Gazzettino – Mestre. Tangenziale e malattie, ecco il rapporto.
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25
giu
2013
INQUINAMENTO
MESTRE – In 8 anni, dal 2001 al 2009, circa 300 malattie dell’apparato cardiorespiratorio sono da attribuirsi all’inquinamento prodotto dalla tangenziale. Lo dice un’indagine epidemiologica condotta dal Laboratorio di sanità pubblica e studi di popolazione dell’Università di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione dell’Asl 12 veneziana e con il Dipartimento veneziano dell’Arpav. Verrà illustrata stasera ai cittadini, alle 21, all’auditorium Lippiello di via Ciardi alla Cipressina, nel corso di un incontro pubblico promosso dal Cocit, comitato contro l’inquinamento da tangenziale. Il quale chiede all’amministrazione comunale, assieme al gruppo tecnico che ha realizzato lo studio, di chiarire se il rischio sanitario sussista ancora adesso che c’è il Passante autostradale o, nel caso in cui ciò non possa essere affermato, quali interventi intende adottare per abbatterlo. (a.spe.)
Gazzettino – Mira, il piano dei residenti per la sicurezza sugli argini
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20
giu
2013
Mettere in sicurezza la viabilità lungo le via Argine Destro e Sinistro Nuovissimo è possibile anche senza la Ztl. A dichiararlo sono gli stessi cittadini. In circa 150 hanno risposto all’iniziativa dell’associazione Movimento Mira2030 e dell’associazione Hilarius nei mesi scorsi. Ieri le due associazioni hanno consegnato nella mani del sindaco di Mira Alvise Maniero i risultati del questionario distribuito ai cittadini coinvolti e i risultati del percorso di confronto e partecipazione avviati nei mesi scorsi soprattutto con i residenti.
«Questionari e sondaggi – spiegano le associazioni Mira 2030 e Hilarius – per individuare soluzioni condivise al fine di rendere più sicure e percorribili, anche a piedi e in bicicletta, gli Argini Destro e Sinistro da Mira Taglio a Porto Menai».
Due strade molto pericolose a Mira, ma non sono le sole, già teatro di pesanti incidenti: il più grave, avvenuto un paio di anni fa, con la morte di un dodicenne che si stava recando a scuola in bicicletta. «Il percorso ha visto distribuire un questionario ai residenti lungo i due argini – hanno spiegato gli organizzatori al sindaco – e tre incontri aperti con la partecipazione attenta di circa un sessantina di persone, per lo più abitanti lungo i due Argini del Novissimo».
Tre le soluzioni prospettate: Ztl con telecamere, sensi unici alternati e semafori intelligenti, ma nessuna delle tre è considerata ottimale. Molte invece le soluzioni più semplici e forse anche economiche da adottare per garantire la sicurezza di ciclisti e automobilisti. Tra questi la manutenzione dei due argini con miglioramenti delle strade ovvero: guard-rail lungo entrambi i percorsi, manutenzione del fondo stradale, rifacimento dell’illuminazione e manutenzione argini, ma anche la manutenzione delle uscite con potatura di siepi e installai zone di specchi e il rifacimento della segnaletica. «Interventi che vanno previsti al più presto – hanno sottolineato i cittadini – qualunque sia la soluzione viaria adottata. Ora ci aspettiamo che il sindaco recepisca i nostri suggerimenti e dia una tempistica degli interventi». Soddisfatto il sindaco Alvise Maniero: «Sono entusiasta dell’iniziativa, che vede i cittadini attivi nelle proposte concrete per la città e spero trovare gli strumenti per dare voce alle loro richieste».
Luisa Giantin
Nuova Venezia – Dolo. Tamponamento in A4. Code e traffico in tilt.
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15
giu
2013
Incidente in direzione Venezia all’altezza dell’area di servizio di Arino: un ferito
Un altro venerdì nero per i pendolari: rallentamenti anche sulle strade ordinarie
MESTRE – Una coda interminabile, nonostante le tre corsie. Macchine quasi a passo d’uomo. E poco dopo le 19 un incidente che ha complicato la situazione. Due auto si sono tamponate nella corsia di sorpasso, mentre procedevano a velocità limitata ma evidentemente non a distanza di sicurezza, poco prima di Arino, in direzione Venezia. Un urto violento e un ferito per fortuna non grave, trasportato all’ospedale di Dolo. Ma il traffico già a rilento per la coda del primo week end d’estate, è andato completamente in tilt. Le operazioni di soccorso sono state molto rapide. L’incidente è successo alle 19.10 al chilometro 369, quattro chilometri prima dell’area di servizio di Arino. Alle 19.50 grazie all’intervento della Polizia stradale di Mestre e dei vigili del fuoco le auto erano già state rimosse. Ma l’incidente ha provocato ulteriori rallentamenti. Giornata da bollino rosso quella di ieri in autostrada. Temperature africane e seconda vera giornata di estate. Traffico molto intenso in direzione Venezia, con rallentamenti segnalati in tutta la rete autostradale. «Mai vista una cosa del genere», commenta un poliziotto della Stradale, «una coda interminabile da Milano a Venezia». Code anche in Romea e sulla viabilità ordinaria. Famiglie dirette verso le vacanze, pendolari, vacanzieri del week end. Ma anche molti stranieri, mezzi pesanti di grandi dimensioni e bus. Disagio notevole soprattutto per i pendolari locali, rimasti bloccati nelle corsie da Padova a Venezia nell’orario di rientro dal lavoro. A tarda sera la situazione era solo leggermente migliorata. Oggi altra giornata di passione, per il primo grande esodo d’estate con picchi della circolazione previsti in tarda mattinata. (a.v.)
Nuova Venezia – Mestre. Grande area Ztl e Terraglio bis. Pd contro il Piano della Mobilita’.
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13
giu
2013
«Sono proposte di cui sono convinto, ma non innamorato, e quindi si possono cambiare». E però ai «tanti soloni» che oggi criticano gli interventi ricorda che «sono in gran parte contenuti nell’attuale piano, di cui stiamo provvedendo all’aggiornamento. Vogliamo fare un percorso partecipato, perché è un piano che vuole essere d’aiuto per residenti e categorie economiche, e non d’ostacolo». La premessa dell’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo, ieri al centro Candiani per la presentazione pubblica del nuovo Piano urbano della mobilità (Pum) che disegna le strategie degli inter
Presentazione pubblica al Candiani: per Rosteghin «è l’inizio di un percorso da condividere con tutti»
Bergamo: «Aspetto suggerimenti fino a luglio». Ora la discussione passa nelle Municipalità
«Sono proposte di cui sono convinto, ma non innamorato, e quindi si possono cambiare». E però ai «tanti soloni» che oggi criticano gli interventi ricorda che «sono in gran parte contenuti nell’attuale piano, di cui stiamo provvedendo all’aggiornamento. Vogliamo fare un percorso partecipato, perché è un piano che vuole essere d’aiuto per residenti e categorie economiche, e non d’ostacolo». La premessa dell’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo, ieri al centro Candiani per la presentazione pubblica del nuovo Piano urbano della mobilità (Pum) che disegna le strategie degli interventi da qui ai prossimi dieci anni, la dice lunga sui tanti attacchi di mal pancia, accusati non solo tra le categorie economiche, ma anche all’interno della stessa maggioranza, a partire dal Pd, che tira subito il freno a mano. «Questa presentazione è solo l’inizio di un percorso», dice il consigliere comunale Emanuele Rosteghin, «che dovrà essere condiviso con tutti» lasciando intendere che per il Pd è un documento che va in parte riscritto. Perché – è il ragionamento – i tempi sono cambiati rispetto agli interventi previsti con l’approvazione di due anni fa.
Gli interventi contestati. A partire dalla grande zona a traffico limitato (Ztl) per tutto il centro di Mestre. Se per Bergamo, come ha ribadito anche alla presentazione di ieri «si tratta di una soluzione che ha ancora una sua validità» per il Pd è un progetto assurdo, soprattutto in tempi di crisi, e tra l’altro in contrasto con un piano dei parcheggi (per un totale di 8.500 posti auto) che ne prevede alcuni pure all’interno dell’area vasta a traffico limitato, che trasformerebbe Mestre, come ha spiegato la progettista del Piano, Silvia Grandese, in una città come Milano. L’altro punto contestato è la realizzazione del Terraglio bis, previsto a Est della strada napoleonica (di cui dovrebbe ridurre il traffico del 30%) ipotizzato in previsione di un aumento del traffico tra Mestre e Treviso del 100%. Una strada che però andrebbe a incidere in una delle poche aree verdi rimaste in zona, in via Marignana, e sulla quale il Comune di Mogliano ha già espresso le sue perplessità come hanno ricordato ieri Mario Fassina del comitato di zona e Giampietro Francescon, già presidente della Municipalità di Mestre. Una strada che il Pd non vuole e alla quale preferirebbe la liberalizzazione, per i residenti della zona, del tratto autostradale tra Mestre e Treviso, sul modello di quanto avviene tra i casello di Marghera e Mirano/Dolo. C’è infine, il by-pass di Favaro, tagliato fuori dal recente di Piano di attuazione di territoriale (Pat) e rientrato con il Pum, contro il quale in molti nel quartiere si stanno preparando a fare le barricate.
La strada dei Bivi. Sulla strada dei Bivi sono tutti d’accordo, ed è una cosa piuttosto semplice da dire dato che si tratta di un intervento di cui beneficerà soprattutto Mestre, con la riduzione del traffico sulle vie Castellana e Miranese, ma che ricadrà soprattutto nei territori di Spinea e soprattutto Martellago, che qualche perplessità l’ha già dimostrata. Un progetto di cui discute da anni, che riprende il percorso della vecchia ferrovia dei Bivi, e che dovrebbe collegare la zona di Rossignago (Spinea) con la rotonda degli Arzeroni a Mestre, nei pressi dell’ospedale. La strada dei Bivi, dice la bozza del testo del Piano della mobilità, è una delle priorità per la città.
Ecopass in tangenziale. Ai tempi di Paolo Costa sindaco si chiamava Eurovignette. Ora si è trasformato in Ecopass, dal quale saranno esentati i residenti, ma la sostanza non cambia: far pagare chi percorre la tangenziale di Mestre. Se ne potrebbero ricavare tra 9 a 23 milioni di euro soldi da destinare alla realizzazione di un sogno, che Bergamo ha comunque voluto mettere sul Piano: l’interramento della tangenziale, previsto per il 2030. «Oltre ad incentivare ulteriormente l’utilizzo del Passante di Mestre» si legge nella relazione «l’Ecopass contribuirebbe al finanziamento dei lavori per l’interramento». Ne sono convinti anche quelli del Cocit, il coordinamento delle associazioni contro l’inquinamento da tangenziale. Spiega Mirco Speciale: «L’interramento resta l’obiettivo. Prima di esprimerci sul resto del piano vogliamo leggerlo bene».
Confronto aperto. Tempo per approfondirlo, e per cambiarlo, ce n’è. «Il mio approccio è laico», ha detto Bergamo, spiegando di essere disponibile «ad aspettare suggerimenti e osservazioni fino alla fine di luglio». In queste settimane il documento sarà discusso e studiato nelle municipalità prima di diventare un documento ufficiale che dovrà essere approvato dalla giunta e votato dal consiglio comunale.
Nuova Venezia – Mestre, Auchan, risolti i problemi.Via libera al raddoppio.
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13
giu
2013
Nodo viabilità: in conferenza dei servizi i progettisti hanno dimostrato di poter lavorare alle due corsie di immissione per garantire l’accesso ai negozi
È arrivato nella conferenza dei servizi di ieri mattina il via libera all’ampliamento di Auchan, dopo che nell’incontro di venerdì erano emersi alcune difficoltà relative agli interventi che i proponenti devono realizzare, su indicazione della Provincia, per adeguare la viabilità. Tra le prescrizioni degli enti locali c’è infatti anche la necessità di realizzare due corsie per senso di marcia (ora ci sono solo in alcuni tratti) lungo tutta la strada che garantisce l’accesso a negozi e centri commerciali: via Don Tosatto e via Don Peron. Due corsi di immissione dovranno essere realizzate anche alle rotonde delle vie Bella e Paccagnella e delle vie Don Peron e Impastato. Il problema emerso venerdì scorso, al quale lo studio architetti Artico, progettista di Auchan, ha lavorato in questi giorni, riguardava l’occupazione di un’area in fase di cantiere non contemplata in un primo momento. Un’area, nei pressi della rotonda di Obi, nella quale la Regione anni fa aveva realizzato degli interventi senza però registrare al catasto il frazionamento e il passaggio di proprietà tra l’Asl e la Regione stessa. Un inghippo non previsto che avrebbe rischiato di prolungare di molto gli interventi se Artico non fosse stato in grado di dimostrare, come ha fatto ieri, di poter lavorare alla realizzazione delle due corsie di immissione senza investire l’area interessata dal mancato registro al catasto. È stato così evitato il possibile rallentamento di un paio di mesi – il tempo necessario alla Regione per registrare al catasto il vecchio intervento – che avrebbe messo nei guai l’Auchan. L’obiettivo del centro commerciale infatti è di arrivare alla conclusione dei lavori, in parte già iniziati in virtù di una precedente autorizzazione, per il raddoppio della galleria entro il prossimo Natale – quindi in tempo per le feste – così da non perdere uno dei periodo più redditizzi dell’anno. A regime, i nuovi negozi della galleria, daranno lavoro a circa 400 persone. Dopo il via libera di ieri della conferenza dei servizi l’obiettivo dei progettisti è di ottenere il permesso di costruire entro fino giugno, così da poter avviare l’iter per ottenere le licenze commerciali. Agli attuali 12.434 metri quadrati, con 67 negozi, se ne aggiungeranno 16.520 con altri 50 negozi e alcune medie superfici di vendita, tra gli 800 e i 2.500 metri. Il 70% dei nuovi spazi è già affittato e tra le insegne in arrivo ci sono H&M e Piazza Italia.
Francesco Furlan
Gazzettino – Mira, In corteo per chiedere il sottopasso
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9
giu
2013
MIRA 300 biciclette e due carrozze hanno sfilato ieri tra Borbiago e Oriago
Tra i manifestanti anche il parroco don Carlo e il sindaco Maniero
PROTESTA – Oltre 300 biciclette ed un paio di carrozze in corteo ieri pomeriggio tra Borbiago e Oriago
Oltre 300 biciclette ed un paio di carrozze in corteo ieri pomeriggio tra Borbiago e Oriago per chiedere il sottopasso ciclopedonale sulla nuova rotatoria. Tanti bambini ma anche molti adulti e nonni hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione «In bici per il sottopasso», un’iniziativa per sensibilizzare la Regione a realizzare un sottopasso ciclopedonale lungo via Giovanni XXIII per permettere ai cittadini di superare in sicurezza la rotatoria delle bretella in corso di realizzazione e che rischia di dividere completamente le frazioni di Borbiago e Oriago particolarmente legate tra loro. A percorrere in carrozza le via di Oriago e Borbiago anche il parroco della frazione don Carlo in carrozza.
«Con questa iniziativa la gente di Borbiago ha dimostrato di non essere in un dormitorio – ha sottolineato il parroco di Borbiago al termine della manifestazione – ma anzi di volere vivere pienamente questo territorio e di saper scegliere per il bene comune».
In corteo anche il sindaco di Mira Alvise Maniero, rigorosamente in bicicletta.
«Questa frazione si è riappropriata con le bici delle strade di Mira – ha affermato il primo cittadino – chiedendo innanzitutto rispetto per il territorio. Speriamo che il messaggio dei nostri campanelli arrivi forte e chiaro a Chisso».
Al centro del contendere il finanziamento e la realizzazione immeditata del sottopasso ciclo/pedonale nell’ambito del completamento della bretella che collega il casello autostradale di Oriago e la Regionale 11, e che rientra nelle opere complementari al Passante ma che rischia di divedere in due il paese.
«Questa è la dimostrazione che le opere pensate nella logica del gigantismo regionale – ha dichiarato il capogruppo di Mira Fuori del Comune Mattia Donadel – nel concreto mancano di quelle accortezze minime che andrebbero però realmente al servizio delle realtà locali».
L’iniziativa si è conclusa con una dissetante bicchierata nel centro civico di Borbiago autofinanziata dagli stessi cittadini.
Luisa Giantin
Gazzettino – La tragedia sulla A4
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9
giu
2013
DOLO – Notte di caos in A4 dopo l’inferno
SCHIANTO MORTALE – Autopsia sul camionista. La Procura apre l’inchiesta
IN AMBULANZA – E stato portato in ospedale a Dolo
L’INTERVENTO – Notte di lavoro per rimuovere le sostanze pericolose
AUTOSTRADA PARALIZZATA – L’incidente di venerdì pomeriggio ha bloccato gli automobilisti per ore e i disagi si sono protratti fino a ieri mattina in direzione Venezia
INTRAPPOLATI – Centinaia gli automobilisti rimasti intrappolati nelle loro auto a causa del tamponamento mortale di venerdì pomeriggio sulla corsia dell’A4
A passo d’uomo dopo l’inferno
Ieri a mezzogiorno c’era ancora coda di 5 chilometri nel tratto interessato dall’incidente
Ieri pomeriggio all’ospedale di Padova, su disposizione della Procura, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Nicola Faggian, il 37enne di Asseggiano deceduto nel tragico tamponamento di venerdì pomeriggio in A4. In mattinata è stato dimesso il l’autostraportatore polacco M.P. 58 anni che guidava autoarticolato Mercedes carico di collettame contro cui si è schiantata l’autocisterna di Faggian, padroncino del Cam di Marghera, rimasto intrappolato nella cabina ridotta a un groviglio di lamiere e spirato poco dopo l’arrivo dei soccorsi. Sull’incidente la Procura euganea ha aperto un’inchiesta. Secondo i rilievi eseguiti dalla Polstrada di Mestre i mezzi che sono stati coinvolti nella catena di impatti sono cinque, tutti posti sotto sequestro: quattro camion, e un’auto. Quest’ultima, un’Alfa 159 stationwagon, condotta da un tedesco di 49 anni residente a Preganziol, è rimasta schiacciata fra un Man condotto da un ungherese di 48 anni carico di bomboloni vuoti e da un autocarro Renault condotto da uno sloveno di 56 anni che trasportava vernici: per nessuno dei tre sono state necessarie cure mediche.
I disagi pesantissimi alla circolazione iniziati verso le 18 di venerdì, quando l’A4 è stata chiusa al traffico con uscita obbligatoria a Padova Est si sono protratti fino a mezzogiorno di ieri, quando nel tratto maledetto fra Padova Est e Arino, direzione Venezia, si registrava ancora una colonna di 5 chilometri. A favorirla il restringimento dovuto all’eliminazione dei detriti ancora sull’asfalto. La sera prima una volta rimossa la cisterna della vittima colma di acetato di butile, sostanza estremamente tossica e infiammabile le cui operazioni di sono concluse verso le 22.30 sotto il coordinamento dei vigili del fuoco, a creare i problemi più grossi è stata la polvere di ossido di ferro dispersa sulla sede stradale. Era contenuta in numerosi sacchi caricati sul rimorchio sloveno. Si sono dovuti utilizzare dei miniescavatori per smassarli. L’A4 è stata riaperta parzialmente alle 23.10 con il transito consentito sulla sola corsia di sorpasso, quindi verso mezzanotte i veicoli sono potuti defluire su due corsie. La completa riapertura solo attorno alle due.
Lo sforzo degli operatori dell forze dell’ordine, del Suem, della Cav e dei volontari della Protezione civile è stato massimo: sul posto quattro le pattuglie della Polstrada d Mestre con il funzionario del centro operativo della Polstrada di Padova, medici del 118 di Padova e di Mestre, allertati anche gli ospedali di Dolo e Mirano, cinque squadre dei pompieri di Padova e di Venezia.
IN CONTROMANO – Staffetta con l’auto della Polizia stradale
Corsa contro il tempo per salvare un bambino con la febbre a 40°
Ostaggio dell’autostrada per oltre cinque ore. In uno dei primi pomeriggi assolati. Fra gli automobilisti intrappolato nel tratto fra Padova Est e Arino, in direzione Venezia, a causa del tragico tamponamento in cui ha perso la vita Nicola Faggian, c’è stato anche chi ha accusato malori. In campo i volontari della Protezione civile per distribuire bevande e panini. E non è mancata un episodio di vera e propria emergenza. Quando alle 22.30 una pattuglia della Polstrada ha fatto da staffetta alla macchina di una famiglia con un bimbo di 18 mesi che forse a causa del calore accusava circa 40 di febbre. In contromano, sulla corsia di emergenza, i due veicoli sono arrivati fino al varco all’altezza della Statale 11 dove, all’esterno attendeva l’ambulanza che ha trasportato il piccolo all’ospedale di Dolo per le cure del caso.
E alle 23. poco prima dell’apertura di una corsia per far cominciare a far defluire il traffico, qualche conducente ha forzato abusivamente un varco collocato a un paio di chilometri dallo schianto, in comune di Vigonza. Ma tensione ed esasperazione sono rientrate quasi subito e tutto è ritornato alla normalità senza conseguenze.
IL RICORDO Per gli amici Nicola Faggian era sempre prudente al volante
«Sono sicuro, si è sacrificato per evitare di fare altre vittime»
LA TESTIMONIANZA «Mi aveva detto: anche se vai a 40 all’ora non c’è scampo»
UNA PROMESSA DEL ROCK – Nicola Faggian, 37 anni, voleva dedicarsi solamente alla carriera di batterista
«Conoscendo il cuore di Nicola, generoso e altruista, guardando le foto dell’incidente mi piace pensare che abbia scelto volutamente di sbattere contro il camion che lo precedeva, sacrificandosi. Perché se sterzava sulla sinistra per salvarsi avrebbe tamponato le auto in colonna e avrebbe provocato altre vittime». Francesco Payne Malvolti non ha dubbi e non si dà pace per la morte del suo migliore amico, che cresciuti insieme, circa un anno fa aveva coinvolto fa nell’avventura musicale del gruppo fiorentino “Stazione centrale” dato il suo talento innato alla batteria. «Nicola non avrebbe mai fatto una manovra che poteva mettere in pericolo la vita delle persone. Circa un paio di mesi fa quando stavamo registrando a Firenze proprio le sue percussioni per il nostro primo album con tanto di contratto discografico già strappato, me l’aveva confidato – continua – “col camion carico basta un attimo. Anche se vai a 40 all’ora è inutile frenare”. Col senno di quello che è accaduto pare un funesto presentimento».
Nicola Faggian, 37 anni, residente in via Jacopo Da Todi ad Asseggiano, al volante era bravo. Era il suo mestiere da “padroncino” per il Cam di Marghera, ereditato da dal padre: lo faceva da circa vent’anni. «Alla sicurezza ci teneva e aveva frequentato anche due corsi specializzati per saper governare l’autocisterna anche in situazioni di emergenza. Era molto scrupoloso – spiega ancora Francesco – sulle norme anche quelle dei tempi e degli orari di percorrenza. E lo hanno confermato anche i poliziotti che hanno analizzato il suo cronotachigrafo. Era partito la sera precedente per Milano dove, dopo aver pernottato ha effettuato il carico al mattino, partendo poi il primo pomeriggio. Un colpo di sonno? No, lo ripeto non era da lui. Era troppo ligio al dovere. Mi sento di escluderlo». Che Nicola non c’è più, la mamma, affetta da problemi di salute, l’ha saputo solo ieri mattina con il supporto di due psicologi della Polstrada. La sorella Alessandra, che abita a Spinea, invece lo ha appreso qualche ora dopo la tragedia: le notizie dell’incidente in A4, le immagini dell’autocisterna uguale a quella che guidava il fratello, il cellulare che squillava a vuoto. E si è precipitata immediatamente all’ospedale di Padova dove è stato trasportata la salma di Nicola. Distrutta dal dolore anche la fidanzata con cui Nicola da qualche settimana aveva deciso di andare a convivere in una nuova casa. Progetti di vita e professionali che si sono infranti in un venerdì pomeriggio di sangue lungo l’A4. «La musica doveva diventare la sua unica professione. A breve. A settembre – conclude Francesco – quando è stata stabilità l’uscita del nostro lp. Il titolo doveva essere “Nuovo inizio” ora dovrà tener conto dell’addio di Nicola, soprannominato dagli amici “Tenaja” che ha lasciato la firma inconfondibile con la forza e l’energia della sua batteria. E proprio la pagina Facebook del gruppo ieri era listata a lutto. «Un artista della tua levatura non scompare mai. A presto Nik», hanno scritto gli amici della band.
(m.and.)
Nuova Venezia – Trecento in bicicletta per il sottopasso tra Oriago e Borbiago
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9
giu
2013
Con i comitati al corteo di protesta anche il sindaco Maniero e il parroco don Carlo in carrozza: sotto accusa la Regione
BORBIAGO. Quasi trecento persone in bicicletta, con il parroco di Borbiago don Carlo trasportato da un carrozza trainata da cavalli, hanno invaso ieri le principali strade comunali di Mira per protestare contro i ritardi della Regione Veneto nella realizzazione del sottopasso pedonale fra Oriago e Borbiago in vista della realizzazione della nuova bretella di collegamento fra la A 4 e la Brentana.
«Si tratta di un’opera complementare al Passante», dice Davide Moressa, rappresentante dei comitati, «che di fatto taglierà in due il territorio comunale, non permettendo un collegamento sicuro per pedoni e ciclisti fra i due centri. Sulla nuova bretella infatti è previsto un traffico di 8-10 mila veicoli giornalieri e farci transitare pedoni e ciclisti significa condannarli a rischio incidenti» .
Ieri i comitati e i cittadini, dopo aver collocato uno striscione di protesta davanti all’opera in costruzione, si sono dati appuntamento davanti alla chiesa del paese. In bicicletta con i cittadini dietro la carrozza del parroco c’erano gli organizzatori dell’evento, il sindaco Alvise Maniero che ha sostenuto l’iniziativa e tanti cittadini, quasi trecento, tutti residenti di Borbiago e Oriago. Il percorso per circa sette chilometri si è snodato lungo via Giovanni XIII a Borbiago e via Risato Bellin a Oriago. Poi i ciclisti e la carrozza con il parroco hanno transitato fino a Mira Porte lungo la Brentana rallentando il traffico in direzione Padova. Il corteo poi è rientrato lungo via Boldani e da lì a Borbiago in via Giovanni XXIII. La tappa finale è stata per un momento di ristoro il centro civico di Borbiago.
Moressa e altri residenti hanno argomentato nel dettaglio il motivo della protesta a cui i parroci di Oriago e Borbiago hanno aderito raccogliendo firme fra i cittadini dopo le messe:
«Non possiamo permettere che opere del genere, che dovrebbero migliorare la vita dei paesi e unire i territori, producano nella realtà dei fatto l’effetto contrario. Un mese fa abbiamo consegnato nelle mani dell’assessore regionale oltre 2000 firme. Da settimane però tutto tace. L’incontro esecutivo che l’assessore aveva programmato è slittato a data da destinarsi. Il fatto è che questo sottopasso o si fa subito o non si fa più».
Sembra ci siano dei problemi a finanziare l’opera promessa:
«Siamo alle solite», conclude Moressa, «prima si promette una cosa, poi si temporeggia e si perde tempo. Così proprio non va. Siamo pronti anche a nuove manifestazioni di protesta se alle parole non seguiranno i fatti».
Alessandro Abbadir
Nuova Venezia – Inferno in A4 / Duplice schianto con due morti. Autostrada chiusa, rete viaria nel caos
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7
giu
2013
i primi due camion tra cui una cisterna distrutti in a4
La corsia Padova – Venezia bloccata a causa di un maxi tamponamento tra quattro tir e due vetture. Anche la corsia opposta rallentata dai “curiosi”. 10 Km di coda. Anche Brentana e Noalese in tilt
MESTRE. L’autostrada A4 Padova-Mestre è chiusa a causa di due incidenti mortali. Il primo scontro è avvenuto verso le 18.30 tra sei automezzi, tra cui quattro camion. L’incidente ha provocato un morto e diversi feriti. Lo schianto, per cause ancora da accertare, è avvenuto all’altezza di Vigonza.
La vittima è un camionista di 38 anni, della provincia di Venezia, rimasto schiacciato all’interno della cabina della sua autocisterna, andata a schiantarsi contro il rimorchio telonato di un camion polacco che trasportava mobili e mercanzia varia imballata.
I vigili del fuoco hanno lavorato duramente per estrarlo dalle lamiere contorte in cui era ridotta la cabina. Quando però sono riusciti a raggiungerlo il medico non ha potuto fare altro che constatarne la morte.
Sul posto sono atterrati due elicotteri del Suem 118 e sono stati fatti convergere parecchie squadre dei vigili del fuoco sia da Padova che da Mestre, Dolo e Mirano, tra cui il nucleo chimico a causa dell’autocisterna rimasta coninvolta, che trasporta liquido refigerato con azoto. Per questo un velivolo del reparto volo dei vigili del fuoco è stato fatto avvicinare pronto all’emergenza.
La chiusura della carreggiata si è resa necessaria per procedere alle operazioni di soccorso in sicurezza anche nell’altro incidente mortale, capitato poco dopo sulla stessa corsia ma tra il casello di Padova Ovest e quello di Padova Est.
Qui due auto sono carambolate l’una contro l’altra, a causa della coda che andava improvvisamente formandosi, e uno dei due automobilisti è rimasto ucciso. Si tratta di un impiegato della provincia di Catania.
I due incidenti hanno provocato una coda che si è allungata fino a toccare i 10 chilometri, costringendo così alla chiusura dell’autostrada. Tutto il traffico in arrivo da Padova è stato obbligato ad uscire al casello di Padova Ovest.
Rallentamenti e code anche sulla corsia in direzione Padova a causa della presenza di “curiosi” che ostacolano l’azione di soccorso e il traffico. Intasamenti e rallentamenti segnalati anche sulle regionali 11 Brentana e sulla 515 Noalese, a causa del traffico che si è riversato sulla rete viaria normale.
Gazzettino – Smog, il Veneto contro l’Unione Europea
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7
giu
2013
AMBIENTE – Dodici regioni tra le più industrializzate del Continente alleate per difendersi a Bruxelles
Offensiva diplomatica per contrastare le nuove normative. Conte: «Sono incoerenti e ci penalizzano»
Tutelare il Veneto davanti all’Unione europea, impegnata nella stesura della nuova normativa anti-smog, prevista per quest’anno. Questo l’obiettivo della Regione, al lavoro insieme ad altre undici dell’Unione per far sì che la direttiva abbia la «flessibilità di considerare le caratteristiche dei territori e la necessità di calibrare l’obiettivo con criteri e tempi adeguati», come spiega l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte, che in questi giorni si trova a Bruxelles in occasione della Settimana Verde promossa dalla Commissione europea.
Il Veneto fa parte del gruppo Air (Qualità dell’aria) insieme a Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Baden-Wuerttemberg , Hessen, North Rhine-Westphalia, Catalogna, Randstad, Steiermark e Fiandre; rappresentano il 22% del Pil europeo e il 18% della popolazione (87,6 milioni di abitanti). Perché «nonostante gli sforzi e gli investimenti, «Siamo Regioni sotto infrazione perché non raggiungiamo gli obiettivi – spiega l’assessore all’Ambiente – Questo accade non perché sia mancato l’impegno, ma per caratteristiche morfologiche del territorio. Pensiamo alla Pianura padana, dove non ci sono venti che possono spazzare via le sostanze inquinanti, ma anche alla rete viaria, alla presenza di realtà industriali». Caratteristiche che accomunano le regioni del gruppo Air. Sulla base delle loro esperienze stanno elaborando proposte da presentare alla Commissione europea.
Conte batte sul tasto delle incongruenze normative: «Penso per esempio alla presenza del Corridoio 5, direttiva di traffico prevista dall’Unione europea. Attraverso quello transiteranno molti veicoli, e molti mezzi pesanti inquinanti anche non europei». L’Europa che prevede il passaggio di questo traffico per il Veneto, con quel che ne conseguirà in termini di inquinanti nell’atmosfera, è la stessa che poi fisserà i limiti per quelle sostanze e le tempistiche per il loro abbattimento. L’assessore all’Ambiente vuole evitare a Bruxelles se ne dimentichino. Non è l’unica contraddizione che rileva Conte: «Penso per esempio agli incentivi europei per la produzione di energia da biomasse, come la legna, che viene bruciata sulle Alpi e produce inquinamento da polveri sottili». Altro fonte su cui il Veneto è al lavoro è quello degli impianti di riscaldamento domestici, che emettono nell’aria una parte considerevole di inquinanti: «Occorre puntare sulle energie rinnovabili – afferma Conte – Ad esempio la geotermia, che ha anche il vantaggio di comportare consumi minori. Questo implica la riduzione dell’energia da produrre, con conseguente abbattimento dell’inquinamento».
Il Veneto ha recentemente licenziato il “piano aria”: «La sfida – ha detto Conte – è tutelare la salute dei cittadini in un contesto di risorse ridotte, in modo da non penalizzare l’economia e le aziende».
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