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MONTEBELLUNA – Gli scavi della Pedemontana portano alla luce un insediamento romano. È l’emozionante scoperta effettuata, qualche giorno fa, all’incrocio fra via Sant’Andrea e via Schiavonesca, vicino all’abitazione della professoressa Brigida Bergamin. Si tratta dell’area delle cave, quella nella quale la Pedemontana sta marciando a tappe forzate. Non così velocemente, però, da non cogliere, fra le tante pietre distribuite sul terreno, qualcosa che non era un normale sasso.

L’archeologa al seguito dei lavori ha visto subito il tipo di pietra. «Quella è zona del reticolato romano -spiega Bergamin- e io di fronte al ritrovamento ho gridato al miracolo. In realtà mi hanno già detto che, anche se al momento la zona è stata messa in sicurezza e circoscritta, l’insediamento non fermerà i lavori. Verranno comunque fatti degli scavi mirati e sarà recuperato e portato via ciò che è meritevole».

Fra l’altro, quello di questi giorni non è il primo ritrovamento. «Un altro -dice la Bergamin- era stato rinvenuto a un chilometro da casa mia. Lì si vede chiaramente un’abitazione romana, o meglio le sue fondamenta. Il problema è che tutti passano e ognuno prende qualcosa».

E la riflessione è amara: «Stanno distruggendo l’ambiente – quello che era un vero e proprio Eden – ma almeno mantengano la storia e la cultura. Mi hanno già detto che quella che è stata rinvenuta non è una Pompei, ma è comunque importante».

E anche il sindaco Marzio Favero si è mosso. «La Soprintendenza non ci ha ancora avvertito del ritrovamento. Ci vuole prudenza. Comunque se emergono cose che confermano lo spessore storico della città è solo positivo perché confermerebbe il ruolo storico importante del Montebellunese in età romana. È bene che i resti vengano recuperati e messi in tutela».

Anche se i fondi a disposizione sono ovviamente limitati tanto che per il lotto 14, in via Cima Mandria a Posmon, è stato deciso di ricoprire i reperti che erano stati rinvenuti e portati alla luce ai tempi dell’amministrazione Puppato. Dove sarebbe dovuto sorgere un parco archeologico ci sarà, invece, un parco. Con cartelli che illustreranno i ritrovamenti.

Laura Bon

 

Gazzettino – Pedemontana: via agli espropri

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14

apr

2015

Arriva la Pedemontana. Le raccomandate stanno arrivando in questi giorni ai proprietari e, contemporaneamente, anche in Comune: fra il 21 e il 24 aprile avranno luogo gli espropri, da parte della Sis, ditta appaltatrice dell’intervento di realizzazione della Pedemontana veneta, dei terreni interessati al passaggio della strada. Un intervento che attraversa la fascia sud del Comune, seguendo il tracciato dell’elettrodotto e correndo quasi totalmente in trincea.

«A fianco delle notifiche – spiega il sindaco Roberto Toffoletto – stanno pervenendo anche le indicazioni relative ai prezzi di esproprio, che oscillano fra una volta e mezzo e le due volte il valore del bene».

Ma non tutti sono così convinti di firmare. «Io non firmo», dice il proprietario di un terreno interessato al passaggio, che attende la ditta per il 21, lamentando fra l’altro delle dimenticanze (ad esempio un annesso rustico) fra i beni da conteggiare. E questa è la posizione del Comitato antipedemontana. Che, data per assodata l’opposizione all’intervento in sè, in quanto non giudicato viabilità sostenibile, ritiene che neppure dal punto di vista strettamente economico ai proprietari convenga firmare.

«Fatta eccezione per qualche raro caso soprattutto nel Vicentino – afferma Elvio Gatto, coordinatore dei comitati provinciali – nessuno degli espropriandi ha ricevuto i soldi, e firmando si perde pure la possibilità di fare ricorso. In sostanza, posso assicurare che starà meglio chi non firmerà».

E fra l’altro, in relazione all’arrivo delle lettere non manca qualche giallo, vero o presunto. C’è chi ritiene infatti che non abbiano ancora ricevuto la notifica proprio i cittadini proprietari dei lotti più danneggiati dall’intervento.

Gatto intanto contesta anche su un altro fronte la politica di Regione e Sis: «Varie infrastrutture sono già state bloccate e per evitare che ciò avvenga i fautori della Pedemontana stanno cercando di far passare l’idea di un’opera quasi al traguardo. Invece il lavoro non è stato per ora realizzato per più del 20/30% e nulla di ciò che è stato compiuto è irreversibile. I cittadini devono tenerlo ben presente».

 

L’INDAGINE ANNUALE

MONTEBELLUNA – Treni in ritardo e sovraffollati. “Trenitardo – La banca del tempo perduto” boccia la linea cittadina. Questa settimana si conclude infatti il monitoraggio annuale del servizio ferroviario regionale veneto, condotta dal gruppo che ha in Davide Quagliotto, consigliere comunale di Montebelluna nuova, uno dei fondatori.

«Nella nostra raccolta dati -spiega Quagliotto- è stata data molta importanza alle tratte che interessano la stazione di Montebelluna, soprattutto sulla direttrice Belluno-Padova. Quest’ultima infatti risultava essere fra le 10 peggiori d’Italia nel rapporto stilato da Legambiente nel 2013».

E la situazione non sembra essere affatto cambiata. «Gli utenti del montebellunese -aggiunge- continuano a subire ritardi di almeno 5 minuti un treno ogni tre negli orari di punta e viaggiano in carrozze sovraffollate 4 giorni feriali la settimana. I ritardi hanno conseguenze anche sul traffico urbano, perché si ripercuotono sui tempi di attesa ai passaggi a livello. I disagi dei pendolari quindi sono legati a quelli degli automobilisti».

Tutti i dati relativi a ritardi, sovraffollamento, pulizia e problemi, verranno illustrati alla Regione Veneto. «Il progetto di cui sono uno degli ideatori -aggiunge- nasce come piattaforma online (www.trenitardo.org, pagina Facebook con 7700 “mi piace”) ma si sviluppa anche attraverso percorsi comuni con altri comitati veneti».

(l.bon)

 

Gazzettino – Ferrovie “Orario cadenzato, troppi disagi”

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10

ott

2014

FERROVIE – I sindaci dei Comuni interessati chiedono un incontro con Zaia

PENDOLARI – Ancora disagi con l’orario cadenzato dei treni

«A quasi un anno dall’avvio dell’orario cadenzato, i disagi sono ancora troppi. Abbiamo bisogno di un interlocutore politico». Nell’ultimo tavolo di luglio si sono presentati solo i tecnici e ora i sindaci dei comuni della tratta ferroviaria Venezia Portogruaro chiedono di nuovo un incontro al presidente della Regione, Luca Zaia.
Da tempo infatti sollecitano la pubblicazione dei dati sulle frequentazioni delle corse sulla tratta «prima» e «dopo» l’entrata in vigore del nuovo orario, avviato lo scorso 15 dicembre. I sindaci inoltre attendono un riscontro alla proposta di orario ferroviario cadenzato presentata in Regione nell’agosto del 2013. Una proposta che, a loro avviso, potrebbe rendere più efficiente il servizio.
«Ad oggi – spiega la Sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte – come segnalato in diverse occasioni con i rappresentanti dei pendolari e ribadito anche dal consiglio comunale di Quarto d’Altino con un ordine del giorno, l’orario cadenzato presenta diverse criticità: non copre in modo equo e completo né l’arco della giornata, né tutti i giorni dell’anno, né tutto il territorio regionale. Questo emerge anche da un’indagine conoscitiva condotta dal Comune di Quarto sul proprio territorio, dalla quale risulta che più della metà degli intervistati ritiene che con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato il trasporto pubblico locale sia peggiorato.» La lettera, inviata a Zaia, è stata sottoscritta dai sindaci di Quarto d’Altino, Marcon, Roncade, Casale Sul Sile, Meolo, San Donà di Piave, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro. Tra le richieste, anche l’avvio di un tavolo permanente della mobilità che coinvolga le amministrazioni pubbliche e i rappresentanti dei pendolari.

 

Caos in stazione

Treno cancellato corriera in ritardo: la rabbia sul web

MONTEBELLUNA – (L.Bon) Salta il treno e la corriera è in ritardo: caos in stazione. Ennesima mattinata da incubo, ieri, per i pendolari sulla linea Calalzo Padova. Il treno delle 8.16, infatti, è stato soppresso, fra le proteste di chi doveva raggiungere le stazioni di Castelfranco e Padova. Agli utenti è stato assicurato, come spesso accade, il servizio sostitutivo, rappresentato dalla corriera. Peccato che il mezzo sia arrivato a destinazione con quasi un’ora di ritardo, quando ormai i passeggeri si erano decisi a prendere il treno successivo. E se ne è andato praticamente vuoto. Ovvia la rabbia degli utenti sul web. C’è chi evidenzia le coincidenze perse a causa del ritardo e chi invita ad essere previdenti. «Dopo aver fatto 3 anni da pendolare giornaliero Montebelluna/Padova -afferma uno degli internauti del gruppo Montebelluna city- bisogna essere fatalisti o iperprevidenti. Quando hai lezioni importanti o esami devi prendere il treno prima in modo da avere un lasco e se proprio ci sono problemi puoi anche andare a Padova in auto. Il 18 settembre avevo un esame all’Università di Padova alle 11; ho preso il treno delle 7 quando avrei potuto prendere quello delle 8 e, al limite (molto rischioso) anche quello delle 9».

 

In base al programma viaggi, chiesto in stazione a Treviso, mi recai in stazione a Montebelluna alle 7 del 9 giugno scorso per provvedere all’acquisto del biglietto per la tratta Montebelluna-Fabriano. Il personale mi disse che il Pc era rotto da sabato, pertanto non poteva emettere biglietti oltre la tratta Montebelluna-Padova. Acquistai la fascia chilometrica da 50 km. Mentre attendevo il treno regionale 11075, in partenza da Montebelluna per le ore 7.11, la voce dell’altoparlante annunciò il ritardo, causa guasto a un passaggio a livello. Dopo 20 minuti arrivò il treno. Pur essendo in ritardo, il regionale si fermò varie volte fuori dalle stazioni, arrivando a destinazione dopo 35 minuti. Così persi la coincidenza del regionale 2227 in partenza da Padova per le 8.10, in più dovendo provvedere all’acquisto del titolo di viaggio.
Acquistai pertanto un biglietto per il freccia argento 9411 al costo di 24 euro per Bologna. Il treno arrivò fortunatamente in orario (9.50), permettendomi così di acquistare i restanti titoli di viaggio, ma anche di poter salire sul regionale 2069 Bologna-Falconara delle ore 10.35 come da programma. Partì in orario anche questo treno, peccato che dopo due fermate il capotreno annunciò una sosta di ben 10 minuti perché c’era il rischio di arrivare troppo presto alla fermata successiva. Pazienza per la pulizia dei vagoni molto scarsa, ma sotto il sole battente non c’era nemmeno l’aria condizionata. In più, di 6 finestrini del mio vagone, solo 3 si potevano aprire, i restanti erano bloccati da viti incastrate.
Il treno ripartì, ma poco prima di entrare in stazione a Cesena il capotreno annunciò un guasto al locomotore: sosta a tempo indeterminato. Correggendosi poi, dicendo che il treno veniva soppresso. Mentre aspettavo il treno veloce 2127 delle 13.42, mi accertai dal personale Trenitalia se si riusciva a prendere la coincidenza per Fabriano. Venni rassicurata. Il treno 2127 arrivò e partì puntuale, ma si fermò varie volte, così da giungere a destinazione in ritardo. Scesi a Falconara Marittima, mi recai in biglietteria mostrando tutti i miei biglietti e spiegando tutto il disservizio, la perdita della coincidenza. Venni invitata dalla signorina dallo sportello a pagare il supplemento per l’intercity 541 in partenza alle ore 15.40. Malgrado la mia calma e la richiesta di spiegazioni, la signorina dello sportello, mi liquidò dicendo che anche lei prende i treni e conosce bene i disservizi.
Ora, questa è la mia storia avvenuta in un lunedì qualsiasi senza scioperi in corso. Nel giro di 2 anni il prezzo della stessa tratta con gli stessi treni è aumentata di ben 7,70 euro malgrado la totale inefficienza. Ho scritto a Trenitalia per sapere se ho diritto a un risarcimento e come posso comportarmi la prossima volta che dovrò viaggiare.

Monica Gallina – Caerano San Marco (Tv)

 

Il monitoraggio di Trenitardo: problemi tra le 5 e le 9

Quagliotto: «Pendolari alle prese con il sovraffollamento»

L’orario cadenzato è entrato in vigore lo scorso dicembre, il monitoraggio è stato completato e sono state apportate delle modifiche, ma le ferrovie venete continuano ad essere un rompicapo di ritardi, magagne tecniche e guai di vecchiaia. Padova non fa eccezione. Maglia nera a tre tratte: Padova-Belluno; Padova-Bassano e Venezia- Verona (che passa per la città del Santo). I treni maggiormente in ritardo sono quelli del mattino, nella fascia oraria 5-9, ovvero quella usata dai lavoratori e dagli studenti. In media, queste tre linee accumulano 5-10 minuti di ritardo nel 30% dei casi. Almeno secondo “Trenitardo, la banca del tempo perduto”, un portale (www.trenitardo.it) ideato da alcuni studenti del Sindacato degli studenti e dell’Asu che oggi comprende anche i comitati e le associazioni dei pendolari. Sul sito di Trenitardo è possibile verificare il ritardo collezionato anche da uno specifico treno. Dallo scorso dicembre hanno azzerato il cronometro del tempo perso e l’hanno riavviato per scandire i minuti persi sui binari, facendone una sommatoria giornaliera. Ad oggi, i giorni dell’oblio ferroviario sono 76. Nel conteggio totale sono stati 13.695 i treni con 5-15 minuti di ritardo (11,3%), 2.156 quelli con 15-30 minuti di ritardo( 1,8%) e 915 i treni con più di 30 minuti di ritardo (0,8%). Inoltre sono 3.334 (2,7%) i treni cancellati. Mentre sono stati 101.546 quelli puntuali (l’83,5%). Risultati lusinghieri se la puntualità non facesse la differenza tra poter seguire o perdere la lezione o, peggio, arrivare o meno a lavoro. «Con l’introduzione dell’orario cadenzato la situazione generale è migliorata», commenta Davide Quagliotto, giovane studente universitario tra gli ideatori del portale. «La tratta Belluno- Padova è sicuramente migliorata, ma restano delle criticità gravi nella fascia oraria del mattino. Ad esempio il treno che parte da Belluno alle 7.11 – uno dei più utilizzati da studenti e lavoratori da Montebelluna, Castelfranco e Camposampiero – ha una puntualità del 60%, dunque una mattina su tre il treno è in ritardo, dai 5 ai 15 minuti e, a volte, supera i 30. Ma soprattutto è già straripante a Castelfranco ». Secondo i ragazzi la causa prima ha un nome: sovraffollamento. «Il ritardo è direttamente proporzionale al numero dei viaggiatori», scandisce Davide, «i convogli non sono tarati per il servizio e non sono una risposta adeguata all’utenza. La beffa è che l’introduzione di nuovi treni ha dato alla Regione il via per aumentare i costi, ma i problemi non sono stati risolti. Sempre rimanendo sull’asse Belluno-Padova, il treno aggiunto delle 8.11, posto tra quello sempre pieno delle 7.11 e quello delle 9.11, non risolve il sovraffollamento del precedente perché è un tappabuchi che non risponde all’esigenza primaria: raggiungere Padova prima delle 9».

Elvira Scigliano

 

 

I proprietari convocati in municipio, intanto Veneto Strade conferma: per il sottopasso di via Piave i lavori nel 2015

MONTEBELLUNA. È prossimo l’arrivo dei cantieri della Pedemontana Veneta nel trevigiano e nel giro di una settimana saranno convocati in Comune a Montebelluna gli espropriandi per l’incontro con i tecnici della Sis e il vicecommissario alla Pedemontana Veneta.

Questa la novità emersa nell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio alla sede di Veneto Strade a Mestre con i sindaci di Montebelluna, Marzio Favero, Volpago, Roberto Toffoletto, e Trevignano, Ruggero Feltrin. I tre primi cittadini erano lì soprattutto per visionare i progetti e conoscere i tempi di realizzazione delle opere accessorie ricavate dai risparmi in seguito alla modifica del casello di Montebelluna est, ma per l’occasione sono stati informati di questo incontro che si terrà a breve con i proprietari dei terreni da espropriare per realizzare la superstrada che si terrà, appunto, a Montebelluna.

Quanto alle opere, il sottopasso di via Piave arriverà a fine anno al progetto definitivo, quindi agli inizi del 2015 ci sarà il progetto esecutivo e a seguire l’apertura del cantiere per questa opera da 5 milioni di euro. «Non c’è solo il sottopasso di via Piave, c’è anche la rotonda tra casello e Feltrina e c’è il primo pezzo di tangenziale dal casello fino al secondo sottopasso alla ferrovia da dove la strada proseguirà fino a via Villette» dice il sindaco di Montebelluna Marzio Favero «C’è da aggiungere che questi progetti andranno direttamente alla valutazione di impatto ambientale senza passare più per il Cipe e quindi è stato dato a queste opere un canale privilegiato». Per Volpago c’era in ballo anche il prolungamento dei tratti in trincea, chiesto dal Comitato Volpago Ambiente, prolungamento che veniva chiesto per i tratti di Venegazzù e Selva. Risultato? «Come era già stato detto al comitato» spiega il sindaco di Volpago, Roberto Toffoletto «sarà possibile un breve allungamento della trincea a Venegazzù, dove possono abbassarsi un po’, mentre per l’altro tratto non c’è nulla da fare, rimarrà come è progettato. Piuttosto sarà possibile togliere il sovrappasso su via Fornace Vecchia. Mi è stato detto che non ci sono problemi a togliere quel sovrappasso che diventava un autentico muro, basta che l’amministrazione comunale formalizzi la richiesta. Cosa che provvederemo a fare e quindi sarà eliminato dal progetto. Per le altre opere accessorie previste, invece, non ci sono problemi».

Enzo Favero

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Gazzettino – Montebelluna “Stazione da terzo mondo”

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10

mag

2014

LA PROTESTA – Pendolari stanchi e indignati

MONTEBELLUNA – Una stazione ferroviaria da terzo mondo. È quello che si merità il capoluogo montelliano? Se lo chiedono da tempo i pendolari (studenti e lavoratori) che quotidiamente tra mille difficoltà usufruiscono del servizio pubblico che tra le altre cose pagano anche profutamente. La stazione ferroviaria di Montebelluna, è sotto gli occhi di tutti, sta assumendo il volto di quelle rese celebri in film Western. Un tempo non tanto remoto una delle opere di manutenzioni primarie era quella di ripulire le rotaie dalle erbacce con appositi accorgimenti, calce bianca per bruciare le sterpaglie. A fare questa operazione erano gli addetti delle ferrovie dello stato che provvedevano anche a sistemare i bagni e a pulire le sale d’attesa. «Ora la manutenzione ordinaria -argomenta un pendolare- è completamente sparita o svolta parzialmente in quanto affidata in sub appalto ad aziende che hanno vinto l’appalto. I binari sono aggrediti dalle sterpaglie e anche il sottoppassaggio per accedere ai binari 2 e 3 non è che sia il massimo della vita con tutte le scritte e i graffiti incivili che imbrattano le pareti.. Permangono ovviamente i disagi sempre più frequenti per i continui ritardi dei treni, sempre più obsoleti e a rischio, soprattutto quelli provenienti da Padova che mettono in difficoltà diverse famiglie. Per non parlare delle biglietterie di treni e corriere che spesso hanno orari non confacenti alle necessità degli utenti. Vogliamo fare qualcosa per rendere dignitosa la nostra stazione? Un gruppo di pendolari si sta attivando a tale proposito sperando che il loro grido di protesta venga recepito. Paghiamo il biglietto e vogliamo un adeguato servizio».

Luciano Beltramini

 

Corriere delle Alpi – Treno, ritardi sul Padova-Belluno

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8

mag

2014

Martedì sera due corse cancellate: pendolari a destinazione quasi due ore dopo

BELLUNO. Continuano le giornate di “passione” per i pendolari della tratta Padova-Belluno.

L’ultimo disagio denunciato dagli utenti tramite anche il sito Binari quotidiani, è avvenuto martedì sera quando un treno è stato soppresso e quello che è partito da Padova è arrivato a Belluno con quasi due ore di ritardo.

Questo ennesimo disservizio si aggiunge a quello di lunedì quando il ritardo è stato di 39 minuti e a quello di qualche giorno prima quando, a causa del maltempo a Padova, le ore di ritardo erano state oltre quattro. Una situazione insopportabile tanto che i pendolari chiedono un incontro con l’assessore Renato Chisso, «e lo vogliamo in treno», ribadiscono.

Il problema di martedì è da ricondurre al malfunzionamento del locomotore. Ma non solo: nel convoglio ci sono anche le porte che non chiudono tanto che il capotreno ha annunciato un ritardo di 30 minuti. Dopo aver atteso, i pendolari sentono annunciare che il treno è soppresso e che sono costretti quindi ad aspettare quello successivo delle 18.29. Del fatto viene avvisato anche il consigliere Bond che si impegna a telefonare a Chisso e a «pretendere» un incontro con l’assessore, il presidente Zaia e una delegazione dei pendolari.

Finalmente alle18 gli utenti salgono sul treno ma dopo 20 minuti vengono a sapere che non è quello giusto, e che devono cambiare binario oltre a dover sopportare altri 10 minuti di ritardo. Ma dopo mezz’ora si viene a sapere che partiranno anche due autobus per Montebelluna con unica fermata a Castelfranco Veneto (saltando Camposampiero). Molti si avviano all’autobus, mentre altri attendono il treno delle 18.46 per Treviso per fermarsi a Castelfranco. Alla fine il convoglio parte alle 18.53 con un’ora e 24 minuti di ritardo. Come se non bastasse a Castelfranco si attende il treno incrociante e così il ritardo sale a un’ora e 37 minuti, mentre un altro treno per Padova viene cancellato. Nel percorso si accumula altro ritardo finché alle 20.50 il treno arriva a Feltre con un’ora e 56 di ritardo.

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La Regione rivede l’orario cadenzato: una corsa anche al mattino per Padova

L’assessore Chisso accoglie le richieste dei pendolari e annuncia altre novità

MONTEBELLUNA. Torna il treno della notte sulla linea Padova-Montebelluna. Era stato cancellato con l’introduzione dell’orario cadenzato. Sarà limitato a Montebelluna e non proseguirà per Belluno come avveniva in precedenza. Partirà da Padova alle 22.46 e arriverà in città alle 23.30. Tornerà a circolare dal prossimo 18 maggio. E verrà introdotto anche un treno Montebelluna-Padova che partirà alle 8.16 e arriverà a Padova alle 9.01, utilizzando la traccia cadenzata del treno che avrebbe dovuto avere origine alle 6,48 da Belluno. La limitazione a Montebelluna e da Montebelluna delle due nuove corse è dovuta sia ai vincoli infrastrutturali della stazione di Belluno sia alle norme sulla sicurezza ferroviaria, per le quali non è possibile il ricovero notturno nel capoluogo provinciale del convoglio necessario ad effettuare i servizi da e per quest’ultima destinazione. «È un’ulteriore risposta alle criticità emerse o segnalate dopo l’entrata a regime del nuovo orario ferroviario cadenzato», sottolinea l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso, «con l’obiettivo di offrire un servizio sempre migliore e all’altezza delle esigenze degli utenti, compatibilmente con i vincoli di tipo tecnico e finanziario esistenti. Non è la prima nè l’unica novità introdotta dopo l’avvio del cadenzamento. Non sarà l’ultima: continueremo infatti a monitorare la situazione e le richieste in modo da ottimizzare il sistema. Voglio ricordare che, a fianco di lamentele legittime e condivisibili alle quali vogliamo rispondere, permangono ancora posizioni aprioristicamente negative, ma continuano a crescere le espressioni positive per la nuova struttura del servizio e anche per i miglioramenti riscontrati in termini di coincidenze, puntualità e comodità. Io proseguo su questa strada». Si tratta delle due corse che mancavano rispetto al precedente orario e che avevano suscitato tante polemiche.

Attualmente infatti da Padova per tornare a Montebelluna si può prendere al più tardi il treno delle 21.29 con arrivo alle 22.14. Mentre al mattino dopo il treno delle 7.11 il successivo treno diretto per Padova è alle 9.11. Un buco di due ore che penalizzava soprattutto studenti e lavoratori pendolari che dovevano recarsi a Castelfranco o a Padova.

Dal 18 maggio torneranno i due treni del mattino e della notte sulla tratta Montebelluna-Padova.

Enzo Favero

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