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Pendolari soddisfatti a metà dell’incontro sindaci-Chisso

Nuovi bus sostitutivi, più che su rotaia si corre su gomma

ODERZO – Miglioramenti nell’orario cadenzato dei treni? Sì , ma dalla metà di aprile. Intanto ci si arrangia. Ma c’è soddisfazione fra gli utenti della tratta ferroviaria Treviso Portogruaro, dopo l’incontro fra sindaci e assessore regionale Chisso. A Oderzo resta un po’ di perplessità perché gli adeguamenti chiesti non saranno immediati, ma ad aprile.

“Oderzo si Muove”, il movimento dei pendolari, osserva: «Fino ad aprile o giù di lì ci sarà molta gomma e poco binario».

Anche chi cerca lavoro sente il problema dell’orario dei treni e scrive sul web: «Cercando lavoro la prima cosa che ti chiedono è se sei automunito…». Fra le richieste avanzate all’assessore Chisso dal consigliere comunale opitergino Francesco Montagner, presente all’incontro, c’era anche quella di spostare in avanti di cinque minuti l’orario di partenza di un bus da Oderzo. «Che problema c’è per spostare di 5 minuti l’orario di un bus?», domandano sempre gli attivisti di “Oderzo si muove”. Cinque minuti che possono essere decisivi per prendere le coincidenze. Passi in avanti si sono fatti, ma ci sarà da aspettare qualche mese. Intanto i pendolari si devono arrangiare e l’abbonamento è stato già pagato.

Anche il consigliere comunale Francesco Montagner sottolinea che i miglioramenti ci saranno solo da aprile. «Ecco i risultati ottenuti», riferisce Montagner, «l’inserimento di una nuova corsa in partenza da Oderzo alle 6.50, arrivo a Treviso alle 7.18. Questo treno viene incontro alle richieste di pendolari e studenti di arrivare a Treviso per tempo e di prendere il treno delle 7.25 per Padova via Mestre. Ma l’entrata in servizio è prevista a metà aprile». E ancora, « Gli autobus sostitutivi delle 6.19 che partivano da Ponte di Piave per Oderzo, Motta, Portogruaro, partiranno da San Biagio in modo caricare anche gli studenti di San Biagio e Fagarè. Verrà aggiunto un autobus ai due già operativi. Verranno rinforzate le corse per gli autobus in partenza da Motta. Gli autobus sostitutivi Portogruaro – Motta- San Biagio cesseranno il loro servizio con l’avvio della nuova corsa del treno prevista per metà aprile 2014. L’autobus in partenza da Treviso alle 18.05 per Oderzo verrà posticipato alle 18.10 in modo di dare la possibilità a chi arriva da Padova con il treno delle 18.03 di poterlo prendere».

Giuseppina Piovesana

 

Rai TGR – Autostrade. Sconti:tutto rinviato

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30

gen

2014

Gazzettino – Sondaggio pedaggi autostrade

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

29

gen

2014

Autostrade, l’aumento dei pedaggi ha portato a cambiare i tuoi tragitti?

Sì, più statali 70.5%
Sì, meno “A4″ 20.6%
No, come prima 8.9%

 

AUTOSTRADE – Sconti ai pendolari

Autovie frena: impossibile partire da febbraio

LA PARTICOLARITÀ – È l’unico organismo in house del “pubblico”

La società concessionaria: poco tempo per rivedere le tariffe per i pendolari

Scoppia la grana per la terza corsia: senza certezze economiche è a rischio

AUTOSTRADE I minori ricavi condizionano i lavori sull’A4. Il presidente Terpin: «Sono molto perplesso»

TRIESTE – Missione impossibile. Autovie venete alza le mani di fronte all’impraticabilità tecnica di rendere efficaci già da sabato prossimo, primo febbraio, gli sconti sui pedaggi autostradali fino al 20% a favore dei pendolari.

Ma la società concessionaria deve arrendersi anche su un altro fronte: la terza corsia A4. Impensabile, senza un quadro certo e definito delle compensazioni finanziarie, presentare un nuovo piano delle opere e dei prestiti a quello stesso ministro Maurizio Lupi che ha appena ottenuto gli sconti e che, a San Silvestro, aveva quasi dimezzato l’aumento delle tariffe dal 12,91% al 7,17%. La conclusione appare semplice nella sua gravità: la terza corsia è bloccata. Più diplomatico il presidente Emilio Terpin: «Sono molto perplesso, le più recenti misure incideranno inevitabilmente sul piano finanziario». Ma la sostanza è quella».

Sul fronte dei pedaggi, la società si attrezzerà fin da domani per mettere in campo una procedura che consenta agli utenti di chiedere le agevolazioni: il pendolare assiduo (almeno 10 viaggi al mese di andata e ritorno sulla medesima tratta non superiore ai 50 chilometri). Ma ci vogliono i suoi tempi: l’utente (solo privati cittadini con motoveicoli o vetture) si rivolgerà ad Autovie nei modi che saranno stabiliti e Autovie a sua volta chiederà alla società Telepass di munire il cliente del relativo dispositivo di “lettura” automatica dei passaggi ai caselli.

Un software speciale di Telepass calcolerà alla fine di ciascun mese quanti viaggi siano stati fatti sulla tratta “pendolare” scontando soltanto i pedaggi su tali tragitti: il 20% in meno con almeno 20 viaggi di andata e ritorno e poi sconti a scalare di un punto percentuale per ogni viaggio di andata e ritorno in meno al mese fino a una soglia minima del 10% per 10 viaggi a doppio senso.

Problema nel problema: cosa succede se un pendolare percorre abitualmente un tratto d’autostrada gestito da più concessionari? Occorrerà un accordo fra società per stabilire pagamenti e compensazioni ed è chiaro che non si potrà fare in pochi giorni: dal punto di vista di Autovie e dei suoi utenti il discorso vale per Cav (Passante di Mestre) e Autostrade (A23 Alpe Adria da Udine Nord a Tarvisio).

Ma è sul fronte di quella sfida da quasi tre miliardi di euro che si chiama terza corsia A4 che si gioca una partita sempre più incerta: da una parte, in base alle prescrizioni ministeriali, il commissario e presidente della Regione Debora Serracchiani deve proporre un nuovo piano finanziario entro giugno, ma dall’altro i minori ricavi decisi a fine dicembre e ora gli sconti ai pendolari determinano probabili, ulteriori “ammanchi”.

Il Ministero confida che gli sconti siano compensati da un aumento dell’utenza, ma le concessionarie oppongono la constatazione che i pendolari sono un tipo di clientela connotato da scarsa elasticità. Una compensazione ben più concreta, per chi debba realizzare le più grandi opere autostradali attualmente in cantiere a livello europeo, sarebbe una proroga importante della concessione, in scadenza nel marzo 2017. Ma il tavolo promesso da Lupi per le contromisure finanziarie agli sconti avrà durata biennale e sarà avviato dopo un rodaggio destinato a durare fino a fine maggio, naturalmente a carico esclusivo delle concessionarie. Come si vede, il tempo manca. In ogni caso Autovie prepara una rimodulazione sensibile dei cantieri (meno opere o cronoprogramma più esteso) puntando a completare il primo lotto Quarto-d’Altino San Donà, nonché a cantierare il terzo (Tagliamento-Gonars) e poi il secondo (San Donà-Tagliamento). Il quarto (Gonars-Villesse) sembra al momento una pertinenza dell’eventuale.

 

TARIFFE RIDOTTE DEL 20%  Sconti per l’autostrada benefici per i mestrini

Gli sconti sui pedaggi sono in arrivo, i pendolari del Veneziano tirano nuovamente fuori la calcolatrice. Le riduzioni entreranno in vigore in tutta Italia entro il 20 febbraio, saranno dunque rivolte pure a tutti i pendolari della Venezia-Padova e della Trieste-Venezia. Il Ministro Lupi è stato chiaro: fino al 31 dicembre 2015 sarà applicata una riduzione del 20% per chi utilizza una tratta autostradale di massimo 50 chilometri per venti volte al mese (40 accessi complessivi). Lo sconto scenderà progressivamente dal 20 al 10% in base al numero di viaggi, fino ad un minimo di 20 accessi autostradali. Una buona notizia per tutto l’hinterland mestrino: per i pendolari la tratta Mestre-Padova Est costerà 2.24 e non più 2.80 euro. Soddisfatti pure i padovani che vengono a lavorare nel Veneziano. Per i residenti di Mirano, Spinea, Mira, Dolo e Pianiga resta in vigore il piano agevolato avviato il 1.gennaio: sconto del 40% sulla Mirano-Padova Est per chi fa 20 accessi, anche 10 andate e 10 ritorni. «Hanno subito i disagi maggiori a causa del Passante, ecco perché questi pendolari sono più agevolati» spiega il presidente di Cav, Tiziano Bembo. I pendolari di questi cinque Comuni continueranno a pagare 1.70 anziché 2.80 euro, comunque più del doppio rispetto agli 80 cent pagati fino allo scorso 31 dicembre.

Gli sconti annunciati dal ministro Lupi, invece, andranno incontro pure a quei pendolari che non escono a Padova Est bensì a Padova Ovest o Padova Zona Industriale. In ogni caso per molti rimarrà più conveniente imboccare il Passante a Spinea: con lo sconto i pendolari pagheranno 1.28 euro anziché 1.60 per arrivare a Padova Est.

«Accogliamo positivamente questa novità – commenta Bembo -. Tutte le concessionarie italiane partiranno assieme, restiamo in attesa della data precisa e delle direttive operative».

Tecnici già al lavoro in Autovie Venete, la concessionaria che segue la tratta Venezia-Trieste: «Stiamo studiando transiti e accessi dell’ultimo anno – spiega l’amministratore delegato Maurizio Castagna – per capire quanti pendolari saranno interessati dallo sconto e quanti chilometri fanno». Un lavoro non facile viste le interconnessioni con Autostrade per l’Italia (a Udine Nord verso Tarvisio e a Cordignano verso Belluno) e Cav (Passante e tangenziale di Mestre).

(g.pip.)

 

L’INTERVISTA / IL PRESIDENTE DI CAV

«Regole uguali per tutti. Accolta la nostra proposta»

Bembo: per ora gli aumenti sulla Padova-Mestre non incidono sul traffico

Niente assalti a qualche casello per risparmiare, a Spinea poche auto in più.

Grazie all’arrotondamento, i pendolari che da Padova Est andranno a Venezia Mestre percorrendo la A4 (e viceversa), non usufruiranno di uno sconto di 56 centesimi, bensì di 60 centesimi a tratta. In epoca di crisi anche le briciole possono venir buone e in questo caso – grazie al 20 per cento in meno annunciato dal governo – si tratta di 4 cent aggiuntivi. Rispetto all’attuale tariffa di 2,80 centesimi, lo sconto equivarrebbe a 56 centesimi, il che fisserebbe il pedaggio a 2,24 euro. Ma l’arrotondamento abbassa la cifra a 2,20 euro, con un risparmio reale di 60 centesimi, 1,20 euro al giorno, se si considerano le due tratte.

Qualche tratta sfortunata vedrà, invece, l’arrotondamento per eccesso. È il caso degli automobilisti che vanno da Padova Est a Spinea (o viceversa). L’attuale tariffa di 1,60 euro dovrebbe essere ridotta di 32 centesimi, e quindi fissarsi a 1,28 euro; ma l’arrotondamento porterà l’importo ai 10 centesimi superiori, ovvero a 1,30 euro.

Si sta lavorando per attuare quanto è stato annunciato venerdì dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi a partire dall’1 febbraio. Ma ci sono tempi tecnici di realizzazione. Tiziano Bembo, presidente di Cav, la società che gestisce la Padova-Venezia e il Passante di Mestre, è soddisfatto.

Perchè?
«È stato fatto quello che abbiamo sempre detto, ovvero uno del 20 per cento ai pendolari su tutta la rete autostradale. E le regole saranno uguali per tutti».

Si può dire che il Ministero ha copiato quanto Cav sta già facendo con cinque i residenti nei cinque Comuni veneziani?
«In un certo senso sì, ma per quei cinque Comuni la riduzione del 20 per cento scatta – su tutti i passaggi – dopo il ventunesimo in un mese. Lupi ha annunciato che scatterà dopo il quarantesimo passaggio in un mese e che per un numero inferiori ci saranno sconti a scalare».

Servirà il telepass?
«Certo, è l’unico modo per consentire un calcolo che può riguardare tratte appartenenti a diverse società concessionarie».

Quale sarà la procedura?
«Sarà l’Aiscat ad indicarla. Nel caso degli sconti Cav per i cinque Comuni veneziani l’utente deve presentare un’autocertificazione riguardante il luogo di residenza e richiedere, se non ce l’ha già, un Telepass Family».

Il traffico in queste prime settimane seguite agli aumenti è calato o cresciuto?
«Faremo il punto a fine mese, ma ricordo che la prima settimana c’era stato un aumento. Bisogna attendere almeno tre mesi perché la situazione si stabilizzi. I nuovi sconti per tutti, inoltre, modificheranno ancora i comportamenti dei pendolari».

I temuti assalti ad alcuni caselli per risparmiare qualche cent?
«Non ci sono stati. Nè Polizia Stradale nè i sindaci hanno rilevato nulla di anomalo. A Spinea l’incremento del traffico in entrata e in uscita è ridicolo: 4-6 auto all’ora».

Sarà aperto un tavolo ministeriale per rivedere la durata delle concessioni.
«È quello che abbiamo sempre detto. Il problema delle tariffe si risolve prolungando le concessioni. Se Cav potrà andare oltre il 2032, potremo spalmare in un arco di tempo più lungo il rimborso di un miliardo e 300 milioni per il Passante».

 

L’ANALISI – Il commissario Mainardi: «C’è un sistema per limitare i prossimi adeguamenti al tasso di inflazione»

«Zaia chieda la proroga della concessione per la Cav»

Ben vengano gli sconti ai pendolari dei caselli autostradali, ma aumenti tariffari ce ne saranno ancora nei prossimi anni. E dunque bisogna agire perché i rincari siano contenuti, tanto quanto l’aumento inflattivo. Solo che questa operazione tocca alla politica. E in Veneto, visto che la Cav, la spa che gestisce il passante, è di fatto pubblica, tocca al governatore Luca Zaia attivarsi.

Queste cose le dice Bortolo Mainardi, commissario straordinario della Tav Venezia-Trieste, una sorta di autorità in tema di infrastrutture e trasporti. Un esperto che pone la stessa domanda del cittadino comune: sono necessari gli aumenti dei pedaggi? Solo che Mainardi dà anche le risposte. E i numeri che fornisce dimostrano che le concessionarie autostradali in tutti questi anni non ci hanno certo rimesso, anche se – dice – «forse è già scaduto il tempo per una riflessione di confronto nelle gestioni di Stato e di mercato magari partendo dalla fine degli anni ’90 con la chiusura dell’Iri». Tant’è, l’esempio è il seguente: dal 2000 al 2012 Autostrade per l’Italia ha avuto un utile netto complessivo di circa 7,7 miliardi di euro, vale a dire 4,2 miliardi in più rispetto a quanto pagato nel 2000 (3,4 miliardi) per avere la concessione. Ancora: dal 2000 ad oggi gli aumenti dei pedaggi sono stati del 66% contro il 36% del tasso di inflazione.

Cosa si può fare? «Prendiamo la Cav – dice Mainardi – che è un “organismo in house della pubblica amministrazione” in quanto è l’unica società concessionaria partecipata da Anas e da Regione Veneto, come peraltro accertato dal consiglio di Stato e lo scorso giugno pure dal Tribunale di Roma. La convenzione del 2010 prevede l’obbligo per la Cav di restituire la somma che Anas ha anticipato per realizzare il Passante per circa un miliardo di euro; ha restituito 350 milioni e ha chiesto un finanziamento di altri 600 milioni.

Il piano finanziario di Cav, per far fronte al debito, prevede consistenti incrementi tariffari per tutta la durata della convenzioni, quindi fino al 2032».

E qui si inserisce la proposta di Mainardi: fare in modo che gli aumenti siano ridotti, non oltre il tasso di inflazione. È possibile? «Sì, perché la Cav è di fatto una società pubblica. E dunque basterebbe un semplice provvedimento normativo con il quale differire il termine di scadenza della concessione dal 2032 al 2052». Vent’anni di concessione in più per diluire gli aumenti. Oppure, dice Mainardi, «un nuovo atto aggiuntivo alla convenzione vigente, fermo restando la messa in gara della concessione al 2032, che preveda un piano finanziario al 2052 con il valore di subentro al 2032 pari ai minori introiti non più previsti». Per farla breve: Cav con la proroga al 2052 non ci rimetterebbe. E gli utenti, con i pedaggi pressoché invariati, neanche. E allora? «Allora deve muoversi la politica, il presidente Zaia chieda la proroga per la Cav».

 

Il presidente Cav risponde all’intervento del commissario Mainardi sul prolungamento della concessione

«Autostrada, chi decide è Roma»

«La richiesta di proroga va concordata con l’Anas»

«Ma servirà un nuovo piano con la quarta corsia Pd-Ve»

Lunedì 27 Gennaio 2014, MESTRE – Il cammino per ottenere il prolungamento della concessione autostradale sulla tratta Padova-Venezia della A4 e sul Passante di Mestre, è una lunga marcia tra burocrazie romane, insidie politiche e piani finanziari con cifre a nove zeri. Non è una passeggiata, quindi, quella che attende i vertici di Cav, la società che gestisce uno dei tratti più trafficati d’Italia. E non è neppure una semplice equazione da cui far derivare l’abbassamento delle tariffe che hanno subìto un’impennata solo attenuata per i pendolari dagli sconti del 20% annunciati dal governo.
Ne sa qualcosa Tiziano Bembo, presidente di Cav, che raccoglie il guanto di sfida lanciato ieri sul “Gazzettino” da Bortolo Mainardi, commissario straordinario della Tav Venezia-Mestre. Mainardi aveva invitato Zaia a chiedere la proroga della concessione dal 2032 al 2052. «Vent’anni di concessione in più per diluire gli aumenti» – ha dichiarato – necessari per pagare il Passante.

Bembo conferma che Cav e Regione Veneto sono su questa linea, ma che le decisioni vengono prese a Roma, non a Venezia, con un occhio all’Europa. Non è polemica, ma pur sempre una ruvida puntualizzazione.

«Ho l’impressione che al Commissario Mainardi sia sfuggito qualche passaggio ordinamentale e di sistema» scrive il presidente Bembo. Prima osservazione. «Cav è società partecipata al 50 per cento dalla Regione e qualsiasi richiesta di proroga della convenzione va concordata con l’altro socio che è Anas. Nè il Presidente Zaia, né il sottoscritto potrebbero da soli, anche volendolo, fare nulla in questa fase».

Seconda osservazione. «È errato, come sostiene Mainardi, che la richiesta di prolungamento della concessione di Cav possa essere avanzata, esclusivamente, per far “girare” meglio il suo piano economico finanziario, così da ridurre l’impatto sulle tariffe, come noi tutti vorremmo». Per ottenere il prolungamento occorre di più. Bembo aggiunge: «Magari fosse così semplice. Serve, invece, accompagnare la richiesta di prolungamento della concessione con un adeguato nuovo piano di investimenti (per esempio la 4. corsia PD-VE) e non solo».

Terza osservazione. «Lo stesso Mainardi sostiene che per il prolungamento è necessario un provvedimento normativo. Peccato che non possa essere adottato dalla Regione (e nemmeno da Anas), ma dal Governo. E lo stesso governo potrebbe trovare un serio ostacolo nella Unione Europea, anche se il fatto che la Spagna abbia allungato le proprie concessioni costituisce un precedente che potrebbe incidere».

Il presidente, pur non gradendo la confusione di piani – locale e nazionale – invita a far squadra. «Non capisco perché si continui a creare quotidianamente confusione sul tema delle concessioni, oggi che si sta finalmente pensando a una complessiva rivisitazione del sistema tariffario su scala nazionale. Dovremmo, invece, tutti assieme, cercare di unire le forze e chiedere quello che questo territorio, questa Regione si merita da tempo. E cioè ottimi servizi al giusto prezzo».

Ultimo sassolino: «Quanto alla necessità che la “politica” intervenga e che si attui una maggiore “moral suasion” nei confronti del Governo, posso rassicurare Mainardi che noi tutti stiamo da tempo profondendo il massimo e doveroso impegno: il sottoscritto in sede societaria e associativa (Aiscat), il Governatore Zaia in sede istituzionale attraverso ripetuti incontri col Ministro delle Infrastrutture».

 

IL RUOLO DELLA CAV – Una società operativa dal primo giorno del Passante

Cav sta per Concessioni Autostradali Venete. La spa è stata costituita per legge l’1 marzo 2008 da Anas e Regione Veneto, con il compito di rimborsare (all’Anas) le somme anticipate per la costruzione del Passante di Mestre, recuperare risorse da destinare ad ulteriori investimenti di infrastrutture nel Veneto e gestire il sistema di attraversamento del Veneto orientale.

Cav gestisce il Passante dal primo giorno di apertura, l’8 febbraio 2009. Dall’1 dicembre 2009 ha ricevuto in carico la gestione delle tratte di A4 da Padova a Mestre, il Raccordo Marco Polo e la Tangenziale Ovest di Mestre.

 

Sconti pendolari sulle autostrade, si parte a febbraio. Confermata la riduzione del 20% per chi
percorre tratte fino a 50 km almeno 40 volte al mese (andata e ritorno). Risparmi fino a 350 euro per gli automobilisti veneti

I tagli del 20 per cento sui pedaggi autostradali promessi ai pendolari dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi ci saranno. Si comincia a febbraio e si continuerà fino al 31 dicembre 2015. Per acquisire il diritto bisogna percorrere la stessa tratta in un mese per almeno 40 volte (tra andata e ritorno). L’annuncio è stato dato ieri a Roma. Così un utente abituale della contestata tratta Padova-Mestre arriverà a risparmiare 22 euro al mese. «Un passo avanti molto importante», ha detto il premier Enrico Letta: un «aiuto concreto» alle categorie colpite dai rincari. 

 

RISPARMI – Taglio previsto di 56 centesimi da Padova Est fino a Mestre

VENEZIA – L’annuncio del ministro Lupi, ecco quanto si risparmia sulla A4

VENEZIA – Cinquantasei centesimi (di euro) risparmiati per ogni viaggio da Padova Est a Venezia Mestre (ma anche Mirano-Dolo e Mira-Oriago) e viceversa. Trentadue cent da Padova Est a Spinea, 78 da Padova Est a Preganziol, 58 da Venezia Est a Preganziol, 38 da Padova Ovest a Vicenza Est. I tagli del 20 per cento sui pedaggi autostradali promessi ai pendolari dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi ci saranno. Si comincia a febbraio e si continuerà fino al 31 dicembre 2015. Per acquisire il diritto bisogna percorrere la stessa tratta in un mese per almeno 40 volte (tra andata e ritorno). L’annuncio è stato dato ieri a Roma.

Tanto? Poco? Un pendolare risparmierà (senza considerare gli arrotondamenti per difetto o per eccesso) 22,40 euro al mese da Padova Est a Mestre, ma anche Mirano-Dolo e Mira-Oriago (246 euro all’anno se si considerano 11 mesi di lavoro); 12,80 euro da Padova Est a Spinea (140 euro all’anno); 31,20 da Padova Est a Preganziol (343 all’anno); 23,20 da Venezia Est a Preganziol (255 all’anno); 15,20 al mese da Padova Ovest a Vicenza Est (167 all’anno).

Il governo ha così voluto dare una risposta alle richieste dei pendolari, anche se dovrà concedere qualcosa alle società concessionarie. «Un passo avanti molto importante», lo ha definito ieri il presidente del consiglio Enrico Letta, un «aiuto concreto» alle categorie più colpite dai rincari.

Godrà dello sconto del 20 per cento chi farà per venti volte il percorso di andata e ritorno (40 tratte) su un tragitto definito da casello a casello per un massimo di 50 chilometri (50 all’andata e 50 al ritorno). Lo sconto scenderà progressivamente dal 20% al 10% al diminuire dei viaggi sino alla soglia minima di 10 viaggi di andata e ritorno (20 tratte).

Dopo l’annuncio è cominciata all’Aiscat la fase di studio per decidere le modalità di applicazione. Con molta probabilità sarà necessario il ricorso alle modalità telematiche (tipo telepass e viacard). Il ministro Lupi ha precisato che «con questi sconti si va oltre l’aumento medio del 3,9%, proprio perché si ritiene che in questo momento chi ha bisogno vada particolarmente aiutato». In realtà le tratte incriminate in Veneto e Friuli avevano avuto aumenti ben maggiori.

Al Ministero dei trasporti si lavora ora per una riforma più ampia del sistema dei rincari autostradali. «Non vogliamo ritrovarci al primo gennaio 2015 nella situazione di quest’anno», ha spiegato Lupi. Fino a giugno sarà attivato un Tavolo tecnico a cui parteciperanno, oltre ai ministeri dei Trasporti e dell’Economia, anche Aiscat (società concessionarie) e Autorità di regolazione dei trasporti. Lo scopo: trovare soluzioni stabili, garantendo la concreta realizzazione degli investimenti, ma anche il contenimento delle tariffe. Tra le soluzioni allo studio: il prolungamento del periodo concessorio, la spalmatura dell’aumento tariffario su più periodi regolatori, accorpamenti o fusioni di tratte autostradali contigue per ridurre la frammentazione del settore.

 

BEMBO (CAV)  «Le auto devono dotarsi di un sistema Telepass»

MESTRE – «Dobbiamo ancora valutare quale sarà l’impatto economico sulle nostre tratte. I pendolari da noi potrebbero essere più del 30 per cento degli utenti, anche se fino a ieri quelli dei cinque comuni già interessati agli sconti (Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga) sono solo 187».

Tiziano Bembo, presidente di Cav che gestisce la Padova-Venezia e il Passante di Mestre, spiega che i primi mesi serviranno per capire i flussi reali dei pendolari. «Per avere gli sconti si dovrà usare un sistema di Telepass che verrà messo a punto per tutta Italia».

Dalla trattativa con il ministero, che prevede l’allungamento delle concessioni, Cav spera di andare oltre il 31 dicembre 2032, termine della concessione in atto.

 

Nuova Venezia – Autostrade, sconti da febbraio

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25

gen

2014

Il ministro Lupi: per i pendolari pedaggi ridotti del venti per cento

Lupi: pedaggi scontati del 20% da febbraio

Beneficiari i pendolari dell’autostrada, garanzie alle concessionarie. Bembo (Cav): intesa seria, lieti di favorire gli utenti

VENEZIA – Sospiro di sollievo per i pendolari dell’autostrada: a partire dal 20 febbraio (e fino al 31 dicembre 2015) usufruiranno di uno sconto del 20% sui pedaggi, estesi all’intera rete. L’ha annunciato in serata Maurizio Lupi, a conclusione del Consiglio dei ministri: «La riduzione tariffaria», ha confermato il titolare dei Trasporti «riguarderà quanti percorrono la medesima tratta, fino a 50 chilometri, per almeno 20 viaggi andata-ritorno al mese».

Per chi compie uno stesso tragitto con minore frequenza, l’agevolazione sarà progressiva, scenderà cioè fino al 10% entro la soglia minima di dieci viaggi mensili.

Lo sconto sarà praticato attraverso in forma di abbonamento via telepass e riguarderà le persone fisiche (escluse cioè le società) e i «veicoli «leggeri di classe A (auto e moto).

Diverso l’iter per il traffico pesante, al quale comunque saranno garantite «analoghe misure di compensazione».

È una risposta concreta ai rincari scattati il primo gennaio, che tante proteste avevano suscitato tra gli utenti, e accoglie sostanzialmente la campagna lanciata dal nostro giornale, sostenuta da oltre duemila adesioni. «L’impatto dell’aumento delle tariffe ha avuto un rilievo a cui il Governo non poteva restare indifferente», le parole di Lupi «abbiamo avviato un confronto con l’Aiscat per attenuarne gli effetti sulle due categorie più colpite: i pendolari e l’autotrasporto. Ora possiamo dare delle risposte concrete, che vanno oltre il 3,9% medio dei rincari, perché crediamo che in questo momento chi ha bisogno vada particolarmente aiutato». Ma quale sarà la contropartita alle società aderenti ad Aiscat? Avevano chiesto uniformità di trattamento nella rete nazionale per evitare forme di concorrenza sleale – e sono state accontentate – nonché un allungamento delle concessioni, così da compensare i minori introiti (che le espongono al rischio di danno erariale) con la possibilità di “spalmare” nel tempo gli investimenti, salvaguardando l’equilibrio finanziario. «Da qui a giugno», la replica di Lupi «un tavolo tecnico tra le parti affronterà tutti i nodi essenziali: investimenti, prolungamento del periodo concessorio nel rispetto del diritto comunitario, costo delle opere non ammortizzate a carico del concessionario subentrante, spalmatura dell’aumento tariffario su più periodi regolatori e accorpamenti o fusioni di tratte contigue allo scopo di ridurre la frammentazione del settore, con conseguenti benefici di natura economico-finanziaria». Il premier Enrico Letta ha lodato l’impegno del ministro («Un passo avanti importante»), favorevoli anche le prime reazioni delle concessionarie: «È la strada giusta, e con queste garanzie saremo felici di applicare gli sconti», dichiara Tiziano Bembo, il presidente di Cav (Padova-Mestre) fiducioso che la scadenza del 20 febbraio sarà rispettata: «C’è un problema di aggiornamento di software ma ci stiamo già lavorando».

Filippo Tosatto

 

Traffico ferroviario nel caos per due ore sulla linea Padova-Bassano-Padova

Ritardi fino a 45 minuti nell’ora di punta. Il sindaco Zanon: ci vogliono i sottopassi

SANTA GIUSTINA IN COLLE – Non bastano i ritardi giornalieri a far imbufalire i pendolari che utilizzano il treno per i loro spostamenti, adesso ci si mette anche la cattiva sorte. Ieri mattina alle 6.50, infatti, in uno dei tre passaggi a livello di Fratte si è rotta la resistenza elettrica che dà il comando per l’abbassamento delle sbarre. Di conseguenza anche gli altri due passaggi a livello, collegati al primo, sono rimasti aperti. L’effetto è stato nefasto per la circolazione ferroviaria sulla linea Padova-Bassano-Padova, costretta a rallentare. I lavori di ripristino si sono protratti per quasi due ore. Alcuni convogli in partenza da Padova sono stati fatti sostare a Camposampiero, quelli in partenza da Bassano sono rimasti fermi per un po’ di tempo a Cittadella, gli altri sono stati fatti partire in ritardo da ambedue le stazioni. Il guasto si è verificato di prima mattina nei passaggi a livello a raso di via Fontane Bianche e di via Albere, e ha inevitabilmente causato ritardi fino a 45 minuti dei sette treni regionali in transito dalle 6.50 alle 8.40. Pesanti i disagi per migliaia di lavoratori e studenti considerato che la rottura è disgraziatamente avvenuta nell’ora di punta. Sono intervenute le squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana che hanno provveduto alle riparazioni e alla riattivazione delle normali condizioni di circolazione.

«Tecnicamente si è trattato di un guasto elettrico del controllo di chiusura», ha fatto sapere Rfi. «I passaggi a livello sono situati al km 19.093 e km 18.740 della linea. In attesa del ripristino degli apparati, il traffico ferroviario è proseguito secondo i protocolli previsti a garanzia della sicurezza, ma con inevitabili ripercussioni sulla regolarità».

Quindi transito con marcia a vista. I convogli interessati dal rallentamento sono stati il 5921 da Bassano, che ha accumulato 50 minuti di ritardo, il 5922 da Padova (28 minuti di ritardo), il 5922 bis da Padova (21 minuti), il 5923 da Bassano (40 minuti), il 5924 da Padova (38 minuti), il 5925 da Bassano (29 minuti) e il 5926 da Padova (23 minuti).

«Superaffollamenti o rotture, a rimetterci sono sempre le fasce deboli», dichiara con preoccupazione il sindaco di Camposampiero Domenico Zanon, che ha ricevuto le doglianze dei suoi concittadini. «L’episodio di oggi (ieri, ndc) fa comprendere quando siano fuori dal tempo i passaggi a livello a raso che vanno tutti eliminati in favore dei sottopassi secondo il modello adottato dalla metropolitana di superficie. Quando le sbarre restano aperte il rischio non lo corrono solo utenti e operatori dei treni ma anche chi si trova ad attraversare i passaggi a livello in auto, in bici o a piedi. La sicurezza deve essere messa sempre al primo posto».

Giusy Andreoli

 

IL SORPASSO

Ben 2,80 euro per percorrere 20 chilometri, il pedaggio da Padova a Mestre è aumentato del 350%

di Paolo Tessadri, “Il Fatto Quotidiano”, 22 gen. 2014

È forse il tratto autostradale più caro al mondo: 2,80 euro per percorrere 20 chilometri. Dal primo gennaio 2014 il pedaggio da Padova a Mestre è aumentato del 350 per cento. Un salasso per i pendolari con la conseguenza che le auto hanno intasato le strade statali e comunali. Spesso gli aumenti sono dovuti agli stipendi d’oro o per pagare debiti o una gestione scellerata dei concessionari autostradali.

Ilario Simonaggio, segretario della Cgil trasporti del Veneto ha fatto i conti in tasca ai signori dell’asfalto. “In Veneto per 300 chilometri abbiamo avuto, sino a pochi anni fa, 150 consiglieri di amministrazione, spalmati su sei società”. Non che la situazione sia migliorata di molto. Da sei società ora sono calate a cinque in attività, perché il tratto Venezia-Padova è stato inglobato dalla Cav, la Concessioni autostradali venete, che gestisce il Passante di Mestre. Intanto il suo ad, Lino Brentan, è stato condannato in primo grado a quattro anni per corruzione. Per gli inquirenti, l’ad spezzettava gli appalti per non dover fare la gara e affidava i lavori direttamente alle imprese, in cambio di mazzette. Non che sia andata meglio alla Mantovani, una delle più grandi imprese edili italiane e costruttrice del Passante di Mestre. L’ad Piergiorgio Baita, soprannominato “Mr. Appalto”, è finito in manette con Claudia Minutillo, ex segretaria di Giancarlo Galan. Ha già patteggiato a un anno e dieci mesi per frode fiscale e ora i magistrati sono sulle tracce dei fondi neri. Tuttavia la società autostradale Venezia-Padova non è stata sciolta e ha presentato, in consorzio con altre imprese, il progetto per la costruzione di altre due autostrade: la Nogare-Mare Adriatico e il traforo delle Torricelle a Verona. Sempre con la finanza di progetto: le società private ci mettono i soldi per la costruzione in cambio ottengono una concessione anche quarantennale e con i pedaggi ripagano i debiti e fanno profitti. Così si sta costruendo la Pedemontana Veneta, una superstrada a pagamento. Mentre attende la cosiddetta Romea commerciale, un corridoio autostradale da Orte, nel Lazio, fino a Dolo (Venezia), un’opera da 9,8 miliardi di euro e 396 chilometri. Arteria contestata da agricoltori e ambientalisti. È un’opera inutile e dannosa, dicono: dal 2007 il traffico è diminuito del 30 per cento sulle reti autostradali italiane. Però il Cipe ha dato via libera al progetto preliminare. Alla fine, le società autostradali nel Nord-est saranno più prima. Ma chi deve tirarsi fuori dai debiti è la Brescia-Padova, la Serenissima. Sommersa dai debiti per aver creato decine di società fallimentari, la società incassa un milione di euro al giorno di pedaggi ma ha un buco di centinaia di milioni. Gli ex vertici di Serenissima e della controllata Serenissima Costruzioni sono indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia: il sospetto è che abbiano seppellito materiali pericolosi e fanghi inquinanti sotto l’asfalto. Ormai la Serenissima non è più governata da Comuni e Province: quasi tutte le azioni pubbliche sono state vendute e l’azionista di maggioranza è Intesa Sanpaolo, in società con Astaldi costruzioni, Gavio e Mantovani.

Non è un mistero che Intesa e Gavio siano interessate a costruire e a gestire nuove e vecchie autostrade, soprattutto in vista dell’Expo 2015 a Milano. Ma le rogne, per Serenissima, non sono finite. Finora ha avuto il prolungamento della concessione fino al 2015, ma per ottenerne una nuova occorre che si passi alla realizzazione della Valdastico Nord fino a Trento. Ma i trentini non vogliono quell’autostrada.

 

TRENI, LE REAZIONI ALL’ANNUNCIATO AUMENTO DELLE TARIFFE

PADOVA – Dal primo gennaio, per andare da Padova e Venezia, non si devono più sborsare 3.55, ma 3.60 euro. In pratica spostarsi in treno in Veneto costa tra i 5 e 10 centesimi in più, mentre sono cresciuti anche i prezzi degli abbonamenti. In genere di un euro al mese. Nonostante i recenti aumenti, l’assessore alla Mobilità, Renato Chissso, nell’ultima riunione con Trenitalia e con gli esponenti politici, non ha avuto peli sulla lingua nell’anticipare che, già a partire dal prossimo primo giugno, sarebbe necessario un ulteriore aumento delle tariffe. In questo caso aumenterebbero solo i prezzi dei singoli biglietti, non quelli degli abbonamenti.

«No», sottolinea Roberto Nardo, della segreteria regionale di Adiconsum Cisl, «non ci stiamo. I prezzi attuali dei biglietti sono già alti. Non possiamo chiedere altri sacrifici agli utenti, che hanno gli stipendi e le pensioni bloccati da cinque anni. E poi perché i viaggiatori dovrebbero pagare di più quando la qualità del servizio non è ancora soddisfacente?».

Più possibilisti Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt–Cgil, e Davide Grisafi, presidente di AssoUtenti del Veneto. «Un leggero ritocco delle tariffe delle singole corse, ma non degli abbonamenti ci può anche stare» osserva Simonaggio», «ma i prezzi degli abbonamenti devono restare gli stessi. Gli eventuali, piccoli, aumenti, poi, dovranno entrare in vigore solo dopo che Regione e Trenitalia avranno effettuato i miglioramenti e gli aggiustamenti promessi, e non dopo. Ma, per mettere in atto un servizio di qualità, devono essere acquistati 80 nuovi treni. Ogni convoglio costa dieci milioni di euro. Quindi i ritocchi delle tariffe serviranno a poco se la Regione non mette sul piatto nuove e cospicue risorse».

Sintetico il commento di Grisafi. «L’orario cadenzato è un grande vantaggio. Non è vero che dal 15 dicembre tutto va male. Questo è solo sfascismo. Servono soltanto alcuni miglioramenti. Se serve un lieve ritocco per le tariffe, ma non per gli abbonamenti, ben venga. Non è questo il vero problema ai fini di un servizio più efficiente e qualificato» .

Il contratto con Trenitalia, ha ricordato l’atro giorno Costantino Toniolo (Pdl-Ncd), presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, si attesta sui 156 milioni l’anno, Iva compresa. «La cifra ad oggi», spiega Toniolo, non è totalmente coperta: mancano una decina di milioni di euro che si dovranno trovare nelle pieghe di bilancio».

Felice Paduano

Ennesimo disservizio per gli utenti delle Ferrovie

Reolon duro: «Serve una risposta concreta dalla Regione»

BELLUNO – Continuano i disagi per i pendolari delle ferrovie, alle prese con treni cancellati e ritardi. L’ultimo disservizio è di ieri pomeriggio e riguarda il treno per Padova delle 14.48. L’ennesima beffa. Sono le 14.35 e l’altoparlante della stazione di Belluno annuncia che il treno diretto verso la città di Sant’Antonio è pronto alla partenza. Passano venti minuti, ma il mezzo non si muove. I viaggiatori sono perplessi: cosa sta accadendo? Perché non parte? La risposta non tarda ad arrivare e non è delle migliori: la corsa è annullata. La rabbia sale e raggiunge il top quando si viene a conoscere il motivo della soppressione della corsa: mancava il capotreno. A questo punto l’unica alternativa è attendere un’ora e prendere il treno successivo, ma per molti questo comporta la perdita delle relative coincidenze e l’arrivo a destinazione con una o anche due ore di ritardo.

La rabbia di Reolon. Nei giorni scorsi, ritardi si sono registrati anche per problemi ai passaggi a livello, mentre altre corse sono state annullate per la mancanza del personale viaggiante. A ribadire lo stato disastroso in cui versano le ferrovie in provincia di Belluno e a criticare la decisione della Regione di rescindere il contratto con Trenitalia, è il consigliere del Pd, Sergio Reolon. «Nel giro di pochi giorni il Veneto ha disdetto il contratto con Trenitalia e sta preparando le basi per individuare un nuovo gestore. Nel frattempo l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha avviato un’indagine sui servizi di trasporto ai passeggeri, unica nota positiva che permetterà di tracciare una linea strategica, tenendo in considerazione le problematiche emerse nei vari territori», dice Reolon, che continua la sua critica: «A questo punto Zaia si complimenta con l’Authority, riconoscendo la necessità di attuare un tale procedimento. In pratica, lui stesso ammette, involontariamente, la totale incapacità della Regione di vigilare sulla situazione trasporti». Ma non è finita qui, «a rendere ancora più esilarante la faccenda, sono le giustificazioni di Trenitalia, che imputa alla geografia particolare della Pianura Padana i problemi legati ai disservizi. Questa notizia è emersa durante l’incontro di stamattina (ieri per chi legge, ndr) a Palazzo Ferro Fini». All’incontro erano presenti Renato Chisso, assessore alla mobilità e alle infrastrutture, l’ingegner Maria Annunziata Giaconia, responsabile Trenitalia Veneto e Friuli, e Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali. «Il vero problema è che la Regione non investe denaro e risorse adeguate per attuare le modifiche necessarie. Per una volta mi piacerebbe sentire da Chisso, quali sono le soluzioni concrete per far fronte ai disagi creati dai buchi nell’orario, dai ritardi e dai disservizi di ogni sorta». Per Sergio Reolon i pendolari «vanno ascoltati perché possono essere una risorsa strategica, ma è necessario anche tenere conto di tutto il sistema turistico del territorio. Per ogni esigenza, Chisso, deve dare una risposta concreta in termini di azioni e di tempi».

 

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