Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

MIRANO. Martedì scorso la protesta contro il traffico pesante al casello di Vetrego, ora la conferma: un Tir si ribalta alla rotonda d’ingresso in A4. È il caos. L’incidente alle 9.30 quando il mezzo pesante, appena uscito dall’autostrada, ha affrontato la rotonda rovesciandosi in carreggiata. Stava effettuando il “tornello” per rientrare subito in autostrada e pagare meno, effettuando gratis il tratto fino a Villabona. Ferito l’autista, F.B., vicentino di 53 anni, al volante di un autoarticolato da 200 tonnellate appartenente a una ditta di spedizioni di Marghera. L’uomo non è grave, ma è rimasto incastrato nella cabina di guida, per estrarlo sono intervenuti i vigili del fuoco. Un miracolo che sotto il pesante mezzo non sia rimasta alcuna auto. Viabilità nel caos per cinque ore. La polizia locale di Mirano è stata costretta a chiudere mezza rotatoria e il casello in entrata. Si infiamma la protesta del comitato “Viabilità Sicura” di Scaltenigo, Ballò e Vetrego, che chiama in causa il sindaco di Spinea Checchin che ha vietato l’uscita dei Tir al casello di Spinea sul Passante. Il capogruppo Udc, Giorgio Babato, annuncia iniziative di protesta.

link articolo

 

Checchin blocca il casello sul Passante, camion dirottati allo svincolo di Vetrego Il comitato “Viabilità sicura” protesta, il sindaco replica: «Rispetto gli accordi»

MIRANO. Mirano invasa dai camion, i comitati scrivono al sindaco, ma di Spinea. I vicini di casa non vogliono aprire il loro casello sul Passante ai Tir, a Mirano così sale la protesta: il traffico pesante allo svincolo di Vetrego è in aumento e la viabilità di accesso perennemente congestionata. Ieri il comitato Viabilità Sicura di Scaltenigo, Ballò e Vetrego ha inviato una dura lettera al sindaco di Spinea Silvano Checchin, accusandolo di non voler affrontare il problema:

«Vogliono realizzare la Città metropolitana, senza campanilismi e velleità di supremazie, poi di fronte a un problema comune si chiude la porta, senza nemmeno aprire un tavolo di confronto»,

attacca la portavoce Ivana Cagnin. Già in passato Checchin aveva chiuso la questione affermando che nello svincolo di Spinea i camion non sarebbero transitati fino a quando non fosse ultimato il casello intermedio di Martellago-Scorzè, per evitare di doversi accollare tutto il traffico pesante da e per le zone industriali del Miranese Nord. A fargli cambiare idea ci aveva provato anche l’ex sindaco di Mirano Roberto Cappelletto, invano. Il comitato Viabilità Sicura non ci sta:

«L’apertura di Martellago-Scorzè è lontana, anche perché il progetto è passato ora dalle mani del commissario a quelle dell’Anas», continua Cagnin, «per i mezzi pesanti continuerà a funzionare solo il casello di Mirano-Dolo, che doveva essere provvisorio e risulta pure insufficiente a sostenere il flusso di traffico a cui è sottoposto: ha una forma a imbuto senza soste prima dell’entrata e dopo l’uscita. Quello di Spinea invece è stato costruito con tutte le caratteristiche per essere funzionale. E il sindaco di quel Comune che fa? Inibisce l’accesso all’autostrada ai camion scaricandoli su Mirano. Forse dimentica che un casello è un’opera pubblica pagata col denaro di tutti i contribuenti».

Parole scritte nero su bianco nella lettera inviata al primo cittadino di Spinea, accusato senza mezzi termini di non aver compreso il significato dell’equa distribuzione del traffico (e dei disagi) nel territorio. Da qui la richiesta di un ripensamento.

Checchin tuttavia non ci sente, anzi ribatte: «C’è un accordo scritto, firmato con l’allora commissario Vernizzi che prevede l’accesso dei camion a Spinea solo quando il sistema Passante sarà a regime. Fino a quel momento il divieto rimane. Non sono i comitati che decidono la viabilità intercomunale e comunque io rimango per il rispetto degli accordi presi».

Filippo De Gaspari

link articolo

 

Gazzettino – Niente Tir al casello. Spinea prende tempo.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

14

nov

2012

«Spinea apra ai tir il proprio casello autostradale, in modo da equilibrare una situazione che ora grava totalmente su Mirano». Un mese fa la richiesta era stata presentata dal sindaco miranese Maria Rosa Pavanello al collega Silvano Checchin, ora il problema viene risollevato dal comitato «Viabilità Sicura» facendosi portavoce del malcontento dei residenti di Vetrego, Ballò e Scaltenigo. La questione è semplice: quando i mezzi pesanti arrivano in prossimità del casello di Spinea si trovano davanti un bel cartello di divieto di transito, mentre a Mirano passano tranquillamente provocando traffico e inquinamento. L’amministrazione di Spinea ha risposto che il proprio casello sarà aperto ai camion solo quando aprirà pure il casello di Martellago-Scorzè (previsto per il 2014): la paura attuale è che poi molti mezzi provenienti dal Miranese nord arriverebbero proprio a Spinea intasando il casello di Crea.
«Alla faccia della Città Metropolitana, dove dovrebbero esserci amministrazioni unite e disponibili a supportare equamente i disagi del territorio – si legge nella lettera inviata alle due giunte -. Per i mezzi pesanti continuerà a funzionare solo il casello di Mirano-Dolo, che doveva essere provvisorio ed è insufficiente per sostenere l’attuale flusso di traffico».
Il documento si conclude con l’invito alla giunta Checchin a ripensarci, di sicuro la questione tornerà a far parlare e non sono esclusi nuovi colloqui tra le due amministrazioni.

Gabriele Pipia

 

APPELLO – Pavanello: «Aprite ai camion il casello di Spinea, così equilibriamo la situazione e quello di Mirano potrà finalmente respirare un pò».

SPINEA – «Aprite ai camion il casello di Spinea, così equilibriamo la situazione e quello di Mirano potrà finalmente respirare un pò». È stato questo l’invito rivolto nei giorni scorsi dal sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello al collega di Spinea Silvano Checchin. La situazione è nota: al casello autostradale di Mirano i mezzi pesanti arrivano tranquillamente, a Spinea invece si trovano davanti un bel divieto di transito.

«Perché solo noi dobbiamo sobbarcarci lo smog e gli intasamenti provocati dai tir?»

sbottano da anni i residenti della zona, chiedendo che pure il casello di Spinea venga aperto ai camion. Questa soluzione alleggerirebbe i costanti ingorghi miranesi tra via Vetrego e via Porara: tutti i mezzi pesanti provenienti dalla zona industriale di via Taglio, per esempio, potrebbero tranquillamente percorrere la camionabile viale Venezia e arrivare comunque in pochi minuti al casello di Spinea, in località Crea. La Pavanello ha così deciso di invitare Checchin a rivedere quel divieto di transito: dal collega non è arrivato il braccio teso sperato, ma solo la promessa di rivalutare la situazione tra un anno, quando sarà aperto il nuovo casello di Martellago-Scorzè.

«L’ho sempre detto e lo ribadisco – spiega Checchin -, Spinea aprirà ai mezzi pesanti quando il sistema del Passante sarà completato con il nuovo casello di Martellago-Scorzè. Oggi il sistema non è ancora a regime, quando lo sarà valuteremo i flussi di traffico comune per comune e studieremo le soluzioni migliori».

A Spinea temono che aprire ora il casello ai camion significherebbe accogliere molti di quelli che arrivano dai siti industriali di Scorzè e Noale. L’uscita di Mirano resta dunque la più penalizzata, ma il casello Martellago-Scorzè dovrebbe essere inaugurato tra poco più di un anno e chi arriverà dal Miranese nord non sarà più costretto ad andare a prendere l’autostrada a Mirano. La nuova apertura risolverà quindi molti problemi legati al traffico di attraversamento, che a Mirano rappresenta addirittura il 47% del traffico totale. (G.Pip.)

 

Il caso di via Stazione, a Roncoduro: terra di nessuno dove i tir beffano i divieti. Crepe di quattro millimetri nei muri.

MIRANO. Crepe di 4 millimetri nei muri maestri di casa per le vibrazioni al passaggio dei tir. In via Stazione, a pochi passi dall’ex casello di Roncoduro, il terremoto di maggio non l’hanno nemmeno sentito. Lì la terra trema sempre, ogni volta che passa un mezzo pesante.

È così da anni, da quando lungo la strada ai confini tra Mirano e Cazzago si sono aggiunti lavori ai lavori. Un cantiere continuo, la strada tagliata in più punti e rattoppata alla meno peggio, con asfalto a freddo, che con i tir salta via come ghiaino. Una strada-groviera che non dà pace a chi ci abita e che continua a firmare petizioni per chiedere un intervento. Hanno scritto a tutti: al Comune di Mirano, a quello di Pianiga, Veneto Strade, concessionaria autostradale, enti della manutenzione. Via Stazione, in quel punto, sembra non appartenere a nessuno, tranne quando ci fanno i lavori che dissestano l’asfalto che nessuno poi sistema.

«Le buche create», dice Bruno Barison, uno dei residenti, «fanno vibrare le nostre case ogni volta che le ruote di un camion ci finiscono dentro e non serve essere ingegneri per capire che ogni scuotimento danneggia gli edifici». La prova visibile sono alcune fessurazioni che negli ultimi mesi si sono aperte e allargate a dismisura nelle pareti di cucina e salotto, interessando almeno sei famiglie. Preoccupato dalle crepe Barison ha perfino installato i classici vetrini per misurarne l’allargamento e si appresta a chiedere l’intervento dei vigili del fuoco per una verifica statica. Risultato? «I vetrini sono perfino saltati».

Un bicchiere appoggiato sul tavolo cammina, un vaso sul mobile traballa, un libro sulla scaffale si rovescia: terremoto, né più né meno. Solo che qui non arriveranno mai fondi per la ricostruzione.

«Vorremo almeno capire chi ci risarcirà di questi danni», protesta ancora Barison, «sono venuti più volte i tecnici dei comuni di Mirano e Pianiga e anche quelli dell’acquedotto che hanno fatto gli ultimi lavori e tutti dicono che la situazione è grave. Ma poi perché non si prendono provvedimenti? Deve crollarci in testa la casa perché possiamo essere ascoltati?».

Filippo De Gaspari

link articolo

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui