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Allarme dell’associazione ambientalista che denuncia: «Troppe incognite»

Le richieste: no al project e garanzie per l’area che verrà dismessa

Troppe incertezze, a partire dai costi, che rischiano di raddoppiare rispetto alle previsioni, finendo per pesare sulle spalle dei cittadini. In un nuovo dossier sul nuovo ospedale, Legambiente denuncia i limiti dell’operazione, mettendo in dubbio l’opportunità di realizzare l’opera. Nel mirino, project financing, messa in sicurezza idraulica dell’area, costi del campus, degli espropri e problemi di mobilità. A questo si aggiunge la domanda sul destino dell’area dell’attuale ospedale: verrà riconsegnata alla città o servirà solo per fare cassa?

«Il nuovo ospedale dovrebbe essere costruito tramite project financing a iniziativa privata, ma l’esecuzione delle opere attraverso il progetto di finanza comporta fortissime criticità, evidenziate persino dall’apposita commissione Regionale» spiegano Lucio Passi e Andrea Ragona, portavoce e presidente dell’associazione ambientalista «queste in sostanza consistono nella privatizzazione dei ricavi e nella socializzazione dei costi a scapito dell’interesse pubblico».

Tra espropri, adeguamento infrastrutturale e messa in sicurezza idraulica, i costi arrivano a quasi 700 milioni, «di cui non è chiaro quanti sarebbero a carico del privati».

A questo importo dovrebbero aggiungersi interventi sulla mobilità – aggiungono – laddove ora esistono solo ipotetiche linee del tram e collegamenti a una tangenziale già sovraccarica nelle ore di punta «E se arrivassero i soldi per l’ospedale ma non per il tram?» domandano ancora.

Non finisce qui: nello studio di fattibilità manca il campus universitario, eventualmente a spese dell’Università. «Lo studio di fattibilità non fa alcuna valutazione sulla compatibilità del campus (dimensioni, costi, interazione tra didattica e ricerca), né si dice nulla sulla dismissione dell’ospedale» precisano gli ambientalisti. Sulla scorta di tutte queste incognite Legambiente chiede quindi di contrastare le ipotesi di project financing, tutelare l’area dell’attuale ospedale “difendendola” dai privati, facilitare la trasparenza con un sito dedicato agli atti dell’iter e, infine, massimo rigore contro i rischi di tangenti o infiltrazioni criminali.

(s.zan.)

Oggi entra in vigore il nuovo orario di TrenItalia, che, per la prima volta, è cadenzato anche a livello regionale. E, siccome oggi è domenica, giorno festivo, si scoprono già le prime sorprese. Di domenica non circolerà un terzo degli ottocento treni regionali che correranno nei giorni feriali.

L’ultimo locale da Venezia Santa Lucia che arriva a Padova non parte alle 22.35, come succederà nei giorni feriali a partire da domani, ma alle 22.05 con arrivo alle 22.54. Una vera beffa per tutti quelli che vanno a farsi un giro nella città lagunare. La prossima primavera, nei giorni festivi, appena farà scuro bisognerà correre in stazione a prendere il treno. A meno che non si sborsino 8 euro e non 3.55 per salire sull’IC notte delle 00.08 per Roma Termini, che arriva in città alle 0.41.

Sempre alla domenica l’ultimo treno utile per Este-Montagnana-Legnago, con trasbordo a Monselice su un bus, parte alle 20.10, quello per Camposampiero-Castelfranco-Belluno alle 21.29 (il bus delle 22.40 c’è solo nei giorni feriali), mentre il primo regionale per Mestre parte alle 6.51 ed arriva alle 7.06.

«Noi della Cgil l’avevamo detto», osserva Ilario Simonaggio, segretario regionale, «C’è troppa differenza tra l’orario dei giorni feriali e quello dei festivi. Ma il vero impatto con il mondo dei pendolari lo conosceremo domani, e non sarà tutto rose e fiori».

Felice Paduano

 

Locomotori “usato sicuro” sulla Mantova – Monselice

Li ha promessi l’assessore regionale Chisso come soluzione ai guasti sui treni

Le categorie economiche strappano un impegno a ridiscutere il pedaggio sulla 10

ESTE «Le infrastrutture della Bassa? Da Terzo Mondo. Dobbiamo lavorare per ridare dignità a questo territorio e la Regione deve darci una mano». A sostenerlo è Cristina Marchetti, portavoce del Coordinamento delle categorie economiche della Bassa, realtà nata nel 2007 che associa Ascom, Cia, Cna, Coldiretti, Confesercenti, Confagricoltura, Confindustria e Upa. Lo ha detto all’assessore regionale alla Viabilità, Renato Chisso nel corso di un “summit” sulla mobilità.

Treni “riciclati”. La linea Mantova-Monselice è tra le peggiori del Nord Est: «Per il nostro sviluppo questa linea deve risultare più accessibile, garantendo parcheggi in stazione, servizi appetibili, corse regolari e vetture nuove», hanno incalzato le categorie economiche. Chisso ha ammesso l’inadeguatezza della linea, anticipando però che l’unico intervento che la Regione potrà assicurare è la sostituzione dei vecchi locomotori diesel.

«La linea Mantova-Legnago non è elettrificata, a differenza del tratto Legnago-Monselice» ha spiegato Chisso «In queste linea, dunque, possiamo far circolare solo mezzi usati, ricondizionati, di nuovi non disponiamo se non a trazione elettrica». Di fatto, dunque, arriveranno mezzi “riciclati”, un usato sicuro a detta di Chisso, non certo quello che i pendolari della Bassa si meriterebbero.

«Non ci accontentiamo», è la sentenza del Coordinamento della Bassa. Stazioni ai Comuni. Il Coordinamento ha proposto a Chisso di affidare le stazioni di Montagnana, Saletto e Ospedaletto in comodato d’uso gratuito ai Comuni, che poi potrebbero affidare questi spazi ad associazioni e gruppi.

Este docet. In questo modo le stazioni diventerebbero più sicure e accoglienti. «Convocheremo i Comuni per un progetto per il recupero di queste stazioni», ha chiuso la Marchetti «senza escludere l’affitto a privati a fini commerciali.

Sr 10 e Complanare. Si è parlato molto di strade, specie della nuova Sr 10: «Il pedaggio per i residenti è una beffa clamorosa» denunciano le categorie «Si parla sempre degli utenti che dovranno raggiungere l’ospedale di Schiavonia e dovranno pagare, ma forse è il caso anche di pensare a tutti quei dipendenti che per raggiungere aziende e imprese dovranno sborsare quotidianamente una quota per usare la Sr 10». Il Coordinamento invoca una soluzione con l’Ipa, lo strumento di programmazione decentrata. «È necessario che sindaci e categoria lavorino insieme. Riuniamoci al più presto», è l’invito della portavoce. Chisso ha confermato che la complanare di Monselice si farà (è la strada che collega l’uscita della nuova Sr 10 al casello dell’A13) e che la Valdastico Sud sarà ultimata nel 2014.

Nicola Cesaro

 

Lunedì nero, si fermano tutti gli autobus

Mattinata difficile per universitari e impiegati, sciopero fino alle 12.30. Taxi: «Rinforzo delle corse da piazzale stazione»

LA VOCE DEL SINDACATO – Terremo una manifestazione in via del Pescarotto perchè la fusione tra Aps e Busitalia deve rispettare il nostro lavoro e il nostro stipendio

Bus e tram fermi domani, dalle 8.30 alle 12.30, per lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, indetto da Cgil, Cisl ed Uil per sollecitare il rinnovo del contratto collettivo degli autoferrotranvieri, scaduto il 31 dicembre 2006. Contro la fusione. In città e provincia, poi, lo sciopero degli autisti di Aps Holding spa e BusItalia avrà una valenza particolare perché coincide con la lotta che gli autoferrotranvieri padovani e rodigini stanno portando avanti da mesi per apportare modifiche radicali al progetto di fusione delle due aziende locali di trasporto, fusione fissata per la primavera prossima. Al fermo del tram, dei bus e delle corriere di domani, parteciperanno anche gli autisti iscritti ad Adl/Cobas, il sindacato di base guidato da Stefano Pieretti e Fabio Bigon, che ha numerosi iscritti all’Aps e, proprio, in queste ultime settimane, ha raccolto proseliti anche nell’ex Sita. «Per quanto riguarda BusItalia aderiamo compatti alla protesta», spiega Pieretti. «Invitiamo tutti i dipendenti a partecipare alla manifestazione che terremo in via del Pescarotto, davanti ai cancelli della direzione regionale. Tutti uniti per far capire agli amministratori delle Ferrovie dello Stato ( l’ex Sita è di proprietà al cento per cento delle Fs) che i lavoratori, con turni spezzati sino a 12 ore al giorno, non possono continuare a guadagnare 300-250 euro in meno rispetto ai colleghi dell’Aps».

Universitari. Lo sciopero di domani mattina è destinato a provocare non pochi disagi ai padovani. Non tanto agli studenti degli istituti superiori visto che la mobilitazione comincia alle 8.30, ma senz’altro agli universitari, che proprio di lunedì arrivano in città in massa in treno e devono raggiungere le varie facoltà. Stesso problema per gli impiegati che vanno in ufficio ed a tutti quelli che, durante la mattinata, sono abituati a fare la spesa nelle piazze. Rinforzo taxi. In compenso chi arriverà in città in treno troverà più taxi in piazzale stazione. «Come sempre accade nei giorni di sciopero, abbiamo già deciso di potenziare il servizio per tutta la mattinata», assicura Walter Basso, segretario provinciale della Fita/Cna, sindacato che fa parte della cooperativa Corapa. «Più taxi a disposizione dei potenziali clienti per sopperire alla mancanza del tram e dei bus, anche se, perlomeno da cinque mesi a questa parte, bisogna ricordare che i nostri affari vanno sempre più giù anche a causa della concorrenza spietata che ci fa il tram».

Confronto Aps. Intanto è stato già fissato il prossimo incontro tra le parti sociali per proseguire il processo di fusione tra Aps Holding e BusItalia. Si terrà venerdì 20 dicembre, probabilmente negli uffici del deposito in via Rismondo. Saranno presenti Amedeo Levorato, presidente Cda dell’Aps e Renato Mazzoncini, ad dell’ex Sita. «Noi del sindacato di categoria e delle Rsu speriamo che l’incontro sia costruttivo», spiega Marco Bomparola, della Uil-Trasporti. «Tra di noi le preoccupazioni sulla fusione sono tante».

 

Corriere delle Alpi – Orario cadenzato, oggi le prime corse

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15

dic

2013

TRENI»LA RIVOLUZIONE

Battesimo per il nuovo sistema, spariscono i diretti da e per Venezia e a Conegliano la sosta sarà di almeno 20 minuti

BELLUNO – La “rivoluzione” ha inizio. È entrato in vigore oggi il tanto discusso (a Belluno più che altrove) riordino degli orari dei treni, meglio conosciuto come “Orario cadenzato”. Un riassetto drastico, che tra le novità più rilevanti ha portato alla pressochè totale soppressione dei “diretti” verso Venezia, con unico superstite quello in partenza alle 18.36 dal capoluogo regionale: insomma, è stato salvato il Venezia-Belluno, non il Belluno-Venezia. Praticamente “illesa”, invece, la tratta da e per Padova.

A inaugurare la nuova era (con orari festivi), tuttavia, saranno due “rotture di carico”, visto che il nuovo sistema prevede la partenza alle 6.16 di due convogli: quello diretto a Venezia-Mestre e quello diretto a Padova. Il primo sbarcherà i suoi passeggeri a Conegliano alle 7.18, 22 minuti dopo la partenza per la laguna, dove la meta sarà raggiunta alle 8.32 (dopo 2 ore e 16 minuti), mentre il secondo “scalerà” a Conegliano sempre alle 7.18, ma ripartirà alle 7.55, per arrivare nella città di Sant’Antonio alle 9.01 (dopo 2 ore e 45 minuti).

Domenica scorsa, tabelle orarie alla mano, con il diretto si poteva partire da Belluno alle 6.02 e arrivare a Venezia-Mestre alle 7.52, con un tempo di percorrenza di un’ora e 50 minuti, ma è anche vero che partendo alle 5.22 (il primo treno disponibile domenica scorsa) si faceva ugualmente scalo e si impiegavano due ore e 51 minuti.

Per Padova, invece, domenica scorsa si impiegava da un’ora e 56 a 2 ore e 16 minuti (tutti diretti).

Orari feriali. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. C’è una corsa ogni ora con partenza al minuto 48. Tempo di percorrenza 2.13 minuti.

Linea Padova – Belluno. Il primo treno parte alle 5.29 e l’ultimo alle 21.29. C’è una corsa ogni ora al minuto 29. Non ci sono le corse delle 8.29 e delle 10.29. Alla sera non ci sarà più la corsa delle 22.46.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 5.16 e l’ultimo alle 19.16: una corsa ogni ora al minuto 16, non ci sono le corse delle 9.16 e delle 11.16. Da Conegliano parte un treno ogni ora per Venezia, con una attesa per i bellunesi di 20-30 minuti.

Linea Conegliano – Belluno. Il primo treno parte alle 6.41 e l’ultimo alle 20.41: c’è una corsa ogni ora al minuto 41. Saltano le corse delle 10.41 e 11.41

Linea Belluno – Calalzo. Il primo treno parte alle 7.45 e l’ultimo alle 20.45. C’è una corsa ogni 45 minuti. Non ci sono le corse delle 10.45, 11.45 e 12.45.

Orari festivi. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 7.48 e l’ultimo alle 18.48.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 6.16 e l’ultimo alle 19.16. Saltano quattro corse rispetto all’orario feriale.

I treni per Padova non fermeranno più nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere. Il primo treno da Belluno a Padova è anticipato di 18 minuti rispetto a prima, ma a Padova non c’è nessuna coincidenza con Roma. I tempi di percorrenza media da Belluno a Roma, stando a quanto riferito nei giorni scorsi dai sindacati, passano da 5.19 ore a 6.22 ore.

Marco Ceci

 

I MINUETTI

Sono costati 3,5 milioni l’uno porteranno 350 passeggeri

BELLUNO – Si chiama Minuetto, ha una capacità di carico di 150 posti a sedere più 200 in piedi (350 passeggeri in tutto) e può raggiungere i 130 chilometri orari, anche se sulle linee bellunesi non supererà i 100, per ragioni di sicurezza imposte dalla struttura ferroviaria stessa. Non sono propriamente l’ultimo parto della tecnologia ferroviaria italiana (la produzione dei modelli in questione è iniziata nei primi anni 2000), ma i 4 nuovi treni che da oggi saranno in servizio sulla Belluno-Conegliano bastano e avanzano per garantire una svolta epocale del parco mezzi in dotazione al Bellunese.

«Ce ne saranno altri due di riserva, pronti all’evenienza», ha precisato l’ingegner Maria Giaconia, direttrice di Trenitalia per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, «e il loro costo è di circa 3 milioni e mezzo di euro. Saranno dedicati in esclusiva a questa linea, sono mezzi moderni, con tecnologia all’avanguardia, rispondenti ai parametri europei, più comodi e con minori emissioni. Con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato, poi, si risparmieranno ogni giorno 5 mila chilometri di Diesel in regione».

Ma i quattro Minuetti sono solo l’inizio di un percorso. Non solo di aggiornamento per il parco mezzi in dotazione al bellunese.

«Nei prossimi mesi saranno sostituiti gradualmente anche i mezzi sulla linea Belluno-Montebelluna-Padova e nel giro di 2-3 contiamo di ammodernare l’intera flotta regionale. Il sistema? Non è rigido, monitoreremo le criticità, si può sempre cambiare, ma su scala macro: il sistema è calibrato anche su snodi come quello di Milano, bisogna tener conto delle esigenze di tutti».

Relativamente alla velocità d’esercizio, invece, Giaconia precisa: «La velocità media dei treni in Veneto è di 58 chilometri orari, sulla Belluno-Conegliano è di 55: sono mezzi ottimali per sfruttare al meglio le potenzialità e le caratteristiche della rete ferroviaria esistente, ovvero della media distanza».

(ma.ce.)

 

Bond: «Ora va calibrata la gomma»

Il consigliere regionale chiede che i due sistemi di trasporto siano subito integrati 

BELLUNO «L’arrivo di questi treni nel Bellunese è il frutto di un lungo lavoro. Non sono treni nuovi, sia chiaro, ma sono di ultima generazione, in perfette condizioni e garantiranno un salto nel futuro rispetto al parco mezzi precedente. Ma la partita non finisce qui». È stato chiaro il consigliere regionale Dario Bond, ieri presente al battesimo dei 4 neoacquisti delle ferrovie bellunesi in rappresentanza della Regione, che ha ricordato anche come «l’orario cadenzato dovrà essere monitorato in ogni sua fase, anche per questo ho attivato una casella di posta elettronica (treni@dariobond.it) per avere un dialogo serrato con i pendolari. Le segnalazioni saranno raccolte in maniera organica in un dossier periodico che consegnerò all’assessore Chisso e alle strutture regionali». Ma cosa manca oggi? La seconda fase, appunto, che secondo Bond «deve promuovere un coordinamento puntuale e funzionale tra autobus e treno. È basilare l’integrazione gomma-rotaia e quindi l’integrazione con i servizi della Dolomitibus. Per questo vanno rivisti gli orari: treno e autobus non dovranno sovrapporsi. Continuerò a vigilare sulle tratte bellunesi e dell’Alto Veneto. Da anni mi occupo di treni e so quali sono i disagi quotidiani, dai treni-carri bestiame ai ritardi. Sono convinto comunque che ogni miglioramento passi attraverso il dialogo e il confronto con i tecnici e le strutture regionali, al di là del facile allarmismo. L’ammodernamento dei mezzi è un primo passo concreto verso una valorizzazione della nostra ferrovia».

(ma.ce.)

 

LAVORI PUBBLICI»AUTOSTRADE E PROJECT 

Rafforzamento necessario dopo il via alla Nogara Mare

Il consiglio elabora una nuova proposta ridotta a 10 milioni

VENEZIA – I numeri, a guardarli oggi, fanno impressione. Certo si parla di un fabbisogno finanziario per i prossimi 10-15 anni ma sono pur sempre 100 milioni di euro da reperire in un mercato non certo effervescente.

Sbloccati i project financing Nuova Romea (Orte-Mestre), Nogara Mare e Traforo delle Torricelle, per la Serenissima (l’ex Venezia-Padova) presieduta da Rino Mario Gambari arriva l’ora degli aumenti di capitale.

Il primo deve essere varato a breve e, secondo la prima proposta del Cda sottoposta all’assemblea dei soci mercoledì scorso, si parlava di un’iniezione da 17 milioni. Un apporto di risorse fresche per portare il capitale della società controllata dalla Mantovani da 21 a 38 milioni. Un raddoppio, quindi, in tempi stretti. Forse troppo stretti, al punto che l’assemblea ha bocciato la proposta del Cda con il voto contrario di Autovie Venete e della Camera di commercio di Venezia (anche se per ragioni tecniche) e astensione di Apv investimenti (Porto di Venezia). Semaforo rosso all’aumento, quindi, e tutto da rifare, in un quadro che presenta più di un punto di domanda sulla governance futura di Serenissima. Questo perché almeno tre-quattro degli attuali soci, che arrivano a rappresentare oltre il 51% del capitale, non sono del tutto convinti dell’opportunità di seguire pro-quota la ricapitalizzazione della società nata sulle ceneri dell’ex concessionaria del tratto di A4 da Padova a Venezia. E nonostante l’assenza strategica della Camera di commercio di Padova, che ha chiesto di esercitare il diritto di recesso e vuole uscire dalla società, l’esito dell’assemblea di mercoledì scorso lo dimostra ampiamente. Ieri mattina il Cda di Serenissima si è riunito nuovamente per elaborare una proposta di aumento maggiormente “digeribile”: l’importo scende a 10 milioni e per versare la prima tranche ci dovrebbe essere tempo fino a metà febbraio quando inizialmente si era parlato del 20 gennaio. La palla, quindi, passa nuovamente all’assemblea dei soci fissata, in prima convocazione, per il prossimo 23 dicembre.

Il libro soci di Serenissima oggi vede la Mantovani, presieduta da Carmine Damiano, controllare la società con il 25%, direttamente attraverso la Ing. Mantovani (17,45%) e tramite Serenissima Holding (7,61%). Il secondo azionista è Autovie con il 22,30%, e qui arrivano i problemi. Come noto, la concessionaria di Venezia-Trieste, A28 e A23 è legata mani e piedi al progetto Terza corsia. Opera che vincola l’intero piano finanziario della società guidata da Emilio Terpin. Questo, in buona sostanza, implica che non un euro possa essere impegnato in progetti diversi da quello della Terza corsia e la cosa, da qualche tempo, sta facendo tenere un atteggiamento di chiusura totale ai rappresentanti di Autovie in seno al Cda di Serenissima. Difficilmente, quindi, la concessionaria friulana seguirà l’aumento. Tra i titubanti, per ragioni diverse, ci sono anche le Camere di commercio di Padova e Venezia e il Porto di Venezia. Morale si arriva agevolmente sopra il 51per cento di Serenissima. Porte aperte, quindi, a nuovi soci? La proposta di aumento prevede che l’eventuale inoptato sia offerto a terzi nel caso di mancato esercizio della prelazione da parte degli altri soci. Per il resto si sa che nella società per il Traforo delle Torricelle dovrebbero essere entrati Autobrennero, Condotte e Maltauro.

Matteo Marian

 

 

la giunta di pederobba

PEDEROBBA. Amministrazione comunale sul piede di guerra contro la soppressione delle fermate di Levada e Pederobba in concomitanza con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato dei treni. La giunta non si scontra solo con Regione Veneto e Trenitalia, ma anche con le associazioni dei pendolari, che concordano sulla soppressione delle fermate di Levada e Pederobba per evitare ritardi nelle corse.

«Rivendichiamo il diritto dei cittadini di Pederobba e dell’intera Pedemontana a servirsi del treno nella tratta Padova-Calalzo. L’amministrazione comunale non cederà», ribadisce il sindaco Raffaele Baratto, «perché siamo consapevoli di trovarci ai margini delle grandi arterie viarie, e dobbiamo garantire un minimo di servizio per i tanti studenti e operai pendolari».

Quanto alla posizione delle associazioni dei pendolari, che nella conferenza di Belluno hanno definito superflue e fonti di ritardo le fermate a Levada e Pederobba, così replica il vicesindaco Marco Turcato:

«Ciò che andrebbe, invece, contestata è la scelta di Trenitalia di risparmiare sul costo del gasolio perché i tre minuti che vengono persi alle fermate delle stazioni nel comune di Pederobba potrebbero tranquillamente essere recuperati dal convoglio ma l’accelerazione significa un maggior costo».

E ieri disagi sulla Belluno-Padova per i pendolari al rientro serale.

(e.f.)

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Nuova Venezia – Treni, domenica parte la rivoluzione

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13

dic

2013

 

l’orario cadenzato

Task force per il d-day. Corse in più per Verona, Treviso, Castelfranco e Rovigo. Da settembre lo shuttle Mestre-Padova

Ci siamo: domenica scatterà la rivoluzione del trasporto su ferro nel territorio regionale, con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato dei treni. Ieri mattina a presentare l’orario completo, pubblicato sul sito di Trenitalia, l’amministratore delegato, Vincenzo Soprano, assieme alla responsabile regionale, Maria Giaconìa, al presidente di Sistemi Territoriali, Gian Michele Gambato, l’ingegnere Bruno Carli per la Regione. L’assessore Chisso era assente per un lutto familiare: il padre, Primo Chisso, è mancato nella notte. «Quella di domenica è una prima nazionale», ha esordito Soprano, «non si tratta di una piccola variazione, ma dell’intera riprogettazione del sistema dalle fondamenta. Avremo dei giorni duri, ma saremo tutti sul pezzo. Il cambiamento all’inizio può non essere gradito da tutti, ma nel complesso tutti ne trarranno vantaggi. Siamo sicuri che con l’impegno di ciascuno questa sfida potrà essere vinta».

Task force. Il giorno più critico – spiegano – per Trenitalia, sarà la domenica. 1.200 persone al lavoro, 200 corse in più (si passerà dalle 665 attuali a 835), orari nuovi, milioni di operazioni da far combaciare. «Crediamoci in questo orario», ha detto Carli, «non spariamo a zero il primo giorno, attendiamo la messa a punto, al nostro osservatorio tantissime persone ci hanno scritto per dire che sono soddisfatte». «Il lavoro non è perfetto ma è perfettibile», spiega Chisso, «stiamo ascoltando moltissime richieste e daremo seguito agli aggiustamenti». «Domenica sono state allertate le officine», precisa Giaconìa, «abbiamo predisposto degli autobus sostitutivi se ce ne fosse bisogno, il cambio orario è complicato: ci sono pulizie, manutenzioni, migliaia di appuntamenti da far coincidere». Domenica dovrà essere messa a punto la macchina da Trenitalia e Ferrovie, lunedì la prova del fuoco passerà ai pendolari. «Vogliamo che l’utente sia soddisfatto», ribadisce Soprano, «ma un sistema che accontenta tutti non c’è, noi facciamo i conti con le risorse. Per domenica abbiamo rinforzato i presidi informativi, consigliamo a tutti di connettersi sul sito, scaricare gli orari, guardare le applicazioni dallo smartphone».

Novità. La vera rivoluzione riguarda alcune linee. E precisamente: la linea Venezia-Verona sarà collegata da 14 coppie di treni regionali veloci, 28 corse tra andata e ritorno anziché le quattro attuali e ci si impiegherà un’ora e 28 minuti anziché un’ ora e 37.

La direttrice Venezia-Conegliano con il proseguimento verso Sacile, sarà collegata da 13 coppie di treni, 26 corse, Treviso-Castelfranco-Padova, altre 26 corse, infine Venezia- Rovigo-Ferrara, 28 corse, ossia 14 coppie con un treno per Rovigo nuovo dopo le 21. A settembre del prossimo anno, entrerà i funzione anche una navetta shuttle diretta Mestre-Padova. Binari.

Ieri mattina nel capannone di via Parco Ferroviario a Marghera, i vertici di Trenitalia, Sistemi Territoriali e della Regione, hanno inaugurato i tre nuovi binari, lunghi 110 metri, che serviranno per le riparazioni e la manutenzione dei convogli. I binari sono completi di carrelli per le ispezioni e il rodaggio, le gru e quanto serve per lavorare sui convogli, in modo flessibile ed efficace. Davanti al personale riunito, compreso il più giovane operaio della squadra Federico Brun, 22 anni, che ha tagliato il nastro, hanno fatto l’ingresso due mezzi: un treno Flirt, di quelli che inizieranno a circolare domenica sulla tratta metropolitana e un treno Taf, ad alta frequentazione. Nell’impianto le maestranze di Trenitalia effettueranno la manutenzione di 20 convogli Taf di proprietà di Trenitalia e di 20 complessi Etr Flirt acquistati dalla Regione e concessi in comodato. L’intervento è stato effettuato con un costo di 2 milioni di euro, in tutto 8 milioni di euro è costata la specializzazione dei tre siti manutentivi della direzione regionale veneto di Trenitalia, dislocati in modo baricentrico rispetto all’esercizio: Verona Porta Nuova per il trasporto veloce e i Vivalto, Padova e Mestre per il trasporto metropolitano e Treviso per i veicoli Diesel.

Marta Artico

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Tutte le novità scaricabili dal sito di Trenitalia

«Si cambia per migliorare, più velovità e frequenza». È questo lo slogan di Trenitalia, che compare sul sito della società, dove è possibile cliccare per conoscere e scaricarsi i Pdf di tutti i nuovi orari cadenzati. Sul sito ci sono anche gli orari dei desk informativi. «Per maggiori informazioni», si legge, «è possibile contattare la Regione chiamando al telefono il numero verde gratuito 800.042.822 oppure via e-mail all’indirizzo nuovorariocadenzato@venetotreni.it.

 

incontro in Regione

«Ripristinare le corse notturne»

Il sovrintendente del Teatro La Fenice: «Come avviene a Londra» 

Orario cadenzato e più collegamenti con Padova. Ma dopo le 23 il capoluogo rimane isolato dal resto del mondo

«Ripristinare le corse notturne tra Venezia e il resto del mondo, collegando il centro alla periferia, come avviene a Londa». Il sovrintendente del Teatro La Fenice di Venezia, Cristiano Chiarot, ha incontrato mercoledì, assieme al presidente del Teatro Stabile del Veneto, Angelo Tabaro, l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso. Motivo? «Perorare la causa del ripristino delle linee ferroviarie notturne tra Venezia e il resto del mondo». «Molti nostri lavoratori» ha spiegato «vivono nel trevigiano e nel padovano e l’aver soppresso i treni dopo le 23 e per loro un grave dramma, oltre a rischiare di avere effetti pericolosi per i lavoratori e il pubblico». E ancora: «Stiamo faticosamente lavorando per far arrivare spettatori anche dall’entroterra, visto che è più facile portarli qui da Dusseldorf o da Parigi piuttosto che da Spinea o da Padova». Chiarot ha fatto sapere che Chisso ha capito il problema, dando la sua massima disponibilità ad organizzare corriere notturne da piazzale Roma, destinate ai lavoratori. Che ricordiamo, hanno consegnato una lettera con parecchie sottoscrizioni, proprio all’assessore alla Mobilità. «La nostra richiesta», ha proseguito», «è stata però quella di pensare al ripristino della corsa delle 23.05, che sarebbe essenziale, visto che i nostri spettacoli iniziano alle 19 per concludersi alle 22 o alle 22.15». «Spero», chiosa, «che venga capito che la città, per essere collegata con il resto del mondo, ha bisogno di strutture che uniscano il centro alla periferia, come avviene a Parigi o a Londra. Il sindaco Orsoni è d’accordo con noi: se si farà la città metropolitana i servizi dovranno essere adeguati a questa nuova entità».

(m.a.)

 

Convogli in ritardo per un guasto a Vicenza

Disagi ieri pomeriggio. L’ingegner Menna: «Dal sindaco Conte abbiamo ricevuto proposte irrealizzabili»

Nel giorno dedicato al nuovo orario cadenzato che dovrebbe migliorare gli spostamenti, ci sono state parecchie difficoltà per i viaggiatori. Guasti. Attorno alle 15 di ieri si è verificato un guasto alla linea di alimentazione elettrica dei treni, tra le stazioni di Grisignano e Vicenza, sul binario in direzione Milano. Ciò ha comportato notevoli rallentamenti, mentre durante la riparazione, i treni hanno percorso in senso alternato il binario in direzione Venezia. Il risultato sono 8 Frecciabianca e 2 Intercity che hanno registrato ritardi tra i 25 e i 90 minuti, 10 regionali con ritardi tra i 30 e i 90 minuti, 5 regionali cancellati. Venezia-Trieste. L’artefice della complessa architettura del nuovo orario cadenzato, è l’ingegnere veronese, Domenico Menna, che da dal 2011 lavora alla rivoluzione delle corse. È proprio lui a rispondere alle lamentele dei pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, che utilizzano la linea Venezia-Portogruaro, che anche ieri non hanno mancato di segnalare sui social network, il disagio per la mancanza dei treni di ritorno della sera, sostituiti da autobus, così come dei treni del mattino e del fine settimana. «Dove esiste il servizio sostitutivo mediante i pullman di Trenitalia», spiega, «è perché la frequentazione è bassa. Un treno in un’ora diurna costa 20 euro a chilometro, con 10-15 persone, è meglio un autobus, visto che a pagare è la collettività. La notte, egualmente, ci sono delle maggiorazioni così come nei festivi e il costo lievita anche del 30 per cento in più, sfiorando i 25 euro a chilometro, mentre in pullman il prezzo è di 4,30 euro a chilometro». Precisa: «Certo, se inizieranno ad esserci frequentazioni tali da giustificare due, tre autobus, allora inseriremo dei treni, in ogni caso durante l’anno effettueremo dei monitoraggi, che eseguiamo costantemente». Chiarisce: «Poi ci sono i servizi sostitutivi che vengono messi in campo per via della fascia oraria in cui ci sono le manutenzioni e quelli dei giorni festivi. Anche in questo frangente, si deve ricordare che nei festivi c’è meno gente e meno domanda e che nonostante ciò, siamo stati finora l’unica regione che aveva una produzione festiva simile a quella feriale». Un passaggio anche sulla protesta dei comuni, in special modo quella del sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte: «È venuta assieme ai rappresentanti di Ferrovie a Nordest, con un progetto irrealizzabile. Una proposta possibile solo nel caso in cui vengano eseguiti i lavori in corso nel nodo di Mestre da parte di Rfi per avere il terzo canale verso Santa Lucia, che sarà pronto tra qualche anno. Tra l’altro il loro progetto, non aveva l’appoggio neanche dei sindaci di tutto il Veneto Orientale, perché privilegiava l’asse Mestre-Quarto a scapito di quello che prosegue da Quarto per Portogruaro». Menna ha precisato che i lavori in corso d’opera da parte di Rfi (con 40 milioni di euro del Cipe) sul Ponte della Libertà e che riguardano anche opere edili, consentiranno di avere il terzo canale libero per portare i treni che fermano a Mestre fino a Venezia, aumentando la frequenza e diminuendo i tempi di attesa. «Altre modifiche che verranno messe in campo, saranno possibili dopo il 23 dicembre, quando Rfi riaprirà i sistemi e dovranno essere calibrate tenendo conto del personale, dei turni, del materiale rotabile a disposizione». Da domenica, Venezia sarà collegata a Vienna da un treno giornaliero voluto da Ferrovie Austriache.

(m.a)

 

Treni, per i pendolari 14 convogli veloci

Per la prima volta istituita la linea diretta Padova-Camposampiero-Castelfranco-Paese. Per Venezia ultima corsa alle 22.35

L’«ora X» sta per arrivare. Domenica 15 dicembre prende il via il nuovo orario annuale di Trenitalia, che durerà un anno, compresi i tradizionali aggiustamenti estivi che ci saranno a partire dal primo giugno. Sulla lunga percorrenza non cambia praticamente niente. Le stesse di oggi le Frecce Bianche per Milano/Torino e le Frecce Argento per Bologna/Firenze/Roma, ma con una nuova Freccia, proveniente dalla capitale che proseguirà, dopo Mestre, per Trieste. L’orario dei treni regionali, invece, subirà una rivoluzione. Tutti i locali, sia i veloci sia quelli lenti (ossia che fermano in tutte le stazioni), partiranno e passeranno alla stessa ora ed allo stesso minuto. Come hanno annunciato ieri, a Mestre, l’ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano e la dirigente della divisione regionale di Fs, Maria Giaconia, con i funzionari della Regione, Gian Michele Gambato e Bruno Carli, da lunedì prossimo, primo giorno feriale, i treni regionali che saranno in circolazione non saranno più 600, ma 800 al giorno. E in più tanti convogli, tra cui i nuovi Stadler svizzeri, saranno più veloci e più capienti. Numerose le novità che riguardano sia Padova e sia le stazioni della Bassa e dell’Alta. Sull’asse Venezia-Padova-Vicenza-Verona ci saranno 14 coppie di treni veloci. Ossia 14 all’andata e 14 al ritorno. Da Padova a Venezia ci si impiegherà solo 27 minuti, mentre per raggiungere la città di Giulietta e Romeo si dovrà restare in carrozza non più un’ora e venti minuti, ma solo ’58.

Per la prima volta, poi, nasce la nuova linea diretta Padova-Camposampiero–Castelfranco-Paese con 13 coppie al giorno. Tempo di percorrenza un’ora circa, ma senza la necessità di trasbordare treno a Mestre. Un’altra novità riguarda la Mantova-Legnago-Este- Padova. Eccetto i primi tre regionali del mattino in arrivo nella città del Santo, ogni volta che un utente Fs dovrà andare verso Legnago o viceversa, dovrà trasbordare treno a Monselice ed attendere i regionali veloci e quelli lenti, che circolano tra Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara e Bologna, che, però, in genere, sono sempre affollati. Per gli utenti che vanno a Venezia spesso o per motivi di lavoro o turistici, l’ultimo regionale da Venezia Santa Lucia per Padova parte alle 22.35. Una scelta infelice che ha anche causato la protesta dei musicisti della Fenice, che abitano a Padova. A proposito della partenza dell’orario cadenzato con i nuovi treni in arrivo dalla Svizzera, ieri, il consigliere regionale dell’Idv, Antonino Pipitone, ha innescato una polemica: «I 24 treni nuovi costeranno, alla fine, 254 milioni. Perché, invece, l’assessore regionale, Renato Chisso, non ha messo nel conto anche i 3 milioni e 370.000 euro come spese di consulenza esterna, che, a quanto pare, almeno in parte, sarebbero andati ad una società padovana?». Ma i disagi per gli utenti continuano. Anche ieri hanno trascorso una serata di passione per un guasto elettrico sulla linea per Verona. Il locale per Venezia delle 17 portava 95 minuti di ritardo, mentre quello per Belluno delle 18.13 era annunciato con un ritardo di ’50. Stessa musica per il treno per Treviso, Motta di Livenza, delle 17.25, con un ritardo di ’80.

Felice Paduano

 

Più cari biglietti e abbonamenti ferroviari Ecco gli aumenti dal mese di gennaio

Come anticipato dal nostro giornale, i nuovi aumenti che scatteranno a partire dal primo gennaio sono diventati ufficiali con la consegna delle tabelle su base chilometrica fatte pervenire ai rivenditori. In pratica si tratta del tradizionale adeguamento tariffario in base ai dati Istat. In genere i biglietti crescono di cinque e dieci centesimi, mentre gli abbonamenti mensili, in media di un euro e, in alcuni casi, anche meno. Alcuni esempi. Per andare da Padova a Venezia Santa Lucia, oppure a Vicenza oppure ancora a Castelfranco, il biglietto singolo non costerà più 3.55, ma 3.60. Per le stazioni, invece, comprese tra 40 e 50 km non più 4.15, ma 4.20. È il caso del Padova-Bassano del Grappa oppure del Padova-Treviso, via Mestre. Leggermente più salati anche gli abbonamenti. Il mensile Padova-Venezia sale da 53.80 a 54.60, mentre il Treviso-Venezia da 46.10 a 46.80.

(f.pad.)

 

Gazzettino – Treni, 170 corse in più ogni giorno

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13

dic

2013

Da domenica in vigore il nuovo orario cadenzato, 835 i convogli quotidiani

Potenziate le tratte calde come la Venezia-Verona. Arrivano i bus notturni

I nuovi convogli regionali Etr 360 che andranno a rinforzare le linee pendolari

25 EURO COSTO AL CHILOMETRO

835 I CONVOGLI DAL 15 DICEMBRE

Domenica scatta l’ora zero per i treni in Veneto. Dal 15 dicembre, infatti, parte il nuovo orario cadenzato del sistema ferroviario. Le premesse sono importanti – da 665 a 835 corse giornaliere, treni più veloci e puntuali- i risultati si vedranno.
Si è quindi alla vigilia di una rivoluzione – frutto di due anni di lavoro tra Regione, Trenitalia e associazioni dei consumatori – e i pendolari dovranno adeguarsi in fretta ai nuovi orari, ora disponibili sul sito di Trenitalia (cliccare in alto a destra la sezione «In Regione» e scegliere Veneto).
La mappa dell’orario cadenzato ricorda lo schema tipico delle metropolitane di città: alcuni assi portanti sui quali viaggiano la maggior parte dei treni (Venezia-Padova-Treviso-Verona), con in secondo piano le stazioni periferiche, in ogni caso collegate.
Tra le tratte potenziate ecco, ad esempio, la direttrice Venezia-Verona (linea Venezia-Milano). Una tratta servita dai treni regionali, da Ntv e dalle Frecce di Trenitalia, ma che dal 15 dicembre vedrà aggiungersi anche 14 coppie (andata-ritorno) di Regionali Veloci, treni che fanno meno fermate e che quindi arrivano prima. Oggi, ad esempio, il regionale che da Venezia Santa Lucia parte alle 7.05 e dopo 22 (22!) fermate arriva a Verona Porta Nuova alle 9.22. Con il Regionale Veloce, si partirà alle 7.12 da Venezia e si arriverà a Verona alle 8.39, con appena 9 fermate. Un bel risparmio di tempo. Altre tratte potenziate con le «Frecce Regionali» saranno la Treviso-Castelfranco-Padova (13 coppie); la Venezia-Treviso-Conegliano (13 coppie) e la Venezia-Rovigo-Ferrara (14 coppie, da sottolineare il nuovo treno serale in partenza da Venezia alle 21.42 e in arrivo a Rovigo alle 22.48). Per ora, i prezzi dei Regionali Veloci sono gli stessi dei normali treni regionali, toccherà a Palazzo Balbi valutare eventuali modifiche.
Pur non in vigore, il nuovo orario ha già una discreta truppa di malpancisti. «Il cambiamento non è mai gradito», mette le mani avanti Vicenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, ieri a Mestre per l’inaugurazione dei nuovi binari dell’impianto di manutenzione dei treni regionali. «Il lavoro fatto in Veneto è una sorta di prima nazionale, un progetto che ridisegna il sistema dalla fondamenta, ma che non finisce oggi. I primi giorni sono un test importante».
In buona sostanza: il progetto è perfettibile, ma intanto si parte. «Abbiamo lavorato per soddisfare le esigenze di quante più persone possibili, ma raccoglieremo le richieste che verranno dal territorio per fare eventuali piccoli aggiustamenti», aggiunge l’assessore regionale Chisso.
Quel che è certo è che alcune corse serali verranno sostituite dagli autobus. È una questione di costi: un treno notturno, spiega Domenico Menna, tecnico a capo del progetto dell’orario cadenzato, costa fino a 25euro a km, mentre l’autobus ha un costo di 4euro a km. Altrettanto certo una generale riduzione del servizio cadenzato durante i festivi, ma è anche alle porte un potenziamento della tratta Venezia-Calalzo. Trenitalia ha anche annunciato l’arrivo di 9 nuovi treni Vivalto (quelli a due piani) per il 2015. Ulteriori informazioni al numero verde 800042822 messo a disposizione dalla Regione o scrivendo una mail a nuovorariocadenzato@venetotreni.it .

Marco Dori

Gazzettino – Auto e moto si fermano: 7mila in meno

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13

dic

2013

IMMATRICOLAZIONI – In Veneto calo del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Verona maglia nera

Emergenza posti di lavoro, Confcommercio chiede aiuto in Regione: «Incentivi per cambiare la vettura»

Su 3 milioni di veicoli la metà ha più di 10 anni

In quattro anni i nuovi ingressi sono scesi del 50 per cento

Oltre 7mila immatricolazioni di auto e moto in meno registrate, e un trend negativo che continua a scendere fino ad arrivare quasi al -7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato che va ad aggiungersi all’ulteriore calo di vendite del 2012 (-20,25%).

E il settore dell’auto in Veneto preoccupa: dati alla mano, se nel 2012 sono state infatti 100.143 le auto immatricolate, nel 2013 se ne sono contate, fino ad oggi, 92.940.

Un quadro allarmante per un settore che affanna e che in soli 4 anni ha visto calare le immatricolazioni, con un segno negativo sul mercato di quasi il 45%. Sul nostro territorio, la provincia che segna il calo maggiore nel 2013 è decisamente quella di Verona (-10,54%), mentre la provincia di Belluno registra il calo più contenuto di tutte le province venete, con un -3,20%. Segue la provincia di Treviso con il -7,84%, e poi Vicenza (-6,64%), Venezia (-6,38%), Rovigo (-6,24%) e Padova, con una perdita del 5,11%.

«La situazione va di male in peggio – dichiara il presidente regionale del Gruppo Auto Moto di Confcommercio Veneto Giorgio Sina – e sono sempre più i concessionari che chiudono, con conseguenti ripercussioni sul fronte occupazionale o che fanno ricorso alla cassa integrazione in deroga».

Più di venti i rivenditori specializzati chiusi anche quest’anno. E il ricorso agli ammortizzatori sociali per gli addetti del settore auto, comprese le imprese che fanno manutenzione, è raddoppiato. Quasi quadruplicato in soli due anni. In particolare, le ore autorizzate nel 2011 erano 469.451, passate nel 2012 a 893.384, e nel 2013 a 1.504.599.

«Prevediamo un ulteriore ridimensionamento del personale specializzato nel prossimo anno se le cose continueranno così – continua Giorgio Sina – e per questo siamo riusciti ad ottenere un appuntamento con la Regione, in particolare con l’assessore all’Ambiente Maurizio Conte, con il quale sono già d’accordo per i prossimi giorni di presentare una proposta che possa dare un aiuto economico e concreto di incentivo, e poter così placare questa inesorabile emorragia nel settore».

Sono oltre 3 milioni le auto in circolazione nella nostra regione. Quasi 1 milione e 500 mila quelle «vecchie», con più di dieci anni di vita. «Quasi la metà del parco auto dunque, rappresenta un problema sia per quanto riguarda l’inquinamento che la sicurezza sulle strade. – conclude Sina – Il nostro obiettivo, grazie alla proposta che presenterò personalmente all’assessore Conte, sarà quello di vedere coinvolte le istituzioni per ottenere gli incentivi necessari affinché i cittadini vengano stimolati e incoraggiati a cambiare la propria auto e le proprie abitudini. Questo porterà un vantaggio sia per gli automobilisti, che potrebbero avere così auto meno inquinanti e più sicure, che per l’ambiente. Ma soprattutto per le aziende che potrebbero riuscire a respirare un po’ di ossigeno, e sperare in un piccolo risollevamento guardando al futuro con maggior ottimismo».

Claudia Gioia

 

 

FIESSO – Proseguono anche in Riviera le proteste di utenti, genitori di studenti e amministratori locali per la carenza di mezzi di trasporto pubblici. Le testimonianze e le segnalazioni che arrivano in queste settimane sono molteplici. La prima è di G.G., madre di uno studente di Fiesso che frequenta l’istituto Zuccante. A metà ottobre la donna aveva scritto all’Actv per segnalare problemi con gli autobus sia la mattina per andare a Mestre che al pomeriggio per tornare a Fiesso. La signora ha deciso di scrivere nuovamente ad Actv e anche al governatore Zaia e all’assessore Chisso.

«Il ragazzo ha seguito i consigli dell’Actv e ha preso per due giorni alla settimana il bus delle 14.20 che parte da Mestre, ma i problemi sono continuati». La signora lancia delle proposte. «Comprendendo il ritardo che gli autobus accumulano a causa del traffico, credo che si potrebbe pensare a percorsi alternativi evitando i lavori che da tempo persistono nella Brentana. Inoltre credo che la partenza dell’autobus delle 14.20 potrebbe essere anticipata alle 14.10 oppure si potrebbe pensare a un autobus aggiuntivo».

Problemi condivisi da molti altri studenti. A testimoniare i disagi dei cittadini interviene con una lettera anche Federica Boscaro, sindaco di Fossò e presidente dell’Unione dei Comuni.

«Ho conferito la cittadinanza italiana a un mio paesano di origine rumena che vive a Fossò con la moglie e le figlie. Con disappunto ho appreso che dal prossimo mese si trasferiranno in periferia di Padova perché le figlie, una all’università e l’altra al liceo scientifico, non hanno mezzi di trasporto per andare nelle rispettive scuole e ritornare a Fossò. Devono cambiare tre pullman. Da oltre un anno le corse da Fossò e per Padova sono state sospese dalla Sita e parzialmente sostituite da qualche corsa dell’Actv. Negli ultimi mesi sono state ulteriormente ridotte per cui non ci sono più mezzi che rientrano a Fossò dopo le 18 nei giorni feriali e nessuno alla domenica. Io sono indignata, ma il mio disappunto non serve. Ho protestato con tutti gli enti ma non ci sono risposte a questo isolamento».

Giacomo Piran

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Nuova Venezia – Treni locali piu’ cari dal primo gennaio

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12

dic

2013

 

Aumenti di 5 e 10 centesimi in base alla percorrenza. E domenica entra in funzione il nuovo contestato orario cadenzato

VENEZIA – Dal prossimo primo gennaio per andare da Padova a Venezia con i treni regionali, sia lenti che veloci e viceversa, non si dovranno sborsare più 3.55, ma 3.60 euro. In pratica sino alla fascia compresa entro i sessanta chilometri si pagheranno cinque centesimi in più, che diventano dieci dai sessanta km in su. Adeguamento minimo, si dirà, ma se pensiamo che i treni regionali dedicati ai pendolari sono nell’occhio del ciclone e oggetto dell’inferocimento quotidiano degli stessi utenti, si capisce che questo aumento sarà benzina sul fuoco della protesta che si va estendendo ovunque. Il comunicato ufficiale sarà inviato stamattina ai i distributori dei biglietti TrenItalia – Regione Veneto. L’aumento dei biglietti e, molto probabilmente, anche degli abbonamenti, è da mettere in relazione al tradizionale adeguamento annuale delle tariffe in rapporto ai dati Istat sul costo della vita.

Alcuni esempi. Oltre che sulla Padova-Venezia ( 37 km ), si dovrà pagare 3,60 euro per andare anche a Vicenza oppure a Castelfranco. Dieci centesimi in più, invece, per raggiungere Treviso, via Castelfranco, oppure San Donà, Portogruaro e Verona.

Nel frattempo, dopo la presentazione dei 20 treni Stradler che saranno messi su rotaia sulle linee regionali, tutto è pronto per l’entrata in vigore del nuovo orario cadenzato dei treni regionali, previsto per domenica. Nonostante le vibranti proteste di molti pendolari, l’assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso, assicura che il nuovo orario porterà ai pendolari treni più frequenti e più capienti, che miglioreranno le condizioni di viaggio.

Parecchie le novità per quanto riguarda i treni che arrivano e partono dalla città del Santo. Nasce la nuova linea diretta Padova-Treviso, via Camposampiero- Castelfranco- Paese, con tredici coppie al giorno senza più la necessità di trasbordare a Mestre ed entra in vigore anche la nuova linea regionale veloce Venezia-Padova-Vicenza-San Bonifacio – Verona, con tredici coppie di treni al giorno.

Tempo di percorrenza tra Padova e Venezia Santa Lucia: 27 minuti e 58 per raggiungere la città di Giulietta e Romeo. Con i regionali veloci, che già sono in circolazione sulla Bologna-Rovigo- Padova-Venezia da oltre vent’anni, si pagheranno sempre 3.60 euro e non ci sarà più bisogno di salire su una Freccia Bianca, proveniente da Milano oppure su una Freccia Argento, in arrivo da Roma Termini, dove il medesimo viaggio, più o meno con lo stesso tempo di percorrenza, costa 15 e 16 euro.

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