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MIRA – Una mozione con voto unanime del consiglio comunale per pretendere dalla Regione risposte chiare sul futuro del distretto sanitario la cui realizzazione sarebbe dovuta partire a inizio aprile. Questa la decisione del parlamentino cittadino che giovedì sera ha affrontato anche la questione del trasferimento dei servizi sanitari dal Poliambulatorio di Oriago a Dolo e Camponogara.

Il sindaco ha dichiarato che il trasferimento a Camponogara dei Servizi specialistici ospitati nel Poliambulatorio di Oriago «si è reso necessario per l’assenza di requisiti di sicurezza nella struttura ormai vetusta. Un trasferimento comunque temporaneo fino alla realizzazione del nuovo distretto. A proposito del quale sono rimaste finora senza risposta le richieste e le sollecitazioni alla Regione per un nuovo incontro che possa mettere in moto l’ter per la sua realizzazione».

Sulla questione il Consiglio ha quindi votato all’unanimità, una mozione che impegna il sindaco e la giunta «perché si attivino con sollecitudine presso gli organi competenti per pretendere risposte adeguate ai fini di definire una nuova tempistica del cronoprogramma e garantire ai cittadini di Mira la realizzazione del distretto».

Il Consiglio ha chiesto inoltre che la mozione sia trasmessa ai candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali espressione del territorio dell’Asl 13, e anche ai candidati presidenti.

(a.ab.)

 

Noale. Quaranta posti letto. Pigozzo: «Il Pd è stato coerente»

NOALE «Abbiamo solo agito con quanto deciso dal Consiglio e agli indirizzi programmatori del parlamento veneto. Anzi, finora è stata la giunta regionale a non dare una risposta coerente. La dignità delle istituzioni e il valore dei politici si misurano su questo».

Risponde così il consigliere Pd di Ferro-Fini Bruno Pigozzo intervenendo sulle polemiche del trasferimento dei 40 posti dell’ospedale di comunità dalla nuova casa di riposo al vecchio Pier Fortunato Calvi. Pigozzo è stato uno dei promotori dell’emendamento alla legge di stabilità, poi votato in modo trasversale, che ha sollevato una marea di discussioni nella città dei Tempesta, tanto che i dirigenti della casa di riposo hanno intenzione di andare per vie legali perché si sentono danneggiati. Il servizio sarebbe dovuto partire il prossimo primo maggio ma, almeno per ora, tutto salta. E per il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato, se si dovesse ripartire da zero, si perderanno altri anni. Pigozzo non si sente sul banco degli imputati e spiega i motivi della sua decisione.

«Il 17 aprile 2012» spiega «il Consiglio noalese ha approvato all’unanimità il progetto di ospedale di comunità dentro l’ospedale. Con i colleghi di Ferro Fini ci siamo impegnati a inserire tutto questo nel programma regionale. Così è stato scritto nelle schede approvate nel 2013. La Regione, tra i criteri per l’attivazione, stabilisce che tali posti letto siano istituiti in via prioritaria in strutture pubbliche».

(a.rag.)

 

MIRANO – L’Ulss 13 conferma: «Figura rara, ma ci stiamo attivando»

L’ATTACCO «Fasce deboli senza aiuti»

LA PROTESTA – Al Centro di salute mentale si lamenta la carenza di specialisti

AZIENDA SANITARIA «Siamo pronti ad assumere ma ce ne sono pochi»

«Gli psichiatri? Una razza in via di estinzione». La battuta circola tra i corridoi dell’ospedale di Mirano, dove questa importante figura professionale è sempre più carente. Gli psichiatri continuano a diminuire, i famigliari dei pazienti sono preoccupati e l’Ulss 13 conferma le difficoltà: «Cerchiamo psichiatri e siamo pronti ad assumerli». Il problema riguarda moltissime Ulss anche fuori regione: gli psichiatri sono sempre meno, manca evidentemente un ricambio generazionale e i vari Dipartimenti di salute mentale sono costretti agli straordinari per far fronte all’alto numero di pazienti.

È proprio ciò che sta succedendo nell’area dell’Ulss 13. A sollevare il problema ci pensa il gruppo “Auto mutuo aiuto” che riunisce periodicamente a Spinea molti pazienti del Centro salute mentale di Mirano assieme ai loro famigliari. Si trovano per confrontarsi e per confortarsi, negli ultimi mesi si sono fatti più volte sentire lamentando la carenza di medici specialisti. Negli anni scorsi gli psichiatri in forza all’Ulss 13 erano 17, ora sempre meno.

«Mio figlio ha cambiato 4 psichiatri in pochi mesi – racconta una madre -. L’Ulss è sotto organico, il turnover è continuo e questo sicuramente non giova ai nostri ragazzi: nella cura di una persona con problemi mentali ci vuole continuità, per instaurare quel rapporto di confidenza e conoscenza».

L’Azienda sanitaria ben conosce il problema e assicura il massimo sforzo: «Il Dipartimento di salute mentale si è attivato da tempo e sta facendo tutto il possibile per arruolare sei nuovi medici per rimpolpare la squadra degli psichiatri che, di recente, si è ridotta nel numero per pensionamenti e malattia. La Direzione dell’Ulss 13 conta di procedere presto con sei assunzioni, le prime entro fine maggio».

Il primario Mauro Cibin ha contattato anche altre Ulss accertando che la difficoltà di trovare psichiatri non riguarda solo quest’area ma tutto il nord. Il gruppo di famigliari dei pazienti si è rivolto anche a due grandi associazioni che operano nel settore della salute mentale, Aitsam e Psiche2000, per chiedere sostegno.

Gabriele Pipia

 

NOALE – Quaranta posti-letto. La Cgil approva la scelta di puntare sull’Ospedale

NOALE – «Avevamo sempre contestato la scelta di attivare l’Ospedale di comunità nella casa di riposo privata di Noale. Ben venga la recente decisione del consiglio regionale». La casa di riposo “Santa Maria dei Battuti” annuncia azioni legali, intanto però la Cgil esprime grande soddisfazione per l’ultima decisione presa da Palazzo Ferro Fini. I 40 posti-letto dell’Ospedale di comunità (una struttura di ricovero intermedia tra l’ospedale per acuti e la degenza a domicilio) saranno dirottati nel complesso ospedaliero di Noale “Pier Fortunato Calvi” e non nella nuova struttura di via De Pol.

«Condividiamo la scelta del consiglio regionale – scrive la Cgil -. Abbiamo sempre sostenuto che la sede giusta era l’ospedale di Noale soprattutto perché pensiamo che un servizio così importante debba essere a gestione pubblica». All’ospedale di Noale arriveranno anche gli uffici direzionali dell’Ulss 13 attualmente collocati a Mirano: occuperanno gli spazi lasciati liberi dalla Lungodegenza che passerà a Dolo.

(g.pip.)

 

Gazzettino – Ospedali, consulti piu’ facili

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17

apr

2015

SANITÀ – Firmato un accordo per mettere in rete gli specialisti di cardiologia

Le Asl di Riviera e Chioggia faranno “ponte” con Trieste e la Slovenia

Un ponte che collega le Ulss 13 e 14 con l’azienda sanitaria di Trieste e con cinque strutture slovene. Una rete per condividere le proprie eccellenze, per permettere ai medici di confrontarsi continuamente e soprattutto per consentire ai pazienti di essere monitorati sempre dai migliori specialisti. Se un paziente di Dolo avrà un raro problema cardiaco, ad esempio, i medici dell’Ulss 13 potranno inviare in tempo reale i video degli esami ai colleghi triestini per ottenere un ulteriore parere sulle tipologie di intervento. I protocolli di cura saranno uniformati, il dialogo sarà costante e permetterà alle varie Ulss di acquisire le competenze delle altre.

Il progetto è stato presentato ieri dall’ente “Geie Net Europe” e coinvolge le Ulss di Mirano-Dolo, Chioggia e Trieste, oltre alle strutture slovene di Isola, Capodistria, Jesenice, Sesana e Lubiana. I progetti avviati con finanziamenti europei sono due: “E-Surgerynet” (ambito chirurgico) e “E-Cardionet” (ambito cardiologico). Il primo è coordinato proprio dall’Ulss 13: «La collaborazione è nata per condividere informazioni ed esperienze utili a favorire protocolli standard in ogni ospedale, lo scopo è condividere le metodiche chirurgiche e anestesiologiche all’avanguardia. Il finanziamento ci ha consentito di acquistare tecnologie per le varie sale operatorie», spiega Mario Godina, primario della Chirurgia di Dolo.

«Il secondo progetto – spiega invece Franco Giada, responsabile della Cardiologia riabilitativa dell’Ulss 13 – prevede invece la creazione di una rete d’eccellenza cardiologica per condividere modelli clinici all’avanguardia per quanto riguarda il trattamento degli infarti con angioplastica, le cure agli scompensi cardiaci e lo sviluppo dell’attività cardiologica riabilitativa». Il dottor Roberto Valle, primario della Cardiologia di Chioggia, riassume il concetto di questa collaborazione: «Non tutti sanno tutto. Il consulto reciproco permetterà di discutere i casi complicati con i massimi esperti senza spostare il paziente».

Le immagini di coronarografie, elettrocardiogrammi e altri esami potranno dunque essere trasmesse e poi discusse collegialmente in un blog specifico tra i vari specialisti.

Gabriele Pipia

 

NOALE – La Casa di riposo contro la Regione: farà causa per i 40 posti letto

Posti letto, la casa di riposo fa causa

Il presidente Cazzaro: «La decisione del Consiglio ha vanificato un investimento di 4 milioni»

NOALE – Azioni legali dopo la decisione di privilegiare l’Ospedale

All’interno della casa di riposo “Santa Maria dei Battuti” il reparto sarebbe già pronto. Scintillante e nuovo di zecca, costato la bellezza di quattro milioni di euro. Il presidente Mauro Cazzaro indica con orgoglio la grandezza delle stanze, i servizi previsti per gli ospiti e le tecnologie d’assistenza più avanzate. Erano già stati selezionati anche 35 dipendenti, pronti ad entrare in servizio. «E invece niente, e invece è bastato un emendamento per rovesciare tutto. Un documento ha annullato un percorso di due anni».

Mauro Cazzaro non ha affatto digerito la scelta del consiglio regionale di destinare i 40 posti letto dell’Ospedale di comunità al vecchio plesso ospedaliero “Pier Fortunato Calvi” anziché alla sua casa di riposo, inaugurata due anni fa dalla società Relaxxi in via De Pol. Alla casa di riposo si sentono scippati e annunciano azioni legali: «Quei 40 posti letto ci erano già stati assegnati con moltissimi documenti – sbotta Cazzaro – e poi ci sono stati tolti inspiegabilmente e improvvisamente. Così si perdono quattro milioni e 35 posti di lavoro. Eravamo pronti per partire a maggio, Noale poteva inaugurare il primo Ospedale di comunità del Veneto. E invece questo reparto così grande e moderno rischia di restare inutilizzato». Cazzaro inizialmente dice di non voler fare polemica, ma la rabbia è tanta e allora la polemica diventa inevitabile: «L’ospedale di Noale è vecchio e obsoleto. Mancano anche le più basiche disposizioni antisismiche, ma la Regione prevede il solo investimento di una cifra ridicola come 20mila euro».

Il direttore della struttura, Battista Camporese, rincara la dose: «Siamo stati gravemente e ingiustamente danneggiati. Arriveremo alle azioni legali. Le parti politiche vengano a visitare questa struttura, siamo a livelli di assoluta eccellenza». Alla conferenza stampa di ieri mattina erano stati invitati anche sindaci, direzione dell’Ulss 13 e rappresentanti della Regione; non si è presentato nessuno e solamente Fabio Livieri, sindaco di Campagna Lupia ed ex presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 13, ha diffuso una nota a sostegno della casa di riposo: «La scelta era stata presa all’unanimità da tutti i sindaci, avrebbe comportato una riduzione di tempo e di denaro».

 

LE TAPPE DELLA VICENDA – I sindaci indicarono la struttura privata

NOALE – L’ospedale di comunità è una struttura di ricovero intermedia tra l’ospedale per acuti e la degenza a domicilio. Le schede ospedaliere emanate dalla giunta Zaia indicano 40 posti letto per il territorio dell’Ulss 13. Il 18 giugno 2014 la Conferenza dei sindaci approvò all’unanimità la scelta della casa di riposo di Noale. Anche il Piano aziendale dell’Ulss 13 prevedeva questa collocazione, come dimostra un documento del 22 gennaio 2015. Ma non tutti erano favorevoli. A spingere per la scelta del vecchio ospedale c’era per esempio il sindaco di Noale Patrizia Andreotti, nel frattempo succeduta a Michele Celeghin: «Il Calvi ha tutti i requisiti necessari – spiegò la Andreotti -. Il nostro obiettivo è quello di valorizzarela nostra struttura pubblica». I consiglieri regionali Bruno Pigozzo (Pd) e Pietrangelo Pettenò (Sinistra) si sono fatti promotori dell’emendamento, poi approvato, con cui si chiedeva di scegliere il vecchio plesso.

(g.pip)

 

DOLO «L’ospedale di Dolo l’8 gennaio scorso ha festeggiato i 150 anni dalla sua inaugurazione ma la giunta di Dolo non ha fatto alcun cenno a tale anniversario. Mi auguro che la prossima amministrazione si impegni a ricordare con una targa questo ricorrenza».

Lo sostiene Mario Morara, ex consigliere comunale di Mira, che ricorda come nel 1865 fu fondato l’ospedale dolese. Morara nel 2009 fu il promotore della premiazione del personale dei pronto soccorso di Dolo e Mirano.

«L’ospedale di Dolo fu il primo a sorgere tra il Brenta e il Piave dopo quelli di Venezia, Treviso e Padova», ricorda Morara, «e il costo, pari a 23208 fiorini, fu sostenuto dai Comuni di Dolo, Fiesso, Stra, Mira, Gambarare, Oriago (poi unitisi a Mira) e da un cittadino dolese. Il Comune di Dolo dovette sostenere ulteriori spese per l’arredamento dell’ospedale, per l’attrezzatura dell’ambulatorio medico-chirurgico e per la trasformazione di alcune adiacenze della villa dove era sorto il nosocomio».

Infine un’altra riflessione: «Un ricordo ed elogio vanno anche al personale medico e paramedico che in questi 150 anni hanno curato e curano gli ammalati».

(g.pir.)

 

NOALE. GUMIRATO CRITICA LA REGIONE

NOALE «L’ospedale di comunità di Noale? Secondo l’emendamento alla legge di stabilità approvato dal consiglio regionale prima di Pasqua significa che partiremo almeno fra dieci anni». In pratica, per il direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato, si dovrà ripartire da zero.

Non accennano a diminuire le polemiche attorno alla questione del Pier Fortunato Calvi di Noale, dopo il voto favorevole di Palazzo Ferro Fini dove si dà parere favorevole a insediare i 40 posti previsti per Noale dentro i vecchi padiglioni dell’ospedale anziché la casa di riposo inaugurata due anni fa. Almeno queste erano le linee guida pubblicate nel Bollettino ufficiale della Regione (Bur); poi il documento portato avanti dai consiglieri veneti Bruno Pigozzo (Pd) e dal collega della Federazione della Sinistra Veneta Pietrangelo Pettenò, votato in modo trasversale, ha scatenato una serie di reazioni a catena.

Gumirato ha scelto di rispondere attraverso il sito dell’Asl 13, spiegando gli effetti della scelta proveniente da Venezia. «Sta succedendo semplicemente quello che sappiamo», scrive il direttore generale «ovvero alcuni politici sono pronti a mentire e a diffamare; sono pronti a negare ogni loro decisione e votazione precedente, sono pronti a dimenticare che alcune decisioni sono il frutto ragionato delle criticità e complessità esistenti e perlopiù l’unico pertugio che consenta di dare alcune risposte concrete e serie ai cittadini».

Gumirato spiega cosa potrebbe succedere nella sanità tra Miranese e Riviera del Brenta alla luce delle scelte del Parlamento veneto. «Ci si dimentica», continua, «che l’ospedale di comunità, così ipotizzato, dovrebbe essere inserito negli spazi ora dedicati alla lungodegenza di Noale; ci si dimentica che questo reparto, in base alle schede ospedaliere regionali, dovrà essere trasferito a Dolo e prima di farlo, dovrà essere ristrutturato sia per la sicurezza che per l’antisimica. Come sappiamo, da tempo la ristrutturazione di Dolo, blocco sud, non potrà essere compiuta secondo i dettami di legge perché il finanziamento per l’antisismica, ad oggi, non esiste. Per questo la direzione generale dell’Asl 13 è stata autorizzata a compiere delle opere fondamentali: nuovo blocco operatorio antisimico, pronto soccorso, piastra radiologia, area ambulatoriale per un valore di circa 18 milioni di euro, posticipando la ristrutturazione del blocco sud».

Alessandro Ragazzo

 

SANITÀ

SCORZÈ – «Rifiutare il servizio hospice alla nostra casa di riposo? No, noi non abbiamo mai rifiutato niente. Saremmo stati degli sciocchi».

Continua a tener banco la scelta (concordata da Regione, Ulss 13 e Conferenza dei sindaci) di destinare 11 posti-letto per il ricovero dei malati terminali alla casa di riposo “Anni sereni” di Scorzé. Il consigliere miranese Gabriele Petrolito ha tirato fuori la questione ribadendo l’importanza di avere quel servizio al “Mariutto” di Mirano, in una posizione centrale vicino all’ospedale.

Il direttore generale dell’Ulss 13, Gino Gumirato, ha risposto spiegando che quel servizio era stato proposto proprio al Mariutto, ma era arrivato un rifiuto. Ora però il presidente del Mariutto Vincenzo Rossi offre un’altra versione: «Nessun rifiuto. Noi siamo i primi a voler valorizzare i posti liberi e a cercare nuovi introiti, siamo favorevoli ad ampliare i nostri servizi».

Anche il suo predecessore, Gilberto Bellò, garantisce che non c’è mai stato alcun rifiuto: «Ai miei tempi si era parlato solo di creare un Centro diurno per autosufficienti, ma poi venne ampliato quello di Salzano».

Il sindaco Maria Rosa Pavanello allarga il concetto: «Di sicuro – scrive – il Mariutto ha strutture e competenze anche per altre tipologie di servizi». In una logica di distribuzione, proprio al Mariutto sono stati assegnati 20 posti di Unità riabilitativa territoriale (fisioterapia e altri trattamenti post fase acuta). Quando saranno attivati? La tabella indica l’anno 2015, la casa di riposo attende notizie da Ulss e Regione.

(g.pip.)

 

L’AFFONDO DI TESO «Chisso mise Gumirato alla guida dell’Ulss 13 e poco dopo arrivò l’assegnazione»

Divampa la polemica sui 40 posti “tolti” alla casa di riposo e dati all’ospedale di Noale

LA RICOSTRUZIONE «Destinatario è sempre stato l’ospedale»

«Nel 2013 – spiega Pigozzo (Pd) – le nuove schede sanitarie assegnarono i 40 posti: si intendeva all’ospedale, così come si era espresso il consiglio di Noale. Poi qualcuno ha equivocato».

Altro che polemica, sui 40 posti letto “scippati” alla casa di riposo privata di Noale lo scontro politico è feroce. Con gli “scippatori” che rifiutano questa definizione e spiegano che se hanno privilegiato l’ospedale pubblico è perché così aveva deciso sin dall’inizio il consiglio regionale del Veneto, mentre a cambiare le carte in corso d’opera sono stati altri. Ecco cosa dice Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd, tra i proponenti dell’emendamento alla Finanziaria che ha “restituito” i posti letto all’ospedale: «Se proprio vuole fare causa – dice Pigozzo – l’Rsa Santa Maria dei Battuti se la prenda con l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, ma soprattutto con il direttore generale dell’Ulss 13, Gino Gumirato, visto che è stato lui a dare – e poi la giunta regionale ha avallato – una errata interpretazione della volontà espressa dal consiglio regionale del Veneto».

Pigozzo ricostruisce la vicenda: 2002, le vecchie schede ospedaliere della Regione attribuiscono all’ospedale di Noale la funzione di “polo riabilitativo”; 2013 le nuove schede definiscono l’ospedale di Noale “struttura a vocazione territoriale con possibile utilizzo a indirizzo riabilitativo” e proprio alla “struttura” vengono assegnati i 40 posti letto. «E’ chiaro – dice Pigozzo – che l’assemblea legislativa intendeva l’ospedale, così come nel 2012 si era del resto espresso il consiglio comunale di Noale».

Ma chi applica le schede ospedaliere? L’Ulss. E l’Ulss 13 di Mirano – dice Pigozzo – assegna i posti letto alla casa di riposo privata. Va detto che la Conferenza dei sindaci non obietta. Anzi. E la delibera di Gumirato passa il vaglio di Palazzo Balbi e viene pubblicata sul Bur. Solo che nel frattempo l’amministrazione comunale di Noale è cambiata e ci ripensa. E a Palazzo Ferro Fini si accorgono che la delibera dell’Ulss 13 non rispecchia la volontà dell’assemblea. Pigozzo: «Altro che scippo, abbiamo ristabilito il percorso iniziale». Non è da meno Moreno Teso, consigliere di Forza Italia che ha votato a favore dell’emendamento presentato dal Pd: «Per capire cos’è successo bisogna partire dall’inizio e cioè da intercettazioni telefoniche dalle quali risulta che Gumirato è stato imposto al vertice dell’Ulss 13 da Renato Chisso. Guarda caso, a inaugurare l’Rsa privata di Noale non è stato l’assessore alla Sanità, ma Chisso, che si occupava di trasporti con il governatore Luca Zaia presente al taglio del nastro. E dopo quella inaugurazione – rincara Teso – arriva la delibera che assegna i 40 letti ai privati. Sia pure la Procura della Repubblica a fare chiarezza, visto che c’è già un esposto degli ex amministratori di Noale. Qualcuno se l’è dimenticato? Paolo Dalla Vecchia si dimise da assessore per questa vicenda».

Alda Vanzan

 

NOALE – Il direttore dell’Ulss replica al consigliere regionale: «Ricostruzione falsa»

«Posti letto, accuse volgari»

Gumirato risponde a Teso: «Maleodorante speculazione a fini elettorali»

Una ricostruzione «faziosa e diffamatoria». Peggio: «una volgare, spietata, maleodorante speculazione personale a fini elettorali». Di più: «Nessuno mi intimidirà». Per un po’ Gino Gumirato, direttore generale dell’Ulss 13, è rimasto zitto, assistendo al balletto di accuse tra politici sullo “scippo” o, a seconda delle parti, “restituzione” dei 40 posti letto contesi a Noale. Ma quando è stato tirato in ballo con accostamenti a indagini giudiziarie, Gumirato ha vergato una durissima presa di posizione.

Un passo indietro: ieri, sul Gazzettino, Moreno Teso, consigliere regionale di Forza Italia, ha tirato in ballo le intercettazioni telefoniche da cui risultava che «Gumirato è stato imposto all’Ulss 13 da Renato Chisso» e poco dopo i posti letto sono stati dati alla casa di riposo privata.

«Ciò che è sconcertante ed inaccettabile – dice il dg dell’Ulss 13 – è la ricostruzione faziosa e diffamatoria di un consigliere regionale, secondo il quale avrei ricevuto ordini da una persona oggi sottoposta a restrizioni della libertà personale, che mi avrebbe ordinato di dare i posti letto al privato di Noale e sui quali si farebbe bene ad indagare. La ricostruzione non è solo falsa. È una volgare, spietata, maleodorante speculazione personale a fini elettorali».

E ancora: «Queste persone si sono abituate a pensare, da quello che ritengono essere il loro “potere di critica politica” che possono infangare la reputazione altrui come vogliono per il loro esclusivo tornaconto contingente; ma si sbagliano. Mi chiedo perché, se mai la ricostruzione effettuata dal nostro consigliere regionale avesse qualche barlume di consistenza, non si fosse all’epoca dei fatti presentato con una denuncia nei miei confronti in Procura della Repubblica. Mi chiedo anche se intende effettuare oggi una denuncia alla Procura. In questo caso dovrebbe citare anche tutti i sindaci per aver votato favorevolmente all’unanimità: forse ipotizza una associazione a delinquere».

Gumirato ripercorre le tappe dei 40 posti letto, sottolineando che «ogni decisione di cambiamento è decisa a livello regionale in una logica di sistema, non certo dal singolo direttore gen-*erale». E, al di là della decisione ora assunta dal consiglio regionale, rassicura i cittadini e i dipendenti «della totale ed assoluta liceità di tutti gli atti della nostra amministrazione». «Posso anche rassicurare – aggiunge – sul fatto che non mi farò intimidire oggi, come non mi sono mai fatto intimorire da consiglieri regionali di Lazio, Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna nei due decenni precedenti».

Alda Vanzan

 

L’Università indica nel polo di Mirano, Dolo e Noale un esempio di assistenza

Domani a Padova un seminario con studenti e dirigenti del Master di Parigi

MIRANO – Asl 13 di Mirano e Azienda ospedaliera di Padova esempi del sistema sanitario veneto. Entrambe sono state scelte dall’Università Ca’ Foscari per una giornata di studio organizzata per una delegazione francese di studenti e dirigenti provenienti dal Master di management sanitario della Essec Business School di Parigi, in Veneto per osservare da vicino il sistema sanitario regionale.

L’appuntamento è per domani a Padova, dove nel pomeriggio verrà illustrata in particolare l’attività dell’Asl 13. «In questo progetto italo-francese», spiega il direttore generale Gino Gumirato, «la nostra azienda è stata scelta a rappresentare le Asl venete come esempio delle peculiarità regionali in ambito di integrazione socio-sanitaria: mostreremo i modelli organizzativi e gestionali dell’assistenza integrata ospedale-territorio, le modalità con cui l’Asl 13 agisce per garantire agli assistiti una presa in carico globale e analizzeremo l’attuale sistema ospedaliero e i principali indici di assistenza, fornendo un quadro dell’attività svolta per la cura delle patologie acute». Sarà l’assistenza territoriale il cardine del meeting, motivazione principale del coinvolgimento dell’Asl 13 nel viaggio studio degli studenti francesi.

«L’incontro», conclude Gumirato, «punta a illustrare le misure attraverso le quali l’Asl 13 garantisce i livelli essenziali di assistenza nelle cure primarie e nelle progettualità in campo per migliorarci».

Sarà dunque l’occasione per presentare, anche oltralpe, i numeri della sanità Miranese e della Riviera: 17 Comuni, 500 chilometri quadrati di territorio e una popolazione di 271 mila abitanti, in crescita.

Tre ospedali, Dolo, Mirano e Noale, che complessivamente registrano 28.500 ricoveri l’anno, di cui circa seimila diurni e 15.800 con interventi chirurgici. A Dolo e Mirano, i Pronto soccorso registrano circa 80 mila accessi l’anno, mentre i due distretti, grazie anche alla collaborazione di 210 tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, permettono l’assistenza di circa 5.500 utenti a domicilio, i consultori familiari erogano circa 48 mila prestazioni e i servizi di neuropsichiatria infantile 9 mila.

Trecento gli utenti dei 13 centri diurni per disabili, mentre l’assistenza agli anziani è garantita da otto strutture convenzionate con 1006 posti letto, di cui 48 semiresidenziali.

Infine sono circa 2 milioni e 500 mila le prestazioni di diagnostica di laboratorio e 900 mila le prestazioni specialistiche erogate ogni anno.

Filippo De Gaspari

 

DOLO – L’Asl 13 di Dolo e Mirano scelta insieme all’Azienda ospedaliera di Padova, per spiegare ai francesi il sistema sanitario Veneto. Domani, mercoledì, una delegazione francese, costituita da dirigenti sanitari pubblici e privati e studenti provenienti dal Master di Management sanitario della Business School di Parigi, giungerà a Padova per conoscere il sistema sanitario veneto.

L’Asl 13 con il suo bacino di 17 comuni e con una popolazione di circa 271.000 abitanti è stata individuata dall’Università Ca’ Foscari come esempio delle peculiarità venete in ambito di integrazione socio-sanitaria. «L’intervento dell’Azienda 13 – ha spiegato il direttore generale Gino Gumirato che domani sarà a Padova insieme ad alcuni primari di Dolo e Mirano – verterà sui modelli organizzativi e gestionali dell’assistenza integrata. Si analizzeranno l’attuale sistema ospedaliero e i principali indici di assistenza».

Ma ad interessare sanitari e studenti dell’Essec Business School sarà l’assistenza territoriale. «L’incontro – ha sottolineato Gumirato – è mirato all’illustrazione delle misure attraverso le quali l’Asl 13 garantisce l’assistenza nell’ambito delle cure primarie; sarà così occasione per riflettere e discutere sul presente e sul futuro dei servizi dall’Azienda al territorio».

(L.Gia)

 

DOLO – Sorpresa e amarezza a Dolo dopo la scoperta della delibera della direzione generale dell’Asl 13 che prevede di chiudere gli ospedali aziendali per la festività di San Matteo, patrono di Mirano.

«A Dolo non resta neanche San Rocco», sentenzia Giorgio Gei, consigliere de “Il Ponte del Dolo”, «il direttore generale, nella sua smania “miranocentrica”, ha deciso che in tutta l’Asl si festeggerà il patrono di Mirano e la cosa potrebbe anche avere una sua logica, ma non può certo essere frutto di una delibera del direttore. Se la delibera non è il risultato di una trattativa sindacale che abbia portato ad una modifica del contratto, viene facile la battuta “Direttore generale, scherza con i fanti, ma lascia stare i santi».

Anche il coordinamento per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo ha discusso l’altra sera della delibera. «È l’ennesima dimostrazione di disattenzione nei confronti della realtà dolese anche a livello sociale», spiega Emilio Zen, «Inoltre questa soluzione di uniformare il santo patrono non è detto porti vantaggi. Ci sono molti modi di risolvere le situazioni senza svilire le tradizioni locali e il sentimento di appartenenza».

(g.pir.)

 

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