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Gazzettino – Chioggia. Ecco il parco commerciale.

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18

feb

2015

SERVIZI – Sbarco di grandi marchi internazionali nei nuovi 17mila metri quadri

Atteso da 12 anni, apre a maggio il supermercato Ipercoop con 12 negozi

A inizio maggio apre il parco commerciale Igd di Brondolo. Sono serviti ben 12 anni per realizzarlo. Ritardi dovuti alla miriade di ricorsi presentati dalle associazioni di categoria. Ora il conto alla rovescia è cominciato e in cantiere si lavora per completare velocemente la struttura.

I numeri del progetto, realizzato dallo studio professionale “Int” di Sottomarina, sono da capogiro. La superficie di vendita è di 16.907 metri quadri: qui verrà aperto il supermercato dell’Ipercoop che sarà affiancato da una galleria aperta dove troveranno posto sei negozi di vicinato da centoventi metri quadri l’uno (ciascuno con la propria entrata privata), oltre a un bar e a un ristorante. Non solo, apriranno i battenti anche sei medie strutture, ciascuna avrà disposizione 1.200 metri quadri. Sui nomi viene tenuto il massimo riserbo, ma in città da diverso tempo si parla di Decathlon per l’abbigliamento sportivo e di Trony per l’elettronica e gli elettrodomestici. Ampi i parcheggi, in grado di ospitare 1.500 macchine: uno a raso e uno sul tetto del parco commerciale, a cui si accederà con una rampa. Nella zona interessata dai lavori, che complessivamente misura 70 mila metri quadri, si procederà ad un ulteriore ampliamento di 15 mila metri quadri dove verrà realizzato un distributore di carburante “coop”. Per quanto riguarda la viabilità, al parco commerciale si arriverà tramite la statale Romea, ma presto verrà realizzato un sottopasso che collegherà la zona direttamente a via Padre Emilio Venturini. In questo modo si potrà raggiungere i negozi senza percorrere nemmeno un chilometro di statale. Una variante già pagata dai titolari del parco commerciale al Comune e che quindi dovrà essere realizzata dall’assessorato ai lavori pubblici.

La domanda che ha tenuto banco in città in questi ultimi 12 anni è sempre la stessa: il centro commerciale porterà allo spopolamento del centro storico cittadino e alla chiusura di numerosi negozi? «La nostra filosofia – assicura Fabrizio Cremonini, responsabile marketing operativo di Igd – prevede una forte sinergia con il territorio. Riteniamo che ci sia spazio per tutti, soprattutto quando si opera con serietà e professionalità».

Marco Biolcati

 

COMMERCIO – Previste quattrocento assunzioni. Ma la Lega protesta: «Il centro morirà»

CHIOGGIA – Circa 200 assunzioni dirette. Il parco commerciale di Brondolo potrebbe dare una scossa in città dal punto di vista dell’occupazione. Un supermercato, dodici negozi, un bar e un ristorante, porteranno inevitabilmente alla ricerca e all’assunzione di personale che, in gran parte, sarà trovato in loco. Se si tiene conto anche della vigilanza, della manutenzione degli impianti e di altri servizi collaterali, le persone impiegate direttamente e indirettamente nel nuovo parco commerciale potrebbero essere oltre 400.

La politica, su questo argomento, si divide: «Il centro storico di Chioggia è quasi defunto – protesta il segretario della Lega Nord Sandro Marangon – e l’Ipercoop gli darà il colpo di grazia. A fronte di queste assunzioni, qualcuno si è chiesto quanti nuovi disoccupati ci saranno per la chiusura delle piccole attività commerciali del territorio?».

Ormai l’apertura è imminente e, da dopo il taglio del nastro, sarà possibile studiare concretamente l’impatto che avrà il parco commerciale sulla città.

(m.bio.)

 

L’incidente conferma la pericolosità della via molto stretta

Tre mesi di protesta “festeggiati” con un furgone nel fosso

ZIANIGO – Un incidente, l’ennesimo, tiene a battesimo il terzo mese di protesta in via Desman. Puntuale come un orologio, a tre mesi esatti dal 17 novembre, quando per la prima volta sono scesi in strada i residenti per chiedere più sicurezza, ieri, 17 febbraio, un furgone che viaggiava in direzione di Veternigo è uscito di strada nel tratto di provinciale tra Zianigo e la località Fontana, ribaltandosi nel fosso. Nessun ferito nella rovinosa e per certi versi spettacolare uscita di strada, ma polemiche a non finire per un incidente-tipo, come troppi continuano a succederne in via Desman.

Veicoli di un certo ingombro che, incrociandosi tra loro, stringono troppo sulla destra, finendo giù per la scarpata senza alcuna protezione.

Il comitato ieri aveva appena concluso il corteo mattutino, come ogni giorno dal 17 novembre a questa parte, con tanto di festicciola a base di frittelle e caffè offerti da un residente per il terzo mese di “passeggiata”.

Lo schianto è capitato poco dopo, proprio di fronte alle case dove la protesta è più calda, vicino all’incrocio con via Balzana e, quasi fosse una beffa, tra gli striscioni di protesta e i cartelli con cui il comitato chiede la ciclabile.

L’autista è uscito indenne dal ribaltamento del mezzo, poi ha chiamato il soccorso stradale per il recupero del furgone.

Molti manifestanti erano ancora sul posto dopo il corteo mattutino. Altri, vivendo in zona, sono usciti per vedere cosa fosse accaduto, indossando gli immancabili gilet fluorescenti diventati il simbolo della mobilitazione per la sicurezza della provinciale.

«Per fortuna non eravamo presenti nel luogo dove è avvenuto l’incidente», afferma il portavoce del comitato Marino Dalle Fratte, «Lascio immaginare cosa potrebbe accadere se un mezzo investisse e trascinasse un pedone o un ciclista che transitano sul ciglio della strada. Questa vita da brivido, sul filo del rasoio, non ce la meritiamo».

Il frequente ribaltamento di mezzi nel fosso è uno dei punti critici della provinciale, un lungo rettilineo largo 5,30 metri dove transitano anche camion e bus che per non toccarsi devono stringere sulla destra. Decine i mezzi finiti in canale negli ultimi anni. E non ci sono soldi nemmeno per installare un guardrail.

Filippo De Gaspari

 

Dal 17 novembre il Comitato dei residenti si presenta ogni giorno con le bici per chiedere controlli, sicurezza e pista ciclabile. «Il minimo per sopravvivere»

ZIANIGO – Tre mesi esatti in strada, tutte le mattine, a manifestare per la sicurezza. La protesta di via Desman non sarà forse ricordata per i risultati fin qui ottenuti (la ciclabile tanto richiesta pare destinata a restare un miraggio), ma di sicuro la tenacia dei residenti non ha eguali nel passato recente di un territorio, il Miranese, che certo di comitati e proteste per la viabilità ne ha prodotti a pacchi.

Nel silenzio quasi totale delle istituzioni, ma nell’appoggio pieno e incondizionato dei residenti, oggi i manifestanti in gilet fluorescente festeggeranno a modo loro in paese, a Zianigo. Lo faranno con lo stesso modo con il quale, dal 17 novembre, scendono in strada ogni mattina lungo via Desman, portando le biciclette a mano, passeggiando pericolosamente sul ciglio della provinciale, in balìa del traffico e di qualche insulto.

Oggi il comitato sfilerà lungo le vie in cui abitano molti manifestanti, una ventina in media ogni mattina, per lo più pensionati, ma con l’ampio mandato dei residenti che non possono, per motivi di lavoro, essere con loro tutti i giorni: via Bollati, via Balzana, via Scortegara, via Varotara, ovviamente la strada Desman, al centro della protesta.

Sarà l’occasione per ribadire come uscire di casa, percorrendo una provinciale senza ciclabile, con fossi da ambo i lati e percorsa da migliaia di veicoli ogni giorno a forte velocità, sia pericoloso sì, ma il silenzio delle istituzioni e quel “Non ci sono soldi”, in fondo, sia ancora più inaccettabile.

«Il Comune di Mirano ha pure installato i cartelli di nuove località per rallentare il traffico, ma a distanza di un mese nulla è cambiato», nota il leader della protesta Marino Dalle Fratte, «le auto, i camion, i bus stracarichi di pendolari, continuano a percorrere la strada alla stessa velocità di prima, incrociandosi pericolosamente, rischiando di finire nel fosso, sfiorando i ciclisti e rischiando di travolgerli. Nessun rallentamento, nessuna verifica delle forze dell’ordine. Speriamo che anche questi nuovi centri abitati, non siano uno scherzo e che si comincino a fare i controlli per il rispetto dei limiti».

Intanto, insieme agli striscioni, aumentano lungo la via anche i “monumenti ai caduti”, suscitando la curiosità dei passanti: ruote, telai di biciclette rotte, giubbini catarifrangenti e altre installazioni appese agli alberi o ai cancelli delle case, per ricordare che, di via Desman, si può purtroppo anche morire.

Filippo De Gaspari

 

lo studio

Bonometto: «Ecco le soluzioni a costo zero per la viabilità»

VETERNIGO – Vive in Sardegna, dove lavora al Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Sassari, ma ha tenuto domicilio a Veternigo. Quando torna a casa, viene a contatto con la pericolosità di via Desman e la protesta dei residenti. Così Vinicio Bonometto ha deciso di unirsi ai manifestanti e mettere a disposizione le sue conoscenze in materia, al territorio in cui vive, seppur con discontinuità.

«Quando sono in Veneto esco spesso in bicicletta», spiega, «conosco i pericoli della via, appena torno cercherò di appoggiare la causa del comitato. Nel frattempo però mi sono chiesto: nell’immediato non si potrebbe cercare un passaggio alternativo e parallelo a via Desman?».

La soluzione proposta da Bonometto, in realtà, non è nuova: già in passato, per altre zone del Graticolato romano, si era paventata la possibilità di “sfruttare” la conformazione a scacchiera della centuriazione, con incroci ogni 700 metri di rettilineo, in alcuni casi anche istituendo dei sensi unici, in modo da ricavare lo spazio a bordo strada per una ciclopista. Bonometto applica ora il modello al tratto incriminato di via Desman: «Per collegare Zianigo, Veternigo e Santa Maria di Sala si potrebbero utilizzare strade già esistenti e altre secondarie, ma molto più sicure di via Desman, ad esempio via Varotara, via Pianiga, via Aquileia, via Rio. Alcune potrebbero essere collegate con strade che oggi sono bianche, di progetto, altre già esistenti, creando così un’alternativa alla provinciale e disegnando una “circolarità” più sicura. Si può fare subito, chiedendo il permesso di passaggio anche su argini privati, come alla conclusione di via Varotara fino a via Rio. Costerebbe pochissimo. Fermo restando che la ciclabile su via Desman ci vuole, eccome».

(f.d.g.)

 

SCORZÈ – Il Tribunale amministrativo dà ragione al comitato di Gardigiano. Assenti analisi ambientali

SCORZÈ – Il Tar del Veneto dà ragione al comitato di Gardigiano di Scorzè contro la centrale a biogas che avrebbe dovuto sorgere in via Frattin e annulla i provvedimenti della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, dell’Ulss 13, dell’Arpa Veneto e di ogni altro ente che aveva dato via libera alla costruzione.

La sentenza mette in evidenza che il progetto viene meno alle normative europee e, basandosi su una sentenza del Tar delle Marche, invalida tutti i procedimenti. Soprattutto non sarebbe stato effettuato lo “screening” ambientale ovvero le analisi che determinano coefficienti ed eventuali indici di inquinamento provocati dall’impianto sul territorio circostante e di cui temeva particolarmente la popolazione.

L’impianto sarebbe stato in grado di generare una potenza termica nominale di 1.507 megawatt, una potenza elettrica utile pari a 0,599 megawatt elettrici e una potenza termica utile di 0,769 megawatt. Il complesso nel progetto iniziale avrebbe dovuto ottenere, come indicato dagli stessi committenti, un risparmio di 4.500 tonnellate di Co2 equivalenti a 700 tonnellate di petrolio. Un progetto all’avanguardia per impianti di biogas ottenuto da biomassa e deiezioni animali che aveva avuto il parere favorevole dagli enti regionali e dal comune confinante di Mogliano Veneto, ma aveva trovato i dubbi dei cittadini di Gardigiano e dello stesso comune di Scorzè che erano ricorsi alla giustizia amministrativa.

Oltre 30 famiglie hanno avuto così ragione sull’azienda agricola costruttrice intimorite dalla quantità di mezzi pesanti che avrebbero invaso il territorio per trasportare le biomasse e per le esalazioni che sarebbero state emanate durante la lavorazione.

Già nel 2013 il sindaco aveva criticato l’autorizzazione regionale affermando che impianti simili dovrebbero essere costruiti su grandi estensioni agricole e non nell’ambito dell’area Metropolitana del Veneto centrale densamente abitata.

Renzo Favaretto

 

Nuova Venezia – Scorze’. “Complanari, rischio smog”.

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13

feb

2015

Traffico a Scorzè. La capogruppo Gianna Manente mette sulla graticola il sindaco

«Non ha previsto barriere e collegamenti». Lui: «Tutta colpa del suo partito»

Il Pd accusa Mestriner

SCORZÈ – Zero barriere, niente mitigazioni e nemmeno collegamenti da e per il casello. Piovono accuse dalla minoranza in Consiglio a Scorzè sulla viabilità locale a poche settimane dall’apertura al traffico del tornello al confine con Martellago.

Lunedì il parlamentino era chiamato ad approvare la convenzione con Cav, Anas e Veneto Strade per completare la bretellina a fianco del Passante che collegherà la Moglianese (zona via Ariosto) al casello autostradale.

Ma la discussione si è spostata su altri temi, con il Pd, soprattutto, che ha imputato alla maggioranza di non aver fatto abbastanza per difendere il territorio. I primi affondi sono arrivati dal capogruppo del Partito Democratico, Gianna Manente. «Ci sono ancora delle questioni che preoccupano» esordisce «perché manca ancora un collegamento tra la Crosarona e la Noalese, in zona via Milano. Inoltre la complanarina sarà aperta fra un paio d’anni e nel frattempo dovremmo tribolare. Intanto cosa faremo in questo grande lasso di tempo? Scorzè come sopporterà i nuovi flussi di traffico? E lo smog e i rumori che livelli avranno? Mi auguro siano fatti dei puntuali rilievi, specie vicino alle scuole e negli ambienti parrocchiali».

Finito? No, perché Manente punta il dito contro la maggioranza sui problemi che potrebbe avere Cappella. «La complanarina sarà costruita a pochi passi dal centro del paese», spiega Manente, «e attirerà tutto il traffico, pesante o leggero che sia, da Mogliano. I veicoli da Castelfranco graveranno su via Milano e non ci sarà un collegamento tra il casello e l’ospedale di Mestre. Siamo privi di mitigazioni ambientali: i residenti di via Ariosto, via Verdi e via Marco Polo stanno ancora aspettando le barriere fonoassorbenti».

Il consigliere della lista Scattolin-sindaco Maurizio Civiero si augura che presto le strade siano costruite. «Manca da risolvere il nodo del Pioppeto a Salzano» osserva «perché non si è scelto di fare l’arteria parallela a via Volta».

Mestriner tenta di difendersi e cerca di buttarla sul personale. «Manente», replica, «convinca il Pd di Mestre a farci fare il collegamento con Mestre, faccia altrettanto a Salzano per risolvere il nodo del Pioppeto e a Noale per unire via Milano con la Crosarona. Il Pd di Mestre è contrario a tutto e ci ha fatto spostare la rotonda di via Ponte Nuovo rendendola pericolosa. Il bosco sarà fatto, perché le aree sono state espropriate e abbiamo 150 mila euro di finanziamento regionale. Sulle barriere dove c’è un avvio del procedimento verso Cav affinché le installi».

Alessandro Ragazzo

 

SCORZÈ –  Approvata a maggioranza in consiglio comunale la convenzione per la progettazione e realizzazione della bretella di collegamento tra la stazione autostradale Martellago-Scorzè e la provinciale Moglianese.

Il documento viene stipulato tra Concessione autostradali venete (Cav), l’Anas, Veneto Strade, il Comune di Martellago e il Comune di Scorzè dove l’arteria continuerà nella zona della frazione di Cappella quasi parallela al passante. La bretella dovrebbe convogliare l’eventuale aumento del traffico pesante che si avrà con l’apertura del casello lungo la Moglianese. Il nuovo passaggio verrà realizzato e gestito da Veneto Strade sulla base del progetto definitivo predisposto dall’Anas. Costo complessivo dell’opera euro 5.795.459.

(R.Fav)

 

Veternigo. Si alza di tono la protesta in via Desman dove passa la provinciale 33

Il comitato scrive al prefetto: «Carreggiata stretta, si rischia sempre il morto»

VETERNIGO – Il comitato di via Desman scrive al prefetto di Venezia e a S. Maria di Sala parte la richiesta delle minoranze per convocare un consiglio comunale aperto da fare a Veternigo, dove passa la famigerata provinciale 33. Non più solo mobilitazione quotidiana (che prosegue ininterrotta sulla strada dal 17 novembre): la protesta dei residenti di Zianigo e Veternigo ora si prende anche le sedi istituzionali, nel tentativo di riaccendere la speranza di chi chiede più sicurezza lungo la strada che passa per i comuni di Mirano e S. Maria di Sala.

Nella lettera indirizzata al prefetto Domenico Cuttaia, il portavoce del comitato Marino Dalle Fratte elenca tutti i problemi di chi da quasi tre mesi scende in strada ogni mattina per sfilare in corteoper chiedere più sicurezza. Sono soprattutto pensionati, ma rappresentano padri e madri di bambini costretti a uscire di casa solo se accompagnati o mariti di donne disabili, impossibilitate a percorrere la via in carrozzina, perché non c’è banchina a lato di un rettilineo largo solo 5,30 metri, con fossi da ambo i lati e percorso, spesso a velocità più elevate del consentito, da auto, bus e camion.

«È anche una questione di matematica: quando si incrociano una corriera e un camion, larghi due metri e mezzo, specchietti esclusi, lo spazio è finito: se c’è una bici, finisce dentro il fosso», scrive Dalle Fratte. Anche le fermate Actv sono fuori della carreggiata, sulla riva del fossato.

«Abbiamo coinvolto i sindaci, il vicepresidente della Regione, la presidente della Provincia, ma l’unica risposta è stata: non ci sono soldi. Intanto la gente viene travolta e qualcuno è morto su questa strada. Dopo il confine con Padova, la beffa: via Desman si allarga, compare un’ampia ciclabile e pure gli autovelox per rallentare i veicoli. Noi a Venezia siamo forse di serie B?».

Una stoccata anche ai comuni: «Mirano ha posizionato cartelli con il nome di nuove località, per istituire il limite di 50 chilometri orari, ma nessuno rallenta».

Il comitato ha detto che si farà sentire anche il 22 maggio, in occasione del passaggio del Giro d’Italia.

Intanto a S. Maria di Sala i consiglieri Paolo Bertoldo, Primo Bertoldo, Giovanni Vanzetto (Lista Salese), Giuseppe Rodighiero (Civica insieme) e Rossella Carolo (M5S) hanno protocollato la richiesta di un Consiglio comunale straordinario, da convocare in seduta aperta, proprio a Veternigo, per favorire la partecipazione della gente interessata dal problema. Un solo punto all’ordine del giorno: “Interventi per la messa in sicurezza di via Desman e realizzazione della pista ciclabile».

Filippo De Gaspari

 

Veneto Strade ha raggelato le speranze dei residenti di Briana: casse a secco

Il sindaco Andreotti sta preparando il “piano B”: «Quell’intervento è necessario»

NOALE – Niente soldi per la pista ciclopedonale sulla strada regionale 515 Noalese, che avrebbe messo in sicurezza il tratto dalla zona industriale di Noale (via Pacinotti) a via Calvi a Briana. Un duro colpo per il Comune che sperava di mettere in sicurezza uno dei tratti più pericolosi, ma soprattutto per gli abitanti della zona. Brutta notizia per loro il fatto che in un recente incontro con i dirigenti di Veneto Strade, il sindaco Patrizia Andreotti è uscita dagli uffici di via Baseggio a Mestre con una notizia non confortante. Della serie: ripassi più avanti. Più avanti non si sa, però, perché ad oggi non c’è ombra di quei 2 milioni e 150 mila euro.

«È vero che a settembre 2013 era stato presentato il progetto ai residenti di Briana» spiega Andreotti «ma a Veneto Strade mi hanno risposto che si era davanti a un accordo di programma e, dunque, fondi per quell’ora non ce ne sono. A breve mi vedrò con il vice presidente del Veneto Marino Zorzato per capire come stanno le cose e poi vaglieremo un possibile piano B: quel tratto di strada non può rimanere com’è oggi».

Si pensava a un tracciato lungo un chilometro e 200 metri, largo 2,5 metri, che avrebbe sfruttato il fosso, costruendo una passerella a sbalzo. Per separarlo dalla strada, l’idea era di costruire un’aiuola larga un metro. C’era fiducia che si potesse cominciare in tempi rapidi: fatto l’adeguamento urbanistico, si sarebbe proseguito con il progetto esecutivo e poi il via ai cantieri, magari già nel 2014.

«Invece allo stato attuale» continua Andreotti «abbiamo i soldi per il sottopasso di via Ongari ma non per la sicurezza della regionale».

Si tratta di un pezzo di strada teatro di molti incidenti, anche mortali; l’obiettivo, dunque, era mettere in sicurezza i pedoni e i ciclisti, costretti a convivere con camion e auto che corrono a pochi centimetri di distanza.

E gli stessi residenti di Briana non solo chiedevano la pista ciclopedonale ma si auguravano che fosse allungata fino al confine con il comune di Santa Maria di Sala. Invece si dovrà ancora aspettare.

Andreotti non esclude un piano B, anche sfruttando l’accordo con la Co.Ind, la fabbrica di via Noalese sud che progetta e produce cosmetici per conto terzi e ha chiesto di ampliarsi; l’intesa prevede, però, che l’azienda costruisca una pista ciclabile su via della Vernice, attraversi la Noalese e poi raggiunga via Asolo, via Fornace e il quartiere residenziale. «Stiamo cercando di capire come muoverci» continua Andreotti «anche per garantire una maggior sicurezza sulla regionale».

Alessandro Ragazzo

 

Veternigo. Via Desman, ancora proteste «Ma non contro i pendolari»

VETERNIGO – Continua la protesta per la messa in sicurezza di via Desman e non fa quasi più notizia che il gruppo dei residenti si dia da fare. Ieri però il gruppo di manifestanti che dal 17 novembre scendono in strada tutte le mattina per chiedere più sicurezza sulla provinciale, ha incontrato il consigliere salese di Civica Insieme, Giuseppe Rodighiero, in piazza a Veternigo. La stessa cosa aveva fatto dieci giorni fa con il capogruppo di Lista Salese, ex sindaco, Paolo Bertoldo. Il comitato di via Desman tesse la tela, incontra referenti bipartisan e porta così la questione nelle stanze dei bottoni. Possibile che venga chiesto ora di fissare un Consiglio comunale ad hoc, magari proprio a Veternigo, attraversata dalla provinciale, per trattare il problema e le possibili soluzioni. Potrebbe essere coinvolto anche il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, in una protesta che ha tutta l’aria di non voler scemare.

«Qualcuno suggerisce di effettuare attraversamenti frequenti sulle strisce in centro, in modo da creare ulteriore disagio nella mobilità», spiega il leader della protesta Marino Dalle Fratte, «ma è una soluzione che va contro gli automobilisti pendolari e questa non è la nostra intenzione. Chiediamo solo una ciclabile che tuteli tutti».

(f.d.g.)

 

Santa Maria di Sala. Pronti i dislivelli anti velocità in due incroci pericolosi

SANTA MARIA DI SALA – Incroci pericolosi sempre in primo piano sulle strade del Graticolato. Al via nelle prossime settimane l’intervento per la messa in sicurezza del crocevia tra via Cognaro e via Patriarcato, in un tratto di viabilità in comune tra Pianiga e Santa Maria di Sala, oggetto di un progetto condiviso tra i due enti. Il costo complessivo dei lavori, diviso tra i due comuni, è di 60 mila euro e comprende anche la manutenzione ordinaria, con l’asfaltatura delle vie del quartiere De Gasperi a Pianiga. Proprio il Comune di Pianiga ha provveduto anche alla sistemazione dell’intersezione tra via Carraretto-Rivale e via Volpino nei mesi scorsi e ora aprirà il cantiere per l’incrocio di via Patriarcato e Cognaro, sempre ai confini con Santa Maria di Sala.

«Si provvederà a rialzare la sede stradale evidenziando il dislivello con colori e rampe di laminato», spiega l’assessore ai Lavori pubblici di Santa Maria di Sala, Fabio Semenzato, «realizzando una discontinuità visiva dell’asfalto e un dislivello, per imporre la riduzione della velocità alle auto, aumentando così la sicurezza di quel tratto. Saranno inoltre posizionati i segnali stradali di preavviso di dosso e di limitazione della velocità».

(f.d.g.)

 

A Mirano aria di battaglia in via Vittoria: «Usati come strada di scorrimento»

Scaltenigo chiede le barriere antirumore lungo tutto il Passante e luci agli incroci

Traffico riparte la protesta. Comitati contro Pavanello

MIRANO – Via Desman fa scuola: dalla protesta di Zianigo traggono forza anche gli altri comitati del capoluogo: tra i più attivi ci sono in questi giorni i residenti di via della Vittoria, tra la Fossa e il Ponte Nuovo e quelli di Scaltenigo e Ballò rappresentati dal comitato Viabilità Sicura. Via Vittoria. L’altro giorno l’ennesimo investimento di un ciclista alla rotonda del Ponte Nuovo è stata la conferma di uno dei punti insicuri della viabilità del quartiere.

«Gli altri problemi riguardano il traffico intenso a ogni ora del giorno», protesta Maria Luisa Bortoletti, tra i portavoce del comitato che ha inviato al sindaco Maria Rosa Pavanello un’altra dura lettera di protesta.

«Restano difficoltà per pedoni e ciclisti per la mancata sicurezza degli attraversamenti», prosegue Bortoletti, «una pista ciclabile che ha un asfalto in pessimo stato, per proseguire poi con le difficoltà di immissione dalle laterali, per scarsa visibilità».

Il comitato grida alle promesse mancate: «Ci sentiamo traditi», scrivono i residenti, «via della Vittoria è a tutti gli effetti una strada urbana, ma continua a essere usata come via di scorrimento. Nel 2012 il Comune ha deliberato nuove regole per via Parauro, Dante nord, Miranese e Zinelli, dimenticandosi di noi, che pure avevamo posto le stesse criticità. Aspettiamo i 19 milioni di euro promessi dalla Regione per il Passante, ma poi il Comune è pronto a dotarsi di un piano della viabilità aggiornato alla situazione attuale?».

Il comitato chiede la riduzione del traffico di attraversamento, un portale contro il transito dei mezzi pensati, attraversamenti pedonali sicuri e una pista ciclabile degna del nome. Chiesti anche i dati relativi al transito giornaliero dei veicoli. Scaltenigo. Nei giorni scorsi i residenti hanno incontrato sindaco, assessori e il consigliere regionale Pd Bruno Pigozzo. La questione della sicurezza e delle opere mancanti nell’area sud di Mirano resta legata ai 19 milioni di euro per il Passante che la Regione ancora non ha stanziato, nonostante gli accordi. Il comitato Viabilità Sicura chiede da tempo la ciclabile su via Scaltenigo, per raggiungere Mirano, barriere antirumore e verde sul tracciato del Passante, ma anche la messa in sicurezza dell’incrocio di Ballò, alla “Madoneta” e la sistemazione del marciapiede lungo via Stazione. Riflettori puntati anche sui servizi delle frazioni: il comitato è tornato a lamentare la chiusura dell’ufficio postale di Scaltenigo.

Filippo De Gaspari

 

Gazzettino – Dolo. Camion sfrattati dal centro.

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6

feb

2015

DOLO – Lunedì si inaugura l’ultimo accesso a Ca’ Tron, snellirà il traffico pesante

Aperta la rotatoria che collegherà la strada regionale 11 all’ex casello di Roncoduro

SBLOCCO – Lunedì si terrà l’inaugurazione dell’ultimo accesso della rotatoria di Cà Tron.

Apertura del consiglio comunale di ieri mattina con la comunicazione del sindaco Maddalena Gottardo che lunedì alle 12.30 si terrà l’inaugurazione dell’ultimo accesso della rotatoria di Cà Tron. Dopo l’apertura parziale di settembre per consentire l’accesso a via Velluti che collega gli istituti scolastici, Veneto Strade, infatti, ha autorizzato che anche l’accesso che collega la strada regionale 11 all’ex casello di Roncoduro venga aperto. Si tratta di un tratto stradale di 7 chilometri che congiungerà la strada regionale al territorio di Pianiga attraversando anche quello di Mira, uno snodo fondamentale perché il traffico pesante sarà deviato su tale arteria e non attraverserà più il centro abitato. Si presume che, nel tempo, anche quello più leggero utilizzerà prevalentemente tale passaggio a nord del centro dolese con indubbi vantaggi per l’inquinamento atmosferico.

Il consiglio ha visto l’insediamento in surroga di Marco Cagnin della Lega Nord al posto del dimissionario Stefano Uva e la nascita del gruppo Lega Nord con capogruppo Mario Vescovi. Dopo alcune discussioni sull’uso della Barchessa di Villa Concina, sul mancato insediamento nei locali di Via Rizzo dell’Ufficio per il Turismo annunciato dal sindaco in autunno e che il passaggio fra la statale ed il ponte dell’Alzaia chiude troppo presto, l’assessore Ballin, ha però assicurato che lo stesso sarà modificato, Giovanni Fattoretto della Lega Nord ha poi posto all’attenzione il problema del pericoloso transito dei ragazzi che vanno a scuola in via Brentabassa dopo la demolizione della passerella. L’assessore al Bilancio Pasqualetto ha evidenziato prelevamenti dal fondo di riserva per 5.479,65 euro il’11 dicembre e di 26.508,74 euro il 29 dicembre. Il sindaco ha quindi annunciato che l’Ufficio del Giudice di Pace potrebbe essere recuperato per i capellì. Ha ricordato l’iter che nei mesi scorsi ne aveva portato alla perdita per l’impossibilità di copertura delle spese dei tre dipendenti da parte dei comuni rivieraschi Recentemente, però, è stata modificata la normativa sui costi del personale, disgiunti da quelli comunali, ed è emersa una nuova possibilità. Tuttavia, proprio ieri, è giunta ai comuni una disposizione di blocco dei movimenti del personale in attesa dell’assegnazione dei 112 dipendenti della Provincia. Per tale motivo, in attesa di un esame approfondito della nuova normativa, l’approvazione della conferma del Giudice di Pace è stata rinviata ai prossimi consigli.

 

Da “Borgo Zucchero” a “Saragat”, i centri abitati che porteranno nuovi limiti sulle strade del Miranese

MIRANO – Una città a 50 chilometri l’ora. Località che spuntano come funghi, a Mirano l’obiettivo è abbassare i limiti di velocità. I miranesi si stanno imbattendo nei nuovi cartelli di centri abitati, alcuni mai sentiti prima. Attenzione, perché non è solo un vezzo toponomastico: a correre si rischiano multe salate.

La trovata. Il caso è nato dopo la comparsa delle prime località a Zianigo, compresa la tanto discussa “Veternigo di Mirano” che tanto ha fatto infuriare i veternighesi di Santa Maria di Sala. Al di là della questione non ancora chiusa, nei giorni in cui nella stessa zona spuntavano anche “Fontana” in via Desman, “Castelliviero”, “Scortegaretta” e “Desman Est” lungo le omonime vie, il Comune precisava che lo scopo era creare nuovi centri abitati per abbassare i limiti di velocità. Lo prevede il codice della strada: con l’inizio dell’abitato, segnalato dal cartello bianco, il limite è automaticamente di 50 chilometri orari. Se si sgarra, le multe, anche se l’abitato è lungo strade classificate come extraurbane.

Cosa sono? I miranesi impareranno presto a conviverci: le località sono state individuate già nel 2006, con una delibera di giunta, ma solo ora diventano realtà. Sono 23, che vanno ad aggiungersi alle tradizionali cinque frazioni e al capoluogo: si tratta per la maggior parte di borghi storici, “resuscitati” per identificare agglomerati di case, ma nella mappa compaiono anche nuove zone industriali che non hanno nulla a che vedere con la storia della città, ma dove si è riscontrata la necessità di calmierare la velocità dei veicoli.

La mappa. Detto di Zianigo, a Campocroce diventa località la storica borgata “Caorliega”, ma anche “Le Botti” e “Villa Lanza” su via Cavin di Sala, “Soranzo” e “Soranzo Ovest” in via Canaceo, “Ca’ Pugliero” in via Don Orione. Sempre in via Cavin, spunta la “Zona industriale Galilei” e, subito dopo, verso il centro, “Villa Maria”. All’estremo sud, tra Ballò e Vetrego, spunta la “Zona industriale Roncoduro” e sa di dolce il nome di “Borgo Zucchero”, in via Ballò, tra Ballò e Scaltenigo. Proprio a Scaltenigo, lungo via Caltana, nasce la località “Formigo” (zona Passante), verso Marano c’è invece “Trescievoli” e “Gidoni” sarà la località sulla strada che collega via Porara con via Scaltenigo. “Case Niero” è l’abitato a sud, verso viale Venezia, mentre in zona ecco altre due aree industriali: “Viale Venezia” appunto e “Taglio”. Tornando nel capoluogo, area impianti sportivi, c’è la quarta zona industriale miranese, “Saragat”, mentre a nord del comune, “Luneo”, che qualcuno in passato voleva addirittura frazione, sale finalmente al rango di località.

(f.d.g.)

 

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