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APPELLO DELL’ADICO

Orario cadenzato, depotenziamento del servizio, linee spezzettate. Dal 2013 sul tratto ferroviario Venezia-Belluno la situazione per i pendolari è diventata insostenibile. Adico, associazione difesa consumatori che può contare su migliaia di soci, dopo aver incontrato in questi giorni i rappresentanti del gruppo “Il treno dei desideri”, formato dai pendolari dell’Alto Trevigiano che vivono quotidianamente le problematiche del trasporto ferroviario sulla linea Venezia-Belluno-Calalzo, lancia un appello ai candidati alla presidenza della Regione e invita gli utenti a raccontare le proprie storie anche attraverso il sito dell’associazione (www.associazionedifesaconsumatori.it).

«Chi andrà a governare la Regione – dice Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – dovrà prendere in mano subito la situazione della mobilità ferroviaria del Veneto».

 

SALZANO  «Binario da raddoppiare tra Maerne e Noale»

“Un bus in piu’? Solo pagando”

La protesta del sindaco: «Actv non ha i fondi e li chiede al Comune»

C’è chi chiede un treno in più per poter rientrare la sera da Venezia e chi invoca un autobus per raggiungere l’ospedale di Dolo. I lavoratori della domenica si lamentano per la carenza di convogli nei giorni festivi, gli studenti descrivono invece pullman stracolmi su cui è difficile perfino salire. I problemi del trasporto pubblico nel Miranese sono tanti e sono sempre molto sentiti, e ogni tema è stato affrontato giovedì sera alla Filanda di Salzano in un’assemblea che ha visto intervenire il sindaco Alessandro Quaresimin, il consigliere regionale Bruno Pigozzo, il sindacalista Cgil Ilario Simonaggio ed Elena Guida in rappresentanza del comitato di pendolari.

Si è parlato sia del servizio Actv sia di quello Trenitalia, partendo sempre da una considerazione di Pigozzo: «In Veneto l’ultimo Piano complessivo dei trasporti risale al 1990. Sono passati 25 anni».

Per quanto riguarda gli autobus Salzano è sicuramente il Comune più penalizzato del Miranese, essendo il meno collegato con Venezia.

«Qui il servizio Actv si sta spegnendo un po’ alla volta – ha detto Quaresimin -. Alla domenica praticamente non ci sono più bus, ma anche le corse scolastiche sono insufficienti rispetto all’utenza. Un altro problema è che non ci sono mezzi diretti all’ospedale di Dolo, e Actv con noi è stata chiara: una corsa aggiuntiva si può prevedere, autisti e mezzi sono a disposizione. Ma loro non hanno disponibilità economiche, la corsa dovremmo pagarla noi. Sì, con quali soldi?».

Il sindaco ha parlato poi del problema-treni: «Il nuovo orario cadenzato ha comportato molti problemi, sulla Bassano-Venezia la situazione è scoraggiante: il nostro parcheggio ferroviario era sempre pieno, ora è mezzo vuoto perché molti scelgono altre stazioni o si muovono in auto».

Elena Guida entra nel merito: «Mancano corse al mattino presto e alla sera, per operai o commesse che lavorano a Venezia è un problema serio. Nei festivi ci sono meno treni, come fanno tutti quelli che lavorano a Venezia nel weekend?».

L’altra grande richiesta è il raddoppio di binario almeno tra Maerne e Noale: «È indispensabile per consentire una maggior fluidità di traffico ferroviario. Se ne parla da anni, manca la volontà politica regionale», sbotta Quaresimin.

Simonaggio chiama in causa Renato Chisso, arrestato per lo scandalo-Mose: «Per anni abbiamo avuto un assessore regionale interessato soprattutto a strade ed autostrade, piuttosto che alla mobilità su treno. Questo è il risultato».

Gabriele Pipia

 

Gazzettino – “Dateci treni veloci e orari umani”

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25

apr

2015

TRASPORTI – I pendolari, dopo le polemiche con la Regione, presentano un pacchetto di richieste

Potenziare la linea Udine-Trieste. Battaglia per il Micotra dal mare a Villach

TRIESTE – «Che questa figuraccia della Regione serva almeno a far capire la nostra condizione reale e a darci una mano vera. Ma adesso mettiamoci una pietra sopra».

I pendolari, per bocca di Andrea Palese del Comitato Alto Friuli in piena condivisione con gli altri Comitati regionali, chiudono la polemica sulla sostituzione del treno a beneficio dei dipendenti regionali da Trieste a Udine e rilanciano sul terreno delle prossime battaglie: un orario che da dicembre diventi strutturato, andando «ben oltre quello cadenzato», in base a una serie di segnalazioni contenute in un nuovo documento che ci si appresta a consegnare a Trenitalia. E poi: i treni transfrontalieri con la Carinzia Micotra in partenza non più da Udine ma da Trieste alla volta di Villach, «in modo da soddisfare ad un tempo le esigenze di noi pendolari e dei turisti», andando oltretutto a «servire la ciclovia Alpe Adria dall’Austria fino a Cervignano». L’idea è del leader del Comitato pendolari Fvg, l’udinese Marco Chiandoni, innamorato dei treni, umiliato dai loro disservizi e convinto, come Palese, che il Micotra sia «un’eccellenza regionale da valorizzare».

Non solo: «Ci battiamo anche per un treno veloce Udine-Trieste, contando sulla circostanza che da giugno a settembre entreranno finalmente in esercizio tutti e 8 i sospirati treni Civity, confortevoli e sicuri».

I pendolari attestano a Trenitalia di aver «cambiato completamente verso» nei rapporti con i viaggiatori: «Dirigenza in presa diretta con noi e i nostri problemi, personale viaggiante sorridente e sensibile», insomma «tanta collaborazione anche se è chiaro che non dobbiamo pretendere miracoli, non tutto è dovuto e la verità in tasca non ce l’ha nessuno». In ogni caso è un fatto che le Ferrovie «ce la stanno mettendo tutta»: parola di pendolari, impensabile in questi termini anche soltanto pochi mesi fa.

Ma accanto allo zucchero, come nella migliore tradizione epifanica, c’è anche qualche pezzetto di carbone, che naturalmente viene destinato a Mamma Regione: «Mi sono laureato in diritto regionale con il nostro amatissimo Statuto di autonomia – spiega Palese – ma continuo a vederlo svilito, prima ancora che minacciato». In altre parole: «La Regione ha le competenze e i soldi per organizzare meglio i servizi, dunque cosa aspettiamo? Non vorranno mica farci attendere il 2017 con l’entrata in servizio del gestore unico del trasporto su gomma? Non se ne parla nemmeno».

Maurizio Bait

 

La Donazzan ai pendolari: «Fatemi da consulenti »

ODERZO – Sono stati ricevuti da Elena Donazzan, assessore regionale ai Trasporti. Loro sono i pendolari del gruppo spontaneo “Oderzo si muove”, nato un paio d’anni fa per mantener alta l’attenzione sulla tratta ferroviaria Treviso-Portogruaro. Questo Comitato di pendolari ha sempre evidenziato i problemi nati con l’introduzione dell’orario cadenzato, ma non solo. Si è preoccupato anche di far presente a Trenitalia la mancanza di una biglietteria automatica (poi installata alla stazione opitergina), gli atti vandalici alle obliteratrici (poi sistemate). Tanto che la Donazzan è rimasta sorpresa ed ha chiesto loro di diventare consulenti. Mandando una nota entusiasta sull’attività che svolgono.

«All’inizio pensavo che la delega ai trasporti fosse un guaio infinito e indistricabile, soprattutto con i comitati dei pendolari, giustamente arrabbiati quando le cose non funzionano. Sulla mia strada ho trovato invece un gruppo strepitoso. Oderzo si muove è l’evocativo nome scelto dal gruppo di pendolari più dinamici che si ingegnano per risolvere i problemi della loro tratta. All’incontro nel mio ufficio si sono presentati con una tabella orario perfetta al minuto secondo, insomma ingegneria ferroviaria pura. Tra di loro un “genietto” da me così soprannominato per avere elaborato grafici, tabelle, tratte. A lui ho chiesto la disponibilità di diventare consulente gratis, per la Regione».

Naturalmente i pendolari di “Oderzo si muove” sono soddisfatti del nuovo clima instaurato in Regione e stanno prestando la più amplia collaborazione.

(an.fr.)

 

L’assessore Zottis in campo

SAN DONÀ – Ritardi per i treni dei pendolari, il Comune incontra la Regione. È successo dopo i nuovi disagi causati da un guasto a livello nazionale al sistema informatico (questa la giustificazione di Trenitalia), che ha portato alla cancellazione di una serie di treni in orario pendolari tra Venezia e Portogruaro. Disagio che si è aggiunto alla mancanza, queste le maggiori lamentele da parte degli utenti, di informazioni tempestive.

«Ad esempio nel caso del treno delle 6.01 da San Donà con arrivo a Venezia alle 6.50 – spiega l’assessore Francesca Zottis – è stato annunciato semplicemente il ritardo, ma le persone in attesa hanno saputo della sua soppressione solo dopo un’ora da quello che avrebbe dovuto essere l’orario di partenza».

La cancellazione del treno in arrivo a Venezia alle 6.50 ha provocato, a seguire, la cancellazione anche del treno da Venezia delle 7.11. Zottis ha incontrato il nuovo direttore di Trenitalia passeggeri Veneto Tiziano Baggio «il quale mi ha formulato le sue scuse per l’inconveniente: questo è un bel segno di una rinnovata disponibilità».

Baggio ha annunciato che circolerà anche il sabato e la domenica (dal 18 maggio) il treno pendolari delle 4.13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5.25. «Inoltre per la prima volta da molto tempo si è discusso nel dettaglio di richieste del comitato pendolari, perciò confidiamo anche per le altre nostre richieste, a partire dal ripristino di un treno in orario tardo-serale per i lavoratori che tornano da Venezia».

Fabrizio Cibin

 

I comitati dei pendolari e gli amministratori comunali hanno incontrato il direttore Baggio

Conte e Follini contro l’assessore Donazzan: «Aveva organizzato l’incontro, assenza inspiegabile»

QUARTO D’ALTINO – Circolerà anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno dei pendolari numero 10.000 delle 4.13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5.25 e per esigenze di rotazione, orario incrementato al sabato e alla domenica, anche per il treno da Venezia delle 6.11 con arrivo a Portogruaro alle 7.23.

Sono i risultati annunciati ieri durante un incontro tra il direttore Trenitalia Passeggeri Veneto, Tiziano Baggio, i comitati pendolari e rappresentati da Luciano Ferro e Nicola Nucera e gli amministratori della tratta: presenti il sindaco di Quarto, Silvia Conte, l’assessore Francesca Zottis di San Donà e il sindaco di Marcon Andrea Follini, il vicesindaco di San Stino, Mauro Marchiori e il consigliera di Roncade, Vivienne Moro.

Ma ci sono state polemiche per l’assenza dell’assessore regionale Elena Donazzan. Un’assenza che ha indispettito tutti soprattutto perchè la Regione era l’organizzatrice dell’evento: «Dipiace un sacco per quest’assenza», commenta Conte, «l’assessore si è scusata, ma l’interlocutore politico è fondamentale per decidere le priorità. Se anche sotto il profilo tecnico sappiamo che le nostre proposte sono possibili, è necessaria la volontà politica della Regione di attuarle. È evidente che la Regione è in difficoltà, perché in scadenza e perché non riesce a chiudere il bilancio. È difficile che possano impegnarsi, sarà la nuova giunta a farlo e per questo spero in un ampio rinnovamento».

E ancora: «Siamo tornati all’attacco sul treno di mezzanotte di ritorno da Venezia, soppresso senza motivo, sappiamo che può essere ripristinato, ma si tratta di destinazione delle risorse, per questo ribadisco che serve la politica, è dalla primavera 2013 che lo diciamo, per fortuna le nostre battaglie sono servite a migliorare le cose».

Perplesso anche il sindaco Follini che sulla sua pagina Facebook ha postato l’assenza di Donazzan, sottolineando che la promotrice dell’incontro era proprio lei. «È stato un incontro molto positivo per l’apertura di Trenitalia Veneto su una richiesta importante quale il treno della mattina che serve non solo i pendolari, ma anche chi deve prendere le Frecce o treni di lunga percorrenza a Venezia», spiegano gli amministratori del Veneto Orientale, «inoltre per la prima volta da molto tempo si è discusso nel dettaglio di richieste del comitato pendolari».

Tra i temi oggetto di dibattito, la modifica dell’orario del treno delle 22.41 da Venezia, ripristinandolo in orario più tardo. «I lavoratori della Fenice o degli esercizi commerciali», aggiungono, «richiedono il ripristino del treno delle 22.57 o, cadenzandolo, delle 23.11».

È stato richiesto anche che il treno da Portogruaro delle 5.06, utilizzato soprattutto dai turisti, circoli il sabato e la domenica e nei mesi estivi. «È positivo che ci sia stata disponibilità a nuovi incontri per valutare il trasporto di bici sui treni, nonché una valutazione tecnica e una proposta alla parte politica in merito agli investimenti», concludono gli amministratori.

Marta Artico

 

QUARTO D’ALTINO – Il ripristino di alcune corse nel fine settimana e la promessa di una nuova stagione di dialogo. Si è concluso con qualche piccolo passo in avanti l’incontro convocato dal nuovo direttore passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio, che ieri ha ricevuto i sindaci e i comitati dei pendolari della tratta Venezia-Trieste. Tra i presenti, Nicola Nucera e Luciano Ferro, per i comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino, i sindaci di Quarto e Marcon, Silvia Conte e Andrea Follini, l’assessore Francesca Zottis di San Donà, il vicesindaco di San Stino Mauro Marchiori e la consigliera di Roncade, Vivienne Moro. Assente però l’assessore regionale Elena Donazzan.

Circolerà quindi anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno delle 4,13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5,25. E sarà incrementato l’orario anche per il treno da Venezia delle 6,11 con arrivo a Portogruaro alle 7,23. Altre risposte potrebbero arrivare entro qualche settimana sul problema del “vuoto” in pausa pranzo e sui treni (alcuni con oltre 150 passeggeri) che spariscono durante le vacanze.

«Finora il percorso non è stato condiviso con gli utenti e i sindaci – commenta Silvia Conte – Ma il nuovo direttore ci ha dato la sua disponibilità. Abbiamo chiesto a Trenitalia di programmare nuovi modelli di esercizio con i gestori degli autobus e di affrontare il tema del biglietto unico, perché ci sono fondi fermi che non sono ancori stati usati».

(m.fus.)

 

QUARTO D’ALTINO – Incredulo, il rappresentante del Comitato pendolari di Quarto d’Altino, Luciano Ferro, ha risposto alla telefonata della segreteria dell’assessore regionale Elena Donazzan. «Ci hanno convocato come rappresentanti del Veneto Orientale, assieme ai sindaci – racconta Ferro -. Non era mai successo prima».

Nelle stesse ore, la sindaca Silvia Conte riceveva l’e-mail dall’assessore Donazzan e la inoltrava subito a tutti i sindaci della tratta: data 31 marzo, sede di Trenitalia. A convincere la Regione e Trenitalia, dopo ripetute richieste dei pendolari e dei Comuni, sono state forse le ultime due lettere inviate dal comitato di Quarto e da Silvia Conte, ora candidata al Consiglio regionale. Ma c’è chi dice che la novità possa anche essere frutto di un approccio diverso voluto dal nuovo direttore regionale Veneto della divisione passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio.

«Speriamo che sia l’occasione per avviare una nuova condivisione delle decisioni – commenta Conte -, prendendo in considerazione anche la nostra proposta di orario cadenzato studiata con un gruppo di esperti del settore. Parleremo di questa tratta ma chiederemo attenzione anche per la Portogruaro-Treviso».

I comitati giusto qualche giorno fa hanno ribadito le urgenze da affrontare: «Ci sono ritardi, cancellazioni improvvise e disagi continui – aggiunge Ferro -. E con l’introduzione dell’orario cadenzato di sabato e nei festivi molti pendolari sono costretti a viaggiare in auto».

(m.fus.)

 

QUARTO – I comitati dei pendolari incontrano Regione e Trenitalia a Mestre. Martedì prossimo i portavoce dei cittadini che da parecchio tempo, oramai, chiedono più treni lungo la tratta Venezia-Portogruaro, la modifica di alcuni orari e la ricalibratura di fasce orarie, potranno discutere con l’assessore regionale che si occupa dei trasporti, Elena Donazzan, assieme a Trenitalia.

Solo qualche settimana fa il primo cittadino e candidata alle prossime regionali, Silvia Conte, aveva inviato alla Regione l’ennesima lettera condivisa da tutti i sindaci della tratta per segnalare le criticità e poterle discutere. Ciò che sindaci e pendolari vorrebbero approfondire, si leggeva nella nota, è cosa sia stato fatto in merito alle questioni più volte sollevate: l’avvio di un tavolo permanente della mobilità che coinvolga le amministrazioni e i rappresentanti dei pendolari, ma anche un riscontro alla proposta di orario ferroviario cadenzato trasmessa all’attenzione dell’assessore alla Mobilità ad agosto 2013 come base per avviare la verifica dei modelli di esercizio alternativi e più efficienti. L’invito è arrivato direttamente al sindaco Silvia Conte, che l’ha esteso ai colleghi.

(m.a.)

 

Le ditte non pagate dalla Coop costruzioni di Modena per i lavori alla Gazzera e in via Olimpia battono cassa al Coveco

Nel cantiere non hanno lasciato nemmeno una carriola. In compenso, hanno creato un “buco” di alcuni milioni di euro tra fornitori e subappaltatori non pagati. Che, adesso, battono alla porta della Covevo, il consorzio veneto della Lega delle cooperative che aveva affidato i cantieri mestrini dell’Sfmr ad una sua consociata, la Cooperativa costruzioni di Modena. Quella che ha bloccato la costruzione delle stazioni del “metrò di superficie” di via Olimpia oltre a tutta la viabilità del nodo della Gazzera.

«Siamo i primi a subire il default della nostra consorziata – allarga le braccia Devis Rizzo, presidente del consorzio che ha sede in via Ulloa -. Non sono falliti, ma stanno andando verso una procedura di concordato e forse da lì qualcuno ha detto a tutti i creditori di rivolgersi a noi. Ma noi i soldi ricevuti dalla Regione per l’avanzamento dei lavori li abbiamo interamente girati alla Cdc di Modena, crediti probabilmente ceduti alle banche».

A quanto ammonterebbe il “buco”? «Fornitori e subappaltatori avanzano qualche milione – risponde Rizzo -. Ho la fila qui fuori dalla sede di Marghera, ma i soldi che ha incassato il Consorzio sono stati tutti girati all’impresa».

Ricapitolando: il cantiere (della Regione) è più o meno fermo da almeno sei mesi, e comunque è tuttora abbandonato bloccando la realizzazione delle ultime due stazioni dell’Sfmr (Gazzera e via Olimpia) oltre alle bretelle e by-pass tra via Brendole, via Gazzera Alta e nuova stazione di via Olimpia. Un cantiere aperto il 3 settembre 2009 e che doveva essere chiuso in 930 giorni, cioè il 20 marzo 2012, ma – variante dopo variante – la data di consegna dei lavori era slittata fino al 16 ottobre 2014. Siamo nel marzo 2015 ed è tutto ancora un sentiero di guerra, con l’aggiunta che ora non c’è più nemmeno l’impresa.

«Ma noi non abbandoneremo il cantiere – riprende Devis Rizzo -. Nelle prossime ore revocheremo i lavori alla Cdc di Modena ed abbiamo già individuato un’altra impresa del nostro consorzio alla quale affideremo le opere. Siamo costantemente in contatto con la Regione e contiamo di chiudere a breve questo passaggio. Quando? In primavera contiamo di rimettere in moto il cantiere».

Di certo in Regione dovevano accorgersi un po’ prima che le cose non stavano andando per il verso giusto. Se l’appalto iniziale era stato aggiudicato per 12 milioni e 526mila euro alla Coveco, l’anno scorso l’ex assessore Renato Chisso portò in Giunta un “accordo bonario” con l’impresa. Per i vari problemi emersi a cantiere già aperto (perfino un errore nel calcolo delle distanze tra le nuove stazioncine di Gazzera e via Olimpia, costringendo a limitare la prima solo a servizio della linea per Udine, ed arretrando di 300 metri verso la Gazzera quella di via Olimpia, rendendola così raggiungibile a piedi anche da questa parte della città) la Coveco chiese un aumento dell’importo di altri 18,9 milioni di euro, una volta e mezza l’appalto iniziale.

Fatte tutte le valutazioni, la Regione accordò “solo” 2 milioni e 756mila euro in più alla Coveco (e quindi alla Cdc) che, però, non sono bastati a salvare i conti dell’impresa modenese, né a saldare i debiti con tutte le imprese ed i fornitori che in questi anni hanno lavorato nei cantieri di Gazzera e via Olimpia.

Oggi c’è solo da sperare che si trovi davvero un’altra impresa pronta a subentrare per riprendere i lavori: se la Coveco dovesse rinunciare all’appalto si dovrebbe infatti andare ad una nuova gara, con ulteriori ritardi di anni su un cronoprogramma ampiamente sforato. E anche il metrò di superficie finirebbe tra le tante, innumerevoli incompiute di Mestre.

 

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