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Gazzettino – Ok alla tangenziale salva Spinea

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2

feb

2013

La Regione approva la Variante del collegamento tra Maerne e Asseggiano

La strada permetterà al traffico di bypassare il centro

ALTRE OPERE – Proseguono i lavori per l’ampliamento della provinciale tra la Fossa a via Rossignago e la costruzione della bretella tra le vie Martiri e Capitanio

IL SINDACO – Checchin:«Un risultato fondamentale»

«Si tratta di un risultato importante per la viabilità – afferma Silvano Checchin – consentirà una gestione dei flussi di traffico nuova».
La Regione Veneto ha approvato la Variante che consentirà la realizzazione della tangenziale nord, la strada che collegherà, lungo la ferrovia, la nuova rotatoria della stazione di Maerne ad Asseggiano. Si tratta dell’ultimo atto, da tempo atteso, che dovrebbe permettere a Spinea di affrontare in modo nuovo il problema del traffico. Con la nuova tangenziale nord, il cui cantiere è già aperto, sarà possibile raggiungere la rotonda di Maerne senza dover per forza attraversare il centro urbano di Spinea. «Si tratta di un risultato importante per la viabilità – afferma il sindaco Silvano Checchin – perché tale infrastruttura, in prospettiva, consentirà una gestione dei flussi di traffico completamente nuova, a vantaggio del centro storico e della vivibilità urbana, evitando così un’opera incompiuta che si fermava in via Frassinelli. L’obiettivo – prosegue Checchin – è quello di agganciare l’utilizzo della tangenziale nord ad uno studio approfondito dei flussi veicolari urbani, promuovendo una mobilità sostenibile in accordo con i dati raccolti e con la più ampia partecipazione dei cittadini».
La tangenziale nord non sarà, comunque, l’unico intervento che andrà a modificare la viabilità di Spinea. Parallelamente, proseguono anche i lavori per l’ampliamento della provinciale che unisce la rotonda della Fossa a via Rossignago, con la realizzazione di una terza corsia per accedere ai centri commerciali e di una ciclabile, e la costruzione della discussa bretella sud tra via Martiri e via Capitanio, a lungo ostacolata dai residenti. I tre interventi saranno contestuali e viaggeranno di pari passo, nonostante ci siano già da registrare alcuni mesi di ritardo sulla tabella di marcia. Il progetto viario, una volta completato, dovrebbe consentire uno scorrimento del traffico più fluido sulla trafficata camionabile, da e per Martellago, una maggior sicurezza per chi deve accedere alla zona commerciale lungo la provinciale e, soprattutto, permettere al centro di Spinea di venire bypassato dal traffico della Miranese.

Damiano Corò

 

Maria Rosa Pavanello non ci sta: «Il nostro ospedale ha sale operatorie nuove»

Il comitato Salvioli accusa la Regione: «Programmazione sanitaria strampalata»

MIRANO.

«In Regione c’è un apprendista stregone che ipotizza programmazioni sanitarie che non stanno né in cielo né in terra».

Così Aldo Tonolo, coordinatore del comitato Salvioli, commenta le ultime previsioni delle schede regionali che vedono accentrare la direzione ospedaliera del reparto materno-infantile a Dolo e l’attività di ostetricia a Mirano solo fino al 2015. Dopo i bambini potrebbero nascere solo in Riviera. A Mirano è una levata di scudi generale. Il primo a non crederci in realtà è proprio Tonolo:

«C’è una legge che impone la chiusura delle unità operative con meno di mille parti all’anno. Dati alla mano, a Mirano lo scorso anno sono nati 1333 bambini, a Dolo la metà o poco più. Per chiudere la nostra Ostetricia bisogna ignorare la legge o imporre una volontà politica forte mirata a premiare Dolo e denigrare Mirano. Siccome non voglio pensarlo, mi sento di rassicurare le donne del Miranese che scelgono il nostro ospedale e dire che questo cambiamento non avverrà, almeno non da un momento all’altro come si è detto».

Ma a Mirano, dove troppe volte si è parlato di smantellamento di un sistema sanitario efficiente, ma sottodimensionato e sottofinanziato, c’è apprensione:

«Togliere Ostetricia all’ospedale di Mirano per fare di Dolo l’unico punto nascita è una scelta incomprensibile, per non dire assurda», insorge il sindaco Maria Rosa Pavanello, «ogni anno qui le nascite sono circa il doppio di quelle di Dolo. Il nostro ospedale ha sale operatorie e strumentazioni nuove e perfettamente funzionanti che servono anche a Ostetricia. Perché ridurne l’utilizzo? Chi afferma che Dolo è geograficamente più centrale di Mirano nel comprensorio Miranese-Riviera finisce in realtà con l’accampare una scusa piuttosto debole. Inoltre, a dirla tutta, Dolo, a causa di infrastrutture come Passante e ferrovia, non è esattamente un tutt’uno col resto del territorio. Quelle come la chiusura dei reparti ospedalieri sono decisioni importanti, che vanno prese con competenza manageriale, dopo un’attenta analisi, senza forme di campanilismo o interesse che non sia quello collettivo dell’intera popolazione».

Anche il primo cittadino di Spinea Silvano Checchin, nonostante la vicinanza a Mestre, giudica sconveniente il trasferimento di Ostetricia da Mirano: «Penso in particolare al problema dei trasporti», sottolinea Checchin,

«se si vuole fare al posto di due sedi un ospedale integrato, si è pensato come collegare le due realtà? Mi pare che tra Miranese e Riviera il problema dei collegamenti frequenti, rapidi e a portata delle tasche di tutti non siano proprio una questione marginale».

Filippo De Gaspari

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La riviera si mobilita

“Serve un incontro con il direttore”

DOLO. Si mobilitano i gruppi di opposizione “Ponte del Dolo” e “Dolo Cuore della Riviera” dopo le anticipazioni sulle future schede ospedaliere pubblicate lunedì dal nostro giornale. Il progetto prevede per l’Asl 13 la creazione di un presidio ospedaliero unico in due sedi: a Dolo l’attività medica e riabilitativa oltre all’Ostetricia dal 2015, mentre a Mirano l’attività medica e chirurgica mentre il nosocomio di Noale diventerebbe “ospedale di comunità”. I due gruppi consiliari pretendono un intervento del sindaco dolese Maddalena Gottardo.

«Se le anticipazioni corrispondono al vero», spiega Giorgio Gei, capogruppo del Ponte del Dolo, «saranno confermate le preoccupazioni da noi più volte espresse in questi mesi per l’ospedale di Dolo. La Riviera diviene sempre più periferia del Miranese per quanto riguarda la salute».

Anche la lista Dolo Cuore della Riviera pretende risposte.

«Vogliamo avere dei chiarimenti da parte del sindaco», commenta Alberto Polo, «e che organizzi un incontro con il nuovo direttore generale per discutere del futuro dell’ospedale di Dolo».

Anche il consigliere e medico pneumologo Vincenzo Crisafi commenta:

«Se le schede venissero confermate, emergerebbe che a Mirano la Medicina sarebbe un doppione e che la Cardiologia dovrebbe venire a Dolo essendo branca in parte internistica così come l’Oncologia. Ancora una volta non viene capita la baricentricità di Dolo».

Sulla questione interviene anche il sindaco Gottardo:

«Proprio ieri ho scritto una lettera al nuovo direttore generale chiedendo la sua disponibilità per incontrarsi con i consiglieri comunali. Sul fronte delle schede ospedaliere ho parlato con il presidente della Conferenza dei sindaci il quale mi ha confermato che ci sono margini per modificarle».

Giacomo Piran

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Spinea. Associazioni contro il piano urbanistico: diventano edificabili i terreni di via Costituzione

SPINEA. Il 2013 è l’anno del Pat, il Piano di assetto del territorio che disegnerà la Spinea del futuro. Approvato dalla Provincia lo scorso mese, in città resta alto il dibattito sulle novità apportate dal nuovo strumento urbanistico. Da una parte il Comune, che ha voluto metterle bene in evidenza sul proprio sito Internet, dall’altra comitati e associazioni che contestano le sue linee guida e a riguardo hanno presentato decine di osservazioni. Anche sul loro numero però è in atto un duro braccio di ferro. Secondo il Comune il nuovo Pat, frutto di sei anni di lavoro, ha solo carattere strutturale e non attribuisce nuovi diritti edificatori, concentrando ogni sforzo sulla riqualificazione della città. «Porterà uno sviluppo edilizio moderato, finalizzato alla riqualificazione edilizia e alla sostenibilità energetica e ambientale, con un consumo limitato di territorio», spiegano il sindaco Silvano Checchin e gli assessori, «importanti le aree verdi, con zone da destinare ad arredo urbano e la creazione di una rete ecologica e di opere di mitigazione ambientale. Inoltre ruoterà attorno alla definizione di due poli: quello attorno alla nuova stazione ferroviaria di Spinea e quello nelle adiacenze del nuovo casello di Crea». Sempre secondo il Comune il Pat non va associato o confuso col piano norma 22, che caratterizzerà lo sviluppo nella zona strategica attorno alla stazione Sfmr. «Gli accordi intercorsi tra Regione, Provincia e Comune nel 2011 per la definizione della progettazione definitiva del piano», spiega il Comune, «non sono da mettere in relazione con l’approvazione del Pat. Tali accordi che il Comune sta perseguendo per la futura pianificazione dell’area tengono fede agli impegni assunti fin dal 2007 e prevedono progetti per dare nuovo volto e nuovi servizi alla città».

Ma per le associazioni e i comitati c’è poco da festeggiare:

«Una delle innovazioni introdotte», spiega il Movimento 5 Stelle, «è il cambio della destinazione d’uso di tutta la fascia di terreni che costeggia il lato est di via Costituzione, classificandola da zona agricola ad area di espansione commerciale e direzionale e quindi, edificabile. Alla faccia del limitato consumo di territorio e della tutela dell’area agricola. Vero poi, che il Pat non va associato al piano norma 22, ma la sua approvazione, contrariamente a quanto afferma il Comune, è da mettere in stretta correlazione con la definizione della progettazione definitiva di quell’area».

(f.d.g.)

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Gazzettino – Spinea, E’ scontro aperto sul nuovo Pat

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30

dic

2012

Movimento 5 Stelle e Comune

SPINEA – Continua lo scontro fra Movimento 5 Stelle e Amministrazione comunale sul nuovo PAT di Spinea, approvato lo scorso 17 dicembre. Sul sito del Comune, l’Amministrazione ha voluto replicare alle accuse sull’eccessiva superficie agricola edificabile e sullo scarso coinvolgimento dei cittadini. «Il PAT è il frutto di sei anni di studi, valutazioni ed indagini ed è stato sottoposto in ben due occasioni alla partecipazione dei cittadini, le cui osservazioni sono state accuratamente esaminate – si legge sul sito – Prevede un grande progetto di riqualificazione della città, attraverso uno sviluppo edilizio moderato, che limiti il consumo del territorio, la tutela dell’area agricola e la creazione di una rete ecologica e di opere di mitigazione ambientale». Il Movimento 5 Stelle, dal proprio sito Facebook, rincara però la dose.

«Proprio in questi giorni l’Amministrazione valuta il progetto di espansione di Coop Adriatica in via Costituzione – scrive uno degli attivisti, Massimo De Pieri – Una delle innovazioni che il nuovo PAT ha introdotto – prosegue De Pieri – è proprio il cambio della destinazione d’uso di tutta la fascia di terreni che costeggia il lato est di via Costituzione, classificandola da zona agricola ad area di espansione commerciale e direzionale e, quindi, edificabile. C’è stato un impegno da parte di quest’Amministrazione per ridurre il consumo del suolo e la cementificazione rispetto al PAT precedente, ma ciò appare del tutto insufficiente a fermare la macchina del cemento».

(D.Cor.)

 

Gazzettino – Spinea, Pat bocciato dal M5S

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20

dic

2012

SPINEA – De Pieri: morte certa per le attività del centro

«Cementificherà la zona a ridosso della stazione»

Ha appena ricevuto la firma ufficiale ed è già sotto il fuoco delle polemiche. Non cessa di far discutere il nuovo Piano per l’assetto del territorio di Spinea, il Pat sottoscritto nei giorni scorsi dall’assessore Provinciale Mario Dalla Tor e dal sindaco di Spinea Silvano Checchin.
A tenere alta l’attenzione sul nuovo Piano è il Movimento 5 Stelle di Spinea, che già lo scorso anno aveva raccolto circa 800 osservazioni di cittadini e associazioni criticandone l’eccessiva superficie agricola edificabile.

«L’hanno approvato giusto in tempo per sottoscrivere gli impegni relativi al Piano Norma 22 e garantire nuovi e pesanti diritti edificatori, che porteranno una nuova colata di cemento su Spinea – attacca Massimo De Pieri del Movimento 5 Stelle – L’approvazione del Piano Norma 22 consentirà di costruire migliaia di metri quadri di superfici commerciali (4.500 mq, oltre a 5.000 mq di uffici e “alberghi”, 250 nuovi alloggi ed una piscina) a ridosso della stazione ferroviaria, decretando la morte certa per ogni attività commerciale del centro e l’inutilità di qualunque progetto di riqualificazione della piazza. A cosa serve preoccuparsi dei parcheggi a pagamento – conclude De Pieri – quando i commercianti del centro non avranno più clienti da far parcheggiare?».

A De Pieri replica l’assessore alle Attività produttive Gianpier Chinellato. «È ovvio che un aumento della superficie commerciale, comporti un conseguente aumento anche della concorrenza – spiega l’assessore – Ma appena avremo in mano il progetto definitivo, contatteremo tutte le categorie e la consulta delle attività produttive e incontreremo i commercianti per studiare le soluzioni migliori. Di certo è un Piano di assetto mediato e migliorato rispetto a quello precedente, con una consistente diminuzione della superficie edificabile».

 

SPINEA – C’è preoccupazione anche a Spinea per il possibile aumento delle tariffe dei pedaggi autostradali previsto dal 1 gennaio, in particolare per quanto riguarda la tratta Mirano-Padova est, che rischia di provocare lo spostamento del traffico dal casello della A57 a Vetrego a quello del Passante a Spinea. Una volta triplicata la tariffa a Vetrego, è infatti probabile che molti miranesi scelgano di cambiare ingresso, puntando al casello alle porte di Crea. Attualmente la tratta Mirano-Padova est costa al pendolare 70 centesimi ma potrebbe arrivare a toccare addirittura 2,90 euro, contro 1,30 euro della tratta Spinea-Padova est. Per Spinea potrebbero, quindi, delinearsi due prospettive: vedersi aumentare la tariffa allo stesso modo di Vetrego, con grande svantaggio per i pendolari, oppure veder aumentare pesantemente il traffico di veicoli sul territorio. «Siamo preoccupati» spiega il sindaco Silvano Checchin che a breve dovrebbe avere un incontro con Cav, incontro sollecitato anche dal consigliere del Pdl Mauro Armelao.

«Checchin chieda spiegazioni alla Cav, ma lo faccia subito – incalza Armelao -. Bisogna evitare in tutti i modi un aumento di traffico su Spinea, in zona Crea hanno già dato: il costo del pedaggio sia lo stesso per chi entra a Spinea e per chi entra a Vetrego, così ognuno si “tiene” i propri pendolari e nessuno andrà in casa di altri a prendere l’autostrada. Cav non pensi di far cassa con la scusa di risolvere un problema, quello di Vetrego, dirottandolo a Spinea».

(d.cor.)

 

«Non abbiamo cambiato idea, quindi soltanto nel mese pre-Natalizio, come da anni in tradizione, dal 24 novembre al 24 dicembre, domenica aperto». Sotto c’è l’orario: 10-12.30, 16-19.30. Il negozio che si premura di spiegare a pubblico e clienti che le compere si fanno di domenica, ma non per principio e non per aderire alla deregulation, è Esposti, in via San Rocco, noto punto vendita per la casa, famoso per le liste di nozze, dove si compera un po’ di tutto. I titolari sono stati tra i primi a recarsi in piazza Ferretto, qualche settimana fa, per sottoscrivere la campagna Liberaladomenica allegata alla raccolta firme lanciata da Confesercenti assieme a Federstrada con l’appoggio della Conferenza Episcopale Italiana, con l’obiettivo di presentare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per abolire la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali introdotta dal decreto Salva Italia, restituendo alle Regioni il potere di disciplinare i calendari di apertura in base alle necessità territoriali. Messaggio dunque, forte e chiaro. Un altro cartello a fianco, molto carino, spiega poi che fare gli acquisti “per tempo”, comporta più tempo, più scelta e più disponibilità per trovare senza fretta quel che si vuole e non quel che resta. Domenica prossima si firmerà in molti comuni, compreso Spinea e in diverse parrocchie di Mestre, tra cui, new entry, anche a Santa Maria Goretti a Carpenedo. (m.a.)

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SPINEA –«Il nuovo parcheggio davanti alla biblioteca si trova in un’area ancora inquinata: fino a quando il privato non completerà la bonifica, il Comune non acquisirà il terreno».
A parlare è l’assessore ai Lavori pubblici Giampier Chinellato, che risponde alle sollecitazioni da parte dei cittadini per aprire il parcheggio realizzato all’altezza del civico 170, lì dove fino a pochi anni fa c’era il distributore Q8.
Al suo posto ora ci sarebbe un grande parcheggio. Sembra tutto pronto ma, visto che a lungo c’è stato un distributore di benzina, il sito dev’essere bonificato. E qui c’è il nodo: «Le analisi di novembre confermano i timori, gli inquinanti presenti nel terreno sono ancora elevati», si legge nella nota diffusa ieri dal municipio. Il Comune temporeggia: deve ancora acquisire ufficialmente l’area e il motivo è limpido: «Se oggi quell’area fosse di proprietà pubblica il Comune avrebbe dovuto pagare i costi della bonifica. Invece alla situazione attuale è il privato che deve provvedere alla bonifica», sottolinea Chinellato. La situazione è chiara, ma tempi certi non ce ne sono: l’area resta inutilizzata, i parcheggi in centro restano pochi. (g.pip.)

 

Nuova Venezia – “La Cav non aumenti i pedaggi”

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5

dic

2012

la polemica 

Armelao: troppo traffico a Spinea. Gasparini: Mirano? Già dato

SPINEA. «Bene che Checchin chieda spiegazioni alla Cav, ma lo faccia in fretta, oggi». Fa discutere il caso sollevato dalla Nuova sull’aumento della tariffe, che provocherà lo spostamento del traffico in ingresso in autostrada dal casello della A57 a Vetrego a quello del Passante a Spinea, che verrebbe, a meno di un altro salasso, a costare meno di quello miranese.

Interviene il consigliere Mauro Armelao, Pdl:

«Bisogna evitare in tutti i modi un aumento di traffico su Spinea, in zona Crea hanno già dato. Se Vetrego ha problemi di traffico, e può anche essere che cittadini di Spinea vadano fino a lì per risparmiare, sono affari di Mirano e ammetto che aumentare in maniera così spropositata il costo da quel casello a Padova è un’assurdità. Ma a questo punto il costo del pedaggio sia lo stesso sia per chi entra a Spinea che per chi entra a Vetrego. Così ognuno si “tiene” i propri automobilisti pendolari e nessuno andrà in casa di altri a prendere l’autostrada». Per Armelao la questione non è da sottovalutare: «In periodi di “vacche magre” la gente cerca di risparmiare, ma Cav non pensi di far cassa con la scusa di risolvere un problema, quello di Vetrego, dirottandolo a Spinea. Creare queste differenze tra paesi interessati dai caselli è inopportuno in periodi di tensione sociale. Spero ci sia presto un accordo tra i sindaci di Spinea e Mirano, la Cav e l’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso».

Ma anche da Mirano i toni sono più o meno gli stessi. Per Rifondazione Luigi Gasparini avverte:

«I miranesi hanno già subìto cementificazione, traffico, promesse di opere di compensazione mai mantenute. Gli aumenti tariffari previsti andrebbero a colpire i pendolari e chi risente di più della crisi. Il Comune deve attivarsi in ogni sede per avere dalla Regione i 19 milioni di euro che gli spettano, ma non a scapito delle tasche dei cittadini».

(f.d.g.)

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Nuova Venezia – Spinea, Scoppia la guerra del traffico

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4

dic

2012

SPINEA – A Mirano il salasso, a Spinea il traffico. Non accontenta apparentemente nessuno il prospettato aumento delle tariffe dei pedaggi autostradali previsto dal 1 gennaio, nonostante i benefici in termini di disagi al tornello di Vetrego. Se i miranesi vedranno sparire le code a caro prezzo, vista la probabile triplicazione della tariffa per la tratta Mirano-Padova est, Spinea rischia di doversi accollare proprio per questo motivo gran parte del traffico che oggi gravita su Vetrego. Il motivo è semplice: l’automobilista va dove minore è il costo, a maggior ragione con la crisi dei consumi in atto. Piazzata la stangata a Vetrego anche molti miranesi sceglierebbero di cambiare ingresso, puntando al casello alle porte di Crea invece di quello “di casa”. Il traffico insomma rischia di spostarsi di qualche chilometro, in cerca della porta più conveniente per entrare in un’autostrada pagata a peso d’oro. Una guerra tra poveri, se per poveri (e bastonati) si intendono Comuni come Mirano e Spinea già feriti dall’avvento del Passante. Ecco cosa rischia il territorio fin dal prossimo mese: attualmente la tratta Mirano-Padova est, cioè l’ingresso in A57 (tratto liberalizzato), costa al pendolare 70 centesimi. Quella Spinea-Padova est, tutta in A4, percorrendo il tratto iniziale del Passante verso Milano, costa invece 1,30 euro. L’aumento prospettato da Cav, ancora da definire, ma che potrebbe arrivare a toccare 2,40 euro da Mirano a Padova est, se non addirittura 2,70 o 2,90 euro, renderebbe più vantaggioso per tutti entrare in autostrada a Crea. Due le prospettive per Spinea: vedersi aumentare la tariffa allo stesso modo di Vetrego, con grande svantaggio per i pendolari, oppure vedersi aumentare in modo esponenziale il traffico di veicoli che sceglieranno inevitabilmente il tratto più economico. Visto da questa prospettiva il sistema Passante-A57 appare un grande pasticcio dove trovare il bandolo della matassa è difficile se non impossibile. Un gioco dei contrappesi dove l’aumento di tariffe non riduce, ma sposta, il flusso di traffico, avvantaggiando parte della viabilità ordinaria a scapito di altra. Il sindaco di Spinea Silvano Checchin è al corrente del rischio e chiederà a breve un incontro con Cav per tentare di cogliere le intenzioni del gestore.

«Siamo preoccupati», ammette Silvano Checchin, «il carico consistente di traffico che graviterebbe su Crea e la camionabile, ancorché leggero, visto che per ora il nostro casello è vietato ai camion, rischia di crearci non pochi problemi. Non possiamo e non vogliamo prenderci altro traffico, l’uso dei caselli non dev’essere di tipo tariffario, ma trasportistico». Serve un piano razionale, insomma, che non miri solo ai pedaggi.

Filippo De Gaspari

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