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(vmc) Fino a qualche giorno fa le firme raccolte dal Comitato No Grandi Navi per allontanare i grattacieli del mare dal Bacino San Marco erano 11.159. Una cifra raggiunta grazie alla petizione on line con moduli in più lingue e di persona con appositi gazebo allestiti in città. L’appello lanciato dai promotori è quello di recarsi a firmare in Campo San Giacomo dell’Orio fino a domani dalle 18.30 alle 23, dove è allestita una mostra sui danni prodotti dalle navi.

Nel documento si chiede “che si affrontino subito le soluzioni alternative definitive senza ipotizzare costose e devastanti soluzioni provvisorie”; “che avviate le procedure per l’estromissione definitiva di quelle navi che studi autorevoli e indipendenti, da avviarsi immediatamente, dichiareranno incompatibili col benessere della città e col recupero morfologico della laguna” e che venga installata una rete di centraline Arpav per rilevare la qualità dell’aria a Venezia Centro storico e nelle isole.

Nel calendario degli ambientalisti, alle 18 del 4 settembre, c’è la presentazione al Marinoni e all’Astra di un cortometraggio di Loredana Spadon e Massimo Vianello, che sintetizzerà le ragioni e le iniziative del Comitato. E il 16, la biciclettata Mira-Venezia di un gruppo di catalani, seguita da una manifestazione collettiva dalle Zattere a punta Dogana.

 

Nuova Venezia – “Clini non sta con l’ambiente”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

31

ago

2012

«E’ inaccettabile e vergognoso che un libro assolutorio sui danni delle crociere pubblicato dall’Autorità portuale abbia la prefazione del ministro per l’Ambiente». Il Comitato No Grandi Navi attacca Corrado Clini, ministro che ha posto la sua firma sulla prefazione al nuovo volume edito da Marsilio e finanziato dal Porto che intende far luce sulle «falsità» diffuse negli ultimi tempi in tema di grandi navi. «Il ministro Clini ha espresso molte posizioni tra loro contraddittorie sul tema», si legge in una nota del Comitato, «e almeno adesso abbiamo capito da che parte sta: una parte che non è certo quella dell’Ambiente». Seconda critica avanzata dal comitato, quella che il volume sulle crociere sia stato finanziato dal Porto: «Chiaro che loro hanno tutto l’interesse a far vedere che i danni non esistono. Meglio sarebbe stato se l’iniziativa di studi indipendenti fosse stata assunta dal Comune, come il sindaco Orsoni annuncia da tempo».(a.v.)

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La «prefazione» del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini al libro edito dall’Autorità Portuale dal titolo “A Venezia dal mare. Le crociere” non è piaciuto (e non poteva essere diversamente). E così, ieri mattina il Comitato No Grandi Navi ha deciso di prendere posizione. Parole di fuoco, ben s’intende rivolte principalmente al ministro vergate in una nota. «É davvero inaccettabile – sottolinea il Comitato – e vergognoso che un libro così abbia la prefazione del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, le cui ambiguità in materia sono chiare a tutti dato che nessuno può dire quale sia la sua posizione, tali e tanto contraddittori sono stati nel tempo le sue dichiarazioni e soprattutto i suoi atti amministrativi. Con la prefazione, ambigua pure essa (così come è stata riportata dai giornali), Clini ha almeno fatto capire da che parte sta realmente, e non è certo quella dell’ambiente».
Il Comitato annuncia di andare quanto prima in libreria per poter acquistare una copia del libro, finanziato dall’Autorità portuale sul tema delle crociere. «Un libro – liquida la questione il Comitato – dove Paolo Costa (presidente dell’Autorità portuale ndr) – vuole dimostrare con gli scritti dei suoi esperti che il crocierismo è sostenibile e perfettamente compatibile con la delicatezza di Venezia e con l’equilibrio della laguna. Lo leggeremo e poi magari diremo pubblicamente quello che ne pensiamo».
Ma al di là dell’attacco a Clini e alla sua collaborazione, il Comitato, sottolinea come avrebbe preferito “che sul tema del crocierismo fosse stato un «ente terzo» attento agli interessi generali – si dice -. Magari quello stesso Comune che da mesi ha inserito nel Piano di assetto territoriale proprio la necessità di avviare studi autorevoli e indipendenti su tutte le criticità del crocierismo, ma che finora non vi ha provveduto tenendo nel merito della permanenza delle grandi navi una posizione tartufesca».
P.N.D.

 

Gazzettino – La verita’ su Venezia e le grandi navi

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

ago

2012

di Corrado Clini  (ministro dell’Ambiente)

Venezia è il «miracolo» di un luogo sommamente artificiale ma nel quale l’attività dell’uomo ha mantenuto, se non migliorato, l’armonia della natura. A Venezia la civitas ha continuamente trasformato l’urbs riuscendo a farne un tutto inscindibile di eccezionale valore ambientale e storico-artistico. Il motore della trasformazione è stato e continua a essere il rapporto di Venezia con la radice storica della sua potenza: il mare, i traffici marittimi e gli ambiti portuali che li hanno via via accolti nel tempo. Rapporto ben ripercorso anche nelle pagine di questo libro e che è giunto fino all’azzardo dello sviluppo petrolchimico di Porto Marghera degli ultimi cinquant’anni. In questa storia il traffico crocieristico ha avuto un ruolo minore almeno fino ai primi anni Settanta dello scorso secolo quando, ancora sull’onda emotiva della grande «acqua alta» del 4 novembre 1966, il “Progetto 80, rapporto preliminare al programma economico nazionale 1971/75″ ha immaginato un allentamento della pressione portuale mercantile sulla laguna, auspicando per contro una specializzazione della portualità veneziana nel traffico passeggeri. L’indicazione si è trasformata in un progetto coerentemente perseguito per oltre quarant’anni e ha prodotto un indubbio successo; quello che, dal 2000 a oggi, ha portato Venezia ai vertici del crocierismo mondiale, anche perchè accolto in una delle più moderne ed efficienti Stazioni Marittime del Mediterraneo. Un successo prezioso, da difendere, ma oggi anche da controllare perché giunto a un limite percepito come pericolo – della dovuta compatibilità armoniosa con Venezia e la sua laguna.            Un limite-pericolo reso plasticamente evidente dalla carena bianca – riversa sulla costa dell’isola del Giglio e sospesa precariamente fra la riva e l’abisso – della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata il 13 gennaio 2012 dopo uno sciagurato «inchino». Nessuno confonda l’avvicinamento e l’attracco al porto di Venezia con l’indebito fuori rotta della Costa Concordia. L’entrata dalla bocca di Lido e il passaggio davanti a San Marco avvengono condizioni di sperimentata sicurezza. Fumi e moto ondoso sono fenomeni eliminati o eliminabili. Ma è indubbio che la dimensione raggiunta dalle grandi navi bianche è oggi sproporzionata rispetto al contesto storico-architettonico: se affascina pochi futuristi, spaventa e incute timore ai più.                   È per questo che, decidendo di introdurre norme che tutelino dal ripetersi di tragedie come quella del  Giglio, il Governo ha pensato anche a Venezia. Suggerendo che si sperimentino nuovi modi di avvicinarsi a Venezia in crociera: o con navi proporzionate al contesto veneziano alle quali continuerà a essere riservato il privilegio di passare davanti San Marco e lungo il canale della Giudecca, o mantenendo le grandi navi e accettando di raggiungere la Stazione Marittima per una via alternativa che escluda San Marco e Giudecca. Il tutto per contemperare i due obiettivi della tutela del patrimonio artistico e ambientale veneziano e della salvaguardia della sua eccellenza crocieristica.                 È così che l’articolo 2, comma b, del decreto del 2 Marzo 2012 vieta il transito attraverso il canale della Giudecca e il bacino di San Marco delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda; e che 1’articolo 3 applica tale divieto a partire dalla disponibilità di vie di navigazione praticabili e alternative a quelle vietate. Alternativa che è nella responsabilità della Capitaneria di Porto e del Magistrato alle Acque, da individuare con la collaborazione dell’Autorità Portuale. A loro il primo vaglio e la prima composizione degli interessi legittimamente rappresentati dalle associazioni ambientaliste da un lato e degli armatori dall’altro, prima che l’ultima parola sia data alle istituzioni democratiche locali, regionali e nazionali che, fortunatamente, possono disporre per legge di quello strumento – il Comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia – che da oltre trent’anni garantisce la tutela fisica, ambientale e socio-economica di Venezia e della sua laguna.                 Un approccio, dunque, definitivo negli obiettivi ma implementato con la dovuta gradualità, anche per dare sostanza giuridica a un necessario cambio di passo nella prevenzione, valutazione e rimedio delle esternalità negative prodotte dalle attività umane, superando la paralisi dello sbandieramento, contrapposto e sterile, di interessi di parte.                 Lo stesso approccio, per restare a Venezia, recentemente adottato per l’area di Porto Marghera – solo abbagliata per decenni dal miraggio di una riconversione produttiva sostenibile – che oggi, in virtù dell’Accordo di programma sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente con Regione del Veneto ed Enti Locali il 16 aprile 2012, apre alla possibilità di bonifiche sollecite e all’atteso reinserimento nel circuito produttivo di intere aree altrimenti inerti.                In quest’ultimo caso ad esempio entrando dalla bocca di porto di Malamocco e percorrendo, per raggiungere la Marittima, il nuovo tratto di canale Contorta Sant’Angelo del quale si stanno valutando fattibilità e impatto sulla morfologia lagunare. O magari, domani, realizzando una nuova Stazione Marittima ai limiti marini della laguna resa raggiungibile da passeggeri e merci nei modi che la fantasia di chi ama Venezia saprà inventare.

 

Un cortometraggio sulle grandi navi al «Venice film meeting», rassegna collaterale alla Mostra del Cinema che si terrà al cinema Astra del Lido dal 3 al 6 settembre. Lo hanno realizzato Loredana Spadon e Massimo Vianello, mettendo insieme filmati, spezzoni, voci e interviste ai veneziani sul fenomeno sempre più invadente delle grandi navi dentro la laguna. Il documentario dura circa dieci minuti e vuole testimoniare, secondo gli autori, la situazione di emergenza che interessa ormai la città d’acqua. Non più solo denunce e dossier, dunque. I comitati «No Grandi Navi» e «Ambiente Venezia» adesso puntano sull’arte e sul filmato che farà presto, dicono, il giro del mondo. «Vogliamo denunciare all’opinione pubblica mondiale quello che in laguna continua a succedere tra l’indifferenza delle autorità». Negli ultimi tempi, per la verità, sono state molte le voci che si sono levate sulla critica all’ingresso delle grandi navi in laguna. «Abbiamo tutti un obiettivo comune», ha detto ieri il ministro Corrado Clini in municipio, «cioè quello di allontanare le navi da San Marco e di trovare nei tempi più brevi possibili un’alternativa».           D’accordo su questo anche il sindaco Giorgio Orsoni, che nelle ultime settimane si è schierato decisamente in favore dello «sfratto» delle navi, come del resto aveva detto in campagna elettorale. E anche le compagnie armatrici, che si sono dette disposte a valutare soluzioni alternative. Ma intanto le navi continuano a entrare dal Lido. Quelle di ultima generazione, alte come un campanile, hanno un tonnellaggio superiore alle 130 mila tonnellate.(a.v.)

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LA POLEMICA

Lo stilista chiede che Venezia sia preservata dai grattacieli del mare ma il presidente del porto attacca: «Non inquinano e non sono pericolose»

MESTRE – (M.D.) Un pannello della mostra sul «Palais Lumière» spiega meglio di tante parole quel che Pierre Cardin pensa delle Grandi Navi e del loro passaggio in area Marciana.                  Si tratta di una veduta veneziana. Uno scorcio di Canal Grande. In primo piano, l’impatto sulla città di una nave da crociera. In fondo, quasi impercettibile, la silhouette del «Palazzo» di Cardin. Come a dire: guardate che differenza d’impatto.                 Un ragionamento che Cardin ha ripetuto anche in occasione della cerimonia d’inaugurazione della mostra dedicata al suo «Palais». Non un semplice «vernissage», ma il battesimo ufficiale del progetto, con istituzioni e copertura mediatica internazionale. Un grande evento condito da parole di fuoco contro il passaggio delle «Grandi Navi». Con un’idea provocatoria: costruire a Porto Marghera il nuovo attracco per i giganti della navigazione.                  «Venezia deve esser preservata dall’arrivo delle Grandi Navi – ha detto Cardin – che generano il fenomeno dell’alta marea. La città di Venezia deve esser tutelata. Voglio che sia il porto di Marghera il nuovo crocevia turistico per le grandi navi».                    Parole che hanno scosso Paolo Costa. Il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, che era presente alla cerimonia inaugurale della mostra sul «Palais», ha trovato inappropriata l’uscita pubblica dello stilista italo-francese e la sua proposta di deviare su Porto Marghera il traffico croceristico.                  «Ho trovato fuori luogo ogni accostamento fatto da Cardin tra il suo progetto e le grandi navi», attacca Costa, che poi smentisce anche quanto sostenuto da Cardin sulla «pericolosità» dei giganti del mare. «Non vedo cosa c’entra il discorso di Cardin sul tema delle grandi navi. Le navi non inquinano e non sono pericolose. Sono brutte, ma questo è un altro discorso».                   Costa non vuole far polemiche, ricordando anche che il «Palais» crescerà su area portuale e che lui è sempre stato favorevole al progetto, ma le esternazioni dello «zio di Francia» non gli sono proprio andate giù. E replica di conseguenza.                «Le navi – ragiona Costa – offuscano il paesaggio per qualche istante, poi se ne vanno. Mentre la struttura di Cardin resta lì per sempre. Se vuole portare le grandi navi sotto il suo Palazzo non si deve far altro che chiudere il Porto».                   A gettare acqua sul fuoco ci pensa Rodrigo Basilicati, nipote di Pierre Cardin e progettista del «Palais». «Il porto deve mantenere le sue funzioni di porto, ci mancherebbe. Mio zio voleva solo sottolineare il grande rischio del passaggio in centro città di questi mastodonti del mare, che non hanno nulla da vedere con Venezia».

 

MARGHERA. «L’ipotesi di dire alle grandi navi di non entrare più a Venezia è un’ipotesi che abbiamo scartato». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini a Marghera, a margine dell’inaugurazione della mostra sul progetto del Palais Lumiere di Pierre Cardin. «Lo abbiamo detto », ha spiegato Clini , «semplicemente perchè questa non è una soluzione praticabile. Ora abbiamo bisogno però di una risposta, la più rapida possibile per ridurre progressivamente il traffico e per avere un percorso diverso».           Il ministro dell’Ambiente poi ha voluto precisare a giornalisti: «Io sono ovviamente favorevole al loro allontanamento dal bacino San Marco e per questo ho firmato il decreto ma ci vogliono per realizzarlo delle alternative praticabili e realizzabili».            Insomma la questione è ancora allo studio sia del governo che degli enti locali, incalzati a scegliere per uno spostamento dallo stesso stilista Pierre Cardin, che nel suo discorso all’inaugurazione della mostra sul Palais Lumière ha ribadito il suo no, convinto, al passaggio delle grandi navi in bacino San Marco e la richiesta di spostare il polo crocieristico veneziano a Porto Marghera.

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PARLA WALTER ORLANDO

VENEZIA. Nessun nuovo canale da scavare per il passaggio alternativo delle grandi navi da crociera che ora occupano il Bacino di San Marco, senza pesanti costi ambientali e finanziari da affrontare. Basta semplicemente utilizzare a questo scopo il canale dei Petroli, Malamocco-Marghera, allungando di circa un’ora il percorso per le navi da crociera, ma senza danni per l’ambiente e evitando, così il passaggio davanti a San Marco, senza sacrificare il traffico crocieristico. La proposta, a costo quasi zero – già inviata anche per lettera al ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al presidente del Magistrato alle Acque è di un profondo conoscitore della portualità veneziana come il commendator Walter Orlando, amministratore delegato della Sadop (Servizi Assistenza Doganale Portuale) già presidente degli spedizionieri, membro del Cda del Porto, responsabile marittimo per la Camera di commercio. Orlando propone di studiare un percorso alternativo per le grandi navi passeggeri che potrebbero arrivare in Marittima dalla bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido percorrendo il canale dei Petroli (Malamocco-Marghera) e poi il Vittorio Emanuele. Per l’evoluzione delle grandi navi lo spazio c’è, al massimo si potrebbe togliere un piccolo spicchio dell’isola dei Petroli, ora inutilizzata. Assurdo, invece, – secondo Orlando – pensare di scavare il nuovo canale Contorta. «Questo è il percorso – scrive Orlando al ministro a proposito del passaggio dal Canale dei Petroli – che nel passato è sempre stato fatto dalle navi passeggeri il giorno in cui il canale della Giudecca è chiuso per la festa del Redentore. C’è chi duce che questo andrebbe a disturbare il traffico merci. Non corrisponde al vero, in quanto il movimento delle navi avviene con controlli in entrata e convogli in uscita». Insiste l’esperto veneziano di portualità: «Non capisco perché del possibile passaggio delle grandi navi dal Canale dei Petroli non si parli affatto, anche solo per contrastarne l’utilizzazione con altri argomenti che non conosco. Sembra quasi che si preferisca ignorare la cosa, forse perché lo scavo del canale Contorta non si farà mai e tutto resterà esattamente così com’è».

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Il Comitato No Grandi Navi guarda con perplessità e con toni negativi alla possibile intesa che il sindaco Giorgio Orsoni avrebbe delineato con Msc e Costa Crociere perché le navi da crociera non passino più in futuro dal Bacino di San Marco. «Nel silenzio come al suo solito, senza alcun confronto con la città, contro le linee del Pat (Piano di assetto del territorio) che la sua stessa Amministrazione ha votato – scrive il Comitato in un comunicato – il sindaco, Giorgio Orsoni, sta delineando una soluzione ai rischi connessi col crocierismo che prevede nella peggiore delle ipotesi lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo, nella migliore l’attracco delle grandi navi a Porto Marghera. In entrambi i casi, si risolve il problema del passaggio dei condomini del mare in Bacino San Marco al prezzo del

definitivo dissesto della laguna e del mantenimento di tutte le criticità al suo interno.In primis, erosione dei fondali e gravissimo inquinamento. L’ipotesi di una Marittima 2 a Dogaletto di Mira per le navi da 350 e più metri, così cara alla Venezia Terminal Passeggeri, neppure la commentiamo, anche se ci piacerebbe sentire cosa ne pensa il sindaco».

Una risposta anche al ComitatoCruiseVenice, a favore del passaggio delle grandi navi in Bacino. «Si tranquillizzino i lavoratori portuali che in questi giorni hanno manifestato per il crocerismo – risponde il Comitato No Grandi Navi – e pensino piuttosto che anche loro, come Paolo Costa e Sandro Trevisanato, respirano la stessa aria appestata dai fumaioli delle navi: il Comitato No Grandi Navi non è contro le crociere ma contro la corsa al gigantismo che risponde solo agli interessi delle grandi compagnie. Le navi che studi autorevoli e indipendenti giudicheranno compatibili col benessere della città e col mantenimento della laguna per stazze, dislocamento, pescaggio, emissioni, potranno tranquillamente continuare a attraccare in Marittima».

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Msc e Costa Crociere annunciano la disponibilità a cercare alternative: «Il passaggio davanti a San Marco non è essenziale»

Passare davanti a San Marco non è un elemento essenziale per il mantenimento dell’attività croceristica a Venezia. Non lo dicono più soltanto i comitati, ma adesso anche gli amministratoti delegati delle due maggiori compagnie da crociera, Costa e Msc. Che hanno annunciato ieri al sindaco Giorgio Orsoni la disponibilità a valutare soluzioni alternative al transito delle grandi navi. Una svolta clamorosa, anche se ancora non operativa, per il problema delle navi in laguna. Che potrebbe dare una forte accelerazione alla realizzazione di progetti alternativi per allontanare le navi da San Marco. Il sindaco Giorgio Orsoni ha convocato ieri a Ca’ Farsetti l’amministratore delegato di Msc Pierfrancesco Vago e di Costa crociere Michael Tamm. I due manager, accompagnati dal presidente di Venice Terminal passeggeri – la società che gestisce il porto crociere – Sandro Trevisanato e dall’amministratore delegato Roberto Perocchio. Il sindaco ha espresso la «grande preoccupazione» per l’impatto che il traffico delle grandi navi ha sulla città e sulla laguna. Preoccupazione, ha detto Orsoni, condivisa dall’opinione pubblica. Alla fine è arrivata la dichiarazione. secondo Costa e Msc «Passare davanti al palazzo Ducale e nel canale della Giudecca non è un elemento essenziale per mantenere l’attività croceristica a Venezia», diventata ormai il terzo home port del Mediterraneo. Dunque, si possono valutare altre soluzioni. Grande la soddisfazione del sindaco, che aveva fatto del limite alle grandi navi uno dei punti della sua campagna elettorale. Dibattito poi arenatosi, rilanciato dopo l’incidente alla Costa Concordia e al naufragio del Giglio. Il decreto emesso dal governo per allontare le navi dalle aree sensibili non ha trovato applicazione in laguna.

Le navi sopra le 40 mila tonnellate se ne dovrebbero andare, ma prima si aspettano le alternative. Secondo il sindaco una nuova stazione Marittima a Marghera, secondo il Porto lo scavo del nuovo canale Contorta-Sant’Angelo e l’ingresso in Marittima da Malamocco. Per Vtp invece il problema non si pone, anzi il porto potrebbe raddoppiare presto con una nuova Marittima ai Moranzani. «Scelta assurda», secondo i comitati.

L’altro giorno intanto anche un comitato a favore delle crociere in laguna, in buona parte lavoratori del porto, ha manifestato in Marittima con un flash mob. Costa e Msc hanno infine annunciato l’intenzione di introdurre l’uso di carburanti «puliti» al loro ingresso in porto.

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