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Anas chiede il rinvio perché il consiglio di amministrazione non è in regime di pieni poteri

VENEZIA – Nell’ultima assemblea prima della fine dell’anno va in scena alla Cav la farsa di un socio romano che ha fatto i compiti e di un socio veneto in difetto. La Concessionaria autostrade venete, riunita sotto la presidenza di Tiziano Bembo, ha dovuto prendere atto che il consiglio di amministrazione agisce in regime di prorogatio da quasi un anno. E dunque non è in grado di varare un’operazione straordinaria di varo di project bond da 840 milioni per finanziare nuovi investimenti e ridurre l’indebitamento. Così, su richiesta del socio Anas (che ha il 50% della società), i rappresentanti della Regione del Veneto hanno dovuto soprassedere all’emissione dei bond per scongiurare eventuali ricorsi giudiziari. L’assemblea, dunque, si è chiusa con un nulla di fatto e i sorrisini di circostanza. Il Veneto che dà lezioni tutti i giorni a Roma, questa volta, non ha potuto che prendere atto che non avendo provveduto a rinnovare il consiglio di amministrazione la società non può operare con serenità soprattutto nel caso di operazioni straordinarie, come quella sui project bond. L’inghippo sta nel rinnovo del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale di Cav, scaduti da almeno otto mesi. E monchi di alcuni suoi membri, causa inchieste giudiziarie: tra gli amministratori da sostituire ci sono anche Giampiero Marchese, ex consigliere regionale del Pd, e il membro del collegio sindacale Paolo Venuti, l’ex commercialista di Galan. Entrambi hanno conosciuto gli arresti e patteggiato una pena nell’inchiesta sul Mose: Marchese a undici mesi e 20 mila euro, Venuti due anni e settantamila euro. La giunta regionale del Veneto da tempo ha fatto presente al consiglio regionale di provvedere alla nomina dei tre consiglieri espressione della Regione nel consiglio di amministrazione (gli altri due spettano ad Anas, che li ha gà nominati). Ma il consiglio è inciampato su una questione formale: per nominare i rappresentanti si deve attingere a una graduatoria aperta per la nomina del presidente di Cav. E subito qualcuno ha eccepito che la procedura corretta sarebbe di riprodurre il bando ex novo per scongiurare ricorsi. In realtà il nodo è molto più banale: se la Lega ha già espresso il gradimento per la conferma di Tiziano Bembo e il centrosinistra ha indicato Paolo Rodighiero amministratore delegato di Dolomiti Bus, il problema sta nel centrodestra: le anime della ex Forza Italia e il Nuovo Centrodestra non riescono a trovare una quadra su un nome gradito a tutti. Così, si è preferito far fare brutta figura al Veneto piuttosto che cedere uno strapuntino di potere.

 

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COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO 30 dicembre 2014

La CAV nel pantano del debito

Mentre Lega, Forza Italia, e PD si azzuffano come galli nel pollaio per le nuove nomine nel CDA di CAV spa, la società affonda nel pantano del “debito” del Passante. Un debito totalmente illegittimo e dietro al quale spuntano sempre più evidenti le ombre della corruzione e del malaffare.

La storia è ormai nota: la spa pubblica costituita da Regione e ANAS per la gestione del Passante, secondo la Convenzione in essere dovrebbe restituire 1 miliardo di euro proprio a ANAS che aveva anticipato tale somma per la costruzione del by-pass di Mestre. Essendo insufficiente il gettito dei pedaggi per restituire i soldi, nel 2013 CAV ha contratto un primo debito di 423,5 milioni di euro con Banca Europea degli Investimenti e Cassa Depositi e Prestiti; una seconda operazione di indebitamento è stata varata dal CDA di CAV subito dopo attraverso la possibilità, ottenuta dalla Bei, di emettere i famigerati “project bond”, titoli di debito da immettere nei mercati finanziari per rastrellare altri 840 milioni di euro.

Giusto un anno fa proprio il comitato Opzione Zero, l’associazione Re:Common, la Rete Europea Counter Balance presentavano un dettagliato dossier sul caso “Passante di Mestre”, all’OLAF, l’organo ispettivo dell’Unione Europea, alla Procura della Repubblica di Venezia, alla Corte dei Conti italiana, alla Corte dei Conti Europea e pure al capo dell’anticorruzione Cantone.

Nel dossier, presentato dal comitato ai parlamentari della Commissione Europea lo scorso 2 dicembre, si faceva riferimento non solo alla illegittimità di questo debito, visto che la costruzione del Passante è avvenuta usando solo ed esclusivamente soldi pubblici dei cittadini, ma anche al forte rischio che dietro alla lievitazione dei costi da saldare (da circa 780 milioni iniziali a oltre 1,4 miliardi di euro) ci siano ancora una volta tangenti e malaffare. Non sfugge infatti come le principali società che hanno realizzato il Passante siano proprio quelle ditte del Consorzio Venezia Nuova coinvolte nello scandalo MOSE, e come tutta l’operazione “Passante” sia avvenuta sotto l’attenta regia dell’ex assessore Renato Chisso, anche lui pesantemente coinvolto nel malaffare del cosiddetto “sistema veneto”.

Di fronte a questo quadro assai fosco e ai puntuali esposti presentati, Opzione Zero denuncia non solo la totale assenza di risposte da parte degli organismi giudiziari e di controllo, ma anche e soprattutto le pesanti responsabilità politiche che in questa vicenda hanno la Giunta Regionale e il PD. Nessuno questa volta potrà dire “non lo sapevo”, nemmeno il Presidente Zaia, che incredibilmente continua a dichiararsi ignaro ed estraneo a tutto il marciume che in questi anni ha impestato la Regione da lui presieduta. Perché infatti già nel marzo del 2011 era la stessa Corte dei Conti a sollevare forti dubbi su vari aspetti della costruzione e della gestione dell’opera: mancati controlli, uso smodato degli strumenti emergenziali, aumento ingiustificato dei costi, possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata nella concessione dei subappalti.

La spirale perversa di indebitamento innescata dalle spericolate operazioni di CAV sta generando un “buco” di proporzioni colossali; il rischio che i cittadini veneti siano chiamati a pagarne le conseguenze è sempre più concreto. Assistere oggi all’ennesima zuffa spartitoria per le poltrone del CDA di CAV senza che nessuna forza politica abbia il coraggio di affrontare il vero problema sul tappeto la dice lunga sul livello della classe politica regionale in scadenza di mandato.

 

PEDAGGI – Sconti sul pedaggio autostradale anche per il 2015: lo ha annunciato Cav

AUTOSTRADA – Lo ha annunciato Cav: 1.70 euro per la tratta Mirano-Padova Est

Pedaggi scontati anche nel 2015

Per i residenti nei Comuni di Pianiga, Dolo, Mira, Mirano e Spinea

Sconti sul pedaggio autostradale anche per il 2015, i pendolari tirano nuovamente fuori la calcolatrice. La concessionaria autostradale Cav ha infatti diffuso una comunicazione rivolta agli automobilisti della Mirano-Padova Est: «La richiesta di rinnovo dell’abbonamento per la tratta Padova Est-Mirano Dolo con sconto del 40% deve essere presentata presso i Centri Servizi Cav entro 30 giorni dalla data di scadenza».

L’abbonamento è rivolto ai residenti nei Comuni di Mirano, Spinea, Mira, Dolo e Pianiga e consente di pagare sulla tratta Mirano-Padova Est (e viceversa) 1.70 anziché 2.80 euro. Attenzione: lo sconto è solo per chi fa almeno 20 accessi, anche 10 andate e 10 ritorni. Chi intende fare questo tipo di abbonamento per la prima volta, deve compilare un modulo disponibile agli sportelli o sul sito di Cav.

Nel 2014 gli abbonamenti sottoscritti con questa formula sono stati 225: va considerato che dallo scorso gennaio (quando il pedaggio Mirano-Padova Est è passato da 80 cent a 2.80 euro) molti pendolari hanno deciso di abbandonare il casello di Mirano privilegiando quello di Spinea. Chi imbocca il Passante a Spinea, infatti, paga 1.60 euro nella tratta Spinea-Padova Est.

Oltre agli sconti del 40% per i pendolari di questi cinque Comuni, resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2015 anche le agevolazioni tariffarie stabilite dal Ministero dei Trasporti a livello nazionale. Questo secondo tipo di agevolazione permette di godere di sconti fino al 20% per i pendolari dotati di abbonamento Telepass che percorrono una tratta di massimo 50 chilometri tra due caselli prefissati: è possibile avere maggiori informazioni sia sul sito www.telepass.it sia agli sportelli Cav (per la Venezia-Padova) e Autovie (per la Venezia-Trieste). Gli sconti maturano progressivamente dopo aver superato i 20 viaggi: al 21esimo viaggio lo sconto su tutti i viaggi (compresi i 20 precedenti) sarà dell’1%, e così via fino al 40esimo viaggio che garantirà una riduzione del 20 percento. Per i pendolari la tratta Mestre-Padova Est può dunque arrivare a costare 2.24 e non più 2.80 euro. Per molti rimarrà comunque più conveniente imboccare il Passante a Spinea: arrivando ad ottenere uno sconto del 20% i pendolari pagano 1.28 euro anziché 1.60 sulla tratta che porta a Padova Est.

 

I comitati e i sindaci chiamano a raccolta i residenti dopo il via libera del Cipe

Doppia manifestazione a Mestre mentre i Comuni tentano di organizzarsi

MIRA – l Cipe approva la Romea Commerciale e in Riviera è un coro di no da da parte di singoli cittadini, sindaci, comitati e associazioni che si sono sempre battuti contro quello che viene considerato un mostro di cemento in grado di aumentare traffico e inquinamento dell’aria. Il problema principale è quello dell’innesto in A4. A questo punto si dovrà capire se l’opera si collegherà con Roncoduro o andrà fino a Villabona a Marghera.

Il Comitato Opzione Zero organizza una doppia manifestazione di protesta che si terrà venerdì prossimo a Mestre. «Grazie alla norma introdotta apposta dal ministro Lupi nel famigerato decreto per superare lo stop della Corte dei Conti», spiegano per Opzione Zero il presidente Mattia Donadel e le portavoci Rebecca Rovoletto e Lisa Causin, «il Cipe ha dato via libera al progetto preliminare “regalando” 1,8 miliardi alla Gefip Holding di Vito Bonsignore per un’opera disastrosa che andrà ad incrementare il debito pubblico per almeno altri 10 miliardi di euro. Più volte i comitati e le associazioni ambientaliste hanno dimostrato, che l’opera è pericolosa e letteralmente insostenibile sotto tutti i punti di vista».

Da qui e immediate mobilitazioni e iniziative di protesta. «È un attacco pesantissimo ai nostri territori come la Riviera del Brenta e l’area di Mestre», dice Donadel, «Per il 14 novembre saremo in piazza con lo slogan “Incrociamo le braccia – Incrociamo le lotte”. Le grandi opere come la Orte-Mestre sono pensate per favorire la speculazione fondiaria e finanziaria. A pagare queste scelte sono sempre e solo i cittadini e i lavoratori».

Doppio l’appuntamento che il Comitato dà ai propri sostenitori: alle 9 al Municipio di Mestre per al corteo cittadino organizzato dagli studenti, e alle ore 15 in via Palazzo per una Critical Mass (biciclettata) intorno alla città per dimostrare contro la Romea Commerciale.

Intanto è un coro di no da parte dei sindaci della Riviera e del Miranese. Già sei Consigli comunali si sono espressi nei mesi scorsi contro la Romea Commerciale: Mira, Dolo, Pianiga, Camponogara, Campagna Lupia e Mirano. Ora i sindaci contrari vogliono agire all’unisono. «Contatterò tutti i colleghi», spiega il sindaco di Camponogara Giampietro Menin, «per agire insieme e fermare quest’opera devastante». Infine i partiti. «Come Pd di Mira», dice il capogruppo Francesco Sacco, «siamo totalmente contrari a quest’opera. Va messa in sicurezza la Romea attuale».

Sprona i sindaci il deputato della Lega, Emanuele Prataviera, «anche se lo stesso partito che rappresenta ha voluto fortemente l’opera. «È fondamentale che gli amministratori si muovano ora, altrimenti sarà troppo tardi».

Alessandro Abbadir

 

Non sono decollati i contratti “Telepass Family” da stipulare con Cav per poter usufruire delle tariffe agevolate per i residenti dopo i forti rincari

MIRANO. Lo sconto in autostrada? Sono appena 12 i nuovi contratti Telepass Family sottoscritti da gennaio a giugno per usufruire dell’agevolazione che riguarda i residenti di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga. Lo rivela lo stesso ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato 5 Stelle miranese Emanuele Cozzolino.

«L’agevolazione», spiega Lupi, «ha determinato nei primi sei mesi dodici nuovi abbonamenti Telepass Family per la tratta Padova Est-Mirano Dolo. L’adesione allo sconto rispetto al numero dei transiti totali sulla stessa tratta è stata pari all’8,53% ad aprile, all’8,27% a maggio e all’8,27% a giugno».

Sconto snobbato dunque. Era stato previsto a inizio anno, nel vortice delle polemiche per gli aumenti sulla tratta Padova-Mestre. Ma subito erano anche state trovate le alternative: uscire al casello di Spinea sul Passante, invece che da quello di Mirano Dolo sulla A57 o riversarsi sulla rete ordinaria. Cosa, quest’ultima, che i comuni hanno subito visto a occhio nudo. Il beneficio per i residenti proposto da Cav-Concessioni autostradali venete dopo gli aumenti è del 40%, ma riguarda un numero minimo di 20 transiti mensili. In pratica oggi per percorrere la tratta Mirano Dolo-Padova est e viceversa si pagano 2,80 euro. Fino all’anno scorso erano 90 cent. Risultato: anche con lo sconto è comunque più che in passato e dunque a molti conviene scegliere altre vie. Come dire: i pendolari alla fine preferiscono il risparmio reale allo sconto di Cav.

Cozzolino non usa mezzi termini: «Lupi non solo ammette le criticità, ma dichiara pure di non volerle risolvere», afferma il deputato, «conferma una realtà evidente a tutti: il progetto originario del Passante non è stato realizzato e l’arretramento della barriera di Venezia-Mestre neppure. Abbiamo contestato la mancata liberalizzazione della tratta Mestre-Mirano Dolo, con contestuale realizzazione del casello a Dolo e gli aumenti tariffari sulla Mestre-Padova: la risposta del Ministero prova a giustificarli con il tentativo di ridurli e non di eliminarli, attraverso le agevolazioni. Preoccupa che il ministro Lupi si limiti a fotografare la realtà e non dia invece alcuna risposta in merito alla domanda su cosa intenda fare per eliminare i disagi. Un silenzio eloquente che equivale a dire: non intendo fare nulla, se la risolvano i pendolari».

Filippo De Gaspari

 

CAMPAGNA LUPIA «Sono contrario al progetto della Romea commerciale così come passato al Cipe. Porterò in consiglio comunale giovedì e alla prossima riunione dell’assemblea dei sindaci l’ipotesi di costruzione del raddoppio dell’attuale Romea sul lato laguna». A dirlo, dopo le manifestazioni di protesta dello scorso week end, è il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri. Il primo cittadino propone a tutti i sindaci e al suo consiglio comunale una ipotesi su cui negli anni passati si era già speso, cioè mettere in sicurezza l’attuale Romea con il raddoppio dell’attuale sedime stradale e collegare l’innesto con il Passante o la tangenziale di Mestre. Verrebbe completamente escluso in questo modo l’innesto più temuto cioè quello diretto a Roncoduro di Pianiga e sventrerebbe il territorio della Riviera.

Sabato il comitato Opzione Zero e tante altre associazioni hanno protestato sulla statale 309 con circa 150 persone. «La Romea Commerciale», hanno detto i comitati Opzione Zero, «è una sciagura per tutto il territorio. L’opera, dal punto di vista dei flussi del traffico, non regge. Avrà, secondo le previsioni, 45 mila auto nel 2030. Una cifra risibile rispetto alle altre grandi arterie del territorio nazionale. Quest’opera viaggia sulla stessa logica delle altri grandi opere e presenta gli stessi rischi del Mose». Contro l’attuale progetto si erano già espressi contro i Comuni di Mira, Dolo, Pianiga, Mirano e Camponogara.

(a.ab.)

 

Gazzettino – Spinea-Mirano “Aprite i caselli ai Tir”

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23

set

2014

SPINEA-MIRANO – Checchin: «Quando sarà pronto quello di Scorzè». Pavanello: «Prima va rifatta la strada»

Appello di Confindustria: «Così le imprese sono penalizzate»

«Gli accordi sono accordi e noi li rispetteremo. Appena verrà inaugurato il casello di Martellago-Scorzé, anche la nostra uscita sarà aperta ai camion». Ad annunciarlo sono il sindaco di Spinea Silvano Checchin e l’assessore alla Viabilità Giampier Chinellato, rassicurando i tanti imprenditori del Miranese che da anni sbottano per il lungo e dispendioso giro a cui sono costretti i camionisti. Al casello di Spinea attualmente vige infatti il divieto di uscita per i mezzi pesanti, disagi anche per i tir che escono a Mirano: non possono procedere dritti lungo via Porara, sono costretti a girare a sinistra verso la Riviera per poi reimmettersi nella “camionabile” viale Venezia. Un percorso allungato di una decina di chilometri che fa perdere tempo e sprecare benzina, ecco perché dalle industrie si alza ancora una volta l’appello: «Chi lavora in questo territorio chiede che il casello di Spinea sia aperto ai camion e che via Porara a Mirano sia accessibile ai tir in entrambi i sensi – spiega Pietro Frasson, titolare Trivengas e referente Confindustria per Mirano – In questo modo vengono penalizzate sia le industrie che il traffico cittadino». Da Spinea Checchin assicura che nei prossimi mesi il casello aprirà ai tir: «Aprirlo prima significava impattare troppo sulla viabilità locale, quando tutto sarà a regime il traffico sarà equamente distribuito. Noi intanto stiamo lavorando al tavolo istituito dalla Prefettura per ottenere nuove opere di compensazione. Le criticità sono soprattutto al quartiere Fossa, interessato da due caselli e dall’allargamento della Provinciale».
A Mirano, invece, l’apertura di via Porara ai tir in entrambi i sensi sembra lontanissima: «Va rifatto il fondo stradale che in un tratto è distrutto e non può proprio sopportare ulteriore traffico – spiega Maria Rosa Pavanello – L’intervento costa un milione di euro, era a carico del commissario straordinario del Passante e ora di Anas. Gli industriali sollecitino Regione e Anas a fare quei lavori, poi si potrà parlare di tutto il resto». I lavori al nuovo casello Martellago-Scorzé termineranno a novembre, l’apertura è prevista tra gennaio e febbraio.

 

Nuova Venezia – Romea Commerciale. Il Miranese si mobilita.

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19

set

2014

L’allarme del M5S di Spinea: «Non dobbiamo temere solo i volumi di traffico»

Tra le ipotesi di raccordo con l’A4 resta il casello di Crea. Domani il mega corteo.

SPINEA – Le paure di Spinea nei giorni della protesta contro la Orte-Mestre. «Città coinvolta, bene o male: attenti agli effetti negativi del nuovo traffico», tuona il Movimento 5 stelle, che porta in aula la questione: nel prossimo Consiglio comunale il gruppo capitanato da Massimo De Pieri presenterà una mozione relativa il progetto della nuova autostrada, chiedendo a tutti i consiglieri di esprimersi ed esortendo gli spinetensi a partecipare in massa alla giornata di protesta di domani assieme a tutti i Comuni della Riviera. «Anche il territorio del Miranese e di Spinea in particolare sarà interessato dagli effetti di quella che si preannuncia come la più grande opera infrastrutturale d’Italia», denuncia De Pieri, «il progetto, presentato da Anas e il cui promotore è una cordata di imprese e banche, prevede la realizzazione ex-novo di una autostrada a pagamento e a quattro corsie nel tratto Ravenna-Mestre. L’innesto al nodo viario della A4 però non è ancora stato deciso. Le due opzioni? Una prevede l’attraversamento della Riviera a Mira e Dolo e l’innesto a Roncoduro direttamente sul Passante, l’altra l’attraversamento della Riviera dopo Oriago, in comune di Mira e l’innesto sulla tangenziale di Mestre in località Villabona. Ma c’è una terza opzione prospettata, che prevede la deviazione dell’autostrada, lungo il confine dell’abitato di Oriago e a proseguire sul confine sud del comune di Spinea per innestarsi nel Passante all’altezza del casello di Crea. È stata respinta dalla Provincia, ma ciò nonostante, anche se l’opera non inciderà fisicamente sul territorio di Spinea, genererà effetti che interesseranno il territorio del Miranese, in particolare sotto l’aspetto ambientale». Secondo i grillini infatti, se si dovesse attuare l’opzione prevista dal primo tracciato, ciò comporterebbe lo spostamento sul Passante del traffico, specialmente quello pesante, che attualmente percorre la Romea da e per Trieste-Est Europa, utilizzando la A4. «Di conseguenza si riverserebbero sul territorio del Miranese e di Spinea in particolare, gli effetti dell’inquinamento atmosferico e acustico, andando ad aggravare ulteriormente una situazione già fortemente compromessa», spiega De Pieri. Nei mesi scorsi, di fronte all’ipotesi di un innesto a Spinea il sindaco Silvano Checchin era stato categorico: «Non se ne parla nemmeno».

Filippo De Gaspari

 

La società che costruirà il maxi insediamento vuole l’immediata riunione tecnica

In ballo il centro commerciale e direzionale ma anche il casello di Albarea

DOLO – Dopo mesi di silenzio torna la “bomba” Veneto City. L’occasione arriva da una lettera riservata inviata il 18 giugno scorso dai soggetti proponenti al Comune di Dolo, come responsabile del procedimento, e al comune di Pianiga, alla Provincia e alla Regione. Nel luglio 2013 i proponenti avevano presentato i documenti del «Progetto quadro», il Piano urbanistico attuativo (Pua) relativo al 1º e al 2º stralcio di fase1 del progetto «Veneto City» e il Progetto definitivo delle opere infrastrutturali. La documentazione era composta da 502 tavole: 76 elaborati per i Pua, 35 elaborati per il Progetto quadro e 391 elaborati per il progetto definitivo. Da allora era partita la fase dell’istruttoria da parte dei Comuni di Dolo e di Pianiga che avevano chiesto dei pareri che però, come si evince dalla lettera, non sono ancora arrivati costringendo i proponenti a sollecitare la questione. Nella lettera Veneto City Spa chiede infatti al comune di Dolo e agli altri enti di convocare “nei tempi tecnici più stretti possibili” la conferenza dei servizi nella quale devono partecipare gli enti interessati cui è stato richiesto il parere tecnico in fase di analisi del primo Pua. Si tratta quindi di soggetti proprietari o concessionari (Regione, Provincia, Consorzi di Bonifica, Comuni e Rfi – Rete Ferroviaria Italiana) nonché i soggetti competenti per materia (Enel, Cav, Soprintendenza ai Beni architettonici e ai Beni archeologici, Asl 13, Arpav). Nella stessa lettera si cita l’articolo 9 dell’accordo di programma che prevede la convocazione di un collegio di vigilanza che deve “esercitare il controllo tecnico sul programma degli interventi” e dirimere i dubbi. Inoltre si prevede che ogni ente nomini un proprio rappresentante in seno al collegio. I proponenti nella lettera segnalano che il collegio non è ancora costituito e l’unico rappresentante nominato è l’architetto Daniele Agnolon in rappresentanza di Veneto City Spa. Tra i temi in discussione c’è anche il casello autostradale di Albarea.

Giacomo Piran

 

Comunicato Stampa congiunto Opzione Zero, Re-Common, Counter Balance

25 giugno 2014

L’operazione Project Bond per il Passante di Mestre è a forte rischio corruzione. Intervenga subito Cantone per bloccare l’emissione dei titoli “tossici”

Opzione Zero, Re:Common e la Rete Europea Counter Balance oggi hanno scritto al presidente dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione Raffaele Cantone per manifestare tutti i loro dubbi e le loro preoccupazioni in merito all’operazione di rifinanziamento del debito del Passante di Mestre attraverso l’emissione sui mercati finanziari dei famigerati Project Bond per 700 milioni di euro. Val la pena ricordare che solo un anno fa la Spa pubblica CAV, gestore del Passante, aveva già ricevuto due finanziamenti: uno dalla BEI per 350 milioni di euro, e uno di 73,5 milioni di euro direttamente da Cassa Depositi e Prestiti.

Per l’acquisto dei titoli finanziari legati all’opera, in quella che viene annunciata come la prima operazione italiana di project bond europei, sono in pole position cinque banche private, tra cui Banca Intesa e Unicredit, Il beneficiario del nuovo finanziamento è appunto la Concessioni Autostradali Venete (CAV) Spa, partecipata al 50% da Regione Veneto e ANAS SpA, costituita nel 2008 con lo scopo di rimborsare a ANAS circa 1 miliardo di euro anticipato per la costruzione del Passante di Mestre e delle opere complementari. Il rimborso avrebbe dovuto avvenire attraverso il gettito dei pedaggi, ma fin da subito si è visto che gli introiti annuali erano insufficienti a ripagare i costi sostenuti.

Costi, è bene ricordare, che dai 750 milioni di euro preventivati inizialmente, sono schizzati nel giro di pochi anni a oltre 1,4 miliardi di euro. Proprio la Corte dei Conti nel 2011 in una relazione ufficiale metteva in evidenza l’aumento spropositato dei costi, nonché l’assenza di controllo pubblico e il rischio di infiltrazione mafiosa. Nel 2013 scoppia in Veneto il caso Mantovani e poi lo scandalo MOSE; e guarda caso il principale esecutore dei lavori di costruzione del Passante di Mestre è la società Mantovani Spa, così come tra i principali soci della società Passante di Mestre scpa, il general contractor che si è aggiudicato la gara per la costruzione del by-pass di Mestre, ci sono le stesse società consorziate con Il Consorzio Venezia Nuova ora al centro della vicenda MOSE. Non sfugge poi l’arresto dell’assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso, e la richiesta di arresto dell’ex-governatore Giancarlo Galan, i due dei principali artefici del Passante.

Nonostante il quadro fosse ormai chiaro da tempo, le spericolate operazioni finanziarie di CAV  SpA sono state avallate dall’attuale Giunta Regionale in carica con le delibere n. 1992/2012 e 493/2013 e dai suoi rappresentanti politici nel Consiglio di Amministrazione della società (tra questi fino a poco tempo fa anche l’arrestato Giampietro Marchese, in quota PD). E di questo dovrà risponderne in pieno proprio il Presidente Luca Zaia, che ancora oggi si dichiara ignaro di tutto il malaffare e la corruttela che ha coinvolto la sua Giunta.

“Il vaso di Pandora ormai è stato scoperchiato” ha dichiarato Mattia Donadel, presidente di Opzione Zero. “Quello che emerge in modo chiaro e inequivocabile dalle inchieste in Lombardia e in Veneto è che il “sistema” delle Grandi Opere e del Project Financing sono pensati e strutturati unicamente per alimentare lobby politiche e affaristiche delinquenziali. Tuttavia gli arresti e i procedimenti penali in corso non fermano gli iter dei vari progetti “in cantiere”, e nemmeno le ricadute perverse delle opere già realizzate, prima tra tutte il Passante di Mestre” ha aggiunto Donadel.

“L’emissione dei Project Bond aprirà un altro buco dopo quello provocato solo qualche mese fa dalla stessa CAV con Cassa Depositi e Prestiti e con Banca Europea degli Investimenti per altri 423,5 milioni di euro”, ha affermato Elena Gerebizza di Re:Common.

Per queste ragioni nella lettera al presidente Cantone si chiede conto delle attività di monitoraggio svolte sulle azioni della Regione Veneto e sull’intenzione o meno di inglobare nelle indagini dell’Autorità Anti-Corruzione le operazioni relative all’emissione di project bond, nonché, visto il coinvolgimento della Bei, sulla possibilità di promuovere un’azione di cooperazione nell’ambito del network European Partner Agaist Corruption (Epac), al fine di chiedere maggiori trasparenza alla Banca europea per gli investimenti.

 

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