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Prima uscita pubblica del nuovo ente

«Tutti uniti avremo più risorse»

MIRANO – Sindaci, consiglieri e dipendenti al lavoro per rendere operativa l’Unione del Miranese, approvata da tutti e sei i Consigli comunali coinvolti. Martedì prima uscita pubblica del nuovo ente, in occasione dell’incontro sulla Città metropolitana, anch’essa agli albori, tra dubbi e proclami. Dopo Venezia, l’Unione dei comuni del Miranese è apparsa come il soggetto amministrativo più consistente, già definito come la quarta città del Veneto, 125 mila abitanti e 150 chilometri quadrati di territorio. «Abbiamo voluto l’Unione per migliorare l’attività amministrativa del territorio, razionalizzandone la gestione, ottimizzandone gli effetti e riducendone i costi», hanno spiegato Monica Barbiero (Martellago), Maria Rosa Pavanello (Mirano), Michele Celeghin (Noale), Alessandro Quaresimin (Salzano), Nicola Fragomeni (Santa Maria di Sala) e Silvano Checchin (Spinea), «l’idea di base è che alcuni dei servizi principali, i più dispendiosi, vengano gestiti assieme. L’Unione inizierà con Polizia locale, Risorse umane e Protezione civile, ma i benefici non si limiteranno all’abbattimento dei costi. L’Unione darà anche maggiori opportunità e peso politico al nostro territorio. Per quanto riguarda i rapporti con Bruxelles, per esempio, quest’area potrà aspirare a ricevere più agevolmente fondi e finanziamenti europei. Anche su scala nazionale l’Unione garantirà significativi vantaggi: basti pensare che le ormai scarse risorse disponibili, in futuro, verranno distribuite dallo Stato privilegiando sempre più i comuni che lavorano in sinergia». Per quanto riguarda la Città metropolitana: «Saremo una delle sue componenti principali, con un ruolo che, presi singolarmente, i nostri sei comuni non sarebbero stati in grado di recitare ».

(f.d.g.)

 

«Cinque anni di riunioni senza risposte e di promesse non mantenute, ora basta: se entro fine anno non sarà pronto un calendario di interventi di mitigazione al Passante, noi scenderemo in strada». I residenti del quartiere «Fossa» non ne possono più: dal 2009 chiedono barriere e aree verdi per contrastare smog e rumori, ora alzano la voce: «In questa zona abitano quattromila persone: lungo il tragitto del Passante siamo l’area più popolosa eppure non abbiamo ottenuto niente» sbotta il portavoce Roberto Tozzato. Il 20 gennaio 2012 i residenti di via Roma, via Costituzione e di altre strade laterali presentarono un esposto alla Procura, corredato da quasi 300 firme raccolte in pochi giorni, per protestare contro gli accordi non rispettati. I residenti puntano il dito contro Veneto Strade, Cav, Anas, Comune e Provincia: «Ci avevano promesso una folta area verde e un’importante barriera fonoassorbente ma è arrivata solamente una barriera parziale, troppo bassa e certamente non sufficiente» spiegano i residenti, che chiedono anche un nuovo piano di zonizzazione acustica. Tozzato racconta tutto il disagio del quartiere: «Giorno e notte il rumore dei camion è insopportabile, per non parlare dello smog. A Mirano e Martellago qualche intervento di rilievo è stato fatto, a Spinea invece niente e i problemi si sommano: oltre ai disagi per il Passante, ora stiamo subendo i lavori in via Costituzione. Quando quella strada sarà ampliata, cambierà categoria e potrà sopportare per legge valori di decibel ancor più elevati. Non ne possiamo più». Ma una novità ora c’è: proprio nei giorni scorsi è stato composto un comitato tecnico per studiare un progetto di mitigazione ambientale fattibile anche dal punto di vista economico. Al tavolo si siederanno funzionari di Comune, Arpav, Provincia, Cav, Anas, Passante di Mestre e Ulss 13, oltre ad alcuni rappresentanti del comitato «La Fossa». «Per noi questa è l’ultima chance – sottolinea Tozzato -, se non vediamo risposte concrete torneremo a farci sentire con iniziative forti».

 

«Ridateci un luogo sano è l’ultima occasione»

A Spinea il dramma degli abitanti della Fossa: inquinamento e rumore

SPINEA «Queste riunioni sono l’ultima possibilità per risolvere i problemi di inquinamento e rumore nella zona della Fossa di Spinea. Dovessero fallire, allora potremmo bloccare anche il traffico in via Costituzione o scegliere altre forme di protesta». Roberto Tozzato, rappresentante del comitato «La Fossa», è stufo. In questi annii, specie dall’apertura del Passante (febbraio 2009) gli hanno promesso tutto e mantenuto niente. Nella zona continuano a mancare del tutto le famose “aree verdi di compensazione” e le barriere antirumore fanno ridere; a questo aggiungiamo il “buco” all’altezza della rotonda dove l’autostrada scende in galleria e che fa da grancassa. Negli ultimi tempi ci sono state delle riunioni tra enti interessati e cittadini; alla fine si è deciso di istituire un gruppo di lavoro che dovrà partorire un progetto in grado di ridurre le polveri sottili e il frastuono. Vi faranno parte la Provincia, l’Anas, Concessioni autostradali venete (Cav), società Passante di Mestre, Asl 13, Arpav e lo stesso comitato «La Fossa». «Siamo davvero all’ultima possibilità», rimarca Tozzato «perché ai problemi sono interessate 4 mila persone. Questa zona è molto popolata e se da questa nuova iniziativa non si arriverà a un vero progetto per fine anno, allora porteremo avanti altre iniziative. Bloccare il traffico? Non è da escludere. Siamo preoccupati per la salute nostra e dei nostri figli». Le questioni aperte sono le stesse da oltre cinque anni, che rischiano di aggravarsi con la fine dei lavori in via Costituzione. Da qui l’ultimatum, che assomiglia a un invito a fare qualcosa in tempi rapidi. «Sono mancate le opere verdi lungo l’autostrada», continua Tozzato, «e a gennaio 2012 avevamo presentato un esposto alla Procura per avere le mitigazioni. Sul Passante transitano camion, anche di notte, ma qui è stato fatto poco o nulla». Insomma, il tavolo tecnico diventa l’ultima possibilità per trovare una soluzione a un problema che si fatica a risolvere. «Chiediamo un progetto efficace da un punto di vista tecnico » «e da fare prima che l’allargamento di via Costituzione sia completato. A quel punto, questa strada potrà supportare più traffico, cambierà di categoria, i livelli di rumore potranno salire e ci troveremo in mezzo al caos. Già abbiamo subito un deprezzamento delle case e viviamo in punto inquinato. Inoltre si parla anche di nuovi fabbricati e aree produttive da costruire lungo l’autostrada. Chiediamo solo di poter vivere una vita normale».

Alessandro Ragazzo

 

Lettera a cav del sindaco di mirano

MIRANO – Aprile è passato e Cav, Concessioni autostradali venete, non ha ancora fornito, come promesso, i dati sui nuovi flussi di traffico, dopo l’aumento della tariffe autostradali di inizio anno. Così Maria Rosa Pavanello torna all’attacco: oggi stesso, al rientro dal ponte del Primo maggio, scriverà alla società di gestione del sistema A4-A57 per chiedere che fine abbiano fatto i monitoraggi. Non è una questione dapoco:da quando, il primo gennaio, sono scattati gli aumenti, in particolare quelli per il tratto tra Mirano-Dolo e Padova, il traffico in città è cambiato. Il sindaco non parla di aumento generico, ma di modifica delle principali dorsali di percorrenza: «Un maggior traffico, per esempio, nelle vie Venezia, Cavin di Sala e anche Dante sud, è sotto gli occhi di tutti. Cav ci aveva promesso i risultati dei monitoraggi dei primi tre mesi dell’anno, ne sono passati quattro, a voler essere pignoli e non abbiamo ricevuto nulla». Mirano non è disposta a glissare, anzi. Era stata Cav stessa a comunicare l’intenzione di fornire i dati sui nuovi flussi di traffico. «È stato avviato il monitoraggio quotidiano dei flussi di traffico ai caselli e lungo le tratte autostradali in gestione per verificare i comportamenti degli utenti», assicurava il presidente di Cav Tiziano Bembo, in una lettera ai sindaci interessati, ancora a inizio febbraio, «bisognerà però attendere almeno tre mesi prima che i volumi di traffico si siano stabilizzati e si possano fare valutazioni attendibili». L’annuncio aveva almeno parzialmente placato gli animi. Ma adesso Pavanello vuole i dati. Con lei anche il sindaco Silvano Checchin, primo cittadino di Spinea, che aveva firmato la lettera insieme alla collega miranese, essendo interessata dallo stesso problema per via della presenza a Crea del casello sul Passante. A Mirano il problema riguarda in particolare la direttrice viale Venezia-via Cavin di Sala, alternativa all’autostrada utilizzata da molti per raggiungere Padova, ma anche via Dante sud ne risente: «Per via», spiega Pavanello, «del traffico proveniente da via Parauro, a nord». Problemi che sisommano a problemi, visto che la situazione del traffico in tutto il quadrante nord di Mirano, attorno all’ospedale, è già delicata e di difficile soluzione.

Filippo De Gaspari

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L’ultima ondata di maltempo ha peggiorato la situazione a Zianigo, Salzano, Scorzè, Spinea e Noale

Lo storico ponte Grasso è ormai un colabrodo. Aumenta il dissesto nelle vie Cornarotta e Volta

MIRANO. È emergenza strade nel Miranese. Dopo l’ultima ondata di maltempo, il sole asciuga le vie di comunicazione allagate per giorni e rivela, in alcuni punti, una situazione al limite. Lo sanno bene gli automobilisti e soprattutto ciclisti e motociclisti, che in questo periodo dell’anno, con le prime uscite stagionali, sono sottoposti a una continua insidia. Caduto letteralmente nel vuoto, l’appello dei cittadini, raccolto anche dal presidente dell’Aci di Venezia, Giorgio Capuis, che aveva chiamato in causa i sindaci: «Investite sulla manutenzione delle strade».

Nel Miranese invece la situazione rimane difficile in molti, troppi punti. E a fronte di pericoli reali, si assiste all’ennesimo rimbalzo di responsabilità e competenze tra i diversi enti. Altro che principio di sussidiarietà: dove la gente protesta, i gestori delle strade sono sempre quelli del livello superiore e quando invece si bussa alla porta giusta, è la mancanza di fondi a giustificare i mancati interventi. Se la mettano via gli utenti della strada, sia che muovano veicoli a motore o a pedali: si procede tappando i buchi e le (poche) asfaltature occasionali, saranno ancora “a freddo”, cioè non risolutive. Anche per la bella stagione alle porte il programma di lavori è striminzito e nella maggior parte dei casi i problemi resteranno.

A Mirano è pietosa la situazione di via Scortegara: se a Zianigo, tra il centro e Villa Bianchini la strada è una gruviera senza soluzione di continuità, anche nel tratto verso Mirano i pezzi di asfalto saltano come cavallette a ogni passaggio d’auto, aprendo pericolose buche in carreggiata. Non va meglio a Salzano: ai confini con Mirano, lo storico Ponte Grasso è praticamente abbandonato a se stesso, ormai preda di rattoppi successivi che l’hanno ridotto a un colabrodo. Sempre a Salzano è precaria la situazione di via Circonvallazione, verso Luneo-Parauro, con buche e lunghi tratti dissestati. E più a nord, Salzano e Scorzè condividono la sempre più vergognosa condizione di via Cornarotta e via Volta: talmente grave che a risolvere il dissesto non basta neppure un’asfaltatura, dato che i danni interessano ormai il cassonetto stradale, cioè lo scavo sottostante. Pericoli sono stati segnalati anche in via Costituzione a Spinea, in via Noalese, tra Santa Maria di Sala e Noale e in via Cavin di Sala.

Filippo De Gaspari

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SANTA MARIA DI SALA. Fatta l’Unione dei comuni del Miranese. Anche Santa Maria di Sala, martedì sera, ha votato statuto e atto costitutivo: era l’ultimo dei sei consigli comunali a mancare all’appello. Ora tutti e sei i parlamentini di Mirano, Noale, Spinea, Salzano, Martellago e, appunto, quello salese, hanno formalmente aderito al progetto, decidendo di dar vita a un nuovo ente.

Il sindaco Nicola Fragomeni canta vittoria: «Abbiamo suggellato la nascita della quarta città del Veneto, con 120 mila abitanti e 150 chilometri quadrati di estensione», afferma «È qualcosa di storico, quello che sta nascendo ricorda a chi pensa al passato o anche solo al presente che così facendo ci si perde il futuro. Noi invece abbiamo guardato oltre».

In un Consiglio tesissimo, iniziato con l’uscita dall’aula di Lista Salese, in polemica per il mancato inserimento in discussione dell’accordo di programma relativo al centro scolastico, si è giunti al voto sull’Unione alla prima votazione, con la maggioranza dei due terzi, contrario solo il Movimento 5 Stelle, favorevole invece tutta la maggioranza e la lista di centrosinistra Civica Insieme. Prologo dell’ultimo nulla osta era stato lunedì, sempre a Santa Maria di Sala, un confronto pubblico sul tema dell’Unione, a cui avevano preso parte tutti i sindaci dei comuni coinvolti e l’estensore del progetto, Paolo Fortin.

Adesso l’Unione di fatto è realtà, anche se tutta da plasmare. Già il 6 maggio, al prossimo incontro sulla Città metropolitana di Venezia con il presidente pro tempore Giorgio Orsoni, i sindaci del Miranese parteciperanno per la prima volta in rappresentanza dell’Unione.

Plaude Michele Celeghin, sindaco di Noale, comune capofila del progetto: «Sei comuni lavoreranno assieme, decidendo strategie comuni per il miglior governo del territorio», afferma, «siamo partiti cinque anni fa da Noale, è stato un percorso lungo di conoscenza, acquisizione progressiva di fiducia. Ora parte la seconda fase, operativa, che metterà le basi per le prime aggregazioni di servizi tra i comuni. Si tratta di una rivoluzione amministrativa. Il Miranese sarà protagonista nei processi formativi dell’area metropolitana e la nostra gente al centro dell’attenzione in ottica non più campanilista, ma aggregativa».

(f.d.g.)

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S. MARIA DI SALA – Contrario il Movimento 5 Stelle che voleva il referendum

Mancava solo Santa Maria di Sala, ma ora c’è. Da martedì sera il comune salese è entrato ufficialmente a far parte dell’Unione dei comuni del Miranese, come è stato approvato in consiglio comunale. Al termine della seduta il sindaco Nicola Fragomeni ha subito chiamato gli altri sindaci dell’Unione per comunicare loro la notizia. Tredici voti favorevoli, tra cui l’intera squadra di Fragomeni e il voto di Civica Insieme, con il capogruppo Giuseppe Rodighiero. Il voto contrario del Movimento Cinque Stelle, e la Lista Salese che non ha partecipato visto l’abbandono della seduta da parte dei due consiglieri Paolo Bertoldo e Giovanni Vanzetto per il mancato inserimento di un punto all’ordine del giorno. «Ce ne saremo andati comunque – dice Bertoldo – al momento dell’approvazione dello Statuto dell’Unione». Un percorso, quello dell’Unione, iniziato nel 2009 e che vede ora uniti i comuni di Mirano, Martellago, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Spinea. All’appello manca solo Scorzè, ma Fragomeni dice: «Se il fiuto non mi inganna, Scorzè sarà il prossimo comune ad entrare, dopo le elezioni amministrative». Un’alleanza di 125.000 abitanti e 150 chilometri quadrati, che arriva ad essere la quarta città del Veneto. Gli obiettivi perseguiti: una maggiore efficienza, efficacia, economicità, imparzialità e un buon andamento della pubblica amministrazione. «La sinergia – dice Fragomeni – serve alla razionalizzazione dei servizi e al contenimento dei costi, ma se è una bufala, come abbiamo votato per entrare, voteremo anche per uscire». La capogruppo Rossella Carolo (M5S) replica: «Non sono state ben descritte le modalità di recesso, stiamo andando alla cieca ed è fondamentale che ci sia un referendum consultivo per i cittadini. L’Unione si squaglierà dal 1° gennaio 2015, senza nemmeno aver festeggiato il suo primo compleanno, in vista della città metropolitana di Venezia». Ma Fragomeni controbatte: «Entriamo nell’Unione proprio per avere una diversa posizione con la città metropolitana, se ci presentiamo come appartenenti all’Unione abbiamo un peso, come singolo Comune ne abbiamo un altro»

 

Nuova Venezia – Romea commerciale, chi perde e chi incassa

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

29

apr

2014

 

Convegno a spinea

SPINEA. Entra subito nel merito delle questioni la campagna elettorale di Spinea. Domani sera, all’hotel Raffaello, primo (possibile) confronto tra candidati sindaci sul tema della Romea commerciale e del suo innesto. A promuoverlo il circolo locale dell’Italia dei valori, recentemente costituito.

Le conseguenze ambientali e sociali sul progetto sono da mesi sotto la lente di ingrandimento e verranno illustrate in particolare da Rebecca Rovoletto, portavoce della rete nazionale No Mestre-Orte. Il tracciato ha, tra le ipotesi di innesto, seppur come variante, anche quella di Crea-Spinea, da dove partirebbe di fatto la Nuova Romea. Già esclusa come soluzione dai principali candidati sindaco, che non vogliono nemmeno sentir parlare di andare a gravare ulteriormente su una zona già interessata dal casello del Passante, ora però la lista Buongiorno Spinea, che candida a sindaco Nicola Barbiero, propone un approfondimento della questione, aperto a tutti i candidati.

Oltre a Barbiero, ha già dato l’adesione Massimo De Pieri del Movimento 5 Stelle, ma anche gli altri candidati sindaci sono stati invitati a partecipare e potrebbero essere presenti all’incontro. Non sono esclusi nemmeno simpatizzanti e candidati consiglieri delle cinque liste in corsa il 25 maggio prossimo. Potrebbe nascere così il primo confronto incrociato tra aspiranti sindaci.

Appuntamento domani alle 20.30 all’hotel Raffaello in via Roma 385. Parteciperanno anche Vincenzo Franzin, presidente del comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea e i leader locali dell’Idv, che, da promotore dell’incontro, sposa una tesi ben precisa, che dà anche il titolo della serata: “Chi ci rimette e chi ci guadagna in questa grande opera inutile?”.

(f.d.g.)

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Noale. Mattinata di passione sulla linea Venezia-Bassano per i pendolari di una ventina di convogli, arrivati a destinazione fino a mezz’ora dopo

NOALE. Altra giornata di passione per chi era in viaggio in treno sulla Venezia-Castelfranco-Bassano. Ieri, poco prima delle 7, a un passo dall’inizio dell’ora di punta, si è verificato un guasto al passaggio a livello tra Noale e Maerne, provocando ritardi anche di mezzora e due regionali cancellati.

Per la riparazione ci sono volute circa due ore ma poi, a cascata, i disagi sono andati avanti per tutta la mattina. Il bilancio delle Ferrovie parla di 18 treni interessati, di cui due cancellati.

Inutile raccontare la rabbia dei pendolari di Noale, Salzano, Maerne e Spinea, anche perché, in queste ultime settimane, tra sbarre abbattute e altri inconvenienti, di problemi se n’è registrato più d’uno. E così si sono viste le stesse scene delle ultime settimane: facce scure, pendolari costretti a rimandare l’ingresso in ufficio o cambiare i programmi di spostamento, studenti in aula diversi minuti dopo l’inizio previsto, persone che hanno chiesto passaggi in auto. Sul posto i tecnici di Rete ferroviaria italiana (Rfi) hanno cercato di ripristinare il guasto quanto prima.

Tutto è iniziato alle 6.50, quand’è arrivata la notizia del danno. A saltare sono stati i due treni che collegano Venezia a Noale; nel primo caso è stato tolto il regionale 5772 da Santa Lucia delle 7.54 e, viceversa, il 5775 delle 8.43. I primi rallentamenti li ha subiti il treno 5706 da Venezia a Bassano, arrivato a destinazione con tredici minuti di ritardo.

I problemi maggiori sono stati per i treni numero 5710 delle 7.56 da Venezia a Bassano (31 minuti finali di ritardo), il 5711 da Castelfranco (in partenza alle 8.04) a Santa Lucia (ritardo di 29 minuti), il 5709 da Bassano a Venezia delle 7.25 (ritardo di 28 minuti), il 5717 da Bassano a Venezia delle 9.25, partito dalla città vicentina con 22 minuti di ritardo che ha mantenuto fino a Santa Lucia. Ventuno minuti dopo, invece, li ha accumulati il regionale 5714 da Venezia (ore 8.56) a Bassano e il 5722, stesso percorso, delle 10.56. Gli altri convogli hanno registrato ritardi entro i 15 minuti; per il Castelfranco-Venezia, in partenza alle 7.04 è arrivato dopo 14 minuti, il percorso inverso delle 7.26 con 13 minuti, i treni da Bassano a Venezia delle 8.25 e delle 10.25 rispettivamente con 16 e 14 minuti. Da Santa Lucia, invece, 9 minuti per il 5717 delle 9.56.

E poi, da Castelfranco a Venezia, quello in partenza alle 9.04 con 8 minuti e quello delle 10.04 con 13 minuti. Viceversa, da Santa Lucia, i regionali delle 8.26 e delle 9.26 hanno viaggiato con 11 minuti di ritardo.

Alessandro Ragazzo

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A Noale un’auto è andata a finire all’alba contro la centralina della barra

Undici convogli fuori orario nell’ora di punta. Cancellate quattro navette

NOALE. Altra sbarra abbattuta da un veicolo al passaggio a livello e altra mattinata di passione per i pendolari, che ormai non passa settimana senza che arrivino tardi al lavoro o spostino gli appuntamenti. Stavolta ignoti hanno danneggiato le sbarre e la centralina di via Tempesta a Noale, laddove ci fu un simile incidente a febbraio, sempre provocato da sconosciuti.

Il risultato è stata la cancellazione delle navette da Noale a Mestre, oltre ai ritardi arrivati alla mezzora e problemi che si sono protratti fino a metà mattina. Interessati undici regionali sulla tratta Venezia-Castelfranco-Bassano, che tocca le stazioni di Spinea, Maerne, Salzano e Noale.

Incidente. Dalle ricostruzioni, un veicolo ha urtato il passaggio a livello attorno alle 4 e poi sono intervenuti i tecnici di Rete ferroviaria italiana (Rfi) per riparare il danno. I problemi, secondo le Ferrovie, si sono registrati soprattutto dalle 6 alle 8, perché prima non transitano convogli. Ma, come il domino, gli effetti si sono ripercossi fino alle 10.

Conseguenze. Subito sono saltate quattro navette. Poi, a ruota, i treni hanno avuto difficoltà. Quattro sono arrivati a destinazione con più di venti minuti di ritardo; chi ha avuto la peggio è salito sul regionale 5703 da Castelfranco a Venezia, partito alle 6.04 e giunto a destinazione 32 minuti oltre il previsto. Il 5702 da Santa Lucia a Bassano, in partenza alle 5.56, è arrivato nella città vicentina 24 minuti dopo, mentre il Venezia-Bassano (numero 5706) delle 6.56, ha accumulato un ritardo finale di 22 minuti. Viceversa, il Bassano-Venezia delle 7.25 (numero 5709) è partito tredici minuti dopo e fino a Venezia ne ha aggiunti altri sette, portando a 20 i minuti il ritardo complessivo. I regionali 5701, 5704, 5705, 5708, 5710, 5713 e 5714 hanno viaggiato tra i 9 e i 14 minuti dopo.

Precedenti. È stato un primo quadrimestre 2014 da dimenticare, o da ricordare dipende da che lato si vede, per chi viaggia su questa linea. Già detto delle sbarre abbattute a inizio febbraio a Noale, qualche giorno dopo è stato fatto altrettanto fra Castelfranco e Bassano, a marzo si è registrato un guasto al sistema di distanziamento dei convogli fra Castello di Godego e Castelfranco. La scorsa settimana, un mezzo pesante, tra Bassano e Castello di Godego, ha danneggiato il trefolo di guardia, ovvero il filo che serve a proteggere la linea di alimentazione elettrica dei treni.

Alessandro Ragazzo

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