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STRA – Decine di bottiglie, sacchi, contenitori di plastica e camere d’aria di biciclette. Questi sono alcuni dei rifiuti depositati nel Naviglio Brenta, all’altezza delle chiuse di Stra. A segnalarlo è il comitato ambientalista “Anima Critica” di Padova che ha realizzato un dossier sulla questione.

«Siamo spettatori, purtroppo impotenti, di come continua ad essere ridotta la porta principale del Naviglio Brenta», spiega il portavoce Massimo Camporese, «un gioiello fluviale meta di turisti da tutto il mondo che vengono a visitare una zona di elevato valore storico-paesaggistico».

Il comitato lancia una proposta. «Bisognerebbe dare una “patente a punti ambientale” ai Comuni che amministrano prestigiosi luoghi di interesse storico-culturale», è l’idea di Camporese, «e segnare i Comuni virtuosi e quelli carenti. Vogliamo insistere affinché vi siano maggiori e più frequenti bonifiche ambientali nel territorio, e che sia multato chi getta rifiuti in acqua o nelle rive del Naviglio Brenta.

Infine un appello pubblico perché i cittadini tengano monitorata la situazione ambientale con segnalazioni alle amministrazioni locali e regionali».

Giacomo Piran

 

Nuova Venezia – Mira. I cavanisti ripuliscono le barene.

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9

feb

2015

Mira. In cento raccolgono tre tonnellate di spazzatura portata dalle mareggiate

MIRA – Oltre un centinaio di cavanisti, dopo le mareggiate di giovedì e venerdì, hanno ripulito l’area della laguna sud a Mira, raccogliendo quasi tre tonnellate di immondizia che si era arenata sulle barene a Giare, Dogaletto e Malcontenta. A spiegare l’intervento è il presidente dei cavanisti, Gianni Marchiori, a nome dei circa 1.500 iscritti.

«In questi giorni», dice Marchiori, «la mareggiata ha portato dalle nostre parti tonnellate di plastica e reti da pesca strappate. Tutto materiale che si è arenato sia sulle parti asciutte che in quelle acquee. Questo materiale plastico costituisce una problema per l’ambiente se non viene rimosso e per questo non abbiamo voluto aspettare. Con un centinaio di persone e con le nostre barche abbiamo pulito questo tratto della barena che negli ultimi due giorni si era trasformato in un immondezzaio a cielo aperto. Abbiamo raccolto complessivamente tre tonnellate di immondizia con cui abbiamo riempito una ventina di sacchi di materiale. Ora sarà Veritas a smaltire il tutto».

Rimuovere il materiale spiaggiato per i cavanisti è anche motivo di sicurezza, come spiega Gianni Marchiori. «Se qualcuno ci incappa con una barca, il natante può anche rovesciarsi, con il rischio di conseguenze gravi per chi è a bordo», chiarisce. L’associazione che raggruppa i cavanisti non è nuova a queste iniziative.

A maggio viene organizzata la giornata ecologica: nelle ultime edizioni, oltre 15 tonnellate di materiale di varia tipologia sono state rimosse dalle acque della laguna. In occasione della giornata ecologica in laguna, oltre a cavanisti e cacciatori, partecipano all’iniziativa anche molti ambientalisti e semplici cittadini che hanno a cuore la cura e la pulizia di questo habitat naturale unico, che deve essere preservato.

Alessandro Abbadir

 

DOLO – Il bilancio di dodici mesi nei comuni di Riviera del Brenta e Miranese serviti da Veritas

Sono state 446 le contravvenzioni elevate dagli ispettori ambientali di Veritas nel corso del 2014 nei comuni della Riviera del Brenta e del Miranese serviti dall’azienda.

Dal 1° gennaio 2014 Mirano e Santa Maria di Sala non usufruiscono più del servizio mentre dalla primavera scorsa i comuni di Dolo, Noale, Salzano e Spinea hanno ottenuto una riduzione del 50% del servizio e, quindi, i controlli si sono dimezzati.

L’importo complessivo delle contravvenzioni è risultato di circa 73.000 euro, cifra che sarà introitata dai comuni e non da Veritas. Si è trattato principalmente di multe comminate per abbandono dei rifiuti esternamente ai cassonetti o perché i cittadini non hanno rispettato l’obbligo della differenziazione.

Nella lista dei comuni più indisciplinati al primo posto Mira con 124 contravvenzioni, si tenga conto però che Mira è anche il comune più popoloso, al pari di Scorzè dove ne sono state fatte lo stesso numero, seguono Martellago con 60 multe, 33 a Camponogara, 31 a Vigonovo, 26 Fossò, 20 a Stra, 18 a Campagna Lupia, 7 a Campolongo Maggiore e 3 a Fiesso d’Artico.

Durante i vari sopralluoghi gli ispettori non solo hanno fatto le multe, ma spesso sono stati contattati dagli utenti ed hanno fornito 3.976 informazioni rispondendo sulle modalità di differenziazione dei rifiuti e su orari e regole del conferimento.

Informazioni così ripartite: 229 a Campagna Lupia, 161 a Campolongo Maggiore, 398 a Camponogara, 242 a Fiesso d’Artico, 298 a Fossò, 406 a Martellago, 894 a Mira, 561 a Scorzè, 294 a Stra e 493 a Vigonovo. Le ispezioni continuano anche in questi giorni.

Lino Perini

 

L’avvocato Zaffalon: «Troppi processi finiscono in una bolla di sapone, bisogna modificare le regole»

«Serve un intervento per modificare le attuali norme sulla prescrizione: troppi processi di una certa consistenza e spesso di allarme sociale, tra cui quelli per reati colposi, reati ambientali o contro colletti bianchi, non hanno quasi mai, infatti, la possibilità di raggiungere il terzo grado di giudizio!»

È una posizione fuori dal coro quella assunta dall’avvocato Elio Zaffalon, in contrasto con la linea sostenuta da gran parte dell’avvocatura.

Il legale veneziano sollecita una modifica della prescrizione dopo l’ennesimo processo in materia di inquinamento e rifiuti finito in una bolla di sapone. Processo nel quale Zaffalon rappresentava gli interessi della collettività per conto della Provincia di Venezia: si tratta della vicenda relativa ad un presunto traffico di rifiuti […].

Dal 2005 il procedimento si è trascinato tra cambiamenti di pubblico ministero e di giudice, eccezioni di vario tipo presentate dalla difesa, trasferimento di sede dopo la chiusura delle sezioni staccate del Tribunale, fino alla dichiarazione di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione letta in aula pochi giorni fa. Una sentenza che impedisce di procedere nei confronti di fatti gravi, denuncia l’avvocato Zaffalon, il quale ricorda che, nel corso del processo, era emersa una situazione di estrema gravità: «quantità di rifiuti fittiziamente sommate o sottratte, emissione di fatture falsificate, lo stesso veicolo che circola contemporaneamente in luoghi diversi e lontani, giri bolla (cioè veicolo fermo che figura circolare)…»

È per questo che l’avvocato Zaffalon sollecita un interveno legislativo che consenta di concludere i processi, per evitare che si continui a commettere reati impunemente. […]

(g.am.)

 

Mozione di M5S

SCORZÈ – I materiali provenienti dal recupero e riuso dei rifiuti urbani e speciali possono diventare buoni per fare alcune delle opere pubbliche.

Ne è convinto il Movimento 5 Stelle di Scorzè, che nel Consiglio comunale di domani (inizio ore 19) presenterà un ordine del giorno per chiedere al sindaco Giovanni Battista Mestriner e alla sua giunta di adottare questo metodo già in uso altrove.

Tutto nasce da una direttiva europea e dal progetto Prowaste, che mira a ridurre la percentuale di materie plastiche miste destinate a finire in discarica, facendo aumentare quella riciclata, che permetterebbe di realizzare dei prodotti più eco-compatibili.

Il M5S ha preso pure ad esempio uno studio norvegese fatto sull’immondizia domestica, dove mostra come il riciclo meccanico comporti un minor impatto sull’ambiente rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica.

Insomma, il gruppo che fa parte della minoranza chiede una svolta più ecologica al Comune negli interventi da fare. «Ecco allora» spiegano i due consiglieri Antonio Petenà e Flavio Berton «che potrebbero tornare buoni per i rifacimenti dell’arredo urbano, d’interni ed esterni, ma anche per i pannelli fonoassorbenti, per i contenitori della spazzatura, per giardini e piste ciclabili. Si potrebbero usare delle materie prime secondarie, specie di plastiche eterogenee provenienti dal recupero e riuso dei rifiuti urbani e speciali».

(a.rag.)

 

Tiziano e Nicola Lando patteggiano: dovranno installare le telecamere per controllare lo smaltimento rifiuti

FOSSÒ – Prima condanna per il 65enne Tiziano Lando e per il figlio Nicola (40 anni), nonostante le numerose indagini in cui sono finiti per traffico illecito di rifiuti pericolosi. Ieri, il loro difensore, l’avvocato Stefano Marrone, ha patteggiato la pena con il pubblico ministero di Venezia Giovanni Zorzi: nove mesi di reclusione ciascuno, sospensione grazie alla condizionale.

Inoltre, la “Ecolando srl”, con sedi operative sia a Sant’Angelo (via Padana 19) sia a Fossò (IX Strada 109), dovrà pagare una multa di ventimila euro e non potrà pubblicizzare per tre mesi la sua attività.

L’azienda, che a settembre era stata posta sotto sequestro (negli stessi giorni in cui erano scattate le manette ai polsi dei due), poco più di due mesi fa è stata restituita ai titolari e i sessanta dipendenti hanno potuto rientrare al lavoro. Ma dissequestro e soprattutto patteggiamento della pena sono stati subordinati a numerose prescrizioni che i Lando hanno accettato.

Quella principale e mai applicata in precedenza riguarda la presenza di ben sedici telecamere nella sede di Fossò, che funzioneranno 24 ore su 24 per registrare momento per momento le varie fasi del lavoro, dall’arrivo dei rifiuti al loro recupero e allo smaltimento di ciò che resta.

Inoltre, anche la pesatura dei carichi in arrivo verrà eseguita con apposite bilance che non possono essere in alcun modo truccate.

Le indagini sono state svolte dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Mestre. Padre e figlio da almeno una decina di anni sono in affari con Loris Candian, già condannato per gli stessi reati, tanto da aver acquisito proprio da lui l’impianto di Fossò, che quando faceva capo a Candian si chiamava “Cal srl”. Stando alle accuse, i due avrebbero aumentato in modo fittizio il peso dei rifiuti provenienti da chi li produceva; avrebbero in particolare simulato l’attività di recupero al fine di modificarne il codice (il certificato europeo Cer) e in modo da poterli avviare in impianti di smaltimento o di recupero che altrimenti non avrebbero potuto accettarli; avrebbero accolto una quantità di rifiuti ingente senza rispettare le prescrizioni della Regione. Tutto questo per incassare molto di più, da un lato risparmiando sulla manodopera da utilizzare per il trattamento dei rifiuti, che appunto non avveniva, dall’altro evitando di spendere in tecnologia e macchinari, infine accogliendo una quantità maggiore di rifiuti che naturalmente i produttori pagavano come se poi fossero stati trattati. Invece, ingenti quantità di rifiuti sarebbero state destinate a smaltimento senza aver subìto alcun trattamento.

Inoltre, per coprire il traffico illecito, Lando padre e figlio avrebbero falsificato tutta la documentazione di accompagnamento dei carichi di rifiuti che uscivano dai loro centro di Sant’Angelo e Fossò. Anche durante questa indagine, gli investigatori della Forestale hanno utilizzato intercettazioni telefoniche, telecamere e pedinamenti, come era accaduto per quella in cui i Lando erano coinvolti assieme ai titolari della “Cal srl” e della “Rossato srl” di Pianiga.

Giorgio Cecchetti

 

la protesta

Prescrizioni nei casi più gravi  «Chi inquina non paga mai»

FOSSÒ «È vergognoso». Non usa mezzi termini l’avvocato Elio Zaffalon, che spesso nei processi per traffico di rifiuti pericolosi sta con le parti offese, con gli enti costretti a pagare i danni ambientali o con i cittadini che li subiscono. La sua affermazione riguarda il processo che venerdì scorso si è concluso con la prescrizione per i sette imputati, tra i quali c’erano i Lando padre e figlio, ma anche Sandro Rossato di Pianiga, accusato di aver messo in piedi un’associazione per gestire i rifiuti con gli esponenti di una famiglia della ’ndrangheta calabrese.

Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio dei sette nel 2009 e nel 2014 il processo di primo grado non era ancora finito. «Un processo così», ribadisce l’avvocato Zaffalon, «avrebbe preteso una precedenza che purtroppo non è stata concessa». «Ho varie volte in udienza e per iscritto», racconta il legale veneziano, «sollecitato la precedenza al processo, vedendo ben chiaro fin dall’udienza preliminare dove si sarebbe potuto andare a finire. Ma la risposta è stata sempre la stessa: sovraccarico di processi e di lavoro. A questo punto mi sento di prendere una posizione diversa dagli avvocati penalisti per quanto riguarda la prescrizione». «I processi di una certa consistenza e di allarme sociale, come quelli per i reati colposi, reati ambientali o contro i colletti bianchi, non hanno quasi mai la possibilità di raggiungere il terzo grado di giudizio senza incappare nella prescrizione», ricorda Zaffalon, «e a Venezia abbiamo appreso dal presidente della Corte in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario si prescrivono in appello più del 40 per cento dei processi, un vero sproposito. Ritengo che siano dunque corrette le richieste della magistratura di intervenire sull’istituto della prescrizione. Mi permetto di suggerire alle Associazioni degli avvocati penalisti di prendere sul punto una posizione ragionevole».

 

Gazzettino – Fosso’. Ecolando, patteggiano in due.

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30

gen

2015

FOSSÒ – I titolari della società erano accusati di traffico illegale di rifiuti

Tiziano e Nicola Lando concordano la pena di 9 mesi. Multa di 20mila euro

Cala definitivamente il sipario sull’inchiesta che aveva coinvolto la Ecolando di Fossò.

Ieri mattina, davanti al gip Barbara Lancieri, Tiziano e Nicola Lando hanno patteggiato entrambi nove mesi (con la pena sospesa) così come da tempo aveva chiesto il loro legale, l’avvocato Stefano Marrone. Il gip lagunare ha poi fissato anche una multa di 20mila euro a carico della società.

Tutto ruotava attorno ad un’accusa, formulata dal pubblico ministero Zorzi, di traffico illegale di rifiuti. Secondo la Procura, infatti, i titolari della società avrebbero aumentato in modo truffaldino il peso dei rifiuti che arrivavano agli impianti di Fossò e Sant’Angelo di Piove di Sacco (in provincia di Padova), per poi fingere il trattamento. Secondo il pm sarebbero stati cambiati i codici Cer (Codice europeo dei rifiuti) per farli figurare meno pericolosi.

Una tesi che l’avvocato Marrone ha sempre contestato sostenendo in più riprese che quei rifiuti non erano affatto pericolosi. Va poi ricordato che dallo scorso novembre era stato disposto il dissequestro degli impianti e che quindi l’attività era tornata regolare dopo circa due mesi.

«Siamo soddisfatti perchè il gip ha accolto le nostre richieste – spiega l’avvocato Marrone – e quindi l’intera storia si è ridimensionata. L’attività è ripresa già da diverso tempo e ora tutta questa vicenda è definitivamente chiusa».

E dopo un’iniziale provvedimento di arresti domiciliari nei confronti dei due indagati, a fine novembre il Tribunale ha poi revocato anche il divieto di dimora a Campolongo Maggiore.

Va detto che in questi mesi la Ecolando ha di fatto seguito tutta la procedura prevista per questo tipo di attività compresa, come conferma il legale, l’installazione di alcune telecamere.

 

I 623 rilievi del 2014 collocano il comune della Riviera fra i peggiori della provincia

MIRA – Record di sversamenti di rifiuti a Mira con 623 rilievi per abbandoni di rifiuti, 124 verbali elevati (il 63% a residenti fuori Comune) e sanzioni per 20.667 euro. I verbali elevati nel 2013 erano 121. Questi i dati dell’attività degli ispettori ambientali di Veritas nel Comune di Mira.

Un dato che colloca Mira con Scorzè (che ha lo stesso numero di verbali elevati) fra i peggiori della provincia di Venezia.

Dei 124 verbali, 84 hanno riguardato utenze domestiche, 39 utenze commerciali,uno è stato fatto a una società. Per la maggior parte si è trattato di conferimenti difformi (100), e per il 50% dei casi si è arrivati al trasgressore dall’esame del contenuto dei rifiuti. Quasi sempre si è trattato di rifiuti urbani, in alcuni casi (15) di rifiuti speciali.

Significativo il dato dei rilievi per abbandono senza l’individuazione del responsabile: ben 623, come pure quello delle azioni di informazione all’utente per una corretta differenziazione: 894, di cui 871 a utenze domestiche. Dai verbali emerge anche una mappa delle vie in cui più spesso avviene l’abbandono di rifiuti o il loro conferimento senza una corretta differenziazione.

Al primo posto ci sono via Malpaga fra Borbiago e Marano e via Foscara a Malcontenta, ciascuna con 27 verbali elevati, seguono via Bastiette (15 verbali) a Dogaletto , via Ghebba (11) a Oriago e via del Curano (9) a Mira Porte.

Per quanto riguarda i trasgressori non residenti, la maggior quota di sanzioni ha riguardato abitanti del Comune di Venezia (33), seguiti da Spinea (8), Campagna Lupia (7), Camponogara e Mirano (5).

Il report 2014 sull’attività di vigilanza e di informazione degli ispettori ambientali di Veritas nel Comune di Mira conferma che c’è ancora molto da fare per arrivare a una generale consapevolezza dell’importanza di una corretta differenziazione dei rifiuti.

Sulla questione interviene l’assessore All’ambiente Maria Grazia Sanginiti: «Il lavoro paziente e quotidiano degli ispettori Veritas è fondamentale per educare al corretto e generalizzato riciclo dei nostri rifiuti. È importante capire che meglio lo si fa, meglio è tutelato l’ambiente, ma soprattutto c’è un’importante ricaduta economica, che si traduce in risparmio per il Comune di Mira e di riflesso per i cittadini, perché è il rifiuto indistinto quello che più pesa sulla bolletta finale. Per questo ci stiamo muovendo verso l’adozione del porta a porta in tutto il territorio, con puntuale tariffazione del rifiuto prodotto».

Alessandro Abbadir

 

L’accusa era pesante: traffico di rifiuti. Ma il procedimento è rimasto fermo per anni e, di conseguenza, ieri pomeriggio il giudice Enrico Ciampaglia, è stato costretto a dichiarare per tutti gli imputati il non doversi procedere per intervenuta prescrizione, accogliendo l’istanza presentata dalla difensa.

Il presunto traffico di rifiuti pericolosi risale al 2003 ed era venuto alla luce nel 2005, quando furono arrestati con l’accusa di aver smaltito in maniera illecita le vecchie traversine ferroviarie che, nonostante siano impregnate di una sostanza altamente cancerogena, il creosoto, venivano riutilizzate per realizzare palizzate da giardino e mobilio finiti nelle case e nei giardini di mezza Italia. Al processo si era costituita parte civile la Provincia di Venezia con l’avvocato Elio Zafalon. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Marrone, Federica Santinon e Giovanni Vasoin De Prosperi.

 

Nuova Venezia – Spinea “Grazie ai cittadini ricicloni”

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24

gen

2015

L’assessore all’ambiente Busatta sottolinea i meriti della gente

SPINEA «Spinea riciclona? Il merito è dei cittadini». Così la vicesindaco e assessore all’ambiente Stefania Busatta commenta il primo posto della città nella classifica per la raccolta differenziata. Nel 2014 Spinea sfiora l’80% di rifiuto da riciclare e guarda tutti dall’alto, confermandosi regina di tutto il bacino provinciale gestito da Veritas.

«Merito dei nuovi cassonetti a calotta», spiega la stessa Veritas. «Merito soprattutto degli spinetensi», precisa Busatta. «Un risultato eccezionale», commenta la vicesindaco, «ottenuto grazie a cittadini attenti e sensibili alle tematiche ambientali e al percorso intrapreso con l’attivazione dei cassonetti a calotta, la raccolta domiciliare degli ingombranti, l’ampio orario dell’ecocentro, la presenza mensile degli ecomobili nei quartieri e i progetti di educazione e comunicazione ambientale. L’obiettivo deve essere ora la riduzione della produzione di rifiuti e anche per questo in aprile replicheremo, tra le altre iniziative, il mercatino del riuso e del baratto».

Entrando nel dettaglio, lo scorso anno a Spinea sono stati richiesti dalla cittadinanza ben 278 interventi degli ispettori ambientali, effettuate 447 azioni di informazione ed educazione all’utenza, ben 31 sono stati i verbali (7 a persone provenienti da fuori comune), per un totale di circa 5.167 euro di sanzioni, nella maggior parte dei casi per abbandono di rifiuti fuori dalla campana. Busatta ha però ricordato anche il ruolo dei volontari impegnati nel controllo delle isole ecologiche e nel segnalare ogni tipo di anomalia.

(f.d.g.)

 

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