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DOLO «L’ospedale di Dolo va salvaguardato e potenziato. Per questo lancio la proposta di istituire un tavolo di confronto tra le parti sociali e i sindaci della Riviera. Il mio è un appello che rivolgo a tutte le forze politiche per salvare la Sanità in Riviera, uno dei gioielli del nostro territorio». A dirlo è Giovanni Conte, segretario Cisl della Riviera del Brenta, che interviene in prima persona sottolineando la necessità di unirsi tutti assieme per evitare il depauperamento delle strutture e dei servizi ospedalieri di Dolo. «In questi anni abbiamo assistito al trasferimento di molti servizi a Mirano, oltre alla partenza di specialisti e medici in grande valore. Questo è un fatto sotto gli occhi di tutti e non si può negare». Per Giovanni Conte non c’è tempo da perdere e bisogna muoversi prima dell’approvazione delle schede ospedaliere. «Noi siamo disponibili al confronto con tutti i sindaci, partiti politici e forze sociali, oltre che a supportare ogni iniziativa per salvare l’ospedale prima che sia troppo tardi. La prossima azione che vogliamo realizzare è volta alla salvaguardia del Tribunale di Dolo». Giacomo Piran

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Nuova Venezia – La riorganizzazione sanitaria

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31

ott

2012

La prima scossa alla sanità veneta giungerà entro la fine dell’anno e comporterà la riduzione di un migliaio di posti letto, con chiusura (con accorpamento) di una quindicina di reparti e la dimissione di un ospedale privato. La manovra che impone al Veneto di ridurre la sua percentuale di posti letto a 3,7 per mille abitanti (3,2 riservati ai pazienti acuti, i restanti alla riabilitazione) per un totale di circa mille unità, metà delle quali dovranno includere interi reparti. A ciò si aggiungerà l’acquisizione di un ospedale privato di Mestre. La cura dimagrante investirà, nell’immediato, le aziende sanitarie di cinque province: “graziate” Treviso e Vicenza (le più virtuose) ma solo temporaneamente; a partire dal 2013, tagli e fusioni investiranno anche loro. Nel dettaglio, per il Veneziano si prospettano una serie di fusioni; sull’asse San Donà di Piave-Portogruaro è prevista l’unificazione dei reparti di Medicina (assegnata al polo sandonatese) e Chirurgia (portogruarese); stessa sorte per il punto nascita, che sopravviverà nel solo ospedale di San Donà. Analogo processo riguarderà Mirano e Dolo: Chirurgia sarà monopolio del primo, la Medicina diventerà dolese. Non è tutto. In ballo c’è anche la spedalizzazione privata: obiettivo della Regione è giungere all’acquisizione di Villa Salus (o in subordine, del Policlinico San Marco) per dismetterne l’attività di degenza e dirottarne le risorse umane e materiale sul vicino ospedale dell’Angelo.

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Consiglio Comunale martedì 30 ottobre alle ore 17, in seconda convocazione. Un Consiglio che procederà all’approvazione dei verbali delle sedute del 18 settembre e del 25 settembre e si occuperà del prelevamento dal fondo di riserva da parte della Giunta Comunale in data 27 settembre oltre alle modifiche del regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale. All’ordine del giorno anche due interrogazioni presentate dal consigliere comunale Giorgio Gei riguardanti Il “Patrimonio dell’ASL 13 in Comune di Dolo” e la “Riapertura del casello di Roncoduro”. (L.Per.)

 

DOLO.

«Vanno rivisti i piani norma 12 e 13 del Comune di Dolo alla luce del nuovo piano sociosanitario regionale e delle sue indicazioni in merito alla gestione del paziente nella fase postacuta e riabilitativa. L’area ospedaliera di Dolo ha gli spazi e le strutture per supportare tutto questo, senza che la struttura ospedaliera vera e propria venga penalizzata».

A sostenerlo è Giorgio Gei (Ponte del Dolo) che ha presentato un’interrogazione in vista del Consiglio comunale di giovedì. Al centro della discussione il futuro dell’ospedale di Dolo e del patrimonio immobiliare dell’Asl 13 che per il piano regolatore vigente ha una destinazione quasi totalmente non sanitaria.

«Se non viene modificato il piano regolatore, la Riviera potrebbe essere privata dell’unica possibilità di adeguamento delle strutture ospedaliere esistenti per mantenere servizi sanitari alla cittadinanza. Non è accettabile poi che si faccia cassa con il patrimonio dell’ospedale di Dolo per andare a riversare i fondi da un’altra parte».

(g.pir.)

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MIRA – «Spero che la prossima settimana la Quinta Commissione regionale abbia in mano le schede ospedaliere. Io non sto al gioco della fuga di notizie e delle successive polemiche e strumentalizzazioni». Il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo interviene sulle polemiche attorno alle schede ospedaliere che, secondo le voci diffuse in Riviera e Miranese, indicherebbero per l’ospedale di Mirano la vocazione chirurgica e per Dolo quella internistica. «Solo quando avremo in mano le schede – afferma Pigozzo – potremmo esaminarle e aprire un tavolo di confronto. Ma sulla “fuga di notizie” e senza qualcosa in concreto e ufficiale in mano non mi piego ad alcuna strumentalizzazione. Le schede sono troppo importanti per discutere sulle «voci di corridoio». Auspico solo che giovedì prossimo la Commissione Sanità possa riceverle, come sollecitato più volte, ed esaminarle». (l.gia.)

 

MIRANO. «Tocca alla Regione garantire all’Asl 13 risorse adeguate per la programmazione. Per questo è necessario verificare subito le nuove schede». Così il Pd veneziano interviene sul dibattito innescato dalle indiscrezioni sul nuovo piano sociosanitario e la riorganizzazione.

«Ci chiediamo quale programmazione sia possibile se il riparto del fondo sanitario alle singole Asl viene approvato a settembre, ad annualità trascorsa», afferma il responsabile provinciale del Pd Gabriele Scaramuzza, «soprattutto se le risorse riconosciute vengono poi bloccate dalla segreteria regionale alla sanità, rendendo l’assegnazione dei fondi praticamente virtuale».

Per quanto riguarda l’articolazione degli ospedali di Dolo e Mirano Scaramuzza è chiaro:

«La loro permanenza nell’ottica dell’ospedale di rete va fatta alla luce delle schede sanitarie e territoriali, che vanno presentate subito in commissione. Anche sugli investimenti è la Regione a rallentare la ristrutturazione delle sale operatorie, del Pronto soccorso e della rianimazione di Dolo e l’adeguamento di Mirano, centellinando i finanziamenti già riconosciuti su progetti presentati».

(f.d.g.)

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Vincenzo Crisafi, consigliere comunale e medico, teme il taglio dei fondi

«Alla fine i nodi arrivano al pettine e il grande bluff viene scoperto. Per anni Regione, sindacati, politici locali, direttori generali ci hanno ingannato sostenendo che l’ospedale di Dolo doveva avere una vocazione chirurgica e Mirano una vocazione internistica. Ora che le carte sono quasi scoperte, con le schede ospedaliere oramai pronte, ci vengono a dire esattamente il contrario. Mirano chirurgica e Dolo internistica».
Non risparmia nessuno Vincenzo Crisafi, medico e consigliere comunale della lista d’opposizione “Per Dolo cuore della Riviera”. Quello che sta accadendo con le «schede» dell’Ulss 13 non lo convince.

«Che di bluff si trattasse – spiega – lo si era capito da tempo e cioè da quando gli investimenti per la ristrutturazione delle sale operatorie di Dolo e del Pronto soccorso tardavano ad arrivare. Per il Pronto soccorso ora sembra che non più tre ma solo due milioni di euro verranno utilizzati il che significa che Dolo non avrà un pronto soccorso degno di tale nome».

Anche se al momento sui numeri ci sarebbero pareri discordanti.

«Da parte nostra – rilancia Crisafi – noi saremmo molto contenti di ospitare nei nostri moderni padiglioni tutta la Cardiologia di Mirano con tutto quello che ne consegue, ma temo che ci saranno delle resistenze e a questo punto si chiarirà definitivamente che Dolo come ospedale lentamente prenderà la china del lento ed inesorabile declino».

Di qui l’invito ai rivieraschi a far sentire la loro voce a sostegno dell’ospedale:

«Non vogliamo fare corse in avanti, ma a questo punto credo che debbano essere i cittadini dell’intera area brentana a prendere coscienza che finora sono stati presi in giro e che sarebbe ora che prendessero delle serie iniziative di protesta visto che i sindaci stanno al tavolo di gioco».

La direzione dell’Ulss 13 tende però a gettare acqua sul fuoco della polemica: «Nonostante queste notizie – è il commento dell’azienda sanitaria – si sta procedendo per la realizzazione del nuovo Pronto soccorso».

Gianluigi Dal Corso

 

DOLO. «Chiediamo la convocazione straordinaria della Conferenza dei sindaci perché sia parte attiva della programmazione sanitaria dell’Asl 13 e perché vigili sull’arrivo dei fondi promessi nelle schede ospedaliere». A dirlo è Francesco Sacco, medico di base e membro del comitato “Marcato”, che lancia un appello a difesa dei servizi e delle strutture dell’ospedale di Dolo.

«Dolo non potrà mai diventare solo un ospedale internistico di lunga degenza, tutti devo intervenire per rimanga ospedale per acuti a tutela dell’operosità del personale medico e paramedico e degli utenti che non meritano di essere trattati in questo modo. Dolo deve rimanere un punto di riferimento anche per i medici di medicina generale che operano nel territorio».

Sacco parla poi dell’Asl 13.

«Da 17 anni la nostra Asl è stata sottofinanziata rispetto ad altre, sia per la spesa corrente che per la quota capitale. Nonostante questo è un’Asl virtuosa e ha già un numero di posti letto e di ricoveri in sintonia con quanto dice il piano».

Giacomo Piran

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Corriere della Sera – Project a Dolo: Pd e Cgil frenano

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19

ott

2012

Uls 13 Il sindacato però mette l’altolà all’austerity imposta all’azienda del mirese

MIRANO – «I tagli della spending review sanitaria portano solo a un impoverimento generale dell’offerta». La Cgil funzione pubblica non condivide la politica di austerity sulle aziende sanitarie e in particolare il destino riservato all’Usl 13 di Miranese e Riviera del Brenta. «Noi siamo sempre stati disponibili a veri e qualificati processi di riorganizzazione – spiega Marco Busato di Cgil Fp – che hanno perseguito il miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità dei servizi pubblici». In questo momento delicato, in cui si sta trattando l’attuazione del piano socio sanitario, la Cgil annuncia battaglia per un finanziamento adeguato all’Usl 13. «Ci sentiamo di proporre a tutti gli interlocutori – continua Busato – di mettere da parte i localismi cercando di essere protagonisti attivi delle scelte che investiranno gli ospedali di Noale, Dolo e Mirano». «Chiediamo – continua – come avevamo già proposto attraverso una conferenza territoriale, di verificare le convergenze, le prospettive e le scelte operative che saranno contenute nelle schede». Sulla questione relativa alla proposta presentata da una cordata di imprenditori, di realizzare il nuovo monoblocco dell’ospedale di Dolo in project financing e già bocciata dalla Regione, Busato aspetta prima di esprimere un commento. «Sapevamo della proposta, ma non ho ancora visto niente su carta. Aspetto di vedere il progetto prima di esprimermi». Dalla politica, invece, arriva il plauso al “no” della regione di Gabriele Scaramuzza, consigliere comunale del Partito democratico a Venezia: «Il Pd si è sempre detto contrario ai business sulle strutture ospedaliere. Fa piacere che il segretario della sanità Mantoan abbia confermato il nostro giudizio. A Dolo c’è già un progetto per ristrutturare pronto soccorso, sale operatorie e rianimazione. Si dia attuazione a quello il più presto possibile».
D.Tam.

«La situazione è preoccupante, le strutture sono state indebolite e all’orizzonte non c’è alcuna programmazione». La Cgil entra a piedi uniti nel dibattito sul futuro degli ospedali di Mirano, Dolo e Noale, puntando il dito contro l’attuale gestione e facendosi portavoce del malcontento di molti lavoratori.

«Dal 2011 è stata adottata una politica di tagli lineari – spiega Sergio Chiloiro, segretario provinciale Cgil Funzione Pubblica – ma senza alcun progetto di riorganizzazione condiviso con i rappresentanti sindacali».

E via con una cascata di esempi:

«Si taglia sui farmaci e sugli strumenti diagnostici, mentre la formazione è stata praticamente eliminata – aggiunge Marco Busato, segreteria Cgil con delega al territorio -. Non si acquistano più beni e servizi, talvolta i lavoratori hanno a che fare con strumenti obsoleti e strutture non a norma».

Più volte la direzione dell’Asl ha rimarcato il sotto-finanziamento regionale dell’Asl 13 rispetto a tutte le altre Aziende sanitarie, ma per i sindacati

«manca un piano a lungo termine – attaccano Chiloiro e Busato – da tempo noi chiediamo un tavolo di confronto che non c’è mai stato».

E i malumori del personale sanitario ora sembrano evidenti:

«C’è un clima di sofferenza e i lavoratori spesso sono demotivati. Non chiedono aumenti contrattuali o passaggi di livello ma si lamentano perché spesso si lavora male. Nei periodi di ferie, malattie o maternità in molti reparti è difficile coprire tutte le fasce orarie e organizzare i turni. Da quando è stata intrapresa la strada del risanamento finanziario, c’è stato pure un abbassamento della qualità dell’ente».

Ma esiste una ricetta per far di necessità virtù?

«Proprio in un periodo di crisi diventa necessario delineare una strategia che coinvolga il personale – si legge in una nota poi diffusa dal sindacato -, lo scorso giugno abbiamo proposto una riorganizzazione che riteniamo ancora valida e positiva».

Quale? Unificare i doppioni di alcune specialità presenti sia a Dolo sia a Mirano, così si riducono i costi e si rende il servizio più efficiente.

 

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