Nuova Venezia – Scorze’. Tangenziale sud, partono gli espropri.
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20
mar
2014
SCORZÉ – Partono gli espropri per la tangenziale sud di Scorzè, ovvero il primo stralcio della variante alla Noalese, che collegherà via Milano a via Boschi (Castellana). Nelle scorse settimane l’iter ha subito un’accelerazione e sono interessati circa settanta proprietari, quasi tutti di Scorzè, fatte salve poche unità di Martellago.
A gennaio, il direttore generale di Veneto Strade Silvano Vernizzi aveva approvato il progetto, dando il via alla gara d’appalto con le offerte da presentare entro domani. Una volta assegnato il cantiere, si potrà dare il via ai lavori già dall’estate, che si chiuderanno in poco più di un anno. Valore del cantiere 6 milioni di euro, che in parte erano stati stanziati per la vecchia soluzione, da via Mestrina a via Volta, ma poi dirottati sulla nuova ipotesi. La strada, tutta nel comune di Scorzè e che lambirà la zona industriale, sarà lunga tre chilometri e avrà due corsie per senso di marcia larghe 3,75 metri. Lungo il tracciato ci saranno quattro rondò: in via Milano, via De Gasperi, via Volta (zona via Omara) e via Boschi (questa già esistente), da dove ci sarà la bretella di collegamento al casello del Passante.
Su via Milano e via De Gaspari, la rotonda avrà due corsie e un diametro interno di 50 metri, quello in via Volta, stesso diametro ma a tre corsie. Saranno inserite le mitigazioni ambientali e le piste ciclabili attorno alle rotatorie. Gli espropriati potranno vedere i documenti nella sede di Veneto Strade, dove saranno valutati gli immobili e i terreni per stabilire l’indennità da liquidare. Chiusa questa partita, si dovrà trovare una soluzione al tratto di via Mestrina a Noale, dalla rotonda fino a via Cornarotta, visto non ci sarà più il collegamento con via Volta a Scorzè. Proprio su via Mestrina i residenti lamentano traffico, rumori e smog.
Alessandro Ragazzo
Nuova Venezia – Cancellati i treni dei pendolari
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19
mar
2014
Guasto sulla linea Venezia-Bassano. Mattina d’inferno
Un guasto manda in tilt oltre 20 treni
Altra mattinata difficile per i pendolari della linea Venezia-Bassano: sei convogli cancellati e 14 hanno subito ritardi
Il problema si è verificato all’alba a Castello di Godego. La circolazione normale dopo mezzogiorno.
NOALE – Altra mattinata difficile ieri per chi si è mosso in treno sulla Venezia- Castelfranco-Bassano. Una scena vista già altre volte: l’ultima non più tardi di venerdì scorso. I problemi sonostati causati da un guasto al sistema di distanziamento dei convogli fra le stazioni di Castello di Godego e di Castelfranco, nel Trevigiano. A rimetterci migliaia di pendolari, con 24 treni regionali coinvolti che hanno causato ritardi anche di oltre sessanta minuti. Per quasi tutta la mattina, gli utenti di uno dei tratti più trafficati d’Italia a binario unico hanno dovuto armarsi di pazienza o studiare delle alternative per raggiungere gli uffici e le scuole. Il bilancio di Rete ferroviaria italiana (Rfi) parla di 14 convogli che hanno subito ritardi, sei treni non hanno proprio viaggiato e altri quattro hanno coperto solo parte del percorso. Interessati centinaia di passeggeri del Miranese, con le stazioni di Spinea, Maerne, Salzano e Noale. E dall’inizio dell’anno, la storia si è ripetuta più di una volta. Caos verso Venezia. Che non fosse una mattina facile, lo si è capito sin dalle prime luci dell’alba, quando il treno 5700 è arrivato a Castelfranco con 10 minuti di ritardo, alle 6.36 anziché le 6.26. Di lì a poco, la situazione ha iniziato ad aggravarsi. Così, per Venezia Santa Lucia, il regionale 5701 ha accumulato 31 minuti di ritardo, 38 per la corsa successiva, la numero 5703, addirittura un’ora e mezza per il 5705 da Bassano, 26 minuti per il 5711, un’ora e 10 minuti per il 5713, mentre il regionale 5717 è arrivato a Mestre con un ritardo di 40 minuti, ma non ha proseguito la corsa per Venezia. Problemi anche per il treno 5721, che sarebbe dovuto partire da Bassano alle 10.25malo ha fatto con 33 minuti di ritardo ed è arrivato a Venezia 38 minuti dopo. CaosdaVeneziaeMestre.Anche per chi doveva andare a Castelfranco, sede di molte scuole, e Bassano, non è stato semplice. Anzi. I ritardi sono stati notevoli, partendo dal regionale 5706 per la città vicentina, arrivato 38 minuti dopo. Quello successivo, per Castelfranco, ha viaggiato con 22 minuti di ritardo, il 5714 da Venezia a Bassano con 44 minuti, 20 quelli accumulati, invece, per il treno 5716. Non è andata meglio per chi da Santa Lucia doveva andare a Bassano alle 11.56 prendendo il regionale 5726: nella città vicentina ci è arrivato 53 minuti dopo. Soppressioni.Molti utenti si sono trovati a terra o il tragitto del loro convoglio non è stato completato. Questo ha riguardato i casi dei regionali 5709 da Castelfranco (partenza ore 7.25), il 5710 cancellato da Venezia a Castelfranco e che ha effettuato solo il tratto dalla città trevigiana a Bassano. Niente da fare per i treni 5718 e il 5725, mentre il numero 5722 è partito da Mestre per Bassano e non da Venezia come previsto. Problemi a non finire. Anche lunedì ci sono stati degli inconvenienti, stavolta sulla Treviso- Venezia. Il treno delle 9.25, mentre quello delle 9.07 è stato soppresso. Inoltre i monitor della stazione di Treviso accusavano dei problemi. Questo sta a significare che la vita dei pendolari è sempre più dura.
Alessandro Ragazzo
la rabbia corre sul web «Siamo stufi di questi disservizi»
La gente non ne può più: cancellate perfino le navette sostitutive
NOALE – La rabbia dei pendolari si fa sentire anche questa volta. Il 2014 si è già portato via diverse giornate di disagi; oltre al guasto della scorsa settimana tra Piombino Dese e Castelfranco, a febbraio sono state abbattute le sbarre di Noale, con l’intera tratta da e per Bassano rimasta bloccata per una mattina, con ritardi anche di un’ora e passeggeri costretti a salire sugli autobus e o farsi accompagnare per arrivare a destinazione.
«È ora di dire basta», dice una donna al telefono, «perché addirittura neppure si mettono le comunicazioni nel monitor. Sono stanca di continuare a segnare ore di lavoro perse che poi mi vanno a scalare i giorni di ferie. Ma è giusta una cosa simile?Ma che servizio è questo? Se lo avessi saputo, sarei andata in ufficio in macchina».
E i commenti dei pendolari si sono letti anche nei social network. Nel gruppo «Pendolari Salzano-Robegano» di Facebook e Twitter sono corse le notizie nel corso della mattinata, informando come i treni dopo mezzogiorno avessero ripreso il normale orario mentre «hanno cancellato la navetta delle 12.54». E poi ancora «Altra mattinata da dimenticare», si legge in un altro commento «dove tutti i treni hanno subito pesanti ritardi anche di 92 minuti (solo il 5707 per Venezia delle 7.31 è arrivato regolarmente a destinazione). Cancellate le navette delle 6.48 e 7.48. E la situazione è ancora critica. Non si sa al momento il motivo. Forse la nebbia?! Qualcuno sa la causa? . Comunque le navette per Venezia delle 9.48 e 10.48 sono state cancellate e ritardi e cancellazioni ci sono anche da Venezia verso Salzano.
(a.rag.)
SULLA LINEA VENEZIA-PORTOGRUARO
Solo caos con l’orario cadenzato
Il comitato di Quarto ha presentato un esposto alla magistratura
QUARTO D’ALTINO – Tutti contro il nuovo orario cadenzato. Se per alcune tratte del Veneto il cadenzamento, introdotto il 15 dicembre, ha portato benefici con l’aumento dei collegamenti, la linea Venezia-Portogruaro è quella che ha subito indubbiamente le maggiori penalizzazioni. Non a caso è su questa tratta che si sono concentrate le proteste dei viaggiatori, riuniti negli attivissimi comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale.
Affiancati da Legambiente, qualche settimana fa, i comitati hanno anche presentato un esposto alla magistratura, ricostruendo la battaglia condotta negli ultimi mesi e le problematiche causate dal nuovo orario cadenzato che, secondo i pendolari, concentra eccessivamente il servizio in alcune fasce orarie, lasciandone scoperte molte altre. I pendolari, in particolare, lamentano difficoltà per i lavoratori turnisti, a causa della rimodulazione dei servizi con il taglio dei collegamenti tra le 22 e le 6 del mattino, ma anche per la drastica riduzione dei collegamenti di sabato e nei giorni festivi. Senza contare le proteste suscitate dai nuovi regionali lenti Portogruaro-Mestre che, attestandosi al «binario giardino», costringono chi deve andare a Venezia a fare le corse per non perdere la coincidenza. A fianco dei pendolari, scesi anche in piazza, si sono schierati pure i sindaci dei Comuni attraversati dalla tratta ferroviaria, che più volte hanno incontrato l’assessore Chisso. Ma il ripristino di alcuni dei collegamenti, richiesti a gran voce dai pendolari,per il momento, è rimasto solo negli annunci sulla carta.
LA LINEA VENEZIA-UDINE – Carrozze sempre sovraffollate e sporche
MOGLIANO – Ritardi e guasti sempre più frequenti, soppressioni, ma soprattutto il sovraffollamento dei convogli, con i viaggiatori costretti a viaggiare in piedi in alcune delle ore di punta, anche a causa dell’impiego di materiale rotabile non sufficientemente capiente.
Ecco le problematiche che assillano le migliaia di pendolari che ogni giorno si spostano lungo la tratta Udine-Treviso-Venezia,una delle più frequentate del Veneto dopo la Padova-Venezia. Si tratta di problemi che si trascinano ormai da anni, a cui si sono aggiunti per i pendolari i disagi dovuti all’introduzione dell’orario cadenzato. Su quest’ultimo fronte, le proteste maggiori hanno riguardato la soppressione dei convogli a tarda sera, in particolare del regionale in partenza da Venezia Santa Lucia alle 23.56, per il cui mantenimento erano state raccolte oltre mille firme. Uno dei problemi che si trascina da più tempo, sulla Treviso-Venezia, è quello del sovraffollamento di alcuni convogli, in particolare nelle ore di punta per i pendolari. In passato non sono mancate le denunce da parte dei viaggiatori, con dossier fotografici sui convogli in cui gli utenti sono costretti a viaggiare stipati. Né sono mancate anche proteste clamorose, con tanto di occupazioni dei binari, frutto dell’esasperazione dei pendolari anche per i continui ritardi.
(g.mon.)
Gazzettino – Caos. Dieci treni cancellati, una quindicina di corse in ritardo e centinaia di pendolari furiosi.
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19
mar
2014
Dieci treni cancellati, una quindicina di corse in ritardo e centinaia di pendolari furiosi. Un’altra mattinata da dimenticare per studenti e lavoratori che si servono della linea ferroviaria Bassano-Venezia, questa volta i disagi all’ora di punta sono stati provocati da un guasto tecnico al sistema di distanziamento dei freni. Il problema si è verificato tra Castelfranco Veneto e Castello di Godego, nel Veneziano le ripercussioni sono state soprattutto nel Miranese. La linea passa infatti le stazioni di Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Sindaci e comitati chiedono da dicembre un miglioramento degli orari: risposte concrete non sono ancora arrivate, in compenso ecco l’ennesima giornata di passione. Il guasto si è verificato alle 5.50, sono subito scattati i protocolli di sicurezza e i treni sono stati costretti a viaggiare a velocità ridotta.
«I tecnici hanno riattivato la piena funzionalità della linea e il traffico ferroviario è ripreso con regolarità alle ore 10.10 – ha fatto sapere Ferrovie dello Stato con una nota -. Sei regionali sono stati cancellati sull’intero percorso e quattro parzialmente, 14 treni hanno viaggiato con ritardi fino a 50 minuti».
In realtà secondo i pendolari si è andati pure oltre, il comitato salzanese parla di 92 minuti di ritardo per il treno in partenza alle 6.25 da Bassano.
«Cancellate le navette Noale-Mestre delle 6.48 e 7.48, solo il treno per Venezia delle 7.31 è partito regolarmente. La situazione è critica» si legge nella pagina Facebook del comitato. I disagi maggiori si sono dunque verificati tra le 7 e le 8 per chi dal Miranese doveva raggiungere Venezia, ma rallentamenti e cancellazioni ci sono stati ovviamente pure per la tratta inversa. I disagi sono sentiti soprattutto a Salzano, visto lo scarso collegamento Actv con Venezia rispetto ad altri Comuni del Miranese. La rabbia esplosa ieri si somma a quella di venerdì scorso, in occasione dello sciopero generale: «Siamo stati rimbalzati da un treno all’altro tra annunci strambi che davano in partenza treni poi mai partiti – scrive sempre il comitato -. Lo sciopero doveva finire alle 17 ma il primo treno della nostra linea è partito da Venezia alle 18.30». Un film già visto troppe volte negli ultimi mesi.
Gabriele Pipia
Gazzettino – Mirano. Unione dei Comuni in dirittura ma le minoranze non ci stanno
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18
mar
2014
Quali saranno concretamente i costi e i benefici dell’Unione dei Comuni del Miranese? A chiederlo sono cinque consiglieri di minoranza di Mirano (Marina Balleello, Giampietro Saccon, Marco Marchiori, Antonio Milan e Martina Pasqualetto), che hanno inoltrato una richiesta di consiglio comunale straordinario sul tema.
«I cittadini devono essere coinvolti nella scelta di entrare o meno nell’Unione dei Comuni – scrivono i consiglieri -. Mettere assieme varie funzioni rischia di comportare pure nuovi costi per l’istituzione di nuove figure professionali, come quella del direttore generale. L’Unione a tutti i costi e in tempi così stretti, a chi giova? Non possiamo accettare che l’approvazione dello statuto arrivi in consiglio senza prima una rappresentazione esauriente del progetto».
L’obiettivo dei sindaci è approvare lo statuto in primavera per poi sancire l’Unione entro giugno, i Comuni coinvolti sono Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Spinea, Salzano e Martellago.
«Gli incontri pubblici sono stati numerosi e le commissioni sono pubbliche – dichiara il sindaco Maria Rosa Pavanello -. Il direttore non sarà un costo aggiuntivo, ci siamo posti il vincolo di non prevedere ulteriori costi di personale ma anzi di ridurre la spesa».
Pavanello conferma la volontà di accelerare: «La Regione spinge perché si formalizzi la nascita dell’Unione entro i primi mesi del 2014, e noi non vogliamo perdere i preziosi finanziamenti regionali». A Mirano è in programma una commissione giovedì, il sindaco garantisce che si entrerà ulteriormente nel dettaglio sui dati economici.
(g.pip.)
Nuova Venezia – Metro’, la Regione accelera
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15
mar
2014
«Possibile il via a giugno»
Pendolari e sindacati cautamente soddisfatti: «Di Sfmr si parla dal lontano 1988»
L’assessore Chisso: «Per noi il sistema è partito con l’orario cadenzato»
VENEZIA – È stato lo stesso assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso, a confermare ieri che il primo metrò partirà il prossimo 8 settembre. Anzi ha anche detto che, sempre se sarà possibile dal punto di vista tecnico e finanziario, i nuovi venti treni Sfmr sul tratto Padova-Mestre potrebbero addirittura partire già a giugno. E, naturalmente, com’è nello stile di Chisso, l’assessore ha anche lanciato qualche frecciata ai suoi detrattori. «Per noi della Regione il sistema metropolitano è partito già il 15 dicembre 2013, quando è entrato in vigore l’orario cadenzato anche per i treni regionali di tutto il Veneto, che, in fondo, è l’ossatura di tutte le linee metropolitane della regione. Comunque, quando partirà il primo metrò, tra Padova e Mestre circoleranno ben 82 treni locali al giorno. Sono tanti perché in questo tratto, nel 2008, è stata realizzata l’Alta Capacità con quattro binari». Sempre ieri i tecnici di Chisso hanno anticipato anche che il nuovo servizio dei venti treni giornalieri, supplementari rispetto a quelli attuali, sulla linea storica di 25 chilometri tra Mestre e Padova, sarà svolto dai nuovi convogli a sei casse dell’azienda svizzera Stadler, denominati Flirt, che ne ha già consegnati alla Regione 16. Ne mancano ancora 4. Sono treni già molti usati nelle aree metropolitane di mezza Europa, in grado di trasportare 400 persone. In pratica sono gli stessi convogli che, dal 15 dicembre, fanno servizio tra Mestre e Portogruaro e tra Monselice e Legnago-Mantova.
La notizia è stata accolta con moderata soddisfazione anche dalle associazioni dei pendolari e dai ferroviari dell’Orsa. «Finalmente si parte», sottolinea Davide Grisafi, presidente regionale di AssoUtenti. «Venti treni in più sulla tratta Padova Mestre, con fermate a Ponte di Brenta, Vigonza/ Pianiga, Dolo e Mira-Mirano, rappresentano pur sempre un bel traguardo. Specialmente oggi dopo che l’orario cadenzato si è assestato bene ed in base ai dati raccolti, a livello ufficiale, da ViaggiaTreno, i ritardi giornalieri si contano sulle dita di una mano».
Un po’ diversa la posizione dell’Orsa. «Ok per la partenza del primo metrò regionale», osserva Sandro Trevisan, segretario nazionale Orsa e ferroviere mestrino. «Voglio ricordare, però, alla Regione ed anche a TrenItalia che il primo progetto di massima per il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale risale al 1988. Quindi non servirà una bottiglia di champagne, per festeggiare basterà un buon Pinot. Per il resto il progetto Smfr non deve finire assolutamente con la partenza dei primi treni metropolitani da Padova a Mestre. Il programma Smfr deve essere realizzato anche sulle linee Mestre-Treviso-Conegliano, Mestre- Castelfranco-Bassano del Grappa, Mestre- Quarto d’Altino- San Donà di Piave-Portogruaro ed anche sulla Padova-Vicenza. Facendo attenzione, naturalmente, alla ristrutturazioni delle stazioni e delle fermate, all’eliminazione di altri passaggi a livello ed all’arrivo di nuovi treni, più capienti di quelli attuali, senza i quali non si va da nessuna parte ».
Sempre Trevisan aggiunge che per far partire nel più breve tempo possibile il sistema metropolitano intorno al quadrilatero geografico intorno a Padova e Mestre, occorre realizzare il secondo binario nel tratto fra Maerne di Martellago e Castelfranco, via Piombino Dese e Trebaseleghe.
FelicePaduano
Nuova Venezia – Treni. Guasto sulla linea Venezia-Bassano. Disguidi senza fine.
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15
mar
2014
in mattinata
Oltre allo sciopero, i pendolari sulla tratta Venezia-Castelfranco- Bassano hanno dovuto subire anche un guasto alla linea tra le stazioni di Piombino Dese e la stessa Castelfranco. Il problema si è verificato alle prime ore del mattino ma questo, a catena, considerato anche il binario unico, ha provocato dei problemi per gli utenti di Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Già dalle prime corse della giornata, i regionali hanno iniziato ad accusare dei ritardi, facendo sballare i piani delle persone; sino alle 9, i convogli erano garantiti ma non tutti hanno rispettato il normale orario, costringendo i lavoratori e gli studenti ad arrivare tardi. Con direzione Castelfranco e Bassano, il regionale 5700 in partenza da Venezia Santa Lucia alle 5.26, è arrivato nella città trevigiana con 24 minuti di ritardo, mentre quello dopo, il 5702 delle 5.56, è giunto nel Vicentino 26 minuti dopo il previsto. Un po’ meglio per chi è salito a Venezia alle 6.26: a Castelfranco ci è arrivato otto minuti oltre. Si è proseguito con i problemi anche più tardi, perché il convoglio 5706 per Bassano, in partenza da Santa Lucia alle 6.56, ci haimpiegato 17 minuti in più. Tredici minuti di ritardo per il regionale 5708 per Castelfranco, salgono a 17 quelli accumulati dal 5710 per Bassano, 11 per il convoglio 5712 per Castelfranco. Viceversa, ovvero per chi era diretto a Santa Lucia, è andata un po’ meglio ad alcuni, per altri peggio. Il treno 5703 da Castelfranco è giunto a Venezia un quarto d’ora dopo, il 5709 da Bassano ha viaggiato con 27 minuti di ritardo, mentre il 5713, sempre dalla città vicentina, si è fermato a Mestre e non ha proseguito per Santa Lucia. Ma nelle ultime settimane questa linea è stata parecchio bistrattata; al guasto di ieri, si sommano le sbarre abbattute dei conducenti a Noale prima e Castello di Godego poi. A febbraio, con l’incidente della città dei Tempesta, l’intera tratta da e per Bassano era andata in tilt per una mattina, con ritardianche di un’ora e passeggeri costretti a salire sugli autobus e o farsi accompagnare per raggiungere Mestre o Venezia.
Alessandro Ragazzo
Nuova Venezia – Guasto e ritardi per i treni sulla Venezia-Bassano
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14
mar
2014
Gravi disagi stamattina per i pendolari di Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Fino a mezz’ora di ritardo per alcuni convogli
NOALE. Oltre allo sciopero, i pendolari sulla tratta Venezia-Castelfranco-Bassano hanno dovuto subire anche un guasto alla linea tra le stazioni di Piombino Dese e la stessa Castelfranco. Il problema si è verificato alle prime ore del mattino ma questo, a catena, considerato anche il binario unico, ha provocato dei problemi per gli utenti di Noale, Salzano, Maerne e Spinea.
Già dalle prime corse della giornata, i regionali hanno iniziato ad accusare dei ritardi, facendo sballare i piani delle persone; sino alle 9, i convogli erano garantiti ma non tutti hanno rispettato il normale orario, costringendo i lavoratori e gli studenti ad arrivare tardi. Con direzione Castelfranco e Bassano, il regionale 5700 in partenza da Venezia Santa Lucia alle 5.26, è arrivato nella città trevigiana con 24 minuti di ritardo, mentre quello dopo, il 5702 delle 5.56, è giunto nel Vicentino 26 minuti dopo il previsto.
Un po’ meglio per chi è salito a Venezia alle 6.26: a Castelfranco ci è arrivato otto minuti oltre. Si è proseguito con i problemi anche più tardi, perché il convoglio 5706 per Bassano, in partenza da Santa Lucia alle 6.56, ci ha impiegato 17 minuti in più. Tredici minuti di ritardo per il regionale 5708 per Castelfranco, salgono a 17 quelli accumulati dal 5710 per Bassano, 11 per il convoglio 5712 per Castelfranco. Viceversa, ovvero per chi era diretto a Santa Lucia, è andata un po’ meglio ad alcuni, per altri peggio. Il treno 5703 da Castelfranco è giunto a Venezia un quarto d’ora dopo, il 5709 da Bassano ha viaggiato con 27 minuti di ritardo, mentre il 5713, sempre dalla città vicentina, si è fermato a Mestre e non ha proseguito per Santa Lucia.
Alessandro Ragazzo
Nuova Venezia – Metropolitana da settembre. Dieci treni Sfmr da Mestre a Padova. Orario gia’ pronto.
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13
mar
2014
DOPO ANNI DI ATTESE
Metropolitana da settembre
Dieci treni Sfmr da Mestre a Padova. Orario già pronto
Prima linea Sfmr in partenza dall’8 settembre. La cosiddetta metropolitana di superficie, con dieci anni di ritardo, muove i primi passi. Il percorso è quello di Mestre-Padova e la segnaletica è già esposta nelle due stazioni interessate. Saranno dieci convogli andata/ritorno che si aggiungeranno agli altri treni regionali in servizio.
i nuovi trasporti » in veneto
La metropolitana partirà l’8 settembre tra Padova e Mestre
Dieci treni al giorno in andata e ritorno, c’è già l’orario
Il sindacato resta critico: «Costi altissimi e opere da finire»
PADOVA – Con (minimo) dieci anni di ritardo, finalmente, è stata fissata la data definitiva della partenza della Metropolitana di Superficie del Veneto. Come si può già leggere sull’orario delle Ferrovie dello Stato, esposto all’interno della stazione di Padova ed in quella di Venezia/ Mestre, la prima linea della Sfmr (Sistema ferroviario metropolitano regionale) partirà il prossimo 8 settembre sul percorso Padova-Mestre. D’altronde a Padova Centrale è stata già installata la segnaletica interna alla stazione, che indica che il primo metrò sulla tratta per Mestre partirà dai binari 2 e 3 Mtr (metropolitana) e sono stati già sistemati i cartelli generali, che guidano i viaggiatori ad effettuare il percorso pedonale più breve sino alla stazione Giardino, da dove partiranno i nuovi treni metropolitani. Si tratta di dieci convogli all’andata ed altrettanti al ritorno, che andranno ad aggiungersi a tutti gli altri treni regionali attualmente in servizio in tutta la regione a partire dal 15 dicembre 2013, giorno in cui, in tutto il Veneto, è partito il nuovo orario cadenzato, croce e delizia dei pendolari di TrenItalia.
Il primo metrò per Padova da Venezia partirà alle 8.10. Quello successivo alle 9.10 e così via sino alle 20.10.
Da Padova, invece, il primo metrò si muoverà alle 6.49. Il secondo alle 8.49, mentre l’ultima corsa sarà alle 19.49.
Tempo di percorrenza: 35 minuti con fermate in tutte le stazioni intermedie. Ad esempio quello delle 6.49, partirà da Ponte di Brenta alle 6.58; da Vigonza-Pianiga alle 7.03; da Dolo alle 7.08 e da Mira-Mirano alle 7.14. L’arrivo a Mestre è previsto alle 7.24.
Al momento TrenItalia, in stretta collaborazione con Rfi, ha messo in orario i primi treni in vigore dall’8 settembre solo sino al 13 dicembre di quest’anno, ma resta implicito che il nuovo metrò continuerà a correre anche in base al nuovo orario annuale delle Ferrovie dello Stato, che partirà dal 14 dicembre.
Nonostante la buona notizia arrivata ieri mattina direttamente dai tecnici di Rfi, Ilario Simonaggio, segretario regionale di Filt-Cgil, resta critico nei confronti del programma stabilito dalla Regione Veneto per quanto riguarda i ritardi cronici del sistema Sfmr:
«La delibera Cipe, la numero 121, risale addirittura al 2001, ossia a tredici anni fa» spiega il sindacalista padovano della Cgil «Il costo complessivo era di 273,7 milioni. La seconda fase è partita nel 2006. Tant’è che già nel 2008, con la delibera numero 244, il governo ha autorizzato alla Regione un contributo di 10 milioni all’anno, gravato, però, dal contenzioso a tutt’oggi non ancora risolto con lo studio di progettazione Net Enginering. Ammettiamo pure che il prossimo 8 settembre si parta veramente, restano i pesanti buchi neri con i quali la Regione ha affrontato l’iter del programma generale, che, all’inizio dei lavori, prevedeva 172 km di nuove tratte ferroviarie, 407 passaggi a livello da eliminare, 162 tra stazioni e fermate da ristrutturare e 120 nuovi treni. Come mai gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti? Caro Renato Chisso, quando finirà una volta per tutte il tempo delle chiacchiere e della propaganda?».
Felice Paduano
Ritardi, in Veneto restano ancora 500 chilometri a binario unico
VENEZIA. Se ancora oggi, anche con il nuovo orario cadenzato di tutti i regionali, i treni locali, specie nelle fasce orarie più utilizzate dai pendolari, non arrivano puntuali e accusano problemi tecnici in particolare con condizioni meteorologiche critiche, è perché , in tutta la regione, circa 500 chilometri di linea sono ancora a binario unico.
Fra le tratte con un solo binario anche la Montebelluna- Feltre- Belluno- Calalzo (108 km), la Treviso-Motta di Livenza- Portogruaro (52km ), la Conegliano -Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi (39 km), Camposampiero-Cittadella- Bassano (30 km), la Castelfranco -Bassano-Primolano ( 50), Maerne Martellago-Castelfranco ( 25 ), Vicenza-Schio ( 32 ), Chioggia -Adria-Rovigo( 52 ), Rovigo-Verona e Monselice-Montagnana- Legnago.
In un’epoca in cui domina la tecnologia, una gran parte del servizio ferroviario regionale è ancora a binario unico. In genere, poi, le ferrovie locali sono obsolete, anche se la manutenzione resta a buoni livelli, perché sono state costruite tantissimi anni fa. Alcune risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, a cavallo del tramonto dell’impero asburgico (1866) e i primi anni del Regno d’Italia, quando la prima linea ad essere costruita fu la Padova-Mestre-Fusina.
«Eppure la realizzazione del doppio binario nei tratti ferroviari in cui manca sarebbe importante sia per la sicurezza, sia per far circolare più treni e più velocemente» speiga Sandro Miccoli, ex capostazione a Padova e a San Donà «In Italia si spendono tanti soldi per opere che, alla fine, si rivelano inutili. Investire, invece, di più sullo sviluppo della rotaia significherebbe innanzitutto creare nuovo lavoro,ma anche e specialmente realizzare le condizioni per vivere in un territorio meno inquinato e con meno auto sulle strade».
(f.pad.)
L’INTERVENTO
di Ilario Simonaggio – Segretario generale Filt Cgil Veneto
SFMR, ecco tutto quello che non è stato ancora fatto
Il consiglio regionale che voterà il bilancio di previsione 2014 dovrà decidere che Veneto intende realizzare: basta trasportare persone come se fossero merci
Le federazioni sindacali dei Trasporti hanno insistito nella recente audizione in commissione regionale Bilancio sulla necessità di completare entro la legislatura regionale almeno la prima fase del Sistema ferroviario metropolitano regionale. L’opera è inclusa nella delibera Cipe numero 121 del 2001, nell’ambito dei sistemi urbani con un costo di 273,7 milioni di euro. Nel 2006 la Regione Veneto trasmette al Mit il decreto con il quale è approvato il progetto definitivo. L’intervento è incluso nella delibera Cipe numero 130 dello stesso anno. La seconda fase del SFMR, anno 2006 compresa nel rapporto “infrastrutture prioritarie” del MIT, con un costo stimato di 140 milioni di euro, di cui 56 milioni di euro stanziati dalla Regione, per un fabbisogno residuo di 84 milioni di euro. La Finanziaria 2008 (legge 244/97) autorizza un contributo decennale di dieci milioni di euro anno, a decorrere dal 2008, per la realizzazione del secondo stralcio del SFMR. Nel 2011, la rilevazione dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici AVCP sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa su dati comunicati dal RUP al 31 maggio 2011, risulta che il progetto definitivo per appalto integrato non è ancora stato approvato per carenza di finanziamenti. Progettazione definitiva affidata a Net Engineering Spa in data 2 luglio 2007, con iter di conclusione 30 giugno 2011, purtroppo non ancora approvato e all’origine di un lungo contenzioso economico tuttora in corso.
Questa grande opera che doveva costituire assieme al Passante di Mestre (inaugurato il 8 febbraio 2009) la migliore dimostrazione del Veneto “del fare”, con una larga ed estesa condivisione degli stessi ambientalisti e comitati che contestano le grandi opere viarie e stradali, è invece ogni giorno che passa su un“binario morto”.
Si sono sforati tutti i cronoprogramma stabiliti dalla Regione Veneto e rimane grave che non ci sia una assunzione di responsabilità collettiva per quantomeno completare la prima fase del SFMR entro l’attuale legislatura regionale.
Cinque anni di legislatura che non possono annoverare nessuna opera per la mobilità degna di nota. I tre obiettivi stabiliti nella pianificazione: l’appuntamento, il cadenzamento, la continuità sono tuttora in attesa di tempi migliori. Il ritardo cronicizzato della realizzazione del SFMR trascina nella polvere pure le restanti azioni disposte: l’integrazione treno-bus con il ridisegno della rete delle autolinee su gomma e l’integrazione tariffaria; l’integrazione urbana con politiche di regolazione del traffico privato nelle aree urbane, in particolare di politiche di tariffazione della sosta. Gli interventi di sintesi SFMR (previsione iniziale) fatti da 172 km di lunghezza nuove tratte ferroviarie; 407 passaggi a livello eliminati; 162 stazioni o fermate ristrutturate; 37 fermate di nuova costruzione; 120 nuovi complessi di treni per il servizio regionale. Buona parte degli impegni al palo con le conseguenze quotidiane sul servizio tra stazioni fatiscenti, stazioni nuove in degrado (vedi Busa di Vigonza), materiale rotabile vecchio, insufficiente o inadeguato.
Dopo 25 anni dal piano regionale dei trasporti; oltre 10 dal limite del completamento della prima fase del SFMR la situazione del “Veneto del fare” è impietosa:
fase 1 SFMR, investimento e finanziato per 640 milioni di euro, completata per il 90%, nessuna previsione certa di fine lavori;
fase 2 SFMR investimento per 350 milioni di euro, finanziato in origine per 250 milioni di euro, completata per il 5%, nessuno è in grado di fissare cronoprogramma; collegamento aeroporto Marco Polo, investimento di 260 milioni di euro; modifica progetto nel 2006 con tracciato basso e fermata TAV, revisione 2013, nessuna modifica formale della progettazione romana, figuraccia e tempi dilatati a dismisura, nessuna realizzazione;
fase 3 SFMR investimento 1200 milioni di euro, finanziati 5 milioni di euro,nessuna realizzazione; SFMR Veneto occidentale investimento 550 milioni di euro, nessun finanziamento, nessuna realizzazione; interventi complementari investimento 1200 milioni di euro, nessun finanziamento, nessuna realizzazione;
fase 4 SFMR investimento 1100 milioni di euro, nessun finanziamento, nessuna realizzazione; materiale rotabile investimento 600 milioni di euro, finanziato 350 milioni di euro, realizzato l’acquisto di 20 complessi di treni con mutuo trentennale, rimangono da acquistare altri 100 complessi di treni per il rinnovo del parco rotabile necessario al servizio regionale.
Il consiglio regionale che in questa settimana voterà il bilancio di previsione 2014, è chiamato a decidere che Veneto del terzo millennio intende costruire e realizzare. Senza nemmeno una dotazione minima di fondi strutturali in spesa per investimenti ferroviari, per quest’anno e gli anni a venire, è difficile prevedere se ci sarà ancora un servizio ferroviario regionale. Oggi trasportiamo le persone come fossero merci, quando va bene, altro che treni giapponesi invocati dal Presidente della Regione. Dovremo invece trasportare le merci come fossero persone. Il tempo delle chiacchiere e della propaganda è finito per tutti. Dalle risorse stanziate per il trasporto pubblico locale (ferroviario, bus, vaporetti) è possibile immediatamente comprendere se il trasporto collettivo passeggeri è una priorità del Veneto.
Gazzettino – Martellago non si pronuncia: “Non siamo contro, vogliamo capire bene i vantaggi”
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13
mar
2014
MARTELLAGO – «Non siamo contrari a partire, ma le cose devono essere chiare».
Il sindaco, Monica Barbiero, precisa la sua posizione sull’Unione dei Comuni del Miranese, al centro nei giorni scorsi di un nuovo summit a Martellago con i colleghi di Noale, Mirano, Spinea, Salzano e S. Maria di Sala (mancava solo Scorzè, chiamatosi fuori da tempo).
Martellago chiede di approfondire alcuni nodi, oggetto della riunione. «I miei colleghi non erano qui per convincermi, anzi, l’incontro è stato sollecitato da me. Il nostro Comune crede nell’Unione, non siamo contrari a partire e bisogna andare verso l’approvazione dello Statuto, ma prima vanno messi a posto 2-3 tasselli e compiuti determinati passaggi: vogliamo che sia tutto chiaro, che si capisca bene dove andremo a parare» spiega Barbiero, entrando nel nocciolo del problema.
«Abbiamo la necessità di definire nel concreto e di capire i costi, l’organigramma e l’organizzazione», con la questione del personale e dei servizi unificati come la polizia locale. «Si tratta, poi, di un passo importante che impone percorsi interni adeguati, che certo siamo chiamati a compiere velocemente per arrivare all’approvazione dello Statuto, ma che vanno fatti – conclude Barbiero – Presto convocheremo un’altra Commissione Statuto dove ci confronteremo ancora ed entreremo nel merito delle nostre valutazioni e poi parleremo alla gente perché io devo delle informazioni ai miei cittadini».
Nicola De Rossi
Nuova Venezia – Dubbi sull’Unione dei Comuni, Martellago prende tempo.
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9
mar
2014
MARTELLAGO – Prende tempo Martellago sull’Unione dei Comuni. Dal municipio fanno sapere che non c’è alcuna volontà di lasciare passare questo treno, ma prima vogliono capire bene tutti i passaggi da fare, definire bene il progetto, che mira a unificare alcuni servizi come la polizia locale, i messi, la Protezione civile e alcuni settori come il sociale e i giovani. Al progetto stanno lavorando, Mirano, Martellago, Spinea, Salzano, Santa Maria di Sala e Noale, mentre Scorzè ha scelto di starsene in disparte e Pianiga guarda con interesse. Dopo la riunione di giovedì a Mirano dove Martellago aveva un po’ frenato, ieri in quest’ultimo comune si è tenuto l’ennesimo incontro fra i sei del Miranese, proprio per capire quali siano i dubbi e le perplessità della giunta di Monica Barbiero. Giunta che ha ancora confermato la volontà di intraprendere un cammino già iniziato nei mesi scorsi, e pure di aderire, ma vuole mettere la lente d’ingrandimento su alcuni aspetti, anche su quello economico. Nelle prossime settimane lo statuto sarà discusso nei vari consigli comunali ed entro giugno il progetto sarà sancito. Nel frattempo lo statuto dovrebbe arrivare nei vari Consigli.
(a.rag.)
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