Nuova Venezia – Pianiga. Gasolio nel canale Pionca. Moria di pesci a Cazzago.
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27
giu
2013
PIANIGA. Inquinamento con morie di pesci nei canali Pionca e Serraglio a Mira e Cazzago di Pianiga. A Cazzago ad accorgersi degli inquinamenti negli ultimi giorni sono stati alcuni residenti che hanno sentito levarsi dall’acqua dei forti odori di idrocarburi durante le ore notturne. Al mattino una scia oleosa è stata notata per un tratto di cento metri sul Pionca. Sono stati fatti dei controlli ad hoc da parte degli uffici tecnici competenti. Sono state fatte delle analisi con il prelievo di campioni d’acqua.
Da quanto pare comunque si tratterebbe di uno sversamento di gasolio che sarebbe finito sul corso d’acqua a causa di un lavaggio improprio di una cisterna. Stanno controllando i vigili .
Si sono registrate sempre negli ultimi giorni anche morie di pesci. Ora si tratta di capire se la causa sia il gasolio o l’alta temperatura che c’è stata fino a qualche giorno fa.
A Mira nel canale Serraglio sono state notate macchie oleose sulla superficie del corso d’acqua. L’entità dell’inquinamento però in questo caso era di dimensione più ridotta. Chi è scoperto ad inquinare rischia pesanti conseguenze penali. (a.ab.)
Gazzettino – Mestre. Smog da Tangenziale. Scatta la richiesta danni.
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27
giu
2013
MESTRE – Smog e malattie. Rischio cause per la tangenziale
SMOG – Oltre 300 persone si sono ammalate per l’inquinamento da tangenziale
COCIT «Meno traffico col Passante ma il rischio c’è ancora»
INQUINAMENTO – Oltre 300 ammalati tra il 2001 e il 2009: ora c’è chi valuta di rivolgersi alla magistratura
L’inquinamento da tangenziale fa male alla salute. Quello che tutti hanno sempre immaginato, adesso ha anche un fondamento scientifico. L’indagine epidemiologica realizzata dal prof. Lorenzo Simonato dell’Università di Padova dimostra, infatti, che c’è una correlazione tra lo smog e l’insorgenza di 300 malattie cardiorespiratorie registrate tra il 2001 e il 2009 nella popolazione residente in prossimità dell’arteria, pari a 4.695 abitanti. Lo studio, condotto dal Dipartimento di Medicina molecolare – Laboratorio di sanità pubblica e Studi di popolazione in collaborazione con l’Arpav veneziana e l’Asl 12, evidenza che si tratta di un 10 per cento di casi in più rispetto a quelli che si verificano abitualmente in città, che di per sè è già inserita in un’area critica per quanto riguarda la qualità dell’aria. Il rapporto di casualità è così chiaro che qualche malato sta prendendo in considerazione di ricorrere in giudizio contro i concessionari Cav ed Autovie venete, in sede civile – per chiedere i danni – o in sede penale – per contestare il reato di disastro ambientale, e lo stesso sta pensando anche qualche padre di famiglia che ha i figli piccoli iscritti nelle scuole più a ridosso della strada. Se n’è discusso l’altra sera nel corso di un’assemblea pubblica all’auditorium Lippiello alla Cipressina promossa dal Cocit, cui ha partecipato anche l’avvocato esperto in materia Piero Pozzan. Ha spiegato il presidente Diego Saccon:
«Con l’apertura del Passante la situazione è cambiata meno di quanto si possa supporre. D’altronde, ogni giorno in tangenziale transitano 100 mila veicoli, contro i 50 mila del nuovo by pass autostradale. Certamente i mezzi pesanti sono diminuiti, ma nel complesso la riduzione del traffico non è andata oltre un terzo della stima precedente. Il rischio per la salute, seppur leggermente diminuito, sussiste tuttora».
I cittadini chiedono alle amministrazioni interessate – Comune, ma anche Asl 12 – di tenere aggiornati i dati dell’indagine e di adottare gli interventi necessari a tutelare la popolazione, a partire dal cosiddetto incapsulamento dell’arteria con barriere più contenitive delle esistenti, così da ridurre per quanto possibile l’inquinamento riversato sul cento abitato.
Gazzettino – Marghera. La crisi spegne la centrale elettrica.
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26
giu
2013
MARGHERA – Crollata la richiesta di energia: verrà ceduta l’area di 11 ettari che si trova in posizione strategica.
L’Enel ha deciso di vendere la “Volpi “: negli ultimi tempi operava poche decine di ore l’anno.
L’Enel vende una delle storiche centrali elettriche di Porto Marghera: la centrale Volpi, chiamata così in onore al creatore della zona industriale veneziana. Nata nel 1926 è stata per decenni una delle sei centrali elettriche che fornivano quantità enormi di energia alle fabbriche che occupavano fino a 40 mila dipendenti ma da tempo ormai è ridotta a operare poche decine di ore l’anno, tanto che l’ottantina di unità del personale sono quasi tutte impiegate nella centrale termoelettrica Palladio di Fusina. La chiusura di molti stabilimenti, la crisi economica, il calo della richiesta di energia anche da parte del settore civile sono i motivi principali che hanno riportato i livelli produttivi della centrale ai livelli di 10 anni fa.
Enel ha così deciso di venderla o, meglio, di vendere l’area, nell’ambito di un’operazione di cessione nazionale che comprende immobili residenziali e non, ex centraline idroelettriche, terreni, aree edificabili o industriali dismesse come, appunto, quella di Marghera, contando di incassare circa 200 milioni di euro complessivamente.
La centrale Volpi sorge in via dell’Elettricità, si affaccia con una banchina sul canale industriale Ovest e si sviluppa su 11 ettari che Enel, a ragione, definisce interessanti perché, per la posizione strategica, possono essere utilizzati per attività logistiche o di lavorazione merci, quindi logistica avanzata.
Il problema sta tutto nelle condizioni del terreno, ossia nel tipo di bonifica che sarà necessaria: si tratta di una centrale che da quasi un secolo funziona a carbone, e che negli anni delle contestazioni contro i progetti per quattro nuove centrali a Marghera (tra il 2005 e il 2007), era nota per essere una delle strutture con il rendimento elettrico tra i più bassi d’Italia (30%) ma con uno dei valori più alti del Paese quanto ad anidride carbonica (1000 grammi per chilowattora prodotto).
Il prezzo di quell’area, dunque, proprio per la sua posizione potrebbe essere altissimo se il terreno fosse pulito, cala esponenzialmente a seconda di quanto è inquinato. Chi fosse interessato deve presentare l’offerta entro il prossimo 1. luglio secondo le indicazioni che si trovano nel sito internet www.dismissioneimmobili.it.
Gazzettino – Mestre. Tangenziale e malattie, ecco il rapporto.
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25
giu
2013
INQUINAMENTO
MESTRE – In 8 anni, dal 2001 al 2009, circa 300 malattie dell’apparato cardiorespiratorio sono da attribuirsi all’inquinamento prodotto dalla tangenziale. Lo dice un’indagine epidemiologica condotta dal Laboratorio di sanità pubblica e studi di popolazione dell’Università di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione dell’Asl 12 veneziana e con il Dipartimento veneziano dell’Arpav. Verrà illustrata stasera ai cittadini, alle 21, all’auditorium Lippiello di via Ciardi alla Cipressina, nel corso di un incontro pubblico promosso dal Cocit, comitato contro l’inquinamento da tangenziale. Il quale chiede all’amministrazione comunale, assieme al gruppo tecnico che ha realizzato lo studio, di chiarire se il rischio sanitario sussista ancora adesso che c’è il Passante autostradale o, nel caso in cui ciò non possa essere affermato, quali interventi intende adottare per abbatterlo. (a.spe.)
Gazzettino – Mestre, Incontro pubblico su smog e tangenziale
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17
giu
2013
ORGANIZZATO DAL COCIT
Un incontro pubblico, con associazioni e cittadini, per discutere sugli effetti dell’inquinamento da tangenziale sulla salute. Lo organizza il Cocit per martedì 25 giugno, alle 21, all’auditorium Lippiello in via Ciardi alla Cipressina. Nell’occasione verranno presentati i nuovi risultati dell’indagine epidemiologica secondo la quale in 8 anni di osservazione (dal 2001 al 2009) circa 300 malattie dell’apparato cardiorespiratorio insorte sui residenti più a ridosso dell’arteria, sono da attribuirsi proprio allo smog generato dal traffico in transito su di essa. Lo studio è stato effettuato dal Laboratorio di Sanità Pubblica e Studi di Popolazione dell’Università di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 12 Veneziana e con il Dipartimento di Venezia dell’Arpav. In relazione a questo esito, il Cocit ha chiesto al Comune di chiarire, con il gruppo tecnico che ha realizzato l’indagine, se le condizioni attuali di traffico, raffrontate a quelle di un decennio fa quando ancora non c’era il Passante, permettano di affermare con certezza che il rischio sanitario non sussiste più o, nel caso ciò non fosse affermabile, quali interventi andrebbero addottati per abbattere il rischio medesimo. (a.spe.)
Gazzettino – Venezia, Vaporetti a idrogeno
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17
giu
2013
Vertice a Marghera
La Laguna di Venezia candidata ottimale per la sperimentazione delle applicazioni dell’idrogeno nel trasporto acqueo di persone e di merci. Se ne è parlato sabato mattina nella sede di Confindustria Venezia dove si è tenuto il workshop «L’idrogeno per applicazioni marittime e portuali».
Ad aprire l’incontro, il neo-presidente di Confindustria Venezia Matteo Zoppas che ha invitato a una collaborazione tra il pubblico e il privato per dare sicurezze ai possibili investitori: «Oggi le tecnologie legate all’idrogeno sono sempre più vicine all’entrata effettiva nei mercati, in particolare nel settore della mobilità marittima, del trasporto su gomma ma anche nel campo delle bonifiche. Purtroppo, la scarsità delle risorse destinabili alla ricerca a causa della crisi rallenta il processo di industrializzazione e di abbattimento dei costi di produzione di questi prodotti». Presenti all’incontro anche il presidente della Commissione per l’industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo Amalia Sartori, il presidente di Veneto Innovazione Raffaele Zanon e il presidente di Hydrogen Park, Adriano Pinelli.
A margine dell’evento l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso che ha ricordato il percorso di innovazione e ricerca sul tema idrogeno: «Nell’ambito della riconversione di Porto Marghera c’è l’urgenza di soddisfare un fabbisogno energetico sostenibile e un supporto alla vocazione dell’area come luogo di ricerca». «Il Comune di Venezia sta scrivendo il futuro Piano della Mobilità – aggiunge Zanon – nel quale intendiamo introdurre l’uso dell’idrogeno per il trasporto. Ma nella nostra regione non c’è solo Venezia, c’è anche il Porto di Chioggia e una fitta rete di fiumi navigabili che ci permetterebbero di sviluppare importanti progetti di mobilità sostenibile».
«Grazie all’Accordo di programma per l’idrogeno a Porto Marghera – ha ricordato Pinelli – a partire dal 2005 sono stati realizzati nove progetti di ricerca relativi alle applicazioni dell’idrogeno, tre dei quali in via di completamento che hanno consentito di raggiungere importanti risultati sia nel settore delle applicazioni stazionarie, con la turbina a idrogeno di Fusina, sia nel settore della mobilità acquea, con la realizzazione di una delle prime imbarcazioni al mondo che utilizza esclusivamente celle a combustibile e idrogeno stoccato».
Melody Fusaro
Gazzettino – Smog, il Veneto contro l’Unione Europea
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7
giu
2013
AMBIENTE – Dodici regioni tra le più industrializzate del Continente alleate per difendersi a Bruxelles
Offensiva diplomatica per contrastare le nuove normative. Conte: «Sono incoerenti e ci penalizzano»
Tutelare il Veneto davanti all’Unione europea, impegnata nella stesura della nuova normativa anti-smog, prevista per quest’anno. Questo l’obiettivo della Regione, al lavoro insieme ad altre undici dell’Unione per far sì che la direttiva abbia la «flessibilità di considerare le caratteristiche dei territori e la necessità di calibrare l’obiettivo con criteri e tempi adeguati», come spiega l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte, che in questi giorni si trova a Bruxelles in occasione della Settimana Verde promossa dalla Commissione europea.
Il Veneto fa parte del gruppo Air (Qualità dell’aria) insieme a Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Baden-Wuerttemberg , Hessen, North Rhine-Westphalia, Catalogna, Randstad, Steiermark e Fiandre; rappresentano il 22% del Pil europeo e il 18% della popolazione (87,6 milioni di abitanti). Perché «nonostante gli sforzi e gli investimenti, «Siamo Regioni sotto infrazione perché non raggiungiamo gli obiettivi – spiega l’assessore all’Ambiente – Questo accade non perché sia mancato l’impegno, ma per caratteristiche morfologiche del territorio. Pensiamo alla Pianura padana, dove non ci sono venti che possono spazzare via le sostanze inquinanti, ma anche alla rete viaria, alla presenza di realtà industriali». Caratteristiche che accomunano le regioni del gruppo Air. Sulla base delle loro esperienze stanno elaborando proposte da presentare alla Commissione europea.
Conte batte sul tasto delle incongruenze normative: «Penso per esempio alla presenza del Corridoio 5, direttiva di traffico prevista dall’Unione europea. Attraverso quello transiteranno molti veicoli, e molti mezzi pesanti inquinanti anche non europei». L’Europa che prevede il passaggio di questo traffico per il Veneto, con quel che ne conseguirà in termini di inquinanti nell’atmosfera, è la stessa che poi fisserà i limiti per quelle sostanze e le tempistiche per il loro abbattimento. L’assessore all’Ambiente vuole evitare a Bruxelles se ne dimentichino. Non è l’unica contraddizione che rileva Conte: «Penso per esempio agli incentivi europei per la produzione di energia da biomasse, come la legna, che viene bruciata sulle Alpi e produce inquinamento da polveri sottili». Altro fonte su cui il Veneto è al lavoro è quello degli impianti di riscaldamento domestici, che emettono nell’aria una parte considerevole di inquinanti: «Occorre puntare sulle energie rinnovabili – afferma Conte – Ad esempio la geotermia, che ha anche il vantaggio di comportare consumi minori. Questo implica la riduzione dell’energia da produrre, con conseguente abbattimento dell’inquinamento».
Il Veneto ha recentemente licenziato il “piano aria”: «La sfida – ha detto Conte – è tutelare la salute dei cittadini in un contesto di risorse ridotte, in modo da non penalizzare l’economia e le aziende».
Nuova Venezia – Venezia. Mediterraneo ed energia a convegno
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25
mag
2013
VENEZIA. Il clima cambia Venezia. Conferenza sui cambiamenti climatici ieri a Ca’ Dolfin. Confronto di esperti. Occasione per accendere i riflettori sui problemi veneziani. Il comitato Ambiente Venezia ha consegnato ai partecipanti un dossier sui danni portati dalle grandi navi e dalle grandi opere. Che
«consumano energia e stravolgono l’ambiente, ma non serviranno a difendere la città dalle acque alte». «Abbiamo depositato anche il nostro ricorso alla commissione Europea», dice Luciano Mazzolin, «e gli studi che dimostrano l’inquinamento delle grandi navi. È ora di parlare in concreto delle modifiche ambiientali della nostra città».
Sempre di ambiente, di Mediterranmeo e cambiamenti climatici si è parlato ieri e negli ultimi tre giorni alla Viu (Venice international University) a San Servolo. Trenta rappresentanti da 14 paesi del Mediterraneo hanno parlato di temi strategici e prospettive non soltanto ambientali ma anche riguardo all’uso delle energie tradizionali e di quelle alternative. Seminario organizzato dalla Fondazione Enel.
«Abbiamo voluto mettere a confronto diverse esperienze e soluzioni»,
dice il direttore della Fondazione Alessandro Costa.(a.v.)
Gazzettino – Mestrinaro: i sigilli non si toccano
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27
apr
2013
ZERO BRANCO – Gli avvocati della ditta hanno rinunciato al ricorso contro il sequestro
Rimangono sotto sequestro l’area di 10 ettari in uso alla società Mestrinaro di Zero Branco, ritenuta dalla Procura di Venezia responsabile della gestione di ingenti quantità di rifiuti pericolosi. Ieri mattina era prevista l’udienza in cui il Tribunale del Riesame avrebbe dovuto prendere in considerazione la richiesta di dissequestro avanzata dall’avvocato padovano Fabio Pinelli. In realtà, poco prima dell’udienza è arrivata la rinuncia a discutere e pertanto il Tribunale non ha potuto che prendere atto e dichiarare l’inammissibilità del ricorso.
Perché questa mossa? Le ragioni sono probabilmente due. La prima è che comunque il sequestro sarebbe stato mantenuto e la seconda, molto più importante, è che il ricorso è servito alla difesa per avere copia delle “carte” in possesso del pubblico ministero Giorgio Gava e predisporre così una strategia difensiva nel merito del procedimento.
L’ipotesi di accusa nei confronti di cinque persone (Maurizio Girolami, Loris Guidolin, Mario e Lino Mestrinaro e Italo Bastianella) è di traffico illecito di rifiuti. Giovedì 11, su disposizione della Procura di Venezia, i carabinieri del Noe di Venezia e Treviso avevano apposto i sigilli ad un’area di circa 10 ettari a Zero Branco sulla quale si trovano 5mila 900 tonnellate di rifiuti, che l’azienda ritiene già sigillati. Per i militari, l’azienda avrebbe gestito tra il 2010 e il 2012 circa 40mila tonnellate di materiale inquinato costituito da terre, rocce di scavo e scorie derivanti da combustione che non sarebbero state inertizzate.
La scoperta di questa vicenda ha messo sul chi va là gli artefici di tutte le grandi opere del territorio, nel timore che possano essere stati utilizzati materiali provenienti da un trattamento non del tutto ortodosso.
Intanto, il sostituto procuratore Giorgio Gava si accinge a chiudere l’indagine e a breve dovrebbe depositare gli atti. La chiusura è il momento che prelude alle richieste di rinvio a giudizio, sempre che non intervengano fatti nuovi che ribaltino tutto l’impianto.
Nuova Venezia – Marghera. La “lavatrice” di fanghi piace all’Europa
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18
apr
2013
Visita di due commissari di Bruxelles al prototipo di Green Site di Marghera costato 1,4 milioni di euro
MARGHERA. Green Site è il prototipo costruito a Marghera e finanziato dall’Unione Europea con 1,4 milioni di euro: permetterà la depurazione in tempi molto veloci (da 30 a 60 minuti) di fanghi inquinati scavati dai canali, con una riduzione di oltre il 90% delle acque reflue rispetto ad un processo tradizionale di “soil-washing”. Si tratta di un’apparecchiatura molto sofisticata, che assomiglia ad una gigantesca lavatrice in grado di “lavare”, appunto, i fanghi contaminati da composti organici, proprio come quelli che si trovano in grande quantità sotto i canali che vengono scavati per mantenere i fondali ad una profondità accettabile per le navi mercantili che vanno e vengono dal porto.
«Si tratta di un sistema innovativo ed ecologico per la rimozione di inquinanti organici quali gli idrocarburi ma anche di antiparassitari o di altri composti organici di particolare impatto ambientale»,
spiega Sofia Faggian di eAmbiente, la società che ha sede a Marghera e sta portando avanti il progetto di Green Site insieme al Parco Vega, Sta (Servizi tecnologici ambientali, srl che fa capo ad Alles spa del Gruppo Mantovani), Consorzio Venezia Ricerche, Archimedes Logica srl e l’Autorità Portuale di Venezia. Proprio ieri due rappresentanti della Commissione Europea sono arrivati a Porto Marghera per verificare lo stato di avanzamento lavori del prototipo di questa sorta di “lavatrice” di fanghi inquinati, finanziato attraverso contributi europei Life nel quadro dello sviluppo di nuove generazioni di depuratori e abbattitori di inquinanti presenti in acque reflue e fanghi contaminati.
«I sedimenti marini e fluviali giocano un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ecosistemi di larga parte del territorio europeo»,
spiega la coordinatrice del Progetto, Katiuscia Checchin.
«Annualmente vengono scavati nella Ue circa 200 milioni di metri cubi di sedimenti, di cui circa il 15-20 per cento risulta contaminato da composti organici (Ipa, Pcb, pesticidi) e/o metalli pesanti. La ricerca di soluzioni tecnologiche ecosostenibili ed ecocompatibili e, soprattutto, veloci per la decontaminazione di terreni e sedimenti ha portato alla sperimentazione di soluzioni di tipo biotecnologico, chimico – fisico o derivate dalla integrazione di queste».
«Il progetto Green Site si prefigge», conclude la Checcin, «di dimostrare la fattibilità di nuove tecnologie innovative per la decontaminazione di sedimenti derivati dall’escavo dei canali dell’area industriale di Porto Marghera. L’obiettivo ultimo, una volta verificata l’efficacia e l’economicità del prototipo di Marghera, è quello di realizzare impianti compatti e versatili, ad elevato livello di mobilità e facilmente installabili nei siti di intervento».
(g.fav.)
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