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caro pedaggi»PADOVA-VENEZIA

Autostrada, rivolta dei sindaci

Il Veneto si ribella «Tariffe esose»

Salasso per i pendolari, spenderanno 1480 euro all’anno Sindaci e comitati: il traffico si riverserà sulla Noalese

MESTRE – È inaspettato e per questo ancora più sgradito il regalo d’inizio anno per i pendolari dell’autostrada Venezia-Padova. Per giunta impacchettato con la carta dorata delle agevolazioni, che in verità, si scopre, sono fasulle. Gli aumenti sul sistema A4-A57 gestito da Cav fa infuriare pendolari e sindaci.

Stangata. Li chiamano adeguamenti tariffari, si tratta in realtà di un vero e proprio salasso. Un viaggio da Padova Est a Mirano-Dolo costa oggi 2,80 euro. Fino all’altro ieri erano 0,80 euro. La tariffa cresce se l’entrata è a Padova Ovest (3,60 euro anziché 1,60). I pendolari che fino a qualche giorno fa percorrevano quotidianamente il tratto Padova Est-Mestre e, utilizzando l’escamotage del tornello, spendevano di autostrada 422 euro all’anno, ora ne spenderanno 1480.

Agevolazioni. Sarebbe meglio dire «finti saldi di stagione». Per un motivo semplice: c’è un altro modo per risparmiare. Un pendolare di Mirano che volesse avere quei pochi benefici a cui l’abbonamento dà diritto, dovrebbe sottoscrivere un contratto Telepass Family, compilare un modulo, prendersi mezza giornata di permesso e andare negli uffici di Cav, di persona, per consegnare le carte. Burocrazia spinta insomma. Lo sconto gli consentirà un tragitto da Padova Est a Mirano con “soli” 1,70 euro anziché i 2,80 del nuovo ticket. Ma il nostro pendolare sarà abbastanza furbo da evitare inutili noie burocratiche e scegliere di uscire a Spinea, località Crea, sul Passante, pagando 1,60 euro e allungando solo di pochi chilometri il suo tragitto.

Nuovo traffico. Il risultato è evidente: sarà anche eliminato l’odioso “tornello” a Vetrego, o forse solo spostato proprio su Crea-Spinea. I miranesi infatti sceglieranno di percorrere il Passante e uscire a Spinea, invece che fare la vecchia A57 fino a Mirano. Per tornare a casa percorreranno poi viale Venezia, che quindi subirà un aumento di traffico. E chi invece da Mirano, S. Maria di Sala, Pianiga, Salzano, Noale e tutto il Miranese nord dovrà raggiungere Padova, non sceglierà più la cara (in tutti i sensi) vecchia autostrada ma la regionale 515 Noalese. Con caos assicurato.

Sindaci. Sindaci e comitati sono sul piede di guerra.

Mirano teme un’invasione di traffico sulle proprie strade: «Serviva una tariffa più bassa», tuona il sindaco Maria Rosa Pavanello, «tra due mesi magari aumenteranno le tariffe anche a Spinea, accorgendosi che ora il problema sarà lì».

S. Maria di Sala rischia la paralisi in centro, dove si imbocca la Noalese.

Anche a Spinea il sindaco Silvano Checchin teme che il problema si sposti a Crea. L’assessore alla Viabilità Gianpier Chinellato ha affidato a Facebook il suo pensiero: «Rimango esterrefatto».

Class-action. Sul fronte comitati Opzione Zero annuncia un’azione legale collettiva: «L’aumento è intollerabile», spiega in una nota, «il costo è insostenibile per molti pendolari, con il risultato che il Passante, che doveva essere la soluzione dei problemi di traffico a Mestre, sarà sempre più vuoto e le strade di Riviera e Miranese sempre più intasate. Responsabilità tutta in capo a Cav, quindi Anas e Regione che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi. E si capisce perché dopo la recente approvazione dell’autostrada Orte-Mestre, il cui innesto è previsto proprio a Roncoduro, dove dovrebbe sorgere Veneto City».

Filippo De Gaspari

 

Solo Vetrego ringrazia: meno auto

La frazione sarà risparmiata dal rito del “tornello”. «Troppo inquinamento»

MIRANO – La maggioranza si sente vincitore, altri invece pensano che si potesse fare di più, specie per le agevolazioni da e per Padova. Questo lo stato d’animo dei residenti di Vetrego il giorno dopo l’entrata in vigore delle nuove tariffe autostradali. In molti uscivano proprio nel tornello miranese per poi rientrare, risparmiando dei soldi. Questo provocava delle code, specie nelle ore di punta, rendendo difficile la vita a chi abitava vicino alla rotonda. Ne sanno qualcosa i coniugi Mistron, che hanno la casa a pochi metri dal rondò ma aspettano qualche giorno per capire se la loro vita è cambiata o meno.

«Qualche camionista ha fatto il giro» spiega Germano Mistron «forse perché non sapeva delle nuove tariffe. In questi anni abbiamo subito molto inquinamento, nessuno degli ultimi sindaci ci ha difesi e si è preoccupato di noi: silenzio assoluto».

Anche la moglie Valentina è dello stesso parere. «La tariffa autostradale è alta» spiega «e non è colpa nostra ma di chi, anni fa, non è riuscito a risolvere la questione. Hanno fatto una rotonda tra le case, quando bastava spostarla di pochi metri in un terreno agricolo. E poi si sistemi via Porara: al passaggio dei tir, la nostra abitazione trema»

Per Giuseppe Stocco, vanno bene le agevolazioni per i residenti dei comuni attorno al casello ma i vetreghesi dovrebbero averne di più. «Abbiamo sopportato anni d’inferno» spiega «e 2,80 euro per andare a Padova sono tanti: dovremmo pagare poco anche se ci andassimo una volta ogni tanto».

Giancarlo Maso non dimentica quanto ha subito il paese. «Gli altri non si meritano gli sconti» fa sapere «perché nessuno ci ha aiutati nelle nostre battaglie passate. Anzi, ci hanno rifilato di tutto».

Soddisfatti i rappresentanti del comitato Rinascita Vetrego, che ringraziano Concessioni autostradali venete (Cav) per quanto fatto. «Da cittadino» dice il segretario Giuseppe Vesco «per andare a Padova non passerò per Vetrego ma come membro del comitato ringrazio Cav per aver risolto il più grave problema del nostro paese».

Gli fa eco Giorgio Babato: «Ora c’è un minimo di normalità per Vetrego» continua «dove si sono usati, in modo improprio, la rotonda e il casello. Questa viabilità doveva essere per i residenti, era diventata un passaggio per tutti. Ma c’è preoccupazione per le altre strade dove si sposterà il traffico».

Alessandro Ragazzo

 

La Cav: «L’aumento serve a pagare il Passante»

Patreve spezzata in due, ma il presidente della concessionaria Bembo non ci sta «Le nostre tariffe erano congelate da quattro anni, impossibili altri sconti» 

VENEZIA – La verità è che stiamo semplicemente pagandoci il Passante di Mestre. Altro che costo zero. Con l’aumento dei pedaggi i veneti «metropolitani» – quelli, cioè, che usano il Passante tutti i giorni – stanno sostenendo il costo della infrastruttura aperta nel febbraio 2009 e ribattezzata il Passante Vernizzi dal nome del commissario di governo che ne ha consentito la realizzazione a tempi di record. Alla faccia di un’area metropolitana che, invece di integrarsi, rischia di implodere sin dalla nascita. Il passante di Mestre è gestito dalla Cav (Concessioni Autostradali Venete), società per azioni costituita dalla legge 244/2007 ed operativa dal 2008, controllata al 50% dalla Regione del Veneto e dal 50% dall’Anas. Oggetto sociale della società Cav è quello di «rimborsare ad Anas le somme anticipate per la costruzione del Passante di Mestre, recuperare risorse da destinare ad ulteriori investimenti di infrastrutture nel Veneto e gestire il complesso sistema di attraversamento del Veneto orientale costituito dall’abbinamento del Passante alla Tangenziale di Mestre».

Insomma, una società veicolo finanziario, costituita ad hoc e che ha assorbito la gestione, oltre che del Passante, anche della vecchia Venezia-Padova (il subentro costò 75 milioni di euro), del raccordo Marco Polo per l’aeroporto e della tangenziale di Mestre. Ecco la ragione degli aumenti che stanno facendo infuriare gli automobilisti che ogni giorno usano l’infrastruttura che ha reso più vicino il Veneto. Più 13,55% l’anno scorso, più 6,26% quest’anno: un balzo complessivo del 19,81% giudicato del tutto inopportuno da molti. Ma le tariffe erano state ferme dal 2009 al 2012, fanno presente alla Cav. Con il cerino in mano resta il presidente di Cav, Tiziano Bembo, 53 anni, nominato dalla Regione (l’amministratore delegato, Piero Buoncristiano, è di nomina Anas), il quale spiega serenamente il punto di vista della società.

«Il Passante di Mestre – spiega il presidente di Cav – è costato circa 1,2 miliardi di euro. Il rimborso dell’investimento si basa su tre pilastri: il flusso di cassa generato dai pedaggi, che sono in calo (dal 2011 al 2012 sono scesi da 113 a 105 milioni), un prestito Bei da 350 milioni di euro sul quale paghiamo l’Iva (73,5 milioni) e una terza forma, attualmente in corso di perfezionamento, che consentirà di rimborsare altri 300 milioni di euro. La somma restante è finora garantita da Anas, che ne anticipato l’esborso e ne attende il rimborso».

Bembo è arrivato nel 2011 a guidare la società, direttamente dall’incarico di responsabile staff del gruppo consiliare della Lega in Regione, ed ha ereditato la situazione. Ma non fa mistero di ritenere la Cav «una società assolutamente sana»: «Garantiamo la gestione e la manutenzione di 43 chilometri di autostrada a pagamento e ben 22 chilometri aperti, cioè liberi. Ogni anno investiamo circa 10 milioni di euro di investimenti. Solo nel rinnovo della pubblica illuminazione sulla tangenziale di Mestre abbiamo messo 800 mila euro. Abbiamo 230 dipendenti, caricandoci tutto il personale della vecchia Venezia-Padova gestiamo un chilometraggio di tre volte superiore. La società genera un flusso di cassa notevole e noi dobbiamo garantirne l’equilibrio finanziario fino al termine della concessione, il 2032. Faccio presente inoltre che la nostra concessione ha una durata di 23 anni, contro una media di 40 anni di tutte le altre concessioni autostradali italiane».

Sulle agevolazioni, Bembo è tranciante: «Abbiamo istituito un abbonamento agevolato per i pendolari di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga interessati dalla realizzazione del passante. Abbiamo stimato che questa misura costerà alle casse della società dai 300 ai 400 mila euro. Non solo: la nuova tariffa, che in realtà abbassa il pedaggio da 3,30 euro a 2,80 dell’intero tratto Padova-Mestre, costerà circa un milione di euro alla società. Estendere i benefici ad altre categorie non è pensabile senza compromettere l’equilibrio finanziario della società».

Daniele Ferrazza

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IL TWEET – Malvestio ironizza: macché federalismo

TREVISO. Il tweet non è partito da Malta ma dalla più vicina Treviso. L’autore è Massimo Malvestio, avvocato trevigiano consulente del governatore Luca Zaia, che sui costi dei pedaggi autostradali in particolare del Passante di Mestre mostra la sua opinione: «La Cav salutata come federalismo autostradale è invece pedaggismo federale (con rischio imprenditoriale a carico degli utenti)». Così lancia una polemica che rischia però di finire come quasi sempre accade nel Veneto: seguendo il manzoniano «sopire, troncare» del conte zio.

(d.f.)

 

LE REAZIONI POLITICHE

Interrogazione di De Poli, Valdegamberi chiede un’ispezione

PADOVA. Il senatore Antonio De Poli presenterà un’interrogazione al Ministero dei trasporti e al Tesoro sul record pedaggi nel Nordest: «Chiederò al Governo di rivedere i rincari dei pedaggi autostradali che sono particolarmente pesanti per il Nord Est e rappresentano, dunque, una vera stangata per la nostra economia» afferma De Poli.

«Le autostrade venete hanno subito rincari record – fa notare l’esponente Udc -. Chiedo di sapere innanzitutto quali siano i criteri adottati per stabilire gli aumenti visto che alcune aree del Paese sono state ‘graziate’ e soprattutto di valutare una revisione delle tariffe che, così come sono stati determinati, rischiano di provocare un effetto negativo nel campo dei trasporti e del turismo, oltre che causare un prevedibile aumento dei prezzi al consumo”, continua De Poli secondo cui “questi rincari costituiscono un duro colpo alla competitività del sistema economico del Nord Est e potrebbero avere effetti pesanti nell’economia dell’intero Paese».

Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi chiede invece al governatore Luca Zaia di «avviare un’ispezione sulla gestione del sistema autostradale veneto per accertare eventuali responsabilità degli amministratori padani».

In particolare, Valdegamberi punta l’indice su 268 milioni che, in cinque anni, la società A4 Holding, che controlla lae Brescia-Verona-Vicenza-Padova e la A31 Valdastico, avrebbe bruciato. Insomma, è guerra totale contro i nuovi pedaggi.

 

I RINCARI – L’ira dei pendolari esplode su Facebook

Una mobilitazione a colpi di dossier, ricorsi e class action

AUTOSTRADA La furia dei pendolari di Riviera e Miranese dopo gli aumenti

Opzione zero annuncia class action e ricorsi. Annullato anche “il tornello”

«Un aumento del 250 % è inaccettabile: quanti potranno permetterselo?». Tra i pendolari dilaga il malumore per l’aumento delle tariffe sulla Mirano-Padova, intanto il comitato Opzione Zero annuncia:

«Stiamo preparando un dossier che metterà in luce le spericolate operazioni finanziarie di Cav, stiamo valutando ricorsi e class action».

Il nuovo piano tariffario è scattato dal 1. gennaio: il pedaggio sulla Mirano-Padova Est è passato da 80 cent a 2.80 euro, Mestre-Mirano resta gratuita, mentre Mestre-Padova è stata abbassata da 3.30 euro a 2.80. In questo modo la concessionaria autostradale con sede a Marghera ha reso inutile la manovra del tornello: per anni molti pendolari della Mestre-Padova sono usciti e rientrati a Mirano per godere della tratta gratuita tra Mestre e Mirano risparmiando così cinque euro al giorno. Ora non è più possibile, ma a rimetterci sono i residenti di Riviera e Miranese.

Il piano prevede che i pendolari paghino 1.70 anziché 2.80 euro, per un lavoratore si parla comunque di circa 500 euro in più all’anno.

«Metà della mia tredicesima andrà via solo per gli aumenti di Cav» sbotta un miranese su Facebook.

I requisiti per poter godere della tariffa agevolata sono stati pubblicati sul sito di Cav, ma attenzione: gli sconti sono rivolti solo ai residenti di Mirano, Spinea, Pianiga, Mira e Dolo. Gli altri faranno i conti con le tariffe intere, per un aumento di circa mille euro l’anno.

A farsi portavoce dei pendolari è il comitato mirese Opzione Zero, guidato da Mattia Donadel, che l’anno scorso manifestò al casello per protesta:

«Le agevolazioni per i pendolari sono risibili – si legge nella nota diffusa ieri -. Molti utenti si riverseranno sulle strade normali intasandole ancor di più. La responsabilità è di Cav, poi dei suoi azionisti Anas e Regione Veneto, che non hanno mai voluto arretrare la barriera da Venezia-Villabona a Dolo-Roncoduro. Nel dossier analizzeremo i possibili collegamenti con il Sistema Veneto, legato alla Mantovani e ancora al centro delle inchieste».

Opzione Zero attacca anche i sindaci: «Non hanno saputo opporsi con forza e ora dovranno dare risposte alla nuova emergenza-traffico».   

Gabriele Pipia

 

MIRANO E SPINEA

I sindaci: «Si rischia di intasare la viabilità dei nostri territori»

MIRANO – «Ma adesso, con queste nuove tariffe, non c’è il rischio che gli ingorghi di Vetrego si spostino semplicemente in altri punti cruciali della viabilità locale?». A porsi la stessa domanda sono i sindaci di Mirano e Spinea: ognuno tira acqua al proprio mulino, entrambi temono pesanti ripercussioni di traffico in alcune zone già congestionate.

Maria Rosa Pavanello chiedeva da tempo l’eliminazione del «tornello» di Vetrego, ma un piano con pedaggi così elevati non può soddisfare i miranesi: «Ben venga l’eliminazione del tornello, ma non basta – dichiara il sindaco -. Nonostante le riduzioni per i pendolari, penso che Cav avrebbe dovuto applicare una tariffa più bassa. A Mirano abbiamo sopportato una lunga serie di disagi per effetto di un casello che avrebbe dovuto essere provvisorio, ma che in realtà è l’unico della zona ad essere aperto sia per auto che per camion – prosegue Pavanello -. Il timore è che ora molti automobilisti si riversino sulle strade interne come Cavin e Noalese, con il risultato di portare un ulteriore mole di traffico».

Ma a rischio congestione c’è pure la camionabile Viale Venezia: molti pendolari di Mirano e dintorni potrebbero decidere di andare a prendere il Passante a Spinea: «Mi auguro che i problemi di Vetrego non vengano semplicemente spostati a Crea – commenta il sindaco Silvano Checchin . La situazione dovrà essere controllata fin da subito, gli utenti devono scegliere i caselli in ottica trasportistica e non tariffaria».

(g.pip.)

 

COMUNICATO STAMPA

L’aumento del pedaggio autostradale sulla tratta Mirano-Padova est è intollerabile e non risolve il problema, anzi lo aggrava.

Le agevolazioni per i pendolari introdotte da CAV sono risibili, di fatto il costo di 2,8 euro è insostenibile per la maggior parte dei pendolari e degli utenti che saranno costretti a riversarsi sulla viabilità normale.

Risultato: il Passante che doveva essere la soluzione dei problemi di traffico di Mestre e del territorio circostante sarà sempre più vuoto, mentre le strade della Riviera e del Miranese saranno sempre più intasate.

Una responsabilità questa che sta in capo prima di tutto alla società CAV SpA, quindi ai suoi azionisti ANAS e Regione Veneto, che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi e dalle prescrizioni della Commissione VIA Nazionale.

E si capisce il perché dopo la recente approvazione da parte del CIPE del progetto preliminare dell’autostrada Orte-Mestre il cui innesto è previsto proprio a Roncoduro, la stessa zona dove dovrebbe sorgere Veneto City.

Una prospettiva questa da anni preventivata dal Comitato Opzione Zero, secondo il quale se tutte queste opere dovessero essere realizzate, non solo Vetrego, ma anche tutta la Riviera e il Miranese saranno definitivamente compromessi da una vera e propria colata di cemento e asfalto.

Opzione Zero attacca però anche la debolezza dei Sindaci della zona che non hanno saputo opporsi con forza alla soluzione imposta da CAV e che per primi dovranno dare risposte alla nuova emergenza traffico.

Nell’immediato Opzione Zero presenterà agli organi competenti un dossier sul Passante mettendo in luce soprattutto le spericolate operazioni finanziarie della società CAV e i possibili collegamenti con il cosiddetto “sistema Veneto”, ancora al centro delle inchieste della magistratura, visto che proprio la Mantovani spa è stata una delle ditte che materialmente ha costruito il Passante.

Possibile poi un’azione di ricorso o di class action contro l’aumento del pedaggio.

 

Scontro Cgil-Regione Simonaggio: inadeguati Chisso: fa boicottaggio

Il segretario dei trasporti contesta i tagli e l’orario cadenzato

L’assessore alla mobilità: prevenuto, incita all’ostruzionismo

VENEZIA – Se in Veneto i treni dei malcapitati pendolari collezionano ritardi a non finire, le polemiche invece giungono puntualissime. A innescare l’ultimo battibecco, dopo la disdetta del contratto a Trenitalia decisa dal governatore Luca Zaia, è la Filt-Cgil per voce di Ilario Simonaggio:

«Il gestore non è immune da mancanze sia gestionali sia organizzative, ma non ci piace lo sport di cercare di allontanare le proprie responsabilità, addossandole a Trenitalia, anche quando derivano da una programmazione regionale profondamente sbagliata», punge il segretario regionale del sindacato trasporti.

E riassume i motivi della critica: «Il cadenzamento orario non poteva partire dai tagli dei treni nelle fasce di punta e dalla soppressione del servizio nei giorni di sabato e festivi, noi l’avevamo detto un anno fa e ora Zaia si guarda bene da ammettere le sue responsabilità».

Quali? «Il ritardo delle 34 assunzioni in Sistemi Territoriali Spa autorizzate dalla Giunta solo il 28 ottobre, così da rendere impossibile persino lo svolgimento del servizio minimo previsto; e il ritardo del cronoprogramma di consegna e presa in carico dei 20 nuovi complessi di treni che saranno in esercizio nella totalità solo nella prossima primavera inoltrata».

E l’annuncio di una gara regionale per spezzare un monopolio rivelatosi inefficiente? «Francamente, l’ipotesi di gestione del servizio da parte di società veneta, ci fa sorridere. La Regione ha una società di scopo, Sistemi Territoriali appunto, che non ha forza economica e patrimoniale sufficiente, né competenze professionali e gestionali per sostituire Trenitalia» conclude Simonaggio, convinto che «sia bene garantire la continuità del trasporto ferroviario e impegnarsi per migliorarne l’offerta quotidiana. È la priorità di questa legislatura regionale».

Lesta e acuminata la reazione del “padre” della riorganizzazione ferroviaria, l’assessore alla mobilità Renato Chisso, che attacca frontalmente Simonaggio, accusato di ostruzionismo: «Un dirigente sindacale che si è schierato da mesi e pregiudizialmente contro l’orario cadenzato, e che con i suoi concreti comportamenti ha finito per decretarne il deludente avvio e la denuncia del contratto di servizio con Trenitalia, non merita neppure una replica», sbotta; «Anche per la mia storia politica personale, ho troppo rispetto per le organizzazioni sindacali dei lavoratori», è la conclusione di Chisso che, en passant, alla Cgil è tuttora iscritto. Nella querelle interviene anche Luca Zaia: «La Regione si è impegnata fino in fondo per risolvere attraverso l’introduzione dell’orario cadenzato i problemi che i pendolari evidenziavano», fa sapere «in assessorato non si sono divertiti a inventare costruzioni bizantine, ma hanno individuato una soluzione che, a regime, deve far assomigliare il treno a una metropolitana». «Non entro nei tecnicismi», riprende il governatore, ma non mi risulta che prima del 15 dicembre il numero di carrozze fosse ottimale, la manutenzione eccellente, i guasti in linea inesistenti, la puntualità a livelli giapponesi, la pulizia a livello svizzero. Comunque, se la Filt-Cgil nutre dei dubbi, interpelli i pendolari o faccia un salto nel mio ufficio: gli farò leggere le migliaia di messaggi inviatici dagli utenti. L’orario cadenzato è il tentativo di riparare alle deficienze di un gestore, Trenitalia, che da anni delude le attese».

Filippo Tosatto

 

MA lo strapotere di rfi frena i concorrenti

Treni: tra 6 mesi la gara europea

VENEZIA – Tra sei mesi l’amministrazione del Veneto bandirà una gara europea per l’appalto dei treni regionali. È il primo effetto della disdetta del contratto con Trenitalia, voluta dal governatore Luca Zaia in risposta alla lunga sequenza di disagi che hanno innescato la protesta dei pendolari. Ampio il ventaglio dei disservizi contestati: ritardi cronici nella tabella di marcia; convogli insufficienti a contenere i passeggeri; una scarsa manutenzione che si traduce in rallentamenti, soppressioni e guasti; carrozze roventi d’estate e gelide d’inverno, turni del personale non rispettati; carenze di personale macchinista che periodicamente provoca tagli del servizio. Tant’è. Scartata la soluzione più drastica – la risoluzione anticipata del contratto per inadempienza che avrebbe suscitato contenziosi legali infiniti – la Regione ha informato Trenitalia che alla scadenza naturale del 31 dicembre 2014 non rinnoverà la convenzione di sei anni in vigore. Il preavviso è arrivato in extremis visto che, in assenza di comunicazioni, oggi stesso sarebbe scattato il rinnovo automatico ed è facilmente intuibile l’irritazione del principale destinatario, Mauro Moretti, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Ora Zaia punta a “venetizzare” il trasporto ferroviario regionale per dotarlo finalmente di requisiti di modernità ed efficienza all’altezza degli standard europei (per inciso, l’Expo di Milano, con le sue ricadute nordestine, è alle porte) e la volontà è quella di partecipare con una quota regionale significativa al progetto, stimolando la partecipazione alla gara delle società ferroviarie svizzere, austriache e tedesche. Qui cominciano gli ostacoli seri, perché Trenitalia è una costola di Rfi e quest’ultima gli garantisce puntualmente le tratte, tanto che Ntv ha sollecitato l’intervento dell’Antitrust per abuso di posizione dominante. Una sorta di barriera all’ingresso dei concorrenti, scoraggiati anche da ulteriori circostanze. Chi rilevasse il servizio, dovrebbe procurarsi il materiale rotabile (acquistandolo sul mercato o prendendolo in leasing) e ciò richiederebbe un contratto di lunghissimo periodo che gli consenta al gestore di spesare l’investimento e alla Regione di diluire il conseguente maggior costo del contratto di servizio. A ruota, i vincoli sindacali: una «clausola sociale» del contratto impone ai subentranti di assumere l’intero personale Trenitalia operante nei lotti perduti da Ferrovie, anche in presenza di vistosi esuberi. Non basta: l’«eroico» competitor dovrebbe anche contrattare con Trenitalia l’utilizzo delle officine di manutenzione e dei depositi per il ricovero, le cui mura resterebbero comunque di proprietà della società pubblica. Ne sa qualcosa la company di Montezemolo: a Roma gli è stato impedito l’Ingresso alla stazione Termini e ha dovuto rifugiarsi a Ostiense, accontentandosi di una spettrale stazione Tiburtina priva di servizi e negozi. L’intera operazione, in ogni caso, richiederebbe almeno due anni: Trenitalia, per contratto, è tenuta a garantire la continuità del servizio in quest’arco di tempo ma difficilmente farà i salti mortali per accontentare il committente che vuole escluderla dal business. Dispetti all’orizzonte? Lo sapremo presto.

Filippo Tosatto

 

DISSERVIZI FERROVIARI»LA POLEMICA IN PROVINCIA

Treni cadenzati al bivio, pressing dei pendolari.

Il nuovo orario alla prova del 2014, sfida per costruire un servizio metropolitano

Il sindacato chiede di accelerare l’entrata in funzione del Sfmr a Mestre

ILARIO SIMONAGGIO – Sulla linea Venezia-Portogruaro attendiamo che la Regione intervenga come promesso dal governatore

RENATO CHISSO – Siamo passati da 600 corse quotidiane a 800. Ripristineremo il treno notturno da Venezia a Quarto e Marcon per i lavoratori

Non si ferma la polemica sui disagi per il trasporto ferroviario dopo l’entrata in vigore dell’orario cadenzato. L’annuncio del presidente della Regione Luca Zaia di disdire il contratto di servizio con Trenitalia, non rinnovando la convenzione alla data di scadenza del 31 dicembre 2014, non frena le polemiche, anzi le alimenta. Prova a spegnerle l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, reduce da una vigilia di Natale di confronto con i sindaci e i comitati dei pendolari. «Noi non siamo mica contro le gare, sia chiaro. L’abbiamo fatta già nel 2004 quando si presentò solo Trenitalia e dopo un rinnovo di 5 anni più altri 5 di proroga, ci prepariamo ad una nuova gara per il trasporto ferroviario, alla scadenza del contratto, quella del dicembre 2014. Ci siamo ufficialmente impegnati a risolvere i problemi segnalati da pendolari e sindaci e dopo il 15 gennaio, al termine del lavoro dei tecnici, andremo a riferire di nuovo ai sindaci in un incontro con loro». Chisso boccia come speculazioni le critiche che arrivano alla Regione, come quella di Ilario Simonaggio, segretario regionale della Cgil Trasporti che critica pesantemente le politiche del trasporto regionali degli ultimi anni e i tanti ritardi e sulle problematiche nel Veneziano spiega:

«L’entrata in vigore dell’orario cadenzato sconta in quest’area degli evidenti ritardi che non sono solo quelli di corse e orari tagliati. Il progetto Sfmr era stato pensato per essere realizzato in sette anni, ne sono passati quindici e mancano ancora alcune fermate all’appello nella terraferma mestrina. Sui problemi emersi per alcune linee, come la Portogruaro-Venezia, attendiamo che la Regione intervenga come promesso, quindi stiamo a vedere che succede».

Alle critiche di Simonaggio, Chisso non risponde in aperta polemica, dice, con il sindacalista pur «mantenendo il massimo rispetto per la Cgil e le altre organizzazioni sindacali». E ad attendere sono anche i sindaci veneziani, in primis quelli di Salzano, Noale, Marcon e Quarto d’Altino che hanno segnalato i problemi più evidenti. Chisso ribadisce gli impegni: «Anzitutto ricordo che con l’orario cadenzato», dice l’assessore, «le corse sono aumentate. Ne contiamo 200 in più visto che sono passate da 600 a 800. I collegamenti tra Venezia, Mestre e Padova si configurano ora come un servizio metropolitano, con un treno ogni quarto d’ora». E poi le rassicurazioni: «Per Salzano che ha perso la fermata del treno da Bassano verso Mestre e che ora ferma solo a Noale, puntiamo a confermare il servizio sostitutivo su bus da Salzano a Mestre con fermata a Spinea, portandolo fino a Castelfranco e Trebaseleghe. Per la zona di Quarto d’Altino e Marcon», continua a spiegare, «c’è il problema del rientro serale da Venezia, di molti lavoratori che prevedeva un bus sostitutivo alle 00.24 ma ci stiamo attivando per ripristinare un treno. Il grande rammarico in questa situazione è che ci si concentra, per carità giustamente, su tre cose che non funzionano senza vedere e far emergere il 95 per cento di fattori positivi conseguenza del nuovo orario cadenzato. Sui problemi stiamo intervenendo e vogliamo garantire un servizio di area metropolitana».

Mitia Chiarin

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L’OPINIONE

Cadenze ferroviarie, “Frecce” e tasche che si svuotano

Nel linguaggio musicale le cadenze hanno un ruolo per certi versi paragonabile a quello della punteggiatura nell’espressione verbale. E nel linguaggio ferroviario che ruolo hanno le cadenze? Da tre settimane assistiamo un po’ ovunque all’esaltazione della cadenza ferroviaria, che avrebbe lo scopo di assicurare un certo numero di convogli da un centro all’altro, di solito capoluoghi di provincia o di regione, allo stesso minuto di una serie finita di ore. La comodità è appunto quella di programmare il proprio viaggio. La cadenza può avere qualcosa a vedere con la politica tariffaria? Molto, nel caso italiano. Le cadenze dei nuovi orari paiono oculatamente studiate per scoraggiare con il metodo più persuasivo possibile (la permanenza nelle nostre belle stazioni, come direbbe Gaber, ormai “piene di strade e di negozi, e di vetrine piene di luce, con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce”) il viaggiatore discolo (alias cliente che in ambito ferroviario può scegliere solo fra il duopolio, Trenitalia e Italo, con analogo radice “ital”) che volesse fare uso di due treni regionali per andare in un posto, senza utilizzare un intercity o una freccia, come del resto suggerisce l’autorevole sito di Trenitalia che programma i nostri spostamenti e contabilizza i relativi costi (nostri) e guadagni (loro). Senza, ovviamente, che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, istituita in Italia nel 1990, abbia niente da dire. Come diceva il titolo di un dimenticato romanzo di Cronin “E le stelle stanno a guardare”, mentre le nostre tasche sono qui a farsi svuotare.

Giuseppe Barbanti – Mestre

 

Rabbia e paura tra i pendolari: carrozze invase dai fumi di scarico, costretti a cambiare posto per le esalazioni irritanti

MONTEBELLUNA – Un viaggio che vale da solo tutta la rabbia accumulata in questi anni dai pendolari della tratta Feltre-Montebelluna-Padova con il treno trasformato in una sorta di camera a gas, con le carrozze invase dagli scarichi e i viaggiatori che migrano da un vagone all’altro cercando di non soffocare. Il paradigma che dimostra perché la linea che collega la montagna bellunese alla pianura veneta è nella top ten delle linee peggiori in Italia. Il treno in questione è quello delle 7,13 e diretto a Treviso. Un convoglio molto utilizzato da lavoratori e studenti che devono raggiungere Treviso e Venezia per motivi di lavoro e studio. Quando i viaggiatori feltrini ci salgono martedì mattina, ultimo giorno del 2013, capiscono subito che qualcosa non va. Il treno, partito quaranta minuti prima da Belluno sbuffa come non mai e il peggio è che i fumi di scarico finiscono in buona parte all’interno dei vagoni. Il treno riparte da Feltre e per i viaggiatori comincia un vero e proprio calvario: l’odore acre invade le carrozze occupate dai viaggiatori probabilmente a causa di un malfunzionamento e il fumo è talmente denso che non solo si sente, ma si vede pure, diffondendo un colore azzurrognolo che fa capire ai viaggiatori che anche l’ultimo viaggio in treno del 2013 sarà ricordato per l’ennesimo disservizio.

Uno dei viaggiatori, il feltrino Fabio Sommacal, conferma come il viaggio sia stato un vero disastro: «Le carrozze erano invase da un forte odore di fumi di scarico. I passeggeri abbandonavano alcuni scompartimenti, cercando riparo in altri, ma anche in questi ultimi le esalazioni risultavano irritanti per le vie respiratorie, nonostante il tentativo di viaggiare con i finestrini aperti».

Per i nostri pendolari l’ennesimo smacco di un 2013 assolutamente da dimenticare, tra ritardi, treni soppressi fino al nuovo orario cadenzato che ha complicato ulteriormente la vita a chi garantisce a Trenitalia un introito sicuro legato agli abbonamenti. Tra gli utenti allo scorno per il disservizio si è questa volta aggiunta la preoccupazione per le possibili ricadute sulla salute tenuto conto che viaggiare in quelle condizioni poteva essere pericoloso per i bambini e per chiunque avesse problemi alle vie respiratorie.

 

“L’aumento del pedaggio autostradale è inaccettabile, la questione non finisce certo qui. Stiamo pensando ad un’azione di ricorso o di class action”. Dilaga il malumore tra i pendolari per i nuovi pedaggi applicati sull’A4, il comitato mirese “Opzione Zero” si fa portavoce delle proteste e annuncia battaglia: “L’aumento del pedaggio autostradale sulla tratta Mirano-Padova est non risolve il problema, anzi lo aggrava. Il costo è insostenibile per la maggior parte dei pendolari e degli utenti che saranno costretti a riversarsi sulla viabilità normale – scrive il presidente Marco Donadel -. Le autostrade saranno sempre più vuote, mentre le strade della Riviera e del Miranese saranno sempre più intasate”.

Le novità sono state introdotte dalla società autostradale Cav, con sede a Marghera in via Bottenigo, a partire dal 1.gennaio. Vediamo nel dettaglio quali sono: Mirano-Padova Est passa da 80 cent a 2.80 euro, mentre Mirano-Padova Ovest da 1.60 euro a 3.60 euro. Si abbassa il pedaggio della Mestre-Padova Est, da 3.30 euro a 2.80 euro. Resterà gratuita invece la tratta Mestre-Mirano. Per chi prende il Passante a Spinea per uscire a Padova Est, invece, il pedaggio è salito da 1.50 a 1.60 euro.

“La responsabilità sta in capo prima di tutto alla società CAV SpA, quindi ai suoi azionisti ANAS e Regione Veneto, che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi – si legge nella nota diffusa ieri dal comitato -. Il nostro comitato attacca però anche la debolezza dei  Sindaci della zona  che non hanno saputo opporsi con forza alla soluzione imposta da Cav e che per primi dovranno dare risposte alla nuova emergenza traffico”.

Opzione Zero presenterà agli organi competenti un dossier sul Passante approfondendo le operazioni finanziarie di Cav, intanto sono già stati avviati i contatti con dei legali. Cav garantirà degli sconti del 40 % per chi farà 20 ingressi in autostrada (anche 10 andate e 10 ritorni) in un mese. Mirano-Padova Est costerà dunque 1.70 euro, comunque più del doppio rispetto alle tariffe del 2013. Per questo motivo il comitato definisce queste riduzioni “risibili”.

link articolo

 

Gazzettino – Autostrade, inizio d’anno con stangata

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2014

Cav ha fatto scattare il provvedimento a mezzanotte: aumenti del 250 per cento

LA DECISIONE – Il via libera da Roma martedì pomeriggio

ARRETRAMENTO “VIRTUALE” – Stop alla manovra del “tornello” al casello di Dolo-Mirano

Il via libera è arrivato nel tardo pomeriggio di martedì, all’ultimo momento utile per far scattare le nuove tariffe fin dalla mezzanotte. Il 2014 si porta in dote un vero e proprio salasso per i pendolari del Miranese e della Riviera, ci sono invece delle riduzioni per i mestrini che però non potranno più effettuare l’ormai nota manovra del “tornello” di Dolo-Mirano (Vetrego), con un provvedimento definito “arretramento virtuale del casello di Venezia-Mestre, che in pratuca uniforma le tariffe per chi entra a Venezia o a Dolo-Mirano.
Insomma, i nuovi pedaggi autostradali applicati sull’A4 provocano subito forti malumori, e sul web impazzano già le fotografie con gli scontrini che testimoniano la stangata. Cav, la concessionaria autostradale con sede a Marghera in via Bottenigo, aveva predisposto il piano da mesi per poi illustrarlo ai sindaci già la scorsa primavera: mancava solo l’autorizzazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Da Roma l’ok è arrivato all’ultimo, e così i nuovi pedaggi sono scattati senza alcuna campagna informativa. Un ulteriore slittamento delle nuove tariffe pareva ormai nell’aria, e invece molti automobilisti hanno dovuto fare i conti con gli aumenti già nella notte di Capodanno. Si sono diretti al cenone del 31 dicembre pagando un pedaggio, sono rientrati a casa trovando una tariffa aumentata addirittura del 250 per cento.
Ma vediamo nel dettaglio i nuovi pedaggi: Mirano-Padova Est è passata da 80 cent a 2.80 euro, Mirano-Padova Zona Industriale da 90 cent a 2.90 euro, Mirano-Padova Ovest da 1.60 euro a 3.60 euro. La tratta che va da Mestre a Mirano resta gratuita, pure per l’uscita intermedia di Mira-Oriago. Si abbassa invece il pedaggio della Mestre-Padova Est, che passa così da 3.30 euro a 2.80 euro. Lieve aumento per chi imbocca il Passante a Crea: la tratta Spinea-Padova Est è salita da 1.50 a 1.60 euro. Le nuove tariffe sono state subito pubblicate sul sito ufficiale www.autostrade.it. Con queste variazioni Cav rende inutile la manovra del “tornello”, che da anni portava i pendolari della Mestre-Padova a uscire e rientrare a Mirano godendo del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano. Il risparmio era di ben 2.50 euro per ogni viaggio. Una manovra assolutamente legittima mai digerita da Cav e per nulla sopportata dai residenti della frazione di Vetrego, che da mesi protestavano per i quotidiani intasamenti alla rotonda d’immissione al casello. Se a Vetrego le nuove tariffe erano invocate da tempo e ora sono accolte con grande soddisfazione, questi aumenti stanno già facendo infuriare i tanti pendolari di Miranese e Riviera.
Cav garantirà degli sconti del 40% per chi farà 20 ingressi in autostrada in un mese, ma attenzione: potranno godere della tariffa agevolata solo i residenti nei Comuni di Mirano, Mira, Dolo, Spinea e Pianiga. Gli altri dovranno sorbirsi la tariffa intera, oppure riversarsi sulle strade normali già spesso e volentieri congestionate. Il rischio è un notevole aumento di traffico sulla Noalese e sulle strade interne della Riviera. Chi vive tra Mirano e Spinea potrà decidere di imboccare il passante a Crea, con un costo addirittura inferiore rispetto alla tariffa agevolata prevista per i pendolari che utilizzano il casello Dolo-Mirano.

Gabriele Pipia

 

SORPRESA – L’aumento è scattato a sorpresa a mezzanotte anche sulla rete autostradale gestita da Autovie Venete. La percentuale di incremento, nel Veneto orientale, è del 7,17 per cento. L’aumento servirà anche per finanziare la costruzione della terza corsia della A4.

I residenti di Vetrego «Per noi ora meno smog»

MOBILITÀ – Le nuove tariffe, approvate l’ultimo dell’anno, penalizzano i pendolari di Miranese e Riviera ma favoriscono i mestrini

Tra i tanti pendolari imbufaliti per le nuove tariffe, c’è pure chi esprime soddisfazione. Sono i residenti di Vetrego, che da tempo chiedevano l’eliminazione del “tornello”. «Porta traffico e smog, provoca esasperazione e danni alla salute» sottolineava il comitato locale guidato da Giuseppe Vesco, Emanuele Congia e Giorgio Babato. Il comitato aveva pure ricevuto il presidente di Cav, Tiziano Bembo, ottenendo garanzie per l’applicazione delle nuove tariffe. Nei giorni scorsi molti residenti avevano minacciato un nuovo blocco della rotonda, qualora non fossero arrivate novità. La mobilitazione è stata scongiurata in extremis, ma l’allerta resta alta: «Ben venga l’eliminazione del tornello, non vorremmo però che tariffe così elevate portino molte auto a riversarsi sulle nostre strade. In questo caso non cambierebbe nulla» commenta il consigliere comunale Babato. Attenzione pure alle mosse del comitato mirese “Opzione Zero”, che un anno fa manifestò al casello con lo slogan «Mestre-Padova, un euro può bastare».

(g.pip.)

 

INFORMAZIONI SUL SITO DI CAV

Sconti solo agli automobilisti di cinque Comuni: ecco come fare per pagare di meno

ABBONAMENTI – Si teme l’assalto al Centro Servizi

Le tariffe agevolate per chi utilizza il casello di Dolo-Mirano ci saranno, ma solo per i pendolari residenti a Mirano, Spinea, Mira, Dolo e Pianiga. Sulla tariffa ordinaria lo sconto è del 40%: prendendo ad esempio il pedaggio di 2.80 euro sulla Mirano-Padova Est, i pendolari andranno a pagare 1.70 euro. Comunque più del doppio rispetto agli 80 cent pagati fino al 31 dicembre 2013. La concessionaria autostradale Cav martedì sera ha pubblicato in bella vista sul proprio sito internet un avviso in cui si riportano requisiti e modalità per usufruire di questo abbonamento agevolato. Innanzitutto bisogna sottoscrivere un contratto «Telepass Family», poi bisogna fare almeno 20 transiti (anche 10 entrate e 10 uscite) in autostrada dal giorno 1 al giorno 31 di un mese. L’abbonamento è riservato ai veicoli di classe A, avrà decorrenza dalla data della richiesta e durata annuale. Il rinnovo dovrà essere effettuato entra 30 giorni dalla data di scadenza. Ma come funzionerà? Al raggiungimento del numero minimo di 20 transiti al mese, sarà applicata un’agevolazione con riduzione del pedaggio pari al 40 percento. Una mano tesa da parte di Cav, troppo poco però per i tanti automobilisti che nei mesi scorsi chiedevano a gran voce tariffe agevolate indistintamente per tutti i residenti di Miranese e Riviera: così restano infatti fuori Comuni come Salzano e Santa Maria di Sala, al confine con Mirano. Per ottenere l’abbonamento l’utente dovrà compilare un modulo ritirabile ai Centri Servizi Cav o scaricabile sul sito dell’ente, allegando un documento d’identità e consegnando il tutto personalmente ai Centri Servizi di Cav. È ipotizzabile per i prossimi giorni un assalto agli sportelli da parte dei tanti pendolari che dovranno tornare a compiere la tratta Mirano-Padova a partire dal 7 gennaio: per questo motivo la concessionaria autostradale rende note le aperture straordinarie, nella sede di Venezia-Mestre, sabato 4 e domenica 5 gennaio dalle 8 alle 18, sabato 11 e domenica 12 con lo stesso orario.

(g.pip.)

 

Autostrade, è arrivata la stangata. Aumenti anche del 250 per cento

PEDAGGI – Un casello autostradale. Aumentano ancora le tariffe per le autovie del Veneto

MINIMO – Padova-Brescia “solo” +1,44%

LA CRESCITA – Maggiorazione del 7,14 per cento

Pedaggi A4, Dolo-Mestre “salasso”: +250%

Da 0,80 a 2,80: ben 2 euro secchi d’aumento che vuol dire +250%. Mazzata sui pendolari dell’A4 Padova-Mestre che al casello di Dolo col cosìddetto “tornello” riuscivano a contenere la spesa-pedaggio: da ieri è scattato l’aumento. Ennesimo pasticcio sul casello di Dolo, dove, da progetto originario legato al Passante, sarebbe dovuta essere spostata la barriera di Mestre

L’aumento delle tariffe autostradali tartassa il Nordest e premia il Sud. Così sono scattati i rincari delle tariffe autostradali approvati dai Ministeri dei trasporti e dell’Economia, un aumento medio dei pedaggi del 3,9%, con punte superiori all’8%, con il caso limite della Padova-Venezia dove il rincaro tocca il 250%. Aumenti ben oltre la media anche per le Autovie Venete (+7,17%) e Cav (Concessioni autostradali venete) entrambe con un aumento del 6,26%. Nella tratta Padova-Venezia si passa da 95 centesimi a 3 euro.
Ed è questa l’area più calda. Una stangata-record sulla tratta Mirano-Padova, un lieve sconto per i mestrini che però non potranno più risparmiare con la manovra del «tornello». Sono queste le due novità principali che spuntano dal nuovo piano tariffario applicato da ieri sull’A4, nella tratta che collega Padova con la barriera di Venezia-Mestre. Cav, concessionaria autostradale con sede a Marghera, aveva predisposto i nuovi pedaggi già la scorsa primavera ma ha dovuto attendere il via libera definitivo dal Ministero dei Trasporti. Aumenti più pesanti al Nord. Gli automobilisti più fortunati saranno quelli del Consorzio Autostrade Siciliane Messina-Catania e Messina-Palermo, Autostrade Meridionali (Sam) e della Asti-Cuneo, dove non si registrano aumenti. Incrementi più bassi della media si registrano sull’Autostrada Torino-Ivrea-Valle d’Aosta (+0,82%) e sulla Brescia-Padova, +1,44%.
È il caso più eclatante, quello della tratta compresa tra Padova Est e il casello Dolo-Mirano: da 80 cent si passa a 2.80 euro. Mirano-Padova Zona Industriale è passata invece da 90 cent a 2.90 euro, Mirano-Padova Ovest da 1.60 euro a 3.60 euro. La tratta che va da Mestre a Mirano resta gratuita, pure per l’uscita intermedia di Mira-Oriago. Si abbassa invece il pedaggio della Mestre-Padova Est, che passa così da 3.30 euro a 2.80 euro. Ma i mestrini non festeggiano troppo: con queste variazioni Cav rende infatti inutile la manovra del «tornello», che da anni portava i pendolari della Mestre-Padova a uscire e rientrare a Mirano godendo del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano. Il risparmio era di ben 2.50 euro per ogni viaggio. Una manovra assolutamente legittima mai digerita da Cav e per nulla sopportata dai residenti della frazione di Vetrego, che da mesi protestavano per i quotidiani intasamenti alle porte del paese. Adesso questo salasso rischia di provocare una nuova sollevazione popolare, sul web già spopola la foto delle nuove ricevute autostradali. Cav garantirà tariffe agevolate del 40% per chi farà 20 ingressi mensili in autostrada, ma attenzione: potranno godere della tariffa agevolata solo i residenti nei Comuni di Mirano, Mira, Dolo, Spinea e Pianiga che utilizzeranno il casello di Mirano-Dolo. Gli altri dovranno sorbirsi la tariffa intera, oppure cercare il risparmio riversandosi in massa sulle strade tradizionali già quotidianamente intasate. Il rischio è un notevole aumento di traffico sulla Noalese e sulle strade interne della Riviera del Brenta. Lieve variazione pure sul Passante di Mestre: la tratta Spinea-Padova Est è salita da 1.50 a 1.60 euro. Chi vive in zona potrà dunque decidere di imboccare il Passante, con un costo minore rispetto a quello che si paga entrando a Dolo-Mirano.

 

TRASPORTI Sulla Trieste-Mestre aumento solo del 7%

Stangata sui pedaggi autostradali. Venezia-Padova cresce del 250%

Mestre-Padova più costosa, ma anche Autovie Venete e Cav sono sopra la media

PEDAGGI D’ORO – È scattato il caro-tariffe. Il record è a Nordest, “graziate” le tratte del Sud

VENEZIA-TRIESTE.  Il rincaro meno salato del previsto giova agli utenti ma non alle casse della società. Serve un nuovo piano finanziario

Un taglio al ritocco, ma pochi fondi per la terza corsia

Una notizia buona e una cattiva sul fronte dei pedaggi di Autovie Venete: quella buona è che il Governo ha autorizzato un aumento 2014 pari al 7,17% anziché il previsto 12,91%, andando quindi a gravare con minore intensità su famiglie e autotrasporto. Quella cattiva è che in tal modo si è determinato un vuoto nelle previsioni del piano finanziario per realizzare la terza corsia dell’autostrada A4, che contempla adeguamenti tariffari annuali dal 2010 al 2017 (annata di scadenza della concessione) fino a raggiungere un vistoso +80,34%.
Gli aumenti si stanno risolvendo, per le tratte più trafficate e meno lunghe, in alcune decine di centesimi, che nel caso della “classica” Trieste-Udine Sud passa da 3,70 a 3,90 euro,da Udine Sud e Palmanova da 1,60 passa a 1,70 euro, da Trieste a San Donà da 7 euro a 7,40 e sulla A28, fra Godega e Cordignano, da 0,40 a 0,50 euro.
Sul fronte delle criticità finanziarie legate alla sostenibilità dei lavori, non è un caso che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, abbia messo le mani avanti: i mancati introiti (valutabili secondo una prima stima prudenziale in 6-7 milioni nel solo 2014) saranno al centro del nuovo piano finanziario della terza corsia, da definire con il Ministero entro la fine del prossimo giugno. E non è un caso che Debora Serracchiani, nella triplice veste di presidente della Regione, commissario A4 e responsabile nazionale Trasporti nella segreteria Pd di Matteo Renzi, invochi ora tempi rapidi per negoziare con Roma nuovi interventi contributivi (oltre ai 130 milioni appena iscritti nella legge di stabilità) ma ancor più una proroga della concessione: da sola consentirebbe di allungare i tempi di rientro dalle esposizioni finanziarie che ancora devono essere contrattate con le banche. Esposizioni che l’effetto combinato di minori aumenti tariffari e flussi di traffico persistentemente negativi non possono che incrementare.

 

PORTOGRUARO E SAN DONÀ – E anche il Veneto orientale fa i conti con i rincari di Autovie

Incrementi di poco superiori al 7 per cento, i soldi serviranno a finanziare anche i lavori della terza corsia

Puntuale alla mezzanotte di Capodanno è scattato l’aumento dei pedaggi anche sulla rete autostradale gestita da Autovie Venete. La percentuale di incremento è del 7,17 per cento. È un po’ più della metà di quanto il rincaro preannunciato del 12,92 aveva preventivamente fatto preoccupare gli utenti alle prese con i “ritocchi” degli ultimi anni. «L’aumento – fanno sapere da Autovie Venete – servirà anche per finanziare la costruzione della terza corsia della A4, un’opera il cui investimento è di 2 miliardi e 300 milioni di euro».
Ecco alcuni esempi di tariffe sulle tratte autostradali del Veneto Orientale dopo l’incremento entrato in vigore ieri. Fino al 31 dicembre 2013 percorrere la A4 da Portogruaro a Venezia Est con un’autovettura costava 6 euro, da ieri 6,30 euro; da San Stino di Livenza a Venezia Est 4,40 euro, adesso 4,60; da San Donà di Piave a Venezia Est 3,40, con la nuova tariffa 3,50; da Meolo a Venezia Est 2,70 euro, ora 2,90 euro. Autovie Venete spiega che la formula utilizzata per il calcolo dei pedaggi è quella del “price cap” (metodo di regolazione dei prezzi dei servizi pubblici). Comprende il recupero dell’inflazione programmata più una serie di variabili legate alla qualità del servizio, alla pavimentazione e al tasso di incidentalità, alle quali, da qualche anno, si aggiunge quella correlata al livello degli investimenti che, per Autovie Venete, sono estremamente significativi.
Non tutto ciò che Autovie Venete incassa resta alla Concessionaria. Una parte, pari al 2,5 per cento circa, va ad Anas, l’Iva (22 per cento) va allo Stato, un’ulteriore quota viene utilizzata a copertura degli investimenti e un’altra, non di poco conto, è destinata alle spese di manutenzione. Dalla gestione degli impianti tecnologici agli interventi più vari: riasfaltature, sostituzione di barriere di protezione, azioni di prevenzione del ghiaccio o ripulitura dalla neve, potatura delle siepi, sfalcio del verde e rifacimento della segnaletica.

 

Nuova Venezia – Autostrada, aumento record

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2014

le novitÀ del 2104»IL CARO PEDAGGI

Due euro e 80 da Mirano a Padova. Protestano i pendolari

Rincari ai caselli, stangata autostradale

Scattati ieri gli aumenti che in media costeranno il 3,9% in più. Ma le società volevano ritocchi fino al 18%

ROMA – Il nuovo anno inizia con una brutta sorpresa per gli automobilisti italiani. Ieri sono scattati infatti gli aumenti dei pedaggi sulle autostrade, che in media costeranno il 3,9% in più: prima di una lunga serie di rincari e scadenze fiscali che caratterizzerà il mese di gennaio. Gli incrementi sulla rete autostradale arrivano a superare in alcuni casi anche l’8%, con il caso limite della Padova-Venezia dove il rincaro tocca il 300%. Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, però, sottolinea che gli aumenti sono stati «contenuti» grazie ad un’azione di calmieramento svolta dal Ministero. «A fronte di richieste che per alcune tratte arrivavano al 18%, l’incremento si è fermato a una media del 3,9%», spiega Lupi, annunciando che sono ora previsti incontri con Aiscat, l’associazione delle concessionarie. Gli incrementi approvati con decreto dai Ministeri dei trasporti e dell’economia oscillano da punte che superano l’8% a casi in cui non si verifica nessuna variazione. La Strada dei Parchi (la società che gestisce le autostrade A24 e A25) a registrare il maggior incremento dei pedaggi (+8,28%), seguita dalla società Centropadane (+8,01%), che gestisce varie autostrade in Emilia e Lombardia. Aumenti ben oltre la media anche per le Autovie Venete (+7,17%), Cisa (A-15) e Cav (Concessioni autostradali venete) entrambe con un aumento del 6,26%. Sulla rete di Autostrade per l’Italia, che gestisce 2.965 chilometri, i pedaggi aumentano del 4,43%.

Un caso limite è quello della tratta Padova-Venezia, dove si passa da 80 centesimi a 2,80 euro, con un aumento di circa il 300%, che assorbe anche gli investimenti per la realizzazione del Passante di Mestre. Ma, spiegano fonti del Ministero, era inoltre necessario sanare una mancanza, visto che su quella tratta molti automobilisti usavano un trucchetto per cui, uscendo e rientrando in autostrada, riuscivano ad evitare il pedaggio.

Gli automobilisti più fortunati saranno quelli del Consorzio Autostrade Siciliane Messina-Catania e Messina-Palermo, Autostrade Meridionali (Sam) e della Asti-Cuneo, dove non si registrano aumenti. Incrementi più bassi della media si registrano sull’Autostrada Torino-Ivrea-Valle d’Aosta (+0,82%) e sulla Brescia-Padova, +1,44%. Quelli delle autostrade sono solo alcuni dei rincari che il 2014 si porta con sé. Ad aumentare sono infatti anche la bolletta della luce, seppur di un limitato 0,7% pari a 4 euro l’anno, così come gli snack, i caffè e le bevande dei distributori automatici con l’Iva che passa dal 4 al 10%. L’imposta di bollo sugli investimenti nei conti titoli sale inoltre dall’1,5 al 2 per mille. Nessun aumento in vista invece quest’anno per il canone Rai, tra le scadenze fiscali che bisogna ricordarsi di pagare entro fine mese. Oggi scade la possibilità di versare l’acconto Irap che doveva essere saldato entro il 2 dicembre. Lo stesso giorno i locatari e i proprietari di immobili che abbiano esercitato l’opzione per il regime della «cedolare secca», avranno l’ultima possibilità di regolarizzare il versamento della rata di acconto di dicembre. I contraenti di contratti di locazione che non abbiano optato per la cedolare secca invece, dovranno versare l’imposta di registro sui contratti entro fine mese. Entro il 24 gennaio andrà invece pagata la cosiddetta mini-Imu nei Comuni che hanno aumentato l’aliquota nel 2013.

 

Nel Veneto balzo del 20% in due anni

Autovie: serve per la terza corsia dell’A4. Aumento del 300% sulla Padova-Venezia: non conviene più il «tornello» a Dolo 

PADOVA – La palma del più spiritoso spetta decisamente al ministro Maurizio Lupi: «Siamo riusciti a contenere gli aumenti delle tariffe autostradali». Perché la realtà è che anche a Nordest viaggiare in autostrada costerà sempre di più: la media non fa fede alla realtà, perché calcolata sull’intera tratta gestita e non tiene conto che i tratti più trafficati hanno subìto aumenti più alti. Il record spetta ai collegamenti tra Padova e la barriera di Dolo-Mirano, che balzano dagli ottanta centesimi ai due euro e ottanta centesimi. La ragione, spiegano i concessionari, risiede nell’anomalia che aveva reso «agevolata» la tariffa tra Padova e Mestre negli ultimi anni per effetto dell’apertura del Passante. Se da un lato è stata «sanata» l’anomalia, adesso il tratto tra Padova e Mestre scende dai 3 euro e 30 centesimi a 2,80 attuali. Il classico «tornello», con gli automobilisti che uscivano e rientravano alla barriera di Dolo per risparmiare più di un euro, adesso non conviene più. Ma tutti i concessionari hanno ottenuto un significativo ritocco delle tariffe. Nel Veneto sono cinque: Autostrade per l’Italia, che aumenta mediamente del 4,43%; l’AutoBrennero, più 1,63%; la Brescia-Padova, più 1,44%; la Cav regionale (che ha competenza su A4 Venezia-Padova e Passante Mestre, più 6,26%), Autovie venete più 7,17 per cento. Ma gli aumenti scattati dal primo gennaio vanno aggiunti a quelli subìti dagli automobilisti l’anno scorso: in questo modo, nel giro di appena dodici mesi, le autostrade italiane sono diventate più care anche del 20 per cento. Per l’esattezza: più 19,81 per la Cav della Regione, più 7,91 per cento per Autostrade per l’Italia, addirittura più 19,80 per cento per Autovie venete. Insomma, una autentica stangata. Autovie, che gestisce l’A4 da Mestre a Trieste, riferisce che parte del pedaggio va a finanziare la terza corsia autostradale. E circa un quarto finiscono nelle casse dello Stato, attraverso l’Iva (22%) e il contributo all’Anas (2,5%). Durissimo il commento del mondo della politica: «Un ultimo colpo al cuore alla competitività del sistema produttivo veneto che contribuisce ulteriormente a ridurne la competitività – denuncia il consigliere regionale Stefano Valdemberi, di Futuro Popolare – . La cosa risulta ancor più scandalosa se si considera che negli ultimi anni ci sono concessionari gestori che hanno sperperato i soldi dell’autostrada, usata come la “gallina dalle uova d’oro” da cui trarre risorse per costruire , attraverso una miriade di scatole cinesi, business fallimentari in diversi settori: dai campo da golf, all’immobiliare , alla telefonia. E’ il caso, ad esempio, della società A4 Holding (ex Serenissima)». Valdegamberi si appella al presidenza Luca Zaia perché tuteli i cittadini veneti da questa autentica rapina.

Daniele Ferrazza

 

L’aumento record spetta alla Cav regionale

Due euro e 80 centesimi per 20 chilometri. Al via abbonamento per i residenti con sconti del 40% 

MIRANO – Babbo Natale era già passato, per i regali della Befana si deve aspettare ancora qualche giorno ma in mezzo ci stanno i botti di Capodanno: uno di questi ha colpito gli automobilisti che ogni giorno percorrono la Mirano-Padova sull’A4. Una “bomba” da 2 euro in più a tratta, ovvero 2,80 euro contro gli 0,80 che si pagavano fino all’altro ieri, che fa esultare gli abitanti di Vetrego, mettendo fine all’era dei furbetti del tornello, ma che, in compenso, fa rizzare i capelli a chi deve andare a lavorare nella città del Santo. Per un’andata e ritorno ci vorranno 4 euro in più, ovvero 20 euro la settimana se in ufficio ci si va cinque giorni su sette, che diventano la “bellezza” di almeno 80 euro al mese. Ci saranno delle agevolazioni per i residenti di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga ma il salasso resta.

«Sappiamo che sarà un peso per quei pendolari diretti a Padova» osserva il presidente del locale comitato Rinascita Vetrego Emanuele Congia «ma è una soddisfazione per noi e per il bene del nostro paese, che salva la propria salute. Ora speriamo che Concessioni autostradali venete (Cav) mantenga le promesse in fatto di agevolazioni; sappiamo che ne sono previste, anche se speravamo che per i cittadini di Mirano il pedaggio fosse gratuito, non fosse altro per aver sopportato oltre quattro anni d’inferno».

Cav ha previsto un abbonamento per i cinque comuni; è rivolto a chi abbia un veicolo di classe A, abbia sottoscritto un contratto Telepass Family e faccia almeno venti transiti al mese. Solo una volta raggiunto questo numero, il pedaggio sarà ridotto del 40 per cento. La tessera ha durata annuale dalla data di richiesta e il rinnovo si deve fare prima delle scadenza. Per usufruirne, si deve compilare un modulo disponibile ai centri servizi di Cav (via Bottenigo 64/a Marghera, telefono 041-927831, oppure a Padova Est, corso Argentina, telefono 049-7818730) o scaricarlo dal sito www.cavspa.it, allegare una copia del documento d’identità e consegnare a mano il documento.

Si sapeva che per risolvere la questione dei “tornellisti” si dovevano aumentare le tariffe sulla Mirano-Padova; questo avrebbe reso inutile uscire al casello di Mirano-Dolo per rientrare nello stesso, risparmiando denaro sfruttando il tratto liberalizzato della A57 di Mestre. Ciò ha portato a intasare tutta l’area attorno a Vetrego, con lunghe code specie nelle ore di punta e mandando su tutte le furie soprattutto i residenti, che tra incontri, avvocati e minacce di aumentare la protesta, hanno fatto di tutto perché il caso si risolvesse una volta per tutte. Ma si sapeva che perché ciò accedesse, si doveva mettere mano alle tariffe per scoraggiare i furbetti. E così è stato. Solo che ora c’è il rischio di spostare altrove il traffico, specie sulla viabilità ordinaria, intasando i centri abitati, perché non tutti vorranno sborsare cifre simili per percorrere neanche venti chilometri. «Sono timori condivisibili» continua Congia «ma i Comuni si devono auto-responsabilizzare».

Alessandro Ragazzo

 

 

Tutti i rincari delle autostrade d’Italia

 

Eliminato il «trucco del tornello» a Mirano per i pendolari del Miranese. In compenso si abbassa il costo della tratta tra Mestre e Padova Est: da 3,30 a 2,80 euro

VENEZIA. Da 80 cent a 2,80 euro. Un aumento record e un brutto colpo per tutti i pendolari del Miranese e per coloro che si muovono tra Padova e Venezia. Con il primo gennaio scattano gli aumenti autostradali e la sorpresa maggiore è l’aumento sull’A4 nella tratta Mirano-Padova Est da 0,80 a 2,8 euro. In contemporanea invece diminuisce andare da Mestre a Padova Est: se prima si pagavano 3,30 euro, adesso sono 2,80. Era e resta gratuita la tratta Mestre-Mirano.

Dov’è il trucco? È nell’eliminazione del cosiddetto «tornello» a Mirano. Chi prima usciva al casello di Mirano e poi rientrava in autostrada risparmiava ben più di un euro. Adesso non sarà più possibile: un bel rincaro per tutti i pendolari.

Il comunicato di Cav. Da parte su la Cav (Concessione autostradali venete Spa) giustifica gli aumenti e spiega le variazioni: “Gli aumenti sono stati riconosciuti da ministeri dei Trasporti ed Economia rientrano nell’ambito più generale degli interventi di adeguamento tariffario riguardanti il settore autostradale. Nel contempo è stata approvato “l’Arretramento virtuale della barriera di Venezia/Mestre”.

“Questo comporta alcuni importanti effetti per gli utenti: il primo comporta la piena e totale liberalizzazione del pedaggio sul tratto autostradale Mirano/Dolo – Venezia/Mestre. Per la precisione già da Febbraio 2009 il traffico con provenienza/destinazione interna alle tre stazioni dell’Autostrada A57 – Tangenziale di Mestre (ovvero con entrata/uscita Mirano/Dolo, Mira/Oriago e Venezia/Mestre) usufruiva gratuitamente dell’Autostrada senza corrispondere pedaggio. Si aggiunge dunque ora l’ulteriore liberalizzazione anche per tutto il restante traffico proveniente da qualsiasi altra stazione della rete autostradale interconnessa italiana (A13/Bologna, A4/Padova – Milano, A4/Passante). Il discorso vale ovviamente anche nel senso inverso”.

“Il secondo effetto – spiega Cav – riguarda il pedaggio da corrispondere in uscita alle stazioni di Mira/Oriago e Venezia/Mestre per il traffico proveniente da Ovest: l’utente paga infatti un minor pedaggio corrispondente al tratto ora totalmente liberalizzato (Mirano/Dolo – Venezia/Mestre e Mirano/Dolo – Mira/Oriago). Il terzo effetto riguarda infine la stazione di Mirano/Dolo ove il nuovo sistema tariffario realizza l’obiettivo di rendere omogeneo il pedaggio di Mirano/Dolo a quello di Venezia/Mestre e Mira/Oriago. In definitiva il traffico in uscita a Mirano/Dolo, Venezia/Mestre e Mira/Oriago si trova a corrispondere un uguale pedaggio indipendentemente dal fatto che venga utilizzata l’una o l’altra stazione: uscire od entrare a Venezia/Mestre, Mirano/Dolo e Mira/Oriago è pertanto del tutto indifferente.

Abbonamenti. Per agevolare il traffico generato dagli utenti pendolari locali la società ha previsto un sistema di abbonamenti che realizzano – a determinate condizioni – un’agevolazione pari al 40% del pedaggio. Sistema di abbonamenti sul tratto Mirano/Dolo – Padova Est: i criteri per accedere alle agevolazioni previsti dagli abbonamenti sono i seguenti: 1) Percorrenza interessata: unicamente il percorso autostradale Mirano/Dolo – Padova Est e viceversa. 2) Utenza interessata: Criterio della residenza: l’abbonamento è riservato unicamente agli utenti residenti nei seguenti 5 Comuni: Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga interessati dalla realizzazione del passante; Criterio della pendolarità: l’abbonamento è riservato unicamente agli utenti “pendolari”. Si intendono “pendolari” gli utenti che effettuino almeno 20 (venti) transiti da/per Mirano/Dolo – Padova Est in un mese solare (dal 1° al 31° giorno del mese). Tipologia di veicoli interessata: unicamente gli autoveicoli leggeri in classe A e le motociclette. Tipologia di pagamento interessata: unicamente pagamento di tipo dinamico con utilizzo di apparati Telepass Family e con esclusione di ogni altro apparato e di ogni altro sistema di pagamento. Valorizzazione dell’agevolazione: al raggiungimento del numero minimo di transiti (20/mese) è prevista un’agevolazione tariffaria corrispondente ad una riduzione del pedaggio pari al 40% su tutti i transiti (a partire dal primo) effettuati nel mese. Il mancato raggiungimento del numero minimo dei transiti determinerà la non applicazione dell’agevolazione. Non è prevista la possibilità di recupero o di accumulo di transiti in più mesi. Il valore economico dell’agevolazione ottenuta sarà esposto in fattura: il ciclo di fatturazione è trimestrale.

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PADOVA – Da 0,80 a 2,80. Due euro secchi di aumento a tratta che in termini percentuali vogliono dire +250%. Una mazzata tremenda sui pendolari della tratta autostradale Padova – Mestre che prima, uscendo e rientrando al casello di Dolo, facendo il cosiddetto “tornello”, riuscivano a contenere la spesa per il pedaggio, ma da oggi si ritrovano a fare i conti con un aumento da 2 euro a tratta, si può dire 4 euro al giorno.

Questo l’ennesimo pasticcio sul casello A4 di Dolo, dove, da progetto originario legato al Passante di Mestre, sarebbe dovuta essere spostata la barriera di Mestre e permettere a tutti quindi di percorrere gratuitamente l’ultimo tratto, da Dolo a Mestre appunto. La tratta rimane gratuita dunque per chi entra da Dolo, ma non è più conveniente l’uscita e il rientro degli automobilisti informati che qualcuno chiamava “furbetti”, ma che in realtà non commettevano nessuna infrazione.

Il pedaggio Padova Est – Mestre (e viceversa) come è stato annunciato è sceso infatti da 3,30 a 2,70, anzi, sarebbe dovuto scendere perchè, ciliegina sulla torta, questa mattina il pedaggio era di 2,80. Un ulteriore regalo di buon anno ai pendolari da parte della società concessionaria, la Cav S.p.a.

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