Gazzettino – Citta’ metropolitana, i sindaci partono divisi
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7
mag
2014
CA’ CORNER – L’assemblea decide l’iter per lo statuto della Grande Venezia
Sindaci divisi sulla città metropolitana, ma nonostante i distinguo e i pareri contrari, l’iter andrà va avanti. Così, ieri l’assemblea dei sindaci della provincia di Venezia ha dato il via al conto alla rovescia per l’istituzione del nuovo ente locale che andrà a battesimo con il 1. gennaio del 2015. Nel frattempo, subito dopo la tornata elettorale di questo mese, entro luglio verrà convocata la Conferenza sullo statuto dopo il lavoro svolto di una commissione di otto esperti, Poi entro settembre verrà eletto tra i sindaci e i consiglieri il nuovo Consiglio metropolitano che prenderà il posto delle attuali Province.
Sindaci divisi sulla Grande Venezia
L’assemblea dei primi cittadini si scontra sui principi, ma avvia l’iter con la Conferenza sullo Statuto
Lo scontro è stato a colpi di fioretto. Da una parte i contrari, dall’altra i favorevoli e nel mezzo, molti, che attendono di fare un passetto alla volta per capire dove si sta andando. E su tutto ad aleggiare tra i sindaci riuniti ieri a Ca’ Corner l’oggetto misterioso: la città metropolitana. Una storia “antica” e recente come ha riassunto il prefetto, Vincenzo Cuttaia. «Questa è una giornata davvero speciale perchè l’aspettavamo da ben 24 anni. Fin dalla legge 142 del 1990».
Ed è così, che ieri il rappresentante di Governo a Ca’ Corner ha accolto 36 dei 44 sindaci della provincia di Venezia chiamati – per la prima volta – all’assemblea per l’avvio dell’iter di costituzione della nuova Città metropolitana di Venezia. Un percorso, come ha sottolineato il prefetto Cuttaia, fatto di luci e ombre, lungo e anche pasticciato, ma che ora con la legge 56 del 7 aprile scorso, accelera senza dare più scampo agli enti locali veneziani.
E lo ha ribadito ieri il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni chiamato a fare gli onori di casa (altrui) in previsione della soppressione delle Province prevista per il 31 dicembre prossimo, e sensibilmente ridimensionate alla scadenza della legislatura di Francesca Zaccariotto nel giugno prossimo, quando di fatto l’Amministrazione provinciale passerà la mano a poco a poco.
«La Città metropolitana – ha detto Orsoni – non è un vestito da calare con forza sulla realtà che ci circonda, ma è una presa d’atto, un fondamentale cambiamento per gli enti locali che dobbiamo governare». Progetti non proprio facili, con più di qualche contestazione da parte di altri sindaci (Musile di Piave, Fossalta di Piave, Scorzè) che hanno espresso la paura di essere “fagocitati” da Venezia e altri (e sono la maggioranza) che intravedono una formula positiva, utile allo sviluppo e alla gestione comune di alcuni servizi (Quarto d’Altino, Marcon, Mirano, Cavallino-Treporti, Chioggia, Stra, Eraclea, etc). Di mezzo, il ruolo di Francesca Zaccariotto, che pur partendo da posizioni di contestazione in passato, ha dato segni di apertura. «C’è la volontà condivisa con il sindaco Orsoni – ha detto – di proseguire assieme i lavori, attivando ogni forma di collaborazione nell’interesse dei cittadini, che nei prossimi sei mesi continueranno ad aspettarsi dalla Provincia la manutenzione di strade, scuole e servizi. Se la lettura politica della norma approvata dal governo mi spingerebbe a vedere il bicchiere mezzo vuoto, non ultimo anche in forza dell’ultimo decreto approvato il numero 66 del 24 aprile scorso che taglia dal nostro bilancio ulteriori 5 milioni di euro (pari al 17% delle spese correnti del bilancio provinciale), la lettura responsabile del nostro ruolo ci spinge a proseguire in modo collaborativo». Alla fine le decisioni da mettere in pratica dopo l’imminente campagna elettorale: l’istituzione di una commissione di otto esperti provenienti da tutte le aree della provincia per la redazione di uno Statuto da far approvare ad una Conferenza statutaria convocata per i primi di luglio e poi il definitivo avvio del percorso istituzionale con la nascita del Consiglio metropolitano composta da membri eletti tra sindaci e consiglieri.
LA CITTÀ METROPOLITANA
LE REAZIONI – Zaia: «Solo un nuovo carrozzone»
ORSONI «Non è un vestito da calare con forza, ma realtà nuova»
E da alcuni Comuni arriva l’altolà
ZACCARIOTTO «Collaborazione assicurata ma occorrono garanzie»
Il siluro all’incontro arrivato a pochi minuti dalla fine. E ci ha pensato il governatore Luca Zaia: «Quanto mi piacerebbe avere la stessa convinzione di chi saluta con parole a dir poco trionfalistiche la nascita della Città Metropolitana. Mi sembra un inno di giubilo a dir poco avventato quello che intonano anche alcuni apparati dello Stato. D’altro canto, a quelli che oggi debordano in festeggiamenti parrà stonata la mestizia con la quale do tutt’altro che il benvenuto a quello che considero un nuovo carrozzone burocratico che non porterà nulla di utile ai cittadini. Non è certo la svolta auspicabile per la capitale del Veneto. Venezia può diventare una città stato»
Non c’è dubbio: la Città metropolitana non è facile da digerire soprattutto se ci si mettono di mezzo i “campanilismi” e, (sotto traccia) anche gli schieramenti della politica. E ad aprire le danze, al di là di Zaia, ci hanno pensato quei sindaci che, in qualche modo non vedono di buon occhio questo futuro traguardo. Massimo Sensini (Fossalta di Piave): «La città metropolitana è tutt’altro che una metropoli. Non vorrei che lo Statuto di questo ente fosse già stato fatto e che prima o poi ci venisse presentato già bell’e pronto. Che cosa propone Venezia al territorio?» Sulla stessa linea, Gianluca Forcolin (Musile): «Perchè si vuole un altro ente, quando si riconosce che la Provincia ha funzionato bene? Lo Statuto deve garantire pari dignità a tutti». E a rincarare la dose ci ha pensato il sindaco di Scorzè, Giovanbattista Mestriner: «Più volte abbiamo sottolineato come il progetto non serva a nulla. E proprio necessario che il sindaco di Venezia sia a capo della città metropolitana?. Vedo tanta ipocrisia». Ma non sono mancati i favorevoli al progetto. E qui va segnalata l’azione del sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte che su un testo condiviso che chiede la massima partecipazione di enti, associazioni, organizzazioni sindacali e pure dei dipendenti dell’Amministrazione comunale, ha messo d’accordo la maggioranza dei comuni (tra i quali Marcon, Cavallino, Dolo, Martellago, Mirano, Spinea, Portogruaro, Chioggia), che hanno risposto approvando l’avvio dell’iter sulla città metropolitana. «Chiediamo – sottolineano – che il Comune di Venezia, nell’ambito della Città metropolitana si attivi per avviare le procedure per accedere ai fondi strutturali europei Pon 2014/2020».
Città Metropolitana al primo atto
Vertice di 36 sindaci. Orsoni: «Nuova realtà». Zaia: «Un carrozzone burocratico»
VENEZIA – Non è stata un’assemblea facile. Non sono mancate le divisioni, ma l’obbligo della legge costituzionale c’è. É stato questo il clima della prima assemblea dei sindaci dell’area veneziana convocati nella sede della Provincia per avviare l’iter per la costituzione della Città metropolitana con una serie di scadenze che culmineranno con il battesimo di questo nuovo ente locale al posto della Provincia il 1. gennaio del 2015. Ma per arrivare a quella data, ieri i sindaci si sono scontrari sui principi e le proceduire per scegliere comunque di avviare con una serie di adempimenti amministrativi e burocratici come la convocazione di una Conferenza sullo Statuto del nuovo ente da organizzare per i primi di luglio e poi l’elezione del primo Consiglio Metropolitano da istituire entro il prossimo settembre per poi fare il “grande salto”. «Non è un vestito da far calare dall’alto – ha detto il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni a 36 dei 44 “colleghi” della provincia – Dobbiamo tutti insieme far nascere una realtà nuova”. E anche Francesca Zaccariotto, presidente uscente della Provincia ha rilanciato la propria volontà di collaborazione. Un “siluro” è stato lanciato dal governatore Zaia: «Siamo di fronte ad un nuovo carrozzone burocratico che genera solo poltrone e non produrrà nulla di utile per i cittadini. Venezia non ha bisogno di questo, ma di essere riconosciuta come una sorta di “città stato”».
(P.N.D.)
Nuova Venezia – Grandi Navi, il Comitatone sceglie a fine mese
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3
mag
2014
CONFRONTO TECNICO – Al Ministero aperto Anche al Comune
Tre progetti in lizza (Contorta, retro Giudecca, Vittorio Emanuele), Marghera scalo aggiuntivo
VENEZIA – Ci sarà questa volta anche il Comune, insieme al Magistrato alle Acque e all’Autorità Portuale al tavolo tecnico convocato dal Ministero delle Infrastrutture entro due settimane per valutare i tre progetti alternativi al passaggio delle Grandi Navi dal Bacino di San Marco, rimasti in corsa per essere poi sottoposti alla Valutazione d’impatto ambientale. Il Governo ha infatti accolto la protesta del sindaco Giorgio Orsoni – per le esclusioni precedenti – e ha ammesso anche Ca’ Farsetti con i suoi tecnici al tavolo di confronto. I tre progetti rimasti in lizza sono quelli che si riferiscono all’uso e allo scavo di altrettanti canali lagunari. C’è lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo, proposto dall’Autorità Portuale e che resta, a oggi, il progetto favorito. C’è quello della nuova “tangenziale” alle spalle del canale della Giudecca, sostenuto dalla Venezia Terminal Passeggeri . E c’è infine quello che prevede l’uso e lo scavo del canale Vittorio Emanuele, caldeggiato appunto dal Comune. Ormai scartata, a quanto risulta, la soluzione alternativa del Lido, che pure contava su quattro progetti depositati. La Marittima resterà il punto di riferimento per lo scalo delle navi da crociera, anche se non si esclude anche l’uso alternativo di Marghera per una parte del traffico. Sarà comunque il nuovo Comitatone convocato entro fine mese a dover decidere, anche sulla base della valutazione dei tecnici, quale dei tre progetti sarà inviato alla Valutazione d’impatto ambientale (Via) come privilegiato, confrontandosi comunque con gli altri. Poi da quel momento, in base ai tempi fissati dalla Legge Obiettivo – la procedura scelta per il progetto – ci saranno tre mesi di tempo per completare la Via. Intanto, per l’8 maggio si attende la decisione di merito del Tar sul ricorso presentato da Vtp contro la riduzione dei passaggi delle grandi navi nel canale della Giudecca. Nel prossimo Comitatone si discuterà anche del nuovo terminal off-shore, la piattaforma al largo dell’Adriatico per le merci, proposta dall’Autorità Portuale.
(e.t.)
«Grandi navi a Chioggia. Ci basta scavare i canali»
Il sindaco a Romaper portare in città le crociere che Venezia non vuole
«Il nostro porto sarà l’alternativa e potremo entrare in un settore strategico»
CHIOGGIA. Anche Chioggia al tavolo tecnico del Comitatone a Roma per discutere di grandi navi e della creazione di un polo crocieristico lagunare. Il sindaco Giuseppe Casson mercoledì, è riuscito a “farsi ascoltare” proponendo di inserire anche la “soluzione Chioggia” tra le alternative per risolvere il problema delle grandi navi nel bacino di San Marco che saranno vagliate fra un paio di settimane dal tavolo tecnico.
Il sindaco ha proposto di inserire i lavori per portare i fondali dei Saloni a 11 metri nel maxi finanziamento per risolvere i problemi di Venezia. Il Comitatone flash di mercoledì, ridottissimo nei tempi per la convocazione di un Consiglio dei ministri, non ha sortito alcuna fumata bianca.
È stato un incontro interlocutorio che si è concluso solo con la promessa di una nuova riunione entro maggio. «Il tempo a disposizione è stato brevissimo», commenta Casson, «50 minuti complessivi non possono certo consentire un’esposizione compiuta delle tante questioni sul tappeto e una contestuale elaborazione da parte del Governo. Tanto più se l’unico tema affrontato è stato quello delle grandi navi. Personalmente ho auspicato che venisse presto convocato un nuovo Comitatone per affrontare nel dettaglio le numerose altre problematiche». In primis ciò che preme a Casson è di ottenere lo svincolo dei fondi della Legge Speciale dal Patto di stabilità per poter disporre di quei quasi 60 milioni di euro che Chioggia ha nelle banche ma che non può toccare. Casson ha comunque “approfittato” dell’occasione per agganciare Chioggia alla questione grandi navi. «Ulteriori tentennamenti», sostiene Casson, «rischiano di portare le grandi compagnie di crociera a lasciare l’Italia. Lavorare su un polo crocieristico lagunare, includendo Chioggia come nuova opportunità, permetterà di tenere a Venezia e nel Veneto un traffico turistico così importante. I lavori da noi necessari per accogliere anche grandi navi sono di entità limitata e di rapida attuazione (portare i fondali da 8.5 a 11 metri ndr) e non comportano costi ingentissimi (15 milioni di euro) se rapportati ai benefici sull’occupazione e sull’economia, per questo ho chiesto che siano considerati unitariamente a quelli per Venezia e inclusi nella legge obiettivo». L’escavo dei canali non dovrebbe avere ricadute ambientali particolari. «Non mi risulta che ci siano problemi simili a quelli di Venezia», spiega il sindaco, «molti dei nostri fondali sono già a 11 metri, si tratta di completare il lavoro. In tutti i casi qualsiasi intervento sarà analizzato nella Valutazione di impatto ambientale».
Elisabetta B. Anzoletti
Gazzettino – Grandi navi, tre i tracciati. Il verdetto entro maggio.
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1
mag
2014
Il Comitatone fissa i tempi della decisione. Escluso il terminal fuori dalla laguna
VENEZIA – Per l’approdo favorita ancora la Marittima, divisi Regione e Comune
ZAIA «Sono contrario al trasferimento del traffico a Marghera»
L’impegno è preso: entro la fine di maggio si conoscerà quale percorso dovranno fare le grandi navi per arrivare ai terminal portuali della Marittima (nel cuore di Venezia) o, eventualmente, di Marghera. La riunione del Comitatone, convocata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi (ieri assente) è servita solo a calendarizzare le scadenze che di qui a un mese porteranno alla riunione che porterà ad escludere le navi passeggeri da piazza San Marco. In sostanza, entro il 15 maggio sarà convocato un tavolo tecnico con rappresentanti ministeriali, del Porto e degli enti locali per vagliare le soluzioni che comportano una via differente per arrivare al porto. Escluse, dunque, le soluzioni del terminal portuale in bocca di porto di Lido per la quale erano stati presentati due progetti. Entro il 31, poi, il Comitatone sceglierà quale progetto mandare in valutazione d’impatto ambientale. Che, se darà esito positivo, darà il via libera all’inserimento in Legge obiettivo (già deciso dal Governo quale che sia la soluzione) con lo scopo di avere tempi e finanziamenti certi. Un dato fondamentale per evitare che le compagnie di crociera abbandonino Venezia come porto base preferito nel Mediterraneo e se ne vadano altrove: Atene o Istanbul tra tutte.
Di più non è stato possibile approfondire si è fatto, anche perché la riunione del Comitatone (che non si teneva dal luglio 2011) è durata poco meno di un’ora. Dalle 15 alle 16, dopo era già in agenda il Consiglio dei ministri.
Ricapitolando, restano in piedi il canale Sant’Angelo Contorta, proposto dall’Autorità portuale e condiviso anche dalla Regione e dalla Provincia, il canale retro Giudecca (con ingresso dal porto di Lido, come accade oggi) proposto dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti e il ripristino del canale Vittorio Emanuele III, già esistente (era percorso dalle petroliere fino a qualche decennio fa) come proposto dal sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e prospettato inizialmente da Luigi Brugnaro quando era ancora presidente degli Industriali di Venezia.
Quest’ultima proposta ha diviso la posizione di Orsoni dagli altri rappresentanti locali (Paolo Costa, Porto, Luca Zaia e Renato Chisso, Regione, Mario Dalla Tor, Provincia).
«Io ho detto no a nuovi canali – commenta Orsoni – sì all’utilizzo di canali e di strutture esistenti. Non sono pregiudizialmente contro la Marittima, anche se ritengo che trasferire le navi a Marghera sarebbe la soluzione migliore. Scavare e rettificare il Vittorio Emanuele, che è già pronto e navigabile, costerebbe molto meno di qualunque altra opera».
Immediata la replica del governatore Zaia: «L’ipotesi Marghera non la prendiamo in considerazione in quanto preliminarmente bocciata dagli organi tecnici».
Critico anche l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso: «Il sindaco di Venezia che pretende di sostituirsi all’Autorità Portuale, alla Capitaneria, ai ministri, allo Stato in generale».
Non è stato tenero con lui neanche il Comitato No grandi navi: «Dopo aver sostenuto per oltre due anni, senza avere lo straccio di un progettino in mano, l’ipotesi di un terminal a Porto Marghera, la ha ora abbandonata con un giro di valzer per proporre in Comitatone lo scavo del canale Vittorio Emanuele per raggiungere la Marittima».
Michele Fullin
IL COMITATONE A ROMA – Davanti al premier cadono tutte le alternative all’arrivo in Marittima
Grandi navi, restano 3 ipotesi
GRANDI NAVI – IL COMITATONE
NUOVO APPUNTAMENTO – A fine mese si parlerà anche di Legge speciale
ORSONI «Il Vittorio Emanuele diventa la soluzione più ovvia e credibile»
Il Comune di Cavallino mette il veto sul terminal in bocca di porto del Lido.
De Piccoli avverte: «Non c’è furbizia burocratica che possa metterci fuori gioco»
I punti fissi: Marittima e i tre canali alternativi
Questo Comitatone interlocutorio un risultato l’ha avuto, sia pure in modo non ufficiale: ha scremato l’ampia gamma di proposte alternative con un tratto di penna senza pensarci troppo e ha rimesso in pista l’ipotesi del canale Vittorio Emanuele sostenuta con forza dal sindaco Giorgio Orsoni soprattutto in questi ultimi giorni.
«Sono molto soddisfatto – commenta Orsoni – perché si porta la questione sul tavolo “giusto” e finalmente il Comune è formalmente parte delle decisioni. È passato il principio che le decisioni non passeranno solo per il “loro” tavolo tecnico lasciando fuori gli enti locali».
La posizione di Orsoni resta sempre la stessa.
«Ho detto no al passaggio delle navi a San Marco – continua – no allo scavo di nuovi canali. Sì invece all’utilizzo di canali e strutture portuali esistenti. Per questo il canale Vittorio Emanuele mi sembra la soluzione più ovvia e fattibile in termini di tempo e risorse. Se poi non si vuole andare a Marghera, pazienza, si continuerà con la Marittima. Nel prossimo Comitatone, si parlerà anche di portualità offshore come chiesto dal Porto, ma anche della ripresa dei finanziamenti di Legge speciale e della “sovranità” sulle acque della laguna».
La proposta di un terminal passeggeri in bocca di porto del Lido anche per l’opposizione del sindaco di Cavallino Treporti, Claudio Orazio, non sarebbe stata presa in seria considerazione.
«Per carità – commenta Orazio – quell’alternativa mi pareva già piuttosto bassa nella graduatoria del Governo, mi pare. Intervenire in bocca di porto comporterebbe uno sconvolgimento importante di tutta la zona. Io ho portato a Roma la posizione presa all’unanimità dal consiglio comunale, non la mia».
Cesare De Piccoli, ex viceministro alle Infrastrutture e oggi proponente del progetto per il terminal passeggeri in bocca di porto del Lido, fa spallucce.
«Prendo atto – dice – che il Comitatone ha deciso di aggiornarsi. In assenza di una delibera e quindi di una decisione ci riteniamo nella partita. Ciò che spiace è invece questa continua “esclusione” di questo progetto senza un esame approfondito e sulla base di furbizie. Venezia meriterebbe qualcosa di più, un dibattito meno superficiale».
Per De Piccoli la procedura è sacra e inviolabile.
«Continueremo ad affidarci alla maestà della legge, che si traduce in poche norme: la Legge speciale per Venezia, quella sulle opere pubbliche e quella ambientale. Ci sono poi il decreto Clini-Passera e il pronunciamento del Senato. Non c’è furbizia burocratica che ci possa mettere fuori gioco e trovo risibile – prosegue – nascondersi dietro una presunta volontà di Cavallino per non prendere in considerazione un progetto che “cade” totalmente nel territorio del Comune di Venezia. Inutile – conclude – far finta di non capire: l’unico progetto presentato pubblicamente alla città è il nostro. Credo che la gente si dovrebbe un po’ preoccupare se proprio questo dovessere essere escluso senza neppure un esame nel merito».
LA DELUSIONE DI MIRA E CHIOGGIA – Maniero: «Pagliacciata». Casson: «Comitatino»
VENEZIA – I sindaci di Mira e Chioggia si aspettavano di più dal tanto atteso “Comitatone”. Alla fine la riunione è durata meno di un’ora, e per loro non c’è stato spazio.
«Parlerei più di comitatino, che di comitatone – dichiara sarcastico Giuseppe Casson, sindaco di Chioggia – Non sono state ascoltate molte considerazioni», continua Casson, che comunque si allinea con Paolo Costa nel delineare un futuro fosco per la croceristica nel caso in cui non si arrivasse ad una rapida soluzione del problema.
«Costa ha detto che si possono perdere definitivamente le crociere. Ecco – aggiunge Casson – io credo che questa sia un prospettiva realistica e non un prospettiva terroristica, come invece l’ha definita Orsoni».
Il sindaco Casson ha sfruttato la riunione romana anche per ribadire la disponibilità del porto di Chioggia a fare la sua parte nella soluzione del problema del passaggio delle grandi navi a Venezia. «Il nostro porto è un’opportunità per decongestionare il traffico nello scalo veneziano e Delrio ha fatto intendere di avere ben presente questa opzione».
Per il sindaco di Mira, Alvise Maniero, la riunione del “Comitatone” è stata invece una «ridicolaggine», una «pagliacciata». «La sensazione – attacca Maniero – è che sia tutto un baraccone per legittimare scelte già prese. Nonostante questo, siamo riusciti comunque a depositare e far mettere agli atti le nostre richieste, compresa l’opposizione al parere positivo della Via per il terminal offshore».
Maniero racconta che, nonostante il «baraccone», durante la riunione lampo del comitatone ci sono stati comunque dei momenti di tensione. «Ho assistito ad un acceso battibecco tra Costa e Orsoni, un vero e proprio batti e ribatti con attacco e risposta».
Nonostante tutto, il sindaco di Mira promette di portare avanti la posizione del Comune. «Noi non arretreremo di un centimetro. Abbiamo il dovere di partecipare ai lavori, perché ci sono cose che vanno dette e problemi che vanno affrontati. Mira si giocherà fino in fondo il proprio ruolo, ogni soluzione che verrà presa non dovrà prescindere da Vas e Piano Regolatore. Vogliono farci fretta, ma si sta parlando di cambiare la Laguna».
No Navi: «Ora mobilitazione»
Testa attacca: «Giro di valzer del sindaco». Cacciari: «Nessuna decisione, buon segno»
«Sull’esito del Comitatone, restiamo in attesa delle comunicazioni ufficiali. Tuttavia, il rinvio a fine maggio può anche essere interpretato come un buon segno, e che la lobby del Porto non è così potente. In questo mese ridaremo voce ai cittadini e prepareremo la mobilitazione del 7-8 giugno. Cruise Venice ha detto che non dovremmo manifestare? Andremo avanti, e mi auguro che il prefetto non mostri il fianco a simili assurdità: negarci l’autorizzazione e imbavagliare la protesta sarebbe un’inaccettabile forma di repressione».
Questo il commento a caldo di Tommaso Cacciari (Centri sociali) alle conclusioni del Comitatone sul tema grandi navi. Rafforzato dalle dichiarazioni di Luciano Mazzolin (Ambiente Venezia), secondo cui «a Roma si devono essere presi una vacanza in vista delle elezioni europee. Un calcolo politico, perché a votare saranno anche le 93mila persone che in rete hanno chiesto l’allontanamento delle navi da crociera, e lo stesso dicasi per i 12mila 500 firmatari della nostra petizione. Auspico che nel tempo disponibile i tecnici incaricati delle verifiche siano veramente indipendenti. Da parte nostra, nemmeno un giorno andrà sprecato. Anzi, ci rivolgeremo alla Corte di giustizia europea affinché si pronunci sui livelli di inquinamento da Pm10 e micro-polveri denunciati lo scorso 28 aprile. E resta inteso che il 7-8 giugno eserciteremo il diritto costituzionale a manifestare».
Silvio Testa (Comitato no navi) si scaglia contro il sindaco Orsoni, «per la sua nuova proposta di scavare il canale Vittorio Emanuele al fine di raggiungere la Marittima. Tutte le ipotesi di entrare dalla bocca di porto di Malamocco comportano il raddoppio del canale dei Petroli e la sua arginatura, mentre quella retro Giudecca è talmente vandalica e priva di sensibilità ambientale da non essere degna di menzione. Unica soluzione è l’estromissione delle grandi navi dalla laguna. E il Comitatone è stato così breve da far pensare che non ci sia stata istruttoria sufficiente per tutte le alternative in campo».
«Orsoni ha espresso una posizione personale e non avallata da Consiglio e Giunta – tuona Andreina Zitelli (Pd centro storico) – Se lui vuole sposare una soluzione che distruggerà la laguna, si confronti con numeri, modelli matematici e valutazioni ambientali. In materia, il Pd deve prendere una posizione chiara».
Vettor Maria Corsetti
Nuova Venezia – Grandi navi, torna l’ipotesi Marghera.
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1
mag
2014
Riunione lampo a Palazzo Chigi presieduta dal sottosegretario Graziano Delrio. Nuovo tavolo tecnico con tutti i progetti
Torna in pista l’ipotesi Marghera. Insieme all’«utilizzo dei canali esistenti per arrivare alla Marittima». Il ministero istituirà un nuovo tavolo tecnico per verificare la fattibilità dei progetti. E la decisione definitiva sarà presa dal governo entro maggio, in un’altra riunione del Comitatone. Canta vittoria il sindaco Giorgio Orsoni, dopo che a palazzo Chigi un Comitatone lampo, durato poco più di mezz’ora e e presieduto dal sottosegretario Graziano Delrio ha rimesso in gioco le sue proposte. Per ora niente Legge Obiettivo e nuovi canali come chiedevano il Porto e la Regione. Ma una valutazione comparata di tutte le proposte. «Una vera svolta», dice il sindaco, «ringrazio il governo per averci ascoltato. Perché qualsiasi decisione non può prescindere dal coinvolgimento della città. Se non vogliamo scavare nuovi canali la soluzione più ovvia è quella di attraccare le grandi navi a Marghera e semmai farle arrivare in Marittima adeguando il già esistente Vittorio Emanuele». Ipotesi che il Porto non vuole. E la Regione nemmeno. «È stata scartata dagli organi tecnici competenti», ha detto ieri il governatore Luca Zaia, «dunque non si può prendere in considerazione». Ma il governo ha stabilito di andare avanti.
Le date. Per l’8 maggio si attende la decisione di merito del Tar sul ricorso presentato da Vtp contro la riduzione dei passaggi delle grandi navi nel canale della Giudecca. Entro il 15 maggio il ministero delle Infrastrutture dovrà convocare il tavolo tecnico con Magistrato alle Acque, Capitaneria, Autorità portuale e la partecipazione del Comune. «Non ci hanno mai consultato», ha denunciato il sindaco in apertura. Un nuovo Comitatone deciderà entro la fine di maggio quale sarà la soluzione migliore.
I nuovi canali. Il presidente del Porto Paolo Costa non l’ha presa benissimo e nel corso della riunione ha discusso in modo molto acceso per confutare le tesi del suo ex assessore Orsoni. «Siamo tornati all’istruttoria, non abbiamo fatto passi avanti», dice, «ma le navi non aspettano: se non decidiamo in fretta, se ne vanno». E l’unica soluzione, insiste Costa, «è il nuovo canale Contorta Sant’Angelo. «Marghera? Impossibile, ci sono normative di sicurezza e ambientali, le navi commerciali e le petroliere se ne vanno anche loro. Molte compagnie me lo hanno già annunciato».
Il Lido. Appena accennata la soluzione alternativa del Lido, che pure contava su quattro progetti depositati. Ne ha parlato il sindaco di Mira Alvise Maniero rilanciando la proposta del nuovo terminal fuori dalla laguna, in bocca di Lido. «Non se ne parla nemmeno», ha replicato il sindaco di Cavallino Claudio Orazio. Cesare De Piccoli ha ribadito che la nuova versione del terminal al Lido è posizionata «interamente nelle acque del Comune di Venezia».
Off shore. In una giornata non proprio produttiva per la questione grandi navi, il Porto ha incassato però un punto importante. «Il governo ha preso atto dei passi compiuti», dice Costa, «e si è impegnato a discuterne nel prossimo comitatone di fine maggio. Una risposta positiva alle esigenze del nostro scalo che dovrà fare i conti anche allo scenario del dopo Mose». La piattaforma al largo dell’Adriatico per le merci, grande opera da un miliardo e mezzo di euro, si è resa necessaria secondo Costa per non penalizzare i traffici commerciali in vista del “dopo Mose”. La conca di navigazione realizzata a Malamocco e proposta proprio dall’amministrazione Costa, dieci anni fa, è già troppo piccola per le navi di ultima generazione.
La sfida. Punto a favore di Orsoni, dunque. Ma la battaglia non è conclusa. «La nostra è una soluzione di buon senso e rispettosa della laguna», dice il sindaco. «Le opinioni sono una cosa, ma chi deve decidere sono gli organi tecnici», replica Costa, «loro ne hanno la responsabilità». Ancora un mese e la decisione arriverà.
Alberto Vitucci
LE REAZIONI
Basta scavi e grandi opere in laguna». Andreina Zitelli, docente Iuav e per anni consulente del ministero per l’Ambiente, definisce la riunione di ieri «un’armata Brancaleone». «Quella del sindaco è una posizione personale», dice, «il Magistrato alle Acque non ha presentato studi introduttivi, com’è la prassi, e il presidente del Porto si è scritto da solo la delibera per farsi approvare l’off shore. È mancata una posizione politica della città e del Pd, il partito di maggioranza. Non si possono approvare soluzioni che distruggono la laguna». Un dossier inviato al premier Renzi che definisce«impossibile» la realizzazione del nuovo terminal a Marghera e un appello a non penalizzare l’attività croceristica e il lavoro. Venezia Terminal Passeggeri, la società che gestisce le crociere, ha ribadito ieri che urgono decisioni rapide sulle alternative. E che per non passare più davanti a San Marco si dovrà comunque mantenere come centrale la Stazione Marittima, oggetto di forti investimenti negli ultimi anni. La soluzione proposta da Vtp, ma ieri non discussa al tavolo di palazzo Chigi, è quella di scavare un nuovo canale dietro la Giudecca.
Nuova Venezia – Grandi navi, il Comitatone oggi decide
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30
apr
2014
CONVOCATO DA RENZI
Grandi navi: tutti a Palazzo Chigi per il Comitatone, voluto e presieduto dal premier Matteo Renzi. Riunione decisiva, che porterà a un’indicazione precisa e scarterà tutte le altre. Il sindaco Orsoni: «Noallo scavo di nuovi canali in laguna».
CROCIERE A SAN MARCO »A ROMA SI VALUTANO LE ALTERNATIVE
Grandi navi, oggi il Comitatone decide
Alle 15 a palazzo Chigi la riunione presieduta dal premier Renzi. Orsoni: «No allo scavo di nuovi canali in laguna»
La relazione introduttiva del Magistrato alle Acque Si parlerà anche di Mose, di finanziamenti da distribuire e del grande progetto del terminal off shore per le merci
No allo scavo di nuovi canali, dannosi per la laguna. Via libera all’alternativa per le grandi navi, salvando la Marittima e utilizzando le banchine di Marghera e pensando a un collegamento attraverso il già esistente canale Vittorio Emanuele. È questa la linea che il sindaco Giorgio Orsoni illustrerà oggi al Comitatone, presieduto dal premier Matteo Renzi, convocato per oggi alle 15 nella sala Verde di palazzo Chigi. Un colpo messo a segno proprio da Orsoni, che unico tra gli enti locali aveva chiesto la convocazione urgente del Comitato – che non si riuniva dal 2011 – per decidere «nella sede istituzionale» le alternative alle grandi navi davanti a San Marco. Difficile che oggi Renzi possa indicare una soluzione e scartare tutte le altre. Probabile invece che decida di dare indicazioni tecniche ben precise al Magistrato alle Acque e alla Capitaneria di porto per avviare il percorso decisionale. Ponendo le alternative «sullo stesso piano », come richiesto dall’ordine del giorno del Senato. I progetti sul tappeto sono sette, e ognuno gode di sostegni ma anche di veti incrociati. Tra le alternative ci sono i nuovi canali presentati dall’Autorità portuale (il Contorta Sant’Angelo) e dalla Vtp (il «retroGiudecca»), poi i terminal in bocca di porto di Lido (progetti De Piccoli, Fabbri, Boato e Claut), e infine le banchine a Marghera e il possibile accesso all’attuale Marittima attraverso il Vittorio Emanuele (progetto D’Agostino, sostenuto dal Comune). Potrebbe essere proprio quest’ultimo il terreno di accordo. Ipotesi che non piace ai comitati, che spingono per lasciar fuori dalla laguna le «navi incompatibili». Ma potrebbe recuperare il consenso di una parte del Porto, salvando in questo modo la Marittima e lasciando la soluzione «a lungo periodo» alle banchine galleggianti a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose. Un puzzle intricato, che ha visto negli ultimi mesi confrontarsi in modo anche molto duro il «fronte del Porto » da una parte (l’Autorità portuale e Vtp, industriali, sindacati e categorie economiche) e ilComune. Con la posizione dei comitati che chiedono di pensare a un nuovo terminal nella bocca di porto di Lido, lontano dalla città. «Non sono pregiudizialmente contrario», dice Orsoni, «anche se porterebbe delle altre criticità, peraltro in un territorio che non fa parte del nostro Comune». Non molto entusiasta di questa ipotesi il sindaco di Cavallino Claudio Orazio. Ma la proposta DePiccoli, firmata dalla genovese Duferco Engineering, prevede strutture «rimovibili» e a basso impatto, rifornimenti via mare a velocità ridotta e il centro accoglienza che resterebbe in Marittima. Una novità che adesso fa propendere anche molti lavoratori del Porto per questa soluzione. Carte sul tavolo, dunque. La riunione di oggi sarà introdotta dalla relazione del presidente del Magistrato alle Acque Roberto Daniele, che illustrerà anche lo stato dell’arte dei lavori del Mose e la proposta di ripartizione dei fondi 2013 (un miliardo e 94 milioni, quasi tutti per il Mose). All’ordine del giorno oggi anche il progetto dell’off shore per le merci. Opera da un miliardo e mezzo di euro a cui Costa tiene non poco. Se questa dovesse essere finanziata, si dice, la posizione del Porto sullo scavo dei nuovi canali potrebbe anche ammorbidirsi.
Alberto Vitucci
Vtp: salvare la crocieristica. Lettere e appelli al premier. Il Porto: «Subito una scelta»
La scrivania di Renzi è stata invasa ieri da decine di appelli e lettere aperte. Categorie economiche, comitati, parlamentari, associazioni, quasi tutti hanno voluto dire la loro sul problema delle navi in laguna. Un appello a «salvare la crocieristica veneziana» è arrivato da Venezia terminal passeggeri, che ricorda come siano «inattuabili alternative che prevedono le navi a Marghera». Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale, invita il Comitatone a «decidere in fretta». «La cosa peggiore per le compagnie e l’incertezza», dice. La sua soluzione preferita resta lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo, nuova via d’acqua per far arrivare le navi in marittima entrando da Malamocco. «Con i fanghi scavati», dice, «si potrebbero costruire nuove barene e fermare il degrado della laguna centrale». Di opinione opposta i parlamentari veneti del Movimento Cinque stelle. «Sarebbe una presa in giro spostare le grandi navi di pochi metri», scrivono in una nota, «realizzando nuove grandi opere di berlusconiana memoria che distruggerebbero ancor più la laguna. Il problema delle navi va risolto spostandole fuori». Il presidente della Regione Luca Zaia insiste sul «dovere di salvaguardare il lavoro e la centralità della Marittima». Stessa posizione quella di Mario Dalla Tor, senatore Ncd e vicepresidente della Provincia che sarà oggi a Roma delegato dalla Zaccariotto. Un segnale forte viene richiesto al governo da Andrea Carandini, presidente del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) che chiede di ripristinare il divieto alle grandi navi in canale della Giudecca «per non tornare al Far West». «Grandi navi fuori della laguna » anche per il Comitato Ambiente Venezia e i Verdi Green di Luana Zanella, che ha scritto a Renzi invitando a prendere decisioni anche a tutela della salute per i fumi inquinanti emessi dalle navi, per mantenere la Marittima Psi e Udc, industriali e sindacati.
(a.v.)
Il sindaco Casson rilancia «Grandi navi a Chioggia»
Con 15 milioni di euro della legge Obiettivo si porterebbero i fondali a 11 metri
Il primo cittadino: in questo modo potremmo creare un grande polo crocieristico
CHIOGGIA – Quindici milioni di euro per poter ospitare anche le navi da crociera più grandi. Tanto basta per portare i fondali da 8.5 metri a 11 metri, pari a quelli di Venezia. Una proposta che il sindaco Giuseppe Casson porterà oggi all’attenzione del Comitatone per agganciare i lavori sul porto di Chioggia ai lavori necessari per spostare le grandi navi dal bacino di San Marco. Le prime navi da crociera a Chioggia dovrebbero arrivare nella prossima primavera, ma se non interverranno opere supplementari la marittima dei Saloni com’è ora può ospitare solo navi medie, fino a 96.000 tonnellate. «Con un intervento non troppo imponente», spiega il sindaco, «possiamo portare i fondali ad una quota, 11 metri, che ci permette di ospitare qualsiasi nave anche quelle di ultima generazione. Chiaro che per farlo servono delle risorse, ma se ci inseriamo nel finanziamento straordinario per risolvere i problemi di Venezia, i fondi per l’escavo nostro diventano quasi briciole. Parliamo di 15 milioni di euro su un finanziamento che, in un caso o nell’altro, sarà sui 200 milioni. Certo sono sempre cifre importanti, ma nell’ambito di un grande progetto assumono un’altra dimensione». Per tentare di portare a casa il risultato Casson tornerà a spiegare il valore aggiunto che Chioggia può offrire con la creazione di uno scalo passeggeri. «C’è piena sintonia tra noi e Venezia », precisa ancora una volta il sindaco, «il nostro progetto si colloca in sinergia e non in concorrenza, ci mancherebbe, con Venezia. Il traffico passeggeri ha assunto dimensioni tali che possiamo lavorare bene entrambi creando un grande polo crocieristico della gronda lagunare, proprio in quest’ottica il Governo dovrebbe inserire nella Legge obiettivo un finanziamento che comprenda i lavori per Venezia e l’adeguamento per Chioggia. Tra l’altro con fondali di 11 metri, realizzabili in un arco di tempo molto veloce, le grandi navi potrebbero indistintamente approdare a Venezia o da noi, quindi anche durante i lavori nel capoluogo potremmo candidarci a valida alternativa e tenere in Veneto tappe che altrimenti rischiano di andare fuori regione». Nel Comitatone di oggi Casson porrà all’attenzione del presidente del Consiglio Matteo Renzi anche la necessità di svincolare i fondi della Legge Speciale dal Patto di stabilità tenendo conto che sono risorse straordinarie concesse dallo Stato proprio per l’eccezionalità del contesto che devono andare a salvaguardare ritenuto di preminente interesse nazionale. Per Chioggia vorrebbe dire avere quasi 60 milioni di euro nelle immediate disponibilità di spesa.
Elisabetta B. Anzoletti
Gazzettino – Venezia. Grandi navi, assedio a Renzi nel giorno del Comitatone
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30
apr
2014
Oggi alle 15 a Roma si riunisce il Comitatone, presieduto dal premier Matteo Renzi, per scegliere il percorso e il progetto migliore per escludere o ridurre il passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco
L’APPUNTAMENTO – Oggi a Roma la riunione sui percorsi per le crociere
LA SCELTA – Sul piatto la soluzione al transito a San Marco
ORSONI «Marghera è ideale ma se si vuole salvare il terminal si usi il Vittorio Emanuele»
Grandi navi, Renzi sotto assedio
Premier sommerso da appelli, Zaia e Costa tornano a difendere la Marittima
Non è sicuro, ma è altamente probabile che dal Comitatone di oggi esca la soluzione al problema legato al passaggio delle navi a San Marco, almeno nel breve periodo. In città la tensione è altissima: ogni partito politico e ogni gruppo portatore di interesse pubblico o privato ha esercitato pressioni di ogni tipo sul Governo o su suoi singoli componenti attraverso lettere o incontri. Ieri pomeriggio sono state sparate le ultime cartucce all’indirizzo del premier Mateo Renzi, stile “gran finale” dei fuochi del Redentore. Ora rien ne va plus fino alle 15, quando la riunione si aprirà a palazzo Chigi. L’ordine del giorno della seduta è molto vago e parla genericamente di “portualità veneziana”. In questo modo non è possibile sapere neppure se sul tavolo ci saranno solo i percorsi alternativi a San Marco (come vuole il ministro delle Infrastrutture) o anche i terminal alternativi in bocca di porto o a Marghera.
Il sindaco Giorgio Orsoni è andato a Roma nel pomeriggio di ieri e sosterrà, assieme all’utilizzo delle banchine di Marghera, anche il canale Vittorio Emanuele come via alternativa alla Marittima.
«Ho sempre detto – dice – che la sola possibilità immediata per le navi è andare a Marghera e anche se si vuole arrivare in Marittima è più semplice scavare il Vittorio Emanuele. Se si vuole tenere la Marittima (non ho mai detto che bisogna necessariamente rottamarla) si usi quello: è profondo 7 metri, largo 40, bisogna sistemarne il profilo ma il lavoro sarebbe il meno impegnativo. Cosa mi aspetto dal Comitatone? Che ci sia una decisione e si indichi la strada una volta per tutte».
Per il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, è arrivato il momento di decidere.
«Adesso diciamo che occorre fare un percorso diverso. Che ci vorranno un paio d’anni per realizzarlo – spiega -. Le compagnie hanno accettato di ridurre le loro attività per due anni, ma non si possono chiedere altri sacrifici».
«Discuteremo – dice il governatore Luca Zaia – ma non cambiamo la nostra soluzione: le grandi navi vanno sì estromesse da San Marco, fermo restando però l’arrivo in Marittima».
In nome della difesa dell’economia portuale, Udc e Psi di Venezia hanno scritto ai ministri interessati dalla decisione di non tener conto della “minoranza rumorosa” e di adottare una decisione che salvi “la città dei monumenti ma anche quella delle persone e delle famiglie”.
Del tutto contro questa impostazione è il movimento 5 Stelle: «Sarebbe una presa in giro e un controsenso – attaccano i parlamentari veneti del M5S – spostare le grandi navi di poche centinaia di metri per farle passare comunque in un nuovo devastante canale navigabile».
Il Pd veneziano auspica invece che il Comitatone metta sul piatto anche nuovi finanziamenti per la manutenzione della città.
«Insieme agli interventi per le navi – dice il segretario Emanuele Rosteghin – vanno previste e finanziate misure per il restauro del patrimonio storico-monumentale, residenziale ed abitativo per n frenare l’esodo di residenti dal centro storico».
Infine, una proposta fuori dal coro, che però non è stata depositata a palazzo Chigi. Si tratta di un avveniristico tunnel per collegare la terraferma al terminal che il Porto vuole realizzare in mare aperto.
«Proponiamo un collegamento con tunnel ferroviario sottomarino fino a Marghera – spiega l’ingegnere padovano Fernando De Simone, che rappresenta in Italia la società olandese Tec-Tunnel – il tutto a carico nostro in cambio della concessione del servizio per un certo numero di anni e la possibilità di implementarlo all’alta velocità Venezia-Trieste».
L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO – Bettin: «Metteremo un’altra centralina a San Basilio»
Le rilevazioni effettuate dall’associazione tedesca Nabu sulla concentrazione di inquinanti al passaggio delle navi hanno suscitato una vasta eco in città. La gente è infatti preoccupata che ci possa essere una causa di possibili malattie legata all’emissione di polveri sottili e ultrafini, derivanti dalla combustione di idrocarburi. «Sono d’accordo sull’esigenza di obbligare all’installazione su navi e vaporetti di filtri antiparticolato – commenta l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin – ma bisogna che sia la legge a stabilirlo. Il Comune non ha poteri coercitivi del genere. Potrebbe “incoraggiare” l’azienda di trasporto locale, non certo obbligarla e tantomeno le compagnie di crociera. Stiamo ragionando – aggiunge- sul fatto di poter aggiungere un’altra centralina a San Basilio». Bettin, tuttavia, intende puntualizzare alcune cose in relazione alle presunte discrepanze tra la rilevazione effettuata dal dottor Axel Friedrich di Nabu e quelle effettuate da Arpav dalla centralina fissa di Sacca Fisola e mobile a San Basilio e Sant’Elena nel 2011 e nel 2012.
«Abbiamo fatto tre campagne mirate negli ultimi tre anni – spiega – e queste hanno confermato una presenza più accentuata di ossidi di azoto e polveri nel periodo più interessato dalle crociere. Tuttavia, mi preme sottolineare che le rilevazioni di Nabu sono state puntuali, riferite cioè al periodo di passaggio della nave, mentre quelle di Arpav rilevano la media dell’inquinamento». Ma c’è un’altra questione. «La misurazione fatta da noi riguarda i Pm 10 e i Pm 2.5, particelle sulle quali esiste una disciplina di legge con dei limiti da non superare. Quelle rilevate da Nabu – conclude Bettin – sono particelle ultrafini, una questione abbastanza nuova e per la quale non esiste nessuna previsione legislativa. La comparazione non è quindi congrua perché i due lavori sono finalizzati a cose differenti. Questo non significa che sottovaluteremo il tema ».
(m.f.)
Nuova Venezia – Citta’ metropolitana, pressing su Alfano
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29
apr
2014
L’’incontro con il ministro
Il sindaco e la presidente della Provincia vogliono risposte sui problemi di Venezia
Si è parlato anche di rischio paralisi per i servizi nel passaggio tra Provincia e città metropolitana, di fondi pubblici fermi per il patto di stabilità, di grandi navi con il blocco di protesta annunciato dai comitati in coincidenza con l’inaugurazione della Biennale, ieri, nel corso della breve visita in Veneto del ministro dell’Interno Alfano, che ha incontrato anche il sindaco Orsoni e la presidente della Provincia, Zaccariotto.
«Ho fatto presente le molte problematicità sui troppi livelli di competenze che ci impediscono di assumere decisioni rapide sul governo della città, come per il tema grandi navi», ha detto il sindaco Orsoni al termine dell’incontro, «sollecitando la semplificazione dei livelli di governo e il riconoscimento della necessità di una governance unitaria: Venezia ha vincoli di tutti i tipi, dal Demanio sulle acque ai Beni culturali, al paesaggio, frazionati tra vari uffici, che non facilitano il governo della città». Preoccupazioni sul fronte grandi navi e ordine pubblico? «Il 7 e 8 giugno ci auguriamo civiltà», commenta Orsoni, «ma soprattutto decisioni dal prossimo Comitatone, tali da soddisfare le esigenze anche dei più difficili». La presidente Zaccariotto – che dal 26 giugno resterà sola alla guida della Provincia (senza più consiglio), in vista del passaggio di testimone alla Città metropolitana, il 1° gennaio – al ministro Alfano ha evidenziato come «la legge non preveda alcuna collaborazione tra Provincia, sindaco e futura Città: è fondamentale che quel vuoto sia colmato, ad esempio eliminando la gestione provvisoria per un ente virtuoso come la Provincia di Venezia, perché altrimenti si paralizzeranno servizi già programmati per 2014 e 2015. Le competenze importanti delle Province – viabilità, edilizia scolastica, formazione, turismo – devono entrare nella discussione, perché non paghino il prezzo i cittadini». Sul tema “grandi navi” il ministro Alfano ha annunciato «vigilanza alta: attiveremo tutte le nostre fonti ufficiali e riservate per contrastare ogni eventuale deriva fuori dalla legge o dalle legittime proteste. Il governo è impegnato a coniugare salubrità di Venezia con sua proiezione economica». Sugli altri temi, Alfano ha promesso «di portare con urgenza le questioni all’attenzione del governo».
(r.d.r.)
Nuova Venezia – Grandi navi. Comitatone, la paura di un altro rinvio.
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27
apr
2014
GRANDI NAVI »GLI OCCHI DEL MONDO PUNTATI SUL BACINO
Paolo Costa (Porto): «Il tempo stringe, attendiamo indicazioni politiche, poi saranno gli enti competenti ad attuarle»
LE CIFRE
7 Idee
I PROGETTI ALTERNATIVI AL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI PRESENTATI ALLA CAPITANERIA. DUE RIGUARDANO LO SCAVO DI NUOVI CANALI IL CONTORTA, PROPOSTO DALL’AUTORITÀ PORTUALE E IL “RETROGIUDECCA”, PROPOSTO DA VTP). UNO RIGUARDA L’USO DI BANCHINE A MARGHERA, QUATTRO IL NUOVO PORTO PASSEGGERI IN BOCCA DI LIDO.
2 Milioni
I PASSEGGERI DELLE CROCIERE SBARCATI A VENEZIA NEL 2013. UNA CRESCITA ESPONENZIALE NEGLI ULTIMI ANNI. MA PER L’ANNO PROSSIMO È PREVISTO UN CALO DI PASSEGGERI DEL 10 PER CENTO. 96.000 LE TONNELLATE SI STAZZA MASSIMA FISSATE DALLA CAPITANERIA DI PORTO PER I PASSAGGI IN CANALE DELLA GIUDECCA NEL 2015. MA VTP E OPERATORI HANNO FATTO RICORSO AL TAR, CHE HA SOSPESO IL PROVVEDIMENTO.
40.000
LE TONNELLATE DI STAZZA MASSIMA FISSATE DAL DECRETO CLINI PASSERA DI DUE ANNI FA, DOPO IL NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA. IL DIVIETO DI TRANSITO NELLE ZONE SENSIBILI AVEVA ESCLUSO VENEZIA IN ATTESA DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE.
«Che si convochi il Comitatone dopo tre anni è un fatto positivo. Ma questa è la terza volta che si tenta una soluzione e non ci si riesce. Il tempo stringe, e se non arrivano segnali il problema si risolverà da solo». Il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa commenta con freddezza la notizia che il premier Renzi ha deciso di convocare per mercoledì a Palazzo Chigi la riunione del Comitatone per decidere sulle grandi navi.
Una richiesta avanzata dal sindaco Giorgio Orsoni e dai senatori del Pd, che il Porto non ha mai sostenuto con entusiasmo. Perché a differenza del Comune, l’Autorità portuale va ripetendo che non tutte le alternative al transito delle grandi navi davanti a San Marco sono possibili. L’unica praticabile in tempi brevi è lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo. «Va bene che il Comitatone affronti il problema, ma speriamo che se ne parli in modo complessivo. Ad esempio dando certezze anche per la realizzazione del porto off shore. In ogni caso le indicazioni politiche dovranno essere realizzate dagli enti che ne hanno competenza». Temi già affrontati nell’ultima riunione del Comitatone, il 21 luglio del 2011 (governo Berlusconi). Ma adesso il primo punto è quello delle navi da crociera. Gli occhi del mondo sono puntati su Venezia e sul governo per risolvere un problema diventato quasi un’emergenza dopo l’aumento delle dimensioni e dei passaggi delle grandi navi. Anche il Porto ha capito che le navi dovranno andarsene da San Marco. Ma insiste affinché sia «salvata la Marittima». Milioni di euro di investimenti che hanno fatto dello scalo veneziano uno dei più importanti del Mediterraneo. E per continuare ad arrivare in Marittima, la soluzione migliore secondo il Porto, resta quella dello scavo del nuovo canale, che metterebbe in collegamento la Stazione passeggeri con il canale Malamocco Marghera.
Una ricetta che il Comune non condivide. «Non dobbiamo scavare nuovi canali», ammonisce il sindaco Giorgio Orsoni, «la soluzione immediata, di facile realizzazione, è quella di adattare le banchine di Margghera a ricevere qualche nave. Così si diminuirebbe subito il rischio e la pressione sulla città. Poi si può studiare un modo che per far arrivare le navi attraverso il canale Vittorio Emanuele, già esistente. Ma in laguna non si devono scavare nuovi canali».
Una tesi condivisa anche da Felice Casson, senatore veneziano del Pd autore di un discreto pressing nei giorni scorsi sul premier Renzi. «Sono soddisfatto che Renzi abbia deciso di avocare a sè la decisione convocando il Comitatone», dice Casson, «ribadisco che i principi che devono ispirare la decisione sono due: il confronto fra tutte le alternative sul tappeto e soprattutto il rispetto delle leggi esistenti. E dunque il divieto a scavare nuovi canali in laguna».
Confronto fra tutte le ipotesi che deve esser rispettato anche secondo il deputato pd Michele Mognato. «È positivo», dice, «che Renzi abbia accolto la richiesta del Comune di convocare il Comitatone». Navi fuori dalla laguna secondo il Movimento Cinquestelle. Che ha presentato con l’assessore Luciano Claut una sua proposta per realizzare la nuova stazione passeggeri a San Nicolò.
Alberto Vitucci
manifestazione 7 e 8 giugno
L’appello a Renzi dei Comitati
Un appello a Renzi perché «lasci fuori le grandi navi dalla laguna». E l’annuncio di una grande manifestazione per il 7 e l’8 giugno. Il comitato «No Grandi Navi» affila le armi e annuncia una serie di iniziative. «L’attenzione deve restare alta», dicono, «le navi devono stare fuori della laguna, nuovi canali provocheranno solo altri danni». Intanto domani, lunedì, i comitati hanno convocato una conferenza stampa in municipio per illustrare i nuovi dati sull’inquinamento del fumo prodotto dalle navi che passano in bacino San Marco.
(a.v.)
Nuova Venezia – Grandi navi. Renzi convoca il Comitatone
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26
apr
2014
Mercoledì a Roma
Il premier Matteo Renzi ha convocato mercoledì prossimo, 30 aprile, il Comitatone. Il primo punto all’ordine del giorno sarà la questione grandi navi. Raccolto l’appello del sindaco Giorgio Orsoni, sul tavolo le alternative a San Marco.
Grandi navi, Renzi convoca tutti a Roma
Mercoledì il Comitatone, non si riuniva da tre anni. Soddisfatto il sindaco, ma il braccio di ferro si trasferisce a palazzo Chigi
VENEZIA. Un Comitatone per decidere sulle Grandi navi. Il premier Matteo Renzi accoglie la richiesta del Comune e convoca la riunione del Comitato interministeriale che non si riuniva da quasi tre anni. Mercoledì alle 15.30, nella Sala Verde di palazzo Chigi, l’organismo che si occupa di Legge Speciale e salvaguardia deciderà sul futuro delle grandi navi in laguna. Un «pressing» compiuto in prima persona dal sindaco Giorgio Orsoni sui suoi ex colleghi dell’Anci Matteo Renzi e Graziano Delrio. Alla fine è stato il sottosegretario alla presidenza Delrio a comunicare la convocazione ufficiale per la settimana prossima. «Sono molto soddisfatto», commenta il sindaco, «il presidente del Consiglio ci ha dato ascolto.
E finalmente si accende l’attenzione del governo su un tema serio e importante per la città, nella sede che la legge indica da sempre come unico luogo dove si devono prendere decisioni per la laguna. Al di fuori di chiacchiere, comunicati e manovre sottobanco. Tutto si dovrà decidere alla luce del sole». Un punto a favore del sindaco nell’ormai lunga polemica che lo oppone al Porto sulle alternative possibili al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. Che non significa però in alcun modo che il governo abbia deciso di sposare la sua soluzione alternativa, quella del terminal passeggeri a Marghera. «Ma a questo punto», continua Orsoni, «io spero che le proposte che partono dalla verità siano quelle favorite. Intanto si è preso atto che c’è un problema e che questo va risolto con soluzioni transitorie che riducano i passaggi e dunque i rischi e l’impatto. E poi con soluzioni definitive».
Norme. Ma tutto, per il sindaco, «dovrà essere all’interno delle normative urbanistiche». «Non si dovranno scavare nuovi canali», conclude il sindaco. Come far passare la proposta Marghera senza penalizzare la Marittima? «Il Piano regolatore portuale in vigore», spiega Orsoni, «prevede che le grandi navi entrino dal canale Malamocco Marghera ed eventualmente arrivino in città attraverso il canale Vittorio Emanuele. Ecco, nel caso potremmo approfondire questa soluzione. Ma nuovi canali assolutamente no». La partita si sposta adesso a palazzo Chigi. Decisione che Renzi aveva già preso la settimana scorsa, dopo il pressing su di lui dei senatori del Pd Zanda e Casson. «Se i ministri forzano sull’ipotesi Contorta siamo disposti a votare contro», avevano detto in sostanza i due esponenti del Pd. Maurizio Lupi (Infrastrutture) del Nuovo centrodestra e Luca Galletti (Ambiente, dell’Udc) avevano concordato una procedura affidata alla Legge Obiettivo, con evidente preferenza per la soluzione richiesta dal Porto, cioò lo scavo del nuovo grande canale Contorta Sant’Angelo. Ma adesso la questione è stata «avocata a sè» dal presidente Renzi. Si deciderà in Comitatone, dove peraltro i due ministri sono presenti e hanno diritto di voto, insieme a quello della Cultura (Dario Franceschini). C’è anche il governatore del Veneto Luca Zaia, che non fa mistero di preferire la soluzione proposta da Paolo Costa, cioè lo scavo del nuovo canale. Ma il sindaco non si preoccupa. «Sarà l’occasione», dice, «per mettere sul tavolo tutte le proposte e scegliere la soluzione che dà maggiori garanzie sul piano ambientale, economico e occupazionale». Si parlerà di grandi navi e anche di finanziamenti per il terminale off shore per le merci da un miliardo e mezzo di euro, che il porto vuole realizzare fuori dalla laguna. E di finanziamenti per la manutenzione e dello stato di avanzamento del progetto Mose. L’ultima riunione del Comitatone era stata convocata da Gianni Letta (governo Berljsconi) il 21 luglio del 2011. Da Roma quel giorno erano arrivati 630 milioni di euro per il Mose e 40 per la città.
I progetti. Sette progetti sul tavolo. Anche se il ministero delle Infrastrutture punta sui soli «in grado di mantenere lo scalo dei passeggeri nell’attuale Marittima», cioè o nuovi canali Contorta-Sant’Angelo e «retroGiudecca». Sarà dunque il Comitatone, l’organismo interministeriale istituito con la seconda legge Speciale, quella del 1984, a stabilire la strada da percorrere per realizzare al più presto, come chiede la città e come ha ribadito il Senato con un voto quasi unanime, il 5 febbraio, le alternative al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. Una riunione che in genere discuteva della distribuzione dei finanziamenti della Legge Speciale, progressivamente diminuiti dal 2002, quando il governo Belusconi istituì la legge Obiettivo, e con essa le procedure accelerate per le grandi opere. Da allora i finanziamenti della Legge Speciale sono finiti in gran parte al Mose, 5 miliardi di euro di cui la gran parte negli ultimi dieci anni per la realizzazione dell’opera. Per la manutenzione della città e i restauri i soldi sono arrivati con il contagocce. E il Comitatone non si è più riunito, l’ultima volta nel luglio 2011. Adesso il primo punto all’ordine del giorno sono le grandi navi. Con i progetti alternativi presentati. Il canale Contorta, il retroGiudecca, ma anche il nuovo terminal a Marghera e le quattro ipotesi di spostare la stazione passeggeri al Lido, davanti all’isola del Mose.
Alberto Vitucci
Gazzettino – Venezia. Grandi navi, Renzi convoca il Comitatone
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26
apr
2014
VENEZIA – Il sindaco: «Vittoria del buon senso». Il Comitato del no: «Speriamo in decisioni sagge»
Grandi navi, la mossa di Renzi
Il premier convoca il Comitatone mercoledì 30 per cercare di trovare una soluzione condivisa
COMITATONE – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ascoltato l’appello del sindaco e ha convocato il Comitatone con urgenza per mercoledì 30 aprile a palazzo Chigi. Si parlerà di alternative al passaggio delle grandi navi a San Marco.
I COMMENTI «È una vittoria del buon senso – dice il sindaco Giorgio Orsoni, che temeva una decisione calata dall’alto – perché qualsiasi decisione che non sarebbe passata per il Comitatone sarebbe stata inaccettabile». Soddisfatti anche i No Grandi navi: «Speriamo che decidano saggiamente».
Il premier accoglie le richieste del sindaco. Mercoledì 30 la decisione sui percorsi della crociere in laguna
APPUNTAMENTO A ROMA – Dopo tre anni torna a riunirsi l’organismo che unisce Stato ed enti locali sulla Salvaguardia
Il sindaco Giorgio Orsoni alla fine ce l’ha fatta: il Comitatone si riunirà nel pomeriggio di mercoledì 30 e all’ordine del giorno ci saranno le alternative al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. A convocarlo è il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha recepito immediatamente la lettera inviata qualche giorno fa dall’ex collega veneziano per evitare di ritrovarsi di fronte a decisioni già prese a Roma all’insaputa non solo della città, ma anche del Parlamento. Che il timore fosse assai fondato non è un mistero, così come non è un mistero il fatto che – nonostante le belle parole sull’uguaglianza – fosse in corso una convergenza verso il progetto dell’Autorità portuale e benedetto dalla Capitaneria di porto, lo scavo del canale Sant’Angelo Contorta che in realtà è quello più osteggiato dalla città e dalle formazioni ambientaliste.
«Diciamo che è una vittoria del buonsenso – commenta serafico il sindaco, di ritorno da un Arsenale finalmente aperto alla gente e quindi super affollato – poiché qualsiasi decisione che non fosse passata per il Comitatone sarebbe stata una decisione inaccettabile».
Più volte il sindaco aveva richiesto una nuova riunione del Comitatone, ma finora senza esito anche a causa del cambiamento del quadro politico con quattro governi che si sono succeduti. Il 21 luglio 2011 Silvio Berlusconi era ancora a capo del Governo e allora Orsoni dovette battere i pugni sul tavolo e minacciare di votare contro i finanziamenti al Mose se non si fosse provveduto immediatamente a riattivare i fondi di legge Speciale. I famosi fondi che sono arrivati solo pochi mesi fa e che hanno consentito di far ripartire i lavori di manutenzione in città.
Ora – aggiunge Orsoni – confidiamo nel Comitatone, che è una sede più serena, affinché si possa arrivare ad una decisione il più possibile corretta».
Nella famosa lettera, il sindaco sollecitava il Governo anche a risolvere una volta per tutte la questione della “sovranità” sulle acque della laguna, oggi divisa tra cinque soggetti diversi.
«Una cosa per volta – conclude – all’ordine del giorno abbiamo le grandi navi. Intanto… accontentiamoci di questo e delle indicazioni che ne verranno fuori».
Soddisfazione è stata espressa dal Comitato No Grandi navi, che ha inviato anch’esso una lettera aperta al presidente del Consiglio..
«Speriamo che decidano saggiamente e non sulla spinta del ministro Lupi – commentano – che è totalmente schiacciato sullo scavo del Contorta. Orsoni, sostenendo la tesi di Marghera ha fatto però un errore diventando una parte e non avrà quindi quel margine di manovra che avrebbe avuto assumendo una posizione di terzietà».
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