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COMUNICATO STAMPA COMITATO OPZIONE ZERO

Mentre il ministro Lupi propaganda abbonamenti autostradali, impraticabili persino per le associazioni di categoria degli autotrasportatori, e Bembo (presidente di CAV in quota Lega) dichiara che non è pensabile l’estensione degli sconti, Zaia si fa portavoce della schizofrenia di questo sistema ormai in cortocircuito che si vorrebbe risolvere con gli stessi errori che lo hanno provocato, cioè con nuove opere totalmente inutili.

Dopo l’ennesimo retorico “Basta asfalto”, il Governatore del Veneto svela la sua ricetta: prorogare la concessione del Passante di Mestre a CAV fino al 2050 per dilatare i tempi di rientro del debito (oggi pari a 1 miliardo) e così diminuire i pedaggi. Ma per ottenere una proroga, CAV deve prevedere nuovi investimenti… Ed ecco spuntare un’inutile demenziale quarta corsia sulla Padova-Venezia, che significa altro asfalto e altro indebitamento per le casse pubbliche.

A fronte di una crisi strutturale che sta raschiando il fondo delle tasche dei cittadini e dei lavoratori, con un traffico in costante calo evidenziato dallo stesso Lupi, pensare di uscirne moltiplicando le opere con quarte corsie o addirittura nuove autostrade, come la Romea Commerciale, ci sembra francamente al limite della patologia, se non della malafede.

Se dovesse andare in porto la devastante superstrada Pedemontana da Montecchio a Spresiano, ci sarebbe un ulteriore calo del traffico sul Passante (direttrice Verona – Belluno) con conseguente aumento dei pedaggi sulla Padova-Venezia. Stessa sorte toccherebbe all’A13 Padova-Bologna, se dovesse essere realizzata la Orte-Mestre.

Insomma, abbiamo sotto agli occhi un “sistema Veneto” al collasso, in cui il meccanismo del project financing sta mostrando il suo fallimento e conclamata insostenibilità; in cui non si riescono a ripagare i debiti, ma si è pronti a crearne degli altri; in cui si proteggono solo i concessionari autostradali e le lobby finanziarie.

Da sempre Opzione Zero chiede che il problema del caro pedaggi sia risolto “a monte” con scelte strategiche di mobilità da rivedere radicalmente, considerando fondamentale il trasporto pubblico e su  rotaia, a reale servizio dei cittadini e dei pendolari. Pertanto, consigliamo a Zaia di smettere di farsi complice di una politica opaca e fallita.

 

Triveneta TV – Romea commerciale, scempio ambientale

Posted by Opzione Zero in Filmati, Rassegna stampa | 0 Comments

8

gen

2014

Mattia Donadel ci spiega perchè il Comitato Opzione Zero dice no al progetto della Romea Commerciale.

Il Comitato dice no a quest’opera per l’impatto ambientale in quanto si estende per 400km e distruggerebbe delle zone ambientali di pregio e  zone di vocazione turistica o agricola. Secondo Donadel è un’opera inutile in quanto i livelli di traffico non giustificano un’autostrada. Inoltre la preoccupazione del Comitato  è che il costo dell’opera verrà pagato con aumenti di tasse o tagli dei servizi pubblici locali.

Mattia Donadel di Opzione Zero, il comitato di cittadini del veneziano impegnati a far sentire la loro voce in tematiche ambientali, ci parla della questione di Veneto City il mega progetto edilizio che dovrebbe essere realizzato tra Padova e Venezia.

Secondo il comitato questo progetto, un nuovo insediamento commerciale e dei servizi di circa settecentomila mq nell’area di Roncoduro fra Dolo e Pianiga, è  solo un grande business, una grande operazione speculativa che ha visto trasformare un’area agricola in area ad uso commerciale.

Opzione Zero non è solo preoccupata per il fatto che la zona è a rischio idrogeologico e che sarebbe solo una nuova cementificazione del territorio, ma si temono anche infiltrazioni malavitose e gli affiliati si chiedono perchè non si possano utilizzare le aree commerciali già esistenti e recuperare quelle abbandonate.

 

Ora è uno dei tratti autostradali con il maggior costo per chilometro. L’aumento dal primo gennaio del pedaggio tra il casello di Padova Est e quello di Dolo-Mirano è stato del 300%: da 80 centesimi a 2,80 euro. Ecco il tragitto tra i due caselli.

Cliccare qui per vedere il video

 

Gazzettino – Pedaggi, il caos a “costo zero”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 1 Comment

8

gen

2014

Autostrada A4, dopo il caro-tariffe, scoppia un altro caso: automobilisti costretti a lunghe attese per passare “gratis”. La Cav: solo problemi tecnici

60.000 PASSAGGI GIORNALIERI SULLA PD-VE

2%  L’AUMENTO DEL TRAFFICO

47%  IL CALO AL CASELLO DI DOLO

Ci mancava la smagnetizzazione di massa, e l’ingiunzione a pagare la somma di zero euro, per riscaldare gli animi dei pendolari dell’autostrada, già imbufaliti per il caro-tariffe e costretti a inventarsi percorsi alternativi, per pagare il meno possibile. È accaduto ieri mattina, in diversi momenti, al casello di Venezia-Mestre. Qualche automobilista, essendo entrato a Mirano-Dolo, si è infilato nella porta (d’uscita) dedicata – da quando esiste il passante – a chi non è tenuto a pagare nulla. Ma il biglietto è stato rifiutato. Vuoi vedere che la Cav si è inventata qualcos’altro?
«Pregasi cambiare verso d’introduzione… biglietto illeggibile…». Finalmente la voce di un operatore, mentre dietro la coda cresceva. «Lei da dove viene?». «Da Mirano». «Attenda… le devo fare il mancato pagamento». «Ma se non devo pagare nulla!». «Glielo devo fare ugualmente…». Implacabile l’esattore virtuale, implacabile il biglietto della lunghezza di 30 centimetri e cinque millimetri che viene sputato dalla feritoia. «Mancato Pagamento. Il pedaggio non è stato corrisposto (in tutto o in parte)». I matematici, o i filosofi, suggeriscano quale può essere una parte dello zero, o del nulla.
Mentre gli veniva consentito di proseguire, l’allibito automobilista poteva leggere, in italiano e in inglese: «Importo totale pedaggio: € 0.00. Importo da pagare: € 0.00. Modalità di pagamento…». A seguire, l’elenco di siti, località, banche dove far fronte al debito entro il termine di 15 giorni per evitare maggiorazioni. Un banale disguido? O invece la spia di un accanimento meccanografico, controllo sulle tratte che scottano mentre la società di gestione Cav è messa sotto accusa per aver aumentato i pedaggi? Il risultato è in quell’irridente invito a pagare e rimborsare il nulla, burocratico rito innescato da una supposta smagnetizzazione della banda che legge il percorso degli utenti.
In serata, dopo che la notizia è apparsa sul sito Gazzettino.it, ecco arrivare la spiegazione di Cav. «C’è chi è transitato senza inconvenienti…». E gli altri? «Nel caso in cui l’utente dichiari di essere entrato in una stazione che dà pedaggio zero, viene emesso automaticamente un rapporto di mancato pagamento». Anche se non deve nulla? «L’operatore invita l’utente a non prendere in considerazione il rapporto e a inserirlo in un apposito contenitore». Quanti sono i malcapitati? «Lo 0,5 per cento». Su 60 mila transiti Padova-Mestre e viceversa, circa 300 al giorno. Guarda caso, sulla pista 88 a passaggio libero, proprio mentre infuria la polemica sui rincari.
Anche ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha impugnato l’arma delle parole per rassicurare i veneti imbestialiti. «Paghiamo talmente tante tasse che dovremmo poter usufruire gratuitamente delle nostre strade. È un problema che ho ereditato…». Ha cercato di giustificare: «Quando si realizzò il Passante, per far evitare al traffico di attraversamento la tangenziale di Mestre, il pedaggio Mestre-Padova era di 2,20 euro, oggi che il Passante è realizzato, con più di 30 chilometri di gratuità, è a 2,80 euro». Ha lanciato segnali a Roma: «Il problema deriva da una concessione anomala di 23 anni: raddoppiandone il numero, riusciremmo anche a diluire il peso del pedaggio». E ha ripreso antichi temi a lui cari: «Dal primo giorno chiediamo che questa situazione atipica sia normalizzata, anche perché vige nei confronti di un concessionario pubblico: che ci diano le strade e che i soldi restino nelle tasche dei Veneti».
Intanto gongola Tiziano Bembo, presidente Cav. «Nei primi 6 giorni dell’anno da Padova a Venezia e viceversa il traffico è aumentato del 2 per cento. E al casello di Dolo-Mirano c’è stato un calo del 47 per cento di entrate e uscite». Infatti, il “tornello” che faceva risparmiare i pendolari non serve più.

 

MIRANO – Ora la lotta contro gli aumenti

Sparito il “tornello”. Vetrego festeggia

MIRANO – «Finalmente potremo respirare un po’ di più, ma la nostra battaglia non finisce qui». Il comitato “Rinascita Vetrego” festeggia per l’eliminazione dell’ormai noto tornello alla rotonda del casello autostradale, ma riporta subito i riflettori su altre due questioni: il caro-tariffe e l’assenza di adeguate barriere fonoassorbenti.
Partiamo dal traffico: chiuse le festività, ieri è stato il primo giorno lavorativo per quasi tutti i pendolari. Il primo senza la manovra degli automobilisti della Mestre-Padova, che uscivano e rientravano a Mirano per godere del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano. Cav ha uniformato apposta le tariffe, ieri in rotonda c’erano certamente meno ingorghi del solito. Il traffico si è spaiato: una fetta di automobilisti si è spostata al casello di Spinea per imboccare il Passante, molti altri si sono riversati su Cavin, Noalese e Riviera. Un netto aumento di auto sulle strade interne c’è stato, ma era prevedibile vista la riapertura delle scuole. La situazione andrà monitorata nelle prossime settimane: I pendolari eviteranno l’autostrada intasando la viabilità ordinaria? Intanto Emanuele Congia, presidente del comitato, rilancia:

«Ora appoggeremo il comitato mirese Opzione Zero per la battaglia contro l’aumento delle tariffe, e continueremo ad insistere con Cav, Regione e Comune per ottenere barriere fonoassorbenti a Vetrego: non basta una collinetta per evitare di essere subissati dallo smog dell’autostrada».

(g.pip.)

 

ULTIMATUM – I “forconi” scaldano i motori: «Autostrade, abbassare i costi»

I “forconi” scaldano i motori. Per il momento stanno a guardare, ai bordi dei nastri d’asfalto dove un mese fa hanno lanciato la protesta contro il governo centrale e la classe politica. Ma tra i punti approvati il 4 gennaio al presidio di Soave nell’ultimatum per il governo ce n’è uno che può accendere le polveri, collegando il mugugno collettivo degli automobilisti con il movimento che il 9 dicembre ha lanciato la rivoluzione del popolo italiano. Punto cinque: «Riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale nonchè dei pedaggi autostradali». Invece è scattato l’aumento. Uno schiaffo. Come reagiranno? Se lo stanno chiedendo gli agenti della Digos che hanno rafforzato i controlli. «Tranquilli, siamo in tranquilla attesa» spiega da Soave il veronese Lucio Chiavegato, uno dei leader. Ma da San Vendemiano (Treviso) arriva l’avvertimento di Geremia Agnoletti: «Dei rincari pensiamo tutto il male possibile. I pedaggi sono un’altra tassa che colpisce lavoratori e produttori. Soltanto per fare un piacere agli amici degli amici…». Chi? «I concessionari delle autostrade che spendono sempre di meno per la manutenzione, mentre vengono ridotti i costi di manutenzione: vogliono farsi le bretelle autostradali pagandole con i pedaggi».

(G. P.)

 

IL FRONTE POLITICO – L’Idv chiede all’assessore Chisso di riferire alla commissione regionale

Da Martella a De Poli tutti in campo contro i rincari

L’ESPONENTE PD  «Cosa intende fare il ministro Lupi?»

IL SENATORE UDC  «Ora il governatore difenda i veneti»

MESTRE – Tutti alla pazza ricerca di strade alternative. Per bypassare caselli e macchinette esattrici, con lo scopo dichiarato di risparmiare qualche euro al giorno, che a fine mese fanno cifre importanti per gli stipendi dei pendolari. Considerando che per molti di loro non ci sono alternative all’auto per andare al lavoro.
Il riflesso di questo sforzo di invenzione collettiva (ma le strade sono quelle che sono) si coglie, sotto forma di preoccupazione, negli interventi di tanti politici che tirano in ballo Regione Veneto e ministro dei Trasporti per il caro-autostrade.

Andrea Martella, deputato, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, ha preparato un’interrogazione urgente: «Questi aumenti triplicano e quadruplicano mediamente il tasso di inflazione media registrato nel 2013. Preoccupano vari elementi: dal rischio che i rincari portino l’utenza a riversarsi sulle strade non a pagamento con conseguenze di intasamento del traffico a discapito della vivibilità dei centri urbani, agli inevitabili aumenti a cascata di materie prime e prodotti finiti». E chiede al ministro Lupi come intende tradurre in pratica l’ipotesi di abbonamenti che riducano il costo dlele autostrade per pendolari e autotrasportatori.

Antonino Pipitone, capogruppo regionale di Italia dei Valori, chiede all’assessore Renato Chisso e ai vertici Cav di uscire allo scoperto. Andando a spiegare in Commissione Urbanistica e trasporti della Regione «i veri motivi del rincaro delle tariffe sulla Padova-Venezia e sul Passante: serve trasparenza sui conti della società e in particolare sui costi del “tornello” che sino al 31 dicembre scorso ha consentito agli automobilisti che uscivano ed entravano a Dolo di non pagare il pedaggio sulla A57». E provocatoriamente aggiunge: «Vorremmo vedere quanto ci sono costati quelli che uscivano e rientravano a Dolo per non pagare il pedaggio fino a Mestre e viceversa».

Chi punta contro il governatore Luca Zaia è il senatore dell’Udc Antonio De Poli, soprattutto dopo l’uscita del governatore sulle strade gratis ai veneti: «Il governatore faccia la sua parte con Cav. Governo e Regione dovranno trovare una soluzione al problema pedaggi. Per il presidente della Regione è arrivato il momento di smetterla di urlare contro il Governo centralista e di vestire i panni del veneto che pensa ai veneti”.

(G. P.)

 

E i “padroncini” smentiscono il ministro Lupi

Filippin: «Prima il caos dei treni, ora la stangata decisa da Cav»

VENEZIA – Il rincaro delle tariffe è una mazzata per gli automobilisti, i pendolari, gli autotrasportatori. Infatti, è subito un diluvio di reazioni da parte di esponenti politici ed economici. Che rispondono criticamente anche a Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, che ha proposto «l’introduzione subito di un sistema di abbonamenti anche sul sistema autostradale con l’obiettivo di ridurre i costi del 20 per cento». Secondo le associazioni di categoria è impraticabile. Paolo Uggè, presidente Fai Conftrasporto: «Chi paga i 20 miliardi necessari?».
Sul territorio veneto è un fioccare ininterrotto di proteste. Rosanna Filippin, segretaria regionale del Pd: «Prima il caos degli orari ferroviari, adesso la stangata da parte della società che fa capo alla Regione: Luca Zaia riduca gli aumenti autostradali». Antonio De Poli, senatore Udc: «Le autostrade venete hanno subito rincari record, mentre alcune aree del Paese sono state “graziate”. Il governo riveda gli aumenti».
E dal palazzo della Regione si fanno sentire Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, del Pdl-Nuovo Centrodestra. «Il Passante deve restare una strada a servizio dei veneti, le tariffe non possono diventare proibitive e lo stesso discorso vale per le tratte venete della Società Autostrade». Chiedono la convocazione della commissione Trasporti regionale. «Una cosa è certa, un pendolare da Padova Est a Mestre nel 2014 non può spendere mille euro in più all’anno rispetto al 2013, è uno stipendio medio che si volatilizza. Il nostro non è un no pregiudiziale, ma un appello perché ci si muova con gradualità».
E da Roncade, il deputato Pd Simonetta Rubinato fa quattro conti per le famiglie costrette a trasportare periodicamente in ospedale malati di tumore. «Per chi deve raggiungere Padova o Verona, entrando a Treviso Sud, il costo fra andata e ritorno, considerando pedaggio e carburante, varia fra i 30 e i 50 euro. Con quattro viaggi la settimana, si arriva a 500-800 euro mensili. Bisogna riconoscere agevolazioni a chi deve recarsi in centri di cura fuori dalla provincia di residenza».
Infine, Stefano Valdegamberi, consigliere regionale ex Udc, attacca Flavio Tosi, presidente della A4 Holding (ex Serenissima) che ha definito «inevitabili» gli aumenti. «Non provi a scaricare le colpe su altri, perchè da quasi un decennio a comandare in autostrada è la Lega».

 

Gli aumenti dei pedaggi danneggiano soprattutto pendolari e autotrasportatori

LA STANGATA – I forti rincari messi in atto dalle società concessionarie ostacolano la mobilità nell’area destinata all’integrazione

“Balzelli” autostradali record, scacco alla Città metropolitana

PASSANTE – L’arteria che ha risolto i problemi del traffico nell’area di Mestre è costata più di un miliardo di euro.

2.80  È IL COSTO IN EURO

1.000  EURO IN PIÙ

«Ma questo è un balzello che colpisce pesantemente il reddito mensile di decine di migliaia di pendolari che si spostano nell’area metropolitana centrale del Veneto». Beppe Caccia, gianburrasca razionale della politica veneziana (e non solo), disvela con un termine di derivazione antica, il paradosso che interseca la riforma amministrativa che ancora non c’è e la politica tariffaria praticata sulla pelle di chi è già abituato a muoversi nel Veneto, in treno o in auto, come in un agglomerato urbano diffuso. Perchè il balzello iniquo, in un tempo lontano, veniva imposto nel momento in cui un viandante o una merce entravano in una città, protezionismo di un’economia nient’affatto liberale.
Invece, questa imposizione continua lungo le vie di comunicazione autostradali che vanno da Vicenza a Treviso, da Padova a Venezia, assomiglia tanto, in una logica di Città Metropolitana nascente, a una tassa per un cittadino che si trasferisca da un quartiere all’altro di una realtà territoriale condivisa. Come se a un veneziano fosse chiesto, sul Ponte della Libertà, di pagare per entrare a Mestre. O viceversa. Come se un padovano dovesse aprire il portafogli per spostarsi da piazza delle Erbe alla Zona Industriale. È l’effetto dei rincari d’inizio anno per gli automobilisti e dei nuovi orari, accoppiati agli annosi disservizi, per i pendolari dei treni.
Tutto in nome di logiche di bilancio, tutto in regola con le norme, perfino benedetto dalla legge di stabilità. Ma il risultato è ciò che conta: muoversi per lavoro o studio, per diletto o necessità, è più difficile e più caro. E pensare che la legge di riforma delle città metropolitane è in dirittura d’arrivo, approvata alla Camera a fine anno, attende solo il voto in Senato. La Letta-Delrio potrebbe modificare la geografia del Veneto, a partire da Venezia e provincia, per proseguire con accorpamenti di altre realtà territoriali, sugli assi Verona-Vicenza-Rovigo o Padova-Treviso. E questo rende più irridenti gli aumenti tariffari che si stanno abbattendo sugli automobilisti. A partire dalla stangata sulla Venezia-Padova che, come ha ammesso il presidente di Cav, Tiziano Bembo, «serve a pagare il Passante».
Giorni fa Luigi Brugnaro, past president di Confindustria Venezia, ha scritto al Gazzettino trionfante: «L’anno nuovo porta in dote la Città metropolitana di Venezia, un obiettivo al quale abbiamo lavorato a lungo». Gli imprenditori hanno bisogno della libertà di movimento e delle integrazioni (che semplifichino) come dell’aria che respirano le loro aziende. E nella legge nuova di zecca è scritto (articolo 1, comma 2) che tra le finalità delle Città metropolitane ci sono «lo sviluppo strategico del territorio», nonchè la «promozione e gestione integrata di servizi, infrastrutture e reti di comunicazione». E all’articolo 9, comma 1, lettere b), c) e d), si elencano pomposamente «le seguenti funzioni fondamentali»: «mobilità e viabilità», «pianificazione territoriale di strutture di comunicazione», «strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici».
Per il momento ci sono i rincari che il comitato Opzione Zero di Mira bolla con comunicati di fuoco che attaccano anche il progetto della Orte-Mestre e annunciano un dossier sul Passante «con le spericolate operazioni finanziarie della Cav e i possibili collegamenti con il cosiddetto “sistema Veneto” al centro delle inchieste della magistratura».

«La stangata è il risultato di dieci anni di mitologie delle grandi opere e del project financing, serviti ad ingrassare i profitti del sistema politico-affaristico di imprese come la Mantovani. Ricordate come i Galan e gli Zaia glorificavano il Passante e la nascita di Cav spa come straordinario esempio di “federalismo autostradale” e ci raccontavano la balla che tutto sarebbe stato pagato dai privati?» denuncia Beppe Caccia. Ovviamente in attesa di repliche da parte degli interessati.

Giuseppe Pietrobelli

 

Il “reggente” Ivo Rossi: «La Regione si prenda le proprie responsabilità. Veneti non tutelati»

«La Regione si prenda le sue responsabilità». Ad andare all’attacco è il vicesindaco reggente Ivo Rossi che spara a zero contro l’aumento delle tariffe autostradali.
«Sarebbe importante che la Regione studiasse una salvaguardia per chi, residente nell’area metropolitana, fa un uso sistematico delle autostrade tra Padova, Venezia e Treviso – spiega Rossi da sempre sostenitore della Città metropolitana- : le tecnologie ci sono, occorre stabilire se Zaia e la sua Giunta siano in grado di sostenere questa volontà». «Dopo tanti proclami da parte del Governatore del Veneto – rincara la dose il primo cittadino – sarebbe ora che arrivasse un segnale forte di attenzione verso chi in Veneto ci vive, sul fronte dei trasporti tra i diversi quartieri della grande area metropolitana che si snoda lungo l’asse dell’A4 e del Passante». «Chiediamo a Luca Zaia di tradurre in fatti il suo »Prima il Veneto”. La Cav è controllato a metà dalla Regione ed a metà dall’Anas: la Regione potrà fare qualcosa o è sempre compito di qualcun altro? Questa volta alibi non ce ne sono” dice ancora Rossi che poi conclude polemicamente: «Non vorremmo che, dopo aver vessato le aziende di trasporto pubblico comunale e provinciale, con riduzione dei trasferimenti regionali a fronte di costi crescenti, la mannaia della Regione penalizzasse ulteriormente proprio quei cittadini, che almeno a parole, voleva privilegiare».

 

Il vicesindaco Simionato: «Una contraddizione e uno smacco al progetto delle aree integrate»

«Una contraddizione, uno smacco alla città metropolitana». Così il vicesindaco del Comune di Venezia, Sandro Simionato, a proposito dell’aumento dei pedaggi autostradali del 250 per cento e dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato dei treni.
«Se per le autostrade si sa che l’aumento è anche legato alla realizzazione del passante di Mestre – prosegue Simionato – per quanto riguarda i treni non c’è una giustificazione. E qui appare evidente come sia necessaria una redistribuzione delle competenze a livello territoriale, perchè gli enti locali sono tagliati fuori da queste manovre e non hanno margine di intervento».
Insomma, una contraddizione per l’idea di città metropolitana che tutti a parole vorrebbero veder realizzata, ma che di fatto si scontra con tante forme di sgretolamento del territorio, anche per quanto riguarda la mobilità.
Nel frattempo la Regione ha deciso di disdire il contratto di servizio con Trenitalia che però rimarrà valido per tutto il 2014 e anche per l’anno successivo, in attesa del bando per un nuovo gestore.
«Certo – conclude Simionato – ma per altri due anni che cosa dobbiamo fare? Aspettare il treno sperando che arrivi o, meglio, che parta quando serve? La mobilità è uno degli assi portanti della città metropolitana, bisogna garantire nel territorio la massima celerità negli spostamenti della popolazione. Questi interventi vanno invece nella direzione opposta e rappresentano una grande contraddizione».

 

Giovanni Manildo: «Spingere la PaTreVe. Gli aumenti non aiutano servono agevolazioni»

«La mia opinione è che la mobilità nell’area della PaTreVe debba essere incentivata non ostacolata. E l’aumento delle tariffe non aiuta di certo. Mi vedrò con il sindaco di Padova e di Venezia per parlare di questo problema. Stiamo pensando a come introdurre delle tariffe agevolate per i pendolari anche se una soluzione andrebbe chiesta alla Regione e a Zaia». Giovanni Manildo, sindaco di Treviso, parte da un presupposto: la PaTreVe esiste già nei fatti anche se non ancora da un punto di vista giuridico. Ed esistono anche i flussi di persone che si spostano da Treviso a Padova e Venezia o che fanno il tragitto inverso per andare a lavorare o per raggiungere la propria abitazione. La città metropolitana è quindi una realtà con cui fare i conti e la politica dell’aumento delle tariffe, nel caso dei pedaggi dell’autostrada, va nella direzione contraria. «Sì, questi aumenti vanno dalla parte opposta rispetto al percorso giuridico intrapreso – continua Manildo – sono convinto che non sia questo quello di cui ha bisogno la nostra area, ma di una politica che renda ancora più fluida una mobilità che già esiste e ha proporzioni rilevanti. Tra Treviso, Venezia e Padova la gente si sposta per motivi di lavoro o di famiglia. Per questo sono rimasto molto colpito dalla notizia dei rincari sulle autostrade. E anche sugli orari dei treni e la loro frequenza avevamo posto delle questioni ben precise a Chisso. Con gli altri sindaci ci parleremo ragionando sulla possibilità di introdurre delle agevolazioni. Anche se poi la questione andrà girata alla Regione».

 

«Bloccate subito gli aumenti sulla Dolo-Padova»

Mozione del capogruppo dell’Udc di Venezia Simone Venturini, subito appoggiata dal consigliere Beppe Caccia

Il Capogruppo del Unione di centro in Consiglio Comunale di Venezia, Simone Venturini, è intervenuto con una mozione contro gli aumenti delle tariffe autostradali nella tratta Dolo-Padova e sulla mancata realizzazione dell’arretramento ad ovest del casello di Villabona. «Gli aumenti sono inaccettabili per modalità e per entità – secondo Venturini – L’utilizzo dell’automobile e dell’autostrada, specie nelle tratte utilizzate dai pendolari, non può diventare un lusso per pochi.» Venturini chiede al Consiglio Comunale di assumere una posizione netta: «CAV e Regione congelino immediatamente gli aumenti nell’attesa di un serio piano per la mobilità nell’area metropolitana Patreve e dell’arretramento della barriera di Villabona, operazione già prevista ma mai realizzato».
Anche il Consigliere comunale della lista “In Comune” Beppe Caccia chiede «il congelamento immediato degli aumenti dei pedaggi autostradali». Secondo Caccia «la stangata è il risultato prevedibilissimo di dieci anni di mitologie delle grandi opere e del project financing, narrati come strumento risolutivo dei problemi della mobilità in Veneto. Ricordate come i Galan e gli Zaia glorificavano la realizzazione del Passante e la nascita di CAV SpA come straordinario esempio di “federalismo autostradale” e ci raccontavano che tutto sarebbe stato pagato dai privati? E invece pagano i cittadini.»

 

I Comuni della Riviera chiedono a quello di Mira di non ostacolare più l’opera

I comitati: «In caso di alluvione rischiamo di finire sotto metri d’acqua»

MIRA «Il Comune di Mira non deve porsi come ostacolo all’idrovia Padova – Venezia. Serve un’opera che eviti che tutta l’area sud della Riviera finisca sotto metri d’acqua». A chiederlo con forza al comune più popoloso del comprensorio sono i sindaci di Vigonovo, Camponogara , Campagna Lupia , Fossò e Campolongo. Sulla stessa linea anche i comitati “Brenta Sicuro” e “Opzione Zero”, e il comitato per la sicurezza Idraulica Padova Venezia.

«L’atteggiamento del Comune di Mira – spiega il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto – è davvero incomprensibile. Dire no (compresa l’idrovia) perché va di moda, non serve a risolvere i problemi del territorio. Sul completamento del canale idroviario navigabile, si sono avanzati da parte del Comune di Mira dei dubbi a causa della gran quantità di materiali inquinanti che scaricherebbe dalle altre zone del Veneto nell’area lagunare. L’opera invece a mio avviso va fatta avendo come priorità quella di mettere in sicurezza un vasto territorio che va da Padova alla laguna. Certo servono accurati studi di impatto ambientale».

Per il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri: «L’opera è importante per evitare che tutta la rete idraulica, anche quella costituita da canalette e fossati finisca in sofferenza come è già successo con i recenti allagamenti del 2007 e 2008».

Il comitato Brenta Sicuro ha avviato una raccolta firme per avere subito il completamento: «Rimane- dice Rino Zamboni referente del comitato – il problema di tenuta del sistema complessivo, evidenziato dagli studi del professor D’Alpaos: basti ricordare l’alluvione del Roncajette nel 2010 dovuta a una piena del Bacchiglione puntualmente prevista nel 2007. Lo stesso presidente Luca Zaia ha affermato che il Brenta è una bomba ad orologeria che va disinnescata. Sappiamo che l’unica soluzione è rappresentata dall’idrovia che permetterebbe una vera “via di fuga” delle acque in eccesso che non trovano, in caso di piena, lo sfogo con il Bacchiglione e il Brenta».

I comitati, compreso Opzione Zero, chiedono che i sindaci spingano per l’approvazione del progetto, fermo in Regione da tre anni. L’approvazione è fondamentale per accedere ai fondi strutturali europei che saranno finanziati nel corso del 2014.

«A breve mi incontrerò – dice il sindaco di Vigonovo, Damiano Zecchinato con l’assessore regionale Conte e chiederò che si proceda con celerità o verso la realizzazione di uno scolmatore o ancora meglio del completamento della via d’acqua navigabile».

Anche i sindaci di Camponogara, Giampietro Menin, e di Fossò, Federica Boscaro, puntano alla realizzazione dell’opera: «In un comprensorio si deve agire tutti insieme – dice Giampietro Menin – e non con singoli comuni che guardano solo ai loro tornaconti territoriali».

Alessandro Abbadir

 

RAI TGR – Salasso autostrade

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3

gen

2014

Intervista al Comitato “Opzione Zero”

COMUNICATO STAMPA

L’aumento del pedaggio autostradale sulla tratta Mirano-Padova est è intollerabile e non risolve il problema, anzi lo aggrava.

Le agevolazioni per i pendolari introdotte da CAV sono risibili, di fatto il costo di 2,8 euro è insostenibile per la maggior parte dei pendolari e degli utenti che saranno costretti a riversarsi sulla viabilità normale.

Risultato: il Passante che doveva essere la soluzione dei problemi di traffico di Mestre e del territorio circostante sarà sempre più vuoto, mentre le strade della Riviera e del Miranese saranno sempre più intasate.

Una responsabilità questa che sta in capo prima di tutto alla società CAV SpA, quindi ai suoi azionisti ANAS e Regione Veneto, che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi e dalle prescrizioni della Commissione VIA Nazionale.

E si capisce il perché dopo la recente approvazione da parte del CIPE del progetto preliminare dell’autostrada Orte-Mestre il cui innesto è previsto proprio a Roncoduro, la stessa zona dove dovrebbe sorgere Veneto City.

Una prospettiva questa da anni preventivata dal Comitato Opzione Zero, secondo il quale se tutte queste opere dovessero essere realizzate, non solo Vetrego, ma anche tutta la Riviera e il Miranese saranno definitivamente compromessi da una vera e propria colata di cemento e asfalto.

Opzione Zero attacca però anche la debolezza dei Sindaci della zona che non hanno saputo opporsi con forza alla soluzione imposta da CAV e che per primi dovranno dare risposte alla nuova emergenza traffico.

Nell’immediato Opzione Zero presenterà agli organi competenti un dossier sul Passante mettendo in luce soprattutto le spericolate operazioni finanziarie della società CAV e i possibili collegamenti con il cosiddetto “sistema Veneto”, ancora al centro delle inchieste della magistratura, visto che proprio la Mantovani spa è stata una delle ditte che materialmente ha costruito il Passante.

Possibile poi un’azione di ricorso o di class action contro l’aumento del pedaggio.

 

“L’aumento del pedaggio autostradale è inaccettabile, la questione non finisce certo qui. Stiamo pensando ad un’azione di ricorso o di class action”. Dilaga il malumore tra i pendolari per i nuovi pedaggi applicati sull’A4, il comitato mirese “Opzione Zero” si fa portavoce delle proteste e annuncia battaglia: “L’aumento del pedaggio autostradale sulla tratta Mirano-Padova est non risolve il problema, anzi lo aggrava. Il costo è insostenibile per la maggior parte dei pendolari e degli utenti che saranno costretti a riversarsi sulla viabilità normale – scrive il presidente Marco Donadel -. Le autostrade saranno sempre più vuote, mentre le strade della Riviera e del Miranese saranno sempre più intasate”.

Le novità sono state introdotte dalla società autostradale Cav, con sede a Marghera in via Bottenigo, a partire dal 1.gennaio. Vediamo nel dettaglio quali sono: Mirano-Padova Est passa da 80 cent a 2.80 euro, mentre Mirano-Padova Ovest da 1.60 euro a 3.60 euro. Si abbassa il pedaggio della Mestre-Padova Est, da 3.30 euro a 2.80 euro. Resterà gratuita invece la tratta Mestre-Mirano. Per chi prende il Passante a Spinea per uscire a Padova Est, invece, il pedaggio è salito da 1.50 a 1.60 euro.

“La responsabilità sta in capo prima di tutto alla società CAV SpA, quindi ai suoi azionisti ANAS e Regione Veneto, che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi – si legge nella nota diffusa ieri dal comitato -. Il nostro comitato attacca però anche la debolezza dei  Sindaci della zona  che non hanno saputo opporsi con forza alla soluzione imposta da Cav e che per primi dovranno dare risposte alla nuova emergenza traffico”.

Opzione Zero presenterà agli organi competenti un dossier sul Passante approfondendo le operazioni finanziarie di Cav, intanto sono già stati avviati i contatti con dei legali. Cav garantirà degli sconti del 40 % per chi farà 20 ingressi in autostrada (anche 10 andate e 10 ritorni) in un mese. Mirano-Padova Est costerà dunque 1.70 euro, comunque più del doppio rispetto alle tariffe del 2013. Per questo motivo il comitato definisce queste riduzioni “risibili”.

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