Nuova Venezia – Riviera / Miranese. Centinaia di anziani a caccia di cibo tra i rifiuti dei cassonetti.
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15
ott
2013
Aumentano i casi nel Miranese e in Riviera: quasi duecento le segnalazioni.
Livieri (Asl 13): «Pensionati con la minima e in affitto».
La Caritas: «Una soluzione c’è: che i Comuni usino gli scarti dei supermercati»
DOLO. Quasi 200 anziani nei 17 comuni della Riviera del Brenta e Miranese sono costretti a cercare fra le immondizie qualcosa da mangiare. Il fenomeno che fino a 6 anni fa era limitato a segmenti limitatissimi della marginalità sociale, ora sta assumendo connotazioni endemiche. I centri più colpiti sono quelli con un gradi di urbanizzazione più elevata: Mira, Spinea, Mirano, Martellago e Dolo. Ma anche nei piccoli centri parrocchie e servizi sociali segnalano episodi davvero preoccupanti di miseria.
«La situazione», spiega Francesco Vendramin responsabile della casa alloggio San Raffaele a Mira e referente Caritas per la Riviera, «a Mira è davvero grave. Abbiamo 20 casi di anziani che vanno a rovistare nei cassonetti dell’umido per vedere se trovano pane raffermo ancora commestibile. I casi a di anno in anno sono in aumento». A Mira Taglio nel quartiere centrale di via Gramsci, da due settimane i cittadini esterrefatti notano 4 anziani del posto rovistare nei cassonetti già al primo mattino.
«Abbiamo segnalato i casi al Comune», dice Mario Morara, residente in zona, «e ci è stato detto che si tratta solo di povere persone in cerca di un pezzo di pane per mangiare». Vendramin spiega poi che ormai da 5 anni a questa parte, ogni giorno i bidelli delle scuole pubbliche a Mira «fanno fronte alle richieste di anziani che chiedono di avere parte del cibo avanzato dai bimbi».
La situazione non è certamente migliore in altre aree della Riviera e del Miranese. «Sono almeno 200», dice il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, «gli anziani che ogni giorno in tutto il comprensorio dei 17 comuni rovistano nella spazzatura alla ricerca di cibo o vestiario. Un fenomeno che un tempo era solo di pochissimi con disagio psichico e che ora invece colpisce persone che hanno una pensione minima, un affitto, bollette da pagare, e che non hanno coraggio, per orgoglio e dignità, a chiedere aiuto a Comuni e parrocchie. I Comuni dal canto loro soldi per aiutarli non ne hanno, e restano a questo punto solo le mense caritatevoli».
Per Francesco Vendramin della Caritas una soluzione c’è: «Basta che i negozi e supermercati cedano le rimanenze a un magazzino organizzato e gestito con un addetto comunale. Il problema di chi non ha da mangiare sparirebbe, visto che ogni giorno quintali di cibo buono vanno al macero».
Alessandro Abbadir
«Donare il cibo? La legge lo vieta»
I poveri che si sfamano tra i rifiuti: decine di commenti sul sito della “Nuova”
DOLO – Ha fatto molto discutere sul sito del nostro giornale la notizia che quasi 200 anziani in Riviera del Brenta e nel Miranese per poter mangiare cerchino ogni giorno tra i rifiuti. In molti appoggiano la proposta di Caritas avanzata da Francesco Vendramin di destinare gli scarti dei negozi alimentari di ogni paese alle necessità di queste persone. Alcuni invece ritengono questa proposta umiliante e desolante.
Per Benga Tripitaka «non è né desolante né umiliante, anzi si eviterebbe tanto spreco. Ci sono tante attività che sono costrette a buttare il cibo preparato in giornata poiché non è possibile proporlo il giorno dopo alla clientela per questioni legali, ma il buonsenso ci dice che quel cibo può anche essere destinato a chi ha bisogno».
Silvano Chimenton precisa che «il pensiero va alle origini di tutto quello che siamo costretti a subire a causa dei nostri governanti: nessuno di loro è interessato alle quotidiane necessità del cittadino comune, costretto a fare salti mortali per abbinare pranzo e cena per sfamare la famiglia. Le priorità assolute sembrano essere causate dall’emergenza immigrazione. È giusto, ma è altrettanto giusto e doveroso preoccuparci anche di tutti gli italiani che tirano a campare come meglio possono».
Luca Bisso, che lavora per la grande distribuzione, è chiaro: «Come grande distribuzione sono già dieci anni che siamo pronti a mettere a disposizione gli scarti e gli avanzi giornalieri per Caritas o associazioni di volontariato, purtroppo la legge, le Asl e la normativa ci obbligano a buttarli, in quanto nessuno vuole prendersi la responsabilità legale del cibo stesso, essendoci date di scadenza consigliate. Se qualcuno ha il mal di pancia dopo aver consumato un prodotto la colpa ricade non su chi l’ha prelevato ma su chi l’ha donato».
Alessandro Abbadir
Gazzettino – Spinea “Troppi morti, serve il sottopasso”
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15
ott
2013
SPINEA – Bonaventura: «È un’opera fondamentale che il quartiere attende da anni»
Via della Costituzione, appello a Veneto Strade del consigliere delegato dopo i due incidenti
DELEGATO ALLE OPERE DEL PASSANTE «Due morti in una settimana sono troppi»
Il consigliere delegato Adriano Bonaventura: «Il sottopasso ciclopedonale alla rotonda della Fossa non può subire ulteriori ritardi»
SPINEA «Il sottopasso ciclopedonale alla rotonda della Fossa non può subire ulteriori ritardi. Due morti in una settimana sono davvero troppi».
Il consigliere delegato alle opere del passante, Adriano Bonaventura, torna a far sentire la propria voce sulla realizzazione del sottopasso lungo via della Costituzione, teatro negli ultimi giorni di ben due incidenti mortali.
«Quest’opera rientra tra le priorità espresse dai cittadini e confermate da Veneto Strade nella Conferenza dei servizi del luglio scorso – ricorda Bonaventura – Si tratta di un’opera fondamentale che il quartiere attende da anni e che, con l’allargamento della strada provinciale, diventa prioritaria per l’attraversamento in sicurezza del tratto. Un tratto nevralgico, perché permette di attraversare in sicurezza la camionabile nel collegamento tra via Roma e Mirano».
Il progetto prevede la realizzazione di un sottopasso ciclo-pedonale di collegamento fra Spinea est e Spinea ovest, sotto via Costituzione, evitando così un attraversamento pericoloso per i numerosi giovani ed anziani che vi transitano. Attualmente la pista esiste già, ma si interrompe all’altezza della rotonda. L’appello (l’ennesimo) di Bonaventura arriva a pochi giorni dalle due tragedie che hanno colpito Spinea fra giovedì e sabato scorso, con due schianti avvenuti a poche decine di metri l’uno dall’altro, sempre lungo la camionabile. Giovedì, poco dopo le 19, è morto il 72enne Leone Giacomin, travolto da due automobili mentre stava camminando lungo il ciglio della strada. Neanche 48 ore dopo stessa sorte per il centauro Fabio Serena, schiantatosi attorno alle 16 di sabato contro una Fiat Panda che stava svoltando a sinistra per immettersi nel distributore di metano. In entrambi i casi il decesso è stato immediato.
Strada stretta e trafficata, via della Costituzione è da mesi al centro delle polemiche, con i residenti che hanno più volte denunciato la pericolosità dei cantieri per l’allargamento della via. Intanto il sindaco Silvano Checchin ha già preso contatti con Veneto Strade per concludere, quanto prima, gli atti amministrativi necessari all’avvio dei lavori: la speranza è che l’ennesima sollecitazione vada finalmente a buon fine.
Damiano Corò
Nuova Venezia – Passante di Mestre mancano 35 milioni per le opere minori.
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9
ott
2013
VENEZIA – Passante di Mestre, l’autostrada più rapida e cara d’Italia: rischiano di saltare le opere complementari di fascia B attese dai Comuni e concordate con le province di Venezia e Treviso nel protocollo firmato nel 2004 con il commissario straordinario Vernizzi.
A lanciare l’allarme è Lucio Tiozzo, capogruppo Pd, che chiede il rispetto degli impegni all’assessore veneto alla Mobilità Renato Chisso, «La Giunta vuole far approvare un disegno di legge con il quale sopprime i protocolli di intesa stipulati con le Province di Venezia e Treviso e con i Comuni attraversati dall’opera. È un provvedimento inaccettabile» dice Tiozzo.
L’allarme è scattato dopo che ieri la prima commissione regionale ha approvato un disegno di legge con cui «di fatto verrebbero sospesi, e forse cassati definitivamente, tutti gli interventi di mitigazione di fascia B che dovevano essere realizzati da Veneto Strade». «L’assessore Chisso ha il dovere di spiegare il dietrofront, sul quale solleviamo dubbi di illegittimità. Bisogna fare chiarezza sul perché una serie di interventi di fascia B siano stati spostati in fascia A, ovvero a carico di Cav e già realizzati. Vogliamo capire con quali criteri sia stata fatta questa operazione, speriamo che non abbia pesato l’appartenenza politica di ogni singola amministrazione comunale. Resta il fatto che si tratta di un provvedimento contro il quale ci batteremo duramente, perché sconfessa gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei cittadini, che giustamente reclamano il diritto ad essere tutelati dagli effetti di un’opera che, per quanto utile, ha il suo prezzo in termini di impatto ambientale».
L’assessore Chisso dal canto non replica e annuncia di portare tutto il dossier al più presto in seconda commissione, ma la più delusa è il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, che rischia di uscire dalla lista delle priorità del protocollo firmato il 27 agosto 2004. Allora per le opere prioritarie furono stanziati 103 milioni di euro in fascia A e B. Si dalla messa in sicurezza della provinciale 81, alla circonvallazione sud-est di Martellago, alla tangenziale ovest di Zero Branco. Per poi continuare con lo svincolo di Marcon, la variante Roncoduro a Mira-Pianiga, il collegamento tra la provinciale 67 e il casello di Quarto d’Altino. C’è poi Spinea e anche Robegano di Salzano, e Scorzé con la variante alla nuova Castellana e provinciale di Cappella.
Resta il nodo di Mirano: la rotonda Porara è stata realizzata. Mentre la tangenziale Sud Ovest, la tangenziale Nord variante di via Luneo e la Ovest di via Bollati sono in lista d’attesa: si tratta di interventi per 19 milioni di euro, ma dal capitolo fascia B mancano all’appello 35 milioni che sarebbero stati dirottati alla fascia A: da qui la richiesta di variazione di bilancio con un disegno di legge regionale della giunta.
Gazzettino – Riviera / Miranese “Giu’ le mani dagli ospedali”
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5
ott
2013
RIVIERA-MIRANESE – Sette sindaci manifestano «Basta tagli»
Sette sindaci di Riviera e Miranese, tutti del centrosinistra, hanno manifestato ieri davanti al nosocomio dolese «contro lo smantellamento dell’Asl 13».
TIMORI – I sindaci sono preoccupati per il servizio su 5 giorni di chirurgia
LA RICHIESTA «Necessari due distretti» I sette sindaci del centrosinistra: «È necessario richiedere due distretti, uno in Riviera ed uno nel Miranese»
Sette sindaci del centrosinistra hanno manifestato ieri davanti al nosocomio dolese
«A Noale il polo riabilitativo. Ostetricia? Mantenere il primariato a Dolo e a Mirano»
Cresce il malumore e c’è una precisa presa di coscienza politica in merito all’evidente smantellamento dell’asl 13 ed, in particolare, dell’ospedale di Dolo. Sette sindaci del centro sinistra hanno preso l’iniziativa di riunirsi davanti all’ospedale dolese per manifestare il loro dissenso. Gianpietro Menin di Camponogara, Maria Rosa Pavanello di Mirano, Federica Boscaro di Fossò, Alessandro Campalto di Campolongo Maggiore, Silvano Checchin di Spinea , Monica Barbiero di Martellago e Alessandro Quaresimin di Salzano hanno espresso un concetto basilare.
«La Commissione regionale non ha tenuto conto del parere e delle richieste della Conferenza dei sindaci dei 17 comuni di Riviera e del Miranese. Un documento nel quale si evidenziava come l’ottimizzazione dei servizi avvenuta negli ultimi anni sia equilibrata e che lo spostamento di reparti da un ospedale all’altro possa comportare maggiori costi e minori benefici. Il tutto con un sotto finanziamento cronico a favore dell’Uls 13 sia nella quota pro-capite sia nella mancata erogazione dei 22 milioni di euro di fondi regionali stanziati e mai erogati e che dovevano essere utilizzati per la messa a norma delle strutture.»
Ai sindaci presenti si sono uniti anche il consigliere dolese Gianni Lazzari, l’ex consigliere regionale Renato Morandina ed anche il consigliere di Noale Paolo Dalla Vecchia, quest’ultimo pur appartenendo al centro destra ha spiegato. «La salute non deve avere connotazioni partitiche per cui mi trovo d’accordo ed appoggio l’iniziativa dei sindaci per salvare l’asl 13.»
A proposito di Noale i sindaci hanno precisato. «Rilanciamo la proposta di fare a Noale il polo riabilitativo di area vasta metropolitana.»
Per quanto riguarda Dolo i sindaci sono preoccupati per il servizio su 5 giorni di chirurgia. «Rimane scoperto il servizio nel fine settimana con evidenti rischi, in particolare per le emergenze e per Ostetricia. Sembra un disegno per scoraggiare i malati ed indirizzarli verso altre strutture.»
Ed a proposito di Ostetricia hanno aggiunto. «Chiediamo il mantenimento del primariato sia a Dolo che a Mirano.» Per concludere.
«È necessario richiedere due distretti, uno in Riviera ed uno nel Miranese.» Il sindaco di Mirano Pavanello ha replicato al direttore generale Gumirato per la frase ‘Basta affitti ai privati’ «Ma il Mariutto è un ente e non un privato. Personalmente sono perplessa sullo spostamento a Noale degli uffici amministrativi».
Oggi è in programma il corteo indetto dal Comitato Marcato con la presenza di molti movimenti ed a cui parteciperanno anche alcuni sindaci rivieraschi ma i presenti hanno ribadito. «Pensiamo che sia giusto che si mobilitino tutti i sindaci che hanno firmato il documento unitario ed in particolare il sindaco di Dolo, primo interessato a protestare per lo smantellamento di questo ospedale.»
Lino Perini
STRA – Cardiopatico aveva prenotato all’ospedale di Dolo
Visita al cuore, aspetterà 17 mesi
Per essere visitato al cuore dovrà attendere ben 17 mesi. Non è un record ma la dice lunga sulle lungaggini e i tempi d’attesa “imposti” dalla sanità agli utenti. Vittorio Cosima, cardiopatico, personaggio noto a Stra per aver gestito per tanti anni un negozio di alimentari in via Santa Marta e per aver fatto parte per anni della società ciclistica Alpe, aveva prenotato la visita al cuore.
«Come vede – sottolinea mostrando il foglio di prenotazione – per una visita all’Ospedale di Dolo dovrò aspettare “solamente” 17 mesi. In sostanza dovrò presentarmi al primo piano dove si trova il reparto di Cardiologia il 24 febbraio del 2015. Non pretendevo certo di essere visitato il giorno dopo la richiesta ma 17 mesi onestamente mi sembrano davvero un’esagerazione».
Silvano Bressanin
Gazzettino – Asl 13, protesta dei sindaci.
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4
ott
2013
SANITA’ – Presenti Camponogara, Campolongo, Fossò, Mirano, Spinea, Salzano e Martellago
Alle 12.30 sette primi cittadini di sinistra manifesteranno all’ingresso dell’ospedale di Dolo
FUTURO INCERTO – L’ospedale di Dolo, al centro della riorganizzazione della sanità voluta dalla Regione
DOLO – «Salviamo l’Asl 13». È il grido di battaglia di sette sindaci di sinistra della Riviera e del Miranese che hanno deciso di presentarsi oggi alle 12.30 davanti all’ingresso dell’ospedale di Dolo per intervenire con proposte e considerazioni dopo quanto stabilito dalle schede sanitarie regionali licenziate nei giorni scorsi dall V Commissione.
Il sindaco di Camponogara Gianpietro Menin si fa portavoce dell’iniziativa: «Prima che le schede passino in Giunta e diventi definitiva la situazione sanitaria dell’Asl 13, riteniamo necessario evidenziare le problematiche che verranno a crearsi in un’ottica di peggioramento dei servizi. Lo facciamo uniti come sindaci della Riviera e del Miranese a dispetto dello scontro in atto fra i comitati dei due paesi, perché se Dolo uscirà fortemente penalizzata dal riordino sanitario anche Mirano non sembra uscirne bene.»
Assieme al sindaco camponogarese saranno presenti i sindaci di Mirano, Maria Rosa Pavanello, di Fossò Federica Boscaro, di Campolongo Maggiore, Alessandro Campalto, di Spinea, Silvano Checchin, di Martellago, Monica Barbiero, e di Salzano, Alessandro Quaresimin.
Intanto il comitato Bruno Marcato – che sta preparando la manifestazione in programma domani pomeriggio a cui hanno aderito in trentatré fra associazioni, comitati e partiti – risponde al direttore generale Gino Gumirato:
«Demagogia la fa la classe politica che raggira i cittadini con promesse ingannevoli».
E attacca il sindaco di Dolo: «In Commissione regionale ha portato delle proposte evidentemente frutto di trattative con il direttore generale, che hanno stravolto il contenuto del documento che era stato presentato e votato all’unanimità in consiglio comunale».
E Francesco Sacco, capogruppo Pd di Mira, ha aggiunto: «La decisione di assegnare il distretto sanitario a Mira, in attuazione di quanto stabilito dalla Regione, è dovuto ad una scelta della Conferenza dei sindaci e non dipende da accordi con il direttore generale che non ha poteri in tale senso».
Gazzettino – Mirano. Chiudono 3 negozi al mese.
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29
set
2013
MIRANO – I dati allarmanti del Comune per il 2012: stesso trend nel 2013
Tra i più penalizzati dalla crisi il settore abbigliamento e gli alimentari
CRISI – Sono sempre più i commercianti costretti a chiudere per via della pressione fiscale
Strangolati dalle tasse e alle prese con une netta contrazione dei ricavi: il problema è di carattere generale e il Miranese certamente non fa eccezione. Sono sempre più i commercianti costretti a chiudere per via dell’eccessiva pressione fiscale: resistono più che possono, attendono invano un’inversione di tendenza e poi alzano bandiera bianca.
Un dato eclatante a tal proposito è quello fornito dall’ufficio commercio del Comune di Mirano relativamente all’anno 2012: le chiusure delle attività commerciali sono state 36, esattamente tre al mese. Molte erano situate in centro storico, la maggior parte ha chiuso trovandosi in passivo e non riuscendo più a sostenere tutte le spese. C’è chi ha chiuso dopo appena un anno o addirittura dopo soli sei mesi.
Il trend è analogo pure nel 2013 ed è estendibile anche a tutti i Comuni limitrofi. «Soffrono tutti i settori indistintamente – spiega il presidente della Confcommercio del Miranese, Ennio Gallo -. Tra i più penalizzati ci sono certamente i negozi d’abbigliamento e i piccoli alimentari. Ecco, quello degli alimentari è un esempio eclatante: resistono panifici e fruttivendoli ma gli alimentari a tutto tondo sono scomparsi dai centri storici di Mirano e Noale, togliendo dunque un servizio importante ai cittadini».
Gallo riceve quotidianamente il grido d’allarme dei commercianti miranesi: «La tassazione è aumentata in maniera spropositata, a livello locale paghiamo le scelte sbagliate fatte a Roma. Pensiamo alla Service Tax: è solamente una presa in giro, cambierà il nome ma non sarà ridotta la pressione fiscale».
L’Ascom sta predisponendo un documento da sottoporre alle amministrazioni locali e alle associazioni imprenditoriali proprio per tener alta l’attenzione su queste problematiche: «La situazione è drammatica – prosegue Gallo -. Se dal parlamento non ci sarà un’inversione di rotta, che autunno sarà?». Resta concreta l’ipotesi di una forte manifestazione in piazza che veda protagonisti sindaci, commercianti e imprenditori del Miranese.
LA REAZIONE DEI SINDACI «Troppi centri commerciali. La Regione metta subito un freno»
«A Mirano vari negozi chiudono ma altrettanti aprono: questo significa che la nostra piazza tira ancora, anche se le difficoltà sono davvero tante. I commercianti sono tartassati dalle tasse e ad essere penalizzate sono soprattutto le frazioni» racconta l’assessore al commercio del Comune di Mirano, Anna Maria Tomaello, che poi sottolinea un altro problema: «I centri commerciali fanno sempre più da padrone, speravamo che la Regione risolvesse questo problema ma ormai dominano loro».
Il sindaco di Scorzé Giovanni Battista Mestriner racconta che «da sei mesi le attività sono in grossissima difficoltà. Ci sono ristoranti vuoti che pagano moltissime tasse, come fosse un secondo affitto. La tassa sui rifiuti ad esempio andrebbe rivista, la sofferenza è forte e si vede bene nei negozi di via Roma. Per ora molti resistono: noi sindaci percepiamo le difficoltà ma riusciamo a dare ben poche risposte».
Stessa linea per il sindaco di Spinea, Silvano Checchin: «La fase di contrazione è evidente, eravamo riusciti a diminuire la Tia per le attività non domestiche ma ora è nuovamente cambiato tutto. Abbiamo vari casi di chiusure, per fortuna ci sono pure segnali di intraprendenza e voglia di fare».
(g.pip.)
Nuova Venezia – Raccolta differenziata. Mira maglia nera, il record va a Fosso’.
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27
set
2013
Nei due Comuni le percentuali passano dal 59 all’84%
Triplicano gli appuntamenti mensili con il servizio mobile
MIRA – Raccolta dei rifiuti a Mira, il Comune annuncia il triplicamento per ottobre degli appuntamenti mensili con l’Ecomobile.
L’ex assessore all’Ecologia Maurizio Barberini accusa: con il 59% di differenziata Mira è maglia nera fra i Comuni ricicloni in Riviera del Brenta (Fossò 83,91%, Martellago 81,15, Spinea 80,08). A Mira dal 2012 un terzo del Comune, cioè le frazioni di Mira Taglio, Mira Porte, parte di Oriago e Mira Buse, sono coperte con il sistema dei cassonetti a calotta, mentre alcune aree di Oriago e Mira difficilmente raggiungibili dai mezzi di Veritas erano coperte con la raccolta porta a porta. «Dal 2012, anno in cui avevamo dato il via alla raccolta differenziata», spiega Barberini, «tutto è fermo. Mira è fanalino di coda in termini della raccolta differenziata nei Comuni dell’area».
Intanto però per ottobre il Comune a maggioranza grillina annuncia il triplicamento del servizio dell’Ecomobile: «Si tratta», spiega l’assessore all’Ambiente Maria Grazia Sanginiti, «del risultato di un accordo con Veritas, con cui ci proponiamo di contrastare più efficacemente l’abbandono dei rifiuti, tutelando quindi meglio il territorio».
L’Ecomobile è pensato per raccogliere oggetti e materiali ingombranti, legno, ferro, apparecchiature elettroniche, rifiuti pericolosi; tutti materiali che non rientrano tra quelli per cui è attiva la raccolta differenziata e che spesso finiscono per essere abbandonati in discariche improvvisate invece che essere consegnati ai centri di raccolta. Da due ora gli appuntamenti con l’Ecomobile diventano sei al mese e interessano anche Gambarare, Mira Sud, Oriago via Sabbiona e Borbiago. Delle frazioni rimangono scoperte Marano (ma è la località più vicina al Centro di raccolta di Veritas) e Malcontenta. A Gambarare: in via Maestri del Lavoro, ogni primo venerdì del mese dalle 7.30 alle 11.30. Mira Sud: stazione di Mira Buse, ogni secondo venerdì dalle 7.30 alle 11.30; Oriago via Sabbiona: strada laterale del campo da calcio, ogni terzo venerdì del mese dalle 7.30 alle 11.30;Borbiago: area impianti sportivi, ogni terzo lunedì del mese dalle 7.30 alle 11.30. Continuerà a funzionare il servizio di raccolta ingombranti a domicilio su prenotazione (tel. 800-811333).
Alessandro Abbadir
Nuova Venezia – Cresce la raccolta differenziata nel Veneziano, brilla Fosso’.
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26
set
2013
Nel mese di agosto nel territorio gestito da Veritas è arrivata al 57%.
Più dell’80% di differenziata a Fossò, Martellago e Spinea. Venezia e Mestre al 43%
VENEZIA. Cresce la raccolta differenziata dei rifiuti. La media del territorio dove Veritas gestisce l’igiene urbana ha infatti raggiunto, nel mese di agosto, il 57,80%. Il record spetta a Fossò (83,91%), seguito da Martellago (81,15%) e Spinea (80,08%). Nel primo comune, da qualche settimana, i rifiuti vengono pesati puntualmente dopo la raccolta porta a porta, quindi i cittadini pagano effettivamente per quello che producono. Negli altri due il secco viene raccolto con i cassonetti dotati di calotta, che si aprono solo con una chiave personale, consegnata a tutti gli utenti.
Questi risultati e la crescita ormai costante della percentuale di differenziata testimoniano l’impegno della maggioranza dei cittadini nei confronti dell’ambiente. Sempre più famiglie, infatti, collaborano con Veritas per migliorare la differenziata, sia in termini di quantità che di qualità. E’ buono anche il risultato del Comune di Venezia (42,93%), grazie anche all’incremento fatto registrare dal centro storico, Murano e Burano (27,81%). Su livelli molto alti è ancora la Municipalità di Chirignago-Zelarino (il primo territorio a partire con i cassonetti con la calotta), che anche ad agosto ha raggiunto il 73%. Se sarà confermato questo trend è prevedibile che per la fine dell’anno il Comune di Venezia possa raggiungere il 45%, l’attuale livello di differenziata di Berlino.
Grazie all’aumento delle differenziate e alla trasformazione del rifiuto secco in Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), bruciato insieme al carbone nella centrale termoelettrica Palladio di Fusina per produrre energia elettrica, Veritas manda in discarica una quantità di rifiuti inferiore al 4%. Si tratta di un risultato molto importante, che ci accomuna a un Paese all’avanguardia nella gestione dei rifiuti come l’Austria, perché è stato cancellato uno sistemi di smaltimento più inquinanti e meno sostenibili al mondo. Un altro importante risultato è la chiusura dell’inceneritore di Fusina, che la crescita delle differenziate ha reso inutile. La dismissione dell’impianto – negli ultimi cinque anni ha bruciato in media 45.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani all’anno, recuperando dalla combustione 15.000 KWh – permetterà di ridurre ogni anno l’emissione in atmosfera di 50.000 tonnellate di CO2.
Bettin: “Bene Venezia, meno rifiuti in discarica”. £I dati sulla raccolta differenziata dei rifiuti in provincia di Venezia, diffusi da Veritas, confermano la forte e positiva evoluzione del sistema nel nostro Comune. Con il 43 % dei rifiuti raccolti in modo differenziato, ci consolidiamo ai vertici della classifica per le città medie e grandi che differenziano di più e ci collochiamo a livello dei migliori standard europei per le città della nostra dimensione e complessità”, dice l’assessore all’ambiente del Comune di Venezia Gianfranco Bettin.
“Intanto, nelle parti di città che già hanno visto l’introduzione del nuovo sistema a calotta (mentre a Venezia centro storico si è esteso a quasi tutta la settimana il porta a porta), la differenziata è giunta a livelli record (oltre il 70%) ai quali l’intero comune accederà non appena il nuovo regime sarà generalizzato (con Mestre centro e il Lido, fra poco) – sottolinea l’assessore – Ciò che più conta, però, è che è l’intero sistema che stiamo sviluppando a dare ottime prove: infatti, se aumenta la differenziata e insieme si riduce sempre più il conferimento in discarica (circa il 4%, una delle migliori performance nazionali) ed è imminente, grazie a tutto ciò, la chiusura del vecchio inceneritore. Si tratta di una grande prova di efficienza e innovazione, realizzata da un sistema interamente pubblico, che dunque garantisce la massima trasparenza e affidabilità. Certo, bisogna ancora migliorare, superare limiti, ma questi ulteriori risultati confermano che la via è quella giusta. Ad esse, in modo determinante, concorrono i cittadini e le cittadine, ai quali siamo grati, protagonisti di un percorso che anche per questo è davvero d’eccellenza”.
Gazzettino – Riviera. Sindaci in corteo per cardiologia.
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20
set
2013
Manifestazione in Consiglio regionale per le schede ospedaliere dell’Ulss 13
MIRANO – Oltre 50 persone hanno partecipato ieri al corteo veneziano contro i tagli alla sanità locale promossa dall’associazione miranese “Cuore Amico”.
Il presidente Nicolò Cammarata ha consegnato al presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato un documento a difesa del polo cardiovascolare di Mirano, in cui si chiede soprattutto il mantenimento a Mirano dell’attività di cardiochirurgia, dell’unità operativa semplice di chirurgia vascolare e di cardiologia interventistica periferica; il non ridimensionamento della cardiologia interventistica, il mantenimento a Noale dell’unità operativa di esercizio terapia e riabilitazione cardiologica, e a Dolo della cardiologia.
Presenti i sindaci di Spinea, Camponogara e Fossò.
«L’Ulss 13 è un virtuoso modello di servizio su vasta area che non va stravolto – commenta il consigliere regionale Bruno Pigozzo (Pd) – La Cardiochirurgia di Mestre rimane un riferimento ma Mirano deve continuare ad essere un’importante sala d’appoggio». Per Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra) «Le decisioni della giunta vanno cambiate, no ai ridimensionamenti. Bisogna difendere una storia e una professionalità che da anni assicurano un servizio così importante». (g.pip.)
Gazzettino – Spinea. “Eletrodotto Terna, Fornase rischia di piu’ “
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16
set
2013
SPINEA – A lanciare l’allarme sono i 5 Stelle dopo lo stop della sentenza del Consiglio di Stato
SPINEA – «Spinea è salva dall’elettrodotto, ma solo temporaneamente. La sentenza del Consiglio di Stato ha annullato il parere di compatibilità ambientale di un tratto dell’opera Dolo-Camin, ma sono in corso attività a livello politico per tentare di sbloccarlo».
Il Movimento 5 Stelle di Spinea lancia l’allarme sul progetto dell’elettrodotto Terna, che rischia di riguardare da vicino soprattutto gli abitanti di Fornase.
«L’area che subirà il maggiore impatto è Fornase – spiegano gli attivisti – in particolare i condomini alla fine di via Prati, vicino all’ex passaggio a livello, che avranno a poche decine di metri il traliccio numero 14. Non ricadono nella fascia di rispetto dell’elettrodotto, ma ritrovarsi vicino casa un traliccio di 60 metri e una linea aerea ad alta tensione non è piacevole, oltre al fatto che vi saranno sicuramente impatti sul valore degli immobili».
In modo più marginale sono coinvolti anche gli abitanti di via Ferrovia e del tratto di via Oriago vicino al sottopasso dell’autostrada.
«A Spinea, a fronte di 2,1 km di nuovi elettrodotti, è prevista la demolizione di un solo chilometro aereo da 220 kV. L’Amministrazione, in Conferenza dei servizi, aveva chiesto di demolire o interrare almeno l’elettrodotto da 132 kilovolt che passa sopra la scuola ex Grimm al Graspo d’Ua, ma Terna si è rifiutata. Spinea sarà così l’unico comune a vedere aumentato, di quasi 16 ettari, il territorio da asservire agli elettrodotti e senza alcuna forma di compensazione». Il Movimento ora chiede una presa di posizione forte al Comune e agli altri sindaci del Miranese, come già fatto dai primi cittadini della Riviera.
Damiano Corò
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