravamo qui perché non condividevamo le schede, ora chiediamo di fermare un atto di riorganizzazione la cui reale fattibilità lascia molti dubbi». Arriva poi una frecciata alla Regione. «Dal 2009 c’è un programma di ammodernamento delle strutture ospedaliere per 40 milioni di euro. Sono passati cinque anni, ben venga che oggi qualcuno si sia mosso per richiedere queste risorse, ma dove è stato fino a questo momento? Chiediamo un impegno concreto della politica, come quello avuto per l’Asl 10».
Giacomo Piran
Gazzettino – Dolo. Mille al corteo per salvare l’ospedale.
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17
nov
2014
“La salute è un diritto di tutti, salvare il nostro ospedale un dovere” è lo slogan che ha aperto il corteo
DOLO Successo del corteo promosso per bloccare l’attuazione delle schede sanitarie
In mille per l’ospedale
Toccata e fuga della sindaca Gottardo: «Ora ci sono i soldi»
Si è sfiorato il migliaio di persone, in un corteo che si è snodato lungo tutto il centro. In testa uno striscione con la scritta “La salute è un diritto di tutti, salvare il nostro ospedale un dovere”.
Baciata dal sole la manifestazione in difesa dell’ospedale ha richiamato esponenti politici, associazioni, comitati, sigle sindacali. La sindaca dolese Maddalena Gottardo si è subito assentata per motivi familiari, ha commentato le dichiarazioni della Lega nord: «Mi fa piacere scoprire che ora ci sono i soldi in Regione. Da un anno è stato presentato un progetto dal direttore generale Gumirato, che appoggio in pieno, ed aspetta ancora risposta».
Primi a sfilare i sindaci Menin, Maniero, Boscaro, Cacciavillani, il vice dolese Zilio ed il presidente della conferenza Campalto, poi i consiglieri regionali Piccolo, Pigozzo e Pettenò. A coordinare Emilio Zen che ogni tanto lanciava lo slogan: «La storia illustre del nostro ospedale farà cambiare la scelta regionale». Tutto tranquillo per le forze dell’ordine agli ordini di Alberto Baratto per la polizia locale e del tenente Gabriele Favero per i Carabinieri.
Allo Squero gli interventi. Dopo il vicesindaco Zilio, Walter Mescalchin del Comitato Bruno Marcato ha osservato: «Portiamo avanti quanto votato ed approvato in tutti i Consigli comunali del territorio. Chiediamo il blocco delle schede ospedaliere e la modifica del piano aziendale».
Interventi anche dei consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Francesco Piccolo. Il primo ha evidenziato: «Non è vero che saranno stanziati i finanziamenti perché questa è una commissione tecnica». Piccolo ha aggiunto: «La quinta commissione è interessata ad ascoltare la delegazione dei sindaci. Intanto è importante bloccare l’attuazione delle schede ospedaliere». Molto incisivo l’intervento del sindaco Campalto: «La nostra Asl è virtuosa da anni. Questo cosa ha comportato? Che i fondi destinati all’Asl 13, 25 milioni, sono stati girati dalla Regione altrove. Il danno e la beffa».
RAI TGR – Dolo. In difesa degli ospedali.
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16
nov
2014
16/11/14 – Video. Manifestazione in difesa dell’ospedale di Dolo
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16
nov
2014
Gazzettino – Dolo. “Malgrado i picchi di Pm10 nessuna limitazione al traffico”
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16
nov
2014
DOLO – Crisafi attacca sul cattivo utilizzo delle centraline
«Le centraline per la rilevazione della qualità dell’aria a Dolo non sono state utilizzate per i fini per cui erano state programmate». A denunciarlo è l’ex assessore all’Ambiente ed attuale consigliere di minoranza, Vincenzo Crisafi. Proprio lui che, insieme al sindaco Antonio Gaspari, quelle centraline le aveva volute.
«Se pure è vero che i dati sono consultabili sul sito del Comune – sottolinea Crisafi – è altrettanto vero che ci si sarebbe aspettato annualmente un report sull’aria che abbiamo respirato. Cosa che viene normalmente fatta nei comuni dove sono in funzione le centraline».
Non solo: «È mancata in questi anni una procedura di allerta rivolta sopratutto ai soggetti a rischio, qualora fosse stato superato il valore massimo di PM10 e degli altri inquinanti con l’attivazione di moduli diversificati per riportare la qualità dell’aria nei limiti accettabili».
E questo è ciò che più preoccupa il consigliere: «Assistiamo a continui sforamenti del PM10 non tenendo conto di quelli che sono i dati scientifici. L’analisi di una ricerca durata tredici anni in nove paesi europei è allarmante: ogni dieci microgrammi di PM10 in più per metro quadro fanno aumentare il rischio di tumore al polmone di circa il 22 per cento. Percentuale che sale al 51 per cento per un particolare tipo di cancro, l’adenocarcinoma, che colpisce i polmoni anche in un significativo numero di non fumatori. Ora non si pretende, visto che l’aria non è recintabile, di azzerare i particolati ma almeno di ridurli di quel 10 per cento oltre il valore limite. Ciò basterebbe a ridurre l’incidenza di patologie serie».
E domanda: «Perchè a Dolo il traffico rimane ancora il grande problema irrisolto? Perchè non sono stati attuati provvedimenti sulla viabilità a fronte di una consulenza sul traffico urbano costato alla comunità dolese 25 mila euro?».
Gazzettino – A Dolo scattano le misure anti-inquinamento
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15
nov
2014
Limitazioni alle temperature degli impianti di riscaldamento e al transito delle automobili non catalizzate
Con due ordinanze sono state assunte, dall’Ufficio Ambiente del Comune di Dolo e dalla Polizia Locale dell’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta”, misure per il contenimento dell’inquinamento atmosferico e per la limitazione al traffico nei confronti dei veicoli non catalizzati.
Con la prima ordinanza, sino a mercoledì 15 aprile 2015, sono state disposte delle limitazioni nell’esercizio degli impianti ad uso riscaldamento civile ubicati nel territorio di Dolo. Le temperature non deve risultare superiore a 19 gradi negli edifici adibiti a residenza, negli uffici, ad attività ricreative o di culto, ad attività commerciali, sportive e scolastiche, ad eccezione delle scuole materne e degli asili nido. Non potrà essere superiore a 17 gradi negli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili. È prevista, inoltre, la riduzione di 2 ore, del periodo massimo consentito di accensione per gli impianti alimentari a combustibili liquidi o solidi, da attuarsi spegnendo gli stessi dalle 14 alle 16 di tutti i giorni.
Con la seconda ordinanza, i veicoli non catalizzati non potranno circolare nel centro abitato di Dolo sino a giovedì 30 aprile 2015, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, con sospensioni da lunedì 15 dicembre 2014 sino a martedì 6 gennaio 2015, in occasione delle feste natalizie, e in caso di sciopero del trasporto pubblico locale.
Nuova Venezia – Mirano, cardiologia e cardiochirurgia d’eccellenza
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15
nov
2014
L’INTERVENTO
In relazione all’articolo pubblicato il 22 ottobre scorso sulla “Nuova Venezia” dal titolo “Infarto? Evitate Mirano. È l’ospedale peggiore”, a firma di Filippo De Gaspari, noi primari degli ospedali di Dolo, Mirano e Noale dell’Ulss 13 esprimiamo con forza la nostra completa stima e fiducia nell’operato dei colleghi e di tutto il personale sanitario della Cardiologia e della Cardiochirurgia che ogni giorno svolge la propria attività con professionalità, passione e dedizione. Solidarietà peraltro già espressa anche da associazioni scientifiche come l’Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) e di categoria come l’Anpo regionale (Associazione nazionale primari ospedalieri).
È noto a tutti come la cardiologia interventistica e la cardiochirurgia Miranesi abbiano e continuino ad avere un ruolo chiave per la nostra sanità locale e provinciale e quali siano stati gli sforzi per realizzare “un efficiente polo del cuore del Veneziano del quale Mirano fa parte a pieno titolo in sinergia con l’ospedale di Mestre, con le sue professionalità e con le sue strutture”, come affermato anche dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto nell’articolo pubblicato sulla “Nuova Venezia” del 25 ottobre. Sostenere che oggi a Mirano si erogano le peggiori cure è ingiusto e non veritiero.
I dati Agenas (l’agenzia sanitaria delle regioni che valuta la riuscita delle cure ospedaliere di tutto il Paese), come la stessa agenzia ha più volte ricordato, «devono essere maneggiati con cura». «Fare tabelle e classifiche dei migliori e peggiori ospedali è un esercizio complicato se non impossibile». Ben altre devono essere le metodologie per valutare la effettiva qualità delle prestazioni sanitarie in termini di esiti (outcome) del paziente, non certo i codici delle schede di dimissione ospedaliera. Peraltro, la stessa fonte Agenas, e alcuni enti terzi di comprovata affidabilità quali l’Istituto Mario Negri di Milano, hanno nel recente passato riconosciuto e valorizzato i risultati eccellenti dell’attività di cardiochirurgia di Mirano (0,0% di mortalità a 30 giorni dal bypass aorto coronarico isolato: risultato tra i migliori d’Italia!) e non dimentichiamo la qualità della cardiologia interventistica, diretta dal collega Reimers, una tra le maggiori autorità europee del settore, ben verificabile nei siti scientifici.
Vogliamo qui sottolineare come il nostro quotidiano lavoro si svolga talvolta in condizioni difficili, spesso al di là degli orari contrattuali e con risorse umane e materiali sempre più contingentati (non dimentichiamo che l’Ulss 13 è quella meno finanziata!).
Siamo convinti che i cosiddetti “ospedali di rete del Veneto”, come quelli della nostra azienda sanitaria, anche se spesso trascurati a favore dei grandi nosocomi, racchiudono in sé competenze professionali assolutamente qualificate e in grado di garantire la migliore sanità ai cittadini. Riteniamo che i dati dell’Agenas dovrebbero essere opportunamente valutati e discussi con esperti del settore, in particolare con i medici interessati, le associazioni scientifiche di settore ed eventuali osservatori neutrali, prima di essere pubblicati. Certi del sostegno della direzione generale dell’Ulss 13 auspichiamo che, in futuro, le vostre redazioni non diano più spazio a informazioni giornalistiche come quelle sopra riportate che tanto allarmismo hanno creato tra i nostri cittadini e tanto malumore e sdegno hanno indotto tra noi sanitari.
I Primari degli Ospedali di Dolo, Mirano e Noale
Gazzettino – Mirano. I primari: “Totale fiducia per i nostri a cardiologi”
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15
nov
2014
SANITÀ
MIRANO – «Totale fiducia per i reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia miranesi. Hanno un ruolo chiave nella sanità veneziana, altro che ospedale peggiore in Italia». A prendere posizione sono i primari degli ospedali di Mirano, Dolo e Noale, che con una nota congiunta spendono parole al miele per i due reparti al centro delle polemiche.
«Il nostro lavoro si svolge in condizioni difficili, spesso al di là degli orari contrattuali e con risorse umane e materiali sempre più contingentate – scrivono i primari -. Non dimentichiamoci che l’Ulss 13 è la meno finanziata del Veneto, ciò nonostante questi due reparti hanno ottenuto risultati d’eccellenza. Il personale ha professionalità, passione e dedizione».
In Ulss 13 è in atto una rivoluzione che porterà Mirano a lavorare sempre più in sinergia con l’Ulss 12 mestrina, dal 1.gennaio 2015 il reparto miranese di Cardiochirurgia sarà trasformato in Chirurgia Vascolare. La riorganizzazione ha provocato molte polemiche politiche e nelle scorse settimane si è aggiunto il caso-Agenas. L’agenzia sanitaria ha infatti diffuso il report annuale sui risultati ottenuti dalle cure in tutti gli ospedali italiani: analizzando i dati il quotidiano «La Repubblica» ha pubblicato una classifica in cui Mirano risulta all’ultimo posto nel campo degli infarti acuti di miocardio, con una mortalità a 30 giorni che si attesta sul 14.9 per cento.
A Mirano è scoppiato il polverone, i primari alzano la voce: «Fare classifiche è impossibile, in ogni caso i nostri ospedali racchiudono esperienze professionali qualificate in grado di garantire la miglior sanità. Non è un caso che alla Cardiochirurgia di Mirano sia stato registrato lo 0% di mortalità a 30 giorni dal bypass aorto coronarico isolato. E non dimentichiamo la Cardiologia Interventistica diretta da Bernard Reimers, una tra le maggiori autorità europee del settore». Solidarietà ai reparti miranesi è arrivata anche da Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) e Anpo (Associazione Nazionale Primari Ospedalieri).
(g.pip.)
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