Gazzettino – Casello Dolo/Mirano. Tariffe ancora ferme. Malumori a Vetrego.
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31
dic
2013
Il piano pedaggi rimane bloccato. Ancora disagi al casello
Il consigliere comunale Giorgio Babato non esclude nuovi blocchi
Anno nuovo, vecchie tariffe: il via libera da Roma non è ancora arrivato, a meno di clamorosi colpi di scena il 2014 inizierà senza variazioni sul pedaggio autostradale della Mestre-Padova. Le modifiche prima o poi ci saranno, perché la richiesta d’autorizzazione è stata inoltrata e il nuovo piano tariffario è pronto da mesi, ma per ora non ci sono certezze sulle tempistiche. Cav, la concessionaria autostradale con sede a Marghera in via Bottenigo, per ora non fa trapelare nulla. «Rimaniamo in attesa di notizie dal ministero dei Trasporti» è la posizione ufficiale della società.
Eppure da Cav filtra pure un bel po’ di imbarazzo, perché con sindaci e comitati erano stati presi degli impegni verbali che per motivi politici o burocratici non sono ancora stati rispettati. Prima si era parlato di giugno 2013, poi del 1. gennaio 2014: se oggi non arriveranno direttive dell’ultimo minuto, ci troveremo di fronte a un ulteriore slittamento. La società si augura che il via libera arrivi il prima possibile, magari già nel mese di gennaio, e intende avviare per tempo un’adeguata campagna informativa senza far scattare le nuove tariffe da un giorno all’altro.
Il piano è stato illustrato ai sindaci la scorsa primavera. La tratta Mestre-Mirano resterà gratuita, Mestre-Padova Est e Mirano-Padova Est potrebbero essere uniformate a 2.70 euro (con sconti di 1.10 euro ai pendolari dotati di apposito telepass e residenti nei Comuni di Mirano, Spinea, Pianiga, Mira e Dolo). Diverrebbe così inutile la manovra del tornello, quella compiuta da molti pendolari della Mestre-Padova che escono e rientrano a Mirano per godere del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano.
I pendolari temono il salasso ma intanto i residenti di Vetrego, stufi del tornello e degli ingorghi alle porte della frazione, spingono per le nuove tariffe: «Vetrego merita rispetto – sbotta il consigliere comunale Giorgio Babato, vicepresidente del comitato locale – Basta con le code chilometriche che rovinano la salute e provocano esasperazione». Un gruppo di residenti è pronto a bloccare la rotonda per protesta.
Gabriele Pipia
Gazzettino – Campolongo. Petizione per completare l’idrovia.
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31
dic
2013
Cittadini mobilitati per la sicurezza idraulica
CAMPOLONGO MAGGIORE – Una raccolta d ifirme per il completamento dell’idrovia e per la manutenzione di canali e fiumi. Il comitato Brenta Sicuro si mobilita per raccogliere firme al fine di chiedere alla Regione un intervento urgente sul sistema idrogeologico locale. Dopo la manifestazione del 21 settembre il comitato attende le risposte delle istituzioni oltre alle opere di pulizia e sondaggi delle rive del Brenta.
«Non è stato risolto il problema di tenuta del sistema – dicono dal comitato – come evidenziato dagli studi del professor D’Alpaos, basti ricordare l’alluvione del Roncajette nel 2010 dovuta a una piena del Bacchiglione prevista nel 2007».
Secondo il comitato anche il presidente della Regione, Luca Zaia, avrebbe constatato che il Brenta è una bomba da disinnescare.
«Il presidente – continua il comitato – conosce bene che l’unica soluzione è rappresentata dal canale scolmatore “idrovia”, capace di permettere una vera «via di fuga» delle acque in eccesso. Secondo il comitato la messa in sicurezza del territorio deve divenire la vera priorità. Per questo motivo Brenta Sicuro chiede ai sindaci di intercedere per l’approvazione dell’idrovia, progetto fermo in Regione da tre anni.
Emanuele Compagno
Nuova Venezia – Dolo. “Nuovi orari, il sindaco intervenga”
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31
dic
2013
STAZIONE DI DOLO-MIRANO
Treno dei pendolari soppresso: Gei sollecita Gottardo a farsi sentire
DOLO «Il nuovo orario ferroviario cadenzato, entrato in vigore nelle scorse settimane, ha riservato spiacevoli sorprese anche alla stazione ferroviaria di Dolo-Mirano. Il treno per Venezia delle 7,09 è stato soppresso creando disagi ai pendolari».
Giorgio Gei (Ponte del Dolo) ha presentato un’interrogazione consiliare chiedendo al sindaco Maddalena Gottardo di intervenire con sollecitudine, come hanno fatto altri colleghi del Miranese e del Veneto orientale. Il rappresentante del “Ponte del Dolo” spiega i motivi delle lamentele dei pendolari.
«Il treno, che viene utilizzato da centinaia di persone che salgono alle stazioni di Vigonza, Dolo e Mira, permetteva agli studenti di arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni a Venezia», spiega Gei, «Con la sua soppressione gli studenti e i lavoratori sono costretti ad anticipare la partenza alle 6.54».
La sorpresa però avviene nel fine settimana. «Di sabato il treno delle 6.54 non è previsto», annuncia Gei, «costringendo i pendolari a un ulteriore anticipo alle 6.39, che significa però arrivare a Venezia un’ora prima dell’inizio delle lezioni o del lavoro». Il consigliere d’opposizione chiede un intervento del sindaco Gottardo. «Come fatto in altre zone del territorio provinciale», conclude Giorgio Gei, «sarebbe utile un intervento del sindaco, possibilmente concordato con gli altri primi cittadini della Riviera, per ottenere adeguate modifiche anche sull’asse ferroviario Padova-Venezia».
Giacomo Piran
Nuova Venezia – Autostrade venete. Caro-pedaggi record. Autovie al top: +13%.
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29
dic
2013
Anche Cav sopra la media italiana degli aumenti per il 2014
Il ministero delle Infrastrutture punta a ridurre l’impatto
VENEZIA – Automobilisti e trasportatori si preparino. Perché al netto delle misure allo studio del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, dal primo gennaio i pedaggi autostradali inesorabilmente aumenteranno.
In particolare in Veneto dove, d’altronde, ci sono in ballo (o ci sono stati) investimenti rilevanti sulla rete (uno su tutti la terza corsia) che le concessionarie sono chiamate a sostenere in proprio a fronte della possibilità di aumentare i prezzi al casello sulle tratte gestite.
I lavori per la realizzazione della terza corsia sul tratto di A4 che va da Venezia a Trieste spingono Autovie Venete al top tra le richieste di adeguamento tariffario avanzate dalle concessionarie autostradali italiane all’Anas. Si parla di un aumento medio dei pedaggi richiesto per le tratte gestite dalla concessionaria presieduta da Emilio Terpin del 12,9% dopo quello del 12,63% di gennaio 2013. Il tutto su A4 Venezia-Trieste, A23 Palmanova-Udine Sud, A28 Portogruaro-Pordenone-Conegliano, A57 tangenziale di Mestre con competenza fino al Terraglio.
I rincari medi in Italia dovrebbero attestarsi sul 4% con un picco assoluto del +14,5% in Valle d’Aosta, sul Rav (raccordo autostradale valdostano).
In casa A4 Holding, ovvero su A4 Brescia-Padova e A31, si punta a ottenere un incremento del 4% dopo il più 4,13% del 2013 che, però, è scattato ad aprile in ragione di un approfondimento dell’istruttoria.
Stando a prime indiscrezioni la richiesta 2014 della Brescia-Padova sarebbe in “contestazione” e quindi il ministero potrebbe, alla fine, riconoscere un aumento inferiore alla società presieduta da Attilio Schneck.
Sulla A13 Padova-Bologna e sulla A27 Venezia-Belluno, gestite da Autostrade per l’Italia, lo scorso gennaio l’aumento medio è stato del 3,47% e dovrebbe trovare conferma nella richiesta 2014 della società controllata dai Benetton.
Autobrennero, sulla A22,dovrebbe rincarare le tariffe dell’1,63%.
Per quanto riguarda invece Cav (Passante di Mestre) la richiesta di adeguamento medio inoltrata all’Anas parla di circa un più 6%.
«Un aumento» sottolinea il presidente Tiziano Bembo «dovuto, fondamentalmente, agli investimenti per realizzare il casello di Martellago e lo svincolo di Marcon».
Lo scorso anno l’aumento era stato del 13,55% «ma si trattava del primo aumento dalla nascita di Cav, ovvero dal 2009» spiega il presidente della società mista Regione-Anas. Va ricordato, per altro, che Cav deve ripagare la realizzazione del Passante.
Per tutte le concessionarie, comunque, gli aumenti tariffari rischiano (come già accaduto) di essere vanificati dai cali del traffico.
«A novembre, per la prima volta dall’inizio della crisi, abbiamo registrato un dato in controtendenza sia sul traffico merci sia su quello delle auto. Si parla, comunque, di uno 0,9%».
Nel frattempo lo scorso 10 dicembre Cav ha chiuso l’avviso per garantirsi il secondo finanziamento dopo quello erogato da Bei. Si parla di almeno 250 milioni: hanno risposto otto degli 11 istituti invitati costituendo un pool. Resta da capire cosa deciderà Roma, chiamata a rispondere alle richieste delle concessionarie entro il 31. Lupi, infatti, sta studiando la percorribilità di un provvedimento che possa almeno calmierare (tetto massimo del 5%) gli aumenti. Si tratta, però, di una soluzione che chiama in causa la durata delle concessioni. Perché se si contengono, o stoppano, gli aumenti vanno allungate le concessioni. Per questa ragione l’ultima parola spetta quindi all’Europa.
Matteo Marian
Tribuna di Treviso – Ferrovie. Montebelluna, il ritardo è “programmato”
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29
dic
2013
Il convoglio parte al minuto 11, quello in arrivo deve giungere al minuto 14: ma il binario è unico
Orario cadenzato e ritardo programmato nella linea Montebelluna-Padova. Già, perché c’è una incongruenza lampante nel nuovo orario cadenzato per la linea Montebelluna-Padova: il treno in partenza per Padova parte al minuto 11, quello in arrivo da Padova deve giungere al minuto 14. Dato che è binario unico, per buona parte delle corse giornaliere il treno per Padova non può partire in orario, deve prima attendere l’arrivo del convoglio da Padova. E infatti i tempi di percorrenza Montebelluna-Fanzolo sono più lunghi di alcuni minuti dei tempi che impiega il treno ad andare da Fanzolo a Montebelluna. Sarà perché i treni lungo tale linea sono quasi sempre in ritardo e quindi l’incongruenza passa inosservata, però alla fine è l’orario stesso a sancire il ritardo nell’ora di partenza.
«L’orario cadenzato va bene come filosofia perché gli utenti memorizzano meglio l’orario», dice il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, «certo ha creato vari problemi, soprattutto ai pendolari. Ne ho parlato con l’assessore Chisso, che ha capito, ha chiesto un po’ di pazienza e promesso che saranno cercate le soluzioni ai problemi sorti con il nuovo orario cadenzato. Da parte mia ho raccolto le segnalazioni dei pendolari e le ho trasmesse alla Regione e a Trenitalia».
E a Montebelluna con l’orario cadenzato sembra essere nato un problema indiretto. L’allungamento delle code ai passaggi a livello. «L’impressione è che il periodo di chiusura dei passaggi a livelli sia stato allungato», dice il sindaco, «perché le code di macchine ferme sono diventate molto più lunghe rispetto a quando c’era il vecchio orario. È una impressione e per verificare se è così o no ho chiesto al comandante della polizia locale di verificare i tempi di chiusura dei passaggi a livello, perché se sono aumentati chiederò che si intervenga in modo da ridurli per non creare eccessivi problemi al traffico».
(e.f.)
PENDOLARI «Per andare a Verona costretta a fare due abbonamenti»
Non c’è una sola tratta che si salva. Il nuovo orario cadenzato scontenta proprio tutti. Anche spostarsi tra Treviso e Verona è diventata una corsa ad ostacoli, e piuttosto costosa. Sì perché o all’andata o al ritorno è necessario salire sulle Frecce. E il costo del biglietto va quindi alle stelle. È il caso di Silvia De Rosa, trevigiana che a Verona si reca tutti i giorni per lavoro.
«Ho scritto all’assessore Chisso, al Ministro dei trasporti per lamentarmi e segnalare cosa non funzione. Anche a Trenitalia che mi ha risposto che non c’è in vista alcuna modifica all’orario», dice.
La tratta Treviso-Verona già prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato non era particolarmente fornita. D’altra parte i pendolari sono decisamente meno numerosi rispetto alla Treviso-Venezia che pure non ha mai mancato di generare polemiche e lamentele. Per recarsi a Verona c’è un solo diretto, alle 7.12 della mattina. Perso quello, è necessario andare a Mestre, e lì cambiare treno per prendere il diretto verso Verona. L’alternativa è cambiare a Vicenza. «Il problema, oltre i disagi per gli orari, è che si devono fare più abbonamenti», prosegue Silvia De Rosa, «per Trenitalia un abbonamento vale solo per una tratta».
E il fatto che un pendolare si abboni alle Frecce non cambia nulla, non dà il diritto di viaggiare su un treno di livello inferiore, su una tratta diversa.
«Il mensile sulle Frecce costa 180 euro. E l’unico diretto della mattina è proprio un Frecciabianca. Mentre al ritorno sono costretta a passare per Mestre», continua. Per protestare Silvia De Rosa ha deciso di pagare un solo abbonamento: «La situazione era già difficile prima, ora con l’orario cadenzato i treni sono addirittura diminuiti», conclude.
Federico Cipolla
Quattroruote – Benzina e autostrade. Nuovi aumenti dal 2014.
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28
dic
2013
L’anno nuovo non si apre sotto i migliori auspici. Almeno per quanto riguarda la crisi economica e il peso di tasse e balzelli. Dal primo gennaio, infatti, scatteranno una serie di aumenti (dalle tariffe postali al prezzo di snack e caffè nelle macchinette), che colpiranno nuovamente le tasche degli italiani. Per altro già abbondantemente svuotate. A un paio di questi rincari, però, gli automobilisti sono ormai tristementi abituati: parliamo di autostrade e carburanti.
Tutte le tratte coinvolte. Grazie al via libera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) da gennaio, infatti, i pedaggi autostradali potranno subire rialzi di entità variabile a seconda delle tratte, ma che comunque in alcuni casi saranno delle vere e proprie stangate. Sulla Venezia-Padova, per esempio, potranno oscillare da 70 centesimi a tre euro, ossia fino al 400% in più rispetto all’attuale tariffa. E ancora, sull’A5 Torino-Aosta ci saranno aumenti del 15%, sull’A4 Venezia-Trieste del 12,9%, sull’Asti-Cuneo del 7,2%, sull’Autostrada dei Fiori del 3,7%. Sul Passante di Mestre sono previsti aumenti del 13,55%, sulla Milano-Serravalle dell’1,16%, sull’Autostrada Ligure (Toscana SpA) del 3,93%, sulla Tangenziale di Napoli del 3,59% e sulla Torino-Savona del 2,24%.
Carburanti, allarme speculazioni. Sul fronte carburanti, invece è il Codacons a lanciare l’allarme, annunciando il rischio di aumenti non soltanto dall’inizio del 2014, ma già durante le festività di fine anno, quando gli automobilisti italiani sono soliti spostarsi per vacanza o per raggiungere familiari e amici. A questo proposito l’associazione dei consumatori ha chiesto al Governo di intervenire per monitorare la situazione evitando speculazioni. Un allarme più che fondato, considerando che benzina e gasolio hanno già fatto registrare forti rincari negli ultimi giorni. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, la verde ha raggiunto una media nazionale di 1,796 euro al litro (con picchi massimi di 1,830 euro in alcune regioni) e il gasolio 1,726 euro al litro.
Roberto Barone
Nuova Venezia – Anche i treni vanno in vacanza.
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28
dic
2013
Decine di corse tagliate nelle festività. I pendolari: «Noi al lavoro ci andiamo»
QUARTO – Anche i treni vanno in vacanza. È sufficiente dare uno sguardo ai tabelloni affissi in stazione per rendersi conto che, fino al prossimo 6 gennaio, non circolano decine di regionali. In pratica sono stati messi a riposo per tutto il periodo che coincide con le lunghe vacanze natalizie degli studenti delle scuole medie superiori e degli universitari, che studiano a Padova, Venezia ed a Verona.
«È una decisione drastica, però, che non tiene conto degli spostamenti quotidiani dei tantissimi pendolari che lavorano negli enti pubblici, ad esempio, negli ospedali e nei Comuni e di tutta la gran massa di turisti, che hanno trovato posto negli hotel di Venezia e che magari vanno a visitare Padova, Vicenza e Treviso» sottolinea Roberto Nardo, segretario dell’Adiconsum – Cisl di Padova e Rovigo
«Togliere 66 regionali al giorno per tutte le vacanze natalizie è esagerato. In questi giorni tra i più penalizzati ci sono anche quelli che devono tornare da Venezia Santa Lucia alla sera tardi. Un esempio per capire i disagi dei pendolari che non sono studenti. Linea Venezia-Padova: alla mattina non stanno circolando i treni che partono da Santa Lucia alle 6.35, 7.35 e 10.35. Sino al 7 gennaio niente treni, quindi, per i pendolari che salgono a Dolo alle 8.02 ed a Vigonza/Pianiga alle 8.08, con arrivo a Padova alle 8.24.
«Non siamo più nella fase d’emergenza vissuta tra il 15 e il 20 dicembre, ma tante criticità non sono state ancora superate» osserva Ilario Simonaggio. segretario regionale Filt-Cgil «Non va bene aver cancellato sino al 7 gennaio così tanti treni. Così facendo si creano disagi ai lavoratori pendolari e ai turisti, che, per fortuna, sono sempre tantissimi proprio in questa stagione natalizia».
Felice Paduano
Zaia, un’azione legale contro Trenitalia: «Impegni calpestati»
Il governatore ha incontrato i capigruppo di Lega, Ncd e FI «Avanti con il programma, niente rimpasto, vi chiedo lealtà»
PADOVA – Al vertice di maggioranza, convocato in mattinata per ricucire gli strappi dell’ultima seduta, il governatore del Veneto Luca Zaia si è presentato scuro in volto: «Sono inferocito con Trenitalia, quello che è successo nella fase d’avvio dell’orario cadenzato è inammissibile, ci avevano garantito un servizio all’altezza e i nostri pendolari hanno viaggiato su convogli freddi, gremiti e in ritardo. Non finisce qui, stiamo riesaminando la convenzione e agiremo per via legale, chiedendo i danni. Se fosse la Regione a gestire il trasporto ferroviario, la musica cambierebbe. Sì, puntiamo a una gara d’appalto su base veneta, non è semplice ma ci stiamo lavorando».
Ad ascoltare la sfuriata preliminare, i capigruppo e vice della coalizione: Federico Caner con Paolo Tosato (Lega), Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo (Ncd), Leonardo Padrin e Mauro Mainardi (Forza Italia). Poi Zaia è tornato sulla legge di riordino delle società partecipate, approvata dall’assemblea contro il parere della giunta grazie al voto trasversale di Nuovo centrodestra e Pd: «È inapplicabile, contiene profili di illegittimità, avevamo avvertito il Consiglio, ora non chiedeteci di sanarla».
A sollecitare l’incontro era stato Bond, favorevole a un “patto di fine legislatura” imperniato su pochi obiettivi qualificanti; convinto che la Legge di Stabilità sia incostituzionale laddove conferisce maggiore autonomia fiscale e impositiva al Trentino-Alto Adige (diretto concorrente del Veneto grazie ai vantaggi tributari di cui gode), l’alfaniano ha chiesto a Zaia di impugnare il provvedimento dinanzi alla Corte Costituzionale: «Non possiamo lasciar passare questa ingiustizia, è l’ennesimo atto di spregio nei confronti delle regioni ordinarie, in particolare delle aree più deboli come il Bellunese».
Il governatore ha accolto l’istanza, annunciando che firmerà il ricorso alla Consulta, con soddisfazione dell’alleato che promette «totale sostegno in questa battaglia difficile, coraggiosa e lungimirante». Parco di parole Padrin, che tuttavia ha sottolineato l’estraneità dei forzisti alla controversa legge Toniolo-Ruzzante («È un pasticcio, noi siamo usciti dall’aula per non votarla, la regola è che se non c’è accordo di maggioranza si rinvia la decisione, inutile fare i coccodrilli a giochi fatti») e poi ha invitato il governatore a porre il nuovo ospedale di Padova in cima alle priorità dell’esecutivo, sciogliendo riserve, dubbi e criticità tuttora esistenti. Scontato l’appoggio di Caner, che ha garantito la compattezza del gruppo leghista, invitando però a concentrare gli sforzi sulle questioni di ampio respiro – lavoro, sanità, infrastrutture – evitando l’assalto alla diligenza delle clientele locali che caratterizza da sempre l’ultimo scorcio legislativo. Di rimpasto neanche a parlare, nonostante la palese insofferenza del Ncd verso l’assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto, il cui operato è giudicato balbettante: «Non cambio nulla in giunta, abbiamo un programma e dobbiamo portarlo a compimento», la replica zaiana «vi chiedo invece una collaborazione leale in fase di bilancio 2014, abbiamo molta carne al fuoco e non dobbiamo deludere le aspettative di chi ci ha eletto. Se emergono nuove proposte dai capigruppo sono pronto a discuterne ma niente gare a chi la spara più grossa». In extremis, ha fatto capolino nella saletta il vice di Palazzo Balbi, Marino Zorzato. Che ha salutato i convenuti e poi è rimasto muto come un pesce. Chi tace acconsente. Sarà vero?
Filippo Tosatto
tpl, confermati bacini provinciali
Bottacin: «Si perpetua sistema colabrodo»
VENEZIA. «Ancora brutte notizie per chi è costretto a muoversi con i mezzi pubblici nel Veneto. La Regione Veneto abdica alle proprie funzioni di programmazione, anche nel trasporto pubblico locale. La recente delibera con cui la giunta conferma i bacini provinciali come dimensione ottimale per la gestione dei servizi di trasporto, esprime la volontà politica di lasciare intatta la struttura del trasporto su gomma nel Veneto. Ed è una struttura che non funziona».
L’accusa viene dal capogruppo di Verso Nord e Sc, Diego Bottacin. «Il tpl veneto è inefficiente e inefficace. La frammentazione – con 40 aziende attive – ostacola la possibilità di fare economie di scala, ha finora impedito l’introduzione del biglietto unico e conserva la ripartizione dei finanziamenti sulla base della spesa storica, anziché dei reali chilometri di trasporto offerti ai cittadini».
Mattino di Padova – I sindaci in Regione per il caos dei treni “Orari da rivedere”
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28
dic
2013
L’assessore Chisso si impegna a trovare soluzioni rapide soprattutto per gli studenti: ora arrivano a scuola in ritardo
Sono 1.500 al giorno i pendolari che dal Camposampierese raggiungono Padova utilizzando la ferrovia
CAMPOSAMPIERO – I sindaci del Camposampierese protestano in Regione contro il nuovo orario dei treni cadenzati. Ricevuti ieri a Palazzo Ferro-Fini dall’assessore Renato Chisso e dal presidente del consiglio Clodovaldo Ruffato, i sindaci guidati dal presidente della Federazione dei sindaci Francesco Cazzaro e dal suo successore Mirko Patron (dal primo gennaio), hanno portato sul tavolo dell’assessore veneto alla mobilità le proteste di pendolari, studenti e lavoratori, che dal 15 dicembre fanno in conti con i disagi arrecati loro dall’orario cadenzato. Sono circa 1500 persone che ogni mattina raggiungono Padova, in treno, dal Camposampierese.
«Apprezziamo la disponibilità dell’assessore Chisso che ci ha convocati immediatamente, rispondendo alla nostra richiesta di incontro urgente» precisa Cazzaro. «Ora faremo pervenire in Regione una relazione dettagliata e ci attendiamo una risposta concreta entro i primi giorni di gennaio, quando riapriranno le scuole».
Le cause del malcontento sono comunque chiare: treni soppressi, orari spostati, treni poco capienti e fermate mancanti.
«Tra le 7 e le 8 sulle linee dirette a Padova da Bassano e Castelfranco, gli spostamenti effettuati fanno arrivare gli studenti in ritardo a scuola per cui serve un aggiustamento urgente per risolvere questo problema. Ma sono da rivedere anche gli orari dei ritorni, soprattutto sulla linea verso Cittadella».
Altra questione è quella della capienza: «Negli orari di punta, la mattina e la sera tra le 17 e le 19, servono più carrozze perché i treni sono stracolmi» aggiunge Cazzaro. Se non si possono ripristinare i treni soppressi quindi, chiedono in sindaci, almeno che ci siano treni più lunghi ed orari aggiustati. Altre proteste arrivano da Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e Trebaseleghe. Nei giorni scorsi il sindaco Lorenzo Zanon aveva denunciato che «nella linea Trebaseleghe-Venezia, a Noale e Piombino Dese si fermano 47 treni mentre a Trebaseleghe solo 16 e che nella linea Venezia-Trebaseleghe, a Noale e Piombino 31 treni mentre a Trebaseleghe sempre 16. Non è accettabile vista l’importanza di un’area come quella di Trebaseleghe».
Sulla linea verso Padova invece, alcuni treni, non negli orari di punta, si fermano a Camposampiero e poi direttamente a Vigodarzere.
«Abbiamo chiesto di re-introdurre una fermata a Campodarsego, alternata con San Giorgio, anziché a Vigodarzere, dove invece è molto più comodo ed utilizzato l’autobus per raggiungere Padova. Altrimenti i treni di punta nelle nostre fermate si caricano all’inverosimile» spiega Mirko Patron. Il consigliere comunale di Camposampiero Luca Masetto viaggiatore pendolare del treno da 15 anni ricorda come «il servizio è decisamente scaduto, basti pensare che oggi, nell’era di internet, quando arrivano due treni contemporaneamente a Camposampiero, non si sa mai quale partirà per primo e la gente corre su e giù dai sottopassi».
L’assessore Renato Chisso incontrerà i responsabili di Trenitalia lunedì prossimo.
Francesco Zuanon
Mattino di Padova – Bacchiglione minaccioso, torna la paura
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27
dic
2013
In attesa della piena distribuiti ieri sera sacchi di sabbia alle famiglie che vivono nell’area golenale della Paltana a Padova
PADOVA – A poco più di sette mesi dalla piena di maggio, che ha creato seri problemi e disagi anche nel Padovano, il Bacchiglione è tornato a mettere ansia. Ieri, visto l’andamento meteorologico (le piogge si sono intensificate soprattutto nel corso della notte di Natale nell’area pedemontana), la Protezione civile regionale ha dichiarato lo stato di preallarme e in serata, in vista della piena del Bacchiglione, i residenti della golena Paltana di Padova si sono visti portare a casa i sacchi di sabbia. Verso le 21, infatti, l’assessore Andrea Micalizzi, dopo essersi confrontato con i responsabili della Protezione civile, ha messo in allerta i residenti, in vista di un innalzamento del livello del Bacchiglione previsto per le prime ore di questa mattina.
«Il colmo di piena misurato a Vicenza è di 4,56 metri e questo dato ci fa pensare che il passaggio per Padova sarà gestibile senza particolari problemi», afferma Micalizzi «Non si può escludere però che gli innalzamenti del livello del fiume possano interessare alcune zone più basse della golena della Paltana a partire dalle 6 di domani mattina (oggi ndr). Per questo abbiamo invitato i residenti a tenere monitorato il Bacchiglione ed abbiamo consegnato loro, in via precauzionale, i sacchi di sabbia da utilizzare in caso di bisogno per proteggere le zone più esposte».
In preallarme anche i quattro comuni padovani (Cervarese, Veggiano, Saccolongo e Selvazzano) che si trovano lungo l’asta del fiume che va dal ponte di Montegalda fino alle porte di Padova.
A Vicenza. L’ondata di piena è passata poco prima delle 18, con il Bacchiglione al livello di 4,56 al Ponte Angeli, simbolo dell’alluvione del 2010. Il fiume, durante la giornata, era cresciuto in maniera vertiginosa: alle 8 di mattina era a 3,20 metri, mentre alle 10,30 aveva già superato i 4 metri. In serata a Montegalda il livello dell’acqua era sotto di appena un metro dell’arcata del ponte che divide il centro di Montegalda da Montegaldella.
A Cervarese. Il livello del fiume intorno alle 20 continuava a salire ma rimaneva nell’alveo, salvo qualche modesta invasione delle zone golenali. Nessun problema, almeno fino a tarda sera, per il castello di San Martino della Vaneza che contiene il museo del Bacchiglione, martoriato dalle piene del 2010, 2011 e 2013. Stesso discorso a Veggiano e Saccolongo dove per tutta la notte il fiume è stato un sorvegliato speciale.
A Selvazzano. Venticinque dei quaranta volontari di cui dispone il gruppo di Protezione civile di Selvazzano sono reperibili. Una squadra è operativa per sorvegliare lo stato degli argini che in questo territorio, dopo i danni creati dall’alluvione del 2010, sono stati oggetto di grossi lavori di consolidamento. Proprio in questi giorni è stato completato il progetto di messa in sicurezza della golena Sabbionari a ridosso del ponte di Tencarola.
Gianni Biasetto e Valentina Voi
Oggi prevista un’attenuazione dei fenomeni ma torneranno le foschie in pianura
La depressione che ha interessato nelle ultime ore in maniera diffusa anche la nostra regione, con abbondanti piogge e venti dai quadranti orientali in pianura e rinforzi di Scirocco sulla costa adriatica, tenderà ad attenuarsi nel corso della giornata di oggi quando avremo una pausa dei fenomeni accompagnata da un sensibile calo delle temperature. Un crollo dei valori termici che sarà più marcato sulle aree pianeggianti a partire dalla serata. Le precipitazioni nelle prossime giornate (almeno fino a lunedì prossimo) saranno generalmente deboli nelle zone pianeggianti dove, invece, a partire dalle prime ore di domani torneranno le foschie e le nubi basse. I meteorologi del Centro Meteo regionale di Teolo non escludono per domani qualche spiraglio di sole. La giornata più perturbata sarà quella di domenica con piogge diffuse in montagna e nelle aree pedemontane venete. Il limite della neve scenderà intorno agli 800/1100 metri. L’inizio dell’ultima settimana del 2013 sarà caratterizzato ancora da tempo instabile. Lunedì torneranno le gelate notturne in pianura e nelle valli. Stando alle previsioni dei meteorologi del centro dell’Arpav sui colli Euganei dobbiamo prepararci ad una notte di San Silvestro sicuramente più fredda di quella della vigilia di Natale. D’altronde siamo in pieno inverno e questi imprevisti vanno messi in conto. Lo sanno bene anche i ristoratori del Veglione.
(g.b.)
Nuova Venezia – Campolongo. Raccolta firme per l’idrovia.
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27
dic
2013
Da gennaio petizione in tutti i Comuni della Riviera per sbloccare il progetto
CAMPOLONGO «Vogliamo subito il completamento dell’idrovia Padova – Venezia, non vogliamo nuove esondazioni e allagamenti con il 2014». Parte ora una mobilitazione che punta a raccogliere migliaia di firme per realizzare l’opera con il comitato Brenta Sicuro.
«Dobbiamo raccogliere – spiega Marino Zamboni referente dei comitati in una nota – migliaia di firme per risolvere il problema. Il nostro Comitato intercomunale Brenta Sicuro si occupa da oltre tre anni di temi legati alla sicurezza idrogeologica, ha organizzato mostre, momenti d’informazione, incontri, la manifestazione del 21 settembre sulle rive del Brenta e la conferenza del 29 novembre a Piove di Sacco. Abbiamo assistito in questi mesi alla partenza dei lavori di manutenzione e sondaggio delle rive del Brenta. Non basta».
Zamboni va nello specifico. «Rimane- dice – il grosso problema di tenuta del sistema complessivo, evidenziato dagli studi del professor D’Alpaos: basti ricordare l’alluvione del Roncajette nel 2010 dovuta a una piena del Bacchiglione puntualmente prevista nel 2007. Lo stesso presidente Luca Zaia ha affermato che il Brenta è una bomba ad orologeria che va disinnescata. Sappiamo bene che l’unica soluzione è rappresentata dall’idrovia che permetterebbe una vera “via di fuga” delle acque in eccesso che non trovano, in caso di piena, lo sfogo con il Bacchiglione e il Brenta.
«Chiediamo ai nostri sindaci – conclude Zamboni – che spingano per l’approvazione del progetto, fermo in regione da tre anni. È fondamentale per accedere ai fondi strutturali europei che saranno finanziati nel corso del 2014». I rappresentanti dei comitati raccoglieranno firme da gennaio in tutti i comuni interessati, (sia Riviera che Piovese) con banchetti via mail si potrà dare adesione a brentasicuro@libero.it.
(a.ab.)
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