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Spinea. la protesta di legambiente

SPINEA «Se il Comune pensa di abbattere pini marittimi sani, di oltre 40 anni, solo perché rovinano il marciapiede, sappia che le alternative non solo ci sono ma sono state già messe in pratica e con ottimi risultati». A parlare è il circolo di Legambiente del Miranese, che dà l’altolà al Comune di Spinea sul taglio dei 13 pini marittimi di piazza Marconi. «L’alternativa», spiega il presidente del circolo Pierluigi Paloscia, «è pulire e aerare le radici, come è stato fatto per esempio, su nostra pressione, in via Dante a Mirano, evitando così di abbattere 38 tigli». Allora Legambiente riuscì a bloccare il taglio degli alberi, portando un progetto di contenimento delle radici in grado di salvare l’albero. Ora l’associazione chiede anche a Spinea di valutare altre possibilità: «Come al solito si abbattono alberi sani escludendo ogni tipo di azione conservativa», tuona Paloscia, «ribadiamo che gli alberi sono bene comune di tutti i cittadini e per questo vanno tutelati e non immolati. Chiederemo conto dei reali motivi per cui il Comune di Spinea ha preso questa decisione, chiedendo all’assessore all’Ambiente di rivedere questa assurda posizione». Intanto in città prosegue la raccolta firme dei contrari all’abbattimento, proposta dal comitato “Difesa ambiente e territorio di Spinea”. Dal Comune però, per ora, nessuna retromarcia: la riqualificazione di piazza Marconi fa parte del progetto “La piazza lunga un chilometro”, con l’obiettivo di trasformare quello che attualmente è un parcheggio, in area polivalente, per ospitare manifestazioni ed eventi.

(f.d.g.)

 

Gazzettino – Spinea-Mirano “Aprite i caselli ai Tir”

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23

set

2014

SPINEA-MIRANO – Checchin: «Quando sarà pronto quello di Scorzè». Pavanello: «Prima va rifatta la strada»

Appello di Confindustria: «Così le imprese sono penalizzate»

«Gli accordi sono accordi e noi li rispetteremo. Appena verrà inaugurato il casello di Martellago-Scorzé, anche la nostra uscita sarà aperta ai camion». Ad annunciarlo sono il sindaco di Spinea Silvano Checchin e l’assessore alla Viabilità Giampier Chinellato, rassicurando i tanti imprenditori del Miranese che da anni sbottano per il lungo e dispendioso giro a cui sono costretti i camionisti. Al casello di Spinea attualmente vige infatti il divieto di uscita per i mezzi pesanti, disagi anche per i tir che escono a Mirano: non possono procedere dritti lungo via Porara, sono costretti a girare a sinistra verso la Riviera per poi reimmettersi nella “camionabile” viale Venezia. Un percorso allungato di una decina di chilometri che fa perdere tempo e sprecare benzina, ecco perché dalle industrie si alza ancora una volta l’appello: «Chi lavora in questo territorio chiede che il casello di Spinea sia aperto ai camion e che via Porara a Mirano sia accessibile ai tir in entrambi i sensi – spiega Pietro Frasson, titolare Trivengas e referente Confindustria per Mirano – In questo modo vengono penalizzate sia le industrie che il traffico cittadino». Da Spinea Checchin assicura che nei prossimi mesi il casello aprirà ai tir: «Aprirlo prima significava impattare troppo sulla viabilità locale, quando tutto sarà a regime il traffico sarà equamente distribuito. Noi intanto stiamo lavorando al tavolo istituito dalla Prefettura per ottenere nuove opere di compensazione. Le criticità sono soprattutto al quartiere Fossa, interessato da due caselli e dall’allargamento della Provinciale».
A Mirano, invece, l’apertura di via Porara ai tir in entrambi i sensi sembra lontanissima: «Va rifatto il fondo stradale che in un tratto è distrutto e non può proprio sopportare ulteriore traffico – spiega Maria Rosa Pavanello – L’intervento costa un milione di euro, era a carico del commissario straordinario del Passante e ora di Anas. Gli industriali sollecitino Regione e Anas a fare quei lavori, poi si potrà parlare di tutto il resto». I lavori al nuovo casello Martellago-Scorzé termineranno a novembre, l’apertura è prevista tra gennaio e febbraio.

 

Gazzettino – “I treni ignorano Salzano e Spinea”

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22

set

2014

PROTESTA – I Regionali Veloci saltano le due stazioni del Miranese, i pendolari insorgono

«I treni Regionali Veloci fermino anche a Salzano e Spinea: un miglior servizio per alcuni non può giustificare un disservizio per molti». Il comitato pendolari di Spinea alza la voce: a studenti e lavoratori non va proprio giù che molti treni della linea Bassano-Venezia fermino nel Miranese solo a Noale e Maerne. «Le stazioni di Salzano e Spinea servono un numero altissimo di utenti, saltandole vengono risparmiati solo otto minuti – spiegano i pendolari -. Molti di noi sono costretti ad utilizzare altre stazioni, muovendoci in macchina e facendo dunque aumentare traffico e inquinamento. È davvero un’intelligente logica di trasporto?». Il comitato (molto attivo anche su Facebook) ha appena stilato un dettagliato documento con le proprie richieste a breve, medio e lungo termine. Il documento è già stato presentato al sindaco Silvano Checchin e ora i pendolari chiedono un incontro al governatore del Veneto Luca Zaia (che ha assunto le deleghe ai Trasporti dopo il coinvolgimento dell’assessore Renato Chisso nello scandalo-Mose). Il comitato chiede fin da subito anche una maggior efficienza della linea Noale-Mestre, denominata navetta: «Quando ci sono dei problemi queste corse Noale-Mestre sono le prime ad essere soppresse. In questi casi chiediamo almeno che il treno successivo fermi nelle nostre stazioni per evitare che nessuno rimanga a piedi». In un’ottica a breve termine i pendolari propongono un’idea diversa di treno Regionale Veloce: «Questi convogli dovranno essere realmente veloci e prevedere molte meno fermate, le principali sarebbero Mestre, Castelfranco e Bassano. Dovranno essere in aggiunta alle normali corse previste con l’orario cadenzato». Due infine le richieste a lungo termine: «Innanzitutto il raddoppio del binario fino a Castelfranco, una regione come il Veneto non può ancora permettersi linee ferroviarie a binario unico – scrivono i pendolari -. E poi chiediamo un biglietto elettronico integrato tra bus e treni: questo per evitare di avere un abbonamento per il servizio ferroviario e poi doverci pagare il bus a causa di ritardi e soppressioni».

 

Il comitato pendolari di Spinea chiede la revisione dell’orario e il reinserimento delle stazioni minori

SPINEA «A che serve il treno veloce se non è per tutti?». Comitato pendolari di Spinea all’attacco: il nuovo orario cadenzato, come il vecchio, non soddisfa e così ecco una serie di richieste che gli utenti della stazione Sfmr del Graspo hanno consegnato in Comune, chiedendo al sindaco di farsene portavoce in Regione: ripristino delle fermate soppresse, revisione degli orari e biglietto unico elettronico le richieste formulate.

Treni veloci. L’orario attuale prevede treni regionali veloci in fasce orarie delicate per i pendolari. Ora i tempi sono accorciati sulla tratta Venezia-Bassano, a scapito però delle fermate in tutte le stazioni. Insomma: treni più veloci che regionali. «I regionali veloci», protestano per il comitato Andrea Pruner, Laura Mezzacapo e Nicola Barbiero, «hanno fatto guadagnare 8 minuti a scapito di alcune fermate che servono un numero di utenti maggiore di altre. Un esempio? I treni che fermano a Maerne ma non a Salzano-Robegano e Spinea, per le quali occorrerebbero tre minuti ciascuna. Non chiediamo modifiche d’orario ma l’inserimento delle fermate di Salzano e Spinea. I servizi navetta dalla stazione di Noale a Mestre non bastano: sono poco frequentati e sono i primi a essere soppressi».

Orario. L’obiettivo del comitato è anche quello di ottenere migliorie nella revisione dell’orario, già prevista per il 13 dicembre. «L’orario cadenzato deve permettere una quantità maggiore di corse anche durante i giorni festivi e oltre gli orari oggi in vigore, con fermate in tutte le stazioni previste, così come succede nel servizio metropolitano delle grandi città. Solo così si otterrà maggiore efficienza del servizio».

Treno e bus. «Serve il raddoppio del binario almeno fino a Castelfranco, la previsione del biglietto unico elettronico e un sistema di trasporto locale integrato». Il comitato ritiene insensata una ferrovia a binario unico e non accetta che la dorsale venga considerata tratta secondaria viste le migliaia di persone che la usano. «Il biglietto unico elettronico è per evitare di pagare due biglietti nel caso un treno in ritardo o soppresso costringa i pendolari a servirsi dei bus». A proposito: «Non possiamo pensare a stazioni ferroviarie metropolitane che, seppur con importanti parcheggi, non prevedano una fermata per i bus. Quella di Spinea non è collegata ai mezzi pubblici, nonostante la presenza di due corse (la linea 6 e 7) che passano a fianco».

(f.d.g.)

 

 

Nuova Venezia – Oggi scatta la protesta contro la Nuova Romea

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20

set

2014

Un’autostrada al posto della statale con innesti in Riviera o Miranese

I Comitati chiamano a raccolta: «Fermiamo insieme questa opera assurda»

MIRA – Oggi sarà protesta contro la Romea Commerciale: due cortei a Mira e Dolo contro la Orte – Mestre, che sarà autostrada ed è stata inclusa dal governo Renzi nel decreto “Sblocca Italia”. Oggi chi è contrario alla “Romea in Riviera e Miranese” si troverà dalle 9.30 a Mira al parcheggio del supermercato Lando, da qui in bici fino all’incrocio di Giare, uno dei punti più pericolosi della statale, dove si svolgerà un presidio di protesta e sensibilizzazione rallentando il traffico con volantinaggi e attraversamenti. Nel pomeriggio allo Squero di Dolo gazebo di vari comitati e associazioni, interventi, collegamenti e infine concerto del gruppo Osteria dei Pensieri alle 18.30. All’evento sia a Mira che a Dolo parteciperanno diversi sindaci: Alvise Maniero di Mira, Maddalena Gottardo di Dolo, Giampietro Menin di Camponogara, Maria Rosa Pavanello di Mirano e Silvano Checchin di Spinea. Contro la grande opera insieme a Opzione Zero in strada ci saranno Legambiente Riviera, Cia, Emergency, Libera, Mira 2030, Comitato No Grandi Navi, Comitato Lasciateci Respirare Padova, Associazione per la Decrescita, Sel, Movimento 5 Stelle, il Ponte del Dolo e Mira Fuori del Comune. Le proteste a Mira e Dolo fanno parte di due giorni di mobilitazione chiamati “Stop Or- Me”. Altri presidi e volantinaggi sono previsti ad Adria, Cavarzere, Ravenna e Piove di Sacco. «Per le organizzazioni che aderiscono alla Rete Stop Or-Me», spiega Mattia Donadel presidente del comitato Opzione Zero, «la nuova autostrada lunga 400km e dal costo preventivato di 10 miliardi di euro oltre ad essere estremamente impattante e pericolosa sotto il profilo ambientale e della salute, è anche un’opera che non sta in piedi da nessun punto di vista, tantomeno da quello economico, come emerge dai dati dello stesso proponente e come emerge dai dati previsti di flussi di traffico. Per far quadrare i conti e ottenere il via libera dal Cipe, il ministro Lupi si è dovuto inventare stratagemmi di ogni genere: dalle defiscalizzazioni, al project financing, dai project bond alle ultra-semplificazioni amministrative». Di qui infine l’appello ai cittadini: «Rispondere partecipando ai cortei e facendo pressione sui parlamentari».

Alessandro Abbadir

 

La spaccatura

Il Pd si divide Mira e Dolo contro Chioggia

MIRA – Il Pd di Mira e Dolo si schiera in difesa del territorio e contro la Romea Commerciale. A spiegarlo è il capogruppo del Pd in Consiglio Francesco Sacco: «Come partito siamo contro la realizzazione di opere che possono distruggere il territorio mirese. Proprio per questo abbiamo votato in Consiglio comunale un documento contro infrastrutture come il polo logistico, la camionabile sull’idrovia e la Romea Commercial». Il segretario del Pd di Mira Albino Pesce ribadisce il concetto : «Il progetto della Romea Commerciale è vecchio 15 anni e va rivisto dagli organi competenti. Specie per capire se l’opera è ancora necessaria». Il Pd di Chioggia però vuole l’opera e chiede al governo di fare presto.

(a.ab.)

 

Nuova Venezia – Romea Commerciale. Il Miranese si mobilita.

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19

set

2014

L’allarme del M5S di Spinea: «Non dobbiamo temere solo i volumi di traffico»

Tra le ipotesi di raccordo con l’A4 resta il casello di Crea. Domani il mega corteo.

SPINEA – Le paure di Spinea nei giorni della protesta contro la Orte-Mestre. «Città coinvolta, bene o male: attenti agli effetti negativi del nuovo traffico», tuona il Movimento 5 stelle, che porta in aula la questione: nel prossimo Consiglio comunale il gruppo capitanato da Massimo De Pieri presenterà una mozione relativa il progetto della nuova autostrada, chiedendo a tutti i consiglieri di esprimersi ed esortendo gli spinetensi a partecipare in massa alla giornata di protesta di domani assieme a tutti i Comuni della Riviera. «Anche il territorio del Miranese e di Spinea in particolare sarà interessato dagli effetti di quella che si preannuncia come la più grande opera infrastrutturale d’Italia», denuncia De Pieri, «il progetto, presentato da Anas e il cui promotore è una cordata di imprese e banche, prevede la realizzazione ex-novo di una autostrada a pagamento e a quattro corsie nel tratto Ravenna-Mestre. L’innesto al nodo viario della A4 però non è ancora stato deciso. Le due opzioni? Una prevede l’attraversamento della Riviera a Mira e Dolo e l’innesto a Roncoduro direttamente sul Passante, l’altra l’attraversamento della Riviera dopo Oriago, in comune di Mira e l’innesto sulla tangenziale di Mestre in località Villabona. Ma c’è una terza opzione prospettata, che prevede la deviazione dell’autostrada, lungo il confine dell’abitato di Oriago e a proseguire sul confine sud del comune di Spinea per innestarsi nel Passante all’altezza del casello di Crea. È stata respinta dalla Provincia, ma ciò nonostante, anche se l’opera non inciderà fisicamente sul territorio di Spinea, genererà effetti che interesseranno il territorio del Miranese, in particolare sotto l’aspetto ambientale». Secondo i grillini infatti, se si dovesse attuare l’opzione prevista dal primo tracciato, ciò comporterebbe lo spostamento sul Passante del traffico, specialmente quello pesante, che attualmente percorre la Romea da e per Trieste-Est Europa, utilizzando la A4. «Di conseguenza si riverserebbero sul territorio del Miranese e di Spinea in particolare, gli effetti dell’inquinamento atmosferico e acustico, andando ad aggravare ulteriormente una situazione già fortemente compromessa», spiega De Pieri. Nei mesi scorsi, di fronte all’ipotesi di un innesto a Spinea il sindaco Silvano Checchin era stato categorico: «Non se ne parla nemmeno».

Filippo De Gaspari

 

SPINEA – Spinea è la regina della raccolta differenziata di luglio: la città si pone in testa alla speciale classifica dei comuni ricicloni stilata da Veritas, con l’81,59% di rifiuto riciclato prodotto. Un risultato ottenuto anche grazie ai cassonetti a calotta, da aprire solo con la chiave personale, che da qualche mese sono collocati nel territorio comunale. In seconda posizione c’è San Donà (81,35%), poi Pianiga (79,34%). Nel Miranese si piazzano bene Martellago, con il 79,34% di differenziata, Scorzè con il 78,84% e Santa Maria di Sala con il 78,35%. Bene anche Noale con il 78%, mentre nella vicina Riviera il comprensorio formato da Camponogara, Campolongo Maggiore, Campagna Lupia, Fossò e Vigonovo si piazza subito dietro questi comuni con il 77,66%, dopo l’ottimo avvio del sistema integrato di raccolta. Segue dunque Mirano con il 76,74%. Tutti i comuni del Miranese, eccetto Salzano, che effettua però la raccolta porta a porta, compaiono dentro la top-ten e tutti ormai hanno superato stabilmente la fatidica soglia del 75% di riciclata imposta per legge. Un risultato più che soddisfacente per il comprensorio, in particolare per Spinea, che da mesi vanta una risalita costante verso le prime posizioni, grazie anche a un assiduo controllo degli ispettori e lo schieramento di volontari con il compito di indicare ai cittadini il corretto conferimento dei rifiuti. «C’è però bisogno di un ulteriore sforzo da parte di tutti per migliorare la qualità dei materiali raccolti, eliminando i rifiuti impropri dalle varie frazioni differenziate», spiegano da Veritas, «solo in questo modo sarà possibile rispettare l’ambiente, recuperare veramente i materiali separati e risparmiare sugli smaltimenti, evitando così di far crescere ogni anno la tassa sui rifiuti».

Filippo De Gaspari

 

Gazzettino – Salzano. Razzia di biciclette in stazione.

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30

ago

2014

SALZANO – Una banda organizzata studia orari e spostamenti prima di colpire

Sale la protesta dei pendolari derubati: «Installate subito le telecamere»

Conoscono le stazioni e gli orari dei treni come le loro tasche, attendono il momento giusto e vanno a colpo sicuro. «Studiano» il tabellone delle ferrovie, controllano quando passano i treni e approfittano dei periodi di «buco» per fare razzia. I furti di biciclette nelle stazioni del Miranese sono un fenomeno noto da anni, durante l’estate il problema si è intensificato e le segnalazioni di questo genere sono decine e decine. A sparire non sono solamente le biciclette intere: quando i ladri non riescono a tranciare una catena troppo resistente, si arrangiano comunque rubando sellini, copri-sellini, ruote e fanali. Tutto torna utile nel grande mercato illegale delle due ruote: se le biciclette di valore spesso e volentieri vengono esportate nell’Est Europa, quella di seconda fascia entrano in un florido giro d’affari orchestrato soprattutto alla stazione dei treni di Padova. Negli ultimi mesi diversi furti di biciclette sono stati compiuti alla stazioni di Mira-Mirano e di Spinea (con i carabinieri della stazione locale che hanno effettuato anche alcuni importanti arresti notturni legati a questi tipi di reati), ora invece il malumore si solleva soprattutto dalla stazione di Salzano, quella che serve la linea ferroviaria Bassano-Venezia. Nei mesi scorsi il comitato locale di pendolari aveva alzato la voce con Trenitalia per protestare contro gli orari dei treni, ora su Facebook torna a farsi sentire: «Ancora episodi di vandalismo, ancora biciclette rubate. Servirebbe una telecamere di sorveglianza» scrive il comitato. Il problema è presente tutto l’anno ma i pendolari raccontano che la situazione peggiora soprattutto d’estate, quando ci sono più «tempi morti» e il viavai di gente cala drasticamente: «Le bici rubate quest’estate sono state decine, sia nelle rastrelliere interne sia nel parcheggio esterno. Cosa dobbiamo fare? Usare la macchina anche solo per pochi chilometri?» si chiede una donna salzanese. In realtà al parcheggio di Mira-Mirano alcune bande hanno preso di mira anche le macchine, mentre a Spinea negli ultimi giorni si sono sollevati malumori per la presenza di barbanera in stazione alle sette del mattino. «Il problema-sicurezza riguarda tutti – prosegue il comitato – usate biciclette di scarso valore».

 

Nuova Venezia – Spinea. Scomparsi i cartelli per Padova.

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5

ago

2014

Per motivi di lavoro, transito tutti i giorni lungo via Roma a Spinea (la provinciale Miranese) e ho constatato che, presso l’incrocio principale della cittadina (l’intersezione semaforica con via Matteotti e via Cattaneo), da un paio d’anni sono scomparse le frecce metalliche azzurre che indicavano agli automobilisti provenienti da Mestre la direzione verso Mirano e Padova, cioè verso ovest. Allo stesso modo,anche nel senso opposto, nessuno ha più pensato di ripristinare l’indicazione per Mestre che c’è sempre stata in questo punto, pure recentemente eliminata. In loco è rimasta solo una freccia che indica Mira, informazione ben poco utile visto che il percorso per raggiungere il paese della Riviera dal centro di Spinea è alquanto contorto e disarticolato. Data l’importanza della direttrice Miranese nella viabilità sovracomunale e interprovinciale, mi permetto di chiedere pubblicamente ai settori Viabilità del Comune di Spinea e della Provincia di Venezia di provvedere a ripristinare queste tre importanti indicazioni presso tale intersezione: peraltro,ho notato che, in altre vicine arterie stradali (come la provinciale Martellago- Spinea), la segnaletica verticale è abbondante e dettagliata.

Davide Baessato – Mestre

 

Il nuovo ente del miranese

Ferri eletto con i voti della maggioranza: polemiche a Martellago

MIRANO – Ecco il primo Consiglio dell’Unione dei sei Comuni del Miranese. La giunta sarà formata dai sindaci di Martellago (Monica Barbiero), Mirano (Maria Rosa Pavanello), Noale (Patrizia Andreotti), Salzano (Alessandro Quaresimin), Santa Maria di Sala (Nicola Fragomeni) e Spinea (Silvano Checchin). Eletti in Consiglio tre rappresentanti (due di maggioranza e uno di minoranza) per ogni Comune. Il presidente, eletto dai sindaci, rimarrà in carica, a rotazione, per un anno. In Consiglio per Mirano Giorgio Barbato (Udc) e Tommaso Politi (Pd) e Martina Pasqualetto (Movimento 5 Stelle); per Noale Davide Boschin (Pd), Annamaria Tosatto (La forza dei noalesi) e Michele Celeghin (Noalesi al centro) e per Salzano Andrea Pellizzon ed Elisa Zanin (entrambi della lista Il tuo paese vivo) e Giuliano Stevanato (Lega).Aloro si aggiungono i salesi Luca Morosin e Stefano Pistore (Generazioni per crescere), Giuseppe Rodighiero (Civica Insieme), gli spinetensi Marzia Marastoni (Pd), Anna Malvestio (Spinea con Checchin), Stefania Mazzotta (Movimento 5 Stelle) e i martellacensi Elena Moscatelli (Pd), Sara Faraon (Impegno Comune) e Alberto Ferri (Lega Nord). E proprio a Martellago si registra la polemica più aspra. Grazie ai voti della maggioranza è passato Ferri (erano assenti gli altri due dell’opposizione Moreno Bernardi e Gianfranco Pesce), visto che le minoranze (Lega e M5S) non avevano trovato un accordo precedente. «Accogliamo la sfida di Ferri» dice il capogruppo del Pd Alessandro Zanuoli spiegando la scelta «perché ha permesso di approvare lo statuto al primo turno». Ma il M5S non ci sta. «Agite in barba alla volontà dei cittadini perché siamo più rappresentativi » dice il capogruppo Barbara Simoncini, mentre Andrea Marchiori aggiunge: «Vi arrogate il diritto di decidere anche per la minoranza».

(a.rag.)

 

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