Nuova Venezia – Nuova Venezia “Corse per Venezia ogni quattro minuti”
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11
dic
2013
L’assessore Chisso assicura che entro due anni più treni proseguiranno fino a Santa Lucia grazie ai lavori sul ponte
VENEZIA «L’obiettivo è dare un servizio migliore, non certo peggiore, ci sono problemi? Siamo qui, confrontiamoci». È ottimista l’assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso, scommette sull’entrata in vigore dell’orario cadenzato domenica (altrimenti si andrà a gara dice) e si rallegra che il rappresentante regionale dell’Orsa, ossia il sindacato autonomo di base dei ferrovieri, rappresentato da Ezio Ordigoni, abbia ritirato lo sciopero programmato tra sabato e domenica, spostandolo a gennaio. In occasione della presentazione del nuovo elettrotreno che servirà il territorio metropolitano, Chisso torna anche sugli orari e sui disagi evidenziati dai pendolari. «Abbiamo presentato l’orario a luglio», ribadisce, «siamo andati da chi aveva delle difficoltà, qualcuno ce le ha presentate in ritardo, qualche altro no, stiamo raccogliendo ancora segnalazioni. Poi c’è stato lo sciacallaggio politico di chi ha voluto ingenerare confusione». Precisa: «L’autobus sostitutivo che in qualche tratta metteremo in campo, è il riconoscimento di un’esigenza che abbiamo constatato». È il caso di alcune corse della sera di ritorno da Venezia per i comuni del Veneto Orientale. Nei giorni scorsi i comitati pendolari di Quarto d’Altino e San Donà, hanno contato gli utenti, facendo presente che sono molti. «Per adesso si utilizza l’autobus, perché non ci sono i tempi tecnici per le modifiche che servono ai gestori della traccia, poi basandoci sui numeri e i conteggi, vedremo di rimettere i treni». Si dovrà però, attendere gennaio. Aggiunge: «Non dimentico neanche la richiesta, ad esempio, del comune di Salzano, il quale ci ha segnalato che uno dei treni del mattino utilizzato dagli studenti non ferma più. Inseriremo il sostitutivo e verificheremo l’utilizzo». Il cadenzamento, spiega l’assessore, eliminerà il sovraffollamento, con il sistema navetta. Un passaggio anche sulle corse che saranno limitate a Mestre e non raggiungeranno Venezia. «Ferrovie dello Stato sta eseguendo dei lavori» sottolinea, «con dei fondi provenienti dal Cipe». E dal nuovo decreto del “fare”, 40 milioni di euro per la precisione. «Grazie a questi interventi che saranno eseguiti sul Ponte della Libertà, entro un paio di anni si potrà far proseguire le corse fino a Venezia». «In questo modo», precisa la responsabile regionale di Trenitalia Maria Giaconìa, «avremo un cadenzamento per la città lagunare non più di 7 minuti come ora, ma addirittura di 4 minuti». Si tratta di lavori che verranno eseguiti non solo sul ponte, ma anche nella stessa stazione di Venezia, interventi sicuramente attesi, che serviranno anche ai molti turisti che si spostano ogni giorno e specialmente in determinati periodi dell’anno.
Marta Artico
Conte: «Così si scoraggiano solo i pendolari la Regione concordi con noi i monitoraggi»
«A nostro avviso è un cane che si morde la coda, se diminuiamo il servizio, per verificarne successivamente l’utilizzo, cosa otteniamo? Che la gente prende l’auto».
Il sindaco di Quarto, Silvia Conte, parla a nome degli altri sindaci: «La Regione vuol far desistere chi ancora oggi prende il treno, l’analisi che va fatta è sull’utilizzo attuale. Porto l’esempio dei treni che vengono soppressi: dal 30 novembre il treno del mattino è saltato sette volte. Il bus non è affidabile, la gente monta in auto, ma lo scopo dev’essere quello di togliere le macchine dalla strada, non il contrario. Chisso vuole monitorare gli utenti? Concordi con noi le modalità».
(m.a.)
Partono i treni a spinta veloce e posti in piedi
Duecento corse in più al giorno. Presentati i Flirt Etr svolgeranno servizio metropolitano sulle linee venete
VENEZIA – La sua caratteristica principale è la spinta: il nuovo treno entrato in pre-esercizio ieri e partito alle 13.43 dalla stazione di Santa Lucia di Venezia diretto a Portogruaro, il regionale 5809, infatti, non lascia i binari lentamente come gli altri, ma con una accelerazione che consentirà di guadagnare tempo una volta entrato in funzione l’orario cadenzato, domenica prossima. A presentare i nuovi convogli Flirt Etr contraddistinti da una livrea bianca e blu che saranno d’ora in poi adibiti alla mobilità “metropolitana” ieri mattina, c’erano l’assessore ai Trasporti, Renato Chisso, la responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconìa, il presidente di Sistemi territoriali, Gian Michele Gambato. Treni. I nuovi convogli sono capienti, l’Etr 340 ha 200 posti a sedere, ma ne tiene oltre il doppio, ben 493. Dunque è predisposto per viaggiare in piedi, un po’ come funziona nella metro. Tragitti brevi e veloci. I convogli stati acquistati dalla Regione tramite Sistemi Territoriali. Il costo effettivo è di 130 milioni di euro, pagati in leasing in 30 anni, arrivando alla cifra di 254 milioni. In totale sono 24, i primi 12 entreranno in servizio con l’orario cadenzato, i rimanenti mano a mano che verrà completata la fornitura. Il cadenzamento costerà all’anno alla Regione, 10 milioni di euro in più. Sono stati prodotti dalla Elvetica Sdadler spa, in collaborazione con Ansaldo Breda spa. Dei 24 nuovi treni, 4 sono a trazione termica diesel – elettrica e 20 a trazione elettrica.
Linee. La potenza disponibile consente grandi accelerazioni, proprio in vista del servizio di tipo con fermate frequenti e ravvicinate: non a caso le linee servite dai nuovi elettrotreni sono quelle afferenti al nodo di Venezia che convergono da Portogruaro, Treviso, Castelfranco e Padova, nonché tra Monselice e Mantova.
La presentazione è stata l’occasione per fare il punto sui nuovi orari. «In un giorno feriale con il cadenzato», spiega Giaconìa, «avremo ben 800 corse in Veneto, anziché le 600 di oggi. Un centinaio di spostamenti avverranno con i nuovi convogli. Il cadenzamento ci ha consentito una maggiorazione di ben 200 corse in una giornata. Si tratta di una nuova logica, che punta su un modello basato su economie industriali. Un nuovo modo di viaggiare, un’offerta strutturata per attrarre la domanda pensando all’integrazione gomma-ferro e alla futura bigliettazione unica. Le parole cardine sono frequenza, velocità e specializzazione dei servizi».
Countdown. Ultimi aggiustamenti in vista di domenica, Chisso e Giaconìa hanno ribadito che si sta cercando di accontentare gli utenti, rispondere alle segnalazioni, migliorando e limando gli orari. «Il primo giorno sarà difficile», aggiunge la responsabile di Trenitalia, «anche per noi sono nuove corse, dobbiamo rodarci, saremo in 1.200 persone al lavoro, gli orari completi saranno visibili in un paio di giorni». Chiosa Chisso: «I nuovi treni elimineranno il sovraffollamento, il cadenzamento è una scommessa, altrimenti, andremo in gara».
Marta Artico
Gazzettino – Ferrovie. Pendolari, piu’ treni e qualche autobus
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11
dic
2013
VENETO – Per i pendolari più treni e anche bus
VENETO – I convogli regionali aumentano da 600 a 800 ma spuntano anche i pullman sostitutivi
Presentati i modelli di carrozza tipo “Flirt” . Trenitalia e Chisso difendono i nuovi orari
Più corse per i treni regionali in Veneto: passeranno da 600 e 800 al giorno. Con il nuovo orario cadenzato, in vigore da domenica prossima, l’offerta aumenterà, questo è certo. Ma non tutti potranno riavere i vecchi orari, che in questi giorni tanti pendolari stanno reclamando. Qualcuno dovrà accontentarsi degli autobus sostitutivi, per il momento soluzione temporanea, ma che in mancanza di passeggeri numerosi potrebbe diventare definitiva.
Lo hanno detto chiaramente, ieri, a Venezia, l’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, e il direttore per il Veneto di Trenitalia, Maria Giaconia, alla presentazione dei nuovi treni Flirt, che saranno usati proprio per questo orario. Un acquisto deciso dal Consiglio regionale nel lontano 2008 che finalmente si concretizza. In tutto 24 treni (gli ultimi 8 arriveranno entro giugno) prodotti dalla svizzera Stadler, in collaborazione con l’AnsaldoBreda, costati alla Regione 130 milioni di euro. A ripercorrerne la storia il presidente di Sistemi territoriali, Michele Gambato: «Per abbattere il costo, facemmo una gara con l’Emilia Romagna. Ora li stiamo pagando con un leasing ventennale».
L’aspetto è quello tipico da servizio metropolitano: grandi porte e tanto spazio per i passeggeri in piedi. I convogli da sei carrozze possono portare fino a 650 persone, con 400 posti a sedere, quelli da quattro fino a 400, con 250 sedute. «É un treno dall’accelerazione veloce – ha spiegato Chisso – quindi adatto al servizio locale, con fermate frequenti».
Ma le domande dei giornalisti sono state tutte per il nuovo orario, ormai prossimo al varo. Chisso e Giaconìa ne hanno difeso la logica, che mette il Veneto in linea con i sistemi metropolitani europei. Treni in “canali orari scelti” che si ripetono ogni ora, con vantaggi importanti anche sul fronte delle coincidenze e delle rotture di carico. La linea Calalzo-Venezia, ad esempio, sarà spezzata in due: una navetta da 3 carrozze tra Calalzo e Conegliano; un convoglio da 7 per proseguire verso Venezia, evitando l’attuale sovraffollamento. Complessivamente 200 corse in più al giorno, costate alla Regione 10 milioni di euro, su una spesa totale di 150.
Eppure, pendolari e sindaci continuano a segnalare buchi di servizio, fasce scoperte, tagli che rischiano di rendere difficile la vita a lavoratori e studenti. «C’è stato tanto sciacallaggio politico – ha ribadito Chisso – ma le segnalazioni vere le abbiamo ascoltate». Ed ecco le correzioni introdotte negli ultimi giorni, per il momento con un servizio autobus: da Portogruaro e Venezia, ad esempio, ma anche da Mogliano o Salzano.
Soluzioni da verificare per capire se reintrodurre il treno o meno. «Il treno resta la soluzione di ieri, oggi e domani, ma otto carrozze non possono viaggiare per 3 persone» ha continuano l’assessore. «La mobilità va garantita con il vettore giusto – ha aggiunto Giaconia – che per i piccoli numeri è l’autobus. Ad esempio, a noi non risulta che i treni la sera viaggino pieni. Verificheremo anche questo».
Giaconìa ha poi avvertito che i primi giorni del nuovo orario potranno essere difficili, per l’inevitabile rodaggio a cui andrà incontro l’intero sistema. «Per il primo anno la domanda dovrebbe restare costante, poi puntiamo a un incremento» ha concluso. Il quadro complessivo del nuovo orario sarà pubblicato nel sito di Trenitalia solo tra un paio di giorni. Ma già da oggi è possibile verificare i cambiamenti, cliccando sul menù di scelta dal giorno 15 in poi.
MOBILITÀ – Convogli dei pendolari da Santa Lucia con cadenza ridotta: da 7 a 4 minuti in partenza
Più treni per i pendolari sul ponte
L’assessore Chisso: «Già stanziati i soldi per un intervento sulla linea tra centro storico e terraferma»
Treni più frequenti sul ponte della Libertà, grazie a un radicale intervento sui binari. E se oggi, con il nuovo orario cadenzato, molte corse si attesteranno a Mestre, complici anche i lavori in corso, in prospettiva, questo limite non ci sarà più. «I soldi per il nuovo intervento sono già stati stanziati dal Cipe» ha riferito l’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso. E i treni, a quel punto, potranno essere distanziati, l’uno dall’altro, di 4 minuti, invece dei 6, 7 di oggi. Un’altra novità a medio termine, mentre quella del nuovo orario cadenzato è ormai alle porte: entrerà in vigore da domenica 15 dicembre.
Di questo e di quello si è parlato ieri, alla stazione Santa Lucia, dove Chisso ha presentato, con il direttore per il Veneto di Trenitalia, Maria Giaconìa, i nuovi treni Flirt, acquistati dalla Regione e destinati proprio all’orario cadenzato. L’occasione per fare il punto su questa novità che tanto sta preoccupando i pendolari e ha mobilitato i sindaci. Chisso ha confermato alcune delle correzioni che aveva chiesto a Trenitalia: il ripristino del collegamento di prima mattina da Portogruaro a Venezia, nonché quello da Mogliano, già annunciati durante l’incontro con i sindaci la settimana scorsa. Ha poi aggiunto un collegamento in più da Salzano a Venezia, dopo le 7, pure questo richiesto da sindaci e comitati. In tutti e tre i casi, per il momento, i servizi saranno garantiti con l’autobus. Perché non c’erano i tempi tecnici per riorganizzare i turni di Trenitalia, ma anche per verificare l’effettivo fabbisogno. «Se a Salzano saliranno 20 o più persone, ripristiniamo il treno. Se no, resta l’autobus» ha esemplificato l’assessore. Maggiori difficoltà, invece, ad accogliere le altre richieste dei pendolari su sabato, domenica o sere, tanto importanti per i turnisti. «A noi non risulta che i treni la sera viaggino pieni – ha annotato Giaconìa – Verificheremo anche questo».
La prova del nove, ora, sarà dal 15 in poi. Per un problema di sistema, tra l’altro, il quadro completo dell’orario non è ancora disponibile sul sito di Trenitalia, dove però si possono già vedere le novità cliccando sul menù di scelta, da domenica in poi.
Costretti a emigrare per mancanza di trasporti
Egregio direttore, sono il sindaco di Fossò e vorrei renderla partecipe di uno fra i tanti episodi che rattristano la vita di noi cosiddetti “politici” di trincea. Oggi ho conferito la cittadinanza Italiana ad un mio paesano di origine rumena che lavora presso un noto calzaturificio del paese. Ho riconosciuto subito la moglie, signora molto bella e raffinata, madre di una ragazza intelligentissima amica di una conoscente. Come faccio di solito abbiamo conversato ed ho avuto così modo di partecipare della loro vita qui a Fossò da oltre 10 anni. Si tratta di persone davvero amabili e corrette, una vera ricchezza per il nostro paese.
Con disappunto ho appreso che dal prossimo mese si trasferiranno in periferia di Padova perché le figlie, una all’università e l’altra al liceo scientifico, non hanno mezzi di trasporto per andare nelle rispettive scuole e ritornare a Fossò: devono cambiare tre pullman! Infatti da oltre un anno le corse da Fossò e per Padova sono state completamente sospese dalla Sita e molto parzialmente sostituite da qualche corsa dell’Actv. Negli ultimi mesi sono state ulteriormente ridotte per cui non ci sono più mezzi che rientrano a Fossò dopo le 18 nei giorni feriali e nessuno alla domenica.
Il padre, con molto spirito sportivo, e critico nei confronti dell’abuso che si fa da noi dell’auto, ha anche provato a insistere perché alcuni tratti, circa due chilometri, li facessero a piedi, ma ha prima provato lui. «Non è possibile camminare lungo il ciglio della strada che non ha marciapiedi e sostiene un traffico intensissimo, anche di mezzi pesanti, dalla statale verso il piovese, se non a rischio della vita. L’unica soluzione è andare via…». Io sono indignata, ma il mio disappunto non serve. Ho protestato con tutti gli enti e tramite portavoce autorevoli. Non ci sono risposte a questo isolamento.
Federica Boscaro – sindaco di Fossò
Gazzettino – Ferrovia. Pendolari senza pace: “E la metropolitana?”
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10
dic
2013
AGGUERRITA Carola Arena ieri in stazione ferroviaria a sostegno dei pendolari moglianesi
TRENI NEL CAOS – La candidata del Pd ieri in stazione per un appello
LA CRITICA – Ridurre le corse graverà ancora su studenti e lavoratori
Pendolari senza pace: «E la metropolitana?»
ROULETTE RUSSA Così la Arena definisce il disagio dei pendolari alle prese con ritardi e soppressioni dei treni senza prevviso
MOGLIANO – Viaggiatori mobilitati, Arena chiede alla Regione di rivedere le nuove corse
Sfmr in ritardo, pronta una raccolta firme
I pendolari della stazione ferroviaria di Mogliano sono sul piede di guerra per l’annunciata riorganizzazione delle corse della tratta Udine-Venezia che dovrebbe scattare il 15 dicembre prossimo con la soppressione di alcuni treni. In difesa del servizio pubblico di trasporto ha preso posizione Carola Arena, candidato sindaco per il centrosinistra di Mogliano, la quale ha lanciato un appello all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso.
«I pendolari hanno già subito abbastanza. Il piano della Regione andrà a compromettere ulteriormente una situazione già tragica per studenti e lavoratori che, tutti i giorni sono costretti a prendere il treno. Ridurre ulteriormente le corse, in nome di una non meglio precisata riorganizzazione del servizio, significa mettere tutti i pendolari nella condizione di scegliere il trasporto privato, creando intasamenti sulla rete stradale, maggiori costi e un aumento dei livelli dell’inquinamento dell’aria».
Tagliare alcune corse contrasta con il progetto della Metropolitana leggera di superficie che prevedeva il passaggio di un treno ogni quarto d’ora sulla tratta Treviso-Venezia. La Metropolitana, che fa discutere ormai da 15 anni, prevede anche un mega parcheggio scambiatore alla stazione di Mogliano, oltre alla realizzazione della nuova fermata tra Marocco e La Favorita di Mestre. Interventi che per il momento restano un sogno per i circa 2 mila pendolari che ogni giorno partono e arrivano alla stazione di via Toti Dal Monte.
«I moglianesi -aggiunge Arena- non possono ogni mattina trovarsi a fare i conti con una roulette russa determinata dalla fortuna o meno di salire su convogli stracarichi, spesso sporchi e freddi. Assessore Chisso: riveda quel piano e restituisca ai lavoratori e agli studenti di Mogliano la certezza di un trasporto pubblico che sia realmente un servizio dignitoso, sicuro e efficiente».
Intanto si annuncia una raccolta firme per chiedere una data certa sul decollo della Metropolitana leggera di superficie.
Nello Duprè
QUARTO D’ALTINO – Contro l’orario cadenzato
I pendolari chiedono aiuto anche al direttore dell’Ulss
Chiedono aiuto anche al direttore generale dell’Ulss 12, Giuseppe Dal Ben, i pendolari che protestano per il nuovo “orario cadenzato” dei treni regionali che entrerà in vigore domenica prossima. Ieri il comitato dei pendolari di Quarto d’Altino & San Donà ha scritto al dg dell’azienda sanitaria veneziana perché organizzi un tavolo di confronto con Regione e Trenitalia.
«Il problema interessa molti dipendenti dell’Ulss, in particolare turnisti, che usano i treni per raggiungere i posti di lavoro – spiega il responsabile del comitato, Luciano Ferro – con questo nuovo orari spariscono i treni usati dai lavoratori il sabato e la domenica. E sarà più difficile organizzarsi anche per i turni serali».
La settimana scorsa, incontrando comitati e sindaci, lo stesso assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, aveva riconosciuto la necessità di correggere alcuni errori e sistemare dei problemi aperti, come quello appunto delle corse tagliate nei giorni festivi. Una prima correzione del nuovo orario doveva essere ultima per ieri. E l’occasione per riparlarne ci sarà oggi, alle 13, alla stazione Santa Lucia, alla presentazione dei nuovi treni Flirt prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione proprio per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato. Presente, con Chisso, anche la responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconìa.
In treno sulla linea peggiore d’Italia
La Padova-Calalzo in cima alla triste classifica stilata da Legambiente
La Padova-Calalzo come la Circumvesuviana o la Potenza-Salerno: secondo la classifica di Legambiente, la trafficatissima linea, utilizzata dai pendolari che, dalla Pedemontana, sono diretti all’Università di Padova, ma non solo, primeggia nella classifica delle dieci peggiori tratte italiane.
I sovraffollamenti nei vagoni più volte denunciati dai pendolari, i treni cancellati all’ultimo momento, la sporcizia segnalata in varie occasioni proiettano la tratta che attraversa anche la stazione di Montebelluna nel poco invidiabile Olimpo dei peggiori. Come evidenziano i dati di Legambiente la Padova-Calalzo fa acqua da tutte le parti.
«Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio -riassume il report ambientalista- con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 chilometri che vengono percorsi a circa 50 chilometri l’ora, ed è un esempio del disinteresse della Regione nei confronti dei pendolari».
E la Regione invece di reperire le risorse per mantenere e migliorare il servizio ha deciso di tagliare. La situazione della Padova-Calalzo è affiancata a quella della Venezia-Milano, dove «sono scomparsi i treni interregionali e i pendolari saranno costretti a cambiare treno a Verona, perdendo tempo, o a prendere le Frecce, con prezzi ben più cari».
Per quanto riguarda Montebelluna, secondo “Il risveglio di una generazione”, coordinamento dei pendolari, «sia sulla tratta Padova-Belluno che sulla Montebelluna-Treviso rispetto alle indicazioni di quest’estate qualcosa è stato migliorato: in particolare sulla Treviso-Montebelluna con treni di rinforzo nella fascia mattutina e serale».
Sulla Padova-Belluno resta però un problema esplosivo. «La mattina -continuano i pendolari- nella fascia più calda, fra le 7 e le 9, c’è un solo treno per i pendolari, quello delle 7.11. Stiamo spingendo per un treno di rinforzo alle 7.30 o l’anticipazione di uno dei successivi». Stiamo cercando di insistere anche con contatti diretti con la Regione».
E il comitato di pendolari della Venezia-Belluno-Calalzo precisa: «È strumentale e fuorviante quanto affermato dall’assessore regionale riguardo ai processi partecipativi che avrebbero coinvolto le associazioni dei pendolari; restano assolutamente irrisolte le questioni sostanziali che riguardano il nuovo orario per gli utenti di questa linea, prime fra tutte il forte allungamento dei tempi di percorrenza, la mancanza di treni diretti da e per Venezia e l’arrivo in orario».
Legambiente: la tratta al quarto posto tra le peggiori d’Italia. Oggi 22 nuovi convogli
PENDOLARI – In rivolta contro il nuovo orario Trenitalia. E ora la “bocciatura” da parte di Legambiente
Treni, Padova-Calalzo maglia nera
Sembra quasi un tiro al bersaglio, il sistema ferroviario veneto si trova a fare lo slalom tra le contestazioni. Dove non arrivano i Comitati dei pendolari (ce ne sono oltre una decina) ci pensano i giovani di “Trenitardo” che con puntigliosa precisione indicano nero su bianco ogni minuto di sforamento degli orari. E a chiudere il cerchio arriva anche “Legambiente” che nella “top ten” delle linee ferroviarie più disastrate d’Italia ha dedicato un corposo capitolo anche a quelle venete, per la precisione la linea che collega Calalzo con Padova, passando per Belluno considerata la quarta peggiore d’Italia dopo la drammatica Circumvesuviana, Roma-Nettuno e le 13 linee ferroviarie tagliate a Torino. Veneto che in questo “elenco dolente” è presente accanto a Campania, Piemonte e Lazio, ma che è virtuoso in tema di aumenti del prezzo dei biglietti. Quella di Calalzo è comunque una linea “bollente”. Qualche giorno fa una decina di sindaci era salita su un vagone a Feltre per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della linea.
Intanto la Regione Veneto, prima ancora che il nuovo orario cadenzato venga varato (il 15 dicembre), comincia già a mettere mano alle correzioni tenendo conto delle richieste degli utenti. Nel dossier Legambiente gli utenti della tratta lunga 155 chilometri lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e comunicazioni ma soprattutto senza alternative sostitutive su gomma. E l’indice viene puntato anche contro la soppressione di 8 treni giornalieri tra Venezia e Milano. Sono stati cancellati i treni “interregionali” che permettevano a una grande e variegata utenza di muoversi lungo le numerose città che sono intorno alla linea. – denuncia Legambiente – Motivo del taglio? La Regione Veneto che in questi anni non ha mai investito sui collegamenti pendolari dovendo tagliare da qualche parte ha preferito farlo sui treni che divideva con la Lombardia. «La conseguenza per i poveri pendolari è che sono costretti a un cambio obbligato a Verona, con un aumento incredibile del tempo di percorrenza. – precisa Legambiente – In particolare la cancellazione del convoglio in partenza da Milano alle ore 7,25 e che ferma a Brescia, Verona, Vicenza, Padova e arriva a Venezia alle 10,56 risulta essere uno dei più frequentati dagli studenti universitari che da fine anno rischiano di non avere un’alternativa valida su una delle principali direttrici nazionali». Me se da una parte il dossier inchioda la rete, dall’altra le “diplomazie” stanno lavorando per cercare di tappare le falle. Come assicura l’assessore Renato Chisso con Trenitalia e con Rete ferroviaria italiana sono aperti tutti i canali di dialogo per risolvere sia il problema della tratta Milano-Venezia, sia quelle più locali. Oggi a Venezia verranno presentati da Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconìa, i nuovi treni “Flirt” prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato che partirà il 15 dicembre. Si tratta di 22 convogli, composti da 4-6 vagoni l’uno, per un costo complessivo che supera i 200 milioni di euro. Treni che verranno posizionati nelle tratte più congestionate e che andranno ad integrare i nove treni Vivalto di Trenitalia.
Daniela Boresi
Mattino di Padova – Rapporto “Pendolaria” Padova-Calalzo linea nera
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10
dic
2013
La relazione annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario
Passeggeri lasciati a terra senza informazioni, ritardi, treni soppressi a sorpresa
Padova si conferma protagonista per due anni consecutivi delle classifiche sulla mobilità. Ma quando la top ten è quella di Pendolaria, il rapporto annuale sul trasporto ferroviario curato da Legambiente, non è un vanto. La città del Santo si piazza al quarto posto della classifica 2013 con la linea ferroviaria Padova Calalzo.
«Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e comunicazioni ma soprattutto senza alternative sostitutive su gomma» si legge nelle motivazioni ufficiali del “premio”; «in Veneto la situazione diventa ogni anno più difficile su tante linee pendolari.
L’ultima novità in negativo riguarda la soppressione di otto treni giornalieri tra Venezia e Milano nel nuovo orario che entrerà in funzione il 15 dicembre».
Particolarmente critica, secondo il rapporto dell’associazione, la situazione nel bellunese ma anche Padova non scherza. Non è infatti la prima volta che entra nella classifica di Legambiente: anche lo scorso anno si era piazzata al quarto posto, quella volta a causa del sovraffollamento della Padova-Venezia che i pendolari da e per la città lagunare conoscono bene. Ora, con il taglio di otto interregionali, la situazione rischia di peggiorare.
«Il problema è che è stato lanciato l’orario cadenzato ma la Regione lo vuole fare a costo zero» spiega il presidente di Legambiente Padova, Andrea Ragona, «anzi con questa scusa sono stati tagliati gli interregionali. Se l’obiettivo fosse quello di portare più passeggeri sul trasporto su ferro, bisognerebbe fare il contrario. E invece è da cinquant’anni che ci raccontano la favola che per alleggerire il traffico bisogna fare nuove strade. È un sistema che ha dimostrato di non funzionare ma i soldi per le strade ci sono sempre, quelli per le ferrovie no».
L’attacco di Ragona è mirato ai vertici della Regione. «La Padova-Calalzo rappresenta bene l’atteggiamento di Chisso nei confronti della mobilità su ferro» continua Ragona, «è uno percorso secondario che viene trattato senza dignità. E si sposa bene con la logica di tagliare sul trasporto ferroviario per fare nuove autostrade».
Padova si ritrova così ad indossare nuovamente la maglia nera della mobilità nazionale accanto alla Circumvesuviana, un’altra habitué di Pendolaria, e la Siracusa-Ragusa-Gela. Ma non mancano gli esempi al nord, come la Milano-Codogno-Crema-Mantova o la Arquata Scrivia-Genova Brignole. Valentina Voi
Servizio di car sharing, “battezzata” la prima auto elettrica
E’ comparsa ieri sul liston insieme al ministro Flavio Zanonato e al vicesindaco Ivo Rossi per una passerella ma è pronta a correre. È la prima auto elettrica in uso al servizio di car sharing (gratis per tre mesi per gli iscritti entro il 6 gennaio), una Renault Zoe alla quale se ne aggiungeranno quattro. E cresce la rete di colonnine per la ricarica, utilizzabili anche dai privati. La prima è in riviera Ponti Romani, la seconda sarà in piazza Rabin.
Corriere delle Alpi – La linea Padova-Calalzo nella top ten delle peggiori
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10
dic
2013
FERROVIE – LA CLASSIFICA DI LEGAMBIENTE
BELLUNO – Peggioramento della qualità del servizio, ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e senza alternative sostitutive su gomma.
Sono solo alcune delle premesse che hanno permesso alla linea ferroviaria Padova-Calalzo di ottenere la poco lusinghiera quarta posizione nella classifica delle 10 linee ferroviare peggiori d’Italia per i pendolari formulata da Legambiente nell’ambito della sua campagna Pendolaria, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno.
Peggio che in provincia va solo alla Circumvesuviana, una delle linee più frequentata in Campania, che Legambiente definisce «una autentica vergogna italiana», sulla Nettuno-Roma e in Piemonte, con il taglio di 13 linee.
«I comitati dei pendolari denunciano da tempo la disastrosa situazione di una linea ferroviaria di 155 km di lunghezza, che ogni giorno raccoglie un largo bacino di utenza, fra studenti e lavoratori pendolari», sottolineano da Legambiente, «e si sono spesi per proporre miglioramenti immediati come il ripristino del raddoppio del binario nella stazione di Pederobba per favorire l’incrocio dei treni e quindi una velocizzazione della percorrenza, attualmente ferma intorno ai 50 km/h».
Ma il problema, come purtroppo sa chi è costretto a usare il treno per andare al lavoro, a scuola o all’università, non va meglio sulla tratta tra Belluno e Venezia.
E l’ultima novità in negativo, allargando la visuale, riguarda la soppressione di 8 treni giornalieri tra Venezia e Milano nel nuovo orario che entrerà in funzione il 15 dicembre.
«Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare la situazione diventa ogni giorno più difficile», mette in risalto il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. Eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi. Negli ultimi anni il servizio in larga parte delle Regioni è andato peggiorando per la riduzione delle risorse e l’incertezza sul futuro, per cui i treni sono sempre più affollati, spesso in ritardo e con le solite vecchie carrozze. Per chi si muove in treno ogni giorno la situazione è spesso disperata».
E le situazioni peggiori si vivono in Piemonte, Campania, Lazio e, appunto, Veneto. Secondo il rapporto di Legambiente, inoltre, la media degli aumenti tariffari nella nostra Regione dal 2011 a oggi è stata del 15%, a fronte di un taglio dei servizi pari al 3,35%.
Altri valori che fanno finire le linee ferroviari regionali nella lista nera. Al quinto posto dopo la Padova-Calalzo si collocano l’Arquata Scrivia-Genova Brignole, seguita dalla Mantova-Cremona-Milano, Siracusa-Ragusa-Gela, Campobasso-Isernia-Roma, Bologna-Porretta Terme e la Potenza-Salerno.
Martina Reolon
IL PD PROTESTA
Così l’orario cadenzato penalizza i treni feltrini
FELTRE – Dei tre diretti con Venezia, due saranno cancellati e l’unico che resta avrà un tempo di percorrenza più lungo di un quarto d’ora. Chi vorrà tornare in treno verso Feltre poi, sarà costretto a farlo via Castelfranco perché sparirà l’alternativa (più corta) via Treviso- Montebelluna, con il risultato che gli utenti dovranno comprare un biglietto da 100 chilometri a 6.40 euro invece di un chilometrico da 90 pagandone 6.05.
Il nuovo orario cosiddetto cadenzato in vigore da domenica solleva la protesta del Pd, che presenterà al prossimo consiglio comunale un ordine del giorno riferito ai treni Feltre-Venezia e Venezia-Feltre con cui si chiede di reintegrare i diretti e di incrementare le corse di ritorno via Treviso-Montebelluna. Nel weekend è previsto anche un gazebo per la raccolta firme.
«Ci siamo domandati cosa comporti per i feltrini l’introduzione del nuovo piano di trasporto ferroviario e se per Padova non cambia sostanzialmente nulla, anzi c’è una sorta di ottimizzazione, nella tratta con Venezia i disagi ci saranno», attacca il consigliere Alessandro Del Bianco, che ha firmato il documento insieme al capogruppo Marcello Malacarne e all’altro consigliere Ivan Dalla Marta.
«Ci sono tre punti che il cadenzato va a sconvolgere. Il primo è la corsa diretta verso Venezia delle 7.31 del mattino che non verrà più effettuata. Era l’unica in andata da Feltre senza cambi intermedi che dava la certezza di arrivare. Magari senza sapere bene a che ora, ma almeno si arrivava. Al suo posto un treno con cambio a Treviso (12 minuti di coincidenza)», sbotta.
«Per quanto riguarda il ritorno da Venezia a Feltre, c’è l’eliminazione del diretto delle 7.44 e l’altro delle 18.41, pur effettuando lo stesso percorso, parte cinque minuti prima e arriva dieci minuti dopo».
Ma non finisce qui. «Per chi vuole tornare da Venezia a Feltre succede qualcosa di clamoroso», tuona ancora Del Bianco. «La direttrice più corta via Treviso-Montebelluna (dieci corse giornaliere) viene cancellata, lasciando solo quella per Castelfranco, che è più lunga e si paga 35 centesimi in più a biglietto a fronte di tempi di percorrenza che non migliorano, anzi la media del viaggio per Treviso-Montebelluna è 117 minuti contro i 118 passando da Castelfranco. Oppure c’è il giro per Padova da 120 chilometri spendendo 7.50 euro». E «il problema si ripercuote anche sugli abbonamenti, che sono chilometrici e bisognerà farli da 100 chilometri e non più da 90», rimarca il consigliere Ivan Dalla Marta. «Le corse dirette poi sono importanti non solo per gli universitari e i lavoratori, ma anche per le scolaresche che vanno in gita e gli anziani».
(sco)
Gazzettino – Serenissima, Astaldi e Intesa al comando
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10
dic
2013
AUTOSTRADE – Varate una serie di fusioni a monte della A4 Holding. Comune e Provincia di Verona ai margini
SERENISSIMA – Autostrada Brescia-Padova: Intesa e Astaldi al comando
Banca Intesa e Astaldi, con lo zampino dei Tabacchi, controllano l’autostrada Brescia – Padova. E sembra impossibile una fusione con l’Autobrennero.
La notizia ormai è ufficiale e passa attraverso una complicata operazione di fusioni e conferimenti che hanno disboscato la giungla di partecipazioni indirette in scatole come Infra, Cif o Iniziative Logistiche. Da gennaio, quando arriveranno le ultime firme dei notai, la Serenissima avrà un socio di riferimento privato: la Re.consult, che controllerà il 44,9% del capitale di A4 Holding, la società di controllo della Brescia – Padova. Re.consult sarà partecipata – dopo le fusioni – al 66% da Banca Intesa, al 31,8% di Astaldi con la famiglia Tabacchi al 2,2%. Per arrivare alla maggioranza del 51,5% basta il 6,5% custodito dalla Equiter, altra società controllata interamente da Intesa.
L’operazione è completata da una robusta iniezione di capitale da parte soci che ha portato a ricapitalizzare la filiera d’asfalto per circa 100 milioni, in pratica coprendo le perdite accumulate negli anni passati da Cif e dall’imprenditore Rino Gambari, ex amministratore delegato della Serenissima e ideatore di questo mosaico di società allestito per scalare l’autostrada A4. Poi è arrivato il salvataggio di Intesa e la presa del comando per quella che è anche la banca cardine di Alitalia e ha investito nella Serenissima fin qui una cifra che secondo il settimanale Il Mondo è intorno ai 200 milioni (140 milioni sarebbe invece la fiche di Astaldi). Intesa avrebbe in carico al società a 700 euro per azione. Una valutazione che allo stato attuale dell’arte appare ottimistica. Nel settembre scorso l’offerta per il 12,6720% del capitale di A4 Holding attuata dalle Province di Bergamo, Brescia e Verona e la Camera di Commercio di Bergamo è andata deserta a un prezzo base di 391,74 euro per azione (valore 87,5 milioni).
Definita anche la governance della “nuova” Re.consult: quattro posti in cda saranno destinati ai consiglieri scelti dall’istituto guidato da Carlo Messina, tre al costruttore Astaldi e due ai padovani Tabacchi.
Per i soci pubblici, in primo luogo il Comune di Verona (il sindaco Flavio Tosi è presidente della Serenissima) e della Provincia di Vicenza (il commissario Attilio Shneck è presidente di A4 Holding), questo riassetto è uno schiaffo che rischia di tagliarli fuori dalla stanza dei bottoni e di affondare definitivamente la fusione con l’Autobrennero, progetto accarezzato da Trento per bypassare la scadenza della concessione.
M. Cr.
Gazzettino – Treni, l’orario cambia in anticipo
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8
dic
2013
La Regione Veneto ha imposto modifiche prima che il sistema già nel mirino delle proteste entri a regime
L’assessore Chisso: «Ci siamo impegnati a risolvere i punti critici». E invita gli utenti a dare suggerimenti
Dal 15 dicembre in servizio anche i bus sostitutivi
Dialogo aperto con Milano per l’altra tratta “calda”
LOTTA AI DISAGI – Una stazione con i pendolari che danno l’assalto al sul treno: sono ancora molti i problemi per chi viaggia per lavoro e studio tutti i giorni
L’altro ieri i sindaci del Bellunese fascia al petto e biglietto in mano, hanno voluto provare il sistema ferroviario. Quel sistema che i comitati di pendolari, ma anche i singoli cittadini, stanno violentemente contestando: il nuovo orario presenta “falle” che rendono lo spostarsi all’interno della regione ancora più complesso, con tratte, come Venezia-Portogruaro, la direttrice per Belluno o quella da Bassano pesantemente penalizzate.
Ieri la risposta. O meglio, la prima parte della soluzione. L’altra è attesa in settimana, quando l’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso incontrerà Trenitalia e Rete ferroviaria italiana per cercare di migliorare il servizio secondo le richiese. «Con Trenitalia il dialogo è comunque ormai quotidiano. Il nostro obiettivo era e rimane quello di migliorare una situazione che oggi è difficilmente sostenibile se non interveniamo alla radice – ribadisce l’assessore Chisso – e siamo impegnati a trovare le soluzioni alle nuove criticità di un orario cadenzato che comunque metterà a disposizione più servizi, più convogli e più posti a sedere. Per questo manteniamo aperto il confronto a 360 gradi con Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, in modo da dare ulteriori risposte a mano a mano che si rendano libere le tracce che servono ai nostri utenti».
La Regione nel contempo apre un “filo diretto” con gli utenti dai quali si attendono suggerimenti. «Ce li possono far pervenire chiamando al telefono il numero verde gratuito 800.042.822, in orario d’ufficio, oppure via e-mail all’indirizzo nuovorariocadenzato@venetotreni.it. – aggiunge Chisso – Intanto abbiamo già messo in campo una serie di aggiustamenti che risolvono molte situazioni che erano diventate critiche».
I primi aggiustamenti riguardano le linee Portogruaro – Venezia; Trieste – Venezia; Portogruaro – Treviso; Bologna – Verona; Conegliano – Belluno. Inoltre saranno attivati servizi bus sostitutivi in attesa che si liberino le tracce per i convogli ferroviari Treviso Venezia; Padova – Castelfranco; Vicenza – Schio; Treviso – Portogruaro; Venezia – Portogruaro.
La Regione del Veneto ha inoltre garantito la tratta su Brescia, a complemento dell’offerta programmata dalla Regione Lombardia. Anche questa è un’area calda su cui i pendolari hanno sollevato non poche lamentele.
«Non abbiamo chiuso alcun ragionamento – aggiunge Chisso – Noi abbiamo fatto il primo giro a luglio, adesso tutti si accorgono che c’è qualcosa che non va. Il monitoraggio è costante e vogliamo arrivare all’appuntamento del 15, quando tutto il sistema dovrebbe entrare a regime, a posto».
Altro discorso la tratta Milano-Venezia che sta indispettendo un’altra fetta di pendolari anche se rientra in una partita diversa. «Si sta lavorando ancora con Milano perchè loro spostino di tre minuti la loro partenza e noi faremo altrettanto – conclude l’assessore – in modo che si possa avere un lasso di una decina di minuti. Dovrebbe risolvere i problemi delle coincidenze».
TRASPORTI – Intanto scattano le prime modifiche agli orari. Ieri ritardi per un suicidio sulla linea nei pressi di Mestre
I treni? Sono pieni anche di notte
Inchiesta dei pendolari: tra le 23 e l’una da Venezia e Mestre salgono in 300 sulla tratta verso Portogruaro
TANTI PENDOLARI – Non è vero che i treni di notte viaggiano vuoti, come sostiene l’assessore regionale Renato Chisso. Il Comitato pendolari del Veneto orientale, venerdì li ha contati. I risultati sono stati pubblicati ieri sul sito dei pendolari.
QUASI 300 – Sul treno 11043 delle 22.57 sono stati contati 120 passeggeri, 70 saliti a Venezia e 50 a Mestre. Erano in 90 a Venezia sul treno per Udine 2474 delle 23,56 e il treno per Trieste 2219 delle 0.21 ne ha trasportati 63. In tutto 273 passeggeri. E ieri pomeriggio linea Udine-Mestre interrotta per un suicidio.
MOBILITÀ – Censiti i viaggiatori delle corse serali in partenza da S. Lucia
In 300 sui treni della notte
Il Comitato pendolari: «Per Chisso sarebbero vuoti»
PENDOLARI – Quasi 300 persone a bordo dei treni serali in partenza da Venezia
Ma chi ha detto che di notte non si viaggia in treno? In totale sono 273 i passeggeri censiti in orario notturno dal Comitato pendolari del Veneto orientale. Venerdì alcuni pendolari sono stati alla stazione di Venezia Santa Lucia dalle 22 fino alle 0.21 contando i passeggeri di tre treni, due della linea Venezia-Trieste e uno della linea Venezia-Udine.
«Abbiamo fatto questa verifica in quattro – ha detto la portavoce del comitato Angela Stortini – secondo l’assessore regionale Renato Chisso quei treni erano deserti. Per non sbagliare siamo andati due volte verso Mestre, per ricontare i passeggeri saliti a Santa Lucia e aggiungere quelli che salivano dopo». I risultati sono stati pubblicati ieri sul sito dei pendolari. Sul treno 11043 delle 22.57 sono stati contati 120 passeggeri, 70 saliti a Venezia e 50 a Mestre. Erano in 90 a Venezia sul treno per Udine 2474 delle 23,56 e il treno per Trieste 2219 delle 0.21 ne ha trasportati 63, 48 saliti a Venezia e 15 a Mestre. Di questi due sono scesi a Quarto d’Altino, 20 a San Donà e due a San Stino di Livenza.
«Abbiamo verificato l’utilizzo notturno del servizio ferroviario – continua Stortini – il numero dei passeggeri è destinato ad aumentare poiché per molti lavoratori nei settori della ristorazione ed alberghiero ora è periodo di ferie. A preoccupare soprattutto è la corsa delle 0.21 che dovrebbe essere sostituita da un pullman, per noi insufficiente per tutti i turnisti che terminano il lavoro a mezzanotte. Stiamo approfondendo un’altra questione, sul treno delle 0.21 c’erano dei lavoratori che stanno fuori casa per tutta le settimana e rischiano di trovarsi a piedi, dovendo tornare a casa il giorno dopo».
Davide De Bortoli
Mattino di Padova – Caos orari treni, Chisso concede un bus
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8
dic
2013
LA RABBIA DEI PENDOLARI » PRIME MODIFICHE
La Regione viene incontro ai viaggiatori dell’Alta Padovana, ma quelli della Bassa sulla linea “Mantova” restano penalizzati
SIMONAGGIO della FILT – Cgil L’assessore regionale ha accolto solo una parte delle richieste presentate dagli utenti. Ma gli aggiustamenti migliorano la situazione
MONSELICE – Le proteste dei pendolari per i “buchi neri” sui treni regionali, creati dal nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore il 15 dicembre, hanno già raggiunto un primo importante risultato. Ieri mattina l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso ha presentato le prime modifiche concrete rispetto all’orario già pubblicato sul sito di TrenItalia e ancora prima su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn) che, da sempre, resta l’orario di riferimento internazionale per le ferrovie di ogni Paese dell’Unione Europea.
I primi cambiamenti riguardano le linee da Venezia per Portogruaro, da Belluno per Conegliano, da Padova per Verona e anche la Camposampiero – Belluno. La notizia più attesa da decine di pendolari, in particolare da gruppi di residenti che abitano nell’Alta o nella zona di Castelfranco, è l’istituzione di un bus sostitutivo (che un giorno potrebbe diventare un treno vero e proprio, ndr) che partirà alle 22.40 da Padova Centrale. La corriera fermerà in tutte le stazioni. Ossia anche a Vigodarzere, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e, naturalmente, anche a Camposampiero. Non proseguirà, però, come oggi succede con il treno delle 22.46, per Montebelluna, Feltre, Belluno, ma farà capolinea a Castelfranco, dove arriverà alle 23,47. Non è una soluzione ideale, ma è sempre meglio di niente visto che nel nuovo orario l’ultimo treno partirà alle 21,29.
Novità anche per i pendolari che da Padova sono diretti in Lombardia. I regionali, che partono da Venezia Santa Lucia alle 16.12 e alle 19.05 (che quindi passano anche per la città del Santo), non faranno capolinea, come tutti gli altri a Verona Porta Nuova, ma proseguiranno per Brescia, dove arriveranno, rispettivamente, alle 18,34 e alle 22,09. Non ci saranno più, invece, i quattro regionali veloci per Milano.
Intanto prosegue, su Internet, l’indagine sulle cancellazioni e sui ritardi curata dai ragazzi del sito www.trenitardo.org. Sinora hanno accertato che, in tutto, i ritardi segnalati dai pendolari, alle 17.15 di ieri, assommavano a 26 giorni, 7 ore e 26 minuti.
Per quanto riguarda le segnalazioni degli utenti che si spostano in treno nel territorio padovano, è stato verificato che la maglia nera spetta alla linea Mantova – Legnago – Este – Monselice -Terme Euganee – Padova, dove un treno su quattro viaggia sempre in ritardo. Ed i ritardi coinvolgono anche singoli casi significativi. Ieri un utente ha comunicato che è stato cancellato il regionale delle 12.49 da Padova per Belluno, mentre Michele Costola fa sapere che, quasi ogni giorno, i locali tra Padova e Verona viaggiano con una media di 15 minuti di ritardo. Un altro ha segnalato di avere preso il regionale Padova – Venezia delle 7.50, ma a Mestre ha perso la coincidenza perché il treno ha viaggiato con 12 minuti di ritardo. Domani, intanto, nella stazione di Padova si terrà il secondo desk informativo sul nuovo orario, mentre gli utenti, per segnalare inconvenienti, possono chiamare l’ 800 042 822. «L’assessore Chisso, finalmente, ha accettato una prima parte delle proposte dei pendolari» dice Ilario Simonaggio, segretario Filt-Cgil «I primi aggiustamenti sono positivi».
Felice Paduano
LINEA ADRIA – VENEZIA
Raccolta di firme per un convoglio
È quello che passa da Piove alle 7.03, cancellato dal 15 dicembre
PIOVE DI SACCO – Sta suscitando preoccupazione il nuovo orario cadenzato che dal 15 dicembre sarà applicato anche alla linea ferroviaria Adria-Venezia gestita da Sistemi Territoriali. Preoccupa i pendolari la soppressione del treno che passava per Piove di Sacco alle 7.03, quello in assoluto più utilizzato da lavoratori e studenti. La corsa è stata posticipata alle 7.22, quella precedente parte alle 6.47. Per il mantenimento del treno delle 7.03 è stata avviata anche una raccolta di firme tra i pendolari e la stessa amministrazione di Piove di Sacco aveva ribadito in occasione degli incontri con l’assessore regionale Renato Chisso la necessità di implementare il servizio negli orari di punta. Tra l’altro proprio il treno delle 7.22 rimarrà uno dei pochi di Sistemi Territoriali a fermarsi a Mestre, costringendo i pendolari a cambiare treno, con inevitabili disagi e ritardi, per raggiungere Venezia.
Da circa un mese su tutta la linea si registrano frequenti ritardi e, diversamente da quanto fa con Trenitalia, la Regione non multa Sistemi Territoriali (società al 100% controllata dalla stessa Regione) per risarcire gli utenti. Tra l’altro anche l’Actv ha tagliato numerose corse, rendendo più difficile una sinergia di trasporto pubblico misto gomma-rotaia.
(e.l.)
Il pd di este fa la voce grossa
Panfilo stigmatizza i disservizi e invita i sindaci a protestare
ESTE – Ritardi dai 35 ai 200 minuti. Giovedì, al primo ghiaccio di stagione, la linea Padova-Bologna è andata letteralmente in tilt e tra i pendolari costretti all’ennesima giornata di disagi c’era anche Francesco Panfilo, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Este. Panfilo da oltre un mese raccoglie e segnala tutti i ritardi dei treni: il consigliere mostra per esempio quelli del 28 novembre (30 minuti di ritardo per i tre treni in partenza dalle 7 a Este), del 13 novembre (20 minuti di ritardo medio per gli stessi convogli), del 7 novembre (un picco di 39 minuti di ritardo nella medesima fascia oraria).
Commenta Panfilo: «Ho chiesto al sindaco di Este un intervento: so che sta cercando di contattare l’assessore veneto Renato Chisso, anche se con grosse difficoltà. Quello che mi sorprende è il silenzio degli altri sindaci della Bassa: anche i loro cittadini sono danneggiati da questi disservizi. C’è stata una levata di scudi per il pedaggio sul nuovo tratto della statale Carceri-Legnago ma sui treni non dicono una parola: è incomprensibile. Tutti i sindaci devono fare blocco, a prescindere dal loro colore politico, per dare peso e difendere il nostro territorio dal meschino trattamento che riceve da chi comanda in Provincia e in Regione».
(n.c.)
Corriere delle Alpi – Niente treno, grazie. Solo Biella fa peggio di Belluno sulle rotaie
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8
dic
2013
Risultati pessimi nell’incontro promosso da Dolomiti Prealpi
L’esempio della Val Venosta, rinata in quindici anni
PEDAVENA – C’è molto da invidiare, ma anche tanto da imparare. Sono sempre di più le suggestioni che arrivano dalle vicine province di Trento e Bolzano per una politica vincente nella gestione della montagna. A cominciare dalla mobilità sostenibile, un tasto dolente per il turismo bellunese ciclopedonale e a bordo treno.
I dati illustrati venerdì sera nella veranda della Birreria durante un incontro informativo indetto dal consorzio turistico Dolomiti Prealpi lasciano poco spazio all’interpretazione. Le piste ciclabili in provincia sono poche, come segnala Bortolo Calligaro parlando dei due itinerari tra Belluno e Feltre in sinistra e destra Piave, mal segnalate e non collegate fra di loro. E sono numerosi i punti in cui correre su strada può diventare davvero pericoloso. Sull’unico binario della linea ferroviaria non elettrificata corrono treni vecchi e obsoleti, che non si integrano con il trasporto su gomma e non dialogano con le associazioni di promozione turistica. Le stazioni sono abbandonate, l’attesa sui binari è spesso una sofferenza. Questo condanna la provincia a un servizio scadente e poco utilizzato, di cui non sempre si riesce a giustificare la sopravvivenza.
Difficile a credersi, ma 15 anni fa anche in Val Venosta la mobilità su rotaia era a questi livelli. Però grazie a una condivisione di intenti ampia e a fondi pronti all’uso, la provincia, che è la proprietaria del tratto ferroviario, è riuscita a creare un circuito gioiello del trasporto su rotaia in montagna. Il padrino di questa rivoluzione è Helmuth Moroder, ex direttore tecnico della linea.
«Con 135 milioni di euro abbiamo rimesso a posto 60 chilometri di infrastruttura ferroviaria, materiale rotabile compreso», spiega il city manager di Bolzano durante la conferenza, di fronte a una platea di oltre un centinaio di interessati, tra cui si intravvedono anche sindaci e assessori, «circa 1 milione e mezzo a chilometro, meno del costo di mantenimento di una strada. Dal 1999 al 2005 abbiamo aggiunto 19 fermate, risanato 70 ponti, soppresso 50 passaggi a livello. Quindi abbiamo voluto far dialogare in modo stretto il treno con la ciclabilità. Devo dire che il sistema di integrazione funziona anche troppo bene, tanto che abbiamo dovuto aggiungere un servizio di trasporto bici su strada».
A confronto lo stato della linea bellunese, descritto dal direttore di Confindustria Dolomiti Marco Melchiori secondo uno studio commissionato a un ufficio svizzero, è impietoso.
«Siamo secondi solo a Biella come provincia peggiore in Italia per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale», denuncia il direttore.
«I bellunesi usano pochissimo il treno, con una frequenza dello 0,5 per cento rispetto al 20 per cento degli spostamenti con altri mezzi pubblici. Ma se consideriamo che il bacino di utenza potenziale è di 150 mila persone, di cui la metà occupate, e se fossimo davvero in grado di rilanciare il servizio, l’indotto economico e turistico sarebbe enorme. Serve un orario cadenzato sulla mezz’ora, fermate nuove, la copertura su gomma del trasporto in sinistra Piave e un piano di valorizzazione turistica». Ma il problema è soprattutto politico: «Vi voglio incoraggiare a investire nelle ferrovie», incalza Moroder, «spero che la vostra tenacia trovi orecchie aperte».
Francesca Valente
Treni, confermate le quattro fermate a S. Croce del Lago
Ieri l’ok della Regione già a partire da domenica prossima
L’impegno di Venezia di migliorare il piano entro gennaio
BELLUNO – Confermate le quattro fermate alla stazione di Santa Croce del Lago, due in partenza e due in arrivo. La Regione e in particolare l’assessorato alla mobilità hanno introdotto ieri nell’orario cadenzato che entrerà in vigore da domenica prossima, queste attese novità. Si tratta di fermate che rispondono alle esigenze non solo degli studenti ma anche dei lavoratori. Sulla linea Conegliano-Belluno, come l’assessore Renato Chisso aveva promesso il 20 novembre scorso agli amministratori di Farra d’Alpago, sono previste due fermate nella mattinata a Santa Croce alle 7.14 e 14.14: la prima riguarda il treno 5600/01 che parte da Conegliano alle 6.41 e arriva a Belluno alle 7.42 e la seconda è relativa al 5610/11 che parte da Conegliano alle 13.41 e arriva a Belluno alle 14.42.
Per il ritorno, si dovranno attendere i treni delle 14.46 e 18.46: il primo è il 5640/41 in partenza da Belluno alle 14.16 (arrivo a Conegliano alle 15.18) e il secondo è il 5648/49 in partenza dal capoluogo montano alle 18.16 (arrivo a Conegliano alle 19.18).
I quattro treni ripartiranno poi ai minuti 15 (i primi) e 47 (i secondi). Ma si profilano anche altre novità, come annunciato da Chisso al sindaco di Belluno, Jacopo Massaro in risposta alla sua lettera preoccupata sui disagi che sarebbero susseguiti con l’orario cadenzato.
«Nella tratta Belluno-Conegliano arriveranno convogli termici con prestazioni migliori rispetto a quelli attuali, istituiremo un tavolo di confronto periodico con il comitato del Bellunese e dell’Alto Trevigiano per l’analisi delle eventuali problematiche e predisporremo con Rfi un protocollo d’intesa con cui definire i tempi e le risorse economiche di finanziamento per la realizzazione degli interventi infrastrutturali individuati».
Per quanto riguarda le coincidenze con Dolomitibus, l’assessore veneto alla mobilità, precisa che si sta cercando di modificare l’orario entro il 10 dicembre. Inoltre, fa sapere che sta prevedendo entro metà gennaio un eventuale servizio sostitutivo con autobus, se richiesto, nella tratta Belluno-Padova, mentre un servizio diretto Belluno-Venezia si potrà pensare una volta completati i lavori sul ponte della Libertà a Venezia.
Ma le lamentele continuano, da parte dei pendolari e degli utenti del treno e in particolare da parte dell’associazione Trenitardo.com. L’associazione ha reso noti i dati dal 18 novembre a oggi: si evince che il 25.7% dei treni che transitano per le stazioni di Padova, Treviso e Venezia presentano un ritardo non trascurabile superiore ai 5 minuti o sono stati in parte cancellati.
In particolar modo sulla tratta Belluno-Padova i minuti di ritardo accumulati dal 18 novembre sono stati 1.462, su 219 treni considerati con un ritardo medio di 6.7 minuti, mentre sulla tratta Padova-Belluno i minuti accumulati di ritardo sono stati 1.764 su 302 corse per 5.8 minuti medi di ritardo.
Ed è proprio questa la tratta con maggiori criticità, con ritardi medi cronici di 6.7 minuti a treno mentre la Padova – Calalzo in questi 19 giorni di osservazioni vanta un ritardo medio di 13 minuti.
Paola Dall’Anese
De Carlo: «Orario da cambiare, noi qui penalizzati»
«Questo orario allungherà i tempi di percorrenza sia sulla tratta per Padova che su quella per Venezia: non esisteranno più treni diretti da Calalzo e nemmeno la possibilità per i nostri ragazzi di andare a scuola a Belluno in treno visto che, oltre a cambiare a Ponte avranno un orario di rientro fortemente penalizzante».
Critica fortemente l’orario cadenzato il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo che aggiunge:
«Problemi ci saranno anche per chi intenda trasportare la bici vista l’assenza di vagoni dedicati e i due cambi prima di giungere a Calalzo».
Per il sindaco c’è una «situazione fortemente penalizzante peri l nostro territorio. Ma un plauso va ai ragazzi che hanno partecipato ai tavoli tecnici di pendolari e appassionati, che hanno in questi mesi cercato di ottenuto di lenire gli elementi negativi e l’introduzione di questo nuovo orario».
Gazzettino – Caos treni: la pedemontana si allea con Belluno
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8
dic
2013
LA PROTESTA – Orario cadenzato: i sindaci dei territori confinanti pronti a portare la battaglia in Regione
L’Alto Trevigiano non vuole perdere il treno. C’erano anche gli amministratori di Cornuda e Pederobba, l’altro giorno a Belluno, per dire “no” al nuovo orario cadenzato. Quella che entrerà in vigore il 15 dicembre è una programmazione ferroviaria che penalizza contemporaneamente due zone, la provincia di Belluno e tutto l’Alto Trevigiano, che utilizza le linee Padova-Calalzo e Venezia-Belluno. Dopo aver richiesto, invano, un incontro con Renato Chisso per mostrare tutte le loro perplessità sul cadenzamento d’orario, i primi cittadini hanno deciso di scendere a Venezia ad oltranza. La protesta, intanto, ha viaggiato sul regionale Padova-Belluno. Nei giorni scorsi, fasce tricolori al seguito, i sindaci sono saliti sulle carrozze della sensibilizzazione, agganciando l’iniziativa di Legambiente e contemporaneamente toccando con mano i disservizi che quotidianamente pesano sui pendolari.
«L’avvio dell’orario cadenzato e la sua evidente inadeguatezza, la mancanza d’ investimenti, l’assenza di integrazione oraria e tariffaria tra i vari mezzi di trasporto, la mancanza di coinvolgimenti di enti locali, associazioni e cittadini – l’attacco di Andrea Aragona responsabile mobilità di Legambiente – sta portando il servizio ferroviario regionale allo sfascio».
Ecco perché Bellunese e Alto trevigiano, già marginalizzati non vogliono perdere l’ultimo treno. Ecco perché da Belluno è partita la richiesta del primo cittadino di Belluno, Jacopo Massaro, e dei suoi colleghi bellunesi (presenti ieri a Belluno anche Pederobba e Cornuda) di incontrare l’assessore Chisso. Vaga la risposta giunta via mail da Venezia («Gli amministratori possono inviare le loro osservazioni»). Decisa la controrisposta del territorio che ha scenderà in Regione finché la battaglia per la ferrovia non darà risposte alle tratte Padova-Calalzo e Venezia-Belluno.
«Dobbiamo chiedere maggiori investimenti su questo territorio – la richiesta di Claudio Sartor, sindaco di Cornuda -. La Padova-Belluno non deve essere un ramo secco».
TRENI – Orario cadenzato: le novità non soddisfano i pendolari
VITTORIO VENETO – (l. a.) Arrivano i primi aggiustamenti al nuovo orario cadenzato, ma non sembrano quelli chiesti dai pendolari della linea vittoriese. Manca una settimana all’entrata in vigore dell’orario ferroviario che rivoluzionerà le abitudini dei pendolari: da Vittorio partirà un treno all’ora per Conegliano e uno per Belluno. I convogli si incroceranno nella stazione di via Trento e Trieste al minuto 01.
Ieri la Regione ha comunicato una prima serie di «aggiustamenti» su alcune linee venete, tra le quali la Conegliano – Vittorio – Belluno, dove però le novità sono scarse. Dal 15 dicembre, oltre a quanto già comunicato, ci saranno quattro fermate in più a Santa Croce del Lago, stazione recentemente potenziata: vi fermeranno i treni in partenza da Conegliano alle 6.41 e 13.41 e quelli che lasceranno il capoluogo dolomitico alle 14.16 e 18.16. Le nuove fermate non faranno aumentare i tempi di percorrenza dei convogli.
Un gruppo di pendolari della linea aveva chiesto a Trenitalia e Regione, allegando più di 250 firme, «tempi di percorrenza almeno non peggiorativi rispetto a quelli attuali pesantissimi, due treni diretti umanamente sostenibili alla mattina per Venezia e alla sera per Belluno, e la possibilità di arrivare nel capoluogo lagunare intorno alle 8 del mattino».
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