Gazzettino – Vigile a rapporto per il gestaccio
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29
set
2012
CA’ FARSETTI – Il Comune ha ricevuto una “memoria difensiva” dall’agente di Polizia locale
Il consigliere Caccia: «Anche per l’elicottero della Polizia a bassa quota si cerchino le responsabilità»
A Ca’ Farsetti pare sia già arrivata una “memoria” per spiegare il “gestaccio”. Il vigile immortalato in una foto con un gesto inequivocabile all’indirizzo dei manifestanti del Comitato No Grandi Navi accorsi in Bacino San Marco il 16 settembre scorso, pare abbia presentato ieri una propria “memoria di difesa” nelle mani del direttore generale del Comune, Marco Agostini. Ora toccherà proprio agli organi comunali valutare attentamente la situazione e soprattutto capire se si sia trattato di un “gesto spontaneo” oppure di una “risposta” – quanto inaccettabile – di fronte ad eventuali contestazioni.
Intanto sulla vicenda è intervenuto il consigliere comunale di “In Comune”, Beppe Caccia che plaude alla decisione di Ca’ Farsetti di aprire un’azione disciplinare nei confronti del vigile autore del gestaccio.
«Bene ha fatto il Comando di Polizia municipale ad aprire un’inchiesta – sottolinea – per un’immagine a dir poco sconcertante, ma non vorrei che si guardasse il dito (anche se usato in modo improprio…) e non si vedesse la luna. Il gesto insultante rivela un certo disprezzo ingiustificabile nei confronti di chi si batte per difendere la salute e l’ambiente della città. Vorrei ricordare anche i comportamenti di altre forze dell’ordine che hanno messo a rischio l’incolumità fisica di centinaia di persone come le “acrobazie” di un elicottero della Polizia a pochi metri dalla testa di molti manifestanti. Mi auguro che, anche in questo caso, chi di dovere proceda verso chi ha compiuto questi atti, magari con lo stesso rigore dell’Amministrazione comunale». E anche il Comitato No Grandi Navi, con il suo portavoce Silvio Testa, ha preso posizione: «É un gesto deprecabile – taglia corto Testa – Ci chiediamo da cosa può essere nato. Per un’offesa di questo genere ci auguriamo ci sia una risposta adeguata».
Nuova Venezia – Operatori turistici: “Le grandi navi? Datele a Chioggia”
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28
set
2012
CHIOGGIA. «Venezia non vuole le grandi navi? Bene, ce le prendiamo noi». Gli imprenditori del Gruppo turismo Chioggia lanciano la proposta a pochi giorni dalle proteste, nel bacino di San Marco, contro la presenza delle grandi navi nel delicato ambiente del capoluogo lagunare. Chioggia non ha i comprensibili problemi di Venezia per questo tipo di transito.
«Abbiamo una bocca di porto che si presta benissimo a far entrare le grandi navi», spiega Marino Masiero di GtC, «e abbiamo spazio nell’area portuale per ospitare i grandi traghetti del Mediterraneo». Da Venezia, per la Grecia, partono ogni settimana due di questi traghetti, e ognuno trasporta 150 camion e 300 auto i cui passeggeri e conducenti pernottano in città; una nave passeggeri che arriva a Venezia riempie tutti gli alberghi fino a Mestre; dal 2000 al 2010 il traffico crocieristico a Venezia è quintuplicato, da 337.000 a 1.617.000 passeggeri l’anno.
Dunque il porto Chioggia potrebbe, da un lato, risolvere i problemi di Venezia, dall’altro, aiutare a risollevare la boccheggiante economia chioggiotta e gli imprenditori di GtC hanno già chiesto un incontro a tutte le forze politiche e ai responsabili portuali delle due città per porre le basi di una progettualità comune. «Ci stiamo preparando da almeno 20 anni», continua Masiero, «Sono stati investiti oltre 150 di milioni di euro. Grazie anche alla stazione marittima dei Saloni, che può svolgere le funzioni di imbarco e sbarco passeggeri, abbiamo le carte in regola per diventare uno dei principali scali dell’Adriatico. Non potremo diventare un “home-port” di importanza mondiale come Venezia ma è tempo che si assegnino al nostro porto almeno alcune linee crocieristiche minori e linee di traghetti».
Diego Degan
Gazzettino – Chioggia, “Benvenute grandi navi”
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28
set
2012
IL FUTURO DEL PORTO – Chioggia si candida a sviluppare il settore crocieristico
L’appello degli operatori turistici: «Subito i traghetti cargo»
Si alle grandi navi a Chioggia. “Gruppo turismo Chioggia” apre le porte ai traghetti portacontainer e alle navi da crociera. «Abbiamo una bocca di porto che non ha problemi a far entrare le grandi navi – spiega Marino Masiero a nome del gruppo – e l’area portuale può ospitare i traghetti-cargo del Mediterraneo. È tempo di cominciare a far parte della Città metropolitana anche sotto il profilo delle strategie che questa nuova entità amministrativa intende attuare. La questione dell’utilizzo del porto di Chioggia è di prim’ordine per il futuro della città nel suo insieme, a partire dal settore turistico».
Gli imprenditori di Gruppo Turismo (Gebis-Segear, Cisa Camping, Slow Lagoon, ChioggiaYacht Group) hanno chiesto un incontro alle forze politiche di Chioggia e Venezia e ai responsabili delle realtà portuali delle due città per porre le basi di una progettualità comune non più procrastinabile. L’idea è nata anche a seguito delle dimostrazioni di protesta che si sono tenute la scorsa settimana nel bacino di San Marco per dire basta alla presenza delle grandi navi nel delicato ambiente del capoluogo lagunare. «Ci stiamo preparando da almeno vent’anni – continua Masiero – Sono stati investiti in infrastrutture centinaia di milioni di euro, finanziati da Stato e Unione europea. Soldi spesi bene, ma che possono produrre nuove economie e nuovi posti di lavoro se si apre il porto a nuove opportunità. Un sottoutilizzo del porto di Chioggia dopo una strutturazione così lunga e impegnativa non ha più ragion d’essere».
Masiero ricorda anche il recente completamento della stazione marittima a Isola Saloni, adeguata a svolgere le funzioni di imbarco e sbarco passeggeri. «Siamo consapevoli – conclude Masiero – che non potremo diventare un “home-port” di prima importanza mondiale per il traffico crocieristico come Venezia, ma è tempo che si assegnino al nostro porto almeno alcune linee crocieristiche minori e linee di traghetti per il trasporto mezzi, che i nostri cugini veneziani non vedono ancora di buon’occhio».
Marco Biolcati
Gazzettino – Gestaccio ai No Navi di un vigile in servizio
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28
set
2012
Gestaccio del vigile, è bufera
Dito medio rivolto ai “No Navi”, il Comando avvia provvedimento disciplinare
Di certo il Comune, e da par suo la Polizia municipale, non ci fa una bella figura. Ma la “Venezia virtuale”, quella che naviga su Facebook non ha potuto che prendere atto, sfogandosi di conseguenza. Una foto ripresa il 16 settembre scorso alla manifestazione del Comitato No Grandi Navi contro le navi crociera nella quale si vede un vigile, a bordo di un motoscafo di ordinanza, che fa il classico “dito medio” all’indirizzo dei manifestanti. Situazione imbarazzante. Ma il Comune è passato all’attacco: «Dopo la segnalazione – chiarisce il direttore generale, Marco Agostini – abbiamo aperto un provvedimento disciplinare nei confronti dell’agente. É un atto inaccettabile».
La vicenda è delicata, ma inequivocabile. E la foto che Il Gazzettino pubblica qui accanto non è proprio una bella immagine. Certo, c’è da capirne i “contorni”, ma che un agente di Polizia municipale, a bordo di un motoscafo di ordinanza, mostri davanti alla macchina fotografica, il classico “dito medio” all’indirizzo di chi sta scattando l’immagine, non rende onore all’istituzione che rappresenta, ma anche ai cittadini di questo Comune.
Già. Invece, proprio grazie a Facebook, quest’immagine ha fatto il giro della “Venezia virtuale” sollevando proteste, commenti pesanti, annunci di denunce, e dichiarazioni sarcastiche. L’immagine è stata scattata il 16 settembre scorso da una fotografa professionista veneziana al seguito delle imbarcazioni dei Comitato No Grandi Navi che, in quel giorno stavano contestando il passaggio delle navi crociere in Bacino.
Una circostanza – si ricorderà – che aveva scatenato vibranti proteste dopo che i manifestanti erano stati letteralmente bagnati, da cima a fondo, dalle pale dell’elicottero della Polizia che stava operando in servizio di ordine pubblico. Ora quest’altro episodio. Ma al di là della denuncia, va anche detto che, su segnalazione di un consigliere comunale, il Direttore generale del Comune, Marco Agostini, che ha competenza in materia di Vigili urbani, è immediatamente intervenuto. «Dopo la segnalazione istituzionale – sottolinea – abbiamo immediatamente aperto un procedimento disciplinare nei confronti dell’agente al quale verrà contestato il comportamento che non si addice ad un dipendente di questo Comune. Non ci sono giustificazioni per questi atti, che sono inaccettabili. Cercheremo di capire come sia potuto accadere e se l’agente abbia per caso reagito a qualche pesante provocazione. Ma il suo è comunque un atto da censurare». Al termine dell’indagine interna prevista in 20 giorni, nei confronti del vigili potrebbe scattare una censura oppure una multa.
Gazzettino – Un porto merci in mare aperto. Ecco il progetto
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21
set
2012
L’ECONOMIA E LE NAVI
Super banchine a 15 chilometri dal Lido. Un oleodotto e grandi chiatte collegheranno l’isola artificiale alla zona industriale. Previsti circa 1.200 nuovi posti di lavoro
LA MAXI OPERA – Il nuovo porto off shore per merci e combustibili, per realizzarlo servono 7 anni
Ecco il progetto per il nuovo porto industriale di Venezia in mare aperto. La maxiopera è stata presentata ieri al Magistrato alle acque. La diga foranea sarà di circa 4 chilometri a 8 miglia al largo dell’Adriatico (più o meno 15 chilometri dalla costa del Lido). E qui, appunto, nascerà il porto off shore di Venezia che comprenderà anche un terminal petrolifero e l’oleodotto che condurrà il greggio fino alla cosiddetta Isola dei Serbatoi a Porto Marghera.
La nuova struttura consentirà di far arrivare i super container. Un oleodotto e grandi chiatte la collegheranno a Porto Marghera
OFF SHORE – La maxi opera presentata ieri al Magistrato alle acque
IL PROGETTO – Diga foranea, terminal petrolifero e sei isole
Venezia riconquista il mare con un porto per merci e petrolio
La diga foranea sarà di circa 4 chilometri a 8 miglia al largo dell’Adriatico (più o meno 15 chilometri dalla costa del Lido). E qui nascerà il porto off shore di Venezia che comprenderà un terminal petrolifero e l’oleodotto che condurrà il greggio fino alla cosiddetta Isola dei Serbatoi a Porto Marghera; un terminal container con un nuovo sistema di movimentazione e trasferimento di container che giungeranno dalla grandi navi mercantile fino a questo attracco. Nel cuore del Golfo di Venezia avverranno le fasi di carico/scarico e poi toccherà a delle chiatte “semi-affondate” di 26 metri far transitare i container nella laguna fino a raggiungere Marghera, in un’area di 90 ettari denominata “MonteSyndial” dove i container verranno sistemati.
Un progetto, dal momento in cui verrà dato il via libera alla cosiddetta “cantierizzazione” che potrà essere realizzato in sette anni. É questo in sintesi il progetto del porto off shore che ieri pomeriggio l’Autorità portuale e il Magistrato alle Acque, insieme al Consorzio Thetis, hanno presentato alle associazioni ambientaliste, a sindacati e operatori lagunari in una riunione a Palazzo X Savi a Rialto. «Il piano nasce nel 2004 – ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa – Se riusciremo a realizzarlo, non solo Venezia, ma tutto il bacino dell’Alto Adriatico potrà trarne beneficio. La sfida con le grandi navi portacontainer o petroliere nasce da qui».
E così, ieri davanti alle associazioni, è stato presentato il piano di Valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto che, al di là della proposta, presenta soluzioni e “interferenze” (leggi difficoltà o modifiche necessariamente legate al progetto ndr). E in questo senso è stata illustrata l’«architettura di progetto” con la diga foranea basata su tre assi e collocata su un fondale di 20 metri di profondità; sul terminal petrolifero con ormeggi, attracchi e condutture sotterranee (quasi 26 km) che percorrerranno la laguna fino a Marghera e la realizzazione di sei isole “provvisorie” rimosse al termine dei lavori per la gestione delle fasi di posa.
«Quello che più conta – ha spiegato Costa – è che il porto off-shore sarà in grado di ospitare due navi oceaniche con capacità di 18 mila teu (la misura standard di volume dei container ndr) e di movimentare un milione di teu all’anno. Poi saranno le chiatte a trasferire i “contenitori” dentro la laguna. E in questo quadro consentirà di dare lavoro a quasi 1200 persone». Ma nella cosiddetta Via vengono segnalati anche i problemi, che secondo l’Autorità portuale, risultano inevitabili ma necessari. Come ad esempio in fase di costruzione i problemi potrebbero essere legati alla modifica dell’habitat naturale e all’emissione di gas fino al rumore e alla torbidità dell’acqua. In una futura “fase di esercizio” il Terminal off-shore potrebbe causare problemi di traffico; sull’ambiente idrico, sull’habitat naturale. La Via, pur riconoscendo queste “interferenze”, giudica questi come effetti a basso impatto negativo. Peraltro il documento conclude rilanciando i riflessi sull’economia sottolineando come la “piattaforma” non solo consenta nuova occupazione, ma delocalizzi il traffico petrolifero ed eviti il congestionamento di quello terrestre e un aumento di quello marittimo (+13 per cento).
Paolo Navarro Dina
LE CROCIERE – Il presidente dell’Autorità portuale è disponibile a un confronto
Prove di dialogo con i “No Navi”
STEFANO BOATO «Più concertazione con il tessuto cittadino»
(p.n.d.) Il presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa non è andato tanto per il sottile e lo ha detto senza tanti fraintendimenti e per rafforzare la sua proposta lo ha sottolineato anche in dialetto veneziano. Davanti a lui c’era Silvio Testa, portavoce del Comitato No Grandi Navi. «Ma vegnì a trovarme – ha detto rivolto a Testa -, sentemòse atorno a ’na tola, parlemoghene». Insomma, prove di dialogo tra antagonisti? Può darsi. Di certo nella discussione seguita alla presentazione della piano di Valutazione di impatto ambientale della piattaforma off shore (come riferiamo qui accanto), Testa non ha mancato di sottolineare alcuni aspetti positivi della proposta definendola in qualche modo “storica”, ma aggiungendo che oltre ai container e al traffico petrolifero, sarebbe stato giusto “pensare anche ad una soluzione per le navi crociera”.
Provocazione sottile, ma reale che però ha trovato pronto lo stesso Costa. «In questo momento, allo stato attuale, l’unico posto che abbiamo – ha tagliato corto il presidente dell’Autorità Portuale – è quello della Marittima. Non ne vedo altri, almeno fino ad adesso». Al di là della “singolar tenzone”, comunque, almeno un cenno di “dialogo” dopo le proteste in Bacino e le polemiche tra posizioni diverse. «Ragioniamo – ha aggiunto Costa – ma alternative alla Marittima non ghe ne vedo soprattutto in laguna. Forse solo il vecchio progetto De Piccoli (già parlamentare veneziano del Pci-Pds) a Punta Sabbioni potrebbe avere le caratteristiche di accessibilità a terra che garantisce la stessa Marittima». Nella discussione è intervenuto anche l’urbanista Stefano Boato che ha voluto sottolineare come il “progetto sarebbe dovuto essere maggiormente concertato per offrire una visione d’insieme del porto in àmbito marittimo e nei confronti della terraferma».
IL VOTO IN COMMISSIONE
E il Senato ratifica la riconferma di Costa
Dopo la Camera, ora tocca al Senato. Ieri mattina, la VIII commissione di Palazzo Madama (Lavori pubblici e Comunicazione) ha ratificato – per propria parte – la nomina di Paolo Costa a presidente dell’Autorità Portuale di Venezia. In questo modo dopo il parere favorevole di Montecitorio e del Senato, Costa viene confermato nella carica. La riunione di ieri mattina della Commissione è stata meramente una questione procedurale e di ratifica amministrativa che ha visto convergere sul nome dell’ex sindaco di Venezia, in pratica tutti i partiti che siedono in Parlamento. In sostanza, Costa ha raccolto i voti dal Partito democratico, dall’Italia dei Valori, dalla Lega, dal gruppo di “Verso Nord” e di una parte del Pdl. E proprio in seno al gruppo degli “azzurri” si sono verificati due distinguo. Al momento della conta, due rappresentanti del Popolo delle Libertà hanno preso le distanze rispettivamente con un voto contrario e un astenuto. Costa rimane così in sella alla poltrona del Porto di Venezia per una durata di quattro anni nei quali ci si dovrà misurare non solo con il progetto della “piattaforma off shore”, ma anche con la delicata questione delle “grandi navi” in transito nel Bacino di San Marco viste anche le ipotesi operative legate al piano per il canale Sant’Angelo-Contorta.
Gazzettino – Grandi Navi, Bettin: «Adesso bisogna decidere»
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18
set
2012
«Che per me le grandi navi siano incompatibili e debbano essere escluse dalla città storica, non è una novità. Ma affinché quello che è ancora un dibattito non degeneri, occorre una ragionevole soluzione a breve termine, che ponga fine al loro passaggio per bacino San Marco e il canale della Giudecca. E una definitiva, a medio e non a lungo termine, per portarle fuori dalla dalla laguna. L’importante è decidere, evitare la radicalizzazione delle posizioni e la finta discussione senza risultati». Questo il commento dell’assessore Gianfranco Bettin all’ultima manifestazione organizzata dal comitato No grandi navi. No comment, invece, sulle dichiarazioni del consigliere Beppe Caccia in merito al dispiegamento di mezzi da parte delle forze dell’ordine. «Non c’ero e non posso giudicare, anche se da quel poco che ho visto in tv, mi è sembrato che l’elicottero volasse un po’ troppo basso. In ogni caso, se Caccia è intenzionato a presentare un esposto, ad accertare i fatti ci penseranno le autorità competenti». (v.m.c.)
Nuova Venezia – Decine di denunce tra i manifestanti
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18
set
2012
Quattro poliziotti feriti e due volanti speronate, ma per i Comitati è stata messa a rischio l’incolumità delle persone
VENEZIA. Denunce e controdenunce. La manifestazione organizzata dal Comitato No Grandi Navi in bacino San Marco avrà una coda velenosa e toccherà alla Procura sbrogliare la matassa: il capo della Digos Ezio Gaetano ha preannunciato una quarantina di segnalazioni per interruzione di pubblico servizio, lesioni (quattro poliziotti sarebbero rimasti feriti con una prognosi di una decina di giorni ognuno), tentato naufragio e pericolo per la navigazione. Dall’altra parte il consigliere comunale Beppe Caccia ha annunciato che, oltre ad un’interrogazione urgente, presenterà un esposto «per le scelte estremamente pericolose compiute da Capitaneria di Porto, Autorità portuale e dalla Questura». E ci sono riprese tv, fotografie e testimonianze sulle spericolate manovre sia delle imbarcazioni della Polizia sia dell’elicottero.
Le denunce della Digos devono essere ancora formalizzate e ancora non c’è il pm che dovrà occuparsene, comunque, ieri, il capo della Digos ha sostenuto che «è stata garantita la libertà di manifestare» e che le forze dell’ordine sono intervenute «per evitare che l’occupazione del canale potesse essere oltre che illegale anche pericolosa». Stando alla ricostruzione della Polizia, sarebbero state poco più di una decina le barche che avrebbero sorpassato il limite prestabilito negli accordi tra Questura ed organizzatori della manifestazione, con la conseguenza che una trentina di persone verranno denunciate per interruzione di pubblico servizio e pericolo per la navigazione, mentre un’altra decina saranno segnalate anche per tentato naufragio e lesioni perché, a bordo di un topo, avrebbero speronato due volanti lagunari e ferito i quattro agenti a bordo.
Caccia, invece, sostiene che sarebbero state le forze dell’ordine a tenere un atteggiamento di «incompetente arroganza, messa a servizio degli interessi di pochi padroni della crocieristica». Nell’esposto si legge che «per intimidire le imbarcazioni dei manifestanti hanno fatto volare un elicottero a pochi metri dalle teste delle persone e da monumenti patrimonio dell’umanità come la basilica di San Giorgio, e le lance della Polizia non hanno esitato a speronare sandoli e mascarete, mettendo a rischio l’incolumità di decine di cittadini». Tra i manifestanti non c’erano solo giovani ed esponenti dei Centro sociali, ma anche signori anziani e rappresentanti di Italia nostra. Uno di loro racconta: «Ero attraccato al pontile della Buncintoro con la mia barca e ho visto un gommone con due ragazzi che procedeva quasi sotto riva avvicinato a grande velocità da un’imbarcazione della Polizia, che ha girato intorno più volte, provocando onde piuttosto alte, le quali hanno rischiato di far ribaltare l’imbarcazione. Non contento, un poliziotto si è messo a urlare ai due giovani: «Mongoli, tornate a casa» . Un altro riferisce dell’elicottero che volava a meno di dieci metri sopra la sua testa e che sollevava colonne d’acqua, bagnando tutti. «Ci vorranno ore e ore di manutenzione, poi, per sistemare turbine e motori pieni di acqua salata e a pagare siamo noi», aggiunge.
Giorgio Cecchetti
Gazzettino – La protesta ferma le grandi navi
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17
set
2012
PROTESTA IN LAGUNA
VENEZIA – Tra i cinquecento manifestanti anche le associazioni contrarie a Tav e Nuova Romea
Slogan e fischi in Bacino di San Marco, corteo di un centinaio di barche: partenze ritardate
In 500 contro i palazzi galleggianti
Successo per la manifestazione: «È una vittoria di Davide contro Golia. Ora i politici riflettano»
L’ESPOSTO «Mezzi usati contro di noi a scopo intimidatorio»
IL RITARDO – Msc parte due ore dopo «Causa un guasto tecnico»
«Siamo riusciti a fermare la partenza delle grandi navi per quasi tre ore. Senza fare alcunché, se non manifestare pacificamente dalle rive e a bordo di piccole imbarcazioni. È una vittoria di Davide contro questi Golia che stanno distruggendo la città». Esultano gli organizzatori della manifestazione di protesta svoltasi ieri in punta Dogana e bacino San Marco. In realtà, le autorità hanno spiegato in serata che il ritardo ha riguardato solo le due Msc a causa di un problema tecnico, mentre la Costa Favolosa è partita secondo programma.
Comunque, grande successo di organizzazione per le 300 persone che affollavano le rive, le altre 200 giunte in bicicletta e il centinaio di piccole barche a remi e a motore nello spazio acqueo antistante. Delimitato da una cintura di sicurezza di 7 mezzi delle forze dell’ordine e dal lancione della Capitaneria di Porto, cui nel tardo pomeriggio si è aggiunto un elicottero della Polizia di Stato.
Presenti con bandiere e striscioni anche i comitati No Tav, No Dal Molin, No rischio chimico Marghera e il Comitato Opzione Zero contro la Romea commerciale. «Un segnale importante, in una giornata che ha superato ogni nostra più rosea aspettativa – ha commentato Silvio Testa, portavoce di No grandi navi – Sono sempre di più le persone contrarie e questo dovrebbe essere motivo di riflessione per i politici regionali».
Per far passare le ore in punta Dogana, dal momento che le tre grandi navi in partenza non si facevano vedere, panini, bibite e vin brulè, un gazebo con impianto stereo e un banchetto per le firme (escluse quelle raccolte ieri, a quota 12mila). Poi intorno alle 19, con un notevole ritardo, il passaggio di Costa Favolosa, accompagnato da slogan, fischi, striscioni e qualche fumogeno. E con i più assidui che hanno prolungato la manifestazione fino al passaggio delle navi successive.
Polemico con Questura, forze dell’ordine e Capitaneria, il consigliere comunale Beppe Caccia. Che ha annunciato un interrogazione al sindaco e un esposto, «per il dispiegamento d’imbarcazioni e l’impiego di un elicottero a scopo palesemente intimidatorio, speronando sandoli e mascarete e volando a pochi metri dalle teste delle persone».
Vettor Maria Corsetti
DA PORTOGRUARO E MIRA CONTRO LE GRANDI OPERE
Tav, Romea, rifiuti: riunito il fronte del no
Sono partiti dalla Riviera, dal Miranese, dal Veneto Orientale. Per dire all’unisono «no» alla Romea Commerciale, alla linea ad alta velocità/capacità tra Venezia e Trieste, e al progetto di Alles di trattare rifiuti pericolosi a Marghera. I comitati del «no» del veneziano si sono uniti in un fronte comune. Ieri è stata la loro prima manifestazione unitaria. Si sono incontrati in centinaia alla stazione di Mestre, città crocevia di tutto il veneziano. Poi hanno inforcato le loro biciclette e si sono diretti a Venezia per partecipare alla manifestazione contro le «grandi navi». Pochi i disagi, ma rallentamenti del traffico diretto a Venezia, con gli automobilisti che si son dovuti adeguare al ritmo della carovana ciclistica. «Questo è l’inizio di un fronte comune che va oltre il solo territorio veneziano» spiega Mattia Donadel, rappresentante di Opzione Zero, movimento nato dopo l’esperienza di Cat, il comitato ambiente territorio nato in Riviera per contrastare Veneto City, Romea Commerciale e altri progetti. Alla stazione di Mestre, sono stati i comitati «No-Tav» i protagonisti della protesta. Una cinquantina di attivisti sono arrivati dal Veneto Orientale per protestare contro ogni ipotesi di tracciato tra Venezia e Portogruaro. E lo hanno detto anche con uno striscione, con la scritta «No Tav – Sì mobilità sostenibile». «Siamo contrari ad ogni progetto – conferma Mauro Gobbato dei No-Tav di Portogruaro – perché non porta progresso, ma solo sperpero di denaro pubblico. Prima della Tav si dovrebbe portare a termine la metropolitana di superficie». I manifestanti hanno preso posizione anche contro il progetto Alles, rinnovando il murale «Meno inquinamento, più bonifiche» scritto nei pressi del Vega. «Non c’è futuro se non mettiamo insieme le nostre battaglie – spiega Vittoria Scarpa, attivista – e questa manifestazione è nata dai contatti che ci sono sempre stati con tutti i comitati del Veneto». (m.dor.)
In bicicletta lungo le Zattere
La marcia ambientalista su due ruote si è unita al corteo in attesa a Punta della Dogana
(V.M.C.) Sono arrivati a San Basilio con tre quarti d’ora di ritardo: in bicicletta, in tandem e qualcuno persino su mezzi a una sola ruota. Per «chiedere l’estromissione delle grandi navi dalla laguna, e manifestare contro la devastazione del territorio». Il pomeriggio di protesta di No grandi navi è iniziato intorno alle 14.45, con la conclusione a Venezia della biciclettata ambientalista iniziata a Mira, cui ha partecipato anche il gruppo Ecotopia Bike Tour, partito da Barcellona.
E superato il ponte di legno di San Basilio, il fuori programma di una pedalata collettiva lungo le Zattere, con trombette e bandiere. Tra la curiosità dei turisti e dei frequentatori di bar e ristoranti, sorpresi e divertiti da uno spettacolo per Venezia decisamente fuori dal comune. Pedalata aggiuntiva decisa solo al momento. E tollerata dalle forze dell’ordine, dal momento che gli accordi presi dagli organizzatori prevedevano il raggiungimento di punta Dogana a piedi, con le biciclette portate a mano.
Nuova Venezia – Battaglia navale in Bacino Msc e Costa bloccate per ore
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17
set
2012
Centinaia di persone a Punta Dogana e sui barchini hanno contestato i passaggi dei “bisonti”. La Questura li controlla con l’elicottero e le moto d’acqua, momenti di tensione fino a sera.
Un carosello di spruzzi, fumogeni, virate, moto d’acqua, topette all’attacco e poi messe in fuga dalle sciabolate d’aria di un elicottero della polizia. Una quasi battaglia navale in bacino San Marco dove, ieri pomeriggio, le barche del comitato No Grandi Navi hanno tenuto in scacco tre città galleggianti costringendole a rinviare di quasi tre ore la partenza da San Basilio. Davide contro Golia, un centinaio di gusci di legno e resina contro i grattacieli di Costa e MSC Crociere, i megafoni e i cartelli contro le navi più alte del campanile di San Marco.
A fine giornata, chi bagnato fradicio e chi furibondo, il Comitato non si può lamentare. «Ci sono stati momenti di tensione ma per fortuna non è successo niente di grave – spiega il portavoce del Comitato, Silvio Testa – Abbiamo ottenuto un grandissimo successo perché queste immagini faranno il giro del mondo e tutto il mondo saprà il danno che ogni giorno subisce la città».
Le immagini che stanno già facendo il giro del mondo sono quelle di un piccolo esercito arrivato nel primo pomeriggio a Punta della Dogana con ogni mezzo. Chi in bicicletta da Mira, chi in monopattino, chi in barca a remi, a vela o a motore. In trecento lungo le rive, un centinaio le imbarcazioni nel Canale della Giudecca dentro lo spazio delimitato dal nastro bianco e rosso della polizia che controlla chi è al timone e chi sta a bordo.
Le forze dell’ordine non vogliono guai. Il Comitato No Grandi Navi vuole invece la massima visibilità possibile e la cerca in una domenica pomeriggio che prevede il passaggio di Costa Favolosa, Msc Opera e Msc Musica nell’arco di un paio d’ore. Inizia quasi come una scampagnata, con le magliette del Comitato infilate sui vestiti, la musica di Jovanotti, i cani, i palloncini. Arrivano i No Tav di Portogruaro, i No Dal Molin di Vicenza, quelli contro il rischio chimico di Marghera. Tanti No messi insieme che aspettano al varco navi le cui scialuppe sono dieci volte più grandi della barca più grande.
La Costa Favolosa, che avrebbe dovuto passare in bacino San Marco alle 16.30, per prudenza resta agli ormeggi in Marittima. I crocieristi si consolano con un drink e il Comitato festeggia un risultato che sembrava insperato. Nell’euforia le prima barche iniziano a superare il nastro di delimitazione e la polizia stringe. La Questura manda una mezza dozzina di moto d’acqua che cerca di riportare le barche al loro posto lungo la riva ma la situazione è ingovernabile.
Non appena, poco prima delle 19, si staglia la sagoma della Favolosa le barche del Comitato la circondano e partono i primi fumogeni. Da lassù, sull’ottavo ponte della Costa, il razzo dev’essere sembrato poco più di un moscerino ma quaranta metri più in basso, sul pelo dell’acqua, c’è chi se la vede brutta.
Per disperdere la flotta arriva un elicottero della Polizia che scende a pochi metri d’altezza. Le pale appiattiscono la superficie del bacino, l’aria alza getti d’acqua che inondano le barche, volano insulti, qualcuno scappa, qualcuno insegue, i più coraggiosi restano per tentare il bis con l’arrivo della Msc Opera e magari poi con la Msc Musica. L’elicottero scende nuovamente e anche i più oltranzisti capiscono che tanto ormai è fatta. I 6 mila crocieristi torneranno a casa almeno con il dubbio. Il consigliere Beppe Caccia intanto annuncia un esposto alla Procura contro l’intervento dell’elicottero: «Una scelta criminale che ha messo a rischio l’incolumità di decine di persone oltre a quella dei monumenti della città».
Manuela Pivato
L’urlo dei manifestanti «Reazione esagerata da parte della polizia»
I partecipanti al corteo “lavati” dai mezzi della sicurezza È polemica: «Intervento ridicolo». «Dove sono i veneziani?»
Una domenica da leone per il comitato «No Grandi Navi» anche se il ruggito è stato soffocato da un amaro finale a sorpresa. Il sorriso delle persone che dalle 15 manifestavano pacificamente si è infatti improvvisamente trasformato in un urlo di rabbia. Il corteo di una cinquantina di barche che si è spinto a ridosso delle navi crociera per gridare lo slogan «Via le navi dalla laguna» è stato coperto dall’assordante rumore delle eliche di un elicottero della polizia che si è avvicinato così tanto alla superficie del bacino da provocare un immediato innalzamento di acqua.
Non solo le persone a bordo si sono completamente lavate, ma in molti hanno corso il rischio di precipitare in acqua date le alte onde provocate in pochi secondi: «Ma di cosa avevano paura?» racconta Marco, fradicio dalla testa ai piedi «Credevano che ci avvicinassimo alle navi e ci arrampicassimo sopra? È ingiustificata la reazione della polizia. Noi eravamo nella barca con l’impianto stereo ma alla fine abbiamo dovuto scendere perché l’elicottero era troppo basso e i motoscafi idrogetto della polizia ci stavano lavando».
«Io ero in una barca piccola» racconta Cristina, sempre del Coordinamento Studenti Medi, arrivati da Mira in bicicletta questa mattina «e le moto d’acqua si avvicinavano tantissimo per lavarci completamente». Il manifesto «Venezia è cultura. Voi business e spazzatura» è rimasto innalzato in Punta della Dogana tutto il giorno, sorretto dalle persone che manifestavano a terra. Quando è giunta voce che le navi crociera sarebbero passate tutti si sono radunati sulle fondamenta rivolte al Canale della Giudecca, alzando ognuno i manifesti «Vogliamo respirare dormire guardare la tv» e «Go Home», pollici alzati e puntati verso il basso. L’arrivo dell’elicottero ha destato lo sdegno di tutti.
Dalle urla pacifiche «Via le navi dalla laguna» il timbro di voce è improvvisamente cambiato e i pollici abbassati si sono aperti, mostrando il gesto di andare a quel paese. All’inizio, l’arrivo di sette moto d’acqua che sfrecciavano avanti e indietro vicino alle grandi navi e quindi al corteo sembra una presa in giro e la gente commentava con aria un po’ seccata: «Ecco i James Bond della laguna». Poi, quando l’elicottero ha iniziato a sorvolare la zona scendendo a pochi metri dall’acqua e avvicinandosi al pubblico, nessuno è riuscito a trattenersi e tutti hanno iniziato a gridare: «Vergognatevi» e a scattare foto o riprese con il cellulare.
«La manifestazione è riuscita» affermano Davide Livieri, veneziano e Aurora Tron di Mira«si è espresso il dissenso della città ed è stato bello che fossero uniti i manifestanti di acqua e di terra, ma l’intervento della polizia è stato ridicolo. Tutti i soldi che avranno speso per il carburante potevano usarlo per altro, come cercare di fermare i delinquenti». Chi era in barca se lo ricorderà, anche se tutti ribadiscono che se ci saranno altre manifestazioni torneranno all’attacco: «Il fatto che le navi siano partite in ritardo è stato un successo» afferma Lorenzo «ma l’intervento della polizia è stato davvero sproporzionato e questo dimostra che anche loro sono dalla parte di chi con le navi vuole farci i soldi».
«Noi siamo qui per dire anche ai passeggeri di ribellarsi» afferma Eufrosina «perché il Comune e le compagnie ci fanno i soldi e posso capire che vogliano continuare, ma i passeggeri sono lassù per stupidità e non capiscono che non si possono invadere alcuni luoghi». «Ma dove sono i veneziani?» afferma in tono provocatorio Marco Pitteri «Se siamo solo noi che non vogliamo le grandi navi è preoccupante, inizio a credere che forse non interessa a nessuno la questione». Insomma, molti soddisfatti, alcuni delusi, ma tutti concordi nel dire che ci saranno ancora a dire «No Grandi Navi».
Vera Mantengoli
Grandi navi, decine di denunce tra i manifestanti
Polemica il giorno dopo la manifestazione di domenica in bacino San Marco: quattro poliziotti feriti e due volanti speronate, ma per i Comitati è stata messa a rischio l’incolumità delle persone.
VENEZIA. Denunce e controdenunce. La manifestazione organizzata dal Comitato No Grandi Navi in bacino San Marco avrà una coda velenosa e toccherà alla Procura sbrogliare la matassa: il capo della Digos Ezio Gaetano ha preannunciato una quarantina di segnalazioni per interruzione di pubblico servizio, lesioni (quattro poliziotti sarebbero rimasti feriti con una prognosi di una decina di giorni ognuno), tentato naufragio e pericolo per la navigazione. Dall’altra parte il consigliere comunale Beppe Caccia ha annunciato che, oltre ad un’interrogazione urgente, presenterà un esposto «per le scelte estremamente pericolose compiute da Capitaneria di Porto, Autorità portuale e dalla Questura». E ci sono riprese tv, fotografie e testimonianze sulle spericolate manovre sia delle imbarcazioni della Polizia sia dell’elicottero.
Nuova Venezia – Da Barcellona a Venezia in bicicletta, in duecento per l’ambiente
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
17
set
2012
In duecento, tutti in bicicletta, da Mestre ma anche da Mira, da dove è partita ieri matti la tappa rivierasca della biciclettata dell’Ecotopia Bike tour, iniziativa europea partita da Barcellona a luglio e che giungerà a Venezia toccando i punti di tante battaglie ambientali. Ieri il no alle grandi navi in laguna si è legato alla contestazione alla Tav e al progetto dell’Alles a Marghera, con l’invito pressante alla giunta regionale a non ratificare il parere positivo della commissione Via. I temi dell’ambiente sono stati i protagonisti della “critical mass”, la protesta messa in atto da duecento giovani, con in prima fila quelli del centro sociale Rivolta di Marghera, che hanno raggiunto in bicicletta alle 13 l’atrio e il primo binario della stazione ferroviaria di Mestre. Era questa la prima tappa della loro giornata di protesta: armati di megafoni, striscioni e cartelli, hanno invaso la stazione, pacificamente, per dire no al progetto della Tav e chiedere una vera mobilità sostenibile. Seconda tappa del corteo di biciclette è stato invece il muro del Vega (Parco scientifico e tecnologico) in via della Libertà, dove è stata rifatta la scritta dall’assemblea permanente contro il rischio chimico per dire no ad un futuro di Porto Marghera come “pattumiera del Veneto”.
Il riferimento è ovviamente al contestato progetto Alles. «Tra questi progetti e le bonifiche che non partono», hanno denunciato i manifestanti, «si rischia di rimanere per sempre tra i territori più inquinati d’Italia». Poi i manifestanti hanno imboccato il ponte della Libertà, per raggiungere punta della Dogana e partecipare alla mobilitazione contro il passaggio delle grandi navi.(m.ch.)
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