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Nuova Venezia – “Grandi navi, riduzione confermata”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

13

apr

2014

 

Trevisanato (Vtp): «I ministri decidano in fretta. Non arriveranno crociere in più, a prescindere dalle decisioni del Tar»

«Il Governo sta perdendo troppo tempo nel decidere sulle Grandi Navi, lasciando vivere tutti in un pericoloso clima di incertezza. Per questo capisco lo spirito dell’iniziativa del sindaco Giorgio Orsoni di pensare a un provvedimento provocatorio e di impatto mediatico come un’ordinanza per bloccare la circolazione delle navi da crociera in Bacino di San Marco – facendo così pressione indirettamente sui ministri competenti – anche se non la condivido minimamente nel merito. L’avvocato Orsoni, da esperto da diritto amministrativo, sa infatti che quell’ordinanza non reggerebbe una settimana, perché verrebbe immediatamente impugnata dall’Avvocatura dello Stato di fronte al Tarda parte di una delle istituzionali statali, a cominciare dall’Autorità Portuale, che si verrebbero lese nelle proprie competenze territoriali sulla laguna. Per cui gli consiglio di pensarci bene prima di avviarla». È un avviso insieme morbido e deciso quello che invia a Orsoni il presidente della Venezia Terminal Passeggeri Sandro Trevisanato, proprio nelle ore in cui il primo cittadino si appresterebbe a emettere l’ordinanza che per motivi di ordine e sicurezza – dopo l’incidente della scorsa settimana in banchina – lo porterebbe ad adottare un provvedimento urgente di questo tipo, pur con tutti i rischi di impugnazione del caso. Ma sulla necessità che il Governo intervenga al più presto sul tema grandi navi, Trevisanato concorda con Orsoni. «I ministri competenti continuano a rinviare il problema senza decidere – insiste – mentre come promesso dovrebbero scegliere in tempi rapidi la soluzione più opportuna per una via alternativa al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco sulla quale ormai tutti concordano.Manel frattempo, voglio rassicurare Orsoni su una delle ragioni che potrebbe spingerlo a mettere l’ordinanza di blocco del passaggio delle navi da crociera. Qualunque sia la decisione di merito del Tar che seguirà l’udienza del 12 giugno sul nostro ricorso, Venezia Terminal Passeggeri non aumenterà nell’anno in corso il numero delle navi da crociera in arrivo, non accettando nuove commesse e mantenendo quindi la riduzione del 12,5 per cento dei passaggi già fissata. In queste condizioni di incertezza, forzare la manonon conviene a nessuno». I ministri delle Infrastrutture Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente Gianluca Galletti e il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni si rivedranno giovedì prossimo – dopo il vertice di venerdì – per una prima “scrematura” politica degli otto progetti alternativi giunti sui tavoli ministeriali in attesa della Valutazione d’impatto ambientale, ma intanto la tensione sale anchein laguna. Per domani il comitato No Grandi Navi ha organizzato un’assemblea cittadina per decidere nuove iniziative di mobilitazione contro il passaggio delle navi da crociera da San Marco e il segretario comunale del Pd Emanuele Rosteghin chiede tempi certi di decisione al Governo e si schiera con Orsoni. «Consideriamo la proposta del sindaco – dichiara – di avviare il procedimento di un ordinanza che per un tempo contingentato blocchi il passaggio in Bacino San Marco e lungo il canale della Giudecca delle Grandi navi come un forte stimolo a tutti per trovare velocemente la migliore soluzione. La politica deve imporre alla tecnica di fare presto dall’immobilismo ».

Enrico Tantucci

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GRANDI NAVI – Venturini (Udc) contrario all’ordinanza: «Posizione sbagliata, non lo seguiremo»

«Sindaco, avanti tutta!» È con questa esortazione che Beppe Caccia, capogruppo della lista “In Comune” ha espresso ieri il pieno e incondizionato sostegno all’iniziativa assunta da Giorgio Orsoni, il quale ha annunciato l’intenzione di emettere un’ordinanza per tenere le grandi navi lontane da San Marco. «Una piccola lobby di privatissimi interessi locali, estremamente minoritaria, sta bloccando ogni efficace iniziativa in questo senso – denuncia Caccia – Così non può continuare a lungo. Benvenuta e tempestiva è dunque l’iniziativa del sindaco».
Anche l’onorevole Giulio Marcon, deputato di Sinistra ecologia libertà (Sel) e Federico Camporese, coordinatore metropolitano di Sel Venezia sono d’accordo con Orsoni: «L’incidente recentemente avvenuto in Marittima, e fortunatamente non altrove, che ha portato la MSC Preziosa ad impattare con la banchina portuale è stato un ennesimo campanello d’allarme che sarebbe stato gravissimo ignorare».
Per il segretario Comunale del Pd di Venezia, Emanuele Rosteghin, la proposta del sindaco «è un forte stimolo a tutti per trovare velocemente la migliore soluzione. La politica deve imporre alla tecnica di fare presto uscendo da contrapposizioni che hanno portato solo all’immobilismo», spiega in un comunicato nel quale chiede a tutti gli enti coinvolti «che le tappe previste siano rispettate» al fine di «offrire certezze alla cittadinanza, agli operatori economici, ai lavoratori partendo dalla considerazione che la Laguna è patrimonio e bene comune».
Di parere contrario è, invece, il capogruppo dell’Udc, Simone Venturini: «La posizione di Orsoni è sbagliata e non lo seguiremo – precisa – La sua iniziativa appare una provocazione al Governo, una dichiarazione di guerra ad un interno comparto economico. Inoltre la ritengo illegittima e sarà il Tar ad annullarla. La strada da seguire è un’altra: sollecitare il governo a trovare una soluzione al più presto per togliere le grandi navi da San Marco, lasciandole però in Marittima. Quella di Marghera è una soluzione personale del sindaco».
Nel frattempo il Comitato No Grandi navi ha indetto un’asseblea per domani, alle 17, nella Sala San Leonardo: «Solo la mobilitazione popolare può dare, come abbiamo dimostrato in questi due anni di lotta, la spallata decisiva in questa vicenda scandalosa delle grandi navi a Venezia». Secondo il Comitato le grandi navi vanno cacciate dalla laguna non solo per una questione estetica, ma perché sono fonte di inquinamento dell’aria, elettromagnetico ed acustico, nonché di distruzione dei fondali e dei sedimenti lagunari.

 

 

GRANDI NAVI »IL BRACCIO DI FERRO

Ieri a Roma vertice con i ministri Lupi e Galletti, presente anche il sottosegretario Borletti-Buitoni. Se ne riparlerà giovedì

Sulle Grandi navi il Governo cerca ora la quadratura del cerchio, puntando a salvaguardare sia le esigenze ambientali legate all’estromissione del passaggio delle navi da crociera in Bacino di San Marco, sia quelle delle compagnie, con una soluzione di medio-lungo termine. È stato questo l’argomento al centro del vertice tenutosi ieri al Ministero delle Infrastrutture con il ministro Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. Un incontro che però – secondo quanto riferisce il Ministero – non ha prodotto decisioni, perché il vertice ministeriale è stato aggiornato a giovedì prossimo. Sul tappeto c’è il problema della Valutazione d’impatto ambientale (Via) degli otto progetti alternativi al passaggio delle Grandi navi da San Marco che sono approdati sul tavolo ministeriale, inviati dalla Capitaneria di Porto. Lupi, Galletti e la Borletti-Buitoni per i Beni Culturali hanno iniziato ieri a discuterne, anche perché lo stesso Lupi ha promesso che la Via doveva essere svolta nel giro di tre mesi, proprio perché il blocco annunciato dall’inizio del prossimo anno del passaggio delle grandi navi fosse accompagnato dai tempi certi garantiti alle compagnie per la realizzazione del percorso alternativo. Resta in attesa degli eventi anche il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, sempre più impaziente, che ha pronto nel cassetto un provvedimento-choc per sbloccare la situazione e soprattutto pressare da vicino il Governo per fare presto. Orsoni penserebbe a un’ordinanza per limitare i passaggi «a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza», come prevede l’articolo 54 della legge del 2008. Un provvedimento che potrebbe essere titrato fuori da un momento all’altro – forse anche oggi – se le notizie che arrivano da Roma non fossero ritenute soddisfacenti, visto il nuovo rinvio deciso ieri. Un provvedimento che Orsoni potrebbe emanare direttamente, senza bisogno di passare dalla Giunta o dal Consiglio comunale. Quali sono i poteri del sindaco in materia di grandi navi? Le acque sono di competenza dell’Autorità portuale, il traffico della Capitaneria di porto. Così Orsoni pensa a un intervento che possa costringere a «prendere una decisione rapida». «Bisogna decidere, e fare presto per dare certezze agli operatori», ha detto più volte negli ultimi giorni. L’incidente, seppure lieve, di sabato mattina occorso alla grande nave Msc Preziosa ha riaperto giocoforza polemiche e dibattiti. «La dimostrazione che l’errore umano ci può essere, in qualsiasi momento», ha commentato a caldo il primo cittadino, «dobbiamo intervenire». E un intervento immediato, da parte del sindaco, non potrebbe essere che quello di una ordinanza urgente per tutelare «l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». I poteri glieli conferisce il decreto legge 92 del 23 maggio 2008. Che prevede, all’articolo 54, la possibilità per i sindaci, in qualità di ufficiali di governo, «di adottare provvedimenti, anche contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». Uno “strappo” che renderebbe arduo poi trovare una soluzione condivisa. Ma che Orsoni parrebbe pronto a fare se da Roma non arriveranno segnali di decisioni immediate. Anche se anche l’ordinanza di Orsoni questa peraltro potrebbe essere impugnata al Tar dall’Autorità portuale e sospesa dai giudici. Ma intanto l’effetto-choc rimarrebbe.

Enrico Tantucci

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LA LAGUNA, L’ECONOMIA

LA STRADA – Proposta da portare in Comitatone

I NUMERI – Investiti 14 milioni in 14mila metri quadrati

L’INCONTRO  L’assessore Farinea ha spiegato il progetto al circolo Pd Cannaregio

Riduzione del 32% in Marittima. Entrata e uscita dal canale dei Petroli

Ecco il piano del Comune per le crociere a Marghera

Il Comune scopre le carte sulle crociere a Marghera. Anche se Ca’ Farsetti non ha mai concretizzato la propria posizione in un progetto – tra quelli in attesa della valutazione di impatto ambientale – l’altra sera a Cannaregio durante un dibattito organizzato dal Pd sono state illustrate nel dettaglio le “ipotesi di indirizzo” di Ca’ Farsetti, che punta a far arrivare le grandi navi da crociera a Marghera appunto. Erano invitati il Comune, con l’assessore allo Sviluppo Economico Alfiero Farinea accompagnato da alcuni tecnici dell’Urbanistica, ma anche l’ex assessore all’Urbanistica Roberto D’Agostino, che ha invece redatto un progetto tra quelli in lizza al Ministero. La soluzione Marghera, secondo il Comune, avrebbe il vantaggio di essere di rapida realizzazione, con l’obiettivo di ridurre il traffico in Bacino del 32 per cento nel giro di 6-7 mesi, ha esordito Farinea. Transito unico per il traffico crocieristico e quello industriale, dalla bocca di porto di Malamocco, percorso lungo il canale dei Petroli e arrivo fin da subito a Marghera con due navi, in una prima fase. Necessaria la realizzazione di un bacino di evoluzione, per permettere ai colossi una manovra di entrata e uscita. Successivamente se ne potrebbero aggiungere altre procedendo per fasi successive. E attraverso il risezionamento del Canale Vittorio Emanuele o all’allargamento del canale che costeggia l’isola delle Trezze si potrebbe arrivare anche in Marittima. «Un modo – secondo l’assessore Farinea – per tutelare il rispetto dell’ambiente con le esigenze economiche della città. Ma è necessario uno studio specifico e soprattutto un’attenta programmazione nella portualità». Tenendo conto che la Marittima è ormai alla saturazione mentre Marghera potrebbe rappresentare un polo in espansione e che, come è stato illustrato durante il dibattito, nei grandi porti europei non c’è una distinzione tra il traffico crocieristico e quello commerciale. Resta il fatto che il Comune non ha “armi” procedurali in mano per far valere le proprie linee di indirizzo, se non in un Comitatone.
Al dibattito è stato presentata anche l’ipotesi D’Agostino. Che punta alla creazione di un terminal vero e proprio a Marghera, con la realizzazione di banchine adeguate alle proporzioni delle navi. Visto che quelle attuali, pur recenti non sarebbero più sufficienti. L’ipotesi Marghera, poi, rilancia il tema delle aree che si andrebbero ad occupare, ovvero la Pilkinton e la raffineria Eni e non sono mancati i dubbi in sala. Nessun cenno, invece, alla riduzione delle dimensioni delle navi da far transitare prevista anche dal Pat. Intanto c’è attesa per quello che il sindaco Giorgio Orsoni ha promesso per domani: se da Roma non dovessero arrivare notizie dai Ministeri sullo sblocco della vicenda il primo cittadino potrebbe emettere un’ordinanza di divieto di transito ai grattacieli del mare in base alle proprie competenze di incolumità pubblica, sicurezza urbana o tutela sanitaria.

 

Oggi De Piccoli presenta all’Ateneo il suo porto

I tempi si stringono e la competizione si fa più stretta, anche se alla fine non sarà la popolazione veneziana a decidere, ma il Governo. Oggi alle 11 Cesare De Piccoli presenterà il suo progetto all’Ateneo Veneto. Si chiama “Venis cruise 2.0″ed è una proposta compiuta sposata dalla Duferco Italia Holding spa, un’azienda bresciana leader nel campo della produzione e del commercio di materie prime siderurgiche con oltre 800 addetti e un fatturato annuo pari a 700 milioni. Per l’ex viceminmistro alle Infrastrutture  questa soluzione ha il vantaggio che si può realizzare in tempi veloci, un paio di anni, e che salta l’ipotesi della fase transitoria. Il progetto, che potrà essere realizzato per fasi modulari, prevede a pieno regime di poter ospitare almeno lo stesso numero di navi della Marittima. Il dettaglio dei costi non è ancora noto, ma De Piccoli ritiene che si possa andare abbondantemente al di sotto dei 170 milioni preventivati per lo scavo del canale Contorta.

ALLA MARITTIMA – E intanto Venezia Terminal Passeggeri inaugura la più grande banchina del Mediterraneo per una singola nave

Vtp non ha nessuna intenzione di spostare i suoi terminal crocieristici altrove. I suoi rappresentanti lo hanno sempre detto e lo hanno sempre affermato anche con i fatti. Il motivo è presto detto: il vecchio porto merci è stato trasformato in meno di 15 anni in una moderna stazione passeggeri con terminal dedicati per ogni nave. Per quest’operazione Vtp ha investito finora 150 milioni di euro e non intende rinunciarvi tanto facilmente.
Ora, alla vigilia di una decisione del Governo che potrebbe potenzialmente cambiare gli scenari, la società che gestisce il porto passeggeri presenta il completamento di un progetto ultradecennale. Martedì prossimo sarà inaugurato il nuovo terminal ospitato nel fabbricato 109/110 sulla banchina Tagliamento. Non uno qualunque, ma il più imponente per estensione di tutto il Mediterraneo, con i suoi 14mila metri quadrati destinati ad una sola nave. La realizzazione dell’ottava stazione passeggeri nel luogo in cui c’erano i magazzini per lo stoccaggio del cotone ha comportato un investimento da parte di Vtp di 14 milioni.
A questo punto ognuna delle grandi navi che arriverà in banchina avrà a disposizione un terminal dedicato, in grado di velocizzare al massimo le operazioni di sbarco e di imbarco di passeggeri e bagagli, parallelamente a quanto accade nei maggiori aeroporti del mondo. Questo porterà presumibilmente la capacità di accoglienza ben sopra i due milioni di passeggeri attuali e in diretta competizione con lo scalo di Barcellona per il primato del traffico nel Mediterraneo.
Se l’Autorità portuale (e quindi il Ministero delle Infrastrutture) con i suoi soci privati spinge verso questa direzione, evidentemente qualche ragione ci sarà. Certo è che una Marittima così congegnata sarebbe pronta ad accogliere il “ritorno” delle navi extra large una volta scavato il nuovo canale d’accesso dalla bocca di Malamocco. Cosa, però, tutt’altro che scontata se il Governo manterrà la parola di effettuare una valutazione d’impatto ambientale per tutte le 7 alternative presentate.
Nel caso in cui si optasse per un terminal dedicato alle maxi navi in mare (il progetto degli ambientalisti e di De Piccoli) o a Marghera (come vorrebbe il sindaco Giorgio Orsoni), una Marittima così strutturata potrebbe invece apparire sovradimensionata.

Michele Fullin

Nuova Venezia – Grandi navi, Orsoni prepara l’ordinanza

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9

apr

2014

DOPOLA MSC PREZIOSA, LA COLLISIONE E LE POLEMICHE

Grandi navi, blitz di Orsoni

Pronta l’ordinanza di stop. È un avvertimento al governo

È arrivata la “Ventura”, un altro gigante in Bacino

Sono trascorsi solo tre giorni dal ritorno delle grandi navi in Bacino, dal passaggio della Msc Preziosa e dalla
collisione in Marittima, che i giganti del mare continuano a passare davanti a San Marco, fino a nuova decisione. Ieri è stata la volta della “Ventura”, ammiraglia della flotta P&O Cruises del gruppo Carnival.

CROCIERE & POLEMICHE » CRESCE LA TENSIONE

Grandi navi, Orsoni prepara l’ordinanza

Il sindaco lancia un ultimatum di tre giorni al governo e pensa a un provvedimento urgente per tutelare la sicurezza urbana

«Se non arrivano segnali da Roma ci tuteleremo, bisogna decidere in fretta»

«Aspetto tre giorni poi se il governo non interviene qualcosa dovrò fare. La situazione non può continuare in questo modo ». Il sindaco Giorgio Orsoni si lascia scappare la battuta al termine di una cerimonia di inaugurazione, pressato dai cronisti. Che significa? «Nulla, nulla: aspettate venerdì e vedrete ». Stretto riserbo, dunque. Ma lo staff del sindaco in queste ore sta esaminando leggi e regolamenti. Quali sono i poteri del sindaco in materia di grandi navi? Le acque sono di competenza dell’Autorità portuale, il traffico della Capitaneria di porto. Le pressanti richieste di intervento al governo non hanno avuto fin qui alcun effetto, a parte le dichiarazioni di intenti. Così Orsoni pensa a un intervento che possa costringere a «prendere una decisione rapida». «Bisogna decidere, e fare presto per dare certezze agli operatori», ha detto più volte negli ultimi giorni. L’incidente, seppure lieve, di sabato mattina occorso alla grande nave Msc Preziosa ha riaperto giocoforza polemiche e dibattiti. «La dimostrazione che l’errore umano ci può essere, in qualsiasi momento », ha commentato a caldo il primo cittadino, «dobbiamo intervenire». E un intervento immediato, da parte del sindaco, non potrebbe essere che quello di una ordinanza urgente per tutelare «l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana ». I poteri glieli conferisce il decreto legge 92 del 23 maggio 2008. Che prevede, all’articolo 54, la possibilità per i sindaci, in qualità di ufficiali di governo, «di adottare provvedimenti, anche contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». Uno“strappo” che renderebbe arduo poi trovare una soluzione condivisa. Ma che Orsoni parrebbe pronto a fare se da Roma non arriveranno segnali di decisioni immediate. L’accoglimento da parte del Tar del Veneto del ricorso di Vtp sull’Ordinanza della Capitaneria di porto – che limitava i passaggi nel 2014 e fissava per il 2015 un limite per le navi al di sopra delle 96 mila tonnellate – ha in pratica azzerato la situazione. Molte compagnie delle crociere si sono già «autoridotte », e le navi attese in Marittima sono un po’ meno e un po’ più piccole di quelle del 2013. Ma restano i giganti del mare come la Msc Preziosa, e ieri è arrivata in Marittima la «Ventura». Tutte continueranno a passare per San Marco. «Occorrono prima alternative se non vogliamo colpire l’occupazione e il lavoro», dicono al Porto, «e i pericoli non esistono: questo è lo scalo più sicuro del mondo». Il sindaco rilancia le alternative, in primo luogo Marghera («realizzabile in pochi mesi come attracco provvisorio») e ha chiesto con insistenza al governo di emanare un provvedimento sostituivo. Un braccio di ferro con il Porto che continua. Ma adesso Orsoni sembra aver perso la pazienza. «Se entro venerdì non arriverà qualche segnale da Roma», dice, «sono pronto a fare da solo». Cioè con ogni probabilità ad avviare l’iter per una ordinanza. Anche questa peraltro potrebbe essere impugnata al Tar dall’Autorità portuale e sospesa dai giudici.

Alberto Vitucci

 

 

dibattito al circolo pd di cannaregio

Nuova Marittima a Marghera in cinque mesi due attracchi

Banchine per le navi a Marghera. Ma anche servizi e case in una parte dell’attuale Marittima. Un progetto da quasi un miliardo di euro che potrebbe però «autofinanziarsi» grazie agli investimenti dei privati. E risolvere insieme al problema delle grandi navi anche quello della residenza.

Se n’è parlato ieri pomeriggio nel circolo Pd di fondamenta Ormesini, nel corso di uno degli incontri organizzati dal gruppo di lavoro sulle grandi navi. Tema il «recupero di Marghera», ospiti l’assessore alle Attività produttive Alfiero Farinea e l’ex assessore Roberto D’Agostino, architetto e presentatore del progetto alternativo per spostare la Marittima a Marghera.

«Non è più soltanto un’idea, ma un vero progetto che abbiamo approfondito anche dal punto di vista del Piano economico finanziario», ha spiegato ieri D’Agostino. Significa che l’idea è secondo i proponenti «fattibile in tempi brevi». In 5-6 mesi, secondo l’architetto, è possibile allestire due ormeggi provvisori per grandi navi nel canale Brentelle ed eliminare dal bacino San Marco «il 40 per cento del traffico navale». Altri tre anni ci vorrebbero per la fase 2, cioè per realizzare altri tre posti per grandi navi (meno 80 per cento) e poi in cinque anni il progetto sarebbe completato, con i nuovi attracchi nell’adiacente canale Industriale Ovest. Costi relativamente ridotti (250 milioni di euro) per realizzare una nuova Stazione Marittima che sarebbe collegata con l’aeroporto via gomma e ferrovia, con la città con motonavi e battelli di medie dimensioni. Alla Marittima resterebbero yacht e navi medio grandi, il resto diventerebbe edilizia residenziale. «E le bonifiche nei canali», dice D’Agostino, «sono già previste». Progetti alternativi già all’esame del ministero. E domani all’Ateneo veneto presentazione pubblica del progetto Venis cruise 2.0 di cesare de Piccoli e della società Duferco engineering.

(a.v.)

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Il sindaco riferisce in consiglio comunale sull’incidente di sabato. «Conseguenze lievi, ma solo un cieco non vede il problema, avanti con Marghera». Costa: «Le competenze sono di Porto e Capitaneria»

Una riunione interministeriale in tempi brevi. Per trovare «una soluzione definitiva» al problema delle Grandi navi. Il sindaco Giorgio Orsoni ha aperto ieri i lavori del Consiglio comunale con una comunicazione all’aula sull’incidente di sabato mattina e il colloquio con il ministro per l’Ambiente Luca Galletti. «Ho trovato il ministro molto preparato sulla questione e consapevole dell’esigenza di fare in fretta», ha detto ieri Orsoni, «non possiamo non decidere o tirare in lungo: una decisione rapida darà finalmente certezze anche agli operatori». E il sindaco ripropone la soluzione Marghera: «Trasferire una parte degli arrivi a Marghera non sarebbe scandaloso», ha detto, «perché un nuovo porto fuori della laguna avrà tempi lunghi e potrà produrre anch’esso uno squilibrio ambientale. Dobbiamo valorizzare la Marittima, ma tenere presente che quel sito era stato pensato per un altro tipo di navi. Dobbiamo adattare le navi al nostro porto e non viceversa». Quanto all’incidente di sabato, il sindaco, ha chiesto ieri alla Capitaneria di poter esaminare il rapporto sull’accaduto. «Me l’hanno comunicato mentre ero a Roma in visita dal Papa», ha proseguito, «si è trattato di un incidente in fase di attracco, che non ha avuto per fortuna gravi conseguenze sulla banchina e sulla nave. È evidente che si tratta di fatti che possono accadere, ma è altrettanto evidente che il problema grandi navi è fortemente sentito da un’opinione pubblica anche internazionale che ha a cuore le sorti della città». Un problema da risolvere «subito», ha ribadito il sindaco perché solo un cieco» può dire che la questione non esiste. Quello che è successo dimostra che l’errore umano in qualunque momento è possibile, anche dove le condizioni di sicurezza sono massime. E dobbiamo agire, presto. Io resto dell’idea che la sede della decisione dovrà essere il Comitatone ». Opinione del tutto opposta quella del presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa. «Il Comitatone non c’entra», dice, «le uniche ordinanze le possono fare il Porto o la Capitaneria. Il sindaco ha ragione a protestare quando chiede di comandare sulle sue acque. Ma per adesso non è così, e il potere non ce l’ha il Comune». Quanto all’incidente, Costa minimizza. «È successo in fase di attracco, e questo dimostra che in quel momento le procedure e le misure di sicurezza che hanno funzionato alla perfezione non possono essere improvvisate. Ecco perché siamo contrari allo spostamento della Marittima in altre sedi. E poi questo non sposta i termini della questione». Quanto alle alternative, anche Costa sostiene la necessità di «togliere le navi da San Marco». Ma a suo parere l’unica proposta alternativa è quella del canale Contorta, per far arrivare le navi in Marittima da Malamocco. «I progetti sono al vaglio della commissione di Impatto ambientale», conclude Costa, «ho fiducia che una decisione sarà presa al più presto».

Alberto Vitucci

 

In campo le alternative ai passaggi in Bacino

Pronti i progetti che puntano a dirottare gli approdi al Lido, giovedì si presenta “Venis Cruise 2.0”

Prima presentazione pubblica per “Venis cruise 2.0”, il progetto alternativo alle grandi navi a San Marco per creare una nuova Stazione Marittima in bocca di Lido a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose. Idea lanciata molti annifa da Cesare De Piccoli, ex vicesindaco e viceministro all’Economia, parlamentare europeo esperto di Trasporti. Adesso l’idea ha assunto le sembianze di un progetto di massima, depositato un mese fa alla Capitaneria di porto e ora sotto esame della commissione per la Valutazione di Impatto ambientale. È uno dei quattro progetti – insieme a quelli di Luciano Claut e Enzo Di Tella, dell’architetto Fabbri e di Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini – che propongono di creare il nuovo porto passeggeri «fuori della laguna», tra le due dighe foranee di Punta Sabbioni e San Nicolò. E adesso il nuovoelaborato è firmato dalla Duferco Engineering, società di inegneria genovese con lunga esperienza nelle strutture portuali e sottomarine. Cesare De Piccoli insieme all’ingegner Ezio Palmesani, amministratore delegato della Duferco, presenterà la sua proposta giovedì mattina alle 11 all’Ateneo veneto. «La costruzione del nuovo terminal da crociere alla bocca di Lido», dicono i due in una nota, «libererà il bacino di San Marco dal transito delle Grandi navi. Preserva le funzioni croceristiche dell’attuale Stazione marittima. Una risposta di lungo periodo per confermare Venezia nel suo ruolo primario nella croceristica europea». Progetto che secondo i proponenti può dare risposte precise, con costi relativamente bassi e strutture rimovibili. E soluzioni anche per limitare al minimo l’impatto sull’ambiente e consentire il trasporto delle merci e dei passeggericonmotonavi e barconi dimedia dimensione. Un’ipotesi che l’Autorità ha già scartato, ma che è ora all’esame del ministero per l’Ambiente.

(a.v.)

 

le crociere     

Il Pd s’interroga sul futuro della portualità

I circoli del Pd parlano di portualità. E di sviluppo futuro dell’economia lagunare. La qestione delle grandi navi, ma anche il lavoro e la riqualificazione dell’area industriale di Porto Marghera. Oggi pomeriggio alle 17.45, nel circolo Pd “Fratelli Cervi” di fondamenta Ormesini, incontro con l’assessore comunale alle Attività produttive Alfiero Farinea sul tema “Porto Marghera: industria green, logistica, crociere”. Ci sarà anche l’ex assessore all’urbanistica Roberto D’Agostino, che presenterà in veste di progettista la proposta di realizzare un nuovo terminal crociere a Marghera, nel canale Brentella e nel canale Industriale Ovest. Altra alternativa depositata, insieme allo scavo dei due nuovi canali proposti invece dal Porto, il Contorta Sant’Angelo e il “retro Giudecca”. Intanto non si placano le polemiche sull’incidente che ha coinvolto sabato in Marittima la Msc Preziosa. L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin accusa di «arroganza e sicumera » i maggiorenti del business delle crociere. «Il Titanic era molto più piccolo della Preziosa », sctive Bettin, «qui non ci sono iceberg ma una città delicata e troppi irresponsabili negano l’evidenza dei rischi. Occorre agire quanto prima».

(a.v.)

 

GAZZETTINO – IL BILANCIO  «Il ministro si è mostrato disponibile, siamo fiduciosi»

SALVAGUARDIA Giorgio Orsoni rilancia dopo la visita a Venezia del ministro Galletti: «L’incidente di sabato? Un errore umano»

«Ho proposto al ministro Galletti di convocare al più presto il Comitatone, perché è la sede sede migliore per affrontare la questione delle grandi navi».

Il sindaco Giorgio Orsoni è visibilmente soddisfatto dall’incontro con il ministro dell’Ambiente, che segue a meno di un mese quello del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Due figure fondamentali per risolvere una volta per tutte il problema del passaggio per San Marco di navi ormai fuori scala per una città come Venezia.
«Domenica – ha continuato il sindaco – il ministro si è dimostrato preparato e interessato, anche a decisioni e interventi provvisori. Ha promesso che parlerà con Lupi per convocare al più presto una riunione a Roma. Non ha neppure escluso Marghera come sede momentanea prima che si trovi una soluzione duratura. Che io sappia, però, non è ancora iniziata la procedura di valutazione di impatto ambientale dei progetti concorrenti presentati».

Orsoni non si dimostra preoccupato per l’incontro organizzato dall’Udc (che sulle navi la pensa in modo diverso dalla maggioranza in Comune) con il ministro e gli operatori portuali, dove questi avrebbero ricevuto rassicurazioni sul mantenimento del traffico e dei livelli occupazionali.

Nel pomeriggio, Orsoni ha riferito in Consiglio sull’incidente di sabato, occorso alla Msc Preziosa che urtando contro un “finger”, lo ha danneggiato.
«Non ci sono stati danni a persone, solo un piccolo striscio allo scafo. È stata una casualità – ha detto – e incidenti di questo tipo sono all’ordine del giorno di qualsiasi struttura portuale. Per questo il passaggio per San Marco e Canale della Giudecca è un problema sentito. Un inconveniente, un errore umano, un incidente possono accadere. Le navi sono fuori scala in un ambito di portualità pensata quando le navi erano in legno e a remi e non più lunghe di 50-60 metri. Questo è innegabile».

Per Orsoni una soluzione va trovata rapidamente, qualsiasi essa sia.
«Rimanere alla Marittima non può non vederci favorevoli perché lì è tutto fatto, ma è anche vero che la tutela ambientale è fondamentale e il porto si deve piegare all’ambiente e non viceversa. Se una parte delle navi andasse a Marghera, io sarei d’accordo anche in una prospettiva di sviluppo. Chi parla di offshore – conclude – razionalmente è da prendere in considerazione, ma un terminal in mezzo alle bocche di porto non è indifferente e può creare impatti ambientali non da poco».

 

ALTERNATIVE A CONFRONTO

Gersich, il pensionato che “compete” con politici e studi di progettazione

Lui è un pensionato di 76 anni, appassionato di laguna e salvaguardia, che dopo anni gli anni di battaglia in prima linea a combattere il Mose, ha deciso di mettere le proprie competenze a disposizione per risolvere il problema dell’eliminazione delle grandi navi da San Marco. E dopo aver presentato al consiglio dei ministri una quindicina d’anni fa un mastodontico progetto per un tunnel sublagunare che avrebbe potuto collegare Pellestrina con Fusina, San Giuliano e l’aeroporto è tornato alla carica al Ministero dei Lavori pubblici. Gino Gersich, veneziano d’origine, lidense d’adozione e oggi residente a Cavallino, ha stilato un proprio progetto. Artigianale, ma protocollato dalla Capitaneria di Porto e inoltrato al Ministero dei Lavori pubblici per la successiva valutazione, accanto alle ipotesi come il canale Contorta e il porto a Cavallino di De Piccoli.
L’idea è quella di far percorrere a tutte le navi, passeggeri e commerciali, la bocca di porto degli Alberoni, con transito in canale dei Petroli e arrivo a Marghera o in Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele. Secondo Gersich adeguare i canali, allargandoli con delle anse nei punti più stretti per consentire il transito dei grattacieli del mare, costerebbe meno delle proposte in auge in questo momento. Gersich è anche profondamente contrario alle casse di colmata per tutelare la laguna. E anni fa ha brevettato un sistema che si chiama 4 M (Modulistica mantenimento morfologico marino) che si basa sull’osservazione dei canneti naturali: le onde vengono “assorbite” senza provocare erosione e non si rifrangono in continuazione. Ha anche proposto al Magistrato alle Acque questa soluzione, senza però ottenere risposta. Nel frattempo in laguna si continuano ad arginare le barene solo con palificazioni o con le burghe in pietre utilizzate dal Consorzio Venezia Nuova.
Gersich ipotizza anche dei punti di ormeggio temporaneo, per organizzare i tempi di entrata delle navi in canale dei Petroli. Con enormi gruppi pali in Canale del Fisolo, davanti agli Alberoni, in modo da permettere la sosta alle navi in attesa.

Raffaella Vittadello

 

Gazzettino – Venezia. Via le grandi navi, Roma accelera

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7

apr

2014

VENEZIA Protesta dei Comitati anti crociere durante l’incontro in Comune con il sindaco Orsoni

Via le grandi navi, Roma accelera

Il ministro Galletti dopo l’incidente di sabato: «Presto una soluzione equa per allontanarle dal Bacino»

GRANDI NAVI LE POLEMICHE

LA POLEMICA  Bettin all’attacco: «No alla sicumera del business crocieristico»

L’affondo è stato chiaro e preciso: «Stiamo lavorando ad una soluzione. Per questo c’è un tavolo interministeriale che, contemperi l’allontanamento delle grandi navi e la tutela dei posti di lavoro». Per Venezia, insomma, si prospetta un futuro sempre più verde. Lo ha chiarito ieri il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti in visita a Venezia Comune. «Questa diventi la città ambientalista per eccellenza – ha detto il rappresentante del Governo dopo l’incontro con il sindaco Giorgio Orsoni – Tutto ciò che avviene qui ha una risonanza mondiale, e la sua bellezza e particolarità vanno sfruttate anche a questo livello».

«La presenza del ministro ci onora – ha esordito Orsoni – e dimostra l’attenzione non solo sua per il mantenimento di questa realtà fragile, ma anche capace di grande forza».

Galletti ha replicato che «l’accordo di programma su Porto Marghera va attuato nei tempi concordati ed è una buona pratica da esportare». E dopo aver ascoltato gli interventi dell’assessore alla Mobilità, Ugo Bergamo e di Pierpaolo Campostrini e Roberto Magliocco (Corila e Assonautica), ha preso atto «dei segnali forti che giungono anche dalle categorie economiche per lo sviluppo di una nautica lagunare all’insegna dei motori ibridi o elettrici», assicurando il suo interessamento per un’accelerazione dei tempi attuativi «che consenta l’aumento delle imbarcazioni ecocompatibili». Inoltre, rispondendo alle sollecitazioni di Orsoni, ha evidenziato la massima attenzione che il Governo e il suo ministero danno ai problemi di Venezia, «che sono di tipo ecologico e trasportistico».

Conclusa la visita del ministro e la domenica ecologica, la giornata ha registrato anche una dura presa di posizione dell’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin. Che, a commento dell’incidente di Msc Preziosa in Stazione Marittima, ha ribadito «la dismisura tra le dimensioni della città e quelle raggiunte dalle navi da crociera, il cui gigantismo esaspera tutti i rischi e i problemi oltre a snaturare lo storico rapporto tra Venezia e la navigazione». Polemizzando con l’ammiraglio Tiberio Piattelli (Capitaneria di Porto) «per l’aver paragonato l’urto di uno di questi giganti a quello di un vaporetto su un imbarcadero». E condannando «l’arroganza e la sicumera dei maggiorenti del business crocieristico, ottusamente dediti a negare i rischi e dunque a mantenere le cose come stanno o a peggiorarle, provocando nuovi dissesti nel regime idrodinamico lagunare».

 

LA PROTESTA Comitato No Grandi Navi, appello per allontanare i condomini del mare

L’INVITO  I dimostranti all’ingresso di Ca’ Farsetti  «Le competenze marittime al Comune»

IL VERTICE A Ca’ Farsetti si è discusso anche di bonifiche a Marghera, di aree Eni e sulla salvaguardia della città Galletti: «Lavoriamo ad una soluzione»

Il ministro dell’Ambiente ha incontrato il sindaco Orsoni: «Venezia diventi un simbolo per eccellenza»

Non c’era solo il sindaco Giorgio Orsoni ad accogliere il ministro Gian Luca Galletti. Ad un lato di Ca’ Farsetti si è posizionato un piccolo gruppo del comitato «No grandi navi» (circa 30 persone), con striscioni, cartelloni, megafoni e bandiere. Allo sbarco del ministro lungo la riva, è scattata la contestazione, che si è rifatta al piccolo incidente occorso due giorni fa alla Msc «Preziosa».

Galletti, seguito da Orsoni, ha voluto parlare direttamente con i manifestanti, i quali hanno chiesto come si possa promuovere una festa ecologica «mentre le grandi navi apportano in laguna e nel cuore della città una insostenibilità ambientale». Il comitato ha raccomandato al ministro la celerità d’intervento per bloccare il passaggio delle grandi navi in Bacino, dopo il via libera del Tar che di fatto ha fatto segnare un vuoto normativo; inoltre lo ha invitato a dar seguito al pronunciamento del senato affinché la convocazione di un tavolo tecnico porti ad una definitiva scelta alternativa.

Galletti ha ascoltato attentamente, assicurando in merito l’attenzione e l’intervento del suo dicastero. «Proprio per fare presto e bene – ha risposto il ministro – abbiamo predisposto un tavolo interministeriale».

Infine, il comitato ha urlato al megafono come sia assurdo che le acque lagunari vengano gestite da autorità diverse: Comune, Capitaneria, Magistrato alle acque; Orsoni ha alzato il pollice all’indirizzo dei manifestanti, approvando.

Durante i discorsi ufficiali di benvenuto al ministro, sempre davanti al Comune, la contestazione è continuata, interrompendo a tratti il cerimoniale. Poi, però, l’iniziativa è stata sonoramente fischiata dai regatanti presenti, quando si è trattato di consegnare le bandiere ai vincitori della «regata ecologica». Poco dopo il gruppo si è allontanato, annunciando per lunedì 14 aprile, alle 16.30, un’assemblea pubblica nella sala San Leonardo.

Tullio Cardona

 

LE REAZIONI

Nuova protesta del Fai: «Subito via le navi»

«Non si può più aspettare: le grandi navi devono essere allontanate al più presto dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca e portate fuori delle bocche di porto. E non si deve temere per la perdita di lavoro e turisti, anzi: basta regalare ai passeggeri bottiglie di champagne e invitarli a un romantico brindisi in laguna».

Non ha dubbi la presidente del Fai Regionale Veneto, Maria Camilla Bianchini d’Alberigo, scandalizzata dai commenti di Venezia Terminal Passeggeri che tendono a minimizzare l’incidente avvenuto sabato in Marittima, quando la Msc Preziosa ha urtato in fase di ormeggio la scala per lo sbarco dei passeggeri, danneggiandola.

«Sembra che solo oggi – commenta la presidente Fai – si accorgano che “la città viene violentata”. Vedono finalmente la realtà di una città delicatissima in balia di un ormai turismo insostenibile. Le grandi navi vanno espulse dalla laguna, tutelando i lavoratori. È quanto ormai richiede anche l’opinione pubblica. In laguna possono entrare solo navi da crociera sostenibili. Le altre vanno lasciate tutte fuori dalle bocche di porto».

 

Nuova Venezia – Grande nave va a sbattere

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6

apr

2014

Grande nave, urto e paura

La Msc Preziosa torna, sbaglia manovra e distrugge un “finger”

PRIMO ARRIVO – Di nuovo a Venezia dopo lo stop forzato l’errore in Marittima

LE REAZIONI – Orsoni preoccupato Trevisanato (Vtp) «Non è niente di grave»

I CROCIERISTI – Un’ora di ritardo per l’incidente, passeggeri rimasti bloccati a bordo

COLLISIONE INMARITTIMA

Grande nave va a sbattere

La Msc Preziosa sbaglia manovra e distrugge il “finger” in banchina. Nessun ferito

VENEZIA – La Grande Nave contro le strutture della banchina Isonzo. Incidente che riapre le polemiche, quello accaduto ieri mattina alle 8.15 alla Stazione Marittima. La Msc Preziosa, 140 mila tonnellate di stazza, 333 metri di lunghezza, è sfuggita per un attimo al controllo del pilota in fase di attracco e ha urtato con la prua, lato dritta, un «finger», corridoio mobile per l’imbarco dei passeggeri ai ponti superiori. La scala è stata schiacciata dalla mole delle nave e completamente distrutta, lo scafo ha riportato vistosi strisci sulla fiancata di destra, lato prua, peraltro già riparati in tarda mattinata. Nessun ferito e nessun danno grave alla nave, che è regolarmente ripartita alle 16.30 per continuare la crociera nel Mediterraneo. Ma polemiche che si riaprono. Quello della Msc Preziosa era il primo ingresso in Marittima programmato per la stagione 2014, dopo un blocco durato sei mesi dovuto ai lavori di posa dei cassoni del Mose a San Nicolò. Nessun danno alle persone, e i passeggeri a bordo quasi non si sono accorti dell’accaduto. Danni per decine di migliaia di euro che adesso saranno coperti dall’assicurazione della compagnia armatrice. È successo tutto in pochi secondi, alle 8.15, quando la grande nave, trainata da due rimorchiatori e con a bordo il pilota del porto, si era già accostata alla bancina Isonzo per l’attracco. In quel momento il comandanteha azionatounodei«bow thruster» laterali, i motori ausiliari che consentono di manovrare senza ricorrere al timone. Una «accelerata» un po’ troppo decisa, e la poppa si è allargata verso il centro del canale della Marittima. Così la parte anteriore destra della prua ha centrato in pieno, distruggendolo, il «finger » utilizzato per imbarcare i passeggeri. Sul posto sono intervenuti i tecnici dell’Autorità portuale e una pattuglia della Guardia costiera che ha provveduto a fare i rilievi per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente. «Stamani alle 8.15 durante la manovra di ormeggio», ha comunicato in una nota la Capitaneria di Porto, «la nave Msc Preziosa di bandiera panamense ha urtato il “finger” ubicato presso la banchina Isonzo del terminal Marittima». «A seguito dell’evento», continua il comunicato, «la nave ha riportato una piccola striatura sul mascone di prora lato dritto senza che fosse danneggiata l’opera morta (la parte di scafo sopra la linea di galleggiamento, ndr)». Nessun danno alle persone e alla banchina, hanno concluso i militari. In tarda mattinata anche Msc crociere ha confermato le modalità dell’incidente: «Msc preziosa durante la manovra di attracco ha urtato leggermente la fiancata di un finger del terminal crociere», si legge in una nota diramata dalla società napoletana, non c’è stato alcun danno né alla nave né ai passeggeri a bordo». Incidente lieve, dunque. Ma la collisione tra la grande nave e il corridoio mobile della banchina riapre le polemiche. Secondo gli oppositori al transito delle grandi navi, si tratta della dimostrazione che gli incidenti «possono accadere », e che le navi di quelle dimensioni vanno subito allontanate dalla laguna. Per le autorità portuali e la Vtp, la società delle crociere, l’incidente dimostra invece come «le condizioni di sicurezza all’interno della lagunasiano maggiori».

Alberto Vitucci

 

il comandante della capitaneria

Piattelli: «Niente di preoccupante, manovra di parcheggio errata»

«Non è successo niente di grave, per fortuna. È come se il conducente di un’auto in retromarcia per parcheggiare, avesse premuto un po’ troppo sull’acceleratore. È successo questo, moltiplicato per le dimensioni della nave. Nient’altro». L’ammiraglio Tiberio Piattelli, comandante della Capitaneria di porto, scuote la testa. «Non è stato un incidente, non ci sono danni a persone e cose, dunque non dovremonemmenoaprire un’inchiesta». Il clamore però è grande. E supera i confini lagunari, con le grandi navi nel mirino dei media internazionali. E alla riapertura della stagione arriva la collisione. «Purtroppo sono cose che succedono: in fase di attracco il comandante ha spinto forse un po’ più del necessario. Ma, ripeto, non ci sono stati danni a persone e cose enemmenoalla banchina portuale. Una questione che adesso dovranno risolvere le assicurazioni». Quanto al pericolo reale, l’ammiraglio taglia corto. «Le condizioni di sicurezza sono state sempre garantite».

(a.v.)

 

«La prova che gli incidenti possono sempre accadere»

Orsoni preoccupato, Trevisanato minimizza: «Nulla di grave, in ogni caso l’episodio non c’entra con il transito in laguna. Lo scalo è uno dei più sicuri»

VENEZIA «Non è successo nulla, per fortuna. Ma purtroppo è la dimostrazione che gli incidenti possono accadere, e che l’errore umanonon si può mai escludere. Cosa sarebbe successo se l’errore umano fosse avvenuto in bacino San Marco?». Appena uscito dal Vaticano, dove è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco, insieme ai sindaci dell’Anci, il sindaco Giorgio Orsoni apprende della collisione avvenuta in mattinata tra la Msc Preziosa e le strutture della banchina Isonzo. Manovra sbagliata e un urto dalle conseguenze non molto gravi, che riapre però gli scenari.

«Inutile ripetere che la questione va affrontata e risolta al più presto», continua il sindaco, «ho chiesto al governo al convocazione urgente di un Comitatone. È in quella sede che le proposte alternative al passaggio delle Grandi navi in bacino San Marco dovranno essere valutate e decise».

Il sindaco ne ha già parlato con i ministri Lupi (Infrastrutture) e Franceschini (Beni culturali). E ne discuterà forse già oggi con il ministro dell’Ambiente Luca Galletti, in laguna per partecipare alla giornata ecologica.

«Dobbiamo prendere una decisione», dice il sindaco, «e valutare le proposte per scegliere la migliore, senza pregiudizi o posizioni precostituite ».

Ma che c’entra con le alternative al transito delle navi l’ incidente di ieri mattina? «È sfiga, questa è sfiga!» si lascia sfuggire l’avvocato Sandro Trevisanato, presidente della Venezia terminal passeggeri. «Il primo giorno, la prima nave che arriva in Marittima dopo sei mesi. E un comandante che mi dicono essere tra i più bravi ed esperti della flotta. Siamo molto dispiaciuti ». «Ma preferiamo guardare il bicchiere mezzo pieno», continua, «e cioè che si è trattato di un piccolo incidente che può succedere, nulla di grave. Le condizioni di sicurezza hanno invece funzionato immediatamente: non si è fatto male nessuno, non c’è stato panico. Anche sulla statistica il nostro scalo si conferma tra i più sicuri in assoluto: incidenti del genere hanno qui da noi un’incidenza molto bassa, inferiore a quella di tutti gli altri porti. E il transito delle navi in laguna non c’entra perché si è trattato di un urto arrecato in fase di ormeggio della nave già in banchina». Trevisanato, protagonista di una campagna a tappeto per difendere le Grandi navi e la loro «sicurezza», non ha cambiato idea. «Sto aspettando una relazione di quanto accaduto, ma posso dire non ci sono mai state situazioni di pericolo». Un incidente, continua il presidente della Vtp, «generato da un eccesso di tecnologia». «Le grandi navi come la Preziosa hanno strumenti molto sofisticati, sono manovrabilissime e sicure. I bow trusther, cioè le eliche laterali, consentono di girare la grande nave in poco spazio e di manovrare. In fase di rollaggio la nave è sbandata con la prua e ha urtato la scaletta metallica di accesso. Dei danni adesso risponderà l’assicurazione, ma non è successo altro. Certo che adesso giornali e tv ricominceranno a colpire le crociere ». Più che le crociere il fatto che nonostante le proteste e l’indignazione, le proposte alternative e i vertici ministeriali, le Grandi navi continuano a passare davanti a San Marco e per il canale della Giudecca. «Ma questo non c’entra nulla », dice Trevisanato, «vorrei ricordare che la sicurezza in laguna è massima. E che se questo fosse successo con un porto in mare, in presenza di vento forte e moto ondoso, le conseguenze sarebbero statebenpiù gravi».

Alberto Vitucci

 

I crocieristi non si sono accorti  «Ma abbiamo ritardato lo sbarco»

Abordo i passeggeri, in prevalenza brasiliani, non hanno avvertito l’urto con il “finger”

«L’equipaggio ci ha solo comunicato cheavremmodovuto attendere per scendere a terra»

VENEZIA – I passeggeri a bordo della Preziosa non si sono accorti di nulla. Non sapevano che il corridoio d’imbarco, utilizzato per collegare la banchina alla nave, ieri mattina si era distrutto a causa di un incidente avvenuto nel corso di una manovra. Tantomeno si sono accorti di aver riattizzato l’infuocato dibattito sul passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco, riaprendo una ferita ancora viva tra l’opinione pubblica che ieri è esplosa per l’ennesimavolta. I turisti a bordo hanno saputo che qualcosa non era andato come doveva soltanto quando alla mattina presto si sono recati all’uscita dell’imbarcazione per scendere e visitare per qualche ora Venezia,come spesso avviene ed è previsto dal programma crociere. È stato allora che lo staff ha fatto sapere che ci sarebbe stato un “leggero” ritardo dovuto a qualche complicazione, ma senza entrare nello specifico del fatto che chi è a favore delle grandi navi considera un piccolo imprevisto che non ha provocato nessun ferito. Il collegamento tra mare e terra è tornato a funzionare alle 11.30, mandando in tilt i piani di chi aveva prenotato una guida per vedere i classici Rialto e Basilica San Marco o di chi semplicemente voleva perdersi in quelle calli che avrebbe visto poi dall’alto, nel discusso passaggio in Bacino. «Io non ho sentito nulla», ha detto Tania Lucci, brasiliana di San Paolo di origini abruzzesi, in vacanza da quasi un mese, «ma la voce è girata per i corridoi e si è saputo che per uscire bisognava attendere, cosa che abbiamo fatto fino alle 11.30quando è stato riaperto il collegamento. La notizia comunque non mi ha preoccupata perché non aveva sentito urti e se fosse stato qualcosa di grave ce lo avrebbero detto». I brasiliani a bordo sono per la maggior parte turisti. In molti attendono di arrivare a Venezia per poi scendere, visitarla e tornare a casa. Il resto dei passeggeri imbarcati è tedesco, francese e svizzero, pochissimi italiani. «Io mi sono alzato presto», ha detto l’albergatore Andre Junior, brasiliano di Santos, «ma non ho sentito rumori, urti o altro. Hogià visitato con calma Venezia e questa mattina me la sono presa per stare sulla nave,manon mi sono accorto di incidenti. Venezia per me è la città più bella del mondo. Una volta ho visto un documentario dove si diceva che i veneziani non vogliono che le navi passino così vicine alla città. In realtà capisco. Venezia è patrimonio dell’umanità. Anch’io se abitassi qui preferirei trovare un’altra soluzione». Ieri pomeriggio la maggior parte delle persone che arriva al Bacino Isonzo, il terminal previsto per l’imbarco, è straniera ed è giunta appositamente a Venezia per andare viamare in Turchia con partenza prevista per le 16.30. Nessuno di loro ha sentito dire che c’è stato in mattinata un incidente. Tutti si affrettano a mettersi in coda per il check-in ed entrare nella grande nave, quella con l’acquascivolo di 120 metri più lungo del mondo e i 27 mila mq di aree dedicate allo svago e al benessere. Il cielo è grigio, l’umidità alle stelle. Davanti ai minuscoli passeggeri la Msc Preziosa, con i suoi 68 metri di altezza, guarda tutto e tutti dall’alto e si prepara a salpare, riscaldando i motori. A poco tempo dalla sua nascita, la nave battezzata un anno fa a Genova dalla madrina Sofia Loren, lunga ben 333 metri e larga 38, con le sue 1751 cabine che contengono fino a 4345 passeggeri, occupa ancora la scena, proprio nel giorno in cui avrebbe inaugurato di nuovo la sfilata lungo il canale della Giudecca. Ieri, dopo poche ore, la notizia della manovra era già su Wikipedia nella pagina dedicata alla Preziosa e si stava diffondendo velocemente tra i social media. L’equipaggio conta circa 1.388 lavoratori. Venezia è una delle tappe più ambite dove si concentrano più professioni, da chi lavora nei trasporti alle guide turistiche, ma è anche uno dei luoghi nevralgici del dibattitoche coinvolge i veneziani.

Vera Mantengoli

 

LE ALTERNATIVE – Sul tavolo sette progetti per i giganti del mare

Il Contorta e Marghera, la Giudecca e quattro ipotesi per i nuovi approdi in bocca di porto

VENEZIA – Sette progetti alternativi al transito delle grandi navi davanti a San Marco. Sono sul tavolo del ministero per l’Ambiente, che dovrà avviare la Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione strategica, come richiesto dall’ordine del giorno del Senato. Sette progetti, di cui soltanto due, a parere dell’Autorità portuale, sarebbero ammissibili come «vie di accesso alternative alla Marittima». «Gli altri», ha detto più volte il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, «sono siti alternativi, e il decreto Clini Passera non parlava di questo». Il progetto che il Porto sostiene è quello dello scavo di un nuovo canale in laguna, il Contorta- Sant’Angelo. Dovrebbe consentire alle grandi navi di arrivare alla Marittima entrando per la bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido e da San Marco. Ipotesi sostenuta dal Magistrato alle Acque e da Unindustria, avversata dagli ambientalisti: «La Legge Speciale vieta nuovi scavi, sarebbero dannosi per la laguna». Seconda via alternativa quella del canale «retro Giudecca», proposta dall’attuale sottosegretario all’Economia di Scelta civica, Enrico Zanetti, e finanziata da Vtp. Propone di scavare un canale che diventerebbe una sorta di «tangenziale» dell’acqua, utilizzabile anche da mezzi urbani.

Il Comune e il sindaco Giorgio Orsoni propongono invece il progetto Marghera, elaborato dall’ex assessore Roberto D’Agostino, che prevede di spostare gli attracchi delle Grandi navi in canale Brentella e in canale Industriale Ovest. Si dovrebbe in qhuesto caso scavare soltanto un canale all’estremo nord del canale dei Petroli, per consentire l’evoluzione delle navi. Ipotesi che il Porto non vuole nemmeno prendere in considerazione.

Poi ci sono i quattro progetti del Lido. Navi fuori dalla laguna, ormeggi galleggianti davanti all’isola artificiale del Mose. Portano la firma di Cesare De Piccoli, ex viceministro ed ex vicesindaco, già in fase avanzata di elaborazione. Dell’architetto grillino Luciano Claut – che si avvale del contributo dell’ingegner Di Tella e di Carlo Giacomini – dell’architetto Fabbri e dei docenti Iuav Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini.

(a.v.)

 

i precedenti

L’ultimo incidente avvenuto in Bacino nel maggio di dieci anni fa

VENEZIA. L’ultimo incidente era avvenuto il 13 maggio di dieci anni fa, quando lanave passeggeri «MonaLisa» si era arrenata nella secca appena trenta metri prima di finire a sbattere contro la riva a San Marco. Era lunga «appena» duecento metri e portava 250 passeggeri: due ore dopo, i rimorchiatori l’avevano rimessa in linea. Presumibilmente a causare l’errore di rotta la fitta nebbia di quel giorno.

Il 31 maggio 1980, invece, la portacontainers «Afros» , nave greca di 110 metr, finì contro la riva dei Giardini, proprio davanti alla Biennale, sradicando otto metri di riva.

Il 12 novembre 1977 la «Tommaso Tricoli», che trasportava 1500 tonnellate di carbone, centrò con la sua prua Riva Sette Martiri, facendo saltare dieci metri dei masegni e le tubatura dell’acqua. In entrambi questi casi la causa era stata individuata in un black out che avrebbe bloccato gli impianti che governano la nave.

L’anno precedente, il 23 dicembre, la motocisterna di 110 metri «Monteberico» sfondò, penetrando per tre metri con la prua, dentro Riviera San Nicolò, al Lido. In questo caso, nessun guasto ai motori o al timone, che era in plancia aveva dovuto compiere una brusca manovra per evitare la collisione con un motopeschereccio, senza poi riuscire a recuperare per riprendere la rotta.

Questi gli ultimi incidenti avvenuti lungo il percorso che compiono le grandi navi in laguna.

 

Stop ai passaggi in laguna in arrivo un nuovo decreto

La promessa del ministro Lupi durante l’ultima visita in città: «Non ci saranno transiti a San Marco nel 2015». Ma il Tar ha accolto il ricorso presentato da Vtp

VENEZIA – Subito un decreto per fermare il passaggio delle grandi navi in laguna. Lo chiedono i Verdi di Angelo Bonelli e Luana Zanella, il deputato di Sel Giulio Marcon e parlamentari del Pd. Non lo esclude il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che ha ribadito qualche giorno fa la sua posizione: «Stop alle grandi navi davanti a San Marco, tempi rapidi per decidere le alternative ».

Un percorso che era stato già individuato. Ma che la sentenza del Tar veneto, che ha accolto il ricorso presentato da Vtp,ha rimesso in discussione. I giudici amministrativi hanno infatti bocciato l’ordinanza della Capitaneria di porto che poneva limiti ai passaggi delle grandi navi superiori alle 40 mila tonnellate nel 2014 e lo «stop» a quelle superiori alle 96 mila tonnellate per il 2015. «Carenza di istruttoria», secondo i giudici, e insufficienti motivazioni per giustificare i provvedimenti contro il «rischio».

Ma adesso il decreto potrebbe essere imminente. «Tar o non Tar dal 2015 le navi non passeranno più davanti a San Marco», aveva assicurato il ministro al sindaco Giorgio Orsoni. A sollecitare il provvedimento anche i senatori veneti del Pd Felice Casson e Laura Puppato, che hanno presentato una interrogazione urgente al governo. «Ho chiesto a Renzi la convocazione urgente del Comitatone», dice Orsoni. Ci sarà da mettere insieme i tre ministri competenti. Maurizio Lupi per le Infrastrutture, Dario Franceschini per i Beni culturali, Luca Galletti per l’Ambiente, subentrato ad Andrea Orlando. Quest’ultimo si era sbilanciato parecchio qualche mese fa. Promettendo il «numero chiuso» delle navi in laguna e aprendo all’ipotesi alternativa di Marghera sostenuta dal sindaco. Ma adesso Galletti, di area Udc, sembra più prudente. E attento anche alle ragioni del Porto, che gli sono state illustrate dall’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo e dal capogruppo in Comune dell’Udc Simone Venturini. Decisione in ogni caso non più rinviabile. Anche perché sono pendenti al Tar altri duericorsi delComune. La richiesta di annullamento dell’ordinanza della Capitaneria per motivazioni opposte a quelle della società delle crociere. «Troppo poco limitare gli accessi nel 2014 del 12 per cento», ha scritto di suo pugno nel ricorso il sindaco-avvocato Giorgio Orsoni, «nel vertice con i ministri si era stabilito il 20». Altro ricorso pende contro il decreto che dà il via al progetto Contorta. «Non è l’unico sul tappeto», sostiene il Comune.

Alberto Vitucci

 

«Gli elefanti scorrazzano tra i cristalli»

La reazione dei Comitati da sempre contrari ai passaggi delle grandi navi all’interno della laguna

VENEZIA  «Dicevano che a Venezia non potevano succedere incidenti alle navi da crociera!» commenta subito Luciano Mazzolin, portavoce di «Ambiente Venezia», unodei comitati che si è battuto contro le grandi navi in laguna.

«Da un paio di giorni è ricominciato il transito in laguna delle grandi nav», prosegue Mazzolin, «arriva per la prima volta la Msc Preziosa una delle navi più grandi e più nuove. Una di quella che dovrebbe essere ultrasicura, ma è stato subito incidente».

Una conferma per i comitati che le grandi navi devono rimanere fuori dalla laguna: «Devono fermarsi in un nuovo avanporto alla bocca di porto del Lido» ribadisce, ricordando che in passato sono accaduti altri incidenti in laguna.

Prendono posizione anche i due consiglieri comunali della lista «In Comune» Beppe Caccia e Camilla Seibezzi. «Che cosa aspetta ancora il governo Renzi per adottare un decreto che introducacon urgenza il divieto di accesso in Laguna per le grandi navi incompatibili con essa?» si chiedono in un comunicato.

«Grazie all’ordinanza del Tar, gli elefanti sono tornati a scorrazzare liberi nel negozio di cristalli più prezioso del mondo, Venezia e la sua Laguna» scrivono, «e alla prima prova, si è subito verificata una collisione, per fortuna di lieve entità, con le strutture portuali a terra. Che le multinazionali della crocieristica e l’Autorità Portuale non vengano, per decenza, a raccontarci anche oggi la storiella per cui questi mostri del mare sarebbero sicurissimi. Non ci crede più nessuno. E non siamo disposti ad aspettare che si verifichi un incidente davvero grave, la tragedia annunciata ormai da troppo tempo, affinché vengano adottati i necessari provvedimenti ».

«Che non ci sia nessuna minimizzazione e nessuna omertà da parte delle Autorità competenti per la sicurezza marittima» concludono Caccia e Seibezzi, «chiediamo che il sindaco acquisisca immediatamente dalla Capitaneria di porto tutte le informazioni su quanto accaduto stamane e che, in apertura del Consiglio comunale di domani, faccia il punto della situazione. Al governo nazionale spetta colmare subito il vuoto normativo seguito alla decisione del Tar. Renzi, Lupi, Galletti e Franceschini hanno una sola opzione: dare attuazione al decreto Clini- Passera del marzo 2012 e introdurre con effetto immediato il limite per le navi di stazza superiore alle 40mila tonnellate».

 

Gazzettino – Venezia. Nave “sbatte”, allarme al porto

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6

apr

2014

NESSUN DANNO A BORDO – I passeggeri: «Il comandante ha cercato di evitare l’impatto»

VENEZIA Il colosso Msc Preziosa urta la Marittima in fase di ormeggio. Era la prima crociera del 2014

L’ALLARME – La Msc Preziosa, 333 metri di lunghezza e 140mila di stazza, ieri mattina alle 8.15 ha urtato in fase di ormeggio la scala per lo sbarco dei passeggeri alla stazione Marittima. La nave era entrata in porto con l’ausilio di due rimorchiatori. Quando era nel bacino della Marittima, a velocità praticamente zero, è cominciata la manovra di avvicinamento alla banchina. Qualcosa però è andato storto e la Msc ha urtato la struttura. Nessun danno tra i passeggeri e allo scafo.

LA MANOVRA – Si è trattato di una manovra assolutamente di routine, che ha portato la grande nave parallela alla riva anche con la spinta dei propulsori laterali. Per Vtp i sistemi di sicurezza hanno dimostrato che anche in caso di errore, non ci sono pericoli. La Msc Preziosa era la prima nave da crociera arrivata a Venezia per la nuova stagione.

LE REAZIONI – Riesplode la polemica del fronte contrario alle crociere in laguna

Orsoni: «La città non può essere violentata»

Nave “sbatte”, allarme al porto

LA MANOVRA – L’impatto in avvicinamento alla banchina Isonzo

LA CROCIERA – La nave è ripartita normalmente alle 16.30

La “Preziosa” in fase di ormeggio alla Marittima va a sbattere sulla scala per lo sbarco dei passeggeri

Ore 8.15, la Msc urta il terminal

Non poteva cominciare sotto un auspicio peggiore la stagione delle crociere, già ridotta per decreto rispetto ai numeri dello scorso anno. Ieri, alla vigilia della visita in città del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, l’ammiraglia della flotta Msc ha compiuto una manovra sfortunata nell’avvicinamento alla banchina Isonzo e con la prua ha colpito e danneggiato un finger. Si tratta di una di quelle strutture che agevolano l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri, del tutto simili a quelle degli aeroporti. In questo caso, però, il finger è montato su binari e il contatto con la nave lo ha fatto deragliare rendendolo inservibile.
È accaduto alle 8.15 di ieri, la nave è la Msc Preziosa, 333 metri di lunghezza e 140mila di stazza. Uno di quei “giganti” che il Governo ha bandito da Venezia a partire dal prossimo anno, in vista di una soluzione definitiva.
La nave, partita mercoledì da Palermo, era arrivata a Venezia in perfetto orario ed era entrata in porto con l’ausilio di due rimorchiatori. Quando era nel bacino della Marittima, a velocità praticamente zero, è cominciata la manovra di avvicinamento alla banchina Isonzo. Una manovra assolutamente di routine, che porta la grande nave parallela alla riva anche con la spinta dei propulsori laterali. Qualcosa però nella manovra non ha funzionato alla perfezione e la poppa si è allargata eccessivamente mentre la prua arrivava a lambire la banchina. In corrispondenza del mascone di dritta (destra) la nave ha urtato contro la struttura di imbarco e sbarco, rendendola inservibile, riportando una striatura sullo scafo all’altezza dell’impatto.
La capitaneria è subito intervenuta, assicurandosi che nessun passeggero fosse rimasto ferito o contuso. Nessuno, d’altronde, si trovava sulla banchina o sul “finger” per le severe disposizioni sulla sicurezza delle aree portuali.
Alla fine, la Capitaneria non ha ravvisato danni importanti né allo scafo né alla banchina e pertanto ha dato il via libera alle operazioni di sbarco dei passeggeri, che si è protratto fin quasi a mezzogiorno. Quasi contemporaneamente, persone da tutto il mondo attendevano di imbarcarsi per la crociera.
In definitiva, un errore umano, ma nulla a che vedere con gli ormai famigerati “inchini” o il grave fatto di Genova, con la Jolly Nero che il 7 maggio 2013 abbattè la torre piloti durante una manovra. In questo caso, la nave era in fase di ormeggio e la sua velocità nulla.
Non è un caso che sia partita alle 16.30, in perfetto orario, con nuovi passeggeri che probabilmente non sapranno mai cos’era accaduto poche ore prima che salissero a bordo.

 

PRESENZA FISSA – Passerà in città per 32 volte

IL CALENDARIO La Msc Preziosa è stata la prima dell’anno

Al via la stagione delle crociere

E domani arriva la Costa

La Msc Preziosa, che ha cominciato la stagione un po’ così, non sarà una meteora per Venezia. La compagnia ha investito molto sull’abbinata tra la sua ammiraglia e Venezia: in tutto, nel corso del 2014 la Preziosa entrerà in laguna altre 32 volte, a cominciare da sabato prossimo. Il calendario degli arrivi e delle partenze di Vtp è fittissimo anche quest’anno anche se ci sarà una minore presenza delle navi più grandi così come chiesto dal Governo.
Domani sarà il turno di un altro gigante: la Costa Fascinosa, gemella della “Concordia” di capitan Schettino naufragata all’isola del Giglio. Anche qui si viaggia sui grandi numeri: 290 metri, 114mila tonnellate, 3mila 800 passeggeri. Una nave che con Venezia ha molto a che fare non solamente con i passaggi (36 nel 2014). È stata infatti concepita, come quasi tutta la flotta Costa, alla Fincantieri di Marghera.
Domenica sarà la volta della gemella della Preziosa, la Msc Fantasia, anch’essa farà una trentina di passaggi a Venezia. Sempre della Msc ci sarà l’Armonia, nave della penultima generazione, che stazza meno di 60mila tonnellate ed è lunga 250 metri.
La P&O comincerà i suoi giri a Venezia martedì con la Ventura (116 mila tonnellate) e 288 metri. Prima della fine di questo mese arriverà anche la Holland America Line prima con la piccola Prinsendam e poi con la più grande Nieuw Amsterdam da 86mila tonnellate, che in questo momento si trova ai Caraibi.
A partire da maggio ci saranno tre-quattro navi nei giorni del fine settimana, che in giugno diventeranno sei. In piena stagione saranno una decina le navi che faranno base a Venezia in un fine settimana.
Ci saranno in estate anche navi sostenibili e auspicate anche dai comitati per il no, come la Star Clipper, grande nave a vela lunga 111 metri con sole 4mila tonnellate di stazza. Tornerà anche la Disney Magic, costruita nel 1998 a Marghera, con la silouhette di Topolino sulle due ciminiere: 300 metri per 83mila tonnellate. E poi la Queen Elizabeth del gruppo Cunard, le navi norvegesi della Norwegian Cruises e della Seabourn cruise, alcune delle quali molto di nicchia perché piccole (poco più di 100 metri) e costosissisme perché ricche di servizi esclusivi per i pochi passeggeri.
Per la cronaca, la nave che chiuderà il 2014 sarà ancora una volta una grande, la “Fascinosa” che salperà dalla Marittima il 14 dicembre.

M.F.

 

 

«Il colpo c’è stato, anche se lieve. Pensavamo che fossero normali manovre del comandante»

«Ha cercato di evitare l’impatto»

UNA COPPIA FRANCESE  «Non abbiamo sentito nulla, troppi rumori dai motori»

GRUPPO MILANESE «C’è stato un incidente?  A noi non risulta proprio niente»

I PASSEGGERI – Molti dei turisti a bordo durante l’approdo non si sono accorti di quello che era accaduto

Brasiliani, spagnoli e francesi tranquilli, troppo ansiosi di visitare Venezia per dare importanza al piccolo incidente che ha coinvolto la loro nave, la Msc Crociere “Preziosa”. Qualcuno ha visto lo strisciare della fiancata verso prua lungo la banchina, altri erano in cabina a preparare i bagagli.
I croceristi transitano al people mover, dal quale scendono pieni di valige.
«Eravamo sul ponte – racconta una coppia di San Paolo – abbiamo visto la nave non entrare bene nel canale della banchina passeggeri. Il colpo c’è stato, ma lieve. Avevamo paura che ci fossero dei feriti, soprattutto fra il personale che si apprestava ad ormeggiare. Ci siamo subito offerti, perché siamo un medico e una farmacista. Ci hanno detto che tutto era in ordine. Meglio così».
Dalla Spagna proviene una nutrita comitiva: «Non ci siamo accorti di nulla, pensavamo che fossero manovre normali per attraccare. Ci hanno detto solo in seguito, allo sbarco, che la nave era finita addosso al cemento. Fra i passeggeri c’è stato un passaparola, ma quasi scherzando, come per raccontare l’ultima barzelletta del viaggio».
Un’anziana coppia francese appare in grande difficoltà per la notevole quantità di bagagli e si affida ad un “porter” autorizzato (ne sono sbucati a frotte) per raggiungere l’albergo: «Niente di grave, ci hanno detto. Fra le informazioni via altoparlante ed il frastuono dei motori non abbiamo visto né sentito nulla. Ci aspettano altri cinque giorni di vacanza e sarebbe stato un peccato se l’incidente fosse stato più grave. L’entrata a San Marco è stata bellissima, un paesaggio che non scorderemo. Ora visiteremo Venezia, sperando nel bel tempo».
«È vero, abbiamo capito che la nave non era entrata bene nello spazio dedicato – afferma un altro gruppetto brasiliano – infatti abbiamo sentito aumentare la potenza dei motori per la retromarcia. Poi solo un lieve tocco, come di lamiera sfregata da un ferro. Ma tutto lì. Dicono che c’era una piccola lacerazione allo scafo, ma noi non l’abbiamo vista». Finalmente una coppia italiana, di Milano: «C’è stato un incidente? Non ci risulta». E via, un altro porter carica le loro valige e si dirige verso il ponte della Costituzione.
Brasiliani, spagnoli e francesi che vanno, napoletani che vengono. Proprio al people mover si sono alternati i viaggiatori sbarcati e quelli in partenza. I primi arrivano appunto da Napoli: «Cosa? La nave è incidentata? Speriamo non si sia aperta in due», scherzano già pregustandola crociera.
«Non ne sapevamo nulla, adesso saliamo a bordo e poi si vedrà. Comunque prima di partire è sempre bene fare una serie di scongiuri».

Tullio Cardona

 

GLI ALTRI GRUPPI – Transiti costanti fino al 14 dicembre

Il sindaco Giorgio Orsoni chiede che su questa delicata vicenda se ne discuta, in tempi abbastanza rapidi, nel Comitatone

IL COMITATO   «Stiamo preparando un libro bianco da presentare alla cittadinanza»

LE REAZIONI – Orsoni: «Questa città non deve essere violentata»

L’incidente riaccende il fronte contrario alle grandi navi

Oggi a Venezia il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti

«E se quell’incidente, invece che alla Marittima si fosse verificato dalle parti di Punta della Dogana, che fine faceva quel grande globo?»
Il sindaco Giorgio Orsoni, che ieri mattina ha avuto in Vaticano un incontro con Papa Bergoglio, è preoccupato per quello che è accaduto. «Credo di averlo detto mille volte che questa città ha il diritto di non essere violentata dal transito di queste navi – prosegue Orsoni – Dispiace veramente che il Governo, su un tema così delicato, non abbia ancora trovato una posizioni chiara. In ogni caso ritengo che sia necessario convocare in tempi abbastanza rapidi il Comitatone perchè è proprio in quella sede che si decide il futuro della città». Oggi a Venezia, per la domenica ecologica, arriva in Comune il ministro dell’Ambiente Galletti. «Spero – si augura il sindaco – che si renda conto della precarità della situazione complessiva».
L’incidente di ieri mattina, inutile dirlo, ha riacceso roventi polemiche in città. «Dicevano che a Venezia non potevano succedere incidenti alle navi da crociera – attacca Luciano Mazzolin di AmbienteVenezia – ma arriva per la prima volta la Msc Preziosa, una delle navi più grandi e più nuove, una di quelle che dovrebbero essere ultasicure ed invece ecco immediatamente l’incidente. Le grandi navi devono rimanere fuori della laguna, devono fermarsi in un nuovo avanporto nella bocca di porto del Lido».
Intanto Giuseppe Tattara, del comitato No Grandi navi, annuncia per metà aprile un’assemblea con la popolazione. «La navigazione in laguna non è sicura – esordisce – stiamo preparando un libro bianco su tutti gli incidenti degli ultimi anni. Speriamo che la soluzione sia trovata fuori dalla laguna, ma su questo argomento è necessaria la massima trasparenza e valutazioni comparate». Anche Green Italia va subito all’attacco. «L’incidente alla Marittima durante l’attracco in banchina di una nave da 140mila tonnellate e lunga più di 300 metri non ha per fortuna causato feriti, ma rappresenta una vergogna e dimostra la debolezza della politica attuale nel tutelare uno dei più grandi patrimoni culturali esistenti al mondo: le grandi navi vanno bloccate senza se e senza ma – spiegano i coordinatori nazionali di Green Italia Fabio Granata e Monica Frassoni – Renzi, con il ministro Franceschini, pongano immediatamente la parola fine a questo scempio che ci ridicolizza agli occhi del mondo e che mette a rischio Venezia e la sua immagine».
«Che cosa aspetta ancora il governo Renzi per adottare un decreto che introduca con urgenza il divieto di accesso in Laguna per le grandi navi incompatibili con essa?» Se lo chiedono i consiglieri comunali di Venezia Camilla Seibezzi e Beppe Caccia della lista “In comune”. «Grazie all’ordinanza del Tar, gli elefanti sono tornati a scorrazzare liberi nel negozio di cristalli più prezioso del mondo, Venezia e la sua Laguna. Che le multinazionali della crocieristica e l’Autorità Portuale non vengano, per decenza, a raccontarci anche oggi la storiella per cui questi mostri del mare sarebbero sicurissimi. Non siamo disposti ad aspettare che si verifichi un incidente davvero grave, la tragedia annunciata ormai da troppo tempo, affinché vengano adottati i necessari provvedimenti. Chiediamo che il sindaco acquisisca immediatamente dalla Capitaneria di porto tutte le informazioni su quanto accaduto stamane e che, in Consiglio comunale, faccia il punto della situazione». Anche il deputato di Sel, Giulio Marcon, torna sulla pericolosità della navigazione. «Il governo – aggiunge – deve stabilire da subito il divieto di navigazione delle navi superiori alle 40mila tonnellate, serve una decisione entro il 30 maggio».

 

LA NAVE – Varata lo scorso anno, è l’ammiraglia della flotta Msc e trasporta oltre 3mila 400 passeggeri e 1.400 marittimi

Un gigante lungo 333 metri. Ha perfino il parco acquatico

(m.f.) Tanto per dare un’idea dell’ordine di grandezza di cui stiamo parlando, Msc Preziosa dispone di un parco acquatico sull’ultimo ponte (a oltre 50 metri di altezza) dotato di uno scivolo di 120 metri. È il più lungo tra quelli delle navi da crociera. Con i suoi 333 metri e le oltre 140mila tonnellate di stazza, la Preziosa è l’ammiraglia di Msc Crociere. Varata lo scorso anno, è entrata in servizio il 31 marzo 2013. Tra i servizi di cui dispone, articolati su 18 ponti, da ricordare le 1.751 cabine, 4 piscine, 12 vasche idromassaggio, un teatro da 1.600 posti, un cinema 4D.
La sua storia è curiosa perché fu presa in carico dalla compagnia di Napoli dopo che essa, in fase avanzata di costruzione, era stata abbandonata dalla Libia di Gheddafi, che l’aveva commissionata ai Chantiers de l’Atlantique e che poi era stata travolta dalla “missione” della Nato.
Come dimensioni è identica alla Msc Divina, altra habitué del bacino di San Marco. Della stessa classe, anche se leggermente più piccole, fanno parte la Fantasia e la Magnifica.
Il suo equipaggio è formato da quasi 1.400 unità, che devono fornire servizi di ogni tipo agli oltre 3mila 400 passeggeri che ad ogni crociera salgono a bordo. Per le sue dimensioni è considerata dagli antagonisti del gruppo No grandi navi uno dei simboli del gigantismo navale che starebbe soffocando Venezia. Anche se è dotata dei più moderni sistemi di propulsione e di un sofisticato sistema di riciclo delle acque, questa nave (come le sue simili) è vista dagli ambientalisti come una delle responsabili dell’inquinamento atmosferico ed elettromagnetico a Venezia.

 

L’INDAGINE – Per la Capitaneria responsabilità già accertate

Per la Capitaneria di porto, che in campo marittimo è l’autorità fondamentale, l’istruttoria si è praticamente già conclusa. Il personale ha analizzato per tutta la mattinata i fatti e ha ricostruito l’accaduto, concludendo che si è trattato di un errore umano nonostante a bordo ci fossero il comandante e anche il pilota del porto. A nave praticamente ferma, questa si sarebbe allargata un po’ troppo di poppa, toccando a prua uno dei “finger” per l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri facendolo fuoriuscire dal binario.
«La nave – annota la Capitaneria – ha riportato una piccola striatura sul mascone di prora lato dritto senza che fosse danneggiata l’opera morta».
Nessun danno è stato riportato neppure dalla banchina, quindi per la Capitaneria le responsabilità sono accertate e rimane una questione di risarcimento danni tra Vtp e la compagnia assicuratrice di Msc per il danno riportato alle attrezzature.

 

Venezia, maxi-nave in manovra sbatte contro la banchina

La Preziosa, ammiraglia Msc, ha speronato un “finger” per la discesa dei passeggeri. Attimi di panico, ma nessun ferito. La compagnia: solo un urto leggero. Ma riesplode la protesta

La stagione crocieristica a Venezia non comincia sotto i migliori auspici. Dopo la guerra di logoramento che è arrivata in queste settimane all’attenzione del Governo, ieri un incidente avvenuto alla Marittima con protagonista la “Preziosa”, ammiraglia della flotta Msc, ha ridato fuoco alle polveri. L’incidente è stato di per sé poco significativo, ma a causa della tensione esistente sul problema delle grandi navi (oggi il ministro dell’Ambiente Pier Luigi Galletti sarà a Venezia) l’impatto mediatico è stato molto forte.

 

Ha toccato con la prua il “finger” per l’accesso dei passeggeri

Allarme a terra ma a bordo non se n’è accorto quasi nessuno

VENEZIA La Msc Preziosa (333 metri, 140mila tonnellate) ha urtato la passerella sulla banchina

Grande nave, sbarco con il botto

Alle 8.15, durante la manovra di avvicinamento alla banchina, la Msc Preziosa, 333 metri per 140mila tonnellate di stazza, ha allargato troppo la poppa toccando con la prua il “finger” per l’imbarco e lo sbarco automatizzato dei passeggeri. Nessun danno rilevante, ma la struttura a braccio meccanico è uscita dai binari ed è stata resa inservibile. La Capitaneria di porto, che ha concluso l’inchiesta sull’accaduto, ha verificato che la nave non ha subito danni, eccettuata una “piccola striatura al mascone dritto” (a destra di prua) escludendo danni allo scafo e alla carena, nonché alla banchina. La Capitaneria ha concluso affermando che si tratta di un errore umano e che ora è “solo” una questione di risarcimento tra la compagnia di assicurazioni di Msc e Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), la società che gestisce lo scalo.
La Preziosa era partita mercoledì da Palermo, ha fatto scalo a Malta per arrivare ieri mattina a Venezia. Tra i suoi passeggeri, persone provenienti da tutto il mondo, delle quali quasi nessuna si è accorta che era successo qualcosa durante la manovra.
«Lo abbiamo saputo solo dopo lo sbarco – hanno raccontato da una comitiva spagnola – attraverso il passaparola».
«C’è stato un incidente?» – ha chiesto invece una coppia di Milano.
La nave è poi partita regolarmente alle 16.30 e tornerà a Venezia sabato prossimo e altre 30 volte fino alla fine dell’anno.
«È stato un incidente come ce ne possono essere tanti – tagliano corto a Vtp – e le fotografie lo dimostrano chiaramente: i danni sono limitatissimi al corridoio d’imbarco e praticamente dei graffi sulla nave. Se non si è fatto male nessuno neanche a riva è anche per l’elevatissimo standard di sicurezza di questo porto».
La nave è arrivata, tra l’altro, assistita da due rimorchiatori e con un pilota del porto a bordo. Durante le manovre è inoltre tassativamente obbligatorio sgomberare le banchine e ovviamente i corridoi d’imbarco.
Tutto questo accade in un momento molto convulso, in cui sono fortissime le pressioni da parte della città, ma anche della Regione e di una grossa parte del Parlamento, per tenere le navi più grandi lontane dall’area monumentale. Sul “come” le posizioni sono le più diverse: si va dagli intransigenti “No grandi navi” che vorrebbero un porto in mare, alla posizione del sindaco Giorgio Orsoni che chiede un trasferimento delle operazioni momentaneo a Porto Marghera. Ci sono poi l’Autorità portuale e Vtp che spingono per la realizzazione di un nuovo canale che possa portare le grandi navi alla Marittima passando per Malamocco come fanno oggi le petroliere e le navi da carico. Questa posizione è stata sposata anche dalla Capitaneria di porto e in parte dal ministro Maurizio Lupi. Infine ci sono progetti per realizzare un porto all’esterno delle dighe mobili del Mose, ma in zona protetta dal mare aperto. Attualmente è cominciata la valutazione d’impatto ambientale dei sette progetti inviati a Roma e oggi il ministro Galletti potrebbe dire a che punto è la procedura.
Molto confuso anche il quadro normativo: il decreto Clini-Passera aveva vietato il transito in bacino di San Marco alle navi sopra le 40mila tonnellate, ma solo una volta individuata un’alternativa al passaggio per San Marco. Con il governo Letta c’è stata un’accelerazione, con l’imposizione di una limitazione delle grandi navi già a partire da quest’anno e il divieto per il 2015 per gli scafi al di sopra delle 96mila tonnellate di stazza. Il provvedimento della Capitaneria di porto è stato impugnato al Tar, che ha concesso la sospensiva.
Le compagnie di crociera, nel frattempo, si sono comunque adeguate e per il 2015 stanno vendendo pacchetti per navi più piccole, dirottando le più grandi altrove.
E poi? Nel 2016 dovrebbe essere pronta l’alternativa, ha dichiarato di recente il ministro delle Infrastrutture. Al momento, però, l’orizzonte è molto confuso.

Michele Fullin

 

Ritornano le polemiche (e la paura)

Oggi arriva ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, e a metà aprile si terrà un’assemblea cittadina

L’incidente di ieri riaccende le polemiche in città. E Giuseppe Tattara, del comitato No Grandi navi, annuncia per metà aprile un’assemblea con la popolazione. «La navigazione in laguna non è sicura – esordisce Tattara – stiamo preparando un libro bianco su tutti gli incidenti degli ultimi anni. Speriamo che la soluzione sia trovata fuori dalla laguna, ma su questo argomento è necessaria la massima trasparenza e valutazioni comparate».

Per i No navi la strada è una sola: nessun ricorso alla legge obiettivo, confronto sugli scenari in campo che abbia come primo obiettivo l’interesse pubblico.

«E se la nave andava a sbattere alla Punta della Dogana? – si chiede preoccupato il sindaco Giorgio Orsoni – Credo di aver detto mille volte che la città non deve essere violentata dalle navi. Le decisioni su questi argomenti devono essere prese dal Comitatone».

Il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Fuori, come abbiamo sempre detto, le Grandi navi dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca – dice il governatore – ma non devono uscire prima che non sia creata una valida alternativa anche perché la contropartita sono 6 mila lavoratori e anche perché il nuovo porto d’approdo non sarebbe Monfalcone bensì Istanbul».

Anche il deputato di Sel, Giulio Marcon, torna a parlare della pericolosità della navigazione. «Il governo – spiega – deve stabilire da subito il divieto di navigazione delle navi superiori alle 40mila tonnellate, serve una decisione entro il 30 maggio». I Verdi, con Luana Zanella e Angelo Bonelli, chiedono al governo un provvedimento immediato per vietare il transito di “condomini galleggianti”. E oggi, domenica ecologica, arriva ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

Gian Paolo Bonzio

 

I PRECEDENTI – Quando una portacontainer “atterrò” ai Giardini

Gli incidenti in laguna riguardanti le navi sono stati abbastanza pochi. E comunque non hanno mai coinvolto una grande nave se non all’interno del bacino della stazione marittima.
Il primo risale al 31 maggio 1980, quando una portacontainer finì contro la riva dei Giardini della Biennale. Già allora si parlava di “ennesimo incidente”. Fino a poco tempo prima, però, in bacino San Marco ci passavano anche le petroliere. Il 3 ottobre 2001 il traghetto “Prometheus” della Minoan Lines si incagliò a 200 metri dal Lido, in bacino. Il 12 maggio 2004 la nave da crociera tedesca “Mona Lisa” si arenò ad un centinaio di metri dalla zona monumentale di piazza San Marco. Nel maggio e nell’agosto 2012, in seguito a forte vento, due grandi navi ruppero gli ormeggi.

 

PROTEZIONE  «I nostri sistemi prevengono errori»

«La sicurezza è massima Infatti non ci sono danni»

«È stato un incidente come ce ne possono essere tanti, paragonabile ad un’automobile che in fase di parcheggio urta contro il paletto di un segnale stradale. Tant’è che i passeggeri non si sono accorti di nulla»
Da Venezia terminal passegeri si affrettano ad evidenziare come l’incidente di ieri mattina non sia stato poi un granché.
«Urti di questo genere – spiega uno spedizioniere – capitano in tutti i porti del mondo, anche se più con i traghetti. E chissà quante volte sarà successo negli aeroporti e nessuno ha saputo nulla».
In effetti, in questo periodo la tensione è altissima perché il Governo entro l’estate dovrà pronunciarsi almeno sulla valutazione d’impatto ambientale sulle sette soluzioni alternative al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco. I comitati contro le grandi navi sono agguerritissimi e annunciano una stagione di fuoco come quella 2013, fatta di manifestazioni e anche di scontri.
«Ovviamente la notizia che rimbalzerà – aggiungono a Vtp – sarà esagerata, ma ribadiamo e le foto lo dimostrano chiaramente, che non è accaduto praticamente nulla. Un finger è stato messo fuori uso, quello vicino è stato utilizzato tranquillamente per le operazioni. Se non si è fatto male nessuno – concludono – è anche grazie all’elevato grado di sicurezza che hanno le operazioni che si svolgono all’interno di questo scalo, che lo ribadiamo, serve solo passeggeri e non ha alcuna commistione con traffici di altro tipo».
Importante per Vtp anche il fatto che, sempre per motivi di sicurezza, nessuna persona può essere sulla banchina o sui finger durante la fase di manovra della nave.
In definitiva, un errore di manovra che può sempre accadere non può pregiudicare l’operatività della stazione passeggeri e non lo ha fatto.
«Per questo elevato grado di sicurezza – conclude Vtp – la Marittima non può che essere l’unico luogo in grado di accogliere queste navi, indipendentemente dal percorso che queste poi faranno».

M.F.

 

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