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Tra Mira e Oriago 750 persone sopravvivono grazie ai pacchi di cibo e vestiario

Intanto è stato sgomberato il senza tetto rifugiato al monumento ai caduti

MIRA – Povertà galoppante fra le famiglie di Mira e della Riviera del Brenta. Solo a Mira arrivano nuovi punti di distribuzione di vestiario e cibo. A gestire la solidarietà in favore di chi è sempre più disperato sono le parrocchie e la Caritas. E i numeri sono impressionati. Sono quasi 750 le persone assistite fra Mira e Oriago le due principali realtà del comune. Un aumento che negli ultimi mesi è stato del 20 %.

«Solo nel territorio di Mira abbiamo 518 assistititi a cui abbiamo concesso il nostro aiuto con la consegna bisettimanale di pacchi alimentari e del vestiario», spiega Fabio Schirru, responsabile della Caritas vicariale, «valutiamo ogni caso direttamente attraverso una commissione che confronta la situazione che ci viene raccontata, con sopralluoghi e incrociando i dati con il Comune di Mira. Di queste persone il 65 % sono stranieri e il 35 % sono italiani. Prima della crisi partita nel 2008- 2007 cioè 7 anni fa gli italiani che facevano richiesta di assistenza Caritas erano meno del 5 %».

A Oriago altri 230 assistiti sono seguiti dall’associazione San Vincenzo, che è legata alla parrocchia di Santa Maria Maddalena. La Caritas vicariale spiega che si assiste ad un turn over impressionante. «Molti stranieri se ne vanno», dice Schirru, «perché non c’è lavoro in Italia se ne tornano ai loro paesi d’origine».

I punti di distribuzione della Caritas e delle parrocchie in termine di pacchi alimentari sono a Mira Taglio nella chiesa di San Nicolò, a Oriago nella parrocchia di San Pietro, a Mira Porte nella chiesa di San Marco Evangelista e a Gambarare nella chiesa di san Giovanni Battista. Per la consegna del vestiario c’è la parrocchia di Mira Porte.

«L’1 dicembre in Riviera San Pietro 70 apriremo la bottega solidale», dice Schirru, «Ci saranno dei capi in vendita ad un prezzo simbolico. Chi acquista contribuirà ai pacchi per i poveri di Mira».

Nei pacchi spesa che sono donati alle circa 750 persone povere a Mira, ci sono prodotti come pane, riso, zucchero, pasta e vario scatolame. Questa raccolta unita alle eccedenze dei supermercati serve a sopperire alle carenze sempre più evidenti delle forniture del Banco Alimentare di Verona che da qualche tempo subissato dalle richieste di forniture non riesce più a far fronte alle decine di migliaia di domande provenienti da tutto il Veneto. Intanto proprio ieri i vigili di Mira hanno sbaraccato con i carabinieri il giaciglio di fortuna approntato da un senzatetto al monumento dei Caduti.

Alessandro Abbadir

 

A Mira la manifestazione per chiedere regole che fermino il dilagare delle macchinette mangiasoldi

MIRA – C’erano oltre 400 persone ieri a Mira e Oriago alla manifestazione Slot Mob pensata per fermare il dilagare delle macchinette mangiasoldi e la ludopatia, cioè la dipendenza dal gioco.

In mattinata gli aderenti all’iniziativa hanno sfilato per il centro di Mira e sulla brentana con striscioni: “Stop alle macchinette mangiasoldi”. “Fermiamo il gioco d’azzardo che provoca malattia”. Dalle 10 del mattino in poi c’è stata l’iniziativa i “giochi di una volta” in Piazza Municipio e la colazione al Bar “La Griffe” in via Nazionale.

Stesso programma a Oriago in Piazza Mercato al “Caffè insieme” alla Cicchetteria – Bar “Ea voja mata” in via Risorgimento. «Abbiamo individuato questi bei bar», dice Margherita Gasparini, «perché liberi dalle macchinette mangiasoldi. Per questo si è deciso di consumare in un bar che ha scelto la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo. Questi bar sono stati premiati nel pomeriggio dal Comune».

Con la manifestazione di ieri a Mira gli organizzatori hanno voluto poi richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili.

Gli organizzatori hanno voluto anche dimostrare di sostituire un cattivo gioco che provoca dipendenza con giochi di piazza “buoni”.

Nel pomeriggio si è tenuto in Biblioteca a Oriago la conferenza su “Ludopatia e azzardo” con il sindaco Alvise Maniero, il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Fabio Livieri, il direttore del Sert Mauro Cibin, il senatore Sergio Endrizzi esperto professionalmente proprio di questo problema e il consigliere regionale Bruno Pigozzo. «È stato un momento di confronto», dice Margherita Gasperini, «in cui si sono ascoltare anche le toccanti testimonianze di chi è finito nel tunnel della ludopatia».

(a.ab.)

 

MIRA – Tutto pronto a Mira per la manifestazione Slot Mob pensata per tutta la provincia per fermare il dilagare delle macchinette mangiasoldi e il conseguente fenomeno della Ludopatia. La manifestazione prevede due momenti. Oggi, dalle 10 in poi “giochi di una volta” insieme in Piazza Municipio e “Flash mob” . Ci sarà la colazione al Bar “La Griffe” – via Nazionale, 173. A Oriago dalle 14:30 in poi “I giochi di una volta” in Piazza Mercato e “Caffè insieme presso Cicchetteria – Bar “Ea voja mata” in via Risorgimento. Alle 16.30 all’ Auditorium della Biblioteca ci sarà una conferenza sul tema “Ludopatia e azzardo”.

«Con questa manifestazione», spiega Margherita Gasparini per gli organizzatori, «vogliamo agire su tre fronti: richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili. Vogliamo poi non aspettare i tempi, a volte troppo lunghi della politica, ed agire subito, recandoci insieme a consumare in un bar che ha scelto la disinfestazione dalle slot e/o altri giochi d’azzardo. Infine vogliamo curare il cattivo gioco con il buon gioco, che è sempre un bene relazionale».

(a.ab.)

 

MIRA – I sindaci coinvolti nel tracciati dell’Idrovia Padova – Venezia ascoltati in commissione ambiente in Consiglio regionale. «Sul tema ci sono posizioni diverse – sottolinea il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo – che vanno recepite ed affrontate con risposte precise partendo dalla definizione della progettazione, per valutare una serie di nodi. In primo luogo la comparazione tra costi e benefici, sia per la soluzione come canale scolmatore in caso di precipitazioni eccezionali, che come canale navigabile di collegamento tra i poli industriali di Padova e Venezia ma soprattutto sull’impatto ambientale che l’opera avrà sulla laguna». Secondo il Pd, sarà necessario che la Regione chieda con forza al governo il superamento del Patto di stabilità per opere di salvaguardia come l’idrovia Padova-Venezia, «utilizzando tutte le possibili fonti di finanziamento regionali, nazionali ed europee». «Ho chiesto infine all’assessore Conte – afferma Pigozzo – che venga inserito, in fase di affidamento del progetto, uno strumento di monitoraggio sull’evoluzione delle soluzioni da adottare».

(l.gia.)

 

Nuova Venezia – Danni per 5 milioni nel Portogruarese

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14

nov

2014

Il sindaco: «La Regione deve però dichiarare lo stato d’emergenza»

La casa protetta delle “Farfalle” non riaprirà prima del 2015

PORTOGRUARO – Il giorno dopo la città fa la conta dei danni dopo l’incredibile nubifragio che ha allagato più della metà del territorio, provocando anche tracimazioni a Portovecchio e a Ronchi. Un primo bilancio approssimativo porta a cinque milioni, a cui aggiungere i duecentomila messi in conto dall’Asl 10 per la casa protetta delle “Farfalle”. Portogruaro sta pian piano tornando alla normalità. L’unico sottopasso allagato restava quello che collegava San Nicolò a Portovecchio, ma l’acqua è scesa fino a sparire completamente; così come nell’altra infrastruttura viaria, tra l’altro nuova, cioè il sottopassaggio collocato sotto alla variante alla tangenziale. Danni ingenti hanno riguardato dunque la “Casa delle farfalle”, il centro per disturbi alimentari di via Resistenza. Le nove pazienti non potranno rientrare in questa sede prima del 2015, e per tutto questo tempo dovranno essere curate in ospedale. Si tratta di degenti molto giovani che curano l’anoressia. Il responsabile del servizio tecnico dell’Asl 10, l’ingegner Peter Casagrande, ha svolto un sopralluogo nella comunità alloggio. I danni hanno riguardato tutti gli arredi al pianterreno, nove stanze da letto, la cucina e la sala ricreativa. Per non parlare poi delle infiltrazioni ai muri e sulla pavimentazione. Il responsabile del centro, Pierandrea Salvo, che il giorno dell’acquazzone aveva pesantemente attaccato il Comune e la Protezione civile per la mancata assistenza, ha lavorato per recuperare il prima possibile la strumentazione medica, i computer e gli indumenti finiti sotto acqua. Antonio Bertoncello, il primo cittadino, non replica alle accuse di Salvo. Si annunciano tempi lunghi, però, per i risarcimenti. «La Regione deve dichiarare lo stato d’emergenza», ricorda, «solo allora in teoria potremmo permettere alle persone di presentare le domande per gli indennizzi. Noi cercheremo di anticipare le modalità di intervento, per agevolare i cittadini danneggiati. Troveremo una formula». Impossibile allentare il Patto di Stabilità. I danneggiati dovranno continuare a pagare le tasse come se non fosse accaduto nulla, mentre fa pensare l’assenza di autorità politiche regionali. I danneggiati di Portogruaro si sentono dimenticati dalle istituzioni. Ieri la disperazione si leggeva ancora sul volto degli abitanti di via Botticelli, delle Palazzine e del rione di Beata Maria Vergine. Almeno un centinaio di persone hanno perduto l’auto. Si calcola che a Portogruaro oltre cinquemila persone, a vario titolo, siano state coinvolte nell’ondata di maltempo. Calcolando un migliaio di euro a testa di danni, si arriva facilmente a toccare quota cinque milioni. Le opere di bonifica, da sole, hanno subito rotture per 200 mila euro. Il livello dei fiumi si è abbassato, ma la guardia resta alta, perché è annunciata una nuova perturbazione di origine atlantica per questa sera. Inizialmente soffierà la bora, poi domani lo scirocco e domenica il libeccio. Il mare difficilmente riceverà le acque dei fiumi. Il Livenza si sta abbassando, ma aumenta il livello del Meduna, anche per l’apertura delle dighe di Ravedis e Redona. A San Michele emergenza rientrata a Villanova della Cartera e Malafesta. Si sono ritirate le acque della roggia Rojada, tracimata in più punti.

Rosario Padovano

 

Gli agricoltori della Cia battono i pugni: «Chiedano più fondi da Venezia»

Consorzi di bonifica nel mirino

MESTRE «I consorzi di bonifica devono pretendere più risorse dalla Regione, gli interventi sul territorio sono insufficienti». La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) di Venezia chiede un cambio di rotta ai vertici dei consorzi di bonifica, perché «battano i pugni sul tavolo» contro la Regione. «Bisogna dare atto al lavoro svolto dai tecnici dei consorzi di bonifica, presenti notte e giorno nelle zone più colpite. Lo stesso apprezzamento, però, non possiamo esprimerlo nei confronti degli amministratori dei consorzi», commenta Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, «è da tempo che segnaliamo, anche nelle assemblee consortili, la soggezione nei confronti della Regione. Non sono stati ottenuti fondi sufficienti per la realizzazione di interventi straordinari, di cui il territorio ha urgente bisogno, né adeguati stanziamenti per i lavori di manutenzione. Ci si accontenta delle briciole, mentre occorrono investimenti». Ieri Quaggio ha fatto una ricognizione della situazione insieme ai referenti locali delle zone più colpite. «Ora ci sarà la consueta conta dei danni ed è assurdo, perché ci sono reali responsabilità», conclude il presidente di Cia Venezia, «a cosa serve avere dei consorzi di bonifica che non si battono per avere le risorse necessarie? La Cia ribadisce intanto la disponibilità dei suoi agricoltori a mettere a disposizione i propri campi, in occasione di precipitazioni di questo genere. Siamo disponibili a farli allagare, perché rappresentano gli unici polmoni permeabili del territorio. Per quanto riguarda la Riviera del Brenta, sosteniamo che l’idrovia possa diventare una grande bacino di laminazione: non bisogna pensare che tutta l’acqua verrà sversata in laguna, non sarà necessario».

Giovanni Monforte

 

riviera del brenta

Le scuole sono rimaste chiuse a Vigonovo

VIGONOVO. Il maltempo sferza la Riviera del Brenta e colpisce soprattutto l’area ovest e sud del comprensorio, in particolare i comuni di Vigonovo, Fossò, Campolongo Maggiore , Stra e Camponogara. Disagi minori a Mira e Dolo. Resta sotto controllo il livello dei canali Naviglio , Novissimo e soprattutto del Brenta, che per tutta la giornata di ieri hanno ricevuto la piena proveniente dal Padovano. A Vigonovo ieri il sindaco Damiano Zecchinato ha emesso una ordinanza di chiusura delle scuole elementari medie e materne. Nel paese il peggio era arrivato con la serata di mercoledì quando l’acqua ha invaso la centrale via Roma e poi le vie Padova , Pascoli e via Veneto. A creare problemi è stata soprattutto la tenuta della rete idrica di scolo. «L’acqua è arrivata in centro a 30 centimetri» raccontano esercenti e residenti, «e in tanti hanno avuto primi piani e scantinati allagati con danni per parecchie migliaia di euro. Fin dalla sera di mercoledì e per tutta la giornata di ieri sono entrate in azione le squadre della protezione civile comunale insieme ai vigili del fuoco della caserma di Mira. Le scuole a Vigonovo saranno riaperte già oggi visto poi che ieri la pioggia è stata meno insistente. Problemi si sono avuti anche a Sandon di Fossò dove è straripato il canale Cornio. A Stra la frazione più colpita è stata quella di San Pietro. A Camponogara invece allagamenti si sono avuti nella frazione di Campoverardo. Problemi infine anche a Liettoli di Campolongo Maggiore lungo le laterali di via Alto Adige.

(a.ab.)

 

La rete secondaria del Lusore ha tracimato a Campocroce nella zona del cimitero

Disagi anche in centro a Mirano dove la viabilità ha subito forti rallentamenti

Caltana finisce sott’acqua strade e scantinati allagati

CALTANA – A Santa Maria di Sala l’emergenza ha ormai la triste declinazione dell’abitudine. Non poteva mancare la frazione di Caltana nel computo dei paesi finiti sott’acqua dopo l’ultima ondata di maltempo, anche se questa volta i danni sembrano più limitati rispetto a soli due mesi fa, grazie al fatto che già durante la notte le precipitazioni sono diventate intermittenti, la piena dei canali ha potuto defluire a valle e il mare ha iniziato a ricevere. Allagamenti estesi dunque, ma di breve durata, che tuttavia non hanno mancato di far registrare nuovi disagi. Strade e scantinati sono finiti ancora una volta allagati: l’ultima volta era successo solo a settembre. Sott’acqua il centro, dal quartiere residenziale di via Einaudi alla provinciale via Caltana, davanti al Palazzo del Mobile. Via Pioga, via Einaudi, via Pellico, via De Gasperi sono finite ancora sotto con dieci centimetri di acqua. Area interamente allagata, come due mesi fa, ma questa volta salvata dal fatto che il rio Cavin Caselle, a differenza di settembre, non ha tracimato, rimanendo, seppur al limite, entro gli argini. «I canali di scolo hanno funzionato», spiega l’assessore salese all’Unità di crisi, Enrico Merlo, «ci ha aiutato anche il fatto che verso le tre di notte l’acqua ha improvvisamente iniziato a scendere e poi le condizioni meteo sono migliorate». Ieri mattina rimanevano però alcune strade chiuse, limitate o transitabili con prudenza. Anche i fossi in via Zinalbo e Braguolo verso Campocroce sono arrivati al limite, con locali tracimazioni. Sempre dal Salese, sempre come a settembre, sono finite sott’acqua anche alcune aree di Sant’Angelo, in particolare via Masi e via Marzari. A Stigliano e Veternigo livelli di piena sostenuti, ma sempre sotto controllo per il Muson e il rio Veternigo. Anche a Campocroce di Mirano soliti problemi legati alla tracimazione della rete secondaria collegata al Lusore, ieri di nuovo minaccioso. Ne hanno risentito la zona del cimitero del paese, con la chiusura parziale di via Chiesa e via Braguolo. Locali allagamenti, ma dovuti alla rete urbana di scolo, si sono verificati anche a Mirano centro, creando più che altro problemi alla viabilità. Adesso la preoccupazione è tutta per la nuova ennesima ondata di maltempo prevista nel fine settimana. Sabato tornerà a piovere e tutto dipenderà da quanto la tregua sarà servita ai canali di scolo del graticolato romano per svuotarsi e scendere di livello. Mobilitati uomini e mezzi del consorzio Acque Risorgive, la protezione civile regionale resta in allerta.

Filippo De Gaspari

 

CONCORDIA SAGITTARIA

Quaranta squadre di volontari al lavoro fino all’alba

CONCORDIA – All’indomani dell’eccezionale fenomeno atmosferico che ha coinvolto l’intero Comune di Concordia e non solo, la situazione sembra essere tornata alla normalità anche se l’allerta meteo per il fine settimana farà tenere le orecchie rizzate a più di qualcuno, soprattutto a chi, negli ultimi giorni, ha lavorato ininterrottamente per bloccare i flussi d’acqua che hanno allagato la città. Sono state circa 180 le richieste d’aiuto fatte alla protezione civile del Portogruarese nella giornata di mercoledì: 40 squadre di volontari hanno lavorato sino alle 7 di ieri mattina per prosciugare le numerose zone allagate del centro. Tra questi anche i vigili del fuoco locali e di Verona giunti con alcune colonne mobile adibite al trasporto di idrovore ancora più potenti che hanno notevolmente aiutato lo spostamento delle acque verso i canali di scolo. Ora si attende l’ammontare dei danni. «Gli impianti, nelle loro conformazioni, hanno funzionato a dovere» spiega Luca Villotta, responsabile dei volontari della protezione civile, mandamento di Portogruaro, «ma l’enorme quantità d’acqua scaricata sul territorio non era prevedibile nonostante le previsioni ci avessero allertato già alcune ore prima. Per circa due ore e mezza l’acqua ha continuato a scendere ininterrottamente rendendo la situazione ingestibile e difficile soprattutto per territori come questi. Sicuramente», è l’appello di Villotta, «un’attenzione maggiore da parte di tutti nella pulizia dei tombini, nel controllo o posizionamento delle pompe soprattutto nei garage interrati, potrebbe evitare disagi e danni come quelli che abbiamo subito in questi gironi. Aspettare che siano sempre gli altri a occuparsene, magari in situazioni estreme, risulta alla fine dannoso per tutti».

Gemma Canzoneri

 

Venezia. Alla Renier Michiel un tubo otturato fa saltare due giorni di lezioni. Il preside: «Questione vecchia, zero interventi»

Infiltrazioni, scolari a casa fino a lunedì

VENEZIA – Per un tubo otturato, la elementare “Renier Michiel” dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” resta chiusa due giorni, ieri e oggi. Niente lezioni per 250 bambini. Il guasto era stato ripetutamente segnalato al Comune da oltre un mese, senza che venissero presi provvedimenti. L’ufficio Scuola e Lavori Pubblici di Ca’ Farsetti si è giustificato dicendo che, a causa dell’approvazione in ritardo del bilancio, il personale è costretto a lavorare utilizzando gli avanzi del budget previsto per il 2013, mentre in passato in questo periodo avevano già gli appalti per la manutenzione assegnati alle ditte di riferimento. Il dirigente scolastico Salvatore Amato ha spiegato che se l’intervento non verrà eseguito oggi, chiederà la disponibilità per lunedì pomeriggio di una delle sedi del “Dante Alighieri” per non far saltare un altro giorno di scuola ai bambini, ma il Comune ha assicurato che questa volta i lavori verranno svolti e che la scuola sarà riaperta lunedì. Il problema riguarda un tubo pluviale passante all’interno dell’edificio. Intasato da foglie e da un piccione morto, il tubo scaricava acqua all’interno, provocando infiltrazioni. Tutti lo sapevano perché, in un recente sopralluogo, era stato effettuato un foro sulla parete, accertando la provenienza del danno. «Ci trasciniamo questo problema da un mese e mezzo», ha detto Amato, «e i tecnici del Comune erano già venuti tre volte, senza mai ripulire il tubo. L’ultima volta è stata proprio mercoledì mattina. Anche in questo caso però hanno guardato e sono andati via». Per questo durante una riunione tra personale scolastico e genitori avvenuta mercoledì pomeriggio, quando la perdita di acqua continuava, le maestre hanno chiamato i vigili del fuoco. Quando i pompieri hanno visto che l’infiltrazione interessava l’impianto elettrico, hanno sigillato l’edificio e mandato la comunicazione di intervenire al più presto. «Può essere che abbiano fatto delle segnalazioni», ha tagliato corto l’ufficio Scuole e Lavori Pubblici, «ma abbiamo 170 scuole e 70 in centro storico. Riceviamo decine di segnalazioni, ma fino a quando non è stato approvato il bilancio non abbiamo potuto intervenire. Adesso avremo 800 mila euro per interventi murari e 400 mila per opere impiantistiche. Entro dicembre l’appalto per la manutenzione verrà assegnato e potremmo provvedere a tutto». Intanto per il dirigente scolastico ieri è stata una dura giornata, molti genitori si sono lamentati, dando la colpa alla scuola: «Noi siamo ospiti qui», ha detto Amato, «più che segnalare non ho potuto fare altro. Ieri mattina la ditta chiamata dal Comune non aveva operai disponibili, oggi spero che risolvano il problema e che controllino anche i controsoffitti che sono bagnati». Intanto problemi anche in terraferma: 15 centimetri d’acqua in via dei Petroli a Marghera, disagi per le autobotti dirette a raffinerie e depositi. All’origine degli allagamenti che ormai si registrano spesso, ci sarebbero problemi di scarichi emersi dopo i lavori di bonifica.

Vera Mantengoli

 

Giornata di passione sulla Venezia-Milano, ritardo record di oltre sette ore per l’Euronight da Parigi

Allagamenti e frane: i treni vanno in tilt

MESTRE – Giornata da incubo ieri nei collegamenti ferroviari tra il Veneto e la Lombardia a causa della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta nell’hinterland milanese, allagando la stazione di Melzo Scalo. Tutti i treni Frecciabianca che collegano Venezia da e per Milano e Torino hanno accumulato ritardi di circa un’ora, con punte anche di 100 minuti. Ma il record in negativo è spettato ai passeggeri che si trovavano a bordo dell’Euronight Parigi-Venezia, giunto in laguna con oltre sette ore di ritardo. Oltre ai problemi per l’allagamento a Melzo, a causare il ritardo record del convoglio da Parigi ha inciso la chiusura della linea del valico di confine di Domodossola per i movimenti franosi che hanno interessato i binari nella zona di Stresa. Di conseguenza l’Euronight è stato deviato attraverso il valico di frontiera di Modane, in val di Susa, con l’inevitabile allungamento di percorrenza. Sulla Venezia-Milano, i guai per i passeggeri sono iniziati già nella serata di mercoledì quando l’esondazione di un corso d’acqua in piena ha causato l’allagamento degli impianti di rete che regolano la circolazione dei treni nella stazione di Melzo Scalo. I disagi sono stati subito molto pesanti. Basti pensare che l’ultimo Frecciabianca serale da Torino e Milano è arrivato a Venezia Santa Lucia intorno alle 3.30 anziché alle 23.40. E ieri i problemi sono perdurati per tutta la giornata, mentre i tecnici erano impegnati nel tentativo di riparare gli ingenti danni. «I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana sono prontamente intervenuti per ripristinare l’infrastruttura», fa sapere Trenitalia in una nota, «Data l’entità dei danni riportati, i lavori proseguiranno per tutta la settimana. I treni in transito registrano ritardi con un punte fino al massimo di un’ora».

Giovanni Monforte

 

MIRA «L’idrovia va fatta anche superando i vincoli del patto di stabilità». A chiederlo è il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo dopo che ieri i sindaci della Riviera del Brenta e del Padovano sono stati ascoltati in Commissione ambiente della Regione.

«È necessario chiedere con forza al Governo il superamento del patto di stabilità per opere di salvaguardia idraulica come l’idrovia Padova-Venezia, utilizzando tutte le fonti di finanziamento regionali, nazionali ed europee», spiega Pigozzo.

La Regione infatti ha avvallato il progetto per la realizzazione del completamento dell’ idrovia Padova-Venezia: sarà sia un canale scolmatore che un canale navigabile di classe 5. A favore senza condizioni ci sono i comuni del Padovano e della Riviera del Brenta, tutti eccetto Mira che con l’amministrazione grillina e il suo assessore ai lavori pubblici Luciano Claut ha espresso forti dubbi in tema di possibili allagamenti ed inquinamenti provenienti dalle ingenti quantità d’acqua scolmata in laguna.

Pigozzo e il gruppo Pd in Regione recepiscono questa preoccupazione. «È fondamentale capire», dice Pigozzo, «l’impatto che avrà l’opera in termini di inquinanti e sversamenti. Quello che va fatto per realizzare un’opera fondamentale in funzione anti allagamento è assegnare nella programmazione dei fondi europei la massima priorità agli interventi destinati alla salvaguardia idraulica come appunto il completamento dell’idrovia».

Chiede invece una riflessione il Comitato Acque del Mirese con il suo presidente Omar Bison: «Si rifletta sulle conseguenze che uno scolmatore come quello che si vuole costruire avrà sui territori vicino alla foce quando ci saranno le piene: ci sarà una marea alta e il Mose sarà chiuso. Lo scolmatore-idrovia rischia di mandare sott’acqua Mira in determinate condizioni».

(a.ab.)

 

Gazzettino – Veritas, la ribellione dei Comuni

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12

nov

2014

LA RIVOLTA DEI COMUNI

IL CASO – La misura serve a Venezia per fare cassa. Contrari, tra gli altri, Mira, Scorzè e Spinea

Stop bipartisan alla proposta di distribuire fra i soci utili per 10 milioni: «Piuttosto abbassate le tariffe»

LA PROPOSTA «Quei 10 milioni vanno utilizzati per abbattere i costi delle tariffe»

I primi cittadini di Quarto, Mira, Spinea, Scorzè e Marcon sul fronte del “no” alla distribuzione degli utili come vorrebbe invece Ca’ Farsetti

Altolà dei sindaci a Veritas: i dividendi non vanno spartiti

Doveva essere una normale riunione del comitato di coordinamento di Veritas. A sorpresa però è rispuntata la proposta indesiderata, quella che già in primavera sindaci e amministratori dei 46 Comuni serviti dall’azienda (Venezia esclusa) erano riusciti a schivare. I tecnici del capoluogo hanno chiesto nuovamente la distribuzione degli utili: in tutto 10 milioni di euro da dividere in base alle quote di proprietà. Un’operazione che frutterebbe alle casse del Comune di Venezia, che ha più del 50% delle azioni di Veritas, più di 5 milioni di euro. Tra i sindaci però è subito esplosa la protesta ed è partita una richiesta di incontro con il commissario Vittorio Zappalorto.

«Una proposta scandalosa – attacca il sindaco di Scorzè, Giovan Battista Mestriner – Non chiedono di distribuire solo quelli di quest’anno ma la metà degli utili degli ultimi 7 anni. E, successivamente, propongono di emettere un prestito obbligazionario. Il Comune di Venezia, quindi, vuole mettere a posto il proprio bilancio indebitando Veritas che è di tutti. Un’operazione che infrange le illusioni di quei sindaci del territorio che, negli ultimi 2 anni, hanno cianciato sulla città metropolitana».

Anche la sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte, da sempre sostenitrice della Città metropolitana, tira in ballo il nuovo ente: «Non è una buona premessa in questa prospettiva – dice Conte – In primavera Venezia aveva accettato la volontà degli altri sindaci di non distribuire utili, per tenerli a favore degli investimenti e di tariffe più basse. Chiederemo un incontro al commissario di Venezia, perché è evidente che si tratta di una scelta ragionieristica».

Secco no anche da Spinea: «Lo scopo di Veritas non è quello di distribuire utili – dice il sindaco Silvano Checchin – ma di avere un ritorno da utilizzare in investimenti, per migliorare il servizio o ridurre le tariffe».

E anche da Marcon: «Anch’io propendo per un’attenzione diversa – aggiunge il sindaco Andrea Follini – bisogna guardare alle famiglie e alle imprese. O andiamo a ridurre le tariffe o a impegnare gli utili in investimenti che possano avere un ritorno pubblico».

Ora la scelta spetta al commissario ma più di qualcuno teme che (a differenza dell’ultima volta, quando i rappresentanti del Comune di Venezia si erano astenuti) in occasione della prossima assemblea Zappalorto chieda di far valere la propria maggioranza.

«Mira potrebbe beneficiare di mezzo milione di euro e anche a noi farebbe comodo una cifra simile in questo momento – commenta Alvise Maniero, sindaco di Mira – ma questo è un approccio sbagliato nei confronti dei cittadini di tutta la provincia».

Melody Fusaro

 

Iniziative contro le macchinette mangiasoldi a mira

MIRA – Si allarga la partecipazione alla manifestazione “Slot Mob” sabato a Mira. Ora aderirà all’evento anche la Lega dei Consumatori per fermare il fenomeno del dilagare delle macchinette mangiasoldi e della Ludopatia. La manifestazione prevede vari momenti tra giochi di una volta, “Flash mob”, la colazione nei bar che hanno rinunciato alle macchinette mangiasoldi come il Bar “La Griffe” – via Nazionale 173 e la presso Cicchetteria – Bar “Ea voja mata” in via Risorgimento.

Alle 16.30 in Biblioteca conferenza su “Ludopatia e azzardo”. Aderiscono le associazioni: gli scout dei gruppi Agesci Mira 1 e Mira 2, Acli Mira, Associazione Arco, Auser Mira “Peppino Impastato”, Bandera Florida, Centro italiano femminile, Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del malato, Codacons Veneto, Cooperativa Olivotti Associazione culturale “La Malcontenta”, Pensionati Cisl, Ga (Giocatori Anonimi), Gam.anon, Giovani per un Mondo Unito, Associazione I Grali, Associazione Incontro e presenza, Lega Consumatori, Libera presidio Riviera e Miranese, Mirattiva, Movimento per la Vita, Movimento Focolari, Mppu , Progetto economia nuova , Associazione “Suor Armanda”.

(a.ab.)

 

I comitati e i sindaci chiamano a raccolta i residenti dopo il via libera del Cipe

Doppia manifestazione a Mestre mentre i Comuni tentano di organizzarsi

MIRA – l Cipe approva la Romea Commerciale e in Riviera è un coro di no da da parte di singoli cittadini, sindaci, comitati e associazioni che si sono sempre battuti contro quello che viene considerato un mostro di cemento in grado di aumentare traffico e inquinamento dell’aria. Il problema principale è quello dell’innesto in A4. A questo punto si dovrà capire se l’opera si collegherà con Roncoduro o andrà fino a Villabona a Marghera.

Il Comitato Opzione Zero organizza una doppia manifestazione di protesta che si terrà venerdì prossimo a Mestre. «Grazie alla norma introdotta apposta dal ministro Lupi nel famigerato decreto per superare lo stop della Corte dei Conti», spiegano per Opzione Zero il presidente Mattia Donadel e le portavoci Rebecca Rovoletto e Lisa Causin, «il Cipe ha dato via libera al progetto preliminare “regalando” 1,8 miliardi alla Gefip Holding di Vito Bonsignore per un’opera disastrosa che andrà ad incrementare il debito pubblico per almeno altri 10 miliardi di euro. Più volte i comitati e le associazioni ambientaliste hanno dimostrato, che l’opera è pericolosa e letteralmente insostenibile sotto tutti i punti di vista».

Da qui e immediate mobilitazioni e iniziative di protesta. «È un attacco pesantissimo ai nostri territori come la Riviera del Brenta e l’area di Mestre», dice Donadel, «Per il 14 novembre saremo in piazza con lo slogan “Incrociamo le braccia – Incrociamo le lotte”. Le grandi opere come la Orte-Mestre sono pensate per favorire la speculazione fondiaria e finanziaria. A pagare queste scelte sono sempre e solo i cittadini e i lavoratori».

Doppio l’appuntamento che il Comitato dà ai propri sostenitori: alle 9 al Municipio di Mestre per al corteo cittadino organizzato dagli studenti, e alle ore 15 in via Palazzo per una Critical Mass (biciclettata) intorno alla città per dimostrare contro la Romea Commerciale.

Intanto è un coro di no da parte dei sindaci della Riviera e del Miranese. Già sei Consigli comunali si sono espressi nei mesi scorsi contro la Romea Commerciale: Mira, Dolo, Pianiga, Camponogara, Campagna Lupia e Mirano. Ora i sindaci contrari vogliono agire all’unisono. «Contatterò tutti i colleghi», spiega il sindaco di Camponogara Giampietro Menin, «per agire insieme e fermare quest’opera devastante». Infine i partiti. «Come Pd di Mira», dice il capogruppo Francesco Sacco, «siamo totalmente contrari a quest’opera. Va messa in sicurezza la Romea attuale».

Sprona i sindaci il deputato della Lega, Emanuele Prataviera, «anche se lo stesso partito che rappresenta ha voluto fortemente l’opera. «È fondamentale che gli amministratori si muovano ora, altrimenti sarà troppo tardi».

Alessandro Abbadir

 

Gazzettino – Si’ alla Nuova Romea, insorge mezza Riviera

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12

nov

2014

GRANDI OPERE – Dopo il via libera del Cipe alla progettazione della Mestre-Orte

Petizione dei 5 Stelle, ma per la Lega è “una buona notizia”

Il Cipe dà il via libera, la Riviera del Brenta alza le barricate contro la Romea commerciale.
Il disco verde arrivato lunedì al progetto preliminare della Mestre-Orte, opera da oltre 8,7 miliardi di euro in finanza di progetto, non poteva lasciare impassibili ambientalisti e comitati che da anni si battono per fermare la nuova Romea. A Mira il comitato “Opzione zero” si mobilita aderendo allo sciopero sociale il 14 novembre a Mestre e poi alla biciclettata per la “Critical mass”.

«Arriva il primo frutto avvelenato dello “Sblocca Italia” – avverte Mattia Donadel, presidente di Opzione zero e capogruppo in Consiglio comunale di “Mira fuori del Comune” -. Grazie alla norma introdotta dal ministro Lupi per superare lo stop della Corte dei conti, sono stati “regalati” virtualmente 1,8 miliardi alla Gefip te Holding di Vito Bonsignore per la “Mestre-Orte”, un’opera disastrosa che andrà ad incrementare il debito pubblico per almeno altri 10 miliardi di euro. Questo è un attacco pesantissimo ai territori e ai beni comuni – spiega Donadel -. Parteciperemo allo sciopero sociale europeo indetto per il 14 novembre da sindacati di base, movimenti sociali, precari e studenti». Opzione Zero sarà quindi in piazza a Mestre venerdì alle 9 e poi, alle 15, parteciperà con partenza da via Palazzo alla biciclettata “Critical mass” intorno alla città.

A Dolo alza invece la voce il Pd, con il capogruppo Alberto Polo: «Comprendiamo perfettamente che la Romea, così com’è oggi, non garantisca i corretti parametri di efficienza e sicurezza. Ciononostante per Dolo, e in particolare per Sambruson, questo tracciato sarà devastante. La nostra sindaca Maddalena Gottardo ci ha preso in giro dicendo che aveva ricevuto rassicurazione che la Romea non sarebbe passata per Dolo».

Preoccupazioni anche a Campagna Lupia da parte del Movimento 5 Stelle: «Il tracciato della Mestre-Orte distruggerà la zona archeologica di Lova, vincolata dalla Soprintendenza».      Preannunciata intanto una nuova petizione contro la realizzazione dell’opera da inviare al presidente del Consiglio Matteo Renzi, promossa dalla portavoce del M5S alla Camera dei deputati, la veneta Arianna Spessotto, già autrice di una interrogazione parlamentare in proposito presentata nei giorni scorsi.

Di tutt’altro parere il deputato della Lega nord Emanuele Prataviera: «Si tratta di un’ottima notizia, soprattutto per la messa in sicurezza del maledetto tronco della Ss309 Romea in tutto il tratto della provincia di Venezia e per il rilancio infrastrutturale dell’area di Chioggia e Cavarzere. Resta comunque il nodo dell’innesto della nuova Romea – aggiunge Prataviera – ed è fondamentale che gli amministratori si muovano prima che sia troppo tardi per garantire il rispetto del territorio. Non vorrei assistere a scene di sindaci che piangono sul latte versato».

(hanno collaborato Luisa Giantin e Vittorino Compagno)

 

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