Gazzettino – Asl 13, la direzione va a Noale
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15
gen
2015
SANITÀ – Sarà realizzato un prefabbricato che fungerà da pronto soccorso
Il direttore Gumirato ha definito le linee guida. Grandi lavori a Dolo
Definite le strategie della sanità nel territorio dell’Asl 13. Lunedì il direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato, ha concordato con i direttori di dipartimento e lo staff dirigenziale il programma per il 2015. La riunione era stata convocata nella mattinata di giovedì 8 gennaio, quindi prima dell’incontro avvenuto nel pomeriggio alla Quinta commissione del Consiglio regionale con il presidente della Conferenza dei sindaci Silvano Checchin. Segno evidente che il direttore generale, una volta incamerata l’approvazione dell’Atto aziendale, aveva deciso di dare corso a quelle che erano già state definite come linee guida, senza preoccuparsi dell’esito dell’audizione pomeridiana.
La riunione di lunedì si è tenuta a Noale perché da quest’anno la sede amministrativa e legale dell’Azienda sarà trasferita, e questo per risparmiare sul costo degli affitti attualmente pagati all’Istituto Mariutto di Mirano. A Noale sarà trasferita la direzione sanitaria, ma anche quella generale e sociale dell’azienda. Per quanto riguarda gli interventi che saranno messi in cantiere nei prossimi mesi, i principali riguardano l’ospedale di Dolo dove inizieranno i lavori per la costruzione del prefabbricato che fungerà da pronto soccorso, piastra operatoria e piastra radiologica. Viene confermato, quindi, quanto già previsto nell’atto aziendale. Saranno, inoltre, eseguiti interventi di miglioria e di adeguamento al primo “monoblocco”, quello costruito negli anni ’60-70. Saranno costruite delle scale di emergenza che attualmente non esistono, verranno installati degli ascensori antisismici e sarà modificato l’ingresso del monoblocco.
A Mirano è previsto l’intervento di adeguamento delle sale di sterilizzazione e agli ambulatori di “day surgery”, la ristrutturazione dell’ex Medicina per trasformazione in attività ambulatoriali e l’acquisizione del reparto di Ginecologia dall’istituto Mariutto. Per quanto riguarda il reparto di Cardiochirurgia di Mirano che tanto discutere ha fatto negli ultimi tempi, nulla cambierà nel corso del corrente anno, e probabilmente su tale decisione influisce anche il fattore elezioni regionali. Tuttavia, considerato che Mestre non ha disponibilità nella propria sede di sopportare anche il flusso di pazienti di Mirano, in alcune occasioni, durante l’anno, il primario di Mestre si trasferirà a Mirano per eseguire gli interventi di cardiochirurgia. Un programma che nei prossimi giorni sarà presentato pubblicamente dallo stesso direttore generale.
Lino Perini
Il direttore sanitario dà le dimissioni al suo posto Livio Dalla Barba
DOLO – (l.per.) Il direttore sanitario dell’Asl 13 Alessandro Fabbri, per ragioni strettamente personali, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. La richiesta è stat aformalizzata già il 27 novembre scorso. 64 anni, direttore sanitario dal 1° settembre 2011, era subentrato a Filippo Accietto che era andato in pensione. Fabbri è originario di Verona e si è laureato in Medicina a Padova, specializzandosi in cardiochirurgia, settore di cui è stato primario. Vanta anche una specifica esperienza come direttore sanitario presso l’ospedale “La Roseraie” di Parigi.
Fabbri è stato sostituito temporaneamente nelle funzioni dal dirigente medico ospedaliero Livio Dalla Barba. Il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato, infatti, per garantire la continuità amministrativa, in particolare per la definizione e gestione del budget 2015, ha delegato Dalla Barba ad espletare le funzioni di direttore sanitario. La direzione dell’Asl ha ringraziato Fabbri per il lavoro svolto con dedizione e professionalità.
Nuova Venezia – Asl 13, oggi Gumirato ascoltato in Regione
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15
gen
2015
Sanità
DOLO – Il direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato oggi pomeriggio sarà ascoltato in audizione dai membri della quinta commissione regionale Sanità. La decisione di sentire Gumirato era stata presa dalla Commissione Regionale dopo l’incontro avuto l’8 gennaio con Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 13.
Al centro della discussione ci sarà l’attuazione delle schede ospedaliere e l’atto aziendale dell’Asl 13, predisposto dalla direzione generale e approvato dalla Giunta Regionale a fine anno.
La commissione vuole approfondire la questione visto che il Consiglio Regionale a metà dicembre aveva approvato all’unanimità due mozioni che chiedono di rivedere la riorganizzazione in atto.
All’incontro non parteciperanno i rappresentanti del Coordinamento per la Salvaguardia dell’ospedale di Dolo che però hanno ottenuto dal presidente Leo Padrin di presentare un “dossier” che sarà inserito nelle cartelline dei consiglieri regionali.
Il Coordinamento chiede che Dolo rimanga ospedale per acuti e che vengano bloccati i trasferimenti di reparti previsti dall’Asl.
Nel frattempo ieri pomeriggio una nota della direzione generale dell’Asl 13 ha annunciato le dimissioni del direttore sanitario Alessandro Fabbri e la nomina temporanea al suo posto del dirigente medico ospedaliero Livio Dalla Barba. «Il direttore generale Gumirato per garantire la continuità amministrativa, tra cui la definizione e gestione del budget 2015, ha delegato Dalla Barba ad espletare temporaneamente le funzioni di direttore sanitario». Livio Dalla Barba, 56 anni, vicentino, ha preso servizio nell’Asl 13 come dirigente medico ospedaliero dal primo settembre.
(g.pir.)
Nuova Venezia – Don Bizzotto con 200 comitati: “Salviamo il Veneto”
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11
gen
2015
PADOVA – Dopo aver riunito più di 200 persone provenienti dalle associazioni e dai comitati ambientalisti veneti e dopo aver raccolto 15 mila osservazioni di cittadini allarmati dal dissesto idrogeologico e preoccupati per la propria salute, la Rete dei comitati veneti “Noi siamo Terra”, coordinata da don Albino Bizzotto, dei Beati costruttori di pace, ha presentato alla Regione Veneto un documento che mette nero su bianco i “no” della popolazione: no al project financing, né per le autostrade, né per gli ospedali.
No a piani casa che danno la possibilità di edificare senza regole a fronte di 400 mila case vuote e di fronte alla disperata richiesta di case a basso prezzo. No alle grandi opere. No al ddl del ministro Lupi che affida ai privati, sottraendole agli amministratori locali, le scelte sulle trasformazioni urbane. No all’abbandono e alla vendita di case Erp. No alla vendita del patrimonio demaniale. No all’agricoltura chimico-industriale e sì a quella biologica, purché non sia riservata solo ad una nicchia. No alle bio masse perchè non sono rinnovabili.
Si agli ecoquartieri; agli investimenti pubblici; ad un premio ai Comuni che riducano la superficie impermeabile; alle risorse europee; alla perequazione virtuosa; ad un piano del verde e ad una legge regionale che blocchi immediatamente il consumo di suolo.
«Il Veneto », tuonano i Comitati , «può e deve puntare alla riduzione del 20% dei rifiuti prodotti e almeno all’80% di raccolta differenziata e riciclo, attraverso il sistema del porta a porta. Vanno chiusi i due inceneritori di Padova e Schio e avviate indagini epidemiologiche sugli effetti sanitari degli stessi inceneritori. Dobbiamo fermare un processo di mercificazione che non ha riscontro nella storia ma produce un impatto devastante sull’ambiente, sulla nostra salute e sulla qualità della vita. Difendiamoci dalla privatizzazione».
Gli approfondimenti sono reperibili sul sito www.comitativeneti.alternvista.org. «Acqua, aria, terra ed energia riguardano il vivere di tutti», scandisce don Albino, «trasversalmente riguardano la nostra salute e il lavoro. Eppure la politica fino ad oggi ha fallito e deluso le aspettative caricando in maniera insopportabile il territorio in un gioco al massacro per mettere in salvo i soldi, il guadagno economico».
Elvira Scigliano
Nuova Venezia – Dolo. Comitati in prima linea in difesa dell’ospedale
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11
gen
2015
A Dolo il Coordimento civico chiede un’audizione alla commissione regionale
«Sospendere subito il piano aziendale proposto dal direttore Gumirato»
DOLO «Domani presenteremo richiesta di audizione alla commissione regionale Sanità per esprimere la nostra visione e il programma sull’ospedale di Dolo e dell’Asl 13».
Emilio Zen e Walter Mescalchin, rappresentanti del Coordinamento per la Salvaguardia dell’ospedale di Dolo, hanno le idee chiare e vogliono continuare l’azione di difesa dei servizi e della strutture del nosocomio dolese. Tutto questo dopo l’incontro tra i rappresentanti della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 e i membri della 5’ commissione regionale Sanità.
«Diamo un giudizio positivo dell’incontro svolto nei giorni scorsi», precisano Zen e Mescalchin, «durante il quale la commissione ha ascoltato le posizioni dei sindaci e ha anticipato di voler chiedere chiarimenti al direttore generale Gino Gumirato e al segretario regionale Domenico Mantoan. Siamo certi che un’attenta analisi e una valutazione approfondita non possa che portare a sospendere l’atto aziendale e il suo progetto attuativo».
L’azione del coordinamento non si ferma. «Per questo vogliamo chiedere di essere ascoltati in commissione», spiegano. «Sappiamo che non sarebbe previsto ma siamo fiduciosi vista la sensibilità mostrata in passato dal presidente Padrin e dai consiglieri regionali. Troviamo giusto che vengano ascoltate le voci del territorio. Speriamo che l’incontro possa svolgersi prima e contemporaneamente a quello con il direttore generale Gumirato».
Il coordinamento per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo chiederà alla commissione Sanità tre interventi per l’ospedale di Dolo. «Riteniamo che l’ospedale di Dolo abbia le capacità e le potenzialità per rimanere Ospedale di Rete», sostengono Zen e Mescalchin, «per questo chiediamo che la sede di Primario di Ostetricia e Ginecologia venga mantenuta a Dolo, come previsto dalle schede ospedaliere, in quanto sede del settore Materno Infantile. Chiediamo che la Chirurgia di Dolo venga definita Unità Operativa Complessa e dotata di un Primario trasformando il ruolo esistente e vacante di Otorinolaringoiatria. Infine che gli affitti pagati al Mariutto vengano risparmiati. Perché spendere soldi quando ci sono padiglioni vuoti a Dolo. Le nostre sono proposte tecniche, funzionali ed economicamente inferiori».
Il coordinamento si sta ampliando con l’ingresso di numerose associazioni. «Ultima di queste sono i Pensionati della Cia», comunicano Zen e Mescalchin, «ormai rappresentiamo il tessuto sociale ed economico del territorio e stiamo lavorando a stretto contatto con i sindaci».
Giacomo Piran
Gazzettino – Riviera / Miranese. Sanita’, partita ancora aperta
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9
gen
2015
ASL 13 – Cauto ottimismo dei consiglieri al termine dell’audizione di ieri
La commissione regionale incontrerà Gumirato, possibili modifiche alla riforma
«La partita resta aperta». È questa la sensazione generale al termine dell’audizione in Quinta commissione regionale, che ieri ha ascoltato a lungo il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Silvano Checchin e il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara.
«C’è la volontà di approfondire la situazione da parte della Commissione – garantisce il consigliere regionale Francesco Piccolo – ed è stato deciso di sentire in tempi brevi il segretario della Sanità Mantoan e il direttore generale dell’Asl Gumirato. Vogliamo parlare dell’applicazione delle schede ospedaliere e in particolare, per l’ospedale di Dolo, del mantenimento del servizio di Chirurgia, indispensabile per la sua massima funzionalità».
I 4 punti toccati duranti l’audizione riguardavano il mantenimento della specializzazione in due poli per gli ospedali di Mirano e Dolo, «un modello – secondo il consigliere regionale Bruno Pigozzo – che si integra perfettamente e risulta funzionale sia in termini di qualità e di erogazione dei servizi sia in termini di sostenibilità economica, visto che l’Asl 13 è quella che riceve il finanziamento più basso e ciò nonostante è riuscita ad avere un risparmio di bilancio».
Il secondo punto affrontato ieri è quello dei finanziamenti per le ristrutturazioni: «Derivano principalmente dai ricavi delle spese correnti, il che rappresenta un’anomalia – sottolinea Pigozzo – Gli ultimi due punti auspicano il mantenimento del reparto di Cardiochirurgia a Mirano, in quanto Mestre non è in grado di soddisfare autonomamente tutte le richieste e dei 40 posti dell’ospedale di comunità di Noale in area pubblica, come previsto dalle schede ospedaliere».
La Commissione preceduta da Lorenzo Padrin si è riservata di verificare le ultime delibere regionali in merito all’Atto aziendale e successivamente di promuovere un incontro chiarificatore con Mantoan e Gumirato. «Sia fatta chiarezza – è l’auspicio di Pietrangelo Pettenò – e si proceda per assicurare servizi efficienti ai cittadini. Valuto positivamente la scelta di convocare con urgenza il direttore generale Gumirato e il segretario regionale alla Sanità Mantoan nonché di acquisire la delibera di fine anno con cui la Giunta regionale ha approvato l’atto aziendale, ancora non pubblicata, ma che sembra contenere modifiche e prescrizioni rispetto a quanto previsto».
Lino Perini
Nuova Venezia – Sanita’, appalti calore e ospedali sotto inchiesta
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8
gen
2015
il malaffare in veneto» dove si indaga
VENEZIA – L’ospedale dell’Angelo e quello di Santorso, il naufragato Centro di terapia protonica a Mestre e l’appalto del calore nelle Ulss del Veneto. Il capitolo welfare riserva quattro possibili fronti d’indagine a corollario dell’inchiesta sullo scandalo Mose diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia.
A rivelarlo, sono gli atti compiuti dagli investigatori della Guardia di Finanza che nelle ultime settimane hanno fatto visita agli uffici della sanità regionale prelevando una discreta mole di documenti, riguardanti i progetti citati. Vicende distinte, a volte ingarbugliate, risalenti alla stagione galaniana e in qualche caso già oggetto di indagini amministrative e cause civili. Dove affiorano sospetti ma non è agevole distinguere l’eventuale spreco o il cattivo utilizzo di risorse pubbliche dall’aperta violazione della legge penale.
Più che nuovi filoni, «clonazioni» generate dal processo principale: così le ha definite sul nostro giornale il procuratore aggiunto Carlo Nordio, lasciando intravedere sviluppi giudiziari. Proviamo a riesaminarne i contorni.
Sul versante dell’Angelo, i punti interrogativi sembrano riguardare non tanto l’assegnazione dell’appalto quanto le condizioni del project financing stipulato tra investitori privati e Ulss Veneziana; l’ospedale mestrino – inaugurato il 25 settembre 2007 – è costato 241 milioni (a fronte dei 220 preventivati) dei quali 140 coperti dalla spa Veneta Sanitaria Finanza di Progetto, l’associazione temporanea d’impresa costituita dai partner Astaldi (capofila), Mantovani, Gemmo, Cofathec Progetti, Aps Sinergia, Mattioli e Studio Altieri.
L’Ulss si è impegnata a rimborsare i capitali entro il 2031 con rate annuali di 40 milioni: 24 attraverso la concessione di alcuni servizi ospedalieri (rifiuti, pulizia, lavanderia, mensa, trasporti) e il resto in denaro contante l’azienda del capoluogo sarà chiamata a sborsare un miliardo. Troppo? E qualora il contratto risulti eccessivamente oneroso per il pubblico, la domanda è: perché è stato sottoscritto e difeso ad oltranza?
Analoghe considerazioni valgono per l’ospedale vicentino di Santorso, inaugurato nel 2012 e costruito in project per volontà della giunta di Giancarlo Galan, che bocciò la spesa di 63 milioni prevista dal piano di ristrutturazione dei poli di Thiene e Schio, scegliendo di investirne 143 nel progetto ex novo. La cordata? Vecchie conoscenze, riunite sotto la sigla Summano Sanità (studio di progettazione Altieri) con il 25% delle quote in possesso di Mantovani spa, un altro 25% di Palladio Finanziaria, il 24,9% di Gemmo, il 18% C.M.B. di Carpi.
Sul punto sono stati inviati più esposti alla magistratura e in particolare l’associazione Communitas ha lamentato il tasso «abnorme» di remunerazione concessa ai privati, vicino al 20%. Altro ginepraio, il centro di terapia protonica progettato a Mestre e rimasto sulla carta per l’opposizione dell’amministrazione Zaia e dei suoi manager.
Il contratto firmato da Antonio Padoan (direttore generale dell’Ulss, all’epoca) prevedeva che le imprese – Medipass, Gemmo, Condotte, Varian – anticipassero 159,575 milioni e la sanità pubblica li rimborsasse con 738 milioni spalmati in 19 anni.
Un po’ troppo, tanto che – calato il sipario sull’amministrazione Galan – l’accordo fu stracciato, con corollario di cause per danni intentate dalla cordata nei confronti di Ulss, Regione, Giuseppe Dal Ben (il successore di Padoan) e direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan.
Ultimo, but not last, l’appalto-calore alle Ulss bandito nel 2008 attraverso cinque gare per altrettante aree vaste: Vicenza, Verona, Padova, Treviso-Rovigo, Venezia-Belluno, bandite a luglio. In ballo molte centinaia di milioni, erogati in nove anni di servizio. Succede di tutto: vischiosità burocratiche, reclami, concorrenti contro, incidenti regionali di percorso, alterchi roventi nelle stanze che contano. Fino all’apertura delle buste e alle contestazioni che culminano nel congelamento dell’appalto. Cosa è successo davvero?
Filippo Tosatto
Gazzettino – Riviera / Miranese. Ospedali, e’ il giorno della verita’
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8
gen
2015
DOLO – Silvano Checchin in Quinta commissione. Sul tavolo la mozione approvata dal Consiglio
Oggi la Conferenza dei sindaci spiegherà alla Regione il suo “no” alla riorganizzazione
Oggi in Regione si parla dei problemi dell’Asl 13. La V commissione regionale Sanità incontrerà questo pomeriggio il nuovo presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Silvano Checchin, primo cittadino di Spinea, e si parlerà del nuovo piano aziendale.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi oggi sarà l’occasione per fare chiarezza sulla situazione dell’azienda sanitaria di Dolo e Mirano ma anche, e soprattutto, sul suo futuro, compresa l’applicazione dell’atto aziendale proposto dal direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato e approvato a fine anno dalla Giunta regionale.
Una scelta, quest’ultima, che ha fatto molto discutere perché un paio di settimane prima, su proposta dei consiglieri regionali della Riviera e del Miranese Bruno Pigozzo, Francesco Piccolo e Pietrangelo Pettenò, il Consiglio regionale all’unanimità aveva approvato una mozione che prevedeva il blocco delle schede ospedaliere che riguardano l’Asl 13 e conseguentemente dell’atto aziendale. Una mozione sollecitata dalla stessa Conferenza dei sindaci e dai comitati che a novembre avevano organizzato una manifestazione a sostegno dell’ospedale di Dolo.
L’atto aziendale in sostanza prevede, in prospettiva, la destinazione dell’ospedale di Dolo a nosocomio prevalentemente di indirizzo medico e per Mirano a indirizzo chirurgico, riorganizzando i vari reparti presenti in entrambi i plessi. Una scelta che, secondo sindaci e comitati, sarebbe destinata a penalizzare entrambi gli ospedali.
«Chiederemo di fare chiarezza – ha annunciato il presidente della Conferenza Checchin – sull’approvazione dell’atto aziendale da parte della giunta regionale che sembra andare in contrasto con le indicazioni del Consiglio regionale. Va soprattutto chiarita l’idea di ospedali in rete e della specializzazione in polo medico per Dolo e chirurgico per Mirano».
(l.gia.)
Il comitato “Marcato” promette: «Faremo guerra al progetto»
«Il 2015 sarà l’anno buio e della regressione per l’Asl 13 e in particolare per l’Ospedale di Dolo, una volta ospedale provinciale e punto di riferimento per tutto il territorio oltre che punto d’incontro e di confronto con l’Università di Padova». A dichiararlo è il medico mirese Francesco Sacco, componente del “Comitato Bruno Marcato” e consigliere Pd.
«Con il voto della Giunta regionale, in contrapposizione con le mozioni presentate dai consiglieri e approvate all’unanimità in consiglio regionale, si vuole dare il via all’Atto aziendale bloccato da oltre un anno e portare in questo modo avanti la sperimentazione di un polo medico-geriatrico a Dolo e di un polo medico chirurgico a Mirano, unico esempio nella Regione Veneto – sottolinea Sacco – Tutto ciò esprime la volontà di declassare Dolo ponendo le basi perchè anche Mirano diventi subalterno a Mestre e tutto questo ancora prima delle definizioni delle Asl. L’intero progetto approvato dalla Giunta Regionale sacrifica gli operatori, gli utenti, la classe medica e l’intero territorio».
«Il Comitato Bruno Marcato – conclude il medico di Mira – disapprova tutto ciò. Daremo battaglia per bloccare un progetto che non garantisce la giusta assistenza ai cittadini della Riviera del Brenta. I finanziamenti necessari a questo progetto in parte derivano dal mancato investimento in tecnologie e personale e in parte dall’avanzo di gestione frutto di sacrifici, in un territorio che ha già la più bassa quota capitaria. A farsi carico di tutto ciò si sollecita quindi la Conferenza dei sindaci e gli stessi sindaci che domani (oggi per chi legge, ndr) parteciperanno all’audizione in commissione Sanità».
(l.per.)
D’Agostino rilancia: «All’Asl 13 serve un solo grande ospedale»
«Lasciano esterrefatti le dichiarazioni del consigliere regionale Bruno Pigozzo, in merito all’approvazione da parte della Giunta regionale dell’atto aziendale dell’Asl 13».
La presa di posizione arriva dall’ex amministratore dell’ospedale e dell’Ulss dolese Vincenzo D’Agostino: «Pigozzo si lamenta, insieme ad altri portavoce del centrosinistra e dei comitati locali, che la giunta abbia approvato l’atto aziendale della Asl 13 che prevede la specializzazione dei due ospedali in polo chirurgico (Mirano) e poco medico (Dolo). Ma va ricordato che il piano è stato partorito dalla commissione Sanità, di cui fanno parte esponenti di tutte le forze politiche. Dov’erano il consigliere Pigozzo e gli altri esponenti durante le lunghe e travagliate discussioni della programmazione regionale? Hanno accettato senza batter ciglio questa illogica divisione, anche in termini di costi, invece di puntare a un ospedale unico da collocare in una posizione baricentrica tra Dolo e Mirano, sostenuto peraltro dall’allora assessore regionale Sandri e da tutti i direttori dipartimentali dell’Ulss 13».
Per D’Agostino vi è una logica evidente: «Oggi sarebbero più credibili se ci dicessero che questa contestazione mira solo a ottenere l’impossibile, e cioè salvare la cardiochirurgia di Mirano. Ma che altro può fare il Direttore generale, da me più volte criticato, se non attenersi a quanto i politici hanno deciso? I cittadini vogliono servizi, non possono fare affidamento sulle proteste trite e ritrite dei soliti noti. Tanto, è mia opinione, questa specializzazione dei due presidi, illogica e non fattibile sul piano logistico e sanitario, non troverà mai attuazione. Perché non si propone alla Regione di finanziare l’ospedale unico in questa Asl?».
(l.per.)
Nuova Venezia – Dolo “Palazzo Balbi non penalizzi ancora la sanita’ del territorio”
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8
gen
2015
Pressing del Comitato Marcato
DOLO «Sollecitiamo un intervento della Conferenza dei Sindaci e degli stessi sindaci che domani parteciperanno all’audizione in 5’ commissione regionale Sanità». A chiederlo è il comitato “Bruno Marcato” che si oppone all’Atto Aziendale predisposto dalla direzione generale dell’Asl 13 e approvato dalla Giunta Regionale.
Il comitato è parte fondante del Coordinamento per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo che in questi anni ha organizzato, tra l’altro, due manifestazioni pubbliche e promosso una petizione popolare che ha raccolto oltre 5000 firme.
«La delibera approvata dalla Giunta Regionale», scrivono i membri del comitato, «è in contrapposizione con le mozioni presentate dai consiglieri ed approvate all’unanimità in consiglio regionale. Col voto della Giunta si vuole dare il via all’Atto Aziendale e portare avanti la sperimentazione di un polo medico-geriatrico a Dolo e di un polo medico-chirurgico a Mirano, unico esempio nel Veneto. L’intero progetto penalizza gli operatori, gli utenti, la classe medica e il territorio. Noi daremo battaglia per bloccare un progetto che non garantisce la giusta assistenza ai cittadini della Riviera del Brenta».
(g.pir.)
NUOVA VENEZIA – Nuovo appello del sindaco Patrizia Andreotti alla Regione
«Ospedale, difendere i servizi»
NOALE «Assegnare altri 4 milioni di euro per gli ospedali di Dolo e Mirano è una buona notizia. Ma la giunta regionale non ha ancora risposto alle tante sollecitazioni fatte». È il parere del sindaco di Noale Patrizia Andreotti, dopo che a fine dicembre da Palazzo Balbi sono stanziati i fondi per far partire i lavori per aumentare la sicurezza e garantire le opere antisismiche a Dolo e Mirano. Questo consentirebbe di trasferire gli uffici e la direzione a Noale.
Ma è proprio da qui che nascono i timori di Andreotti. «Non è chiaro», spiega, «se i soldi riguardino solo il trasloco dei dipendenti o anche, come chiedo, per rinnovare e consolidare i servizi esistenti. Siamo convinti che l’attuale direzione voglia confermare e rafforzare i servizi del Pier Fortunato Calvi, come la riabilitazione, il day hospital geriatrico? Che ne sarà delle migliaia di cittadini che usufruiscono di tali servizi?».
C’è poi la questione dei 40 posti dell’ospedale di comunità. «Il governo veneto» si chiede Andreotti «rispetterà la recente mozione approvata dal suo Consiglio di inserirli nel vecchio ospedale? Queste domande saranno poste giovedì dall’attuale presidente della conferenza dei sindaci Silvano Checchin alla quinta commissione regionale».
(a.r.)
Nuova Venezia – Braccio di ferro all’Asl 13 pressing dei sindaci in Regione
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7
gen
2015
Domani l’audizione in quinta commissione di Silvano Checchin che si farà portavoce del disagio dei Comuni: «Cardiochirurgia di Mirano non si tocca. Chiederò lumi sull’idea di ospedali di rete»
MIRANO – Silvano Checchin in audizione domani in quinta commissione regionale Sanità per chiedere la modifica delle schede di dotazione ospedaliera. Il neopresidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 13 anticipa gli argomenti dell’incontro e lancia la sfida: «Rivedere la specializzazione dei presidi di Dolo e Mirano e ottenere i finanziamenti necessari per la messa a norma dei due ospedali».
Il primo cittadino di Spinea, eletto da poco presidente della conferenza dei sindaci di Miranese e Riviera, affronta la dura partita della sanità locale per la prima volta e va dai commissari dopo il nullaosta alla riorganizzazione dell’Asl da parte della giunta regionale.
«Chiederò un approfondimento dell’idea di ospedali in rete e della specializzazione in polo medico per Dolo e chirurgico per Mirano. È un modello che nelle altre Asl venete organizzate in due sedi ospedaliere non viene praticato: perché, quindi, solo nell’Asl 13 dovrebbe funzionare?».
Per Checchin la questione non è solo organizzativa: «Questa Asl è in avanzo e da tempo ha eliminato tutti i doppioni. Siamo di fronte a una situazione già ottimale: si può razionalizzare ulteriormente, per carità, ma il modello di due ospedali specializzati non è la soluzione».
Spinosa, inoltre, la questione di Cardiochirurgia a Mirano: «Tutti d’accordo che debba lavorare in stretto contatto con Mestre, ma integrazione non significa chiusura, come invece si deduce dall’atto aziendale». Anche in questo caso la questione è economica: «Lavorare in sinergia significa creare un polo di eccellenza tra Mestre e Mirano, che in prospettiva deve diventare una risorsa per il territorio, visto che i punti di eccellenza porteranno risorse aggiuntive alle singole Asl».
Centrale, insomma, resta il nodo dei finanziamenti: «La Regione deve mettere a disposizione i fondi: se non arrivano, il ragionamento su come specializzare e mettere in rete gli ospedali diventa inutile. Mi riferisco in particolare ai 20 milioni di euro necessari per mettere a norma e rendere funzionale l’ospedale di Dolo e realizzare il terzo monoblocco a Mirano. Se arrivano i soldi, questa Asl si salva, altrimenti saranno solo problemi e se pensano che il territorio starà a guardare, si sbagliano».
Checchin arriva in Regione forte dell’appoggio dei sindaci, dei residenti (che hanno raccolto firme a favore del mantenimento dello status quo) e dei comitati. Il “Salvioli” in particolare sottolinea la necessità di rivedere, con urgenza, le schede ospedaliere partendo proprio dalla commissione regionale: «Le recenti delibere bipartisan assunte all’unanimità dai consiglieri regionali veneziani impegnano la giunta a sospendere gli atti aziendali sulla Cardiochirurgia miranese», ricorda il coordinatore Aldo Tonolo.
Filippo De Gaspari
Gazzettino – Dolo. Appello dell’Avis, servizio a rischio “Venite a donare sangue di domenica”
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7
gen
2015
MIRA – Domenica prossima dedicata alla donazione del sangue dalle 7.30 alle 9.30 nel centro trasfusionale dell’ospedale di Dolo. E l’Avis Riviera del Brenta lancia l’appello: «Venite a donare e a cogliere questa opportunità altrimenti il servizio domenicale verrà chiuso».
Nell’arco dell’anno l’Avis Riviera del Brenta propone sei aperture domenicali, per permettere la donazione di sangue e per favorire anche coloro che non possono farlo durante la settimana.
«Purtroppo però nell’ultimo anno durante le domeniche di apertura del servizio di raccolta sangue abbiamo registrato un calo di presenze – spiega il presidente dell’Avis Riviera Giuseppe Polo. – Per questo motivo con il comitato di partecipazione dell’Avis abbiamo concordato di tenere aperto sperimentalmente ancora per qualche domenica e poi, se non registreremo almeno una ventina di donazioni saremo costretti a chiudere questo servizio. Speriamo che domenica prossima vengano in molti a donare».
La flessione delle donazioni domenicali ha registrato cali del 50%, con punte anche di appena 7-8 persone. Eppure l’Avis, non solo a Dolo ma anche nei comuni della Riviera del Brenta, registra ogni anno circa 4mila donazioni di sangue. In particolare quella di Dolo, nata nel 1958, conta 1770 donatori iscritti e contribuisce con oltre 2.800 sacche al fabbisogno di sangue. «Un vero peccato chiudere il servizio domenicale – spiega Polo – che rappresentava comunque, per sei domeniche all’anno, un’opportunità».
Luisa Giantin
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