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Scorzè. La strada collegherà via Milano a via Boschi

Appalto all’inizio dell’anno, conclusione entro dicembre

Il presidente del Veneto Luca Zaia, con un decreto, ha formalizzato l’accordo di programma per la realizzare la “Variante di Noale e Scorzè alla 515 Noalese, primo stralcio, secondo lotto”. Questo significa che presto si andrà all’appalto dell’opera e già ai primi del 2014 si potrebbe dare inizio ai lavori della strada di collegamento tra via Milano e via Boschi (Castellana), tutta in territorio di Scorzè, che dovrebbero durare circa un anno.

Da qui si raccorderà con la strada di accesso al casello del Passante a cavallo del fiume Dese, tra Cappella e Martellago. Da Scorzè, il progetto è stato definito tangenziale sud e lo stesso sindaco Giovanni Battista Mestriner spera di inaugurarla in contemporanea con l’apertura del casello, prevista per fine dell’anno prossimo. Di fatto, Zaia ha dell’accordo sottoscritto nella conferenza di servizi di aprile tra Regione, Veneto Strade, Noale, Scorzè e Martellago. Per costruire la strada, si useranno i 12 milioni di euro messi sul piatto dalla Regione per la vecchia soluzione, da via Mestrina a Noale a via Volta a Scorzè, ma poi dirottati su quest’ultima soluzione. «Un importante tassello» spiega Mestriner «che chiarisce il tema della viabilità nostra e circostante, per tutelare i cittadini di Scorzè. Restano da risolvere delle questioni importanti, come l’abbattimento di due edifici e un annesso rustico». Lungo il tracciato, di circa tre chilometri, ci saranno quattro rotatorie: via Milano, via De Gasperi, via Volta (zona via Olmara) e via Boschi, questa già esistente. Su via Milano e via De Gaspari, il rondò avrà due corsie e un diametro interno di 50 metri, quello in via Volta, stesso diametro ma a tre corsie. Resta irrisolto il nodo di via Mestrina a Noale. Se il vecchio progetto prevedeva il collegamento con via Volta a Scorzè passando a nord della centrale elettrica, in questo è assente.

La scorsa settimana Salzano ha detto no all’ipotesi di by-pass da via Mestrina a via Cornarotta. «Salzano si sta dimostrando cieca a livello politico» continua Mestriner «perché chiede soluzioni di area vasta e poi non va oltre il proprio campanile. Mi auguro si riesca a trovare un punto d’incontro».

Alessandro Ragazzo

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Il 28 dicembre 2006 un’autocisterna di gpl si incastrò nel tunnel ferroviario, il paese fu evacuato.

Treni bloccati in tutto il Nord. Ma da allora le segnalazioni di pericolo non sono mai state attivate.

MIRANO – Un’autocisterna con 23 mila litri di gpl incastrata nel sottopasso ferroviario, il rischio di esplosione scongiurato solo dall’arrivo in forze di vigili del fuoco da tutto il Veneto. E una strage sfiorata, si scoprì poi, per soli 5 centimetri. I miranesi lo ricordano bene: è il film, purtroppo non di fantascienza, che rese Mirano famosa in tutta Italia. Era il 28 dicembre 2006. Quella sera Ballò finì su tutti i tg: 200 persone evacuate, costrette a lasciare le case e trascorrere fuori la notte, la linea ferroviaria Padova-Venezia interrotta, l’Italia del Nord spaccata in due. Un’emergenza durata 14 ore. Tutto per un tir-bomba che si infilò nel sottopasso di via Stazione, troppo basso per le sue dimensioni: la cisterna si squarciò e il gas iniziò a sfiatare ad alta pressione, rischiando di esplodere e spazzare via stazione, abitazioni, aziende.

Ora si scopre che, almeno potenzialmente, può succedere di nuovo. Vero, dal 2006 il traffico pesante in via Stazione si è ridotto, merito soprattutto della nuova viabilità a Vetrego e delle mappe aggiornate dei gps in dotazione alle ditte di trasporto. Ma i mezzi pesanti pericolosi a Ballò possono passare ancora. Nonostante l’incidente, nonostante le polemiche, nonostante i sistemi anti-tir. Quelli per cui all’epoca si sono spesi migliaia di euro e mai entrati in funzione. Fu l’allora sindaco Gianni Fardin a fare pressioni sulla Provincia per attivare un sistema di rilevatori di sagoma in grado di fermare i camion troppo alti, prima che si infilassero nel sottopasso. Nel frattempo si incastrò un altro mezzo, fortuna volle che trasportasse solo ferro. Altri, per evitare inconvenienti, furono costretti a girarsi in strada, abbattendo pilastri e cancelli in manovra. Un pasticcio in piena regola. Poi i portali arrivarono: via Stazione finalmente sicura? Neanche per sogno. I varchi, infatti, non sono mai entrati in funzione, se non per pochi mesi di prova: sono lì da sei anni e mezzo, spenti. Un camion da Scaltenigo incontra un portale con bande segnaletiche, un rilevatore di sagoma in grado di bloccare il tir fuori misura azionando un segnale luminoso e acustico alcuni metri più avanti, facendo scattare disco rosso e accendendo un messaggio di allerta su un pannello elettronico. Molto tecnologico e all’avanguardia, ma spento. Alla faccia del pericolo e dei soldi pubblici spesi. Che il rischio non sia scongiurato lo ha dimostrato, solo pochi giorni fa, un bus arrivato fino alla rampa del sottopasso e costretto a fermarsi per il rischio di toccare la spalla del manufatto. Ora la questione arriva in Provincia: un’interrogazione della consigliera Prc Elena Carradori chiede alla presidente Zaccariotto se e come la giunta sia intervenuta per mettere in sicurezza il sottopasso dopo l’incidente del 2006, perché i varchi sulla provinciale 26 non siano in funzione e quanti soldi sia costata ai cittadini la loro, per ora inutile, installazione. Ai residenti confidare nei navigatori satellitari aggiornati non può bastare.

Filippo De Gaspari

 

Veneto Strade ha avviato uno studio di fattibilità per il sottopasso ciclopedonale a Borbiago.

«Vogliono inserire l’intervento nei lavori in corso per la realizzazione della nuova rotatoria – spiega Davide Moressa del Comitato cittadino di Borbiago. – A settembre se tutto quadra dovremmo vedere qualcosa di concreto».

Dopo la mobilitazione popolare che ha visto percorrere in bicicletta le strade di Borbiago e Oriago per quasi 300 persone, e tante famiglie con bambini, il parroco don Carlo ed il sindaco di Mira Alvise Maniero, lo scorso 8 giugno, qualcosa sembra muoversi. Secondo il Comitato Veneto Strade su indicazione della Regione avrebbe avviato uno studio di fattibilità, i cui rilievi in loco, sono in corso proprio in questi giorni, per valutare non solo la fattibilità economico del sottopasso ciclopedonale chiesto dai cittadini di Borbiago ma soprattutto l’inserimento dell’opera nell’intervento attualmente in corso.

«Questo – spiega Moressa del Comitato – per evitare nuove gare d’appalto e per accelerare i tempi di realizzazione. Anche l’assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici Luciano Claut sembra più ottimista ed ha confermato che Veneto Strade sta portando avanti le due soluzioni di sottopasso ciclopedonale a nord proposte dalla cittadinanza negli incontri precedenti».

La mobilitazione, iniziata con oltre 2000 firme in poche settimana, era partita dopo la chiusura di via Monte Sommo e via Valdarno e l’avvio dei lavoro per la realizzazione della nuova rotatoria della bretella che collega il casello dell’autostrada Oriago – Borbiago con la Strada Regionale 11. La rotatoria rischia infatti di dividere in due Borbiago e Oriago, due frazioni di Mira, che oltre ad avere le scuole dell’obbligo e il cimitero in comune hanno anche molti legami di parentele e affinità in comune.

Luisa Giantin

 

CONFERENZA SERVIZI

Nessun colpo di scena nella sede di Veneto Strade. Chi si attendeva un finale a effetto in extremis ieri mattina è rimasto deluso. In scena, infatti, è andata ancora una volta la contrapposizione tra il Comune di Salzano e quello di Noale sul by-pass di via Mestrina. In conferenza dei servizi gli Enti preposti hanno discusso della possibilità di costruire una piccola bretella che parte dalla rotonda di via Mestrina per arrivare a via Cornarotta. L’amministrazione della città dei Tempesta è infatti convinta che questa sia la soluzione principe per migliorare sicurezza, salubrità e vivibilità dei residenti di via Mestrina, alle prese con un continuo traffico di mezzi pesanti. Salzano, invece, forte di una delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comnale, ieri si è opposto alla proposta, ora per forza di cose congelata. «Veneto Strade ha dichiarato che non ci sono altre soluzioni al di fuori della realizzazione della bretella – dichiara l’assessore alla Viabilità di Noale, Luciano Gobbato – Con questo ennesimo «no» Salzano, unico tra nove Enti a votare contro, si assume una grossa responsabilità nei confronti dei cittadini. La sua – conclude – è una presa di posizione solo politica». Opposta l’opinione del sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin: «Si sposterebbe il problema di qualche centinaio di metri senza risolverlo – spiega – Nemmeno per i residenti di via Mestrina a Noale la situazione cambierebbe di molto in fatto di traffico pesante. Noi – conclude – chiediamo un tavolo di concertazione in cui individuare soluzioni che non penalizzino il nostro territorio». Alle concertazioni, però, il primo cittadino di Noale Michele Celeghin non crede: «Il più delle volte sfumano nel nulla – sottolinea – Vista l’imminente apertura del casello del Passante a Martellago chiederò a prefetto e altre sedi istituzionali di tutelare la sicurezza dei cittadini dell’intera area». (g.vat.)

 

SALZANO. Oggi alle 10, nella sede di Veneto Strade, è in agenda la conferenza dei servizi chiamata a discutere del by-pass di via Mestrina, che dovrebbe risolvere il nodo del Pioppeto al confine tra i Comuni di Noale e Salzano. Dopo aver messo da parte il vecchio progetto da via Mestrina a Noale a via Volta a Scorzè per lasciar spazio alla tangenziale sud di Scorzè, da via Milano a via Boschi, c’è da capire come trovare una soluzione per i residenti che abitano in via Mestrina, costretti ad avere i Tir sotto il naso dalla mattina alla sera. Così è stata avanzata l’idea di una strada dalla rotonda di via Mestrina per far partire una piccola bretella che arrivi a via Cornarotta. Le carte in tavola sono note da tempo: Noale dirà sì, Salzano sarà contraria, Scorzè, che non ha voto in materia ma sarà presente, si augura che prevalga la linea del sì. «Credo che questa sia l’unica soluzione», fa sapere l’assessore alla Viabilità di Noale Luciano Gobbato, mentre il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin andrà a Veneto Strade forte del recente mandato avuto dal suo Consiglio comunale che, all’unanimità, si è opposto alla soluzione del by-pass. (a.rag.)

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La conferma scientifica arriva da uno studio, su 300mila persone, che ha stabilito che chi vive in città con record di inquinamento corre più rischi per la salute.

La ricerca europea è stata condotta su residenti in nove Paesi europei, fra cui l’Italia, che ha le città con l’aria più avvelenata in assoluto.

L’inquinamento fa ammalare di tumore ai polmoni. E’ la conferma scientifica che arriva da uno studio, su 300mila persone, che ha stabilito che vive in città con record di smog corre più rischi per la salute. La ricerca europea, condotta su residenti in 9 Paesi europei, fra cui l’Italia ha anche dimostrato come fra i Paesi monitorati, il nostro abbia le città con l’aria più avvelenata. Allo studio hanno collaborato 36 centri e oltre 50 ricercatori.

Italia maglia nera, per ogni aumento di Pm10 rischia tumore aumenta del 22%. La conclusione a cui approdano gli autori del lavoro pubblicato su ‘Lancet Oncology è che esiste davvero un legame fra l’inquinamento e il cancro al polmone: hanno infatti dimostrato che più alta è la concentrazione di ‘veleni’ a portata di respiro maggiore è il rischio di sviluppare questo tumore. E l’Italia non brilla per qualità dell’aria, visto che dalla ricerca emerge anche che i centri sottoposti al monitoraggio – cioè Torino, Roma e Varese – sono da ‘maglia nera’. Fra tutte le città d’Europa prese in considerazione sono quelle con la più alta presenza di inquinanti nell’aria. Si tratta, spiegano i ricercatori che hanno collaborato allo studio, fra cui un gruppo di ricerca dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, guidato da Vittorio Krogh, responsabile della Struttura complessa di epidemiologia e prevenzione, del “primo lavoro sulla relazione tra inquinamento atmosferico e tumori al polmone che interessa un numero così elevato di persone, in un’area geografica di tale estensione e con un rigoroso metodo per la misurazione dell’inquinamento”. Fra i veleni analizzati, anche le polveri sottili Pm10 e Pm2.5, cruccio di ogni città industriale. I risultati sono allarmanti: lo studio ha mostrato che, per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo presenti nell’aria, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22%.

Lo studio in nove paesi europei dalla Svezia alla Grecia. Lo studio fa parte del progetto europeo Escape (European Study of Cohortes for Air Pollution Effects), che si propone l’obiettivo di studiare gli effetti a lungo termine dell’inquinamento atmosferico in Europa sulla salute dei cittadini. Il lavoro ha riguardato 17 coorti per un totale di 312.944 persone di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne provenienti da Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. Le persone sono state reclutate negli anni ’90 e sono state osservate per un periodo di circa 13 anni successivi al reclutamento, registrando per ciascuno gli spostamenti dal luogo di residenza iniziale. Del campione monitorato hanno sviluppato un cancro al polmone in 2.095. I casi di tumore sono stati poi analizzati in relazione all’esposizione all’inquinamento atmosferico nelle rispettive zone di residenza. È stato misurato dunque l’inquinamento dovuto alle polveri sottili tossiche presenti nell’aria (particolato Pm10 e Pm2.5) dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali. Lo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo presenti nell’aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Questa percentuale sale al 51% per una particolare tipologia di tumore, l’adenocarcinoma, unico tumore che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori lasciando quindi più spazio a cause non legate alle sigarette di espletare il loro effetto cancerogeno.

Essere stanziali in città con smog da record non aiuta. Essere stanziali in città con smog da record non aiuta. Si è visto che, se nell’arco del periodo di osservazione una persona non si è mai spostata dal luogo di residenza iniziale dove si è registrato un alto tasso di inquinamento, il rischio di tumore al polmone raddoppia. E triplica quello di adenocarcinoma. Lo studio dimostra inoltre che non basta mantenersi al di sotto dei valori soglia previsti dalle attuali normative della Comunità europea in vigore dal 2010 (particolato al di sotto dei 40 microgrammi per metro cubo per i Pm10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i Pm2.5). Anche rispettando i limiti di legge, non si esclude del tutto il rischio di tumore al polmone, essendo l’effetto presente anche al di sotto di questi valori, precisano gli scienziati. Dalla misurazione delle polveri sottili l’Italia è risultato essere tra i Paesi europei più inquinati: in città come Torino e Roma sono stati rilevati in media rispettivamente 46 e 36 microgrammi al metro cubo di inquinanti Pm10 in confronto a una media europea decisamente più bassa (ad esempio a Oxford 16, a Copenaghen, 17). Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi di tumore al polmone (fonte: www.tumori.net). Che da solo rappresenta circa il 20% di tutte le morti per tumore nel nostro Paese.

 

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Iniziativa comune per deviare il traffico pesante sulla variante di Robegano senza transitare nella frazione

SALZANO – Stop ai tir nel centro di Robegano e Martellago: i due Comuni lo chiedono da tempo, ora hanno deciso di rivolgersi alla Prefettura per smuovere la situazione di stallo. I due sindaci nel giugno 2012 hanno chiesto alla Provincia, ente competente, di emettere un’ordinanza per vietare il transito ai mezzi pesanti in via XXV aprile a Robegano. Un anno dopo la situazione non è mutata, e così nei giorni scorsi Alessandro Quaresimin e Monica Barbiero si sono rivolti alla Prefettura per ribadire quella vecchia richiesta:

«A gennaio l’assessore alla Viabilità ci aveva risposto in modo positivo ma attendeva il benestare di Veneto Strade, poi non abbiamo più ricevuto alcuna notizia»

spiega Quaresimin. Perché Veneto Strade? Perché è l’ente competente sulla variante di Robegano, ovvero la strada che secondo Quaresimin dovrebbero percorrere i camion bypassando così il centro della frazione.

«Quella bretella è stata realizzata apposta – puntualizza il sindaco – Abbiamo spiegato la situazione alla Prefettura, ora restiamo in attesa».

Con la nuova ordinanza i camion che arriveranno da Spinea in direzione Martellago si immetterebbero nella bretella che collega via Roma a Martellago con la Castellana tra Martellago e Scorzé, evitando quindi di imboccare via Cà Rossa (che poi diventa via XXV aprile). In senso opposto il divieto vige già. Da Scorzé molti storcono il naso prevedendo un riversamento del traffico in altre zone densamente abitate, la partita resta aperta. (g.pip.)

 

Veneto Strade ha avviato uno studio di fattibilità per il sottopasso ciclopedonale a Borbiago.

«Vogliono inserire l’intervento nei lavori in corso per la realizzazione della nuova rotatoria – spiega Davide Moressa del Comitato cittadino di Borbiago. – A settembre se tutto quadra dovremmo vedere qualcosa di concreto».

Dopo la mobilitazione popolare che ha visto percorrere in bicicletta le strade di Borbiago e Oriago per quasi 300 persone, e tante famiglie con bambini, il parroco don Carlo ed il sindaco di Mira Alvise Maniero, lo scorso 8 giugno, qualcosa sembra muoversi. Veneto Strade su indicazione della Regione ha avviato uno studio di fattibilità, i cui rilievi, in loco, sono in corso proprio in questi giorni, per valutare non solo la fattibilità economico del sottopasso ciclopedonale chiesto dai cittadini di Borbiago ma soprattutto l’inserimento dell’opera nell’intervento attualmente in corso.

«Questo – spiega Moressa del Comitato – per evitare nuove gare d’appalto e per accelerare i tempi di realizzazione. Anche l’assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici Luciano Claut sembra più ottimista ed ha confermato che Veneto Strade sta portando avanti le due soluzioni di sottopasso ciclopedonale a nord proposte dalla cittadinanza negli incontri precedenti».

La mobilitazione, iniziata con oltre 2000 firme in poche settimane, era partita dopo la chiusura di via Monte Sommo e via Valdarno e l’avvio dei lavoro per la realizazione della nuova rotatoria della bretella che collega il casello dell’autostrada Oriago – Borbiago con la Strada Regionale 11. La rotatoria rischia infatti di dividere in due Borbiago e Oriago, due frazioni di Mira.

«L’avvio dello studio di fattibilità è una iniziativa da salutare con soddisfazione – ha dichiarato il sindaco Maniero – che premia l’impegno con cui si sono battuti nei mesi scorsi i cittadini di Borbiago e Oriago».

(L.Gia.)

 

 

Mira. Anche i parroci si erano mobilitati raccogliendo oltre duemila firme per il collegamento ciclopedonale in sicurezza tra Borbiago e Oriago.

BORBIAGO. Ora la Regione fa sul serio e ha incaricato Veneto Strade di fare uno studio di fattibilità per la realizzazione del sottopasso ciclopedonale di Borbiago, manufatto chiesto a gran voce dai residenti anche con manifestazioni in strada (una biciclettata tra Borbiago e Oriago) e petizioni che hanno raccolto più di duemila firme. «Sul fronte dei tanti problemi di viabilità tra Borbiago e Oriago, dove sono in corso importanti lavori nell’ambito delle opere complementari al Passante di Mestre», spiega il sindaco di Mira Alvise Maniero, «c’è sicuramente una buona notizia. Veneto Strade ha avviato uno studio di fattibilità per la realizzazione del sottopasso ciclopedonale a Borbiago, ad integrazione delle opere in corso, sulla grande rotatoria che collega via Monte Sommo, via Ticino e via Monferrato. Questa decisione premia l’impegno con cui si sono battuti i cittadini nei mesi scorsi: sono i cittadini ad aver subito posto in luce la necessità di quest’opera, per evitare che si determinassero condizioni di forte rischio per il transito di ciclisti e pedoni nella nuova viabilità in fase di realizzazione. Un segnale importante di come il dialogo serio e costruttivo tra cittadini e istituzioni possa essere efficace per l’interesse collettivo». La richiesta di una pista ciclabile era stata fatta dai residenti che denunciavano che con la costruzione della nuova opera le due frazioni ( Oriago e Borbiago) restavano isolate e di fatto attraversare la nuova arteria a piedi e in bicicletta è estremamente pericoloso. «In questa fase Veneto Strade», continua il Comune di Mira, «sta censendo tutte le reti di servizi potenzialmente interferenti con il sottopasso per proporre gli eventuali interventi di soluzione». Anche i comitati sono contenti : «La realizzazione di uno studio di fattibilità», spiega Davide Moressa, «è un fatto positivo e indica la decisione della Regione di ascoltare le persone e procedere alla costruzione del nuovo sottopasso. L’opera va costruita contemporaneamente alla bretella di collegamento fra la Brentana e la A4». (a.ab.)

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APPELLO ALLA REGIONE

SALZANO – Passa il bilancio dei tagli Ma è lite sui fondi ai nidi

SALZANO – Via libera al bilancio di previsione 2013 a Salzano. Nella seduta di venerdì, il Consiglio comunale ha lasciato invariate le aliquote Imu (4 per mille sulla prima casa, 7,6 sugli altri immobili, 10,6 per le seconde abitazioni sfitte) e Irpef (0.8% con esenzione per i redditi annui inferiori ai 10mila euro), con la “Spending review” che imponeva un taglio di 155mila euro, a fronte di entrate non ancora quantificate nel dettaglio. «Questa è una manovra all’insegna dell’incertezza – commenta l’assessore al Bilancio Elisa Zanin -. Non avendo voluto aumentare la pressione fiscale, l’unica strada da percorrere è stata quella della riduzione di spesa. Abbiamo operato tagli in quasi tutte le voci di bilancio, ma sul Sociale si è cercato di metter mano il meno possibile. La speranza è che i cittadini capiscano». Ma l’opposizione ha votato contro e attacca: «I fondi destinati all’asilo comunale di Salzano sono dieci volte tanto rispetto al nido paritario di Robegano, serve maggior equità – sbotta il centrodestra -. Sono stati toccati vari capitoli di spesa, senza tagliare i contributi per alcune associazioni elettoralmente vicine all’amministrazione».

Voto unanime invece contro il progetto della variante alla strada regionale 515 presentato dal Comune di Noale: il Consiglio chiede un ulteriore tavolo con Regione e Comuni nel tentativo di trovare la tanto agognata soluzione condivisa per sgravare l’elevata mole di traffico da via Mestrina. (g.pip.)

 

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