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«Spv sulla discarica, bonificare costerà almeno 300 milioni»

PASSAGGI DIFFICILI – Per il CoVePa falda a rischio

NEL MAROSTICENSE  «Previste trincee fino a 25 metri sotto, ma la falda è risalita a 21»

ANCORA CAPANNONI «Già due lotti agricoli diventati industriali perchè lambiti dalla Spv»

UNO SNODO IMPATTANTE sarà a San Zeno e Cassola. Intanto i cantieri vanno avanti, qui q.re Prè

CASSOLA – Il Comitato No Gassificatore ha radunato al Vivaldi i “No Pedemontana” e il CoVePa

Follesa: «Per passare sulla ex Gie 300 milioni, la Regione ne prevede solo 90. Rischi sversamento»

Il fronte dei «No Pedemontana» è tornato a riunirsi all’auditorium Vivaldi di Cassola per fare il punto della situazione su quello che sarà l’impatto dell’infrastruttura in ambito locale, e cercare nuove adesioni a sostegno dei ricorsi sui quali il CoVePa è impegnato per fermare il progetto infrastrutturale.

E proprio il portavoce del coordinamento dei comitati contrari alla Spv, Massimo Follesa, in questa ultima assemblea organizzata dal comitato «No Gassificatore» ha illustrato punto per punto le criticità che con la grande opera si prospetterebbero nel Bassanese.

A partire dall’impatto sull’ex discarica Gie, ai confini tra Cassola e Romano: il passaggio dell’arteria sopra un’area in cui esiste il rischio di fuoriuscita di sostanze pericolose sarebbe previsto nel progetto definitivo Sis del 2010, dopo ipotesi precedenti di un attraversamento a nord o a sud.

«Una discarica di questo tipo attraversata dalla Spv esiste anche a Spresiano, nel Trevigiano – ha sottolineato Follesa – e già in questo caso durante alcuni lavori sono stati inavvertitamente tagliati i teli che proteggono il suolo dalle sostanze inquinanti, con la necessità di un intervento dell’Arpav».

Il portavoce Covepa ha stimato un costo di 300 milioni per le operazioni di bonifica necessarie a Cassola, mentre dalla Regione si sarebbe parlato di un intervento da “soli” 90 milioni: «Ci sono forti dubbi che lavoreranno su questo passaggio senza creare danni – ha aggiunto – soprattutto per la contesa tra i privati e la parte pubblica su chi deve mettere i soldi».

Un’altra partita importante per il territorio riguarderebbe l’interferenza dell’infrastruttura su elettrodotti, rogge e canali, oltre al rischio di un aggravarsi delle inondazioni rispetto alle risalite di falda: «Zaia ha parlato di un progetto totalmente ecocompatibile – ha proseguito il relatore – ma abbiamo notevoli perplessità a riguardo. A Marostica è prevista una galleria interrata di 25 metri sotto il piano campagna, laddove la falda negli ultimi anni sarebbe risalita fino a 21 metri: il rischio per chi viaggia e per chi abita nei dintorni, o per chi lavora nella vicina zona industriale, è di trovarsi allagato».

Tornando a Cassola, Follesa ha parlato di urbanistica e dell’articolo 38 del Ptrc, che prevedeva una pianificazione del territorio spettante in primis alla Regione nei terreni adiacenti ai caselli di Spv e Nuova Valsugana per un raggio di due chilometri. L’articolo è stato sospeso dal Piano casa, ma secondo il portavoce Covepa i rischi di un pesante consumo di suolo sarebbero assicurati anche dalla legge regionale 11/2004, che prevede accordi di copianificazione tra comuni e Regione, funzionali al passaggio di arterie stradali: «Nel vostro Comune – ha sostenuto Follesa – due lotti agricoli sono diventati aree industriali anche per la loro vicinanza alla nuova bretella di collegamento prevista tra via Croceron e via Rosà. Tutto è stato fatto nel rispetto della legge, ma è una dimostrazione di come la Pedemontana potrebbe riservare sorprese non soltanto lungo il suo tracciato, ma anche nelle vicinanze».

 

GRANDI INFRASTRUTTURE. Breganze-Marostica e casello Riese

E la legge sul femminicidio spiana la strada agli atti di Vernizzi: non più controlli della Corte dei Conti 25/10/2013

VENEZIA – Cosa c’entra la Pedemontana con il femminicidio? C’entra perché degli 11 articoli diventati legge nei giorni scorsi solo 5 come noto si riferiscono alla violenza sulle donne, i rimanenti 6 toccano altri temi. Tra cui l’aggiunta di nuove norme riguardanti la sfera di protezione civile, i cui interventi potranno essere più immediati. Per esempio gli atti dell’ingegner Silvano Vernizzi, super dirigente della Regione Veneto, che nel 2009 fu nominato dall’allora premier Silvio Berlusconi commissario delegato per l’emergenza nell’area interessata dalla realizzazione della Pedemontana Veneta a fronte di «disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nel territorio delle province di Treviso e Vicenza». Gli atti del commissario, in base alla nuova legge, non saranno più soggetti al controllo della Corte dei Conti. Tra di essi i progetti esecutivi del tracciato: per chiuderli la Regione sta facendo una corsa contro il tempo e la nuova norma arriva a spianare la strada. E non è l’unica novità che riguarda la Pedemontana: è di ieri il parere positivo della Conferenza dei servizi sulla variante alla tratta Breganze-Marostica con il nuovo svincolo e del casello di Riese Pio X, entrambi nei giorni scorsi avevano avuto il via libera dalla commissione nazionale Valutazione d’impatto ambientale.

STRADA SPIANATA. La norma contenuta nella legge sul femminicidio spiana quindi il cammino della superstrada di 94 km da Montecchio Maggiore a Spresiano che sta vivendo dal punto di vista delle “carte” passaggi cruciali per vedersi assicurata l’erogazione dei fondi pubblici.

CORSA CONTRO IL TEMPO. Il decreto sblocca-cantieri di fine agosto aveva assegnato 370 milioni alla Pedemontana da erogare in tre tranche, necessari a colmare la differenza tra i costi del progetto preliminare pari a 1,8 miliardi e quelli del progetto definitivo lievitati a 2,130 e imputati secondo la Regione alle richieste arrivate dai sindaci per alleviare l’impatto dell’arteria sul territorio. Un extra-costo di 330 milioni sul quale il Governo era corso in aiuto, aggiungendo in più la somma di 40 milioni, necessari per equilibrare le condizioni finanziarie dell’opera che nel tempo sono cambiate. L’erogazione però avverrà ad una condizione: l’approvazione dei progetti esecutivi entro la fine del 2013, pena la perdita dei 370 milioni. Le tratte finora approvate sono due: la Villaverla-Breganze di 5,7 km e la Marostica-Rosa di 8,5 km, entrambe appartenenti al secondo lotto (i lotti sono tre). Mancano da approvare 12 tratte. Ieri l’ing. Vernizzi ha assicurato che i progetti esecutivi «saranno ultimati entro la fine di novembre».

PEF IN DIRITTURA. Anche il piano economico finanziario a quanto pare è in dirittura d’arrivo a metà novembre in Giunta regionale: sarà variato il contratto principale con il concessionario, con l’atto aggiuntivo dei 370 milioni in arrivo dallo Stato. In buona sostanza la nuova norma che ritiene gli atti del commissario non più soggetti alla Corte dei Conti permette nel caso dei progetti esecutivi di non dover ricorrere all’approvazione in Giunta per la loro sostenibilità economica per poi indirizzarli alla magistratura contabile, ma di avere una certa sicurezza di chiudere la partita senza particolari affanni.

ULTIMI VIA. Ieri infine è arrivato il parere della Conferenza dei servizi su due nodi mancanti: il casello di Riese e la variante del tratto Breganze-Marostica con il nuovo casello di Villaraspa di Mason. Nel progetto definitivo del 2010 erano previsti i due caselli di Breganze est e Marostica-Pianezze sui quali però non c’era l’intesa dei sindaci dell’area. Insieme alla Provincia avevano firmato un protocollo e con la Regione avevano trovato la soluzione di un nuovo casello: al Ministero – era l’8 agosto 2012 – era stata presentata la variante e riaperto l’iter di Via. Ieri, dopo 14 mesi, si è chiuso.

Roberta Bassan

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