Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

La Regione rivede l’orario cadenzato: una corsa anche al mattino per Padova

L’assessore Chisso accoglie le richieste dei pendolari e annuncia altre novità

MONTEBELLUNA. Torna il treno della notte sulla linea Padova-Montebelluna. Era stato cancellato con l’introduzione dell’orario cadenzato. Sarà limitato a Montebelluna e non proseguirà per Belluno come avveniva in precedenza. Partirà da Padova alle 22.46 e arriverà in città alle 23.30. Tornerà a circolare dal prossimo 18 maggio. E verrà introdotto anche un treno Montebelluna-Padova che partirà alle 8.16 e arriverà a Padova alle 9.01, utilizzando la traccia cadenzata del treno che avrebbe dovuto avere origine alle 6,48 da Belluno. La limitazione a Montebelluna e da Montebelluna delle due nuove corse è dovuta sia ai vincoli infrastrutturali della stazione di Belluno sia alle norme sulla sicurezza ferroviaria, per le quali non è possibile il ricovero notturno nel capoluogo provinciale del convoglio necessario ad effettuare i servizi da e per quest’ultima destinazione. «È un’ulteriore risposta alle criticità emerse o segnalate dopo l’entrata a regime del nuovo orario ferroviario cadenzato», sottolinea l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso, «con l’obiettivo di offrire un servizio sempre migliore e all’altezza delle esigenze degli utenti, compatibilmente con i vincoli di tipo tecnico e finanziario esistenti. Non è la prima nè l’unica novità introdotta dopo l’avvio del cadenzamento. Non sarà l’ultima: continueremo infatti a monitorare la situazione e le richieste in modo da ottimizzare il sistema. Voglio ricordare che, a fianco di lamentele legittime e condivisibili alle quali vogliamo rispondere, permangono ancora posizioni aprioristicamente negative, ma continuano a crescere le espressioni positive per la nuova struttura del servizio e anche per i miglioramenti riscontrati in termini di coincidenze, puntualità e comodità. Io proseguo su questa strada». Si tratta delle due corse che mancavano rispetto al precedente orario e che avevano suscitato tante polemiche.

Attualmente infatti da Padova per tornare a Montebelluna si può prendere al più tardi il treno delle 21.29 con arrivo alle 22.14. Mentre al mattino dopo il treno delle 7.11 il successivo treno diretto per Padova è alle 9.11. Un buco di due ore che penalizzava soprattutto studenti e lavoratori pendolari che dovevano recarsi a Castelfranco o a Padova.

Dal 18 maggio torneranno i due treni del mattino e della notte sulla tratta Montebelluna-Padova.

Enzo Favero

link articolo

 

Gazzettino – Montebelluna. Ecco un nuovo treno da Padova

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

4

mag

2014

MONTEBELLUNA – Il servizio avrà inizio il 18 maggio, con partenza alle 22.46

MONTEBELLUNA – (L.Bel.) Dal 18 maggio entrerà in servizio un nuovo treno regionale, che partirà da Padova alle 22.46 e arriverà a Montebelluna alle 23.30. Fino al 7 giugno, nella tratta Padova – Castelfranco, si fermerà solo a Camposampiero, mentre dall’8 giugno effettuerà tutte le fermate intermedie tra Padova e Camposampiero, con conseguente posticipo dell’arrivo a Montebelluna.
Fino al 7 giugno sarà garantito il servizio per le fermate intermedie, con i bus navetta che cesserà di circolare dall’8 giugno. Verrà inoltre attivato il servizio permanente Montebelluna – Padova, con partenza alle 8.16 e arrivo alle 9.01, utilizzando la traccia cadenzata del treno delle 6.48 da Belluno. La limitazione a Montebelluna e da Montebelluna è dovuta sia ai vincoli infrastrutturali della stazione di Belluno che alle norme sulla sicurezza ferroviaria.
Il nuovo treno «È un’ulteriore risposta alle criticità emerse o segnalate dopo l’entrata a regime del nuovo orario ferroviario cadenzato – sottolinea l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso – con l’obiettivo di offrire un servizio sempre migliore e all’altezza delle esigenze degli utenti, compatibilmente con i vincoli di tipo tecnico e finanziario esistenti. Non è la prima nè l’unica novità introdotta dopo l’avvio del “cadenzamento” – precisa l’assessore – e non sarà l’ultima: continueremo a monitorare la situazione e le richieste in modo da ottimizzare il sistema. Voglio ricordare che, a fianco di lamentele legittime e condivisibili alle quali vogliamo rispondere, permangono ancora posizioni aprioristicamente negative, ma continuano a crescere le espressioni positive per la nuova struttura del servizio e anche per i miglioramenti riscontrati in termini di coincidenze, puntualità e comodità. Io proseguo su questa strada».

 

PER 700 MILIONI.

MESTRE – Cinque banche sono disponibili a sostenere l’emissione di project bond per conto della Cav (Concessioni Autostradali Venete), concessionaria che gestisce Passante e tangenziale di Mestre e il raccordo con l’aeroporto Marco Polo. L’operazione, che si sta definendo, sarà certamente concretizzata entro luglio, e ha l’obiettivo di rifinanziare il debito (1 miliardo) che la società, gestita paritariamente al 50% da Anas e Regione Veneto, deve restituire all’azionista Anas che ha anticipato la cifra per realizzare il Passante.
Nel 2023 la Cav ha già ottenuto un finanziamento di 450 milioni (restituiti all’Anas) dalla Banca Europea Investimenti e dalla Cassa Depositi e Prestiti, portando la sua esposizione debitoria a circa un miliardo. Cifra che ora potrà essere coperta dall’emissione di un prestito obbligazionario, del valore di 700 milioni, con il supporto della Royal Scotland Bank, Unicredit, Societè Generale, Intesa e Bnp Paribas, destinato ad investitori istituzionali. L’operazione, quando conclusa, sarà la prima del genera in Italia: i project bond sono stati introdotti nel 2006 ma nessuno ne ha mai fatto ricorso, e poi sono stati riproposti dal governo Monti che li ha finalizzati anche per finanziare il debito di progetti già realizzati.

 

 

L’associazione contesta la lottizzazione da 43 mila metri cubi: «Aggrava il rischio idrico»

Ieri per il maltempo problemi di viabilità e Padova2020 chiede il completamento dell’Idrovia

BRUSEGANA – È tornato ieri il maltempo, ma la città è rimasta fortunatamente quasi indenne: solo qualche ramo spezzato in via Gattamelata, un albero caduto in una zona verde di Voltabarozzo, qualche allagamento al Portello. Inoltre pozzanghere in via Filiasi, a Forcellini, dove i residenti chiedono da tempo un intervento per sostituire i tubi in rame della fognatura: «Si tratta di una strada sotto la sommità dell’argine», spiega l’assessore Andrea Micalizzi, «siamo intervenuti pochi anni fa, ma alcune case sono davvero molto basse e, con quello che sta succedendo intorno a noi, sono situazioni limitate a pochi casi. Gli uomini di Aps sono in strada, verificano vie e tombini, ma chiediamo anche la collaborazione dei cittadini segnalando al pronto intervento ma è anche consigliabile ognuno faccia del proprio». La peggio tuttavia è toccata agli automobilisti con il traffico in tilt: serpentoni all’Arcella, alla Stanga, alla Guizza, alla Sacra Famiglia e in zona Facciolati e Forcellini. Padova2020, per richiamare l’attenzione sulle opere ancora da realizzare per a sicurezza idraulica, ha iniziato simbolicamente i lavori per completare l’idrovia, la «grande incompiuta». «Allagamenti ed inondazioni non sono ormai più eventi eccezionali, ma la regola ad ogni pioggia un po’ più abbondante», ha puntato il dito contro l’amministrazione il candidato sindaco Francesco Fiore. «L’idrovia risolverebbe il problema del dissesto idrogeologico e diventerebbe un’ottima via verde di collegamento tra Padova e Venezia». Dunque, anche se gli ultimi scrosci di maltempo non hanno causato danni importanti, la preoccupazione in città resta alta. Tanto più alla luce delle accuse mosse dall’associazione Legambiente: «Piove cemento a Brusegana, 43 mila metri cubi nell’area agricola di fronte a Salata ». «La giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi il primo stralcio del piano di lottizzazione per la costruzione di 43 mila metri cubi (circa 140 appartamenti) nell’area agricola in via Monte Rua, compresa tra il supermercato Top Ten, il Bacchiglione e il Brentella», riferisce Sandro Ginestri, coordinatore di Legambiente, «E siamo alle solite. Incuranti degli allagamenti della provincia e, solo due mesi fa, proprio della zona di via Monte Rua e via Monte Cero, i nostri amministratori pensano di approvare un piano di lottizzazione in un’area soggetta a ristagno idrico. Attraverso lo strumento della perequazione urbanistica il Comune acquisirà una quota dei terreni per la realizzazione di un parco pubblico, ma così facendo non aumenta il verde in città, perché questo baratto permette la cementificazione di terreni agricoli che andrebbero preservati, anche a fini di prevenzione idraulica. Ecco i risultati dell’approvazione senza modifiche del Piano di Assetto Territoriale che il sindaco Rossi ha voluto ostinatamente assicurarsi lo scorso 21 marzo». A stretto giro di posta la replica da palazzo Moroni: «Il problema non è costruire, ma come costruire», spiega l’assessore Micalizzi, «Bisogna organizzare lo sviluppo urbano realizzando i sistemi di difesa: le zone maggiormente colpite dall’alluvione non sono quelle maggiormente cementificate, come Padova, ma la campagna. Al contrario la città è stata al sicuro perché alle opere di urbanizzazione sono corrisposte quelle di difesa idraulica». Su tutt’altro fronte Massimo Bitonci, candidato del centro destra: «Rossi nasconde altro cemento che la città non può sopportare », attacca, « Noi proponiamo una ridiscussione del Pat, integrata con i comuni confinanti, elaborata sui dati demografici aggiornati e che tenga conto delle aree naturali e agricole »

Elvira Scigliano

link articolo

 

CALVARIO DEI PENDOLARI – E le corse sostitutive si fermano a Castelfranco

MONTEBELLUNA – Padova-Montebelluna: missione impossibile. È stato l’ennesimo pomeriggio da dimenticare, quello di ieri, per i pendolari della linea Padova-Belluno che si sono trovati alle prese, sotto una pioggia battente, con ritardi di ore e il miraggio sempre più lontano di far ritorno a casa. A dimostrazione di una situazione che non sembra destinata a trovare soluzioni che prevedano un miglioramento non solo temporaneo della qualità del servizio. «Arrivo in stazione a Padova -spiega F.F., studentessa universitaria di Signoressa, per prendere il treno delle 18,29 per Belluno. Piccolo particolare. I pendolari sono ancora in attesa di quello delle 17,29, che è in ritardo di un’ora». Che fare? «Alle 18,30 ci dicono che si saranno altri 50 minuti di ritardo perché in zona Vigodarzere Castelfranco c’è solo un binario e quindi dobbiamo aspettare che arrivino a Padova i treni partiti da Belluno. Idem per le tratte di Bassano e Treviso». È cominciata a quel punto una ricerca spasmodica del treno dei desideri, che sembrava però davvero introvabile. La soluzione proposta ai pendolari? «Optare -spiega F.F.- per la tratta Padova-Mestre-Castelfranco, dato che l’unico treno che arriva a Belluno parte da Mestre alle 19,45. Una soluzione cui sono ricorsi, in particolare, gli studenti bellunesi». Solo parziale la soluzione alternativa a questa trovata: l’utilizzo degli immancabili pullman sostitutivi garantiti però solo fino a Castelfranco. E poi? C’è chi è ricorso alle auto, chi invece ha atteso treni successivi. Ma le ore, intanto, sono immancabilmente volate. E le lamentele verso trenitalia aumentate in modo esponenziale.

(L.Bon)

 

Dopo il via libera del ministro lupi

DOLO «Il ministro Lupi si è espresso in Senato a favore della realizzazione dell’idrovia Padova- Venezia. Zaia non ha più alibi: la “sponda” offerta dal ministro delle Infrastrutture è un’occasione da non perdere per completare finalmente una grande opera utile». Lo sostiene il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra). «Da anni ci battiamo per questo progetto», spiega Pettenò, «proprio tre anni fa, in sede di discussione della Legge finanziaria 2011, il consiglio regionale aveva approvato su nostra proposta un apposito emendamento con cui si prevedevano 200 mila euro per la redazione di uno studio di fattibilità e un progetto di massima per il completamento dell’idrovia Padova- Mare come canale navigabile e invaso con funzioni idrauliche. Questo studio, secondo l’opinione di molti studiosi, potrebbe risolvere sia la questione idraulica e che quella trasportistica. La giunta regionale non perda l’occasione per realizzare una grande opera di cui il Veneto ha bisogno».

(g.pir.)

link articolo

 

DOLO. «Siamo favorevoli al completamento dell’Idrovia Padova – Venezia in quanto può svolgere sia la funzione di scolmatore delle piene di Brenta e Bacchiglione, sia da via d’acqua di collegamento tra l’interporto di Padova e il porto di Venezia». Lo sostiene il circolo di Legambiente Dolo – Riviera del Brenta, d’accordo con le altri sezioni del territorio, chierandosi a favore dell’Idrovia Navigabile Padova – Venezia dopo che il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna la giunta ad avviare l’iter per la progettazione preliminare dell’idrovia. «Il completamento dell’Idrovia», per Legambiente, «deve consentirne l’inserimento nella Classe V di navigazione europea per permettere l’uso di battelli fluvio-marittimi in grado di raggiungere anche i porti dell’Adriatico. L’Idrovia dovrà diventare un’occasione di riqualificazione del territorio con l’integrazione della rete ciclabile tra Padova e la Laguna, parchi fluviali e aree ricreative, e l’uso a fini diportistici e sportivi. Per questo va abbandonato il progetto di costruzione della cosiddetta Camionabile, la strada a pedaggio prevista lungo l’argine».

(g.pir.)

link articolo

 

Nuova Venezia – Le Frecce portano via sei intercity

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

20

apr

2014

Da giugno c’è il rischio che vengano sostituti. La Cgil: bisogna salvare quei treni

Addio ai sei treni intercity, sui lunghi tragitti si viaggerà solo con le «Frecce» di Trenitalia? Pare proprio di sì. La svolta è nell’aria da tempo e dovrebbe maturare con l’orario estivo per reggere la concorrenza con Italo-Ntv, il cui debutto non ha dato i risultati economici sperati. Nessuno la vuole confermare perché i contraccolpi per gli utenti sono pesanti in termine di tariffe: dai manager arrivano solo smentite. A sollevare l’interrogativo sono stati i sindacati di categoria pronti ad azioni di protesta per salvare gli intercity che transitano a Nordest. Per mettere fine alle polemiche l’ufficio comunicazione di TrenItalia, con sede a Trieste, ha diffuso una nota per tranquillizzare gli utenti: non cambia nulla. In realtà sono 6 i treni Ic giornalieri (3 all’andata e 3 al ritorno) che collegano località come Conegliano, Treviso, Portogruaro, San Donà, Venezia, Mestre, Padova e Rovigo con Bologna, Firenze, Arezzo, Orvieto, Orte e Roma. Come è scritto nella medesima nota, la sorte degli Ic è legata ai risultati di uno studio commissionato dal ministero dei Trasporti cui compete l’ultima parola, in accordo con le Fs e le Regioni interessate: gli intercity hanno prodotto un deficit di 30 milioni perché i prezzi dei biglietti sono troppo bassi. Per garantire ulteriore efficienza TrenItalia intende aumentare i collegamenti con le Frecce Argento che sono molto più veloci ma costano di più. Un esempio per tutti: Padova-Roma Termini in Freccia rossa costa 75 euro e dopo 3 ore e 10 minuti si arriva nelal capitale. Con gli Ic invece si spendono 47,50 euro e il tempo di percorrenza si allunga di due ore: 5 e non 3. I treni a rischio con la prenotazione sempre obbligatoria, sono quelli che da Padova partono alle 0.45 e da Treviso e da Mestre alle 23.14 e 0.21 (arrivo a Roma alle 6.35); alle 9.45 (arrivo alle 15.20) e alle 15.32 (arrivo alle 20.42). L’Intercity delle 9.45 che parte da Trieste alle 7.21 passa anche da Portogruaro (8.32), San Donà e Mestre (9.29). Quello delle 15.32 parte da Trieste alle 13.01 e passa per Portogruaro, San Donà e Mestre, rispettivamente, alle 14.01, 14.19 e 15.14. Gli altri 3 Ic, ossia, quelli del ritorno da Roma, partono da Padova alle 4.50, via Mestre, Treviso, Udine e Trieste, alle 16.02 e alle 21.02(arrivo a Trieste 23.21). La Filt- Cgil è sul piede di guerra. «Gli Intercity vanno potenziati, non aboliti» dice Ilario Simonaggio, «Mauro Moretti (ora nominato ad di Finmeccanica) non può privilegiare solo le Frecce Rosse, Argento e Bianche. Gli Ic hanno una clientela che non può essere abbandonata».

FelicePaduano

 

Mattino di Padova – Treni soppressi, raccolta di firme

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

20

apr

2014

 

Un’interrogazione parlamentare da parte di Nardulo dopo i tagli alla linea Monselice–Mantova

ESTE. Via i treni vespertini per Mantova: il caso approderà in Parlamento. L’onorevole democratico Giulia Narduolo ha annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare sulla scelta di Trenitalia di tagliare, dal prossimo giugno, tutti i treni diretti a Mantova dopo le 18. Dal 6 giugno all’8 settembre, infatti, sparirà il convoglio per Mantova delle 19.38 in partenza da Monselice, mentre dal 9 giugno si dovrà fare a meno del Ve708, bus che parte sempre da Monselice alle 20.30. L’ultimo treno utile per le stazioni della linea Monselice-Mantova diventerà il treno che da Padova parte alle 18.16: da quel momento in poi nessun altro viaggio è messo in programma fino al giorno successivo e dunque diverranno irraggiungibili le stazioni di Este, Ospedaletto Euganeo, Saletto e Montagnana. «Sembra proprio che chi ci governa in Regione consideri la Bassa Padovana come la “periferia dell’impero”, che si può tranquillamente lasciare senza servizi» denuncia la deputata Narduolo «Senza strade, e il riferimento è alla nuova regionale 10, senza ospedali se si considera l’eliminazione del punto di primo intervento di Montagnana, e ora senza treni». Proprio sulla cancellazione dei treni serali la Narduolo promette di depositare un’interrogazione parlamentare: «Sto ancora aspettando risposta all’interrogazione che ho presentato a dicembre sull’orario cadenzato, dove paventavo disservizi ai pendolari della Bassa Padovana in particolare. Questa nuova notizia è un’altra doccia fredda per pendolari e cittadini».

In attesa di una risposta e di un intervento da parte della politica, gli utenti della linea Monselice-Mantova non resteranno con le mani in mano: da martedì sarà consegnato ai viaggiatori che salgono sul treno delle 19.38 un volantino informativo sulla sospensione del servizio. I pendolari saranno invitati a sottoscrivere una petizione che chiede il mantenimento del servizio anche nel periodo estivo. È stato inoltre attivato un indirizzo mail, pendolari.veneto@gmail.com, a cui indirizzare eventuali mail di protesta o adesioni alla petizione. Il materiale sarà consegnato a Regione e Trenitalia. La notizia è stata inoltre diffusa in tutte le pagine Facebook dedicate ai pendolari veneti e padovani (su tutte “Pendolari per passione”, oltre a “Pendolari Padova – Legnago / Mantova” aperta per l’occasione), suscitando numerosi commenti di sdegno e protesta.

Nicola Cesaro

link articolo

 

Rossi invita a boicottare le aperture straordinarie e rivolge un appello a Renzi «Modificare il Salva Italia, così non si aiutano né i consumi né l’occupazione»

«Invece di andare a fare la spesa nei pochi supermercati o grandi magazzini aperti, andate a vedere una mostra o a mangiare fuori con la vostra famiglia». Nicola Rossi, presidente di Confesercenti, invita i padovano a boicottare le aperture straordinarie di supermercati e grandi magazzini e rivolge un appello a Matteo Renzi. Nel corso del 2013, proprio la Confesercenti, assieme alla Conferenza episcopale italiana (Cei) ha raccolto su tutto il territorio nazionale (anche a Padova) 150mila firme che il 14 maggio scorso sono state depositate alla Camera alla presenza, anche, del presidente nazionale di Confesercenti Marco Venturi.

La petizione mira a riconsegnare a Comuni e Regioni la competenza in materia di regolamentazione degli orari ma, attualmente, è ferma alla commissione Attività produttive. Da qui l’appello di Rossi al premier. «Ancora oggi la grande distribuzione può aprire quando e dove vuole grazie all’articolo 31 del decreto legislativo 201 del 2011, noto come decreto Salva Italia, approvato dal governo Monti» spiega il leader della Confesercenti. «Quel decreto fu approvato subito con la finalità di rilanciare sia i consumi, alimentari e non, che l’occupazione nel variegato pianeta del commercio nazionale. Invece, a distanza di 28 mesi da quel maledetto decreto, che ha causato anche la chiusura di migliaia di negozi di vicinato, è stato accertato che l’occupazione nel terziario, complessivamente, è diminuita e i consumi non sono cresciuti per niente. Neanche nella grande distribuzione». Per dimostrare che gli effetti del Salva Italia sono rimasti sulla carta e che le aperture domenicali e festive in genere non servono certo ad incrementare i consumi, la Confesercenti cita i risultati di un sondaggio affidato alla Swg. «I risultati sono incontestabili» aggiunge il presidente dell’associazione di via Savelli. «Solo due consumatori su dieci hanno detto che faranno spese, alimentari e non, anche nelle giornate di Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e primo maggio. Quindi l’invito che il sottoscritto si permette di fare ai padovani è uno solo. Evitate di andare a fare la spesa e lo shopping nelle feste comandate dei prossimi giorni. Se siete cattolici praticanti potete benissimo andare in chiesa a seguire le liturgie che sono in programma e, se vi ritenete laici al cento per cento, potete andare a vedere una mostra o effettuare l’attività sportiva che più vi piace. A Pasquetta, infine, invece di andare a fare la spesa nei pochi supermercati aperti, vi consiglio, se sarà bel tempo, di andare a fare un giro fuori porta. Magari sui colli, a tavola con la famiglia. Sempre meglio che chiudersi, per due-tre ore, in un anonimo centro commerciale, dove non brilla mai il sole».

Felice Paduano

link articolo

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui