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L’opera incompiuta

VIGONOVO – Cinque video clip dei sindaci di Vigonovo, Campolongo, Arzergrande Sant’Angelo e Piove di Sacco saranno inviati alla Regione con un appello preciso: fare presto l’idrovia Padova Venezia. A registrare i video a Vigonovo con il sindaco Damiano Zecchinato e a Campolongo con il sindaco Alessandro Campalto e nei giorni scorsi negli altri comuni sono stati i volontari di Legambiente e del comitato “Brenta sicuro”.

I comitati hanno consegnato ai sindaci il documento di aggiudicazione definitiva dell’esito di gara per l progetto preliminare dell’idrovia.

«Le consegniamo il documento che abbiamo ricevuto dalla Regione», ha scritto Marino Zamboni in una lettera inviata ai sindaci, «che ci invita a presentare osservazioni sul progetto stesso e, nel contempo, garantisce la nostra presenza per discutere sulle soluzioni. Secondo noi serve una portata di almeno 400/450 metri cubi al secondo e navigabilità di V classe. Crediamo che ci sia bisogno di una ulteriore “spinta” dei cittadini e delle amministrazioni locali affinché la politica, anche nazionale, si interessi dell’opera e del suo rapido completamento, per la salvaguardia dalle alluvioni che incombono nei nostri territori, contribuendo al cambio di “rotta” rispetto alla diffusa cementificazione e scriteriato consumo di suolo. La navigabilità commerciale (senza ferrovia o, peggio, camionabile) contribuirà a ridurre l’inquinamento ambientale ed avrà positivi risvolti su economia e occupazione».

L’Idrovia aspetta da 50 anni. Se ultimata, proteggererà una zona ad alto rischio di alluvioni, darà impulso al turismo sulle vie d’acqua e toglierà parte del traffico merci dalle strade. Mancano 13 chilometri da scavare, ma dopo 50 anni e 55 miliardi di vecchie lire spesi, il canale è incompiuto. Un flash mob pro idrovia è stato fatto dai sindacalisti della Fillea Cgil mercoledì mattina a Vigonovo.

(a.ab.)

 

Nuova Venezia – In 1500 per il Brenta in sicurezza.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

22

set

2013

 

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Folla ieri alla manifestazione di nove sindaci sul ponte di Bojon: «Mai più un’alluvione come nel 1966»

CAMPOLONGO «La ripresa economica non può prescindere dalla messa in sicurezza del territorio. Se il Brenta esonda vanno a picco tantissime aree industriali cuore dell’economia veneta. La Regione e lo Stato devono dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini che non vogliono si ripeta una alluvione come quella del 1966».

Così ieri ha parlato il sindaco di Campolongo Maggiore dal palco allestito sul ponte di Bojon sopra il Brenta. Una manifestazione contro il degrado delle rive alla quale hanno partecipato oltre 1500 persone, che è stata organizzata dal comitato Brenta Sicuro con la partecipazione di sindaci e assessori di Campolongo, Piove di Sacco, San Angelo di Piove, Codevigo, Fossò, Stra, Camponogara, Campagna Lupia e Vigonovo. Sindaci che sono stati salutati al loro arrivo dai motociclisti del Club Bikers di Bojon. Cartelloni di e striscioni di protesta sono stati piazzati in tutti i Comuni interessati dal passaggio del Brenta.

«Siamo preoccupati per le ultime piene», ha spiegato il portavoce del comitato Brenta Sicuro, Marino Zamboni, « Abbiamo visto franare letteralmente le rive. A maggio scorso, si sono verificati fontanazzi ed infiltrazioni ampi centinaia di metri a Bojon , Sandon , Liettoli e Corte. La portata del Brenta è tripla rispetto a quella del Bacchiglione che tanti guai ha prodotto esondando nel 2010. Cosa si aspetta ad investire? La Regione quanto vuole investire per risolvere questa situazione?».

Tanti cittadini arrivati a manifestare con bimbi e ragazzi al seguito avevano nei loro ricordi la terribile situazione vissuta nel 1966. Un fatto rimasto come un incubo nella memoria collettiva delle comunità. Una esperienza vissuta anche del vicesindaco di Piove Lucia Pizzo che ad un anno di vita vide la casa dei genitori spazzata via dall’acqua a Campolongo quando gli argini si ruppero.

«Siamo qui», ha detto alla gente il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto, «perché bisogna agire e subito per evitare che questo fiume ci travolga. Gli argini hanno pericolose erosioni. Non vogliamo che si ripeta la tragedia del 1966 che seppellì sotto due metri d’acqua Campolongo e Bojon. Se si rompe il brenta finiamo sotto 40 milioni di metri cubi di acqua. Siamo a favore dell’Idrovia che va costruita, subito». Dal Genio Civile è arrivata la promessa di un intervento di monitoraggio in tempi rapidi. «Tiziano Pinato, uno dei responsabili del Genio Civile», ha detto Campalto, «mi ha inviato una lettera in cui mi assicura che nelle prossime settimane saranno fatti dei sondaggi per verificare la tenuta delle sponde». Il sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato, ha assicurato di aver avuto dal Governatore Luca Zaia la promessa di investimenti ad hoc per il Brenta. “«Ma per mettere completamente in sicurezza le rive, ha ricordato Zecchinato, «bisognerebbe tagliare 90 chilometri di argini longitudinalmente e metterci una colata di cemento armato fino alle falde. Un’opera ciclopica per la quale ci vogliono miliardi di euro che non ci sono. Zaia però mi ha assicurato che l’Idrovia e le manutenzioni andranno avanti a ritmo spedito».

Alessandro Abbadir

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Drammatico il dissesto delle rive del fiume È triplicato nel corso degli ultimi 10 anni

CAMPOLONGO – Il fiume Brenta che scorre sotto il ponte di Bojon, è conosciuto in termini tecnici come “ Brenta della Cunetta” ed è è il ramo principale tuttora esistente del fiume. Si tratta dell’ opera finale delle diverse realizzazioni idrauliche degli alvei del fiume compiute in sette secoli di lavoro. Il Brenta Cunetta fu iniziato dagli austriaci nella prima parte del 1800 e terminato, ai primi anni del 1900 con il Regno D’Italia. Questo ramo inizia da Stra, prosegue per Vigonovo, Fossò , Campolongo, Corte di Piove di Sacco, Codevigo, Valli di Chioggia. Sfocia poi in Adriatico in località Isola Verde sempre a Chioggia . I dati che emergono dai monitoraggi del fiume fatti dai volontari del Comitato Brenta Sicuro e dalla protezione civile di Campolongo, Fossò e Vigonovo nel 2011 sono davvero preoccupanti. Dal rilevamento fatto circa un anno e mezzo fa infatti si è verificato che dal dissesto sono interessati circa 1600 metri di sponda sull’argine sinistro e 1800 sull’argine destro, ovvero il 40-45% della tratta arginale presa in considerazione, che è pari a circa otto chilometri. Nel rilievo che era stato fatto a febbraio-marzo 2003 erano interessati da frane e sradicamenti circa 880 metri di sponda destra e sinistra (10-15% della medesima tratta). Insomma in circa 10 anni c’è stato un triplicamento dell’area dissestata. Ma sono tutti e 90 i chilometri di argini (nelle due sponde) del tratto conclusivo del Brenta da monitorare.

(a.ab.)

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Gazzettino – Brenta, la protesta dei mille

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 1 Comment

22

set

2013

CAMPOLONGO – Anche nove sindaci alla manifestazione di “Brenta sicuro”

Mille in corteo per la sicurezza degli argini

Nove Comuni coinvolti, un migliaio di persone presenti e una petizione con 500 firme per sollecitare il recupero degli argini del Brenta. Così ieri il comitato che ha promosso la manifestazione al ponte di Bojon, nei pressi di Campolongo Maggiore, ha vissuto l’intensa giornata di mobilitazione per sollecitare la Regione Veneto e il Genio civile a intervenire per scongiurare il rischio di alluvione sugli argini del Brenta da Stra a Brondolo abbandonati all’incuria.

 

LE RASSICURAZIONI DELLA REGIONE

Presto i lavori di messa in sicurezza

«Zaia è consapevole del problema, per questo ha promesso – dice il sindaco di Vigonovo – che la messa in sicurezza del Brenta si farà»

 

CAMPOLONGO – Il comitato: «Siamo solo all’inizio». Zaia promette interventi

Brenta, la protesta dei mille

Folla alla manifestazione per la sicurezza degli argini. Folta rappresentanza di sindaci

Nove comuni rappresentati (sei veneziani e tre padovani), più di mille cittadini e 500 firme raccolte alla manifestazione del comitato “Brenta sicuro” ieri a Campolongo Maggiore per chiedere un intervento urgente alla Regione Veneto e al Genio Civile in modo da scongiurare lo smottamento degli argini del taglio del Brenta, canale che da Stra raggiunge Brondolo. Un corso d’acqua costruito dagli austriaci a fine ottocento, come ha spiegato il sindaco di Vigonovo, Damiano Zecchinato, senza che poi ci sia mai stata una reale manutenzione. Per Marino Zamboni, presidente del comitato, la manifestazione è solo l’inizio di una sensibilizzazione che guarda agli altri territori coinvolti. Tutti uniti per scongiurare un nuovo 1966, anno della drammatica alluvione, ma anche un nuovo 2010, anno delle catastrofiche inondazioni nella bassa padovana.
La novità, dopo il preoccupante studio della protezione civile che dimostra i cedimenti con infiltrazioni d’acqua verso le campagne, arriva proprio da Zecchinato che ha avuto un colloquio con il presidente della Regione Veneto. «Zaia è consapevole del problema, per questo ha promesso – dice Zecchinato – che la messa in sicurezza del Brenta si farà e mi ha chiesto, come presidente della conferenza dei sindaci, la consegna alla Regione di uno nuovo studio, da redigere con il Genio Civile, che evidenzi il problema. Tutto il Veneto è interessato da tali fenomeni, il Piave forse ancor più. Servono un miliardo e 400 mila euro». Per Alessandro Campalto, sindaco di Campolongo Maggiore, la Regione deve comunicare lo stato di gravità delle cose per consentire ai sindaci, che non hanno competenze sugli argini, di mettere in atto i piani di protezione civile come tutori della sicurezza. «Il dirigente regionale della difesa del suolo – ha detto Campalto – ha scritto una nota nella quale riconosce l’esistenza dei crolli e li giudica non preoccupanti anche se si continua con l’arginatura e la redazione di studi. Non possiamo rilanciare l’economia se le aziende rischiano di subire allagamenti».
Per tutti una soluzione immediata potrebbe consistere nella messa a regime dell’idrovia come canale scolmatore capace di far defluire 350, 400 metri cubi d’acqua al secondo in caso di piena. Per Federica Boscaro, sindaco di Fossò i sindaci devono pungolare le autorità competenti, linea che ha trovato concorde Lucia Pizzo, vicesindaco di Piove di Sacco. Per Annuzio Belan, sindaco di Codevigo, vanno coinvolti tutti i sindaci delle province di Padova e Venezia, per Giampietro Menin gli interventi per la sicurezza idraulica devono poter non esser conteggiati nel patto di stabilità. Andrea Tramonte, vicesindaco di Campagna Lupia ha ricordato le recenti alluvioni in zona del 2007 mentre per Adriano Magro, assessore all’ambiente di Sant’Angelo di Piove, la battaglia non deve cadere. Infine per Antonio Draghi del Cat la Regione deve passare da una politica di trasposto su gomma a forme diverse, valorizzando i corsi d’acqua.

Emanuele Compagno

 

Nuova Venezia – Sicurezza del Brenta a Bojon

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21

set

2013

MANIFESTAZIONE DEI SINDACI

I bikers scorteranno i primi cittadini della Riviera e della Saccisica

CAMPOLONGO. Ci saranno anche i bikers stamattina alla manifestazione per la sicurezza del fiume Brenta che si terrà sopra il ponte di Bojon alle 10. I bikers della frazione di Bojon scorteranno i sindaci della Riviera e della Saccisica all’evento organizzato dal comitato Brenta Sicuro. Hanno dato la loro adesione i primi cittadini di Campolongo Maggiore, Camponogara, Fossò e Stra nel Veneziano, Piove di Sacco, Vigonovo e Sant’Angelo di Piove nel Padovano.

La manifestazione è stata pensata per porre l’attenzione sul degrado del corso d’acqua. Dal rilevamento fatto un anno e mezzo fa si è verificato che dal dissesto sono interessati circa 1600 metri di sponda sull’argine sinistro e 1800 sull’argine destro, ovvero il 40-45% della tratta arginale presa in considerazione, che è pari a circa otto chilometri.

Intanto una risposta a queste richieste arriva dall’assessore regionale Maurizio Conte «La situazione relativa alla sicurezza degli argini del Brenta», spiega Conte, «così come viene prospettata dal Comitato Brenta Sicuro e da alcuni amministratori della Riviera, è conosciuta dagli uffici della Regione.

Gli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio interessato sono tra quelli da fare il prima possibile. Sono stati inseriti nei prossimi piani di finanziamento».

Per quanto riguarda i fontanazzi, assicura Conte, «si tratta per lo più di infiltrazioni di campagna su cui il competente Genio Civile sta già predisponendo uno apposito studio per la progettazione delle opere più adeguate».

«Le risorse che la Regione può mettere in campo», aggiunge Conte, «non sono illimitate. Gli interventi da effettuare sono molti e vengono effettuati in progressione mano a mano che le risorse si rendono disponibili».

(a.ab.)

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